In "Metamorfosi dell'antico in Dante" Alessandro Ghisalberti traccia una originale chiave di lettura del cammino intellettuale che Dante ha percorso, nella continua trasfigurazione dei miti e delle storie narrate dai testi della classicità in figure che si dischiudono alla loro piena significazione nella successiva era cristiana, collegabile con la ben nota evoluzione di Beatrice: dalla Beatrice storica alla donna gentile, espressione dell'amor cortese; dalla donna gentile alla Sofìa, la sapienza dei filosofi; dalla filosofia alla sapienza mistica, la Teologia. L'espandersi poetico delle diverse figure storiche racchiude un reale intreccio con l'evoluzione della biografia personale di Dante, che dialoga in modo permanente con la storia passata e presente (Roma, Firenze, Europa), e si è caricato della forte tensione profetico-escatologica che contrassegna la cosmologia della Commedia, la quale al cosmo di Aristotele e di Tolomeo aggiunge gli spazi propri della iniziazione cristiana, l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso.
Capolavoro poco frequentato di Botticelli, Quadri dalla Divina Commedia presenta i disegni tracciati con incomparabile maestria dal pittore per illustrare l'opera dantesca. Il commento è affidato alla penna contemporanea di Quirino Principe. Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici, cugino di secondo grado di Lorenzo il Magnifico, commissionò a Botticelli l'illustrazione su pergamena della Divina Commedia di Dante: un foglio per ogni canto dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, in formato 47x32,5 cm. Il lavoro, pur molto avanzato nei disegni, non fu portato a compimento col colore, diversi fogli sono purtroppo andati perduti. Sette dei superstiti sono conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana, mentre la maggior parte si trova a Berlino. Siamo di fronte a un capolavoro di Botticelli, di cui pubblichiamo una scelta dei fogli più completi e meglio conservati. La selezione è accompagnata da un commento d'eccezione quello di Quirino Principe che da alcuni anni intrattiene un assiduo pubblico nella fortunatissima Lectura Dantis, la lettura integrale e il commento della Divina Commedia iniziata nel 2017. Due drammatizzazioni a confronto: quella grafica di Sandro Botticelli e quella scritta di Quirino Principe.
Come e perché usA molti di noi è capitato spesso di esclamare, in qualità di invito a non perdere tempo con persone che non meritano la nostra attenzione, «Non ti curar di lor, ma guarda e passa!» (prima curiosità: la citazione è sbagliata! Dante scrive: «Non ragioniam di lor...»). E chi non conosce il verso «Amor ch'a o amato amar perdona», che tanta fortuna ha avuto nella musica italiana? Ma cosa significa? E quante volte abbiamo detto a un amico - pieno di guai fino al collo - «stai fresco»? Che cosa hanno in comune queste espressioni e le tante altre raccolte nel libro? La medesima paternità. Nascono tutte dalla penna di Dante Alighieri, il massimo genio linguistico della storia, il quale - con la sua Divina Commedia - ha incrementato vertiginosamente il patrimonio lessicale dell'italiano. Parla come Dante ospita una ricognizione dei più famosi ma anche dei meno noti versi di Dante entrati nella lingua quotidiana, per lo più usati da chi parla senza la consapevolezza della loro provenienza. L'ampia documentazione offerta in queste pagine è la prova del fatto che, se anche noi ignoriamo Dante, Dante non ignora noi, ed è sempre sulle nostre labbra, in ogni momento della «nostra vita»! Quante volte, parlando, citiamo Dante senza saperlo? E siamo certi di citarlo bene? Un libro che svela la presenza nascosta ma costante del sommo poeta nella nostra vita quotidiana. Prefazione di Claudio Giovanardi
Tutti conoscono le poesie di Giovanni Pascoli - uno dei nostri più grandi autori moderni, forse l'unico di statura veramente europea -, dalle "Myricae" ai "Canti di Castelvecchio". Non tutti invece sanno che per molti anni scrisse su Dante e la "Commedia", dedicando ben tre libri al fondatore della lingua italiana. In anticipo sulle più recenti acquisizioni metodologiche, Pascoli volle indagare la struttura del capolavoro dantesco, lasciando in sordina il commento estetico e quello in voga nel metodo storico, che sotto l'influenza del positivismo analizzava gli aspetti meramente testuali e storiografici, per mettere invece in risalto la filigrana concettuale della "Commedia", «sotto il velame» (espressione dantesca che divenne il titolo di uno dei suoi libri) del significato letterale, mostrando gli aspetti teologici, filosofici, biblici che sottostavano al grande affresco allegorico di Dante. In questo libro Bruno Nacci ha scelto e introdotto alcuni dei passi più suggestivi del Pascoli dantista, dal Conte Ugolino a Virgilio, da Matelda alla presentazione del Paradiso.
Conoscere Dante significa conoscere la sua opera, ma anche conoscere la sua vita. Non solo gli eventi esterni - gli amori, l'attività politica, gli amici, i nemici, l'esilio - ma anche e soprattutto il suo percorso interiore, quell'universo ricchissimo che Dante sottoponeva a un continuo scandaglio, per verificare scelte, mettere in crisi vecchi convincimenti, saggiare nuove strade da percorrere. Perché Dante - come scrive Piero Boitani nell'Introduzione - «è il primo grande scrittore dell'Occidente a legare la sua poesia a ciò che ha vissuto, a fare poesia della vita, dei suoi sogni, delle sue idee, dei suoi sentimenti, dei suoi fallimenti». È da questo presupposto che muove John Took, dantista tra i più importanti a livello internazionale, che in questo lavoro racchiude i frutti di un'intera vita dedicata al poeta, offrendoci la ricostruzione di una grande biografia intellettuale ed esistenziale. Ed è questo sguardo particolare all'opera di Dante che consente a Took di non trascurare nulla, di tenere assieme tutto, anche le opere «minori», perché ogni singolo verso, ogni singola riflessione trova senso e acquista un nuovo significato all'interno di un percorso più ampio, quello del cammino di Dante alla ricerca di ciò che può dirsi veramente e profondamente umano. Introduzione di Piero Boitani.
Dante nei filosofi del Novecento O. Tolone, Introduzione M.C. Nussbaum, Il "Dante" di Beatrice. Amare l'individuo? M. Cacciari, Brevi note sul Dante di Germania G. Sasso, Dante nella filosofia di Benedetto Croce e Giovanni Gentile F. Frosini, Gramsci e Dante. Poesia e politica nel «passaggio del Medio Evo all'Età Moderna» V. Cesarone, Il Dante profeta di Ernesto Buonaiuti N. Valentini, Dante e gli immaginari in geometria di Pavel Florenskij. Tra Medioevo e scienza contemporanea R. Diodato , Realtà delle ombre. Gilson e Dante O. Tolone, Dante nell'antropologia polare di Romano Guardini F. Miano, Genio e innocenza creativa. Il Dante di Maritain S. Achella, «L'amor che move il sole e l'altre stelle». Karl Jaspers lettore di Dante S. Zucal, «Dante specchio umano». La lettura dantesca di María Zambrano B. Pinchard, Lacan, l'amour, le leurre. Dante avec Lacan V. Marzocchi, L'incontro giovanile di K.-O. Apel con Dante
Nel 1933 Osip Mandel'stam, poeta in disgrazia, «emigrato interno» in procinto di diventare carne da lager, «arde di Dante», e studia l'italiano servendosi della Divina Commedia. In Crimea durante la primavera scrive "Conversazione su Dante", ma quando tenta di pubblicarlo incontra una serie di rifiuti. Di certo il saggio non ha nulla a che vedere con il realismo socialista, né corrisponde al canone degli studi danteschi. Affrancando il «sommo poeta» italiano da secoli di retorica scolastica, Mandel'stam ragiona su ciò che presiede alla nascita della sua poesia: in primo luogo, la metamorfosi. Tutto, nella Commedia, è in movimento, e per il vero lettore, «esecutore creativo», leggere Dante significa rifiutarsi di restare incatenati a un presente che a sua volta è saldamente ancorato al passato: «Pronunciando la parola "sole" compiamo un lunghissimo viaggio al quale siamo talmente abituati che ormai viaggiamo dormendo. La poesia... ci sveglia di soprassalto a metà parola - parola che ci sembra molto più lunga di quanto credessimo -, e in quel momento ricordiamo che parlare è sempre essere in cammino». Unico poiché sembra comprendere tutti i linguaggi, quello di Dante evoca il mondo con irripetibile potenza, e la Conversazione di Mandel'stam, tripudio di luminose intuizioni, costrutti arditi e metafore inusitate (biologiche, musicali, meteorologiche, tessili), in una prosa continuamente attraversata da squarci di poesia, scorge e mette in luce i tratti più moderni, addirittura sperimentali, del suo poetare.
Il viaggio di Dante Alighieri viene presentato ai ragazzi con grande chiarezza e semplicità. L'idea di fondo è quella di restituire in poche pagine, ma senza tralasciare i dettagli importanti, la grandezza di un'opera con cui i giovani lettori certamente si confronteranno durante il loro percorso scolastico. E non solo. Dalla terribile discesa agli Inferi, alla faticosa risalita al Purgatorio fino alla bellezza del Paradiso. Un lungo percorso segnato da incontri memorabili. Caronte, traghettatore demoniaco che trasporta le anime dei dannati; Ulisse circondato dalle fiamme che racconta la sua storia con un filo di voce; il poeta Guido Cavalcanti che arde e si consuma per la donna che ama. E infine Beatrice, avvolta dalla luce immensa del Paradiso, la donna che Dante ha fortemente amato, morta giovanissima. Sullo sfondo una Firenze cupa, dove si susseguono scontri e tumulti, città da cui Dante è stato allontanato per la sua attività politica. «Nel mezzo della mia vita mi persi in una selva oscura. Non trovavo più la retta via. Buia e terribile, mi vennero incontro una pantera, un leone e per ultima una lupa...». Il viaggio di Dante è appena iniziato! Età di lettura: da 7 anni.
"Dante e la Divina Commedia" fa parte del lavoro di Balthasar sugli «Stili laicali», figure essenziali della sua Estetica Teologica. Per l'autore ci sono opere letterarie che ci prendono per mano, come Beatrice fa con Dante, per condurci verso la Rivelazione. La chiave di lettura di Balthasar punta a individuare l'orizzonte e il culmine della visione dantesca, che è costituito da Maria, con l'inno alla Vergine, che Dante affida a san Bonaventura. Maria tra gli angeli è la Signora del Paradiso, quel lato del Paradiso che Dante si sente di descrivere preparato e accompagnato da Beatrice, che ha sostituito Virgilio nella peregrinazione. Dante non si addentra oltre nel mistero cristologico e trinitario, la sua filosofia e la sua poesia si compiono nella contemplazione di Maria. Nell'Inferno Dante era stato un fine lettore della Storia e Balthasar non può non notare che l'Inferno di Dante non è ancora stato visitato dal Cristo risorto. Il Cristo risorto dell'arte bizantina, che prende e porta con sé Adamo ed Eva e l'umanità tutta.
Scrivere una biografia di Dante è una sfida che molti hanno già affrontato. Mentre i documenti d'archivio relativi alla sua vita sono pochi e spesso di difficile interpretazione, la sua produzione letteraria contiene così tante informazioni di carattere personale che si potrebbe essere tentati di leggerla come un'autobiografia. Sarebbe tuttavia fuori luogo farlo. In un'originale inchiesta a quattro mani, in cui documenti e opere sono esaminati distintamente ma posti in costante dialogo, Elisa Brilli e Giuliano Milani ricostruiscono l'itinerario di un uomo che ha assistito ai grandi sconvolgimenti del suo tempo, attraversando contesti politici e culturali diversi ma interconnessi (comunale, signorile, imperiale), e insieme quello di un autore che ha tentato a più riprese di dare un senso alla sua vita attraverso la scrittura, inventando nuove forme di racconto di sé dai contenuti sempre mutevoli.
Ristampa anastatica del celebre "Dante minuscolo Hoepliano" in tre volumi, uno per cantica, in brossura, raccolti in un apposito astuccio. Pubblicata per la prima volta nel 1904, questa edizione del testo dantesco è arricchita dalle postille e cenni introduttivi del prof. Raffaello Fornaciari, riveduti dal prof. Piero Scazzoso e dalle decorazioni di Ezio Anichini che impreziosiscono copertine e astuccio. Una proposta che rielabora la versione minuscola hoepliana della Divina Commedia presentando ciascuna delle tre cantiche come un volume a sé stante, così da poter ancor più agevolmente maneggiare l'elevato e al tempo stesso diverso contenuto poetico e dottrinale dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso.
Lo sguardo di un grande storico avvicina i ricordi romani di Dante, che nell’ottobre 1301 fa parte dell’ambasceria che si reca da Firenze a Roma per incontrare papa Bonifacio VIII, e si confronta con tre canti della Divina commedia: il X dell’Inferno, dove gli eretici scontano la loro pena e il Poeta incontra Farinata degli Uberti e Cavalcante de’ Cavalcanti; il III del Purgatorio, dove le anime dei morti scomunicati attendono di poter iniziare la loro purificazione (tra questi Manfredi, figlio di Federico II), e l’ultimo del Purgatorio, dove le anime che hanno compiuto l'espiazione attendono l'accesso al Paradiso.
Sommario
1. Introduzione, di Chiara Frugoni. 2. Dante e la Roma del suo tempo. 3. Il canto X dell’Inferno. 4. Il canto III del Purgatorio. 5. Il canto XXXIII del Purgatorio.
Arsenio Frugoni (1914-1970), tra i maggiori storici italiani del Novecento, ha insegnato Storia medievale alla Scuola Normale Superiore di Pisa e all’Università di Roma.
Chiara Frugoni ha insegnato Storia medievale nelle università di Pisa, Roma e Parigi.