Questo libro nasce dall'idea di riflettere sul cineforum come esperienza di comunicazione e sulle modalità con cui renderla più efficace, attraverso un percorso interdisciplinare.
Il libro fornisce un ulteriore e significativo contributo all'ampio dibattito su uno dei temi di maggiore urgenza nell'odierno orizzonte culturale, politico e religioso: il ruolo, nella societa' moderna, dei mezzi di comunicazione sociale. Il riconoscimento del sempre maggiore potere e della sempre piu' capillare pervasivita' dei mezzi di comunicazione di massa, ma anche le preoccupazioni che quel riconoscimento medesimo desta negli operatori dei mass media ed anche in chi di questi strumenti e' semplice spettatore, sembrano rendere ogni giorno piu' indilazionabile la domanda se non sia in qualche modo necessario determinare un orientamento di tipo etico e morale che disciplini i sempre piu' complessi ed articolati processi comunicativi. Il presente volume cerca di trovare risposta a questa domanda percorrendo un doppio binario: quello rappresentato dalla riflessione che la Chiesa ha storicamente svolto sull'argomento e quello rappresentato da coloro che in questo settore sono impegnati in prima persona.
Qual è il ruolo del giornalista dinanzi al terrorismo? Con l'analisi di alcuni interventi di opinione espressi attraverso pubblicazioni specializzate, il libro tenta di comprendere quando e in che modo il giornalista, o qualsiasi operatore della comunicazione, offre un involontario sostegno a chi persegue un'attività losca e fomenta l'odio fra i popoli; e quando deve accorgersi di essere diventato uno strumento e cessare ogni sorta di propaganda a chi si nasconde e utilizza metodi illeciti.
Un'ampia opera in tre volumi che descrive, nella prospettiva di una storia socio-culturale, il rapporto tra cinema e mondo cattolico dalle origini del medium ai nostri giorni.
Un breve saggio e una riflessione sull'ultimo medium: la televisione digitale terrestre. Uno studio scientifico-filosofico che prende le mosse dagli approcci ai mass media di Marshalll McLuhan, ripercorrendo le linee guida del guru delle scienze della comunicazione ed applicandole, prospetticamente, a quel medium che non ha potuto conoscere ma che, in qualche modo, immaginava già. Un libro al tempo stesso scientifico e divulgativo, per appassionati, studiosi o semplici curiosi, con riflessioni ed approfondimenti che spaziano dalla psicologia alla sociologia, alla comunicazione politica, oltre che, naturalmente, dalla storia dei mass media alle scienze della comunicazione.
Lo stato attuale dei mercati della comunicazione e dei media, con dati aggiornati al 2005, è arricchito in questa edizione da un'analisi quantitativa della loro evoluzione negli ultimi venti anni. La seconda parte del volume ospita il primo, inedito studio sull'industria della produzione televisiva in Italia, che evidenzia la composizione del mercato e il suo peso economico, il quadro legislativo e i modelli di business, le fonti di finanziamento e la gestione dei diritti, le best practices e le principali criticità. Si analizzano, poi, le reciproche relazioni fra proprietari della rete "fisica" di trasporto del protocollo Internet, detentori dei diritti sui contenuti e nuovi intermediari che controllano l'asset dell'aggregazione e fidelizzazione dell'utenza.
Il 5 settembre 1996, sul Foglio, Mauro della Porta Raffo elegantemente pignoleggiava sulle imprecisioni di Ennio Caretto e Gian Antonio Stella: da allora il suo fioretto non ha risparmiato nessuna delle grandi firme del giornalismo italiano, dalla a, come Augias, alla zeta, come Zucconi (pp. 304).
Mauro della Porta Raffo, narratore e saggista, classe 1944, svolti più o meno svogliatamente mille diversi mestieri, ha cominciato a scrivere davvero nel 1996 su sollecitazione di Giuliano Ferrara, che lo ha ribattezzato «il Gran Pignolo» per la sua curiosità onnivora, per la propensione alla cultura erudita e la precisione dimostrata. Per lo stile asciutto al servizio di un'informazione che di una notizia premia l'originalità e l'inedito, della Porta Raffo è collaboratore passato e presente di tutte le principali testate nazionali.
Ha partecipato su Rai 3 alla trasmissione E' la stampa, bellezza! ed è stato consulente al Quiz Show e a Ritorno al presente di Rai 1.
Tra mito e demonizzazione, elemento indispensabile di democrazia ma anche spesso strumento al servizio del potere, il giornalismo ha accompagnato lo sviluppo della modernità e influenzato politica, società e cultura degli ultimi quattro secoli. Un mondo, quello del giornalismo, in costante evoluzione per effetto delle innovazioni tecnologiche, in relazioni mutevoli con i poteri economici e politici, popolato di personaggi a volte equivoci, a volte eroici. E oggi, per l'avvento dei nuovi media digitali e i pervasivi condizionamenti di istituzioni e di grandi interessi economici, in una crisi che qualcuno pensa definitiva. Questo libro racconta la storia del giornalismo dalle sue origini cinquecentesche ai giorni nostri, nell'intreccio delle sue molteplici dimensioni: tecnologia, mercato editoriale, dialettica con il potere, pratiche professionali, personalità dei giornalisti. Una trattazione che spazia tra Francia, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, le nazioni dove il giornalismo ha avuto i suoi maggiori sviluppi, che tocca la Russia e i paesi del socialismo reale, i luoghi dove la libera informazione è stata più a lungo negata, ma si concentra soprattutto sull'Italia, paese dove il giornalismo è storicamente segnato da limiti e carenze strutturali, ma anche da eccellenze di livello europeo.
Il testo intende trattare tutto ciò che riguarda oggi la "comunicazione", e cioè il rapporto stesso tra le persone, le immagini, la fotografia, gli oggetti, la moda, la computer graphic, e la stessa letteratura e arte. Il libro si rivolge agli studenti e agli operatori delle scienze e delle tecniche e arti della comunicazione, e a quanti vogliono apprenderne i linguaggi per capire la nuova cultura, che ha un'influenza sempre più decisiva in tutti gli aspetti della vita.
Dopo il calcio potrebbe essere la volta del giornalismo. Redattori corrotti e direttori compiacenti hanno tradito i lettori. I giornali sono zeppi di pubblicità clandestina. Si pensa di leggere un innocuo articolo di costume e invece ci si ritrova una serie di consigli per gli acquisti. Si cerca qualche idea per investire i risparmi e invece si sta per cascare in una trappola. Si inseguono le ultime novità della medicina e non si sa che il giornalista è stato invitato in una località esotica, coccolato e pagato per divulgare un nuovo farmaco. Insomma, quotidiani, settimanali e mensili per non parlare dei notiziari di radio e televisione sono controllati dagli inserzionisti che dettano legge in redazione, perché sono loro che possono decidere la vita o la morte di un organo di stampa, grazie alla complicità dei giornalisti il cui livello etico sembra sprofondato. In questo libro vengono riportati fatti e circostanze a supporto di queste ipotesi.
Una rassegna di bugie costella la politica internazionale. Foa elenca i misfatti perpetuati sopratutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna dagli "spin doctor", personaggi quasi sconosciuti perché, appunto, il loro lavoro si svolge lontano dalle telecamere. Si scopre così come l'opinione pubblica internazionale sia stata "guidata" a condividere scelte azzardate e a volte disastrose: dalle famose "armi di distruzione di massa" irachene alla guerra nei Balcani motivata da una "pulizia etnica" mai interamente dimostrata. Si scopre inoltre che la "fanciulla kuwaitiana" volontaria in ospedale, che testimoniò sulla strage di neonati gettati fuori dalle incubatrici dai soldati di Saddam, era in realtà la figlia dell'ambasciatore del Kuwait all'ONU.