Il presente manuale, alla sua quarta edizione riveduta e aggiornata, intende essere un punto di riferimento per tutti coloro che desiderano accostarsi alle tecniche proiettive o che già operano nel campo della psicodiagnosi. In particolare, intende essere un’occasione e uno stimolo per una loro conoscenza ampia e approfondita e ciò al fine di favorirne un utilizzo il più possibile accurato e costruttivo.
Poiché, rispetto ai test strutturati, gioca un ruolo decisivo la preparazione e la competenza di chi somministra e interpreta il materiale proiettivo, non sarà mai ribadita a sufficienza la necessità di una puntuale messa a fuoco degli aspetti teorici e metodologici comuni che stanno alla base di tali strumenti psicodiagnostici. Iniziare l’apprendimento, ad esempio, del Rorschach, del T.A.T. o dei Test grafici senza conoscere i pilastri teorici su cui essi poggiano è quanto mai limitante e rischioso.
Nel volume vengono tracciate, sia le linee di fondo della psicologia clinica in vista della stesura del referto psicodiagnostico, che le qualità (la curiosità, il dubbio, l’empatia, la conoscenza esperienziale dell’inconscio, l’intuizione e la disponibilità al nuovo) che lo psicodiagnosta deve possedere allorché somministra e interpreta le tecniche proiettive. In particolare, viene delineata la carta d’identità delle tecniche proiettive nelle sue varie articolazioni. Il tutto all’interno della teoria psicoanalitica da cui le tecniche proiettive sono nate e a cui si ispirano.
Vittorio Luigi Castellazzi, psicologo clinico, psicoterapeuta-psicoanalista. Docente di Tecniche proiettive e diagnosi della personalità (1976-2012) e di Psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza (1979-1996) nella Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Salesiana di Roma. Docente di Psicologia della religione presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, di Psicopatologia dello sviluppo all’Università Lumsa di Roma (1995-2000), all’Università degli Studi RomaTre (1995-2003), all’Istituto Superiore Universitario di Scienze Psicopedagogiche e Sociali “Progetto Uomo” di Viterbo-Vitorchiano (1997-2007) e alla Scuola di specializzazione post-universitaria di Psicoterapia della Simpat di Roma (1996-2016). È membro di diverse società scientifiche nazionali e internazionali tra cui la Society for Personality Assessment e l’International Society of the Rorschach and Projective Methods.
È autore di numerosi saggi comparsi su riviste specializzate, in volumi di Autori Vari e in Dizionari ed Enciclopedie. Presso l’Editrice LAS ha pubblicato: Psicoanalisi e infanzia. La relazione oggettuale in M. Klein (1974); Psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza: Le psicosi (1991) – La depressione (1993) – Le nevrosi (2000 2ed.); Quando il bambino gioca. Diagnosi e psicoterapia (2006 2ed.); L’abuso sessuale all’infanzia (2007); Il Test di Rorschach. Manuale di siglatura e d’interpretazione psicoanalitica (2010 2ed.); Il Test del Disegno della Famiglia (2014 6ed.); Il Test del Disegno della Figura Umana (2017 5ed.); Il Test del Disegno della Persona sotto la Pioggia (2017); Introduzione alle tecniche proiettive (2018 4ed.). Per i tipi delle Edizioni Magi-Roma si segnalano: Dentro la solitudine. Da soli felici o infelici? (2010); Ascoltarsi, ascoltare. Le vie dell’incontro e del dialogo (2011); Dentro la felicità. Ritrovare i luoghi del cuore (2013); L’omosessualità. Una lettura psicoanalitica (2014); Il desiderio. Respiro della psiche (2016). Il volume Dentro la felicità è stato tradotto in portoghese, spagnolo, polacco e croato.
Negli anni del post-concilio Vaticano II si ebbe una profonda trasformazione nel modo di concepire la teologia, frutto di cause molteplici, interagenti tra di loro.
Questa costatazione obbligò l’autore – che nel 1991 aveva pubblicato in questa stessa collana editoriale il voluminoso testo Teologia dell’educazione. Origine, identità, compiti (Enciclopedia delle Scienze dell’Educazione, n. 7, pp. 504) – non solo a ripensare in modo nuovo la natura della Teologia dell’educazione e i suoi rapporti con le scienze dell’educazione, ma anche a tracciare, sia pure in modo rapido e sommario, un profilo agile e chiaro della teologia cattolica, nel quale inquadrare la teologia dell’educazione.
Quel libro che l’autore per motivi di salute non riuscì a portare a termine, vede ora la luce, tramite l’opera del curatore che ha messo in ordine i dattiloscritti/file che l’autore aveva abbozzato per l’edizione.
Il libro è pertanto una chiarificazione di tipo genetico–storico di cosa è la teologia e in che cosa consista il lavoro del teologo. E ne dà una concreta esemplificazione con i tre saggi su: la teologia dell’educazione, l’educazione cristiana, la rilettura del ruolo della vita sacramentale, della catechesi e della formazione spirituale nel sistema preventivo di don Bosco.
Come è stato scritto da uno dei referees editoriali:
«Questa pubblicazione merita che sia oggetto di lettura da parte di quanti, docenti ed allievi, si interessano di teologia, di catechetica, di educazione, di salesianità».
In un terreno sempre più preoccupato per la globale problematicità del­la temperie culturale e umana, per le sorti del­l’uomo e del­l’umano, in questi primi decenni del secolo XXI si fa evidente che non si tratta soltanto di riflettere e pensare su e per l’educazione, ma che occorre più largamente pensare e ripensare l’educazione nella sua globalità.
Non è solo ricerca di nuovi e migliori metodi rispetto al passato o alle situazioni culturali internazionali, nazionali o locali.
In questione vengono ad esser messi i fondamenti ultimi dell’educazione e della formazione.
All’approccio teorico-pedagogico è richiesto di approfondire il senso e il quadro di riferimento del­l’a­zione umana, da quel­la individuale a quel­la col­lettiva, da quel­la privata a quel­la pubblica, da quel­la politico-economica a quel­la morale e intel­lettuale, nella misura in cui vengono a riverberarsi sull’azione educativa e formativa.
Più direttamente, a fronte della specializzazione metodologica e disciplinare, che sembra dominare la ricerca pedagogico-educativa attuale, si fa sempre più rilevante la figura “professionale” che potremmo dire del “pedagogista teorico”. Esso è chiamato a far proprie le ragioni del “generale” e del “tutto” del­l’educare, del­l’apprendere, del formare; nel­la frammenta­zione del­le iniziative e degli interventi didattico-progettuali, avrà da prendersi cura del­le istanze della totalità e del­l’integralità del riferimento formativo; nella progettazione e nella attuazione di percorsi formativi, avrà da abilitare ad essere “riflessivi nell’azione”; nella preoccupazione per ­lo sviluppo e ­la formazione personale, avrà da fare attenti ai destini presenti del­l’umanità e del suo futuro; a fronte di un pensiero unico o omologato, avrà da costituirsi come promotore di dialogo e di collaborazione interdisciplinare e come “riserva critica” rispetto a modelli di sviluppo troppo economicistici e poco umanistici, che dominano e “scartano” chi non è ad essi funzionale.
Il volume prova a incamminarsi in questa via filosofica all’educazione e alla formazione, con e per studenti, con cultori di ricerche di “filosofia pratica”, e in generale con pensatori che si sentono stimolati a corrispondere in profondità a quella che è stata indicata come “emergenza educativa”.
Carlo NANNI, è professore Ordinario emerito di filosofia dell’educazione e pedagogia della scuola presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana, di cui è stato Rettore dal 2009 al luglio del 2015. Dal 2015 è consulente Ecclesiastico Centrale dell’AIDU, l’Associazione Italiana dei Docenti Universitari di ispirazione cattolica.
Presso l’editrice LAS ha pubblicato a suo tempo: Educazione e scienze dell’educazione (1986); L’educazione tra crisi e ricerca di senso (19963); Educazione e pedagogia in una cultura che cambia (19982); e più di recente: Introduzione alla filosofia dell’educazione (2007); Emmanuel Mounier. Il pensiero pedagogico (2008); Educarsi per educare (2012); Immagini. Per pensare e vivere meglio (2015); Parole e immagini. Un sussidio per la filosofia dell’educazione (2016).
Ha curato, insieme ai Proff. José Manuel Prellezo (Coor­dinatore) ed il Prof. Guglielmo Malizia, il Dizionario di Scienze dell’Educazione, Roma, LAS, 20082.
Il volume delinea un itinerario spirituale e pedagogico il cui punto focale è don Bosco. Quanto a questi, si intende il don Bosco "storico", il don Bosco che fu nella sua storia e il don Bosco che per scelta vocazionale volemmo parte determinante della nostra; non del fare di don Bosco, ma del suo essere, quello che fu nella sua vicenda biografica: prete dei giovani e fondatore di Istituti di consacrati e consacrate, apostoli dei giovani. In effetti, don Bosco per i Salesiani e per quanti nella Chiesa a lui si ispirano, non è solo punto di riferimento, ma modello di vita, il che sospinge a conoscerlo e a comprenderlo nel suo essere e operare, comprensivo dei suoi detti e dei suoi scritti, oggettivati in una straordinaria ricchezza di fonti chiare e inoppugnabili.
Nell'ultima meditazione, Pietro Braido si domanda: Chi è il salesiano di don Bosco? Come nasce e vive il salesiano di don Bosco? Egli ha disposto ritornando alle "Fonti" di e su don Bosco, da lui magistralmente esemplificate con riferimenti storici e narrativi, e proponendo continue e chiare suggestioni perché ognuno possa scoprire con don Bosco il proprio essere e operare. In definitiva, se l'intento era di esplicare l'essere e l'oprare di don Bosco, la conclusione non poteva non richiamare la fedeltà a don Bosco secondo l'essere e l'operare dei Salesiani, di quanti nel Chiesa a lui si ispirano e di tutti i benevoli lettori amici di don Bosco.
Il Test del Disegno della Figura Umana, nei suoi tre livelli (grafico, di strutture formali e di contenuto), si rivela un prezioso strumento diagnostico per la conoscenza non solo dei bambini ma anche degli adolescenti e degli adulti.
Oltre che sui risultati di specifiche e numerose ricerche, il presente manuale poggia sull’esperienza clinica derivante sia dall’attività professionale che dalla conduzione del Corso di Tecniche d’indagine della personalità e del Tirocinio di tecniche proiettive che l’Autore svolge nell’ambito del Corso di laurea in Psicologia.
Il volume è destinato agli studenti di psicologia e a tutti coloro che già operano nel campo della psicodiagnosi.
Risaputa è la massima che afferma: non si può non valutare. “Valutare” è una realtà che chiunque avrà potuto sperimentare nella propria esperienza quotidiana, ma di fatto è la scuola a rappresentare il luogo della valutazione per eccellenza. La valutazione, infatti, ricopre un ruolo decisivo nell’ambito della formazione e nei suoi processi di insegnamento-apprendimento, poiché riesce ad incidere sul processo stesso di trasmissione e acquisizione delle conoscenze.
Nel presente testo, dunque, vengono esposte considerazioni ed argomentazioni che cercheranno di focalizzare alcuni snodi importanti del “fare valutazione” nell’ottica secondo cui la valutazione stessa diventa un’opportunità di apprendimento e non soltanto l’attribuzione di un giudizio. Si tratta, pertanto, di voler fornire uno strumento di informazione, approfondimento ed analisi rispetto a tale disciplina; un manuale che, affrontando i contenuti ed i dibattiti ritenuti più rilevanti sotto il profilo epistemologico, strutturale, professionale e logistico-esecutivo della ricerca valutativa, possa essere ad appannaggio di insegnanti, educatori, pedagogisti, studenti e tutti coloro che operano nell’ambito dell’istruzione e della didattica.
Emad Samir è docente della Facoltà di Scienze dell’Educazione presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, dove insegna nei corsi di Psicologia dell’Istruzione, Gestione della classe, Motivazione scolastica, Valutazione dell’apprendimento, Pedagogia della scuola. È autore di varie pubblicazioni tra monografie, collaborazioni in monografie, articoli e altri contributi, fra cui: L’interazione educativa e il clima positivo nel gruppo classe. Modalità relazionali insegnante-allievo secondo il modello dell’Analisi Transazionale Socio-Cognitiva (LAS, 2014); Introduzione alla sapienza egizia: dal fascino esoterico alle profonde intuizioni pre-filosofiche. E-Book, (LAS, 2014). Da diversi anni svolge corsi di formazione per gli insegnanti e collabora con le riviste internazionali Orientamenti Pedagogici e Salesianum.
Il volume contribuisce al dibattito sull’aggiornamento del progetto educativo-pastorale che è stato uno dei temi centrali del ripensamento postconciliare dell’educazione dei Salesiani di don Bosco. Dopo un periodo di entusiasmo sull’efficacia della progettazione si è arrivati all’attuale momento di disincanto. Tra i sintomi di questo scenario si nota l’arduo passaggio dalla carta alla vita, la moltiplicazione esagerata dei progetti interconnessi, la formalizzazione dell’educazione intesa come esecuzione del progetto, la percezione prevalentemente tecnica della progettazione, i tempi di attuazione troppo brevi e la mancata mentalità progettuale degli educatori. Vari indizi mostrano che le difficoltà nei riguardi della progettazione derivano dal modello antropologico e dal paradigma progettuale sottostante alle teorie che ispiravano la metodologia nel periodo postconciliare.
Valorizzando modelli progettuali più integrali e più consoni con l’educazione salesiana, il presente studio affronta la questione in tre momenti che costituiscono le tre parti del volume: 1. Descrivere l’evoluzione della progettazione educativo-pastorale salesiana dal Concilio Vaticano II ad oggi. 2. Analizzare le fonti teoriche d’ispirazione metodologica e studiare gli ultimi sviluppi nell’ambito delle scienze organizzativo-pedagogiche. 3. Proporre un quadro teorico e una metodologia più integrale della progettazione educativo-pastorale.
Michal Vojtas è un Salesiano di don Bosco, docente di Pedagogia Salesiana e del Sistema Preventivo all’Università Pontificia Salesiana di Roma. È il direttore del Centro Studi don Bosco della stessa Università, fa parte del gruppo di coordinamento del Forum Salesiano e collabora con le riviste Orientamenti Pedagogici e Salesianum. La sua area di ricerca si concentra attorno alla storia, all’attualizzazione, e agli aspetti organizzativo-formativi dell’educazione salesiana.
Il Test del Disegno della Figura Umana, nei suoi tre livelli (grafico, di strutture formali e di contenuto), si rivela un prezioso strumento diagnostico per la conoscenza non solo dei bambini ma anche degli adolescenti e degli adulti.
Oltre che sui risultati di specifiche e numerose ricerche, il presente manuale poggia sull’esperienza clinica derivante sia dall’attività professionale che dalla conduzione del Corso di Tecniche d’indagine della personalità e del Tirocinio di tecniche proiettive che l’Autore svolge nell’ambito del Corso di laurea in Psicologia.
Il volume è destinato agli studenti di psicologia e a tutti coloro che già operano nel campo della psicodiagnosi.
La religione – aldilà dell’«immaginario popolare» che la pensa come un qualcosa proveniente da Dio – è anzitutto un prodotto umano e, perciò, i profondi cambiamenti antropologico-culturali moderni ci obbligano necessariamente a ripensarla. E ancor di più: possiamo addirittura parlare di «perdita di umanità» in base al divario esistente tra lo stato di coscienza dell’essere umano contemporaneo e un’esperienza e cultura religiose, tante volte, preoccupate di custodire tradizioni cariche di forme sempre più (letteralmente) incomprensibili, quando non ostacolate dal peso di istituzioni in gran parte ancora sacralizzate. Tuttavia il significato della religione, in definitiva, è legato al suo rapporto con la trascendenza e alle credenze che comporta; ma questo libro volutamente prescinde o mette tra parentesi ambedue gli aspetti. Si tratta, dunque, di studiare la «situazione» in cui ci muoviamo, di definire la «religione» ed interpretare l’esperienza religiosa e, infine, di ripensare e ricostruire tutto alla luce dell’«umanizzazione». Si arriva così, da una parte, alla costruzione di una definizione di religione basata su tre aspetti fondamentali: 1/ Fatto umano; 2/ Esperienza di senso; 3/ Prassi di autotrascendenza; dall’altra, ad una interpretazione dell’esperienza religiosa appoggiata ugualmente su una triplice argomentazione: 1/ Ricerca degli elementi fondamentali dell’«intendimento possibile» circa il significato della religione nell’esistenza umana; 2/ Reperimento della base fenomenologica che giustifica la pertinenza dell’idea di religione; 3/ Verifica ermeneutica della dimensione religiosa, cioè, interpretazione della comprensione religiosa della vita. Infine, conferire senso per superare la contingenza è la chiave indispensabile per ricostruire l’umanità della religione; progettare poi l’esperienza religiosa in questa prospettiva chiama esplicitamente in causa l’educazione.
José Luis Moral, attualmente professore straordinario nella Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, è stato Direttore dell’Istituto Superiore di Teologia «Don Bosco» di Madrid e della rivista di pastorale giovanile «Misión Joven». Alcune delle sue ultime pubblicazioni: Ciudadanos y cristianos. Reconstrucción de la Teología Pastoral como Teología de la Praxis Cristiana (Madrid, 2007); Giovani senza fede? Manuale di pronto soccorso per ricostruire con i giovani la fede e la religione (Leumann, 2007); Giovani, fede e comunicazione. Raccontare ai giovani l’incredibile fede di Dio nell’uomo (Leumann, 2008); Giovani e Chiesa. Ripensare la prassi cristiana con i giovani (Leumann, 2010).
Come il primo volume, anche questo secondo volume di “Storia della pedagogia” intende proporre una panoramica dei principali orientamenti teorici e realizzazioni pratiche nella storia della pedagogia e dell’educazione, dall’epoca moderna a quella contemporanea, per contribuire alla formazione di una cultura storico-pedagogica innanzi tutto degli studenti che frequentano i Corsi di scienze dell’educazione o della formazione e anche di quanti operano nel campo dell’educazione. Il volume presenta le seguenti caratteristiche generali. Per ogni epoca storica sono delineate sinteticamente le linee portanti del contesto storico-culturale ed è stato sviluppato in modo più esteso il pensiero di alcuni autori particolarmente significativi per il contributo che hanno offerto alla soluzione delle problematiche educative e pedagogiche. Inoltre, le tematiche omogenee sono state trattate in capitoli unitari, mentre è stato dato un certo spazio alla storia della scuola. Nella bibliografia del lavoro, infine, vengono indicate le fonti utilizzate e alcuni suggerimenti bibliografici, per proporre una lettura con approcci differenziati dell’argomento sviluppato.
I contenuti di questo secondo volume, sono distribuiti in due grandi periodi storici: l’epoca moderna, dalla rivoluzione scientifica all’Illuminismo e alla Rivoluzione francese, e l’epoca contemporanea, dall’Idealismo e Romanticismo al Novecento e ai primi anni del Duemila.
Francesco Casella è docente Ordinario di Storia dell’educazione e della pedagogia, di Storia della scuola, di Storia contemporanea e di Metodologia del lavoro scientifico all’Università Pontificia Salesiana. Collabora con varie Riviste. Per i tipi della LAS ha pubblicato: Il Mezzogiorno d’Italia e le istituzioni educative salesiane. Richieste e fondazioni (1879-1922). Fonti per lo studio (2000); I Salesiani e la “Pia Casa Arcivescovile” per i sordomuti di Napoli (1909-1975) (2002); Per conoscere l’Occidente. Un percorso storico culturale dall’antichità greco-romana ad oggi (2002); L’esperienza educativa preventiva di don Bosco. Studi sull’educazione salesiana fra tradizione e modernità (2007); Storia contemporanea. Antologia di documenti (2008); Storia della pedagogia, vol. I: Dall’antichità classica all’Umanesimo-Rinascimento (2009, ristampa 2013); Il clero e lo Stato unitario nella provincia di Caserta 1860-1878 (2011).
Il volume si presenta come un testo di notevole impegno, in quanto integra apporti di natura differente (filosofici, pedagogici, psicologici) al fine di impostare in maniera solida e fondata pratiche educative dirette allo sviluppo del carattere. Quest’ultimo deve essere inteso non solo come qualità morale della persona, ma anche come maturità personale sul piano delle competenze sociali, culturali e professionali. L’impianto si basa su un approccio antropologico ben strutturato, attento agli sviluppi più recenti sia teorici, sia operativi di impostazione aristotelico-tomista.
La sua possibile valorizzazione si prospetta assai aperta: dai percorsi formativi universitari nei vari ambiti di natura filosofica, pedagogica e psicologica; alla formazione continua degli educatori, degli insegnanti, degli psicologi; alla preparazione iniziale di quanti intendono avviarsi a professioni di natura educativa. Il lavoro colma una lacuna assai vistosa dell’ambiente culturale italiano e più in generale delle culture non anglosassoni.
(M. Pellerey, Prefazione).
Interazione Educativa ClimaAttraverso l’esperienza fatta sul campo, si è voluto mettere in evidenza la centralità pedagogica della relazione educativa nella formazione della personalità degli studenti. Il tentativo è quello di non rinchiudere il concetto di relazione nella logica strumentale di una tecnica, ma fornire strumenti pratici per arrivare alla costruzione di relazioni efficaci e significative per le persone coinvolte.
Si parte dal presupposto, infatti, che il modo di educare, aiutare e prendersi cura dell’altro riflette il modo di essere di ogni persona, e le relazioni che si instaurano con l’altro vanno a costituire la personalità dell’altro.
Partendo da questi concetti ci mettiamo nell’ottica di voler promuovere, attraverso degli interventi formativi, il benessere della persona e della relazione tra insegnante e studente.
Il presupposto di base dal quale si parte è che come il disagio di molte persone ha origine da processi interpersonali “disfunzionali”, così il benessere può essere recuperato e conservato attraverso processi interpersonali “sani”.
Un altro presupposto è che le relazioni interpersonali con le persone significative influenzano, attraverso processi di apprendimento, sia la percezione interpersonale che il comportamento interpersonale, e sono inoltre fondamentali per lo sviluppo della mente.
Un manuale indispensabile per coloro che vogliono apprendere l’uso del Rorschach, perché ne espone il know how in modo semplice, e propone molti esempi ‘veri’, tratti da protocolli somministrati nel corso di una lunga esperienza clinica.
Un manuale anche per gli esperti, perché propone una novità.
I suoi fondamenti possono essere riposizionati, dopo un secolo di riflessioni teoriche e di studi empirici, aggiornandolo alla nuova epistemologia personologica e alla metateoria funzionalista, soprattutto europea.
Da questa prospettiva il sistema di siglatura viene trasformato in un linguaggio propriamente umano, dotato di parole e di regole grammaticali. Queste consentono di tradurre le risposte espresse dall’esaminato alle macchie d’inchiostro, in modo tale da comporre frasi compiute e un testo finito, i quali verranno letti dall’esaminatore come reazioni contestuali da valutare come più o meno funzionali.
Ciò consente una lettura ermeneutica: lo strumento diventa l’interfaccia di un incontro in termini fenomenologici. L’Oggetto da conoscere, l’esaminato, è una Persona umana, caratterizzata da un mentale che produce significati e da processi attivi di interscambio con l’habitat; il Soggetto conoscente, l’esaminatore, va a comprenderli con il valore aggiunto dei propri significati, racchiusi consapevolmente in codici speciali.
Entrambi non restano ingabbiati dentro la apoditticità riduttiva di calcoli numerici, di diagnosi nosografiche, di simbologie precostituite. I giudizi vengono sospesi per una comprensione clinica; lo sguardo è positivo, e cerca risorse oltre che patologie.
Laura Maresca è psicologo clinico, psicoterapeuta da oltre un trentennio, con esperienze in campo scolastico, giuridico, di consulenza.
Docente di Tecniche d’Indagine della Personalità nella Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, è autrice di numerosi articoli.
Presso la Casa Editrice LAS ha pubblicato Storia del Rorschach. I contributi scientifici che hanno dato forma ai diversi metodi (2010).
La formazione dei catechisti è un compito vitale perché dalla loro qualità dipende in gran parte la capacità evangelizzatrice delle nostre comunità. Pensata per un contesto di cristianità sociale, nel quale era sufficiente “nutrire” una fede già data, la formazione dei catechisti deve prendere atto della nuova situazione di pluralismo culturale e religioso, in cui la fede cristiana non è più un dato normalmente acquisito ma deve essere “generata” o “rigenerata”. Si avverte il bisogno di percorrere nuove vie ma si fatica a intuire la direzione verso cui muoversi.
In questo contesto si inserisce il presente studio che offre delle riflessioni teoriche e indicazioni operative stimolanti. Un primo elemento significativo è costituito dal ricorso a tutte e tre le dimensioni che animano la catechesi, quella teologica, pedagogica e comunicativa, strettamente intrecciate per dar vita a un quadro teorico capace di sostenere poi l’impianto formativo proposto. Un altro elemento qualificante è dato dall’opzione di pensare la formazione in termini di “competenze”. Per quanto riguarda le linee generali per una proposta formativa, nelle pagine del libro sono condensate le migliori intuizioni dell’attuale riflessione catechetica sulla formazione. Le scelte di metodo sono quattro: il gruppo di formazione inteso come micro-comunità empatica di pratica; il modello formativo del laboratorio, suggerito nella Nota pastorale del 2006; il “Progetto Personale di Formazione”, con le finalità di monitorare, valutare e orientare l’attività formativa; l’équipe dei formatori, che mette in campo un atteggiamento di cura qualificante e promovente l’autoformazione dei catechisti.
Può la vocazione nascere e crescere senza un punto di riferimento comunitario?
Tutti conosciamo la risposta a tale quesito per l’importanza che hanno la relazione interpersonale e il cammino condiviso nella crescita del singolo. In questa epoca ancora tendenzialmente egocentrata, nel lavoro di animazione e di formazione vocazionale si scopre palesemente l’importanza di uno studio approfondito delle leggi che regolano l’aggregazione, l’accoglienza, la crescita, la condivisione e l’interscambio. Il gruppo, strumento fondamentale nell’animazione e nella pastorale, è sempre e comunque una palestra vocazionale. Nei gruppi vocazionali, il reciproco aiuto psicologico, morale e spirituale, a certe condizioni, che sono studiate in questo volume, favorisce e riesce a garantire la crescita serena e matura di ognuno.
Quindi, la crescita del singolo individuo all’interno del gruppo non è scontata, anche quando la natura comunitaria della vocazione è una sua nota essenziale. Essa esige dialogo e conduzione pedagogica, aspetti che oggi sono approfonditi e offerti dagli studiosi del Counselling di Gruppo. L’abilitazione alla gestione dei principi e delle strategie proprie di questo settore, con i migliori contributi di ogni approccio teorico, aiuteranno educatori e pastori della vocazione nell’esperienza di orientare nel cammino vocazionale perché diventi stimolante ed efficace.
Il testo studia prima la natura e le forme di vita del gruppo e della sua evoluzione; riconosce, poi, i lineamenti teorici del Counselling Vocazionale di gruppo e conclude, in terzo luogo, con un’applicazione pedagogica al campo del Counselling nei gruppi vocazionali.
In appendice, l’autore propone una serie di tecniche di animazione facilitatrici del dialogo, della conoscenza reciproca e della maturazione personale e di gruppo. Il testo, in questo modo, rende esplicite e operative le ragioni che stanno a monte della sapienza popolare quando afferma: «L’unione fa la forza».
Il volume riporta gli Atti della Giornata dell’Università, celebrata il 13 marzo 2013, sul tema: “La ricerca a servizio dell’educazione. Il contributo della Università Pontificia Salesiana e dei Centri Associati”. Oltre ai docenti e agli studenti dell’UPS, vi hanno partecipato anche i Centri associati all’UPS dell’Italia, i quali pure praticano la ricerca empirica in educazione e formazione: il Centro di Venezia-Mestre e il Centro di Torino-Rebaudengo, che hanno presentato loro ricerche specifiche; il Centro di Vitorchiano, che ha partecipato con la presenza degli studenti. Sono stati presenti anche rappresentanti del Centro di Firenze-Massa e quello di Roma-Ifrep.
Nella tradizione universitaria dell’Università Pontificia Salesiana da sempre la Giornata dell’Università è di primaria importanza nel corso dell’anno, perché stimola il senso dell’appartenenza istituzionale, mostra ad evidenza la modalità comunitaria dell’apprendimento, indica la prospettiva finalistica del processo di apprendimento tipico dell’istruzione e formazione superiore.
La ricerca scientifica porta ad un insegnamento, ad una formazione e ad uno studio solidi e validi, perché sostenuti previamente e sostanziati di ricerca. Oggetto di tale forma conoscitiva per la Giornata di quest’anno è stata la ricerca scientifica a servizio dell’educazione. Gli interventi hanno riguardato le seguenti aree di ricerca: educazione-evangelizzazione, educazione interculturale, educazione-sviluppo, adolescenza e relazioni interpersonali, adolescenti e famiglia, pedagogia sociale.
La problematica fondamentale da cui prende spunto questo studio è il rilievo che gli esseri umani, in molte parti del mondo – in modo particolare nei Paesi più industrializzati –, nascano in maniera “violenta” e non vivano questa esperienza “iniziatica” in una maniera pienamente umana e degna di una creatura di Dio. Il nascere costituisce un evento portante nella vita di ogni uomo. E oggi, una serie di fenomeni – tra cui tecnicismo assunto come idolo, crescente medicalizzazione, secolarizzazione – rischiano di impoverirne la qualità umana. Si potrebbe perdere, così, quella dimensione sapienziale che l’umanità ha acquisito nel corso dei millenni e che considera l’esperienza del nascere una “esperienza forte”.
All’interno del volume ci chiederemo – in una ottica interdisciplinare – su quali prospettive far leva per attivare un’adeguata valorizzazione dell’evento nascita, avendo di mira diversi obiettivi, primo tra i quali, attivare una riflessione educativa in ottica di fede sulle questioni considerate. Rilevare, poi, l’inadeguatezza di certe pratiche di ostetricia oggi ancora largamente diffuse, e dimostrare che si può far nascere un bambino in una maniera diversa: più dignitosa della sua natura umana e spirituale. Delineare e proporre, infine, delle indicazioni pedagogico-pastorali, di tipo fondamentale, a livello familiare.
La scelta di scrivere questo testo, soprattutto per quegli studenti che – giunti in una Istituzione Universitaria – non hanno mai studiato (oppure lo hanno fatto solo ad un livello iniziale) filosofia, nasce da alcune constatazioni. Una di esse è che, alcuni ambiti disciplinari come l’educazione, la comunicazione, i procedimenti psicologici e terapici avvengono sempre all’interno di un sistema socio-politico-economico-ideologico, nel corso di processi storici e nel gioco dialettico delle culture e delle tendenze emergenti del tempo.
Per tal motivo si crede che anche lo studio e la formazione di competenze adeguate per interventi qualificati in campo educativo, psicologico o nel sistema sociale di comunicazione richiedano di avere un minimo di coscienza di questo quadro contestuale.
Il testo è “introduttivo”: intende semplicemente aiutare gli inizi di questa comprensione; avviare ad essa. Con ciò si viene a specificare ulteriormente la scelta di campo fatta: non si interessa della filosofia in se stessa, ma solo in quanto aiuta a comprendere le idee dominanti, le attese profonde e le speranze “alte” del nostro tempo, che stanno alla base o pervadono le scienze dell’educazione e la comunicazione sociale della contemporaneità.
Carlo Nanni è Rettore Magnifico della Pontificia Università Salesiana di Roma e Docente ordinario di Filosofia dell’educazione presso la medesima istituzione.
Gabriele Quinzi è Docente stabilizzato di Metodologia pedagogica evolutiva e familiare presso la Pontificia Università Salesiana di Roma.
Guido Baggio è laureato in Economia e commercio, dottore di ricerca in Filosofia e Docente nella Facoltà di filosofia presso la Pontificia Università Salesiana di Roma.
Luciano Pace è dottore di ricerca in Filosofia dell’educazione e Docente di Religione cattolica nella Scuola pubblica.
Un clima umano positivo è un fattore fondamentale per il buon esito di una qualsiasi organizzazione sociale. In particolare, per quanto riguarda la scuola, la creazione di una positiva atmosfera socio-relazionale si rivela necessaria per la realizzazione di un’educazione scolastica che consenta ai diversi membri di inserirsi proficuamente nel processo di insegnamento-apprendimento e di instaurare relazioni significative e costruttive.
Il volume offre una trattazione sistematica delle relazioni sociali all’interno dei diversi gruppi che compongono la comunità scolastica (insegnanti-insegnanti, insegnante-allievi, allievi-allievi), mettendo in evidenza per ciascun gruppo i fattori di ordine contenutistico, organizzativo e relazionale che possono ostacolare o, al contrario, facilitare l’instaurarsi di una positiva intersoggettività.
In secondo luogo presenta una ricca rassegna di quelli che sono stati gli approcci più significativi allo studio delle relazioni sociali nella scuola, consentendo una più diretta conoscenza dei contributi della pedagogia tedesca, non sempre debitamente noti nel loro valore.
Il testo ha anche il merito di porre in luce l’aspetto organizzativo, che recentemente ha assunto un grande rilievo all’interno dell’istituzione scolastica.
L’ultimo capitolo verte sulla corresponsabilità scuola-famiglia.
Il testo è una riedizione postuma, riveduta e aggiornata, di un’opera di Herbert Franta (1936-1995), docente di psicologia della personalità, e di psicologia della comunicazione e delle relazioni interpersonali presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Salesiana di Roma. La riedizione è stata curata dalla prof. Anna Rita Colasanti – che è anche autrice dell’ultimo capitolo – anch’essa docente di Psicologia della comunità presso la stessa sede universitaria.
Il volume espone i principali elementi introduttivi di statistica descrittiva, quel ramo della statistica che si occupa di criteri di rilevazione, di classificazione, di sintesi delle informazioni relative ad un campione o ad una popolazione oggetto di studio. Le informazioni si organizzano in distribuzioni e si sintetizzano descrittivamente attraverso gruppi di misure come la tendenza centrale, la variabilità, la forma, le relazioni statistiche. La statistica descrittiva ha come finalità principale l’organizzare, il riassumere e il presentare i dati in modo ordinato. Gli strumenti presentati (ad es. tabelle e grafici) permettono quindi di sintetizzare e presentare i dati. Nel testo è presentata una rassegna delle fonti e dei principali organismi internazionali, europei e nazionali, ufficiali e privati, preposti a fornire dati e informazioni autorevoli. La pubblicazione è rivolta agli studenti iscritti a insegnamenti integrativi per i curricoli di base delle facoltà di scienze dell’educazione e della formazione che hanno la necessità di conoscere i concetti introduttivi e di applicare le procedure elementari di elaborazione per apprendere la metodologia corretta e per stilare rapporti di ricerca empirica.
Gli Autori considerano la Pedagogia come una scienza pratico-progettuale, cioè una “scienza” direttamente riferita alla pratica, all’azione educativa; non prescrittiva, nel senso di indicare in maniera determinante quali modalità di intervento si devono assumere per raggiungere i risultati desiderati, bensì orientativa, al fine di dare senso e sostegno operativo all’azione educativa. Una scienza relativamente autonoma, in quanto essa tende a valorizzare tutto ciò che le varie scienze dell’educazione possono offrire al fine di comprendere più in profondità le differenti situazioni educative e poter intervenire in esse con incisività e validità.
L’aggettivo che la qualifica come scienza «pratico-progettuale» indica non solo che l’oggetto di studio è la pratica educativa, ma anche che i risultati che si ottengono non hanno valenza solo descrittiva, rappresentativa, esplicativa, bensì anche di guida all’elaborazione di progetti di intervento, di sostegno alla operatività dell’educatore, e di verifica della loro qualità. Di qui la necessità di un’analisi attenta dell’azione umana, e di quella pedagogica in particolare, da un molteplice punto di vista, in particolare filosofico e psicologico. Il processo decisionale che ne deriva conduce alla progettazione di uno schema d’azione, che comprende obiettivi, itinerari, contesti umani e relazionali, che risultino più coerenti e più chiaramente contestualizzati e finalizzati. La pratica educativa che ne segue può essere riletta in tale quadro come una conversazione che si protrae nel tempo e un dialogo interpersonale tra due interlocutori che si incontrano nel loro reciproco impegno; conversazione e dialogo che caratterizzano gli anni del passaggio alla vita adulta.
La vita che volge alla fine, le necessità dell’uomo morente, la morte: sono temi difficili, che nelle scuole si affrontano solo in via indiretta, senza riferimento alle realtà del mondo che ci circonda. Non siamo preparati a parlare della morte con i più giovani, e tali problematiche raramente sono previste nei materiali didattici. Questo libro è una proposta preziosa che tenta di colmare questa lacuna.
In una cultura in cui la morte è un tabù, una guida per gli insegnanti e gli educatori, che mostri come far familiarizzare gli allievi con questioni serie ed inesorabili, quali la morte ed il morire, può apparire insolita ma è necessaria. Inoltre, vengono forniti agli educatori suggerimenti preziosi su come parlare e sostenere gli allievi che vivono un lutto e vengono date indicazioni su come e dove affrontare tali difficili tematiche nell’incontro con i giovani, o come comportarsi di fronte a qualche reazione inconsueta degli allievi.
Il testo rappresenta sia una fonte teorica, sia uno strumento per aiutare a superare la paura della morte, per imparare a parlarne con i propri familiari, e comprendere che si può morire dignitosamente e coscientemente senza considerare la morte come una condanna. Il libro contiene anche informazioni su come aiutare i moribondi, affinché le loro ultime ore non diventino una lotta disperata, ma siano un tempo di pace, silenzio e intimità. L’aiuto alle persone sofferenti e morenti, infatti, costituisce il nucleo centrale della pubblicazione.
Il libro tratta anche della medicina palliativa e degli ospizi, che si impegnano a curare e supportare le persone morenti ed a fornire loro condizioni ambientali favorevoli, in modo che accettino e si preparino alla morte come ad una delle tappe inevitabili del ciclo della vita. Un fattore molto importante nell’attività degli ospizi, è rappresentato dal lavoro dei volontari: persone opportunamente preparate che si prendono cura direttamente del paziente, collaborando con il medico, l’infermiera o lo psicologo. Gli insegnanti e gli educatori possono informare con delicatezza ed equilibrio i propri allievi su realtà difficili come quella della morte, sensibilizzandoli alle necessità dei sofferenti ed invogliandoli ad impegnarsi nel soccorrere i più bisognosi mediante il volontariato. I giovani dimostrano spesso grande entusiasmo, energia e sensibilità, e vale la pena cercare la loro collaborazione, soprattutto perché sovente le azioni più semplici portano ai pazienti gioia e sollievo.
A differenza di qualsiasi altra specie vivente – tranne che per alcuni aspetti comuni di allevamento e di cura – l’essere umano è l’unico che attiva quella serie di comportamenti e modalità “assistenziali” che prendono il nome di educazione. E a fortiori, è pure l’unica specie che predispone di pensieri complessi e strutturati su tale procedura per riflettere criticamente o progettare quando vien facendo. Cioè, fa pedagogia. E l’ambiente familiare, con tutti i suoi elementi: dal clima relazionale-affettivo, agli stili educativi, ai rapporti intrafamiliari, alle caratteristiche personali dei genitori, ai valori trasmessi, rappresenta un luogo imprescindibile e necessario per lo svolgersi del processo educativo e si pone anche come condizione importante – seppur non determinante – per la crescita e la maturità umana.
Il volume è realizzato a partire dalla forte consapevolezza dell’imprescindibile esigenza di educare. E di educare in famiglia. Nella sua stesura abbiano tenuto presenti come in uno sfondo alcune caratteristiche dell’odierna complessità che ci parevano rilevanti per la compagine familiare. Nel primo capitolo si fa cenno, quasi in maniera introduttiva, all’importanza di avere come riferimento epistemologico la complessità nel trattare le interrelazione tra famiglia, minori e istituzioni educative. Nel secondo capitolo il riferimento è alla complessità multireligiosa, nel terzo, invece, alla complessità multiculturale; nel quarto, alla complessità relazionale all’interno dello stesso nucleo familiare. Nel quinto capitolo, infine, – proprio a motivo della società complessa in cui le famiglie si “muovono” per adempiere il loro fondamentale compito educativo – ci è sembrato utile delineare qualche considerazione sugli aspetti formativi legati al tema della promozione delle competenze genitoriali nel mondo contemporaneo.
Ricordate quei grandi insegnanti che vi hanno stimolato ed entusiasmato con il loro insegnamento? Ricordate come vi sentivate nella loro classe e come essi rendevano la classe viva? Che cosa li fece insegnanti speciali? Quali abilità e qualità possedevano per incoraggiare gli studenti a imparare? Come questi insegnanti aiutarono i loro studenti a riuscire con successo?
Questo libro mostra agli educatori come ricreare nelle loro classi lo stesso spirito e lo stesso entusiasmo descrivendo le caratteristiche e le abilità degli insegnanti efficaci. L’autore sintetizza le ricerche per identificare i comportamenti specifici dell’insegnante che contribuisce al successo degli studenti. Egli enfatizza in modo specifico i fattori che sono sotto il controllo degli insegnanti: la loro preparazione, la personalità e le prassi.
J.H. Stronge insegna come gli insegnanti efficaci si preparano ad essere educatori efficienti; come stabiliscono, gestiscono e mantengono un ambiente di classe concentrato sull’apprendimento; come organizzano il tempo, come comunicano alte aspettative e come pianificano l’istruzione; come presentano il curricolo in modo che sostenga un apprendimento attivo e impegnato; come monitorano il progresso degli studenti, identificano il loro potenziale e rispondono alle necessità speciali di ogni studente, compresi gli studenti a rischio e quelli maggiormente dotati.
Gli insegnanti, i formatori degli insegnati, gli insegnanti leader, i supervisori e coloro che conducono i tirocini possono utilizzare questo libro per la preparazione di insegnanti migliori e per migliorare la qualità dell’apprendimento per tutti gli studenti.
Le scuole come possono sviluppare una visione condivisa che abbracci le aspirazioni di tutti i membri della comunità scolastica? I membri di una comunità di apprendimento come possono lavorare insieme per costruire le conoscenze e i processi necessari per la riuscita degli studenti?
Questo libro descrive un modello di sviluppo professionale che sostenga gli educatori e le famiglie nell’apprendere e crescere insieme. Esso offre un quadro teorico e una guida pratica per rinnovare la capacità delle scuole di ottenere risultati positivi per tutti gli studenti.
La prima parte presenta i concetti, le assunzioni e le qualità che sono funzionali per costruire comunità professionali fondate su scuole che apprendono: presenta un modello teorico per il cambiamento nell’educazione, basato sulle scuole come comunità collaborative; discute il ruolo dell’apprendimento collegiale come forza di rinnovamento delle scuole; si focalizza sulle qualità di leadership che sostengono la costruzione di comunità professionali che apprendono all’interno delle scuole: la visione, i valori, il servizio, la capacità di costruire, lo sviluppo delle relazioni.
La parte seconda offre una guida pratica e strumenti per sviluppare comunità professionali che apprendono: presenta le ragioni e le strategie per esplorare le varie dimensioni dell’identità di una comunità scolastica; offre un orientamento su come scegliere gli argomenti di studio e formare i gruppi di apprendimento collaborativo; mette in luce l’aspetto interpersonale dell’apprendimento collaborativo; discute i tipi di comportamento di gruppo che aiutano a costruire un legame di fiducia, di appartenenza e di scopo; si focalizza sugli strumenti e le tecniche che sostengono i membri del gruppo nel comunicare e lavorare efficacemente insieme.
La parte terza presenta dieci strumenti che sono coerenti con la costruzione di comunità professionali che apprendono. Molti sono strumenti utili per finalità diverse e sono adattabili dagli educatori ai bisogni del gruppo. La descrizione di ciascuno strumento include la sua finalità, le fasi e i suggerimenti per la revisione e l’adattamento del processo.
In un contesto socioculturale sempre più complesso la domanda di orientamento da parte dei singoli, delle Istituzioni e della stessa politica della formazione e del lavoro, si è notevolmente amplificata ed esige risposte adeguate, soprattutto in termini di formazione degli operatori. L’Europa, da parte sua, stabilisce, a partire dalla Risoluzione di Lisbona 2000, di rendere la Comunità Europea sempre più competitiva e innovativa nell’ambito dell’economia e del mercato del lavoro.
Il volume curato dall’Associazione COSPES (Centri di Orientamento, Scolastico, Professionale e Sociale), vuole offrire una risposta qualificata a tale istanza. Risultato di un lungo lavoro di ripensamento, il testo costituisce un vero e proprio manuale aggiornato e completo sull’orientamento,uno strumento-guida che, mentre presenta un quadro teorico chiaro ed ampio sulla problematica, offre a coloro che si occupano dell’orientamento alle scelte delle indicazioni metodologiche e pratiche per avviare un serio processo di orientamento e di auto-orientamento.
Si rivolge principalmente agli operatori di orientamento (insegnanti, psicologi, educatori professionali, genitori, ecc.) e costituisce uno strumento per istituzioni, esperti e specialisti del settore che intendono avere un quadro completo della complessa problematica dell’orientamento, nell’attuale congiuntura storica attraversata da incertezza e rapidità di cambiamenti.
«È una proposta organica e coerente con gli attuali sviluppi culturali e sociali e deriva da una consolidata esperienza sul campo dei Centri COSPES (Centri di Orientamento Scolastico, Professionale e Sociale), dislocati in tutto il Paese. Come già avvenuto nella precedente pubblicazione del 2005, essa affianca ad una prima parte in cui viene chiaramente delineato il quadro teorico di riferimento, la proposta metodologica del COSPES ed un utile approfondimento legislativo, una seconda parte ricca di proposte operative e di spunti interessanti per l’organizzazione del lavoro nello specifico contesto in cui ci si ritrova ad operare. Il tutto sviluppato, pagina dopo pagina, con estrema cura e chiarezza comunicativa. Ci auguriamo, perciò, che possa diventare strumento per accompagnare l’attività quotidiana educativa/professionale di ogni operatore di orientamento» (dalla Presentazione al volume di Speranzina Ferraro, dirigente MIUR).