Nel racconto del grande storico André Vauchez, la straordinaria modernità di Caterina da Siena. In rottura con la famiglia e con tutti gli affetti 'carnali', pur convinta sostenitrice della superiorità della vita contemplativa nei confronti della vita attiva, Caterina ha mantenuto fino alla fine la sua condizione di penitente che viveva in modo autonomo in mezzo al mondo, sempre in movimento, per poter essere più libera ed efficace nella sua azione a favore della Chiesa e della sua riforma. Favorita da una crisi profonda delle istituzioni e dei poteri del suo tempo, la sua azione innovativa, insieme a quella di altre donne coeve, ha inaugurato una nuova stagione nella storia dell'Occidente, aprendo la strada a un 'cattolicesimo al femminile'.
Il 9 giugno del 53 a.C., sulla pianura di Carre, nell'Alta Mesopotamia, un esercito di cavalieri venuti dall'Iran e dall'Asia centrale sbaraglia un'armata di oltre cinquantamila uomini, inviati da Roma a conquistare l'impero rivale dei parti. L'avanzata verso la conquista del mondo, ritenuta fino ad allora inarrestabile, è bloccata da un'armata di cui erano state sottovalutate la perizia militare, la forza d'urto e, soprattutto, la capacità di resistere al temibile dispositivo della legione. Giusto Traina racconta la storia avvincente e appassionante di una battaglia fra le più oscure nella storia militare dell'antichità, il primo grande scontro di una guerra continua, praticamente mai conclusa, fra Roma e l'Iran.
Nel corso del Settecento, mentre in tutta Europa la borghesia andava al potere instaurando le prime forme di democrazia, in Russia avveniva il trapasso da un sistema feudale a un sistema autocratico. In questa grande opera di sintesi storica sull'ancient régime russo, Marc Raeff esamina le ragioni di questa 'anomalia' e del divario politico, sociale ed economico tra Europa e Russia, raccontando i meccanismi che portarono all'accentramento del potere nelle mani dello zar, all'esautoramento di una nobiltà ridotta a sfavillante coreografia della corte e alla sopravvivenza di strutture schiavistiche che dureranno fino alla vigilia della Rivoluzione d'Ottobre.
Brahmana, Upanisad, Jainismo, Buddhismo, le scuole materialistiche, lo Yoga, il Vedanta, le scuole scivaite, fino alle correnti contemporanee: il libro è una sintesi dei maggiori sistemi della filosofia indiana. Dopo la presentazione delle principali scuole filosofiche, Giuseppe Tucci prende in esame i temi e i problemi più rilevanti della tradizione filosofica indiana nel corso di cinquemila anni: la questione della conoscenza, l'analisi dell'io, del tempo e dello spazio, il rapporto con il divino, il linguaggio, l'esperienza estetica.
Italia figlia benedetta della Provvidenza, o piuttosto Italia incorreggibile pecora nera del Vecchio Continente? Da quando è nata tra alti clamori sconvolgendo l'equilibrio geopolitico europeo - la più giovane delle grandi nazioni occidentali è una fucina di ambizioni e frustrazioni, slanci e sconfitte. "Fin dal principio, la nazione italiana è stata difficile da definire e ancora più difficile da costruire; e malgrado gli sforzi di poeti, scrittori, artisti, pubblicisti, rivoluzionari, soldati e politici di vario colore, la fede nell'ideale dell'Italia non ha avuto lo sviluppo auspicato da tanti patrioti. È d'altronde possibile che l'insistenza con cui il progetto di 'fare gli italiani' è stato perseguito fino alla seconda guerra mondiale abbia finito col risultare controproducente, contribuendo a erodere la credenza nei valori nazionali collettivi. Al principio del nuovo millennio, l'Italia continua ad apparire un'idea troppo malcerta e contestata per poter fornire il nucleo emotivo di una nazione, o almeno di una nazione in pace con se stessa e capace di guardare con fiducia al futuro." Christopher Duggan ricostruisce oltre due secoli di storia italiana, dalla deludente invasione napoleonica di fine Settecento ai nostri giorni.
Dopo gli orrori della prima metà del XX secolo, gli anni compresi tra il 1950 e il 2017 sono stati un periodo di pace e di relativa prosperità per gran parte dell'Europa. Una seconda rivoluzione industriale ha trasformato il continente. La catastrofica era della 'guerra civile europea' e dei due conflitti mondiali è sembrata svanire in un passato lontano. Come ha fatto l'Europa a lasciarsi alle spalle le macerie di due guerre e a costruire la più duratura pace della sua storia? Dopo "All'inferno e ritorno", Ian Kershaw, uno dei maggiori storici contemporanei, prosegue il suo viaggio nella storia del nostro continente nel '900. Un affresco che ricostruisce il mondo in cui viviamo e le sue origini. Un libro che ci fa scoprire cosa vuole dire essere 'europei'.
Dalla conquista dell'Italia meridionale e della Sicilia da parte dei Normanni nell'XI secolo alla creazione del Regno di Sicilia nel secolo successivo, la ricostruzione storica di David Abulafia si allarga fino alle due sponde del Mediterraneo, dalla Spagna ai Balcani, teatro vastissimo delle battaglie con le quali Angioini e Aragonesi si contesero il dominio sul Regno delle Due Sicilie. Ne viene fuori un'inedita storia dell'Italia del basso Medioevo e un quadro completo di un fondamentale periodo storico che illustra le principali realtà politiche del Mediterraneo occidentale in quei secoli: Catalogna-Aragona in Spagna, la casa d'Angiò in Francia e, sull'altra sponda, Sicilia, Sardegna e Italia meridionale dominate alternativamente ora dall'una ora dall'altra casata.
Un ampio e insuperato quadro di storia sociale ed economica del mondo rurale medievale, dall'età carolingia al Trecento, che spazia dalla Francia all'Inghilterra, ai paesi dell'Impero. Georges Duby, il grande maestro della storiografia francese, sintetizzando testimonianze e documenti di carattere molto diverso, recupera tutti gli aspetti, i problemi e gli elementi costitutivi della civiltà, non più cittadina, che si affermò alla caduta dell'impero romano: dalle tecniche di coltivazione all'evoluzione dei grandi patrimoni fondiari signorili; dall'estensione progressiva delle aree coltivabili alla diffusione dell'economia di scambio; dalle rivolte contadine all'impatto di fenomeni catastrofici come le pestilenze e le carestie del XIV secolo.
Alla fine del Novecento, fu annunciata in Italia la "morte della patria". Oggi assistiamo alla rinascita del culto della nazione, mentre molti temono tuttora una perdita dell'identità nazionale. Gli italiani, in realtà, non hanno mai avuto una comune idea di nazione, anche se fin dal Risorgimento il mito di una Grande Italia ha influito sulla loro esistenza. Sono state molte le Italie degli italiani, divisi da ideologie antagoniste, sfociate talvolta in guerra civile. Emilio Gentile narra la storia del mito nazionale nelle sue varie versioni fino a spiegare le ragioni per le quali la nazione è scomparsa dalla vita degli italiani per riapparire nell'Italia d'oggi, con un incerto futuro.
Il fenomeno del pauperismo e la sua considerazione sociale subiscono un salto di qualità nel trapasso dal medioevo all'età moderna. Dalla miseria quale fenomeno endemico, in un certo senso istituzionalizzato e integrato dalla dottrina della misericordia cristiana e dalle pratiche degli ordini mendicanti, si passa a una pauperizzazione di diversa qualità, indotta dai processi di accumulazione primitiva del capitale. Prende vita una nuova etica del lavoro e della produttività che reprime l'accattonaggio e ogni manifestazione della miseria, considerata una devianza. Accanto a una profonda riforma delle politiche assistenziali, nell'Europa moderna si introducono il controllo e la 'schedatura' dei mendicanti, avviati a lavori coatti o rinchiusi in istituti di pena. Un libro diventato un classico, una lettura imprescindibile per l'uso di una documentazione amplissima - dai registri delle tasse ai cahiers de doléances, dai trattati teologici ai testi letterari - e per l'attenzione continua alla storia economica e sociale e a quella della mentalità.
Questo libro intende descrivere e interpretare il funzionamento dei lager anche attraverso le testimonianze dei sopravvissuti e analizzare le forme di potere che governavano la vita quotidiana nei campi, attraverso l'esercizio del terrore organizzato. Tesi portante del saggio è il dimostrare come la logica del terrore nei lager non sia una temporanea caduta nella barbarie, ma un esito possibile della società moderna.
Lungi dall'essere istintivo ed estemporaneo, il gesto è qualcosa di assai complesso perché pieno di storia. Fare una 'storia del gesto' vuol dire, infatti, occuparsi delle relazioni sociali, elemento costitutivo della società umana. Pur mutando e trasformandosi di epoca in epoca, la gestualità intesa come 'uso sociale del corpo' trasmette un codice di valori e di significati preciso e duraturo, che il grande storico Jean-Claude Schmitt ci aiuta a riconoscere e a comprendere con grande ricchezza di esemplificazioni concrete. Un libro sorprendente che ci fa entrare nella tradizione culturale della tarda Antichità e del Medioevo, intrecciando storia sociale, storia della cultura e della mentalità, antropologia storica, sociologia, semiotica teatrale.
La più moderna e ampia storia della Rivoluzione: una vivace narrazione condotta secondo i metodi della nuova storiografia francese.Collocata in un ampio arco storico, la Rivoluzione viene articolata nelle diverse rivoluzioni che i vari ceti sociali condussero al suo interno. E assume una nuova fisionomia: il Terrore passa in secondo piano rispetto all'Assemblea Costituente e al Direttorio; Marat e Robespierre cedono il passo ai protagonisti del nuovo corso «borghese».
La storia del paesaggio agrario italiano dall'epoca della colonizzazione greca ed etrusca fino ai tempi nostri, condotta con stretti riferimenti alla letteratura e all'arte, e con gli strumenti dello storico, dell'economista, del sociologo, dell'agronomo. Numerose riproduzioni di opere d'arte delle varie epoche (mosaici, tele, affreschi, dipinti e disegni sino a Renato Guttuso) permettono un continuo riscontro visivo con il racconto storico.
Furono gli illuministi per primi a ridefinire un’etica dei diritti cosmopolita, razionale, mite, umanitaria, fatta dall’uomo per l’uomo, capace di dar vita a un potente linguaggio politico dei moderni contro il secolare Antico regime dei privilegi, delle gerarchie, della disuguaglianza e dei diritti del sangue. Furono gli illuministi a far conoscere al mondo intero che i diritti dell’uomo per definirsi tali devono essere eguali per tutti, senza alcun tipo di distinzione di nascita, ceto, nazionalità, religione, genere, colore della pelle; universali, cioè validi ovunque; inalienabili e imprescrittibili di fronte a ogni forma di istituzione politica o religiosa. Spaziando dall’Italia di Filangieri e Beccaria alla Francia di Voltaire, Rousseau e Diderot, dalla Scozia di Hume, Ferguson e Smith alla Germania di Lessing, Goethe e Schiller, sino alle colonie americane di Franklin e Jefferson, Vincenzo Ferrone affronta un tema fondamentale e attualissimo di storiografia civile.
L'amministrazione sabauda è all'origine di quella dell'Italia unita. Ma come nacque, nel tardo Medioevo, quell'apparato amministrativo? Il ducato di Savoia era una realtà multiforme e contraddittoria, composta da un versante francese e uno italiano, profondamente diversi per lingua e cultura: un vero laboratorio per quello sforzo di innovazione che caratterizza la storia europea del Quattro e Cinquecento.
La mitologia di alberi e boschi, i bestiari delle fiabe, il gioco degli scacchi, la storia e l'archeologia dei colori, l'origine degli stemmi e delle bandiere, la leggenda di re Artù e quella di Ivanhoe. Un grande storico dei simboli alle prese con l'affascinante complessità di segni e sogni del nostro Medioevo. Un viaggio intrigante lungo il labile confine dove reale e immaginario si fondono e creano la storia delle idee, una passeggiata incantata lungo i sentieri della cultura e dei simboli.
Tra la cultura greca arcaica e della prima età classica e quella successiva intercorre un vero abisso. Fino a Platone, la poesia trasmessa oralmente era stata il veicolo di diffusione di tutto il sapere scientifico, giuridico, storico, religioso, filosofico. Poesia orale e cultura erano una cosa sola. Alla fine del V secolo la crisi politica e spirituale conseguente agli sconvolgimenti prodotti dalla guerra del Peloponneso creò le condizioni per un radicale mutamento. Proprio da una situazione di incertezza e instabilità scaturì, per reazione, l’esigenza di un sapere fondato su più solide basi, ordinato criticamente e sistematicamente, un sapere impossibile a trasmettersi se non per il tramite della scrittura.
Havelock ha rinnovato la nostra conoscenza della cultura greca, ricostruendone gli effettivi canali di trasmissione – la tradizione orale prima, quella scritta dopo – nel vivo del contesto storico e sociale in cui operarono.
La storia, ampia e variegata, del Rinascimento in Europa, nella prosa brillante di uno degli storici più autorevoli sul tema. Peter Burke analizza in dettaglio i fenomeni di ricezione culturale e imitazione creativa che, interagendo con le diverse forme politiche e sociali dei singoli paesi, indussero la circolazione delle idee rinascimentali non solo nelle arti ma anche nella vita quotidiana del continente, contribuendo così a ‘europeizzare’ l’Europa.
Un libro, ormai un classico, giudicato prezioso da Jacques Le Goff, per rispondere alle grandi domande sulle radici e sul futuro dell’Europa.
«Nel 1648 la credenza che la terra fosse il centro del mondo era condivisa quasi universalmente; nel 1815 era ormai screditata anche negli ambienti più conservatori. Nel 1648 per scongiurare le tempeste elettriche si recitavano preghiere e si suonavano le campane; nel 1815 venivano installati i parafulmine. Nel 1648 in tutta Europa si bruciavano ancora gli eretici e le streghe; nel 1815 erano i loro accusatori a trovarsi nella condizione di imputati.» Il prima, era la società degli ordini, della ricchezza fondiaria e del governo autoritario; il dopo, il mondo delle classi, del capitalismo, della democrazia e delle rivoluzioni.