Gaël Giraud e Carlo Petrini sono due intellettuali e attivisti con formazione, biografie e traiettorie di vita molto diverse. Da una parte il colto economista gesuita, esperto di questioni ambientali e docente alla Georgetown University di Washington. Dall'altra l'ex sessantottino agnostico, gastronomo noto in tutto il mondo. Da una parte l'inventore della formula della "transizione ecologica" che ha ispirato la Laudato si' di papa Francesco; dall'altra l'ideatore di un brand planetario della sostenibilità come Slow Food e della rete mondiale di Terra Madre nel nome del buon cibo e del buon vivere. Due personaggi chiave della nostra contemporaneità capaci di combinarsi in modo sorprendente nel disegnare un futuro nuovo, ma possibile e alla portata di tutti. La transizione verso una società più giusta e coesa in fondo non è niente di impossibile, concordano Giraud e Petrini. E soprattutto non si fonda né su sacrifici, né su privazioni. Tutt'altro: la storia mette le generazioni contemporanee di fronte alla possibilità di riempire di giustizia, senso e felicità le nostre vite. Non coglierla sarebbe ingiusto, in primis nei confronti di noi stessi nella doppia accezione di individui e di membri di una comunità più larga. E, soprattutto renderebbe più infelici noi, i nostri figli e le generazioni a venire. Questo testo è in fondo un accorato appello all'azione comune. Due i punti di partenza: come scegliamo di nutrirci, come scegliamo di comportarci all'interno del sistema economico finanziario. Che, insegnano Giraud e Petrini, sono le facce speculari della stessa medaglia. E forse della stessa rivoluzione culturale e sociale che va sotto il nome di transizione ecologica. Prefazione di papa Francesco.
Di fronte a una crisi, che poi vuole dire semplicemente scelta, occorre decidere e prendere con risolutezza una strada, conservando però uno spazio per il dubbio affinchè, se si dovesse sbagliare, si possa tornare indietro di gran lena per intraprendere la via scartata in precedenza. E, di solito, questa forza d'animo è tipica degli ottimisti, persone in grado di prendere una decisione e di misurarsi con il tempo in modo sano. Da qui il titolo risolutivo di un dilemma per eccellenza, che non trascura però la possibilità di ricredersi (...forse). Proprio come farebbe un ottimista o un'ottimista. Ne sono esempio le 52 storie, scritte una alla settimana per tutto l'anno dall'autore e da leggersi, a seconda che le si voglia divorare oppure assaporare, in un tempo breve piuttosto che dilatato. Sono pagine che raccontano eventi e personaggi famosi da una prospettiva completamente differente, dall'ottimismo di Leonardo verso gli incompiuti che gli ricordavano l'importanza di provarci più che del farcela, alle crisi manzoniane di fronte alle stesure dei Promessi sposi, anch'esse tipiche degli ottimisti. Ai grandi personaggi si mescolano, però, figure quotidiane (contadini della Langa fenogliana, postini, galline parlanti) che ci suggeriscono come l'ottimismo possa essere una scelta di vita per tutti, in ricchezza e in povertà. Una scelta, verrebbe da dire, di felicità.
"'Rievocare i paesaggi del passato non si può, diremo che Dio non vuole; vi è in essi alcunché dell'Eden consentilo all'uomo una volta sola... egli non può rientrarvi.' Questa frase mi tornava alla mente mentre mettevo insieme questo libro dove appunto si parla di quell'Italia perduta che oggi ci appare attraverso le parole di alcuni degli ultimi viaggiatori che la videro in un tempo non lontano - come un Eden consentito all'uomo una volta sola. E proprio quelli della mia generazione, che ne conservano il ricordo, possono ancora fare il raffronto tra i luoghi di una volta e i luoghi di oggi, nati dal rapporto sbaglialo fra tradizione e modernità, cultura e classe dirigente. È questo rapporto sbagliato che ha dato origine a quell'ibrido per cui oggi un luogo non è quello che era né quello che vorrebbe essere. Questo è accaduto a tutti i luoghi che nomino in questo libro, ai 'sacri siti' di una volta, a Positano, a Ischia, a Procida, a Capri, e a gran parte dei luoghi più prestigiosi dell'Italia Meridionale e della Sicilia; e naturalmente a Napoli stessa." (Raffaele La Capria)
Se sei morto, o stai per diventarlo, Faenza è il buen retiro che hai sempre sognato. O almeno così pensa Piero Schivazappa, in arte Rudi Ortolani detto Rudi O' che, in fuga dal frastuono del mondo, tenta maldestramente di scrollarselo di dosso. Con risultati tragici, in ogni senso: perché anche in mezzo alle piste ciclabili e con il mare in lontananza non c'è modo di sottrarsi al molesto cicaleccio degli indispensabili opinionisti nostrani, delle trasmissioni tv a bassissimo contenuto riflessivo, del frusto discorso politico, degli speciali su Padre Pio e soprattutto delle migliaia di notizie futili vomitate a getto continuo dai mass media. Attraverso un flusso di coscienza tra la confessione personale e la satira spietata, Gene Gnocchi in queste pagine dipinge un personaggio memorabile: comico, cupo e surreale allo stesso tempo, che sbeffeggia la nostra ossessione per la celebrità, l'ansia di essere à la page e le nostre velleità intellettuali. L'orgia chiassosa dei discorsi pubblici vuoti e ampollosi, degli scandali mediatici e della passività con cui facciamo finta che tutto questo sia normale.
Un uomo, forse un ragazzo, ama una donna, forse una ragazza, e ne è riamato. Ma lei muore. E lui rimane solo. Il mito di Orfeo e Euridice ci parla di questo. Ma ci parla ancora? E cosa può dirci di questo accadimento così comune eppure così unico, definitivo, irripetibile, come la perdita della persona amata? Valeria Parrella torna a confrontarsi con la classicità e, in questa novella, che contemporaneamente diventa uno spettacolo teatrale, rielabora il mito con forza, originalità, coraggio e lo fa parlare ancora alle donne e agli uomini di oggi.
Una moltitudine di persone, assetata di saggezza e spiritualità, si raccoglie intorno a un predicatore. La parola viene data a un giovane missionario seduto fra gli ascoltatori, Henry Drummond, che ha vissuto per alcuni anni in Africa. Henry apre la Bibbia e legge la prima Lettera di San Paolo ai Corinzi. Al centro dell'epistola è l'amore, che è superiore a tutto e non ha confronto con nessun altra facoltà dello spirito, neanche la fede, dono supremo che culmina nell'inno alla carità del capitolo tredicesimo. A partire dal libro "La migliore cosa del mondo" del pastore protestante Henry Drummond, Paulo Coelho riflette sul messaggio contenuto nella prima Lettera di San Paolo ai Corinzi.
"Qualcuno dice però che, tra le sofferenze di quella notte e del giorno successivo, la più grande per il Nazareno fu quella di non vedere me, e io penso che quel qualcuno abbia ragione, perché non solo io e quell'uomo eravamo veramente amici, ma lui è stato il più grande tra tutti i miei amici, e forse io il suo." Lo si capisce leggendo attentamente il Vangelo: quella tra Gesù e Giuda Iscariota fu una grande amicizia, che crebbe a dispetto della radicale differenza di vedute tra i due, e che nemmeno il tradimento riuscì a cancellare. Giuda amava la legalità, l'armonia, Gesù amava le eccezioni, e portava la guerra. Giuda è un ebreo devoto, un uomo razionale, che tradisce Gesù nella speranza di salvarlo dall'ira della gente e soprattutto dalla sua "presunta" follia, affidando il suo destino alla Legge di Mose mediante un regolare processo. Solo dopo avere compiuto il suo gesto Giuda comincia a rendersi conto dell'enormità del proprio sbaglio, e dell'orrore che, attraverso quella porta aperta, fa il suo ingresso nel mondo. Tuttavia l'ultima parola non è ancora stata pronunciata: nemmeno tutte le tenebre del mondo possono cancellare la realtà dell'affetto che li ha uniti.
"L'unica cosa straordinaria è l'amore. L'intero universo è immerso nell'amore, ma noi non siamo in grado di vederlo."
Accompagna l'anno con una selezione delle frasi dell'autore di maggiore successo dei nostri tempi, Paulo Coelho.
Paulo Coelho si rivolge ai suoi lettori con una nuova agenda, dedicata nel 2014 alla Condivisione.
"Il mondo si sta creando e distruggendo in questo momento. Chi hai incontrato, si ripresenterà; chi hai lasciato partire, ritornerà. Non tradire i doni che ti sono stati concessi. Cerca di comprendere che cosa ti sta accadendo e scoprirai quello che sta succedendo a tutti."
Aforismi, riflessioni, consigli, brevi pensieri che accompagneranno, giorno per giorno, tutto il nuovo anno.
Se accade che il clamore del mondo soffochi la nostra voce interiore, vuol dire che è giunto il momento della lotta: dobbiamo risvegliare il guerriero della luce che dorme in ciascuno di noi e intraprendere un cammino disseminato di lusinghe e tentazioni, un sentiero in cui ogni passo può nascondere le insidie di un intero labirinto, un percorso dove la vittoria ha il medesimo volto della sconfitta. Ma chi può soccorrerci nei momenti di difficoltà? Quali parole dobbiamo ascoltare tra le miriadi che ci rimbombano nelle orecchie? Possiamo davvero condividere con gli altri i sogni e i rimpianti? Da Paulo Coelho, maestro di vita e di speranza, ecco la mappa per raggiungere un'isola dove il tesoro è la nostra felicità.
Mohamed Bouazizi si dà fuoco il 17 dicembre 2010. Un gesto orgoglioso e disperato che accende la miccia della rivoluzione dei gelsomini in Tunisia e diventa il simbolo della primavera araba. Tahar Ben Jelloun, in un racconto intenso e poetico, ricostruisce i giorni che hanno preceduto questo sacrificio. La storia di un ragazzo moderato, con meno di trentanni e una laurea, innamorato di una coetanea che sogna di sposare appena avrà i soldi per il matrimonio. L'improvvisa perdita del padre lo costringe invece a pensare alla famiglia e a farsi per necessità venditore ambulante di frutta. La vita di strada si rivela crudele con lui, che non può permettersi di corrompere la polizia perché tolleri il suo carretto abusivo, e la lotta in nome della madre e dei fratelli più piccoli si scontra con una realtà troppo ostile. Stremato e disperato, senza più fiducia nel futuro, decide di darsi fuoco per attirare l'attenzione del mondo e cambiare le regole del gioco. Un omaggio alle rivoluzioni arabe e ai milioni di uomini e donne senza nome scesi in piazza rivendicando libertà e dignità nei loro paesi.
Il poeta si trasforma in tutte le motociclette e in una supercar. Scrive questo poemetto che si legge come un racconto che va a trecento all'ora. "L'Italia è morta, io sono l'Italia" è un viaggio dentro e sopra il corpo di una donna da amare, venerare, possedere. È bellissima e massacrata; è stuprata e vergine. Contempla tutte le città, l'arte; anticipa lo scandalo di calciopoli, deride e provoca i politici nani e gli assessori cocainomani. Esalta gli antichi guerrieri e disprezza la stupidità dei nostri giorni conformisti. Il poeta "Ducati-Maserati" corre per lo Stivale zozzo di fango e dunque morto. Ma la bellezza dell'Italia risorge come un amore con "il capo biondo, assassina l'anima per soffrire di più e morire di più". "L'Italia è morta, io sono l'Italia" è la storia del nostro Paese che si legge in mezz'ora. Provoca e fa ridere. Ti droga senza droga. Ci siamo tutti: dalla A alla Z. Con un saggio di Luca Doninelli.
Un testo inedito ovunque, trascurato, quasi dimenticato negli archivi Lilly dell'Indiana University e riemerso solo grazie a un labile indizio bibliografico, che ha segnato un punto d'incontro tra due straordinari artisti del Ventesimo secolo. Siamo nel pieno della seconda guerra mondiale, Orson Welles è in crisi, ormai relegato ai margini della grande cinematografia. Ma il suo cervello continua a lavorare, e il progetto per un film tratto da questa storia incantata che l'ha folgorato sta per prendere forma. Addirittura pensa a una collaborazione con Walt Disney, per effettuare alcune sequenze a cartoni animati. Non vanno d'accordo, due geni sono troppi, e alla fine Welles rinuncia alla realizzazione del film. Ci rimane questa occasione di rilettura in chiave cinematografica, ancorché inattuata, di una storia che ormai appartiene a ogni generazione. Prefazione di Enrico Ghezzi.
"Vita imperfetta" è il racconto in prima persona di una donna che sette anni prima ha perso il grande amore della sua vita, ma non per questo sente di aver interrotto il rapporto che la legava a lui. Si trova quindi a vivere in un assurdo presente, imprigionata da ricordi che le impediscono di guardare con fiducia al futuro. Il distacco dagli amici più stretti e il pericoloso pensiero di porre fine alle sofferenze sembrano insuperabili, ma un nuovo anno porterà una rinnovata vitalità nella vita della protagonista.
"Molti si chiedono come mai il Sommo Pontefice ha sentito il bisogno di ritornare a comporre opere poetiche, come aveva fatto da giovane. Ma, in primo luogo, va detto che alle composizioni poetiche (pubblicate per lo più sotto pseudonimi) Wojtyla si dedicò per quasi quattro decenni. In secondo luogo, va ricordato e ribadito che Wojtyla, oltre che "teologo", è non solo "poeta", ma anche "filosofo". Wojtyla riunisce in sé - in differente misura - le tre grandi forze spirituali mediate le quali l'uomo da sempre ha ricercato la verità: "arte", "filosofia", "fede religiosa." (dall'Introduzione di Giovanni Reale)
“Sto preparando nella mia mente e anche sulla carta la formazione di nulla meno che un romanzo. Il protagonista dovrebbe essere un ragazzo della mia età (17 anni), [...] i tipi fondamentali li ho già trovati e sono gente che ho conosciuto e osservato. [...] ci vorrà un anno e più; ma sono sicuro che quando l’avrò finito avrò fatto qualche cosa di buono.”
Alberto Moravia, lettera ad Amelia Rosselli del maggio 1925
Alberto Moravia era legato per nascita ai fratelli Rosselli: Carlo e Nello, assassinati in Francia su mandato del fascismo italiano. Con loro, suoi cugini, e con tutta la famiglia Rosselli, in particolare con la zia Amelia, Moravia intratteneva un costante carteggio, qui raccolto con circa 60 lettere: Amelia Rosselli (1870-1954) svolse un ruolo decisivo nella formazione umana e intellettuale del giovane scrittore. Molte lettere sono state scritte da Moravia durante la degenza al sanatorio di Cortina e testimoniano della sua sensibilità di adolescente e della formazione letteraria e culturale nel periodo della lunga convalescenza. Quel che ne emerge, insieme ad altre lettere familiari e ai primi esercizi poetici, è un vero e proprio ritratto dello scrittore da giovane – quando già letture e interessi facevano presagire il futuro di grande scrittore che di lì a poco lo aspettava. Le lettere registrano infatti la crescente minaccia del regime, che sin dagli anni Venti si abbatte con violenza sui Rosselli, protagonisti della lotta antifascista, e negli anni Trenta in modi più circospetti anche sul loro cugino, divenuto ormai l’autore famoso degli Indifferenti. Il rapporto tra Moravia e i Rosselli prosegue oltre la morte di Carlo e Nello e presiede nel ’50 al discusso romanzo Il conformista. Un capitolo ineludibile del Novecento italiano.
Gabriel è il più piccolo di quattro fratelli. È affetto da una forma di "autismo atipico" (ADHD). Il bambino sembra in tutto e per tutto normale, ma ha un comportamento a prima vista "solo" divertente. La malattia lo rende incapace di affrontare le novità, l'imprevisto, ciò che non rientra nella routine e nelle regole e che lo spinge a prendere tutto quel che si dice alla lettera (per esempio alla domanda "Ti sei tagliato i capelli?" risponde "No, sono andato dal barbiere"). Ovviamente, in questa situazione, le difficoltà per il padre non sono poche, ed è proprio per far fronte al complicato compito cui è chiamato che il genitore inizia a scrivere questa lunga lettera a Gabriel, raccontando tutti gli aneddoti che gli vengono in mente, spesso buffi, certe volte drammatici e commoventi, per cercare di fare ordine in questa loro bizzarra esperienza. Attraverso il racconto, il padre scopre così quanta profondità ci sia nelle domande di Gabriel, ingenue e incalzanti al tempo stesso, come quando il figlio interroga il padre, a suo modo, sull'esistenza di Dio. Per il padre sarà l'occasione di rendersi conto con più chiarezza di quanta felicità ci sia stata nei mille momenti, pur difficili, del loro rapporto.
“Qualcuno mi ha chiesto quale sarebbe
il primo provvedimento che prenderei
se fossi eletto democraticamente ‘presidente’.
Ebbene il primo provvedimento che prenderei
sarebbe quello di dimettermi,
perché se il paese mi eleggesse democraticamente
vorrebbe dire che non ha più bisogno di me.”
Marco Pannella è parte della storia della politica italiana del dopoguerra. Ma, pur avendo molto parlato e comunicato, prima di questo libro non si era mai raccontato. Per lui hanno parlato le sue battaglie, i suoi discorsi parlamentari a Roma e a Bruxelles, le sue resistenze, i suoi scioperi della fame e della sete. Alla guida di un “piccolo partito”, è spesso stato espressione di maggioranze degli italiani, interprete dei loro desideri, delle loro necessità, dei loro bisogni. Per questo non considera il suo un “partito minoritario”.
Stefano Rolando lo interroga, qui, a tutto campo: dalla formazione della classe dirigente nella Goliardia alla nascita del Partito Radicale, alle battaglie vinte per aborto, divorzio, obiezione di coscienza, all’attualità della politica. E gli chiede conto del suo retroterra politico e culturale. Su padri, figli e compagni di viaggio: da Mario Pannunzio ad Arrigo Benedetti, da Leonardo Sciascia a Elio Vittorini, da Pier Paolo Pasolini a Emma Bonino. Un libro agile e approfondito, punto di riferimento per chi voglia capire una personalità che ha marcato per sessant’anni la politica italiana.
“Dove il potere nega, in forme palesi ma anche con mezzi occulti, la vera libertà, spuntano ogni tanto uomini ispirati come Marco Pannella che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore: il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi.”
Eugenio Montale (Corriere della Sera, 1974)
“Quel Pannella, credetemi, è il diavolo!”
Flaminio Piccoli (Segretario nazionale della Democrazia Cristiana, 1978)
Marco Pannella (Teramo, 1930), in gioventù nella sinistra liberale, ha rifondato a metà degli anni cinquanta il Partito Radicale di cui è tuttora leader. È entrato in Parlamento nel 1976. È stato per trenta anni europarlamentare. Ha condotto storiche battaglie referendarie per i diritti civili che hanno portato alla legalizzazione dell’aborto, alla scomparsa degli aborti clandestini, alla chiusura dei manicomi, alla legittimazione dell’obiezione di coscienza. Tra le molteplici iniziative internazionali quella che ha permesso di formare nel 2008 una maggioranza all’ONU contro la pena di morte.
Che opponete a fare l’amore
all’odio che mi devasta le notti?
Una donna che ha superato i cinquant’anni si ritrova in una sola assurda notte ad aver a che fare con tutti gli uomini della sua vita. Incanto? Pazzia? Verità? Rappresentazioni della sua mente? Qualunque cosa essi siano ella vi arranca dietro, li istiga all’azione e alla reazione, invoca il loro ricordo o torna a combatterli ancora una volta. Gli uomini di Ciao maschio sono fantasmi reali, capaci ancora di far male, anche se la loro lancia sembra spuntata e il loro artiglio addolcito dal tempo.
Come sempre nei suoi lavori, Valeria Parrella crea un campo di lotta, dove lei e loro, gli uomini, superbi e ingenui contraltari, ingaggiano un corpo a corpo, senza esclusione di colpi, al netto della malinconia e dei bei ricordi, crudo e spietato. Ai maschi che ha avuto, lei non concede nulla più della nuda verità, perché nulla più della verità, lei, concede a se stessa. È tardi per altre generosità, è tempo di fare i conti e di arrivare al cuore delle cose, oltre che di se stessi.
“Sono il tenente Aldo Raine e sto mettendo insieme
una squadra speciale. Mi servono otto soldati.
Ci faremo paracadutare in Francia vestiti da civili.
Faremo una cosa sola - uccideremo nazisti.”
Nella Francia occupata del 1940, Shoshanna Dreyfus assiste all’esecuzione della sua famiglia, finita nelle mani del colonnello nazista Hans Landa. Shoshanna riesce a cavarsela per miracolo, e fugge a Parigi, dove si crea una nuova identità, prendendo in gestione un cinema. Altrove, in Europa, in una località non precisata, il luogotenente Aldo Raine raduna un gruppo di soldati ebrei americani, allo scopo di condurre azioni punitive cruente nei confronti dei nazisti. "I bastardi", come vengono chiamati dai nemici, si coalizzano con l’attrice e agente segreto tedesco Bridget von Hammersmark, per tentare di neutralizzare gli alti dignitari del Terzo Reich. I loro destini finiranno per convergere proprio davanti alla porta del cinema dove Shoshanna ha deciso di mettere in atto la sua personalissima vendetta...
Un volume illustrato che raccoglie in un ritratto a più voci ricordi e testimonianze sull'uomo e lo scrittore Sciascia, firmate da alcuni dei maggiori intellettuali del Novecento. Scritti di Calvino, Pasolini, Vigorelli, Battaglia, Bo, Montanelli, Moravia, Biagi, Bufalino, Siciliano, Rosi, Sgalambro, Riotta, Vàsquez Montalbàn, Ambroise e altri. Nuova edizione con interventi di Umberto Eco, Dacia Marami, Vittorio Sgarbi, Andrea Camilleri, Carlo Lucarelli, Roberto Saviano, Inge Feltrinelli, Oliviero Diliberto, Marta Morazzoni; Conversazioni intorno a Sciascia di Matteo Collura con Toni Servillo; Elisabetta Sgarbi e Mario Andreose su "A futura memoria". Nuovo apparato iconografico. In allegato un CD Audio con "Una Storia Semplice" letto da Toni Servillo.
Fatemeh ha quindici anni, e negli occhi e nel cuore si porta il ricordo della zia, uccisa sulla pubblica piazza. La sua colpa? Aver fatto l'amore con lo zio materno di Fatemeh quando era stata già promessa in sposa a un altro, un mullah. Adulterio, quindi, pur senza essere sposata. "La muta": così veniva chiamata questa zia tanto bella quanto silenziosa, che aveva scelto il silenzio come "arte di vivere", perché "tacere significava forse non tradire la verità", fatta di traumi troppo dolorosi da dire. E adesso tocca a Fatemeh, la nipote fedele. Sposata a quello stesso mullah cui era stata promessa in sposa la muta, costretta a subire la violenza sessuale di un uomo che non ama e le angherie delle sue altre mogli, ha ucciso il marito e il frutto di quell'amore violento - una bambina che avrebbe a sua volta subito il destino delle donne iraniane. In carcere, dunque, mentre attende la pena atroce che ha già portato via la muta, Fatemeh scrive il racconto della sua vicenda e rievoca quella della zia. Donne sole, impotenti, ma accomunate dalla volontà di opporsi al fondamentalismo islamico.
Nel paese dei tarocchi, dove le sedie sono poche e i culi abbondano, dove l'etica è un optional, le banche sono popolate di guardie che fanno l'occhiolino ai ladri, dove il tubo catodico si è sostituito alle cellule cerebrali, Flavio Oreglio continua a tentare di svegliare le coscienze addormentate con il sorriso. Oreglio non scherza per nulla, quando scherza. Ci fa pensare nella tradizione del Teatro canzone di cui è uno dei massimi esponenti. La politica, l'economia, la religione: Oreglio dissipa le nubi dell'ignoranza con il paradosso. Il libro rappresenta il terzo capitolo della serie "Siamo una massa di ignoranti. Parliamone". Nel precedente era stati individuati tre livelli di ignoranza (scolastica, sociopolitica, filosofica) ed era stato dato spazio al primo e al terzo, rimandando a questo volume l'approfondita trattazione del secondo livello (ignoranza socio-politica).
Un matrimonio di rito indiano in una villa del Cinquecento e due uomini che amano la stessa donna. Un padre che va via, una madre ferita, un ragazzo che lascia la sua piccola isola di fronte all'Africa e cerca una vita normale in una grande città, lontano dall'incanto dei tredici anni, dalla poesia dei ricordi. Un ballerino che corre per Londra - bellissimo, fragile e inquieto un uomo che forse arriverà all'aeroporto, lo abbraccerà chiedendogli scusa, o forse no, non ne avrà il coraggio. Un Presidente sudamericano e un'attrice che ha lasciato l'Italia per un paese di caldo e cactus, chitarre e rivoluzioni. Un gatto che arriva per caso, in pieno agosto, e candele che si accendono al tramonto, e il coraggio che serve per stare bene con niente. Tra Roma e la Toscana, la Sardegna e Islington, una raccolta di storie, di vite, di città, un libro intenso e poetico in cui Soriga racconta la passione e la gelosia, l'incontrarsi e il perdersi, la magia del ritrovarsi, la fatica e la facilità dell'amore.
E allora che cos’è Giulio?
Qualcosa che non era nei piani.
Qualcosa che non c’entrava niente.
Che non c’entra, niente.
Un mistero da accettare.
Che più pensi di poter dominare, più in quel momento ti domina.
Una passione scomoda.
Sinistra.
La vita di Nina e Bernardo è ispirata da grandi ideali di sinistra, quella di Giulio e Simonetta da principi concreti di destra.
Due coppie, insomma, con aspirazioni diverse ed esistenze fra loro apparentemente inconciliabili: ma uno scherzo del destino le fa incontrare e rivela loro una sotterranea possibilità di contatto...
Complice la Grande Storia, quella delle vicende politiche e sociali di un’Italia in piena fase di transizione, dalla caduta del Muro di Berlino al giorno esatto dell’ultima vittoria elettorale di Silvio Berlusconi, Chiara Gamberale racconta, con ironia e disincanto, la storia di un’attrazione che ha come suo insolito presupposto il disprezzo reciproco. Una passione che non dovrebbe esplodere eppure esplode, una passione scomoda, ambigua: sinistra.
Senza presupposti romantici, ma romantica suo malgrado: di fatto capace di travolgere differenze ideologiche e culturali e di insinuarsi nelle certezze di personaggi che, per la prima volta, si trovano così di fronte a un dubbio. A fulminante dimostrazione di come, oggi più che mai, tutto quello che più rifiutiamo – su un piano personale che si fa immediatamente politico – in qualche modo ci riguarda.
E forse ci assomiglia.
Cos'è la felicità? È possibile in questo mondo? Come la si raggiunge? A queste domande risponde questa raccolta di riflessioni e poesie in cui Houellebecq delinea un metodo per restare vivi, sopravvivere, colpire là dove si può (e si deve). Col suo solito sguardo feroce, Houellebecq ci racconta la quotidianità e la letteratura, l'incanto del cinema (specie del cinema muto) e la stupidità di certi poeti, senza censurarsi mai. Ne esce un paesaggio in controtendenza con i venti e le maree delle mode, lo spaccato di una quotidianità molto contemporanea e molto urbana, in cui la solitudine trionfa ma in cui comunque non si può rinunciare: non alla ricerca della felicità.
Come 'Il piccolo principe', una favola per adulti e ragazzi, che racconta un mondo poetico, separato ma vicino al mondo reale: il mondo dei robot.
Il breve romanzo, ambientato in Giappone, racconta la storia di Yuko, diciassettenne ribelle, che lascia la famiglia per diventare poeta. Ma la sua poesia, dedicata interamente alla neve, è troppo bianca, e per imparare a darle colore Yuko deve seguire gli insegnamenti del vecchio poeta Saseki, ormai divenuto cieco. Saseki, attraverso il racconto della sua passione per Neve, una ragazza bellissima venuta dall'Europa e scomparsa mentre cercava di attraversare un precipizio sospesa su una fune, insegna a Yuko la forza e la potenza dell'amore. E con questo insegnamento Yuko diverrà non solo un grande poeta ma un essere umano capace di amore.
Il toccante e inedito diario di una giovanissima vittima dell'Olocausto, scoperto a Gerusalemme. Un nuovo Diario di Anna Frank destinato a diventare un nuovo classico della nostra formazione civile e umana.
Al centro del libro e' l'amore, che e' superiore a tutto, non ha confronto con nessun'altra facolta' dello spirito, neanche la fede, ed e' il dono supremo che culmina nell'inno alla carita'.
Secondo l'autore, l'ignoranza è una cosa ben diversa dalla stupidità. C'è infatti un'ignoranza auspicabile, così come c'è un'ignoranza transitoria e produttiva e un'ignoranza irrimediabile. C'è un'ignoranza scolastica, dovuta a una scuola che fornisce troppe informazioni inutili, non spiega come organizzare il sapere e più che altro trasforma la vita dei suoi allievi in una tortura. C'è un'ignoranza socio-politica, legata alla "sordità" del mondo dell'informazione, che grazie ai suoi "generatori di consenso" vive di "bufale" buone per qualsiasi salotto. C'è infine un'ignoranza filosofica, che è quella di chi ripete acriticamente una visione del mondo su cui non riflette e non si fa domande.
Cinque racconti romani emblematici nell'attenzione di Moravia per la sua città. Tre provengono dal volume dei "Racconti romani" (1953) e due da quello dei "Nuovi racconti romani" (1959). Documentano tipi umani diversi: una coppia di poveri borgatari, un giovane barista nervoso, un vecchio che si accontenta di lavori occasionali, un esperto falegname ancora innamorato della sua donna, un gruppo di giovanotti 'vitelloni'.
Può un antico mito rivivere in una crudele storia di amore e tradimenti che nasce e si sviluppa nell'inferno della società di oggi? Questo libro lo suggerisce con forza. La giovane Clitemnestra, ragazza borghese, si ritrova spaesata e incuriosita nell'ambiente del marito Agamennone, un boss: "Tutto 'sto teatro me piaceva," dice lei, stupita e come affascinata da un mondo crudele che ancora non conosce nei suoi dettagli drammatici. Ben presto, però, il "suo" boss la tradisce, e Clitemnestra si ritrova a fare i conti con le sue pulsioni: rabbia, vendetta, amore? Un amore che porta con sé il richiamo del sangue, la pulsione omicida. È una pulsione che viene da lontano, dall'antichità più oscura e profonda, e che non lascia scampo.
Libby Rees oggi ha dieci anni. Quando i suoi genitori decisero di separarsi, iniziò a scrivere una lista di cose che la aiutavano ad andare avanti senza scoraggiarsi. Il risultato fu un libro, scritto quasi per gioco. La mamma, lieta e commossa di questa iniziativa, inviò le bozze a un piccolo editore scozzese, che ha pubblicato il libro immediatamente. Ed è esploso il caso immediatamente. Il primo a rispondere, non solo le ha fatto un contratto per questo libro, ma anche per altri due sul mondo della scuola.
Flavio Oreglio presenta una sorta di write-show suddiviso in tre parti. La prima è un excursus satirico-umoristico sulla quotidianità. Prendendo spunto dalla dilagante superficialità e dal pressappochismo che ci circonda, l'artista si sofferma sulle contraddizioni della società moderna, per arrivare alla seconda parte, dove esprime in modo lineare la propria posizione su tematiche che vanno dalla filosofia alla scienza, alla religione. Nella terza parte sono presenti i testi delle canzoni del nuovo, omonimo, spettacolo.
Flavio Oreglio presenta una sorta di write-show suddiviso in tre parti. La prima è un excursus satirico-umoristico sulla quotidianità. Prendendo spunto dalla dilagante superficialità e dal pressappochismo che ci circonda, l'artista si sofferma sulle contraddizioni della società moderna, per arrivare alla seconda parte, dove esprime in modo lineare la propria posizione su tematiche che vanno dalla filosofia alla scienza, alla religione. Nella terza parte sono presenti i testi delle canzoni del nuovo, omonimo, spettacolo.
In questo volume di Osho il lettore potrà trovare citazioni tratte da oltre 400 opere del Maestro. Libertà, unicità dell'individuo, amore, creatività, senso del mistero sono tra i suoi princìpi basilari, da vedersi nel contesto di un progetto globale basato sull'esigenza di individuare una sintesi tra Oriente e Occidente, terra e cielo, spirito e materia, mondo interiore e mondo materiale.
Il Volto e l'Anima - come insegnano l'antica fisiognomica e la più recente psicologia - non sono due entità che si contrappongono. L'anima prende forma nel volto, esprimendo quello che lei crede o che in quel momento vuole esprimere; il volto, da parte sua, condiziona l'anima e i suoi disagi: un naso storno, uno sguardo liquido, un mento sporgente... Non c'è un solo volto per l'anima di ciascuno, ma tanti volti. E ogni ritratto, per Pericoli, è un piccolo furto. La trattazione e l'analisi è condotta a partire da 18 varianti inedite del ritratto di Beckett nel centenario della sua nascita.
Selezionate e introdotte da Claudio Magris, quattordici storie, istantanee epifanie del quotidiano, nelle quali si mescolano sapientemente realismo sanguigno, pietas, umorismo e slanci visionari. Sulla scia di Svevo, Saba e Scipio Slapater, Roveredo sviluppa l'antiletterarietà propria della narrativa triestina in cinque racconti dove l'esperienza vissuta infrange le regole del galateo narrativo. Pino Roveredo è nato nel 1954 a Trieste da una famiglia di artigiani. Dopo varie esperienze di vita disordinata, ha lavorato per anni come operaio in fabbrica. Scrittore e giornalista, fa parte di varie organizzazioni umanitarie che operano in favore delle categorie disagiate.
Tre racconti che analizzano l'oscurità dell'amore, il mistero del tradimento e il buio dell'incesto. Ne "L'amore lontano", Amin Maalouf racconta di un amore assoluto fra una principessa e un poeta. Lui non l'ha mai incontrata, la canta nelle sue poesie, finché non decide di raggiungerla. "La fatalità della bellezza", di Tahar Ben Jelloun, racconta di un uomo sposato, ossessionato dall'incubo del tradimento di sua moglie. L'incubo incede inarrestabile, conducendolo alla follia. Jane, protagonista de "Il buio" di Hanif Kureishi, torna a casa per fare chiarezza sul proprio passato e affrontare il patrigno. Prima di affrontarlo Jane immagina il dialogo, che si fa realtà nella sua mente, e in cui si intrecciano violenza, pudore, tenerezza e passione.
Un libro che accompagna il lettore con una scelta di citazioni sull'essenza della vita selezionati da uno degli scrittori più amati del nostro tempo, Paulo Coelho.
Un diario nel quale i tuoi pensieri e i tuoi sogni saranno ispirati da una scelta di citazioni da uno degli scrittori più amati del nostro tempo, Paulo Coelho.
Dal leader di "Elio e le Storie Tese" un libro esilarante e spietato sulla commedia umana. Dove può portare la passione travolgente tra un'elefantessa e un lombrico? Quali melanconici orizzonti si dispiegano davanti a un cardellino abbandonato? E che destino attende i sogni di gloria televisiva di un autoarticolato? La fiabe di Elio spalancano al lettore le porte di un regno di fantasie tragicomiche e apologhi senza morale, popolato da un bestiario in cui si condensano le ossessioni più ridicole dell'umanità dei nostri giorni.
Oltre 43 milioni di libri venduti, lettori in più di 150 paesi, forum di discussione in Internet con il suo nome: Paulo Coelho è ormai diventato un fenomeno di massa di rilevanza mondiale, e non si tratta soltanto di uno degli autori più letti al mondo, ma anche di uno tra quelli che hanno maggior influenza sui lettori, i quali lo considerano un punto di riferimento. Questa biografia, illustrata e con vari documenti inediti, offre un profilo completo del narratore, a partire dalle sue attività editoriali e letterarie fino alle notizie più personali e private.
Questa pièce teatrale di Sandro Veronesi si svolge in un luogo rigorosamente circoscritto, una trincea, durante la guerra serbo-bosniaca. Due soldati bosniaci sono i personaggi principali: Tchiki e Tsera. La loro guida li ha persi di vista e loro hanno perso di vista la guida, ritrovandosi in una terra di nessuno, una zona franca da cui non sanno più uscire. L'arrivo di altri due militari serbi e poi dei caschi blu francesi e di una giornalista televisiva innescherà una spirale di violenza acuita dall'intento di sfruttare televisivamente la situazione anomala che si è venuta a creare.
La vita di un paese sulle rive di un lago, raccontata attraverso le storie dei suoi abitanti e le loro improbabili avventure che si trasformano in epopee intorno al tavolo dell'unico bar, tra sigarette e ricordi, parole e liquori, fantasmi e visioni di terre promesse. C'è chi ha cercato fortuna in America, chi ha combattuto guerre nascosto in una cantina, chi si è improvvisato rapinatore guardando una pistola "made in China", chi è finito in manicomio circondato da angeli coi camici bianchi, chi ha aspettato inutilmente l'arrivo di un meccanico che gli riparasse gli ingranaggi di un sogno inceppato... Davide Van de Sfroos è in realtà Davide Bernasconi, nato a Monza nel 1965.
Questa piccola divagazione ci offre un percorso non accademico né intellettualistico tra le pagine dei libri, alla scoperta degli elementi che amplificano il piacere della lettura. È dedicata a chi ama leggere ma non ha ancora avuto l'occasione di riflettere sul modo in cui lo fa, non diversamente da un appassionato di cucina cui nessuno ha ancora svelato alcuni trucchi che gli permetterebbero di ottenere risultati migliori: come scegliere gli ingredienti, quali verdure e in che stagione, i sapori più definiti, i tempi di cottura, gli accostamenti. Sottolineando le analogie tra piacere amoroso e piacere della lettura, Camilla Baresani suggerisce e perlustra esempi narrativi capaci di esaudire molti dei capricci, delle necessità frustrate e delle fantasie di chi ama leggere: i viaggi, la sensualità, la trasgressione, l'indugio, la vita sociale la soddisfazione del gusto.
Vittorio Sgarbi compie una incursione nei concetti del bene e della bellezza, traendo spunto dalla grande tradizione dell'Occidente cristiano in materia di sanità e malattia. La cristianità dell'assistenza nasce proprio dall'esigenza, dal dovere morale di curare il malato come farebbe Dio. Ma sembra talora che Dio non possa stendere la sua mano, ed è allora che l'assistenza interviene ricreando le condizioni di possibilità di quel miracolo che Dio non può fare. Per quanto riguarda l'architettura, l'autore afferma che l'idea dell'architetto è un'idea filosofica, al servizio di una funzione. L'architettura non può esistere se non in rapporto alle esigenze reali dell'esistenza umana.
Due bambini, figli di due amici inseparabili di vecchia data, si promettono a loro volta eterna amicizia, e giurano che niente potrà mai separarli. Ma arriva il tempo in cui non è possibile parlare a voce alta, si può solo sussurrare: i nazisti conquistano il potere, e uno dei due uomini, ebreo, è costretto a fuggire con la sua famiglia. Nella tragedia della storia si consuma così il dramma di una violenta separazione, incomprensibile per i due bambini. La famiglia ebrea viene deportata, ma riesce a lasciare agli amici la figlia più piccola, strappandola al suo atroce destino.
È il 1985 quando durante una rapina in un negozio di alimentari un uomo viene ucciso. Sulla base di una sola testimonianza oculare viene arrestato e condannato alla pena di morte per iniezione letale Gary Graham, un giovane afroamericano che ha già qualche precedente penale. Partendo dai dubbi di uno dei giurati, che dopo la conclusione del processo continua l'indagine per proprio conto, Ellroy costruisce un'investigazione parallela che conduce il lettore nell'orrore di un omicidio.
Pubblicato per la prima volta nel 1931, "Blocchi" racconta la vita nello Stato Totalizzante del futuro, un mondo perfettamente squadrato che si sviluppa in una città fatta di grandi cubi, senza passato, senza critica, senza pensiero. L'arte, nella città dei cubi, è confinata nel luogo del "cattivo esempio", l'uomo esiste solo come condizione limite, piegato e schiavizzato dal sistema. E quando un tentativo non di ribellione ma di discussione mette in crisi l'equilibrio dello Stato perfetto, la forza dei blocchi piega senza sforzo qualsiasi forma di pensiero libero.
Il volume raccoglie due racconti di Michael Cunningham, "Fratello" e "Puttana", accostati a un saggio che l'autore, noto per i suoi romanzi "Le ore" e "Carne e sangue", ha composto in onore del suo mito letterario, Virginia Woolf.
Il giovane Aurélien Rochefer, vive in un paesino del sud della Francia alla fine dell'Ottocento, vuole realizzare il suo sogno, fare l'apicoltore. Gli alveari che costruisce vengono incendiati da un fulmine, mentre una mistriosa femmina nera che gli appare in sogno lo invita a raggiungerlo. Aurélien si imbarca per l'Africa, dove passerà di avventura in avventura, tra re ricchi e avidi, mercanti spietati e una Regina delle Api che gli farà un magico dono. Solo al ritorno a casa, egli troverà la forza di dedicarsi a una ciclopica impresa e saprà scoprire dentro di sé un puro amore per l'unica donna che lo ha sempre aspettato.
Intorno a Jenin non è restato nulla. La guerra ha devastato tutto. Solo corpi esangui, ricordi, e la scarpa abbandonata di un bambino, che Jenin spera di vedere ancora, a piedi nudi, alla ricerca della sua scarpa perduta. Mentre percorre questo paesaggio devastato dalla guerra, Jenin canta un'elegia di dolore e rabbia, un inno alla vita, violentata senza scrupoli dai conflitti.
Un giornalista è alle prese con la crisi del suo matrimonio e con una moglie decisa a partire per la Thailandia alla scoperta di sé. La lenta ricerca dell'uomo avrà invece inizio in un cimitero, dove si è recato con la madre per visitare la lapide di suo padre. Da quel momento Harry inizia a ripercorrere la propria esistenza, pensando ai tanti sbagli mai confessati, ai rimpianti e al forte rimorso per non essere mai riuscito a dimostrare al padre tutto il suo affetto.
È la fine del XVII secolo. Johannes, genio musicale precoce, rimane ferito nel corso della campagna napoleonica in Italia. Accolto e curato dal liutaio Erasmus, il giovane apprende nuove notizie su Carla Farenzi, una misteriosa dama fugacemente incontrata tempo prima. Il liutaio gli rivela poi il segreto di un violino nero, da lui stesso costruito, che canta con la voce suadente e incantatrice della donna. Dopo averlo sentito suonare la vita di Johannes, come uomo e come artista, resterà incatenata a quella di Carla Farenzi.
Il volume raccoglie le risposte di Osho a domande dirette sui temi dell'amore, del sesso, della libertà e del matrimonio.
Quest'ultimo libro di Alain Elkann è una breve raccolta di brani e riflessioni dedicate a paesaggi e personaggi di due paesi del vicino Oriente, Israele e Giordania, segnati da una storia travagliata, costellata di grandi eventi, a volte dolorosissimi, e caratterizzati da una cultura e da una religiosità dalle antiche radici. E' "un cammino alla ricerca delle origini di noi stessi e dei valori che nutrono l'anima e il pensiero di ogni uomo e che ci portano a riflettere sul valore dell'amore".
Un giovane maestro ritorna nel piccolissimo villaggio dell'Africa Occidentale in cui è nato per insegnare quello che sa ai bambini. Ma nel "villaggio del nulla" non ci sono sedie, non ci sono banchi, non c'è lavagna, e i bambini, che non hanno da mangiare, preferiscono cucire scarpe e palloni di cuoio per un dollaro l'ora piuttosto che frequentare la scuola. Come può il maestro spiegare il valore dell'istruzione a bambini che soffrono la fame? Il racconto di una lotta impossibile, di una resistenza estrema contro le ragioni del denaro per le ragioni della speranza. Con questo libro si contribuisce a ricostruire una scuola in Mozambico.
Anni Cinquanta, Hollywood e Los Angeles, due mondi opposti che convivono uno accanto all'altro. Il cronista della rivista scandalistica Hush Hush indaga su un omicidio in cui è coinvolto Frank Sinatra. E' lui il colpevole? E se non lo è, quanto conosce della verità? Un racconto bollente, con atmosfere cupe, scandali taciuti, droghe e perdizione.