«Un uomo con un piede nel sogno e uno nella realtà.» È il don Giovanni Bosco da cui prende le mosse la storia raccontata in questo libro: al tempo stesso visionario e pragmatico, convinto che anche un religioso abbia il dovere di dare risposte concrete ai problemi sociali. Il suo messaggio semplice quanto rivoluzionario - allegria, studio e pietà: non serve altro - oggi risuona più forte che mai e dalla Torino dell'Ottocento arriva fino alle strade delle nostre città e ai fronti su cui si gioca il diritto al futuro, dalle periferie ai centri di accoglienza delle nuove migrazioni. Per questo Fabio Geda sceglie di raccontarlo intrecciando per la prima volta la vicenda umana di don Bosco alla propria di allievo e educatore, e a un viaggio di testimonianza sui luoghi dei nuovi esperimenti di convivenza in Italia. Ricostruzione storica, narrazione, reportage: un unico filo luminoso lega le battaglie di don Bosco deciso a conquistare un futuro per i suoi ragazzi, le disavventure di Fabio alle prese con gli adolescenti difficili delle periferie e la sfida di chi a Valdocco come a Catania sperimenta forme più efficaci di integrazione e di educazione. È lo stesso filo che lega la spiritualità e il gioco, la capacità di trovare il centro di noi stessi e quella di prenderci cura del prossimo. Giovanni Bosco, il santo che credeva nell'umanità, parla ancora a una società che ha bisogno di tornare a crederci.
Per ascoltare Gesù c'è bisogno di mettere a tacere il mondo attorno a noi. Il rumore della vita quotidiana copre infatti la voce sottile con cui la bellezza ci invita a conoscerla e a dialogare con lei per ammaestrare il nostro cuore. Il Dio nascosto risponde solo nel silenzio, ma l'isolarci da tutto sembra impossibile nell'epoca dei social e del web, tanto più ai giovani, cui questo libro si rivolge in modo particolare. Proprio loro sono chiamati a prendere coscienza che silenzio e dialogo non sono in contraddizione, ma rappresentano l'unico modo per scoprire sé stessi alla luce del rapporto con Gesù, perché Dio li ama, li cerca, vuole parlare loro e ascoltarli. Attraverso brevi riflessioni, ordinate intorno a temi molto diversi - l'amicizia, l'amore, lo studio, la fede, le dipendenze, la bellezza, il buon umore, la preghiera, il perdono, ma anche l'eucarestia, l'amore di Dio, Maria, per citarne solo alcuni - il libro vuole essere un «accompagnamento spirituale» per i giovani impegnati a crescere, maturare, scegliere, decidere.
Il libro è la prima tappa dell’impe­gno dell’Azione cattolica dei ragazzi a farsi incontro tra e con soggetti differenti, accomunati dal desiderio di integrare e ac­compagnare i piccoli ad abitare quelle periferie esisten­ziali che gli adulti, timorosi di non essere in grado di farvi fronte, spesso emarginano anche dall’a­nima.
Ma più ancora Per tutti persone nasce dalla sfida lanciata da bambini e ragazzi: «Frequentemente ci accorgiamo che le diversità sono causa di allontanamento e isolamento tra le persone, le generazioni e i gruppi. Chiediamo ai gio­vani e agli adulti di impegnarsi con noi affinché nasca un dialogo e l’incontro delle diversità diventi ricchezza».
Questo libro è diretto ai giovani adulti cattolici che, immersi in questo nostro tempo così complesso sotto tutti i punti di vista, si trovano spesso in uno stato di precarietà e con una frammentata e dolorosa dimensione psico-affettiva, sperimentando un senso diffuso di esclusione sociale e talvolta anche ecclesiale. Nella prima parte, con un linguaggio colloquiale e attingendo alla Tradizione della Chiesa, l'autore esplora le caratteristiche di quanti si trovano ad affacciarsi all'età adulta, con tutte le contraddizioni, i conflitti e le problematiche che contraddistinguono questo delicato momento di vita, analizzandolo in chiave sociale e spirituale. Nella seconda parte, rileggendo, secondo le categorie spirituali dei consigli evangelici, lo stato di vita attuale dei giovani adulti cattolici, tenta di interpretare il presente alla luce del senso cristiano dell'esistenza, proponendo una visione della realtà trasfigurata dalla vita nuova di Cristo risorto.
Prefazione di Enzo Bianchi
«Come può un giovane ebreo della Galilea di duemila anni fa parlare ancora ai suoi coetanei del XXI secolo? Rispondere a questa domanda è la sfida che mons. Bertolone accetta di raccogliere in queste pagine» (dalla Prefazione di Enzo Bianchi, fondatore di Bose). I giovani sono idealisti, ma anche pratici ed esigenti nei confronti dell’establishment, anche religioso, dal quale pretendono legittimamente chiarezza, moralità, affidabilità, certezze. Dalla Chiesa istituzionale essi vogliono sapere se veramente la fede è in grado di dare un senso alla vita, una risposta chiara circa i valori della verità, della libertà, della purezza, dell’onestà, dell’amicizia, della fraternità, dell’amore.
Come "dire Dio" alle nuove generazioni? Esiste ancora uno spazio per le grandi domande dell'esistenza? Dio è caduto nell'oblio o rimane in fondo a tutte le grandi questioni che agitano i cuori delle generazioni più giovani? Come affrontare la sfida di "dire Dio" in questo contesto? Alla luce della sua esperienza di insegnante di liceo, il professor Andrea Monda racconta e si racconta, cercando di individuare possibili chiavi per aprire il cuore delle nuove generazioni.
Mentre gli adulti si stupiscono dei cambiamenti che avvengono nel mondo giovanile, i ragazzi chiedono a chi ha più anni e più esperienza di loro di risintonizzarsi su un nuovo modo di vivere, di prendere contatto con le novità di cui sono portatori, con le modalità che adottano per comunicare e con la fatica di sognare il futuro. Poiché non è obbligatorio fare «come si è sempre fatto», è necessario che gli adulti trovino la strada di stabilire con i ragazzi relazioni corrette basate sulla fiducia e sulla capacità di credere e dimostrare che è possibile fare percorsi comuni. Questo è però possibile solo se gli adulti sentono la necessità di rimettersi in gioco, affrontando le fatiche e accettando i limiti che accompagnano l'attività educativa.
Crisi educativa, emergenza educativa, crisi di valori… Quello che vediamo svolgersi davanti agli occhi è stato chiamato in molti modi: la trasmissione da una generazione all’altra non funziona più come un tempo. Sembrano saltati i riferimenti, ogni cosa viene messa in discussione, la stessa possibilità di educare sembra svanire nel vuoto della Rete.
Johnny Dotti, che è padre, formatore e pure imprenditore sociale, ci fa intuire in queste pagine la forza rivoluzionaria della tradizione, recuperando parole (ed esperienze) antiche e ridando ad esse forma nuova. Attraverso cinque lettere ad altrettanti interlocutori (due genitori, un prete, una comunità, un giovane e due nonni), Dotti ci fa scoprire il senso autentico e sovversivo della «corresponsabilità», parola che rimanda a una chiamata e a una risposta, cioè al mistero (umano e religioso insieme) della vocazione. L’oratorio, il luogo educativo all’ombra del campanile aperto sulla piazza da secoli, cerniera tra sacro e profano, può essere il caso concreto in cui mettere in gioco la corresponsabilità di usare «mente, cuore e mani» per dare un futuro di senso alla nostra società.
Pagine dense di esperienza e di pensiero, che ci possono aiutare nell’entusiasmante avventura di educare oggi.
Con la prefazione di Gualtiero Bassetti
Il libro nasce dal desiderio dei giovani di Azione cattolica di tutto il mondo di offrire un contributo di riflessione e narrazione al Sinodo su I giovani, la fede e il discernimento vocazionale.
Fede, discernimento e vocazione non sono parole astratte, ma riguardano la concretezza della vita di tutti i giorni, in cui ogni passo da compiere chiama a una scelta.
La felicità è il frutto della vera vocazione e – come ci ricorda papa Francesco – non si può essere felici vivendo la vita comodi sul divano.
Sogna, vivi, scegli nasce dall’esperienza vissuta in associazione, dove fede e impegno quotidiano si impastano nelle storie di tanti giovani che vogliono “fare sul serio” nella propria vita, per essere davvero felici.
Papa Francesco ama incontrare e confrontarsi con i giovani; tra loro esiste una simpatia, un piacere di stare insieme che diventa confidenza. Uno dei temi ricorrenti del loro dialogo - tema centrale anche nel Sinodo dei Giovani del 2018 voluto dal pontefice - è quello del discernimento, il riconoscimento della vocazione propria di ciascuno, cui è dedicato questo libro. «Ogni storia è unica», dice Francesco, «ma tutte partono da un incontro che illumina nel profondo, che tocca il cuore e coinvolge tutta la persona: affetto, intelletto, sensi, tutto. Il rapporto con Dio non riguarda solo una parte di noi stessi, riguarda tutto. È un amore così grande, così bello, così vero, che merita tutta la nostra fiducia». Il papa cerca di guidare, anche grazie alla sua personale esperienza, la ricerca vocazionale dei giovani. E, come spiega Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, «i giovani possono trovare tra queste pagine motivi per continuare il dialogo con papa Francesco: sarà come un "andare dal nonno", amato e sapiente, per interrogarlo, prendere coraggio, imparare a scrutare gli orizzonti».
Quale futuro per la fede? E per le comunità cristiane? Dopo l'indagine che ha coinvolto 150 giovani di tutta Italia sul loro rapporto con la religione (Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia, a cura di R.Bichi e P. Bignardi, Vita e Pensiero, 2015), l'équipe di ricerca dell'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo si è convinta che il futuro della fede - ma anche dell'umanità e della società - passi anche attraverso l'educazione, perché è generato nella coscienza delle persone in cui, nella libertà, si realizza l'intreccio tra umano e divino, tra ciò che si riceve e la spinta a reinterpretarlo. Da qui l'esigenza di conoscere meglio l'ispirazione, i temi, le motivazioni dei protagonisti - genitori, sacerdoti, insegnanti, suore, catechisti, animatori - che, con un'azione spesso poco riconosciuta, contribuiscono a iniziare i giovani al rapporto con il trascendente. La ricerca sugli 'educatori alla fede' si è avvalsa di 165 interviste, condotte su tutto il territorio nazionale, con domande volte a indagare una molteplicità temi: come e dove si diventa oggi cristiani adulti? Quali sono gli obiettivi e lo stile degli educatori? Quali atteggiamenti hanno nei confronti del mutamento della Chiesa e del modo di intendere la fede? E ancora: che cos'è considerato successo o fallimento in questa azione educativa? Quali le reti e le relazioni all'interno della comunità cristiana? L'uso di tecniche di ricerca poco direttive ha consentito la raccolta di ricchissime testimonianze sui percorsi attraverso i quali gli educatori alla fede divengono tali, sulle fonti, i riferimenti, i motivi ispiratori che guidano la loro azione, sulle parole chiave e le sfide del mondo contemporaneo.
Il libro ha alle spalle l'esperienza di un gruppo nato a Palermo in ambito parrocchiale dall'impegno di una decina di studenti e studentesse, allora agli ultimi anni di liceo, accompagnati da un laico e da una laica. Il gruppo - che nel frattempo si è dato un nome: Exodos - è diventato oggi una piccola comunità; di oltre ottanta giovani, quasi tutti universitari, alcuni liceali, altri già; laureati. Fin dall'inizio lo stile delle riunioni è stato molto diverso da quello della prassi catechistica perché, invece di basarsi sulla proposta di contenuti di fede precostituiti, ha assunto la forma di una ricerca che prendeva le mosse dall'esigenza di senso dei partecipanti, avendo come orizzonte la proposta evangelica. La ricerca è stata l'elemento che ha accomunato i credenti, insoddisfatti della superficiale adesione di una fede "ereditaria", e i non credenti, disposti a esplorare con onestà; intellettuale una prospettiva religiosa fino a quel momento ignorata o esplicitamente rifiutata. Si tratta dunque di una storia nata e maturata nell'ambito della pastorale ordinaria che non ha richiesto stravolgimenti della vita parrocchiale o condizioni eccezionali. Essa dimostra però che i giovani non sono impermeabili al richiamo della fede, anche quando ne sembrano lontani; il problema riguarda invece gli adulti, spesso incapaci di proporre percorsi capaci di accendere l'interesse e di trasmettere esperienza e conoscenza.