Dio ci chiama per nome perché ci conosce da sempre, addirittura meglio di come noi conosciamo noi stessi; ci chiama perché ci vuole bene e vuole che siamo felici. L'amore di Dio è per sempre come pure la sua chiamata, ma la nostra risposta è e sarà sempre inadeguata, incompleta, in cammino. Solo la fede in Cristo Gesù ci può permettere di accogliere il dono di Dio, senza lasciare che il tempo dell'inadeguatezza si trasformi in un rifiuto; solo la fede in lui può dare forma alla nostra vita per renderci capaci di accogliere e vivere il dono di Dio. Come possiamo seguire Gesù e quali «luoghi» possiamo frequentare per vivere alla sua presenza? La chiamata ci rende discepoli e ci abilita a essere testimoni: a noi la responsabilità e la bellezza di essere testimoni credibili del suo amore, a partire dalla vita quotidiana. Prefazione di Luca Fallica.
Don Simone è stanco, un po' influenzato, i pensieri sono tanti e la comunità di cui è parroco è impegnativa. Ma oggi lo va a trovare un ospite speciale: Gesù si ferma nella sua canonica un intero pomeriggio. Emozioni e pensieri si accavallano, in un dialogo d'amore che rimette tutto al posto giusto e fa riscoprire la Sua presenza in ogni cosa. Un racconto toccante che va al cuore del sacerdozio ma anche al cuore della vita di ciascuno di noi.
Abbiamo la testa e il cuore pieni di cianfrusaglie. Possiamo però cercare l'essenziale, lasciandoci accompagnare dalle pagine della Scrittura e dalla sapienza della Chiesa attraverso un itinerario di verità e libertà, per ritornare a stupirci del valore che la nostra vita ha davanti a Dio e davanti al mondo. Gli esercizi spirituali secondo la dinamica del discernimento del bene e del male sono un cammino di preghiera per imparare a distinguere l'Amore vero dai falsi amori, il Volto di Dio dalle sue contraffazioni, il Bene reale da quello apparente ed essere così liberi di donarci ai fratelli e alle sorelle nella gioia e nella gratuità.
Il genere letterario di queste pagine è decisamente articolato: si tratta di narrazioni sotto forma di intervista, inserite in un contesto quasi da racconto deduttivo, con una trama che si svela alla fine e lascia il lettore interpellato nel profondo, come se avesse letto un saggio sulle questioni importanti della vita. Una parola descrive in modo efficace l'intento dell'autore: squadernare, cioè tirare fuori dal quaderno i sentimenti, i dolori e i tabù che altrimenti non avrebbero uno spazio dove poter respirare. Squadernare significa anche accettare il fatto di non risolvere alcuna questione, ma tentare di stimolare il pensiero con paradossi e situazioni surreali che evidenzino e amplifichino le tematiche messe sul tappeto, cioè le notti che improvvisamente assalgono la nostra vita: un lutto, un tradimento, una malattia o un amore che finisce... notti dolorose che però ci hanno forgiato e riuscire ad abbracciarle, ad amarle e a perdonarle è la condizione per riprendere possesso di un pezzo di noi stessi che ci hanno portato via. «Scrivere questo libro non è stato semplice. Ho dovuto vincere il mio perfezionismo e accettare di condividere un lavoro che, qualora lo rileggessi venti volte, lo modificherei altre trenta. Infatti, sono tante le cose che avrei voluto dire e tante le cose che non sono riuscito a scrivere come avrei desiderato. Raccontare la vita è arduo. Perché la vita non è mai neutra, ha sempre mille implicazioni che richiedono attenzione, delicatezza e rispetto. Questo è un viaggio oltre i confini del dolore». (l'autore)
Nei primi secoli del cristianesimo, la preghiera era spesso definita come un incontro con Dio, di cui serbare e alimentare il ricordo. I Padri della Chiesa, attraverso i loro scritti, testimoniano e insegnano che si tratta di un incontro sempre possibile e offrono consigli per riconoscere la preghiera come parte della vita. La preghiera è soprattutto da sperimentare ed effettivamente i Padri ne hanno spesso scritto trasmettendo la loro esperienza senza concedere troppo spazio alle riflessioni astratte, anche se queste non sono del tutto mancate. Questo testo cerca di interpellarci nella ricerca di spiritualità e di ravvivare la nostalgia dell'incontro con Dio, attraverso numerose citazioni patristiche tratte da vari tipi di opere: lettere, trattati, omelie, biografie, regole e anche apoftegmi, cioè i detti e i fatti delle Madri e dei Padri del deserto. «Beati coloro che provano la nostalgia dell'incontro con Dio, perché continueranno a cercarlo ogni giorno».
Guardarsi attorno, saper scorgere nelle persone, nelle meraviglie improvvise della natura, nei fatti belli e brutti della quotidianità, nelle pieghe del tempo che scorre i significati profondi dell'esistenza, i motivi per sperare, la spinta a guardare lontano e a riscoprire il senso della vita. È quello che fa l'autore di questo libro, un uomo, un prete, un vescovo, un innamorato di ciò che fa di ogni donna e ogni uomo un essere umano. Egli si ferma a riflettere sulle giornate trascorse, a cercarne il sapore, a trovarvi le tracce di cristianesimo. Così chi legge viene accompagnato, pagina dopo pagina, a far proprio un modo di guardare il mondo che aiuta a ritrovare la propria umanità. Un modo di guardare il mondo che aiuta a scoprirne o riscoprirne la bellezza. Abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza del cristianesimo: è una bella notizia, comunica libertà, alimenta i desideri più profondi, genera sogni, riaccende la fiducia.
Giuda Iscariota? Certo. San Pietro? Anche. Il re Davide? Pure lui. E, come loro, Esaù, Dalila, Saul e un'altra cinquantina di personaggi biblici. Uomini e donne che per motivi diversi hanno tradito genitori, fratelli, coniuge, figli, amici, il loro popolo e persino Dio. La Bibbia non racconta soltanto vicende ammirevoli, educative, consolanti: conosce l'«impasto» umano. E se riferisce quei fatti, il motivo è un altro: la misericordia, lo sguardo d'amore di Dio trasforma gli errori in occasione per la salvezza (e la santità) personale e degli altri. A conferma che nella vita si può sempre ricominciare da capo. Ogni giorno. Anzi, ogni pomeriggio. Perché proprio un venerdì pomeriggio, a un uomo che aveva sbagliato tutto, Qualcuno ha detto: «Oggi sarai con me nel paradiso». Importante è ricominciare sempre. Ricominciare è credere all'amore. Infatti, se ricominciamo, dimostriamo di credere nella potenza e grandezza dell'amore di Dio più che nella nostra debolezza. (Chiara Lubich)
Meditazioni sulla preghiera, condotte con lo stile della lectio divina, centrate intorno a figure femminili dei vangeli. «La fede dipende dall'ascolto» (Rm 10,17), e quindi anche la preghiera, che della fede è espressione, deve essere ugualmente plasmata dall'ascolto della Parola di Dio. E se la preghiera è un incontro con il Dio che si è rivelato in Gesù Cristo, fermarsi su quegli episodi evangelici che ci mostrano delle persone che incontrano il Signore può essere un buon punto di partenza. Attraverso gli incontri di otto donne con Gesù viene proposta un'introduzione agli atteggiamenti o alle forme della preghiera, disegnando un preciso itinerario della preghiera, certo non l'unico possibile, ma non privo di un suo interesse e di una sua conseguente logica spirituale, che tiene conto sia di alcuni testi chiave della storia della spiritualità sia di alcuni testi più recenti scritti da grandi maestri di preghiera. Lo scopo del testo è semplice e ambizioso al tempo stesso: aiutare qualcuno a pregare. «Il nostro essere cristiani oggi consisterà solo in due cose: nel pregare e nell'operare ciò che è giusto tra gli uomini». (Dietrich Bonhoeffer)
"Questo è il senso della meditazione cristiana: imparare a incontrare la realtà a partire dall'armonia integrale di Cristo. Il risultato per noi è sorprendente, perché tutte le divisioni - corpo, spirito, uomo, donna, nero, bianco, vecchio, giovane - sono ricomposte in una persona e attraverso il potere della presenza in noi della persona di Gesù Cristo. La meditazione è imparare a essere sensibili e consapevoli della sua presenza dentro di noi. È questa presenza che ci insegna che ognuno di noi è reso una persona reale dalla potenza del suo amore. Se riusciamo a entrare in contatto con queste profondità dentro di noi, scopriamo che non siamo solo persone autonome e isolate. Ognuno di noi, in questo mistero di Cristo che abita nei nostri cuori, è chiamato ad amare e ad essere amato al di là di ogni divisione." (John Main). Introduzione di Laurence Freeman.
La saggezza senza tempo della Regola di Benedetto da Norcia, un classico della letteratura religiosa, è messa in risalto dal commento penetrante di una rinomata mistica e studiosa benedettina. Nella sua originale introduzione alla Regola, l'autrice afferma coraggiosamente che il testo di Benedetto del sesto secolo, dopo millecinquecento anni, riesce a toccare direttamente le questioni che oggi stanno di fronte alla comunità umana: l'amministrazione dei beni, la conversione, la comunicazione, la riflessione, la contemplazione, l'umiltà e l'uguaglianza. Seguendo la Regola originale di Benedetto paragrafo per paragrafo, il libro espande i suoi principi nel più ampio contesto della vita spirituale nel mondo contemporaneo e rende le sue istruzioni, che a una lettura superficiale potrebbero suonare arcaiche, fresche e significative per le donne e gli uomini di oggi. Così questo libro si rivela una risorsa preziosa per la contemplazione personale o comunitaria. Prefazione di Laurence Freeman.
Esiste una santità possibile per i peccatori, soprattutto i recidivi, coloro che ricadono sempre negli stessi peccati, per i deboli e per i fragili a livello spirituale? I cristiani sono chiamati alla santità o a essere degli eroi? La ricerca della perfezione per se stessa ci avvicina a Dio o non è per caso una forma di narcisismo demoniaco che ci allontana da lui? Il libro propone un itinerario, in compagnia dei teologi, dei mistici e dei santi lungo i duemila anni di storia della Chiesa, verso la consapevolezza che la santità non è riservata ai perfetti, ai virtuosi, ai moderni farisei che si credono giusti e giudicano gli altri dall'alto del loro perbenismo religioso, ma comincia dal sapersi peccatori salvati. «Non ci sono peccatori all'inferno, i peccatori erano amici di Gesù. Ci sono solo i cattivi». (Léon Bloy)
Gli scandali degli abusi sessuali sono uno dei motivi per cui molti si allontanano dalla Chiesa, che deve affrontare seriamente questi problemi e la loro vergogna. Ma non deve farsi paralizzare da questo: sono tante anche le risorse che può mettere in campo, partendo dal suo immenso patrimonio spirituale, per rispondere e rinnovarsi dall'interno.
Il Padre ci ha dato una buona maestra, Maria di Magdala, che ha imparato la spiritualità «ai piedi di Gesù» con la sua stessa vita. È un cammino di crescita interiore alla nostra portata. Seguiamo i suoi passi e proviamo a metterlo in pratica! «Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». (Lc 7,47)
Per ogni giorno feriale del tempo ordinario dispari, il vescovo di Tortona, già maestro delle cerimonie liturgiche del Papa offre una meditazione sulla 1a lettura e il vangelo della messa del giorno. Commenti che scaturiscono dalla preghiera e conducono alla vita in Cristo. Un valido sussidio per la preghiera personale e per chi prepara le omeliie.
"Giovanni della Croce si presenta come un teologo atipico, tra quelli che per parlare di Dio preferiscono ricorrere al linguaggio della poesia, piuttosto che a quello della definizione dogmatica, riallacciandosi così a un'antichissima tradizione che vede in Efrem il Siro uno dei migliori esempi, non a caso dichiarato dottore della Chiesa universale poco prima di Giovanni, nel 1920. Due teologi che prediligono l'immagine, il paradosso, la metafora, come peraltro il loro Maestro che, catturato dalle realtà più semplici e quotidiane, ne faceva parabole del Regno. Maria Tondo, nelle appassionate pagine che seguono, entra in dialogo con questo gigante del passato, non per volgersi indietro, ma quasi per invitarlo a dialogare con il nostro mondo, con le sue sfide e le sue opportunità. Intessendo così un dialogo di riconoscenza, in cui l'autrice dice di voler rendere conto di un incontro avvenuto tanti anni or sono, ma ancora vivo e fecondo." (Dalla Prefazione di Sabino Chialà)
Queste pagine nascono dal desiderio di raccontare la ricchezza dello stare insieme così come ci ha indicato nostro Signore Gesù. L'ABC del titolo sottolinea, attraverso un gioco di parole, l'importanza dell'Attenzione, della Benedizione e della Condivisione in seno a qualsiasi comunità cristiana. L'obiettivo è di far scoprire o riscoprire ai cristiani il valore e la gioia del vivere insieme come fratelli. A partire dalla presenza di Cristo in mezzo a loro, i membri di una comunità si presentano al mondo come inconfondibile segno di solidarietà e come progetto di un comune - mai individuale o intimistico - progetto di santità, scaturente dal desiderio di prendere le distanze dalle seduzioni del male per diventare operatori di bene e di pace. La comunione fraterna è, di per sé, un forte segno di evangelizzazione e quindi testimonianza che non smette di stupire ed aprire i cuori a Cristo. «Si vede che questo libro nasce da una esperienza vissuta, perché tocca molti punti che solo i contatti umani e l'esperienza del vivere insieme possono portare alla luce. Io stesso vi ho imparato molto». (Padre Raniero Cantalamessa).
Una preghiera che riprende le parole dell'Angelo a Maria e che nasce nella tradizione cristiana per fare memoria, durante lo scorrere delle ore di ogni giorno, dell'infinito amore di Dio. Le pagine di questo piccolo libro, intriso di riflessioni bibliche, ce ne svelano la profondità spirituale
Si può comprendere la figura di Charles de Foucauld solo attraverso l'ampiezza delle relazioni che ha tessuto nel tempo, dall'infanzia fino al giorno della sua morte, nonostante le dolorose perdite che hanno segnato la sua esistenza. Da quando ha compreso che l'amore di Dio si rivela attraverso i legami, ha attinto quotidianamente a questo amore e ha saputo condividerlo con chiunque incontrava. Le relazioni con familiari, amici e con i più lontani sono diventate il "luogo" per imparare ad amare Dio e per donare la propria vita, a imitazione di Gesù di Nazaret. Il testo vuole accompagnare il lettore in un percorso di riflessione spirituale sul senso dei propri legami, alla luce dell'esperienza di Charles de Foucauld, fratello universale. «Quanto siamo vicini l'uno all'altra in Dio, e quanto siamo vicini e uniti, o piuttosto un unico cuore, noi che abbiamo lo stesso Padre, noi che viviamo dello stesso amore». Charles de Foucauld. Prefazione Riccardo Battocchio.
Saper ascoltare le inquietudini di un cuore in crescita, saper vedere oltre l'indisciplina, saper fare rete con i colleghi... oltre alla responsabilità di dare voti equi, di scegliere libri di testo adeguati, di trovare le parole giuste per trattare con i genitori... davvero insegnare è molto più di un mestiere! L'autrice di queste pagine, insegnante appassionata, trasforma in preghiera ogni affanno, preoccupazione, dubbio, gioia trovando alimento e forza in Colui che ha detto: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò riposo» (Mt 11,28).
Se la pratica della penitenza è tipica di molte tradizioni religiose, nel cristianesimo assume un significato del tutto nuovo. Non una punizione, né un castigo per rimettere a posto i conti con Dio saziando la sua sete di vendetta e neppure un sacrificio per imbonire una divinità tanto severa quanto esigente. Nulla di doloristico, insomma. La sua chiave di comprensione è la misericordia di Dio manifestata da Cristo Gesù, che fa della penitenza un percorso di valorizzazione dell'umano a somiglianza dell'umanità da Lui incarnata e rivelata. La penitenza non può essere un'attività doloristica, né mortifera. Dio, infatti, nella sua misericordia non vuole la morte del malvagio, ma che si converta e viva.
L'incontro con il Risorto, un incontro di amore che ci ha cambiato la vita, è all'inizio di ogni itinerario di fede. Dal Risorto siamo rimasti affascinati, attratti, soprattutto salvati: la grazia della Redenzione ci ha comunicato la vita nuova dei figli di Dio, liberandoci dal peccato e dalla morte. Da quel momento abbiamo deciso che la nostra vita sarebbe stata una risposta di amore all'Amore. E l'amore chiede l'ascolto attento dell'amato. Il libro propone commenti, in forma breve e semplice, alle letture delle Ferie del Tempo Ordinario Anno II (pari). Sono commenti che scaturiscono dalla preghiera e, attraverso la preghiera, conducono alla vita in Cristo. Non c'è, infatti, una vera lettura della parola di Dio che non sia orante e che non comporti un cammino di adesione progressiva alla volontà di Dio, con il crescere di una vera e propria passione per l'annuncio della salvezza. A ogni lettura, pertanto, si accompagni l'invocazione: «La mia lingua canti le tue parole» (Sal 119,172). Non si dovrebbero mai dimenticare le parole di san Girolamo: «L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo». Essere cristiani significa, anzitutto e prima di tutto, conoscere e amare il Signore Gesù Cristo e tendere ogni giorno di più a realizzare quanto sperimentato dall'apostolo Paolo: «Per me vivere è Cristo» (Fil 1,21).
L'esperienza salvifica dell'incontro con Cristo inizia spesso con l'ascolto di una Parola che ci raggiunge esattamente lì dove siamo: nella vita, nelle relazioni, nel desiderio di riconciliazione. Pregare e accogliere il vangelo nelle nostre case significa sperimentarne la potenza e la creatività. Il vangelo di Luca ci introduce alla buona notizia di un Amore che non dice mai "basta". Solo un Amore così rende la vita degna d'essere vissuta. La catechesi che accompagna le pagine del vangelo di Luca ci porta sui sentieri di una lettura fraterna della Scrittura per gustarne in famiglia, in parrocchia, nelle amicizie e nei percorsi di discernimento personale e comunitario, il respiro e la potenza. Se, come la donna che dopo aver tanto cercato ritrova la sua moneta preziosa, avessimo il coraggio di invitare a casa nostra gli amici e i vicini (cf. Lc 15,8-10), riscopriremmo il gusto di fare festa insieme, celebrando la vita e la speranza. Chi ascolta cresce, cambia e trasforma il mondo. Questo è il frutto che la Parola promette.
"Nell'esortazione di Francesco sulla santità Gaudete et exsultate, il papa invita i cristiani, soprattutto in famiglia e in comunità, a fare attenzione - come faceva Gesù con i discepoli - ai «piccoli particolari dell'amore». Partendo da sette riferimenti evangelici (il vino di Cana, la casa di Giairo, il gregge del pastore, le monetine della vedova, l'olio delle vergini, il pane condiviso e la «piccola colazione» sul lago di Tiberiade) l'autore, aprendo il cuore anche con esperienze personali, ci conduce alla riscoperta di quei «dettagli» che possono essere un «di più» nella vita familiare e comunitaria. Dopo la pandemia, è ancor più importante cogliere queste «piccole cose» che possono rendere più felice il prossimo, ricordando che Dio privilegia i piccoli e ama rivelarsi nella semplicità. Ricordiamo come Gesù invitava i suoi discepoli a fare attenzione ai particolari. Il piccolo particolare che si stava esaurendo il vino in una festa; [...] che mancava una pecora; [...] della vedova che offrì le sue due monetine; [...] di avere olio di riserva per le lampade se lo sposo ritarda; [...] di chiedere ai discepoli di vedere quanti pani avevano; [...] di avere un fuocherello pronto e del pesce sulla griglia mentre aspettava i discepoli all'alba". (Papa Francesco)
A un anno dall'uscita della Fratelli tutti, dodici persone dialogano con il cardinal Zuppi sulla fraternità. Un ragazzo, due giovani, un formatore, due suore, un medico, due sposi, un missionario, una giornalista e un sacerdote. Ne esce un quadro utile per il rinnovamento pastorale, ma anche un percorso di riflessione sulla vita di tutti i giorni per ogni uomo e ogni donna di buona volontà: perché la fraternità è di tutti, perché la fraternità è per tutti. Esiste un viaggio che ogni uomo è chiamato a fare: il viaggio a scoprirsi fratello degli altri e a riscoprire nell'altro il volto di un fratello. Un viaggio di consapevolezza. Perché nasciamo già fratelli, nasciamo già collegati, il viaggio serve solo per rendercene conto.
Questo terzo volume, dedicato al ciclo liturgico dell'anno C dove si legge prevalentemente il vangelo di Luca, conclude la serie di meditazioni sui vangeli festivi. Sulla falsariga dei due volumi precedenti, sono inserite nelle 66 meditazioni proposte oltre cento testi tra brevi racconti, aneddoti, detti e poesie. L'evangelista Luca, rappresentato nella tradizione cristiana dal bue alato, è stato definito da Dante lo scriba della mansuetudine di Cristo. Questa bella e felice definizione consente di cogliere gli atteggiamenti di tenerezza e misericordia che sempre accompagnano Gesù, il Salvatore misericordioso, in questo vangelo. «Oggi sarai con me in paradiso» (Lc 23,43) è la risposta inaspettata e straordinariamente consolante, rivolta da Gesù al ladrone che gli chiedeva di ricordarsi di lui quando sarebbe entrato nel suo regno. Fino al momento della morte non è mai troppo tardi per incontrare il Salvatore misericordioso. Si tratta sempre di un incontro che trasforma la vita e dona la gioia. Spero che le presenti meditazioni possano essere di un qualche aiuto nel rendere più profondo e vitale questo incontro.
Vecchio (a tutte le età) è chi ha perso la fiducia. Una virtù essenziale e faticosa. La pandemia ci ha resi tutti un po' più vecchi. Incapaci di credere alla rinascita, incapaci di darci reciprocamente fiducia. Sospettosi, diffidenti, arrabbiati, pieni di nostalgia per il tempo passato. Stanchi ed irascibili. Da mesi abbiamo bisogno di una «flebo» di fiducia. Per reggere, per guardare avanti, per ritrovare gli altri come fratelli e non come nemici. Riflessioni per risvegliare la fiducia. Aiutati dalla Parola che è sempre capace di Promessa. Per riscoprire che la vita è ancora davvero promettente.
«Ma cosa c'entra questa roba con me?»: a chi di noi - uomini e donne coi piedi per terra, gente adulta e disincantata - ricordando un qualsiasi brano di Vangelo letto in età giovanile, oppure dopo averlo ascoltato più o meno casualmente, non è mai saltata in testa una domanda del genere? Viceversa, cosa c'entra la mia vita con quelle pagine? Essermi innamorato, avere dei figli e svolgere una professione, come anche vivere delusioni, sperimentare fallimenti e scoprirmi incapace di resistere al male, appartiene in qualche modo al Vangelo? I testi qui raccolti percorrono queste domande con puntualità, a volte con ironia. Scegliendo di «ripartire dalla vita», desiderano mostrare l'originaria correlazione tra il Vangelo e la nostra umanità comune, così che possiamo intravedere i segni della buona presenza di Dio anche là dove appaiono estranei o inesistenti. Di conseguenza risulterà evidente quanto la «fede di Dio» in ogni uomo e donna, preceda e renda possibile la «fede in Dio» di ciascuno di loro. Roba da non credere! Schiacciare un pisolino, litigare con il partner, accorgersi che un figlio è diverso da ciò che vorresti, scambiare quattro chiacchiere con gli amici fino a disquisire su disordine, spaghetti e mascarpone, c'entra qualcosa con la fede cristiana?
La lectio divina o lettura pregata della Sacra Scrittura è lo spazio di incontro tra Dio e l'uomo. Debitrice della tradizione ebraica, in cui affonda le radici, la lectio è allo stesso tempo erede della tradizione ermeneutica dei Padri, per i quali non è tanto l'erudizione che va cercata ma l'unzione, non la scienza ma la coscienza, non la carta ma la carità. L'intento del presente volume è di prendere per mano il lettore, come un padre il proprio figlio, per introdurlo all'ascolto di Colui che parla e misteriosamente instaura quella singolare relazione che è fautrice di autentica libertà umana. Ascoltare la Parola non significa decifrarne semplicemente il contenuto; di più, significa lasciare che quella Parola giunga a decifrare la nostra vita.
Tanto più la realtà, la società, il mondo si allargano, si espandono, si complicano - causando per questo, nell'uomo, un senso di smarrimento e di paura - tanto più è necessario che egli ritrovi se stesso in un cammino interiore profondo e vero. Alla «globalizzazione» si può far fronte con l'«interiorizzazione»; al «distanziamento sociale» con l'intimità. Conoscere se stessi, diventare consapevoli della propria vita interiore e della propria storia, è il primo passo per un'esistenza forte, libera e riconciliata. Questo libro non è un manuale né una considerazione astratta sui tempi moderni: è una raccolta di esercizi per la vita quotidiana, da fare nel rispetto del mistero della propria persona. Nel «conoscere» te stesso c'è in ballo la tua storia, la tua vita, assolutamente personale e unica, di cui devi avere rispetto e timore assoluto, come se non ti appartenesse del tutto, come se non fosse tua. Non è solo tua.
Testi scaturiti durante la meditazione silenziosa in cui, certe volte, è possibile percepire di attraversare delle soglie. Il silenzio apre uno spazio interiore, conduce verso la parte profonda dell'anima sempre radicata nella sorgente da cui fluisce la vita. Nello stato di resa e di annichilimento della volontà, in cui tutto tace, il nostro essere spirituale si svela a se stesso, ci apre alla vita delle creature spirituali. In aggiunta, passi del testo biblico, di opere apocrife del Vecchio Testamento e dei vangeli apocrifi, in cui si riscontrano occorrenze degli arcangeli Michele, Raffaele, Gabriele, Uriele. Riguardo a Me?a?ron, sono riportate occorrenze riscontrate in alcune opere della tradizione rabbinica. Gli arcangeli giungono quando si sentono chiamati. Si risvegliano nell'anima di chi li ama lasciando tracce della loro presenza. Facendo trovare le loro immagini in ambiti inconsueti. Rispondendo con segni quando si sentono invocati. Attirando verso i luoghi dove più sono pregati. Finché cominciano a parlare nel cuore durante i risvegli notturni e mattutini rivelando i misteri della vita degli spiriti. L'anima li riconosce attraverso l'angelo custode, che è la sua propria natura spirituale, e si pacifica ristorandosi nella luce da cui proviene e alla quale sempre e soltanto aspira. Quando gli arcangeli parlano risvegliano memorie antiche che riemergono dall'oblio come velami che si aprono su sfondi sempre più luminosi in cui la verità appare viva in se stessa e come familiare e sempre più nuda. Più si svela più si fa intensa d'amore libero di amare. Cosicché niente più si nasconde, ma è nel suo essere. Amen.
Perché il male e la sofferenza, benché non voluti da Dio, si manifestano tuttavia anche in sua presenza? Dove vanno ricercate le cause del male? Dal momento che Dio sa tutto, che senso ha pregare? Bisogna chiedere a Dio di apportare dei cambiamenti a piani che esistono da sempre nella sua saggezza eterna? Si può accettare l'esistenza dei miracoli? In che relazione si trovano l'onnipotenza di Dio e la nostra libertà, ovvero la nostra libertà e i suoi piani immutabili? Cos'è la predestinazione? Sono domande importanti, che mettono in difficoltà anche persone inclini alla riflessione, ed esigono una risposta. Dio non ci fa vagare nel deserto del mondo, ma mostra a ciascuno di noi un obiettivo chiaro - il nostro destino - che è la salvezza, la comunione con Sé.
Cosa può essere successo nei tre giorni in cui il ragazzino Gesù è stato da solo a Gerusalemme prima di essere ritrovato? Il libro ne propone una rilettura narrativa, scritta alla luce delle Scritture e della fede di milioni di cristiani in tanti secoli. Non è una ricostruzione storica ma una meditazione poetica, come un apocrifo del terzo millennio, basato però su due criteri importanti: la verosimiglianza e la plausibilità. «Dopo il canto della notte ognuno si ritira cercando un sonno ristoratore. Gesù entra con me nella tenda e dopo pochi minuti si addormenta profondamente. Al buio, insieme a Maria, innalziamo un'ultima preghiera al Dio vivente, ma prima di scivolare nel sonno ci chiediamo come ogni sera: "Che ne sarà di questo incredibile e misterioso figlio che abbiamo avuto in dono?"». Siamo condotti per mano attraverso la meditazione di alcuni passi del Vangelo a ritrovare la loro radice nelle prime esperienze di Gesù e in quei sentimenti giovanili che ne hanno segnato il cuore fino a renderlo uno scrigno di estrema compassione. Dalla Presentazione di Fratel MichaelDavide Semeraro. "Sono certo che quanti avranno in mano questo racconto avvincente lo leggeranno con facilità e con estremo interesse. Auguro loro di saper cogliere anche la profondità di quanto viene annunciato". Dalla Prefazione di Francesco Ravinale.
Che cosa si può dire ancora su Maria che non sia ripetitivo? Quale profilo può essere propulsivo di quella liberazione annunziata nel Magnificat? Il titolo Ben più che Madonna è un invito ad andare oltre le incrostazioni culturali e religiose, il devozionismo, il razionalismo teologico, la retorica, la riduzione femminile e servile a esecutrice dei dettati del Cristo. Il sottotitolo Rivoluzione incompiuta allude al Magnificat e alla sua profezia di riconciliazione tra cielo e terra e di tutte quelle fratture che in ogni ambito dell'umano (antropologico, socio-politico, economico, ecclesiologico) ostacolano il Regno della giustizia e dell'amore. In ogni capitolo, una prima parte si confronta con gli aspetti salienti della vita di Maria, come ci è dato conoscere, e una seconda apre a considerazioni interdisciplinari. Dalla lettura agile e al contempo documentata, questo libro presenta Maria come l'amata regale nella sua dignità di sposa del Padre, chiamata a rispondere all'Amore cooperando alla generazione del Figlio, corpo nel corpo, alla sua formazione, a condividerne la missione, mantenendo la sua specifica vocazione. Il lettore vi troverà "cose vecchie e cose nuove" per ripensare l'umanità e la Chiesa sul registro mariano.
Di fronte alla situazione di confusione e di crisi in cui ci troviamo, è necessario fermarci a riflettere, per capire come mai la fede che professiamo non abbia la forza di vincere il mondo. Viene il fondato sospetto che la nostra fragilità dipenda da una fede non pura. Una delle finalità del presente lavoro è appunto quella di invitare a fare una verifica di questo genere. Lo sguardo è rivolto principalmente alla rivelazione contenuta negli scritti dell'Antico Testamento, a partire dalla convinzione che determinati limiti e distorsioni della nostra visione di fede derivino dall'utilizzo che facciamo di certi brani dell'AT, e dalla loro interpretazione non sempre corretta. Occorre inoltre liberare il campo da tanti pregiudizi, luoghi comuni e «precomprensioni», che sono di grande ostacolo per una fede forte e coerente. Abbiamo tutti bisogno di riflettere su un problema di fondo: fino a che punto la fede che professiamo è conforme ai contenuti del vangelo annunciati da Gesù? La Bibbia raccoglie le memorie di un popolo, perché le giovani generazioni possano partecipare all'alleanza. L'alleanza è il tema che come un filo rosso unisce le varie parti della Bibbia.
La gioia è il mistero stesso della vita di Gesù. Nonostante la croce, il Figlio di Dio aveva un cuore che traboccava di vera gioia, un gaudio nascosto faceva vibrare tutta la sua persona. Interrogandosi su questo mistero della vita cristiana, cuore del Vangelo, l'autore si è imbattuto in Hans Urs von Balthasar e nella sua visione particolare della gioia, intesa come passaggio purificatore attraverso l'esperienza della croce, che è esperienza di morte e di vita, di seppellimento e di risurrezione e quindi di immersione nel divino, già ora sperimentabile. In questo senso la gioia ha un carattere paradossale perché mette assieme speranza e sofferenza, passione e amore, attesa e profezia, giustizia e perdono. Ma essa è segno di un'esistenza redenta, liberata dal peccato e dal male attraverso la passione di Cristo e la sua risurrezione nella carne. Ed è in questa luce che la gioia può ritornare nella vita di ogni giorno e riportare l'uomo alla ricerca della vera felicità. La gioia evangelica deve essere il segno e l'abito del cristiano. È rara, ma non impossibile. Prefazione Scognamiglio Edoardo.
Il dogma della comunione dei santi, piuttosto dimenticato, in realtà è una delle consolazioni più grandi che lo Spirito Santo abbia inventato per noi poveri uomini costretti a mille battaglie finché siamo su questa terra. Ma di che cosa si tratta, esattamente? In che cosa consiste la «comunione dei santi»? Il testo di Claudio Dalla Costa lo descrive in modo unico, nuovo, originale, semplice, efficace. Un libro da non perdere per ricevere quella «consolazione» dello Spirito di cui tutti abbiamo un enorme bisogno, soprattutto in questo tempo. La comunione dei santi è la prima e la più efficace rete internet che esista. Prefazione Tognetti Serafino (Padre).
La forma della felicità, il nuovo libro di don Fabrizio Centofanti e Sabrina Trane, non può non sorprendere il lettore. Partendo da un'idea diffusa di felicità psicologica, e descrivendola con competenza, allarga sempre più l'orizzonte, fino a sovrapporre al livello semplicemente umano quello che si può evincere dalla lettura del Vangelo e della tradizione cristiana più attendibile: dal progetto dell'uomo, potremmo dire, al progetto di Dio. Ne risulta una visione totalmente nuova dell'obiettivo più comune e condiviso da ogni essere umano. Il breve saggio si legge quasi come un romanzo: a un certo punto, il ritmo si fa incalzante, sembra di essere arrivati al gran finale, ma - e questo è il vero assunto del libro - c'è sempre un oltre. Perché per essere felici bisogna «passare all'altra riva», come Gesù dice, così frequentemente, nel Vangelo. Dalla Prefazione di don Fernando Altieri La felicità è un obiettivo comune a tutti gli esseri umani. In questo libro, scopriremo se e come sia possibile vincere questa scommessa, in un tempo in cui tecnologia, informatica e digitalizzazione globale ci spingono a ripensare dalle fondamenta un tema ineludibile per ogni persona consapevole di sé.
Il viaggio proposto in questo libro ci permetterà di scoprire che solo la vita spirituale è la vera vita. Perché è una vita in compagnia. La compagnia di Dio che non vede l’ora di stare con noi sempre. Anzi ha già stabilito la tenda in noi. È allora necessario aprire la tenda e lasciarci guidare da Lui. Perché? Perché Lui ci porta diritti alla gioia. È stato Cristo infatti a dire: «Io sono la via, la verità e la vita». E a dire ai suoi apostoli: «Che la vostra gioia sia piena»!
La religione non consiste in nessun’altra cosa che in uno sguardo.
Simone Weil
Tutta la nostra conoscenza, anche quella religiosa e spirituale, ha una stretta relazione con i sensi. E non si può disgiungere da essi la dimensione simbolica. La parola astratta sapienza deriva dal verbo latino sapere (gustare). L'essere sapienti è l'esercizio del gusto dell'intelligenza. Si può apprendere la sapienza del gustare Dio? Solo se ci si dà del tempo. Un tempo per la calma, la quiete, il silenzio, la meditazione, la preghiera. Un tempo necessario e sufficiente per tenersi alla presenza del buon Dio. In un cammino in cui non si è soli, ma ci si pone sulle orme di quanti/e nel corso della storia hanno appreso a gustare Dio nella propria vita. «Bisogna anche gustare Dio. Eh sì, gustare Dio... Gustare Dio è avere il cuore ferito» Jean-Claude Colin.
Il nome Iosèf, in ebraico, significa "colui che aggiunge". Giuseppe aggiunge il desiderio al discernimento. L'umiltà all'orgoglio ferito. L'amore alla crisi con Maria. Il coraggio alla paura di essere inadeguato a fare il padre. La libertà al possesso. La speranza alla morte. Questo libro sogna di entrare nel mondo interiore di Giuseppe e, attraverso di lui, di aggiungere sogni alle notti di ogni uomo e di ogni donna.
Un filo rosso tiene legati questi quaranta brani del Vangelo: la forza dirompente di un annuncio rivoluzionario che è stato sempre più insabbiato e trasformato nel corso del tempo. Gesù ha rovesciato le categorie religiose: la legge, l'osservanza, il merito, il sacrificio diventano valori negativi, perché l'uomo, agli occhi di Dio, è prezioso a prescindere. Protagonisti di queste pagine del Vangelo, ma assolutamente paradigmatici di tutti i vangeli, sono l'accoglienza, il perdono, il servizio, la cura verso gli altri - tutti gli altri - in una parola l'amore incondizionato. E don Paolo Scquizzato ci guida con entusiasmo e passione lungo un viaggio, cui prendono parte decine di teologi, scrittori, poeti, filosofi che danno il loro contributo spirituale e intellettuale per definire la cornice entro cui si collocano le nostre esistenze, il nostro essere e il nostro modo di vivere, il nostro io con tutte le sue zone d'ombra e il nostro stile di vita, le nostre ferite e la nostra luce. Dall'Introduzione di Elisabetta Pauletti.
Lasciarsi muovere verso l'abbraccio è la condizione necessaria per sentire l'amore. Dio è amore. Egli abbraccia continuamente l'umanità attraverso l'amore di Gesù, il Figlio amato, che ama con tutto se stesso, donandoci il suo corpo, mostrando all'umanità intera la potenza dell'Amore vero, appassionato, totale, ferito. Questo libro si sviluppa a partire dalla contemplazione del corpo di Gesù, ci porta a sentire una sempre più forte comunione con Lui, a costruire la comunione e la pace tra noi, a essere segno della sua tenerezza e della sua bellezza nel mondo. È dalla relazione umana tra noi e il corpo di Cristo che ci possiamo aprire alla comunione d'amore con l'Unico Dio.
"Dio non gode di buona salute nella società attuale. Eppure da tempo c'è una forte rinascita della spiritualità: ricerca di silenzio, di meditazione, di senso, di nuovo rapporto con il creato, con il tempo, con l'universo... La Chiesa è ancora capace di nutrire la sete di spiritualità degli uomini e delle donne di oggi? Solo se ricorda loro che Dio non sta in chiesa (soltanto). Dio sta nel mondo, nel "suo" mondo. Che non è un luogo neutro, ma opera sua. Luogo dove abita il Risorto. Per vederlo non dobbiamo "scappare in chiesa", ma aguzzare lo sguardo. Dio parla nel pane e negli spaghetti che mangio, parla nella neve e nel sole, parla in ufficio e in fabbrica. Dio parla in panetteria e dalla parrucchiera. Perché Lui è lì. Ecco ciò che provo a fare in questo libro: provo a mangiare "da credente", provo a guardare la tavola alla luce della mia fede. A poco a poco il sale, le patate, la pizza, le polpette, le sedie... iniziano a parlare. Spero succeda anche a te. Buon cammino." (Derio) "La vita spirituale non è forse null'altro che la vita materiale compiuta con cura, calma e pienezza: quando il panettiere svolge alla perfezione il suo lavoro di panettiere, Dio è nella panetteria. Il cielo, con Cristo, scende sulla terra un po' più di quanto non faccia d'abitudine, e qui e là, grazie al lavoro dei cuori, trova il suo posto in un angolo, come se gli fosse stata preparata una nicchia nelle reti dei pescatori, o nelle anfore di vino o nelle ceste di pane. La terra, i mestieri e il piacere di parlare non sono mai stati tanto glorificati come nel Vangelo. Qui cielo e terra sono faccia a faccia per la prima e forse ultima volta nella Storia." (Christian Bobin)
Tutto ciò che si può dire della croce da un punto di vista umano è negativo: come ha potuto diventare un segno positivo? È stato possibile grazie al modo in cui Gesù ha vissuto quella sofferenza ingiusta, grazie al suo legame d'affetto col Padre. La croce non è un semplice simbolo, perché rappresenta la persona stessa di Gesù e richiama la vicenda da lui vissuta, un dramma di morte e di risurrezione. Nei secoli quell'oggetto si è caricato di riferimenti teologici e artistici, fino a diventare gioiello prezioso che orna corone e scettri, segno da porre sui campanili e sulle montagne, simbolo religioso per le scuole e le case. Percorriamo dunque le vie dell'arte e della storia seguendo la croce, per soffermarci su questo mistero capace di sconvolgere, affascinare e ispirare i cristiani di ogni epoca, che vi riconoscono il segno glorioso dell'amore di Dio per l'umanità.
C'è stata una notte che ha cambiato per sempre il corso della storia. Una notte oscura in cui, in una Giudea di due millenni fa, si consumava il dramma di un Rabbi di nome Gesù, riconosciuto dai suoi amici come Figlio di Dio e dai suoi avversari come un bestemmiatore pericoloso e, per questo, arrestato di nascosto e condannato a morte. Una notte, allo stesso tempo, luminosissima per miliardi di persone al mondo e per migliaia di generazioni nella storia, perché, in quella tragedia, avvenne la salvezza dell'umanità. L'opera vuole entrare in quelle ore così cruciali per vegliare con Gesù, scoprire cosa accadde, contemplare la vita che si dona e riflettere, alla luce di tutto questo, su alcuni temi classici della riflessione filosofica. Proviamo ad immergerci in quel buio in cui risplende la fonte della luce. Entriamo con Lui nella notte dimenticata.
Prendiamo atto che il mondo è velocemente cangiante. Non dobbiamo adattarci, ma distinguere tra stravolgimento ed evoluzione e dobbiamo trovare metodi, linguaggi, pluralità di forme. L'attenzione al cambiamento non è per adeguarsi a sopravvivere ma è per comunicare e per dare un contributo all'evoluzione stessa, che la salvi da derive stravolgenti e mortificanti. Queste pagine, scritte da un pastore di anime, vogliono aiutare i cristiani, molte volte oberati dalle preoccupazioni, schiacciati dagli impegni e distratti dalla fretta, a ritrovare il senso della propria fede, la forza della carità fraterna, la gioia della festa nella comunità. L'incontro con il Cristo è l'incontro decisivo, il punto di non ritorno, il significato dell'intera esistenza; l'urgenza della missione non si misura sull'attesa dell'accoglienza, ma sul tempo dell'urgenza del bisogno del fratello.
Una lode che affonda le sue radici nel XII secolo, che si prega ancora oggi al termine del Rosario e che i monaci cantano a fine Compieta. Le pagine di questo piccolo, prezioso libro aiutano a gustarne la ricchezza spirituale e la bellezza delle immagini. Una lettura da centellinare e meditare nel silenzio del proprio cuore.
L'autore, lanciando «pietre che rimbalzano sull'acqua» per far «comparire dei cerchi sempre più grandi, che finiscono per abbracciare lo stagno intero», offre una serie di riflessioni attorno alle questioni sorte nel periodo del lockdown. Le meditazioni hanno origine dall'esperienza drammatica della pandemia, ma allargano l'orizzonte tematizzando le questioni esistenziali di ogni giorno, anche se spesso nascoste, e che in momenti di crisi e calamità arrivano a galla. Ci sono esperienze primordiali che l'uomo ha già vissuto prima di riflettere su di esse; esperienze primordiali come la paura, il dolore, l'angoscia, la gioia, la speranza, l'amore, il senso di colpa. [...] Don Giuseppe Pani, con viva e profonda spiritualità, riflette sulle esperienze umane ed esistenziali in modo tale che divengano occasione per scrutare il mistero di Dio. Rilegge molte pagine della Sacra Scrittura evidenziando come in esse incontriamo un Dio di cui nessuna immagine è adeguata, un Dio che non si presta come risposta semplice e pronta alle inquietudini della vita, un Dio che sa sorprendere sempre di nuovo, perché la sua presenza salvifica rompe schemi umani ed opera al di là delle frontiere. Dalla Prefazione di Martin M. Lintner.
Una foglia secca, la pioggia battente, un filo d'erba, il vento impetuoso, un'opera d'arte, una persona malata... tutto, se guardato con gli occhi dello spirito, può rivelarci un significato più nascosto, profondo e rimandare al Creatore dell'universo. Le pagine di questo libretto, scritte da una donna speciale, un'anima assetata di Dio, ci aiutano a capire che tutto è dono e che siamo, in ogni momento della nostra vita, immensamente amati.
L'incontro con il Risorto, un incontro di amore che ci ha cambiato la vita, è all'inizio di ogni itinerario di fede. Dal Risorto siamo rimasti affascinati, attratti, soprattutto salvati: la grazia della Redenzione ci ha comunicato la vita nuova dei figli di Dio, liberandoci dal peccato e dalla morte. Da quel momento abbiamo deciso che la nostra vita sarebbe stata una risposta di amore all'Amore. E l'amore chiede l'ascolto attento dell'amato. Il libro propone commenti, in forma breve e semplice, alle letture delle domeniche, delle memorie, delle feste e delle solennità dell'intero anno liturgico, nei suoi tre cicli A, B e C. Sono commenti che scaturiscono dalla preghiera e, attraverso la preghiera, conducono alla vita in Cristo. Non c'è, infatti, una vera lettura della Parola di Dio che non sia orante e che non comporti un cammino di adesione progressiva alla volontà di Dio. A ogni lettura, pertanto, si accompagni l'invocazione dell'antico salmista: «Fammi vivere secondo la tua Parola» (Sal 119,25). Non si dovrebbero mai dimenticare le parole di san Girolamo: «L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo». Essere cristiani significa, anzitutto e prima di tutto, conoscere e amare il Signore Gesù Cristo e tendere ogni giorno di più a realizzare quanto sperimentato dall'apostolo Paolo: «Per me vivere è Cristo» (Fil 1,21).