Un singolare gemellaggio tra Chiese - le Chiese di Noto e di Butembo-Beni che dura già da venticinque anni, viene ripreso come la possibilità di uno sguardo sul mondo che permette di cogliere, dell'Africa, anzitutto i suoi doni. Mettendo al centro la visita fraterna e il discernimento della storia, si apre la possibilità dei percorsi di pace e di giustizia che ci fanno "essere uomini diversi da come siamo stati" (Mario Luzi).
Vicende che provengono da ogni angolo del pianeta: dalle baraccopoli del Kenya alle missioni assediate dell’Uganda, dall’Amazzonia a Papua Nuova Guinea, dal Nunavut, nel profondo Nord, fino al Polo Sud. Tutto il mondo scandagliato in lungo e in largo nei luoghi più inaccessibili, ma anche nei sacri palazzi e nelle sedi cardinalizie di rilievo. Una finestra aperta sul mondo nei faccia a faccia con grandi personaggi come Joaquín Navarro-Valls, il cardinale Ersilio Tonini, il cantante Claudio Baglioni. Si scandagliano anime a tutto campo, fino alla drammatica confessione di un indemoniato dopo l’esorcismo.
Autore
FILIPPO ANASTASI, giornalista e scrittore, per anni vicedirettore del Giornale Radio Rai e responsabile dell’informazione religiosa. Ideatore e autore di Oggi 2000. È stato inviato del «Messaggero», conduttore e inviato del TG1, vicedirettore del TG2, direttore per la Radiofonia di Rai Giubileo. «Microfono d’argento» per i servizi televisivi sul Corno d’Africa in guerra, premio «Saint-Vincent» per il giornalismo radiofonico (2000), premio «Padre Pio da Pietrelcina» (2000). È autore, tra l’altro, con Luciano Bianciardi e Domenico Manzella, di Giorni nostri. Letture e documenti su fatti e problemi di attualità (Bietti 1978), di Padre Pio, la sua voce, la sua storia (Rai Eri-Padre Pio 2009), pubblicato in diverse edizioni e tradotto in più lingue e In viaggio con un santo (Messaggero 2011).
"La globalizzazione, e l'apertura di nuove prospettive che con essa si concretizza, rappresenta un valore aggiunto e una straordinaria opportunità per tutti: i nuovi legami tra i popoli, i mercati, la produzione, il trasferimento della tecnologia e delle merci, la circolazione e la diffusione del sapere. Ma occorre, per vivere in un mondo più giusto, creare le condizioni affinché questa nuova dinamica mondiale si traduca in una globalizzazione dei diritti, dei benefici, delle opportunità, in una redistribuzione delle ricchezze, in modo tale che coloro che stanno ai margini dello sviluppo possano trarre opportunità e occasioni per uscire dalla loro condizione di marginalità e trovare piuttosto una dignità di vita, di valore e di esistenza.Per mettere a disposizione delle parti più deboli del pianeta e delle nostre città le risorse e gli strumenti per crescere, occorre promuovere, anche e soprattutto a livello locale, politiche capaci di governare il cambiamento. Occorre costruire politiche per i giovani, i quali vivono naturalmente un'età di transizione, e realizzare reali attività di cooperazione decentrata.Ecco perché un progetto europeo come Mirando al Mundo, che ha trovato terreno fertile in Argentina, Brasile e Bolivia e che ha saputo tenere insieme entrambe queste politiche, può costituire un'esperienza singolare di promozione di una cultura globale e condivisa dei diritti e della democrazia, che diventi capace di leggere il mutamento, interpretarne le cause e governarne gli effetti anche sulle nuove generazioni." (Piero Fassino)
Autore:
Zoratti Alberto, Di Sisto Monica
• Zoratti Alberto - È presidente di Fairwatch. Giornalista freelance, è responsabile del blog "Ri(E)voluzione" di "Altreconomia" e tra i fondatori di "Comune-info.net". È autore di numerosi libri.
• Di Sisto Monica - Vicepresidente di Fairwatch, è giornalista professionista. Collabora con l'agenzia "Asca" e con "Altreconomia"; è fondatrice di "Comune-info.net". Insegna Modelli di sviluppo economico alla facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana. Autrice di numerosi libri.
Contenuti:
Finché non si è scoperto che il Ddt è indistruttibile e che si accumula nelle catene alimentari, si è pensato che il capitalismo fosse solo nemico del lavoro. Ma oggi che l'acqua sta calando, che i terreni si stanno impoverendo, che l'aria sta diventando irrespirabile, abbiamo capito che il capitalismo è nemico addirittura della vita.
La sua strategia verso i beni comuni è nota: prima saccheggia, poi, quando li ha trasformati in risorse scarse, se ne impossessa per farne oggetto di mercato. Così le multinazionali, che oggi si presentano col volto pulito della green economy, compromettono la nostra vita e costruiscono un mondo sempre più a misura dei ricchi. Ma noi possiamo fermarle organizzando la denuncia, praticando la resistenza, vivendo l'alternativa. Piccoli granelli di sabbia che possono cambiare il futuro.
Nel titolo si riassume perfettamente lo straordinario percorso che Massimo Toschi racconta. Disabile per una poliomielite contratta a undici mesi, proprio allo scoppio della bomba di Hiroshima, è destinato a una vita in carrozzella e piena di ostacoli. Di fatto fin da studente all'Università Cattolica di Milano si impegna rispetto ai carcerati. I poveri e la pace divengono il suo punto di attenzione. Sposatosi nel 1970, ha una figlia e ha svolto per oltre trent'anni l'attività di insegnante. Viaggi in Algeria e Sierra Leone lo mettono a contatto con il disastro dei fondamentalismi e delle guerre africane coi ragazzi-soldato, ma anche con figure di pace come furono i monaci uccisi a Tibhirine. Nel 2000 il presidente della Regione Toscana lo invita a essere consigliere alla presidenza regionale per la pace.
Dall'esperienza di migliaia d'incontri nelle scuole e nelle parrocchie nasce un volume che sintetizza il percorso fatto in dieci anni dal Granello di Senapa, coordinamento pastorale per l'educazione e la formazione alla mondialità e al servizio. Si tratta di un gruppo di giovani formatori, nato e sostenuto da diversi enti e uffici della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla che, facendo memoria dell'anniversario, mette a disposizione di educatori, catechisti e genitori lo scaffale delle proprie attività. I temi sono antichi e sempre nuovi: mondialità, pace, cultura ecologica, accoglienza, economia sostenibile, tutto riletto in un'ottica evangelica e umana. Il libro racconta il percorso e l'evoluzione del Granello di Senapa nell'arco di un decennio, lo sforzo di coordinamento degli enti, il dialogo con il mondo della scuola e dei gruppi parrocchiali, le scelte di progettazione e d'intervento, le dinamiche di approccio alle tematiche. Il CD-ROM allegato propone esempi di percorsi tematici e fornisce ai formatori un'ampia gamma di materiali didattici. Prefazione di Vittorio Nozza.
La pace è un bene necessario, ma possibile? E quale pace? Prima la giustizia o prima la pace? Conosciamo la violenza per superarla o almeno ridurla? Quali energie resistono alla violenza e con quale lavoro ognuno può avvicinare la pace?
Questo Rapporto sulla lotta alla povertà, realizzato dalla Fondazione "Emanuela Zancan", intende analizzare gli interventi e le politiche di contrasto alla povertà, per definire meglio utilità, effetti, costi, benefici e sprechi di un'attività essenziale in uno Stato sociale di diritto. La crisi, con le sue pesanti ricadute sociali, obbliga a un ripensamento e a un salto di qualità della lotta alla povertà in un sistema di welfare che deve diventare capace di generare le proprie risorse, sia economiche che di di personale. Un welfare generativo, quindi, che che deve responsabilizzare e responsabilizzarsi, sulla base di un diverso incontro tra diritti e doveri, rispetto ad azioni ed esiti, passando dalla logica del costo a quella dell'investimento e privilegiando l'efficacia.
Quarta tappa di un percorso di ricerca sui conflitti dimenticati, avviato da Caritas Italiana nel 2001, questo volume approfondisce il ruolo centrale della dimensione economico-finanziaria nel determinare situazioni di tensione politica e di conflittualità armata, sia nell'ambito dello scacchiere internazionale sia all'interno dei singoli stati. Il volume fornisce una mappatura aggiornata dei conflitti presenti nel mondo, concentrandosi in particolare su alcuni casi studio: Libia, Somalia, Afghanistan, Filippine, Colombia. Il terrorismo internazionale, lo scontro di civiltà, i disastri ambientali, il tema delle risorse energetiche, le molte situazioni di conflitto armato si configurano come "emergenze umanitarie complesse". Ma cosa sappiamo davvero di queste "guerre lontane"? Cosa pensano e come sono informati gli italiani delle guerre nel mondo? Quanto spazio riservano i media a questi temi? E soprattutto, cosa possiamo fare, e come? Delineando in queste pagine una serie di prospettive di lavoro e di impegno in ambito ecclesiale e civile, Caritas si conferma non solo osservatore attento delle grandi emergenze mondiali, ma anche attore impegnato in prima persona nella ricerca di una soluzione ai disagi e ai conflitti che sono da queste generati.
Il problema della fame è presente molto spesso nelle nostre vite di occidentali indaffarati solo come una cattiva coscienza un po’ vaga. Eppure non si pensa che la fame nel terzo mondo è divenuta endemica a causa della colonizzazione da parte dell’Occidente e che tutte le politiche e le tecniche usate per combatterla non hanno fatto altro che incrementarla. La grande industria ha infatti esteso la propria produzione espropriando i piccoli contadini, mentre la liberalizzazione dei prodotti agricoli è andata di pari passo con il protezionismo delle grandi multinazionali e una progressiva chiusura verso le piccole produzioni agricole e i loro coltivatori. “La fame: perchè?”, traduzione italiana dal francese dell’agronomo e studioso François de Ravignan, ripercorre i dibattiti cui l’autore ha partecipato e fornisce un quadro esaustivo sui caratteri della fame nel mondo d’oggi, i rischi gravi che fa correre e, di fronte a questi, le capacità fisiche del pianeta di rispondere ai bisogni della sua intera popolazione, oggi e in futuro. In particolare, l’autore si sofferma sul ruolo essenziale dei contadini, dei più poveri, nell’affermare la loro dignità facendo regredire la fame. “I contadini poveri - afferma de Ravignan - hanno enormemente innovato, moltiplicando le loro associazioni, precisando le loro rivendicazioni, rendendo efficaci le loro azioni. (...) Sicchè ci si può chiedere se non siamo già all’alba di un risveglio politico dalle conseguenze impreviste”.
Il libro prende le mosse dall’esperienza dell’Autrice, che svolge la sua attività in un Centro di accoglienza a Palermo. Facendosi guidare da Mohammed, un iraniano che vive per strada, Marina Scardavi accosta un mondo - quello dei vagabondi, dei barboni, dei poveri, degli emarginati, degli ultimi - che si rivela diverso da come appare agli occhi distratti di un osservatore esterno.
«La gioia e il dolore diventano profondamente miei», scrive, «quando qualcosa turba quegli equilibri straordinariamente precari che albergano nei cuori di questo “popolo” spettacolare. Sono uomini, donne, ragazzi, vecchi, malati, disperati. Si potrebbe pensare che sia impossibile che questo possa accadere: amarli. Amare la feccia della città che divora ciò che ha raccolto dai bidoni della spazzatura. Ma accade. Gli invisibili, gli ultimi, non solo hanno un nome e un cognome, ma hanno un cuore, che talvolta è talmente grande da avere compreso appieno quale sia il senso vero e profondo della vita».
Punti Forti
• Il testo raccoglie l’esperienza diretta dell’Autrice, raccontata con grande senso di umanità.
Autrice
Marina Scardavi (Milano 1955) da molto tempo si occupa dei più poveri della città di Palermo. Per alcuni anni medico di strada della Comunità di Sant’Egidio, si è recata in Mozambico per imparare a curare i malati di AIDS in Africa con il «Progetto Dream» della Comunità. Tre anni fa ha fondato l’associazione di volontariato «La Danza delle Ombre». Responsabile del settore «Associazionismo e volontariato» del Movimento di democrazia partecipativa «Per Palermo», è collaboratrice del mensile socio-politico Il Caffè di Palermo. È inoltre appassionata fotografa e reporter di viaggio; ha tenuto numerose mostre fotografiche, anche recensite in siti specializzati internazionali, e ha vinto alcuni premi fotografici.
Ecco le storie di Susanna, Elena, Mercedes, Carmen, Emilia e altre ancora. Storie di giovani ragazze, violentate più volte da alcuni uomini, che non trovano più un ragazzo che le voglia sposare. Ragazze che desiderano avere un figlio e fanno di tutto per averlo, per assicurarsi almeno una compagnia nel futuro della loro vita. Ragazze che hanno avuto un figlio da un uomo, un uomo occasionale, non amato.
Albino Sanna – autore di vari libri sul mondo adolescenziale – dedica questo libro a un problema che segna la vita di molte ragazze.