L'edizione di questo testo liturgico, proveniente da Bova, non solo arricchirà il mondo scientifico, ma saprà certamente essere un nuovo ponte di incontro tra la terra di Calabria e il Patriarcato Ecumenico. Inoltre, la commemorazione di santi italo-greci presenti nell'opera, offrirà nuovi spunti per collegare la preghiera incessante che questi santi presentano davanti all'Altare di Dio, affinché si compia la Sua volontà, che "tutti siano uno", con la preghiera dei santi nell'Oriente cristiano e ovunque nel mondo, nel glorificare Dio, "con una sola bocca e un sol cuore".
Per definizione religiosa "servizio di culto che si deve a Dio", la liturgia è ed è stata generalmente associata alla figura sacerdotale. Il Concilio Vaticano II tuttavia, superando certe restrizioni, tiene fortemente unito Cristo Sacerdote a tutto il suo corpo che è la Chiesa. Le riflessioni di questo libro sono il frutto maturo di un sacerdozio ministeriale, gioiosamente (ri)scoperto come servizio a Dio passante per il prossimo, offerte per l'esercizio di una missione che abbraccia tutti i cristiani.
Attraverso la ricerca della bellezza e attraverso l'arte, che ne è l'epifania, il cosmo è entrato nella liturgia, soprattutto nella celebrazione dei sacramenti, dove le creature sono essenziali alla liturgia quale luogo di della comunione con Dio. Basta guardare a una chiesa antica e medievale per trovarvi la presenza del cosmo come fattrice di azione liturgica… Il raggio di luce al mattino solca l'abside a oriente, la pietra offre spazio alla chiesa: tutto è liturgia cosmica, cosmo non deificato, non panteistico, ma cosmo sacramentalmente posto in Dio.
Enzo Bianchi
Mentre la chiesa assume e trasfigura il cosmo nell'azione liturgica, l'architettura per il culto è interpellata a essere non solo sobria, sostenibile e rispettosa dell'ambiente e del paesaggio, ma anche significante in un orizzonte di senso in cui l'estetica liturgica sappia arricchirsi con una ritrovata estetica cosmica. Il XII Convegno liturgico internazionale di Bose, di cui questo volume raccoglie i contributi, ha affrontato il delicato rapporto tra l'edificio chiesa e la creazione attraverso lo studio dei fondamenti cosmologici dell'architettura liturgica.
Dal Lazio fino alle rocce di Monte Sant'Angelo sospese sul mare del Gargano: 500 chilometri in 25 tappe verso una delle mete di pellegrinaggio più affascinanti e più antiche d'Europa, la cui fama precede persino quella del Cammino di Santiago de Compostela. A piedi o in bicicletta sulle tracce di san Francesco e della devozione a san Michele arcangelo, da montagna sacra a montagna sacra (dalla Verna - descritta nella guida precedente - a Monte Sant'Angelo). Un percorso entusiasmante che attraversa Abruzzo, Molise e Nord della Puglia, tra valli sconosciute, città d'arte e paesaggi mozzafiato. Meta: la suggestiva grotta delle apparizioni e del culto di san Michele, a pochi chilometri da San Giovanni Rotondo. Per ogni tappa: le descrizioni dettagliate del percorso, le cartine (1:50.000), i posti dove dormire e mangiare. Inoltre tutti i luoghi da visitare, le tradizioni e i documenti storici su san Francesco e sull'arcangelo Michele.
«Scivolando nel realmente reale»: così Clifford Geertz (1926-2006), uno dei fondatori dell’antropologia interpretativa, descrive l’effetto della celebrazione rituale. Il presente studio esamina per la prima volta nel suo complesso la produzione geertziana sulla ritualità, confrontandola con le più recenti indagini antropologiche sul rito e indicando possibili interazioni con la riflessione teologica e pastorale sulla liturgia. Ogni celebrazione liturgica (e ogni riflessione teologica), infatti, si fonda su un’antropologia, più o meno consapevole o esplicitata. Per un dialogo adeguato con molta parte della cultura di oggi diventa importante misurarsi con contributi provenienti dalle scienze antropologiche in grado di porsi oltre ogni riduzionismo positivista. La proposta di Geertz, aperta al simbolo e all’ermeneutica, appare utile traccia per una elaborazione antropologica in interazione con le esigenze attuali della riflessione teologica e pastorale sull’esperienza liturgica cristiana.
Destinatari
Insegnanti e studenti di liturgia; presbiteri e operatori liturgici.
Autore
BRUNO BARATTO (1958), presbitero della diocesi di Treviso, ha conseguito con questa tesi il dottorato all’Istituto di Liturgia Pastorale dell’Abbazia di S. Giustina in Padova, presso il quale tiene un corso introduttivo alle scienze umane. In diocesi ricopre vari incarichi relativi alla pastorale dei migranti e ai gruppi religiosi e parareligiosi esterni o ai margini dell’esperienza ecclesiale, oltre a essere collaboratore pastorale in due parrocchie del trevigiano.
Con il Dizionario religioso sinonimico semplificatore "Da che pulpito!" è un manuale che descrive le caratteristiche del linguaggio religioso italiano, anche con l'ausilio di una vastissima serie di esempi originali, relativi a molti dei personaggi di riferimento principali della Chiesa degli ultimi anni: sono infatti presenti brani di Giovan Battista Montini (Paolo VI), di Karol Woytila (Giovanni Paolo II), di Joseph Ratzinger (Benedetto XVI), di Jorge Mario Bergoglio (papa Francesco), e di vari prelati. Il volume è pertanto destinato a studiosi ed appassionati di linguistica, al personale religioso di ogni ordine e grado (di cui dovrebbe migliorare la comunicazione), ai semplici fedeli che vogliano meglio comprendere i messaggi religiosi loro destinati.
La liturgia è un'opera del cristiano che si avvicina a Dio, "bussando" al suo mistero per ritus et preces, ringraziando, implorando perdono, invocando, abbandonandosi al suo amore fedele. Le comunitàa cristiane sono chiamate a rinnovarsi nelle loro celebrazioni e a rinnovarle, senza mai adagiarsi nella ripetitività dei riti. La bellezza del celebrare necessita di attenzioni e premure costanti. Dio è sempre nuovo, delle novità di un amore che non cessa di donarsi con la sua freschezza eterna. Il volume propone una serie di riflessioni e vuol essere un piccolo contributo all'impegno dell'animazione liturgica nelle nostre comunità cristiane, la cui vita è alimentata e il cui cammino è corroborato dalla liturgia quotidiana.
Era il 19 marzo 2013. Papa Francesco era stato eletto da pochi giorni. Tenne l'omelia su san Giuseppe, il custode di Maria e di Gesù (cfr Mt 1, 24): il suo stile era fatto di discrezione, umiltà, silenzio, di presenza costante e di fedeltà totale. Nella Via Crucis che stiamo per iniziare, sarà costante il riferimento al dono di essere custoditi dall'amore Dio, in particolare da Gesù crocifisso, e al compito di essere, a nostra volta, custodi per amore dell'intera creazione, di ogni persona, specie della più povera, di noi stessi e delle nostre famiglie, per far risplendere la stella della speranza. Vogliamo partecipare a questa Via Crucis in profonda intimità con Gesù. Attenti a quanto sta scritto nei Vangeli, verranno colti con discrezione alcuni sentimenti e pensieri che hanno potuto abitare nella mente e nel cuore di Gesù in quelle ore di prova. Nello stesso tempo ci lasceremo interpellare da alcune situazioni di vita che caratterizzano - nel bene e nel male - i nostri giorni. Esprimeremo così una risonanza che dica il nostro desiderio di compiere qualche passo di imitazione del Nostro Signore Gesù Cristo nella sua passione.
Era il 19 marzo 2013. Papa Francesco era stato eletto da pochi giorni. Tenne l'omelia su san Giuseppe, il custode di Maria e di Gesù (cfr Mt 1, 24): il suo stile era fatto di discrezione, umiltà, silenzio, di presenza costante e di fedeltà totale. Nella Via Crucis che stiamo per iniziare, sarà costante il riferimento al dono di essere custoditi dall'amore Dio, in particolare da Gesù crocifisso, e al compito di essere, a nostra volta, custodi per amore dell'intera creazione, di ogni persona, specie della più povera, di noi stessi e delle nostre famiglie, per far risplendere la stella della speranza. Vogliamo partecipare a questa Via Crucis in profonda intimità con Gesù. Attenti a quanto sta scritto nei Vangeli, verranno colti con discrezione alcuni sentimenti e pensieri che hanno potuto abitare nella mente e nel cuore di Gesù in quelle ore di prova. Nello stesso tempo ci lasceremo interpellare da alcune situazioni di vita che caratterizzano - nel bene e nel male - i nostri giorni. Esprimeremo così una risonanza che dica il nostro desiderio di compiere qualche passo di imitazione del Nostro Signore Gesù Cristo nella sua passione.
Era il 19 marzo 2013. Papa Francesco era stato eletto da pochi giorni. Tenne l'omelia su san Giuseppe, il custode di Maria e di Gesù (cfr Mt 1, 24): il suo stile era fatto di discrezione, umiltà, silenzio, di presenza costante e di fedeltà totale. Nella Via Crucis che stiamo per iniziare, sarà costante il riferimento al dono di essere custoditi dall'amore Dio, in particolare da Gesù crocifisso, e al compito di essere, a nostra volta, custodi per amore dell'intera creazione, di ogni persona, specie della più povera, di noi stessi e delle nostre famiglie, per far risplendere la stella della speranza. Vogliamo partecipare a questa Via Crucis in profonda intimità con Gesù. Attenti a quanto sta scritto nei Vangeli, verranno colti con discrezione alcuni sentimenti e pensieri che hanno potuto abitare nella mente e nel cuore di Gesù in quelle ore di prova. Nello stesso tempo ci lasceremo interpellare da alcune situazioni di vita che caratterizzano - nel bene e nel male - i nostri giorni. Esprimeremo così una risonanza che dica il nostro desiderio di compiere qualche passo di imitazione del Nostro Signore Gesù Cristo nella sua passione.
L'opera si caratterizza come uno studio approfondito sulla Vergine Addolorata ed è strutturato in otto capitoli, a iniziare da un excursus storico sul culto dell'Addolorata dalle sue origini nell'XI secolo alla prima metà del XX secolo. "A differenza di altri aspetti cultuali, che vedono la Vergine Maria come creatura privilegiata che si eleva sul resto dell'umanità, in questo culto la si coglie nella condizione più umana possibile, quella di una Madre colpita da un immenso dolore per la perdita del Figlio" nota l'autrice nella presentazione dell'opera. La venerazione del popolo verso la Madre di Dio non poteva escludere l'aspetto di sofferenza e di dolore provati dalla Vergine Maria durante la passione e morte di Gesù e lungo tutta la sua vita - scrive suor Pedico -. Inoltre, nella sua sofferenza i fedeli riscontrano un valido motivo per accettare i propri momenti e condizioni di prova e di dolore. Maria quale Madre di misericordia, intimamente associata alla passione del Figlio, è sensibile verso chi soffre a causa di malattie, violenze, povertà, guerre. Tra i diversi argomenti affrontati, anche l'iter storico della memoria liturgica (15 settembre), alcune espressioni di pietà popolare della settimana santa in Italia legate al mistero dell'Addolorata, le forme di preghiera popolare in suo onore, lo studio della "Mater Dolorosa" nel canto popolare, un approfondimento sui santuari intitolati all'Addolorata, sull'iconografia popolare e sulle confraternite e le associazioni che si dedicano al suo culto.
Messale quotidiano mensile ad uso dei fedeli di Rito Ambrosiano. Strumento semplice e al tempo stesso completo in tutte le sue parti, offre la possibilità di un immediato utilizzo sia per la preghiera liturgica che per la meditazione personale, grazie alla corrispondenza con i singoli giorni del calendario e la proposta per ogni formulario di alcune intenzioni per la preghiera universale e di un'introduzione alle letture secondo l'ordinamento del rinnovato Lezionario ambrosiano