La centralità della relazione educativa, dell'accettazione e del dialogo nella formazione delle coscienze.
Il volume raccoglie gli interventi del seminario "Incontrare i margini. Declinare l'educare con lo sguardo degli ultimi", svoltosi il 7 marzo 2012 presso l'Università degli Studi di Enna "Kore". Muovendosi nell'ottica che interpreta la democrazia come tutela dei più deboli, delle minoranze e dei marginali, il volume tenta di proporre itinerari per ripensare e ridefinire il "pedagogico" e l'"educativo" con l'occhio della "differenza" per tracciare nuovi orizzonti ermeneutici e individuare nuovi approdi euristici in grado di attivare processi di negoziazione tra teoria e prassi educativa.
Quando giocano, i bambini sono concentrati, cooperativi e creativi. Il gioco è il modo in cui essi s'impadroniscono del mondo, lo esplorano, apprendono dalle nuove esperienze e si riprendono dalle loro piccole o grandi sofferenze. Tuttavia, giocare non sempre è facile per noi adulti, poiché abbiamo dimenticato tanto. E a volte ci sentiamo incapaci di entrare in contatto con i nostri figli, perché da troppo tempo non siamo più bambini. Eppure, sostiene Lawrence Cohen, se noi adulti adottassimo un approccio giocoso all'educazione, se reimparassimo le "regole del gioco", alle quali i bambini fanno ricorso costantemente per esprimersi, comunicare, creare e imparare a diventare grandi, potremmo più facilmente entrare in sintonia con loro, evitare rimproveri e sgridate, non degenerare in conflitti e discussioni e raggiungeremmo molto prima e senza tensioni gli obiettivi educativi che ci prefiggiamo. Non si tratta semplicemente di spegnere la tv e dedicare un po' di tempo a giocare con i bambini, si tratta piuttosto di adottare il gioco come modalità con cui ci si relaziona con loro. Cohen declina le varie modalità di partecipazione e di intervento sul gioco, considerando i modi attraverso i quali favorire l'autostima, disinnescare le "prese in giro" dei compagni, considerare le differenze e i punti di contatto fra maschi e femmine mentre giocano, fino a valorizzare anche il gioco "duro". Aiuta a gestire l'inversione dei ruoli nel gioco e a veicolare in tal modo contenuti profondi.
Nei rapporti interpersonali oggi c’è molta sopraffazione, addirittura molta violenza, verbale e no. La tentazione, se provocati, è di rispondere nello stesso modo. Ma specialmente chi ha un compito educativo si interroga: da cristiani, ci si può rassegnare a questo stato di cose? Come calare nella realtà il messaggio evangelico?
Partendo da ciò che in proposito si legge nel Vangelo secondo Matteo (in cui Gesù si definisce «mite e umile di cuore»), l’autore prende in considerazione tre episodi biblici incentrati sulla mitezza come fonte della vera forza interiore: la risurrezione di Lazzaro, le Beatitudini, la lavanda dei piedi durante l’ultima cena.
In Appendice sono raccolte alcune preghiere – destinate ai docenti – che scandiscono, giorno dopo giorno, l’intera settimana.
Marco D’agostino (1970), prete della diocesi di Cremona dal 1995, responsabile del Centro Vocazioni, insegna Sacra Scrittura al seminario diocesano, di cui è vicerettore, e lettere classiche al liceo classico e scientifico Vida di Cremona. È autore di diverse pubblicazioni in campo biblico e pedagogico.
Riallacciarsi alla Bildung ebraico-chassidica per costruire una società nella quale verità, giustizia e pace saranno i principi fondamentali.
Il volume fa seguito - anche nel titolo - al precedente "Educare si può" (2010). Il libro ha una struttura molto semplice. Ogni capitolo è diviso in due parti: analisi del problema e suggerimenti per l'intervento educativo, sempre attraverso testimonianze e fatti concreti. Le situazioni prese in esame riguardano il mondo interetnico e interculturale, la famiglia, i giovani, la comunicazione tra docenti e studenti, il successo e l'insuccesso scolastico, i compiti a casa, la crescita armoniosa degli adolescenti, il burnout degli insegnanti, l'orientamento, come modalità educativa permanente.
Pagine come queste possono ribaltare il nostro modo di educare. Sì, perché il lettore può cogliervi, in breve tempo, l’essenziale per la patente pedagogica a pieni punti. Nessun gargarismo pedagogico, ma circa 300 spunti che possono ribaltare il nostro modo di educare. Qui tutto è ridotto all’osso. Distillato. Qui solo pensieri allo stato puro. Pensieri (non slogan!) che, come tasselli, uniti gli uni agli altri, offrono la segnaletica per comporre la più alta opera d’arte possibile al mondo: un Uomo nuovo. Un’unica avvertenza: prendere (possibilmente dopo il caffelatte!) una ‘compressa’ pedagogica alla volta con molta calma, portarla alla mente e ‘ruminarla’, fino a che non ci metta voglia di sperimentarla e farla vivere. Solo procedendo a ‘passo d’uomo’, il nostro breve lavoro raggiungerà lo scopo per cui è nato: mettere in circolazione nuova energia educativa, mai così invocata in una società come la nostra che si immiserisce sempre più. Diciamo bene o no?
Nei colloqui con genitori di famiglie diverse, Jesper Juul offre la sua esperienza di consulente familiare per aiutare i bambini e gli adulti a crescere e stare meglio insieme, affrontando le sfide più comuni nelle famiglie di oggi. La consulente familiare Pernille W. Lauritsen ha assistito per cinque anni agli incontri di Jesper Juul con oltre cento famiglie, seguendone il follow up per qualche tempo. "Parliamone in famiglia" è basato sulle conversazioni tra Juul e sedici di queste cento famiglie. Si tratta di sedici spaccati di vita quotidiana in cui la maggior parte delle persone si può facilmente riconoscere. Ogni capitolo si apre con una lettera dei genitori sulla propria famiglia e il problema per il quale chiedono aiuto. Segue un accurato resoconto del dialogo tra i genitori e Juul, seguito dal commento scritto dalla famiglia nei mesi successivi al colloquio, da cui emerge come si è evoluta la loro situazione. Jesper Juul non dà soluzioni "brevettate", ma le fa emergere tra le pieghe delle conversazioni, inducendo i genitori a mettere in discussione e a confronto i propri valori e i propri metodi educativi. Infatti, come ogni valida ricetta è apprezzata davvero quando diventa la ricetta di casa nostra, così ogni famiglia deve poter trovare e accogliere le soluzioni più adatte per sé e per i suoi obiettivi. Chiude i capitoli una sintesi per punti delle proposte di Juul per problemi analoghi a quello analizzato...
Un santo in difesa dei lavoratori nella Torino dell'Ottocento: una storia da riscoprire.
Quali sono oggi in Italia le principali trasformazioni in atto nella "prima agenzia educativa"? Come sta cambiando la morfologia della famiglia? Quali significati hanno tali cambiamenti per le esistenze dei singoli e delle comunità? Come stanno modificando il modo di intendere il cammino di ciascuno verso il proprio compimento personale e, quindi l'educazione? Il volume cerca di rispondere a domande come queste, delineando diversi possibili itinerari di vita "familiare", quindi osservando quali nodi pedagogici in essi si condensano e quali traiettorie per la prassi educativa possono dischiudersi. Questo studio offre così un'analisi critica delle cosiddette "nuove forme familiari", ma è anche il tentativo di scorgere altri aspetti inediti della famiglia contemporanea che possono farne, ancora ma in modo nuovo, il primo e originario luogo di fioritura della vita personale.
Per educare i giovani alla legalità, a partire dalla rete istituzionale: in famiglia, a scuola, nei rapporti sociali, all'interno delle associazioni, comunità di fede e luoghi mediatici, è importante nutrire il senso di responsabilità nel rispetto delle regole, fin dalla tenera età. Irene Di Dedda, pedagogista ed esperta sulle tematiche dell'educazione alla legalità, aiuta i ragazzi e le loro famiglie in questo percorso di comprensione del senso profondo delle leggi, attraverso una lettura della complessità sociale in cui siamo immersi e che ci sprona all'interpretazione e costruzione di un mondo migliore.
Fare memoria attualizzante" di don Bosco per decifrare e affrontare i problemi dell'oggi. "
Le "conversazioni" che compongono il volume leggono il presente con gli occhi di don Bosco per ricomprenderlo nell'attualità e proiettarsi verso il futuro. In ogni intervento si parte dal presente, problematico dal punto di vista di scala di valori, mentalità e costume, che si traducono poi nei comportamenti di un popolo in una fase storica. Si passa poi alla lettura dell'esperienza di don Bosco sull'argomento, riflettendo infine sul modo di essere Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice nell'attuale panorama culturale.