Lo scandalo degli abusi sessuali nella Chiesa ha portato alla luce anche situazioni di prevaricazione spirituale nelle comunità religiose e monastiche. La nascita di nuove realtà e il desiderio di ritornare a una forma di vita più autentica all'interno di ordini antichi hanno talvolta suscitato comportamenti inaccettabili da parte di superiori o fondatori. Le cause si possono ricondurre a squilibri psicologici personali o a scarse capacità di governo della vita comune. In conseguenza di ciò, donne e uomini che si sono donati a Dio con tutto lo slancio della loro giovinezza hanno trascorso molti anni prima di prendere coscienza del condizionamento loro imposto e trovare il modo di liberarsene, il più delle volte abbandonando la comunità. Per molti di loro, il cammino di ricostruzione personale, psicologica e spirituale è stato, o è ancora, lungo e doloroso. Radicato nella tradizione della vita monastica e in una solida teologia della vita religiosa, Dom Dysmas de Lassus propone elementi per misurare i pericoli di certe pratiche spirituali o di governo delle comunità. Egli elabora una proposta innovativa, basata sui grandi equilibri che permettono una crescita personale e comunitaria lontana dalla manipolazione e rispettosa delle persone e della tradizione.
La vita consacrata attraversa una stagione di crisi che gli abusi nella Chiesa hanno ulteriormente accentuato. Come si può esprimere oggi l'identità ecclesiale dei consacrati? Come determinare la maturità umana e spirituale dei giovani attratti da queste forme di vita? Le comunità religiose possono ammalarsi, ma possono anche guarire se riescono a considerare pienamente i bisogni affettivi e psicologici delle persone consacrate. Questo il libro percorre due strade, una di psicologia sistematica e una di teologia spirituale. L'approccio psicologico esamina le forme con cui un gruppo - una comunità - si struttura e matura, in fedeltà alla propria missione e vocazione, mentre la dimensione spirituale approfondisce soprattutto i processi formativi anche come modalità di prevenzione degli abusi.
Non solo la vita consacrata, ma la Chiesa e la stessa società si trovano oggi a fare i conti con una transizione che le coinvolge fin nelle radici. Tutto viene messo in discussione e nulla può più essere come prima.
In questo contesto la prima reazione potrebbe essere di smarrimento o di rassegnazione. Eppure è proprio nei momenti di profonde trasformazioni che nascono le cose nuove e importanti. Non solo per la creatività, che mai come in questi momenti viene stimolata, ma perché è nel cambiamento, quando è radicale, che ci si apre al futuro e lo si sa anche anticipare. Questo è dunque il tempo dei santi e dei profeti, di coloro che sanno intuire la novità e hanno coraggio e forza per tradurla in pratica. Ed è il tempo di riscoprire che le vocazioni e i carismi sono complementari e solo quando si incontrano e sanno interagire possono realizzarsi nel loro vero significato.
Sommario
Introduzione. I. Il percorso fatto e le prospettive. II. Carisma e carismi: quale vita consacrata in quale Chiesa. III. Consacrati per il vangelo. IV. Annunciare il vangelo in un mondo in fuga. V. Vita consacrata e laici: perché e verso dove. VI. Donne credenti per la vita dei credenti. Identità e compiti. VII. Accoglienza e ascolto: un ministero del prete ma non solo. VIII. Vita cristiana e consacrata: la prospettiva della virtù.
Note sull'autore
Luigi Guccini, religioso dehoniano, ha studiato alla Pontificia Università Gregoriana e per quasi 30 anni ha diretto la rivista Testimoni e curato collane dedicate alla spiritualità e alla vita consacrata. Attualmente vive e opera in un centro di spiritualità del suo istituto a Capiago (Como). Per EDB ha pubblicato di recente Vita consacrata: le radici ritrovate (nuova edizione 2014), Vita consacrata e mondanità spirituale. La parola di Papa Francesco (2015) e Papa Francesco e la mondanità spirituale (2016).
È solo connettendosi alle domande della storia che si mette il nostro agire su sentieri dotati di senso. Non basta la presunzione di avere un «sapere» da cui trarre le risposte, se queste sono sganciate dalla capacità di porsi le domande, a partire dall'interrogativo più importante: quale elemento vivificante si è eclissato dalle nostre scelte e dalla nostra vocazione? Questo libro raccoglie le domande di religiose, religiosi e laici sui temi della vita consacrata, del suo futuro, della sua necessaria reinterpretazione alla luce delle nuove situazioni.
Oggi più che mai, in un contesto culturale e sociale in cui l'autorità e il governare sono visti in modo prevalentemente critico e sottoposti anzitutto al giudizio e al pregiudizio, si rivela necessario mostrare il volto servizievole di questo compito. L'idea dell'autorità in Francesco d'Assisi non ha nulla a che vedere con il potere, il prestigio e il dominio, tipici di una mentalità mondana. Egli stesso volle essere non un capo ma un fratello, non un maestro ma un testimone, non un padrone ma un servo. Il modo francescano di considerare il governo della fraternità e dell'Ordine è infatti incompatibile con il potere perché chi governa deve agire per puro spirito di servizio nella consapevolezza che l'autorità è un dono e non un privilegio. In questo senso lo spirito francescano del governare insiste sull'uguaglianza in fraternità in forza della professione dei voti e del Vangelo. Questo volume raccoglie gli atti del convegno «Governo fraterno. La novità di Francesco d'Assisi nella società delle relazioni liquide», svoltosi a Siracusa dal 25 al 27 settembre 2015 per iniziativa della Provincia dei Frati Minori Cappuccini.
Si è soliti pensare che i carismi siano monopolio delle religiose e dei religiosi, ma, secondo papa Francesco, essi «non sono un patrimonio chiuso consegnato a una istituzione o a un gruppo perché lo custodisca», bensì doni dello Spirito dati alle persone, integrate nel corpo ecclesiale e attratte «verso il centro che è Cristo». Di questi doni sono dunque destinatari tutti i cristiani e nella Chiesa la maggior parte dei carismi che hanno dato vita a istituti di vita consacrata provengono da laici e laiche, a partire da san Francesco e san Domenico. Il carisma, infatti, non indica innanzitutto una funzione. Il termine deriva da charis, cioè grazia, carezza di Dio, che fa dono alla libertà del singolo di alcune spinte interiori. Aprirsi a un carisma significa dunque accettare di custodire e alimentare ciò che già si ha e diventare ciò che potenzialmente già si è.
Il libro raccoglie alcuni contributi dell'autore sull'atteggiamento dei giovani nei confronti della fede e sulle problematiche vocazionali che ne derivano. Sono due ambiti critici ed emblematici su cui si gioca il futuro della Chiesa in Europa, qui esaminati nel quadro della società attuale, studiati a partire da ricerche condotte sul campo e discussi in una prospettiva di fede che non nasconde la realtà, ma si propone di dare nuove ragioni alla speranza. Un libro che sollecita la riflessione sia per i religiosi, sia per chi si occupa di catechesi giovanile o di pastorale vocazionale.
L'esortazione apostolica Vita Consecrata definiva la scelta dei monaci e delle monache una delle «tracce che la Trinità lascia nella storia perché gli uomini possano avvertire il fascino e la nostalgia della bellezza». A distanza di due decenni dalla pubblicazione di quel documento è necessario prendere atto dei problemi, provocati principalmente da un'errata interpretazione del rinnovamento promosso e auspicato dal Vaticano II. Proprio dal concilio è necessario ripartire. E, in particolare, da tre fondamentali acquisizioni. La prima è la teologia della Parola, con un convinto ritorno alla vita spirituale, carenza individuata tra le principali cause della sterilità odierna della vita consacrata. La seconda è la teologia di comunione, intesa come apertura a spazi di relazione e rilettura dei carismi nella situazione attuale, anche al fine di individuare e soccorrere povertà ignorate o disattese. La terza, infine, è la teologia delle realtà terrestri, il ritorno alla grande tradizione dei Padri, al tempo in cui i monaci vivevano a stretto contatto con la gente, lavoravano, pregavano, vivevano semplicemente il loro battesimo con gli altri battezzati.
«La scelta della vocazione monastica comporta che il bene che ci sarà dato di compiere non consisterà tanto in opere caritative, quanto piuttosto nel sacrificio della nostra vita, nella preghiera gratuita, nell' offerta di noi stessi. Tutto il monastero è da trattare come i vasi sacri dell'altare, perché tutto appartiene al Signore; noi stessi diventiamo un bene nelle mani di Dio, siamo come l'obolo della vedova gettato nel tesoro comune e la nostra vita deve essere un culto continuo a Dio, un'offerta generosa e gratuita, lieta e riconoscente».
Fino a un passato recente molta parte del discernimento e dell’accompagnamento nella formazione dei futuri sacerdoti, dei consacrati e delle consacrate avveniva quasi esclusivamente sul versante spirituale. Questo aspetto è stato in seguito maggiormente trascurato per privilegiare il ricorso alle scienze umane. Oggi i tempi sono maturi perché i due aspetti interagiscano per offrire un contributo alla maturazione umana e spirituale dei candidati, riletta e interpretata attraverso la dimensione affettiva.Solo una formazione integrale, capace di promuovere tutte le dimensioni della personalità senza riduzionismi superficiali e ossessioni particolaristiche, può infatti garantire la maturazione autentica delle persone nelle diverse vocazioni della vita. Per questo la Facoltà di Scienze dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana, raccogliendo la sfida che emerge all’interno della Chiesa rispetto alla formazione affettivo-sessuale dei sacerdoti e dei religiosi, ha coinvolto alcuni suoi docenti per elaborare questo manuale.Si tratta di un volume progettato per orientare l’intervento dei formatori nei seminari e nelle comunità religiose, utile anche a chi desidera utilizzarlo per orientare la propria crescita umana e spirituale.
Durante il concilio Vaticano II i cardinali Dopfner e Suenens criticarono la «separatezza» della vita religiosa, sostenendo che una realtà incentrata su se stessa non è più comprensibile e appetibile. Dopo cinquant'anni, oggi è papa Francesco a mettere al centro della riflessione l'invito a «uscire dai propri recinti» e la consapevolezza che nella vita religiosa serve un supplemento di luce per la cultura dell'incontro e la qualità delle «relazioni», essendo «questo il modo cristiano di promuovere il bene comune e la gioia di vivere». Il papa invita a prendere atto che le relazioni umane sono al centro di tutto, sono il fulcro attorno al quale, nel bene e nel male, ruota l'esistenza umana. Anche la Chiesa ha bisogno di approfondire questo aspetto a partire dal modo di credere, che non viene alimentato solo dalle idee e dai libri, ma soprattutto dagli incontri che cambiano la vita.
Le Istituzioni di vita consacrata presentano come porta di ingresso solo e sempre «legami perpetui»: i voti di obbedienza, povertà, castità. E, in un contesto sociale «liquido» e mutevole, propongono un impegno per tutto l'arco della vita. In che modo le istituzioni religiose presentano oggi, ai giovani che le accostano, i legami dei voti, parte inalienabile del carisma di fondazione? Il libro cerca una risposta indagando alcune dinamiche che si presentano in modo nuovo nella vita consacrata, in particolare il rapporto tra obbedienza e creatività personale, tra povertà e prestazione lavorativa, tra castità e sfera affettiva.
La vita religiosa ha oggi la necessità di misurarsi con una sensibilità che le impone di ripensarsi daccapo e in modo radicale, se non vuole trasformarsi in un teatino senz'anima escluso dai circuiti della vita, più servo delle opere che del vangelo. L'esortazione apostolica Evangelii gaudium mette in guardia dal «sognare piani apostolici espansionisti, meticolosi e ben disegnati, tipici dei generali sconfitti». Dietro certe dichiarazioni programmatiche e progetti solo in apparenza risolutivi, non c'è tanto la forza di un'invitante idea carismatica quanto la debolezza di chi è spaesato e cerca soluzioni in scelte che portano inconsciamente a servirsl delle vocazioni piuttosto che a servire la vocazione.
Per nuove stagioni di profezia al servizio della Chiesa servono nuovi interpreti della fantasia di Dio che non si lascino irretire dalla grandezza, dall'organizzazione e dall'efficienza, ma che nell'impasto dell'umanità diventino facilitatori di fermenti evangelici mettendo in gioco gli aspetti vitali, l'esperienza e l'originalità.
Presentazione di Raniero Cantalamessa. Postfazione di Cristiana Dobner.
Fratel MichaelDavide condivide con il lettore le convinzioni maturate in oltre trent'anni di vita monastica e di contatto con alcune realtà della vita religiosa. La prima parte del testo intreccia convinzioni, suggestioni e provocazioni su alcuni punti ritenuti importanti per osare ancora la vita consacrata in modo incarnato nel tempo e nello spazio. Alcune sottolineature permettono di rileggere i voti in un modo meno ideale e più compromesso con il processo di maturazione dei consacrati del nostro tempo, che devono fare i conti con una rivoluzione antropologica da cui non sono esenti. Sullo sfondo della riflessione vi sono l'esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii gaudium e il contenuto della conversazione con i Superiori Generali avvenuta alla fine di novembre 2013. Si fa urgente passare da un'immagine della vita consacrata elitaria e distaccata dalla storia di tutti, nonostante sia generosamente compassionevole verso tutti, a quella di una vita consacrata assolutamente impastata con la storia e, prima di tutto, capace di assumere fino in fondo la propria storia personale. L'icona della Samaritana è scelta come fonte di ispirazione per ripensare la stessa perfezione evangelica non in termini di irreprensibilità, ma di capacità di camminare verso la verità passando attraverso il "vero" di se stessi. Prefazione di Felice Scalia.
La vita religiosa sta con fatica cercando nuove strade per reinventarsi, nel desiderio di non lasciarsi imprigionare dal passato, anche se glorioso, e nello sforzo di immaginare un futuro ancora tutto da inventare. Sembra più facile elencare le frustrazioni prodotte da maldestri tentativi di riforma che godere di qualche frutto, segno di una stagione nuova che sta per iniziare. Papa Francesco, con il suo parlare semplice e diretto, evangelico e profondamente umano, invita ad uscire dal tempo delle diagnosi per entrare nel tempo della profezia. Ma come? La vita religiosa è ancora capace di cogliere il soffio dello Spirito per fare strada con l'uomo d'oggi, guardandolo con simpatia e cordiale amicizia, offrendo un'esperienza di fraternità che non esclude nessuno, ma che coinvolge tutti perché ricca di umanità? Proprio "la custodia dell'umano", argomenta l'autore, invita a "essere fedeli al tempo che ci rende fedeli all'eterno", fedeli alle persone che cambiano le relazioni e le istituzioni.
Un testo che esce in terza edizione ampiamente rifatto e con l'aggiunta di alcuni capitoli, dopo le prime due edizioni andate esaurite. Consacrazione, missione, voti, ma anche comunità, discernimento spirituale e carisma sono i temi affrontati dall'autore, che si propone di riflettere sulla vita consacrata in modo non astratto, ma a partire dal cammino concreto che essa ha compiuto nei secoli e dal percorso che, pur faticosamente, cerca di fare oggi. "Dio parla nella storia ed è lì che lo dobbiamo cercare", scrive Guccini. "Io sono abituato a muovermi così e mi sembra di essere arrivato, in collaborazione e dialogo con tanti amici, a una visione insieme storica e sapienziale che è - così mi pare - l'unico modo per individuare anche oggi i percorsi a cui siamo chiamati come consacrati".
Da oltre mezzo secolo che la vita religiosa non si è sentita sfidata a essere parte viva delle grandi trasformazioni che hanno attraversato l'Occidente. L'incapacità di interpretare la fine di un'epoca e di uno stile ha impedito di comprendere che nella Chiesa sono apparse forme nuove, non meno ricche e più ampie di appartenenza al vangelo. Per tornare a esprimere la sua forza attrattiva, la vita religiosa è invitata a ridare un'immagine positiva di sé e della propria missione rivisitando il rapporto tra "mondo" e "convento" e cercando nuove tracce di senso. La bussola non può essere soltanto la memoria o le teorizzazioni, ma deve essere individuata nella ricerca di un nuovo profilo più realistico e meno idealistico, più virtuoso che virtuale, capace di recuperare la relazione con gli altri in una comunicazione non superficiale o mascherata, guidata dalla paura del giudizio altrui o da improprie immagini di perfezione.
Con coraggiosa scelta evangelica, il Vaticano II ha fatto prevalere una concezione di Chiesa intesa come «mistero», «comunione» e «popolo di Dio» e ha aperto le porte alla possibilità di elaborare nuove forme espressive del servizio dell'autorità.
L'autore approfondisce questo aspetto richiamandosi al pensiero di alcuni tra i più influenti protagonisti del Concilio, in particolare coloro che configurarono la grande svolta ecclesiologica. Si tratta, in particolare, di Y. Congar, considerato il teologo per eccellenza dell'evento conciliare; J.-M.R. Tillard, pioniere nella riscoperta della teologia dei Padri; K. Rahner, propositore della svolta teologico-antropologica; B. Häring, il più autorevole teologo morale; E. Schillebeekx e H.U. von Baltassar, le cui riflessioni hanno inciso in modo determinante nella riflessione sulla nuova ecclesiologia.
Sommario
Presentazione. Proemio. I. Lo sviluppo di una grande storia che viene da lontano. II. «Rimanete in ciò che fu dall'inizio» (s. Giovanni). III. Nella Chiesa popolo di Dio, come dovrebbe essere l'autorità? IV. Nella Chiesa popolo di Dio, come si pone l'obbedienza? V. Il posto dei profeti. VI. «La tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e libertà… perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo» VII. Domande in attesa di risposta. Postfazione. Se Dio seduce ancora è perché Dio non appartiene alla logica del potere ma dell'amore. Opere consultate.
Note sull'autore
RINO COZZA, presbitero della Congregazione di san Giuseppe, comunemente nota come Giuseppini del Murialdo, ha conseguito la laurea in Teologia dogmatica ed il dottorato in Teologia pastorale. È vicario episcopale per la Vita consacrata nella diocesi di Trento, collabora con il mensile Testimoni del Centro Editoriale Dehoniano e con alcuni «osservatori» di ricerca socio-religiosa. Con EDB ha pubblicato Voglia di vita evangelica. Nuovi modelli di vita religiosa (2012).
Esiste una questione che si dà per scontata e che è all'origine di molte incomprensioni: è possibile parlare della vita consacrata come se si trattasse di una realtà univoca o come se, conoscendo un istituto, si conoscessero tutti? Negli ultimi decenni il magistero della Chiesa ha risposto negativamente a questa domanda facendo emergere il problema di analisi e letture eccessivamente indifferenziate.
Tuttavia, nel considerare il complesso e vario fenomeno storico cristiano della vita consacrata si trovano elementi coincidenti e ciò consente di elaborare un discorso generale a partire dal particolare. Non si deve però dimenticare che esistono realtà concrete: gli istituti e, in fin dei conti, gli individui, ciascuno con la propria storia spirituale e umana unica, inconfondibile e irripetibile.
Il volume si interroga sull'attualità della vita consacrata evitando «il pessimismo rassegnato e la stanchezza», ma anche «l'ottimismo ingenuo» e il rischio di confondere i desideri con la realtà, i progetti con le realizzazioni per fare invece, citando le parole di papa Giovanni Paolo II, «memoria grata del passato, vivere con passione il presente, aprire con fiducia al futuro».
Sommario
Sigle. INTRODUZIONE. Si può parlare de «la» vita consacrata? I. A CHE PUNTO CI TROVIAMO? CONOSCERE IL PRESENTE PER VIVERLO MEGLIO. 1. Inserire il nostro presente nel contesto della storia. 2. La tendenza statistica attuale: quello che dicono i numeri e la loro interpretazione. 3. Le tendenze: come potrebbe essere lo sviluppo in un futuro prossimo? 4. Che cosa ci insegna la situazione attuale? II. DA DOVE VENIAMO? IL PASSATO CHE È IN NOI. 1. Il passato remoto: l'oggi è figlio del passato. 2. Un momento chiave: il concilio Vaticano II (1962-1965). 3. Lo sviluppo dottrinale. 4. Dalla crisi postconciliare alla situazione attuale. III. DOVE STIAMO ANDANDO? REALISMO E SPERANZA. 1. Caratteristiche della vita consacrata già percepibili. 2. Per un presente che abbia futuro. CONCLUSIONE. Che cosa ci risponderebbe Cristo, se gli chiedessimo del futuro? Bibliografia.
Note sull'autore
JOSÉ ROVIRA ARUMÍ è professore al Claretianum (di cui è stato direttore per nove anni), all'Università Pontificia Salesiana, all'Institute for Consacrated Life a Manila, nelle Filippine, alla Pontificia Università Urbaniana e al Pontificio Istituto Auxilium. È autore di numerosi studi sulla vita consacrata.
Descrizione dell'opera
Al di là dello sforzo umano, il vero protagonista della vita e della missione della Chiesa è lo Spirito Santo. È questo il motivo per cui oggi possiamo affermare con certezza che il processo di rinnovamento post-conciliare è stato ed è un racconto dello Spirito. Dobbiamo tutto alla sua generosità.
Volgere indietro lo sguardo per ripercorrere quanto è avvenuto nella vita consacrata durante il post-concilio genera sicurezza e abbandono fiducioso. Non se ne possono ancora valutare i frutti con sufficiente profondità né si può prevedere a cosa porterà l'attuale cambiamento epocale che stiamo sperimentando. Tuttavia, fiduciosi nello Spirito, possiamo dire che i tempi migliori sono quelli che devono ancora venire.
Lungo tutto il post-concilio, i consacrati e le consacrate hanno camminato nello Spirito, avanzando sempre, con gratitudine e fiducia, illuminati e incoraggiati dalla Chiesa e dal suo Magistero, volendo rispondere alle sfide culturali, sociali ed ecclesiali che interpellano, in ogni tempo e in ogni circostanza, la vita e la missione della vita consacrata.
L'autore offre una visione d'insieme del percorso seguito dalla vita consacrata in questo tempo. Un libro utile per rendersi conto della tanta grazia ricevuta e della risposta che le successive generazioni della vita consacrata hanno dato alla chiamata dello Spirito. L'opera ha il carattere di testimonianza da parte di chi ha conosciuto in modo privilegiato e molto da vicino, da differenti punti di vista e da diverse latitudini, tale cammino.
Sommario
Sigle più utilizzate. Introduzione. I. LE TAPPE DI UN CAMMINO SORPRENDENTE. 1. Albero, Giardino e Via. 2. Il concilio Vaticano II. 3. Ricezione e adattamento. 4. La crisi: tra rilevanza e appartenenza. 5. Comunione e partecipazione: un magistero lucido. 6. Fissazione normativa e nuovo impulso. 7. Valutazione e riflessi. 8. Le forme di vita cristiana. 9. La «rilettura» della missione: sfide e orizzonti. 10. Sintesi e rilancio: il sinodo sulla vita consacrata. 11. Fine del millennio: in cerca di coerenza. 12. Dialogo, globalizzazione e interculturalità. 13. Il giubileo: primato della spiritualità. 14. Il momento attuale: dove ci porta lo Spirito? II. TRA LUCI E OMBRE. BILANCIO DEL CAMMINO PERCORSO. 1. Tre riferimenti di base e una conclusione autorizzata. 2. Tra luci e ombre: rivivere il mistero pasquale. 3. Il lato più oscuro del rinnovamento. 4. Il lato luminoso del rinnovamento. 5. Segni di novità nella vita consacrata post-conciliare. 6. Il processo di rinnovamento continua a essere aperto. 7. Tre convinzioni e tre lezioni. Appendice. Bibliografia.
Note sull'autore
AQUILINO BOCOS MERINO, missionario claretiano, è stato direttore spirituale del Collegio Mayor Maronita (Salamanca); formatore al Teologado Claretiano (Salamanca e Madrid); direttore di Vida Religiosa; iniziatore delle Semanas Nacionales de Vida Religiosa; superiore provinciale di Castiglia; consigliere generale e superiore generale dei Claretiani (1991-2003). Ha partecipato a tre Sinodi dei Vescovi ed è attualmente impegnato come conferenziere e consigliere di diversi istituti religiosi. Autore di numerosi articoli in riviste di diversi paesi, ha pubblicato varie opere, una delle quali tradotta in italiano: Eredità e profezia: 150 anni di grazia e di servizio al Vangelo (Roma 1998).
Quale futuro per la vita consacrata? Come rinnovarla? "La crisi non impedisce il futuro, ma ne è spesso la condizione, spesso è la fucina che lo prepara affinando, bruciando, purificando, eliminando..." (dall'Introduzione). Le pagine proposte dall'autore intendono cogliere l'attuale crisi della vita consacrata come appello e come possibilità. Sull'esempio e sul fondamento della vita e della pratica di umanità di Gesù, di cui testimoniano i Vangeli, la vita religiosa è chiamata a essere anzitutto una vita umana e umanizzata all'interno delle strutture antropologiche del celibato e della vita comune. Emerge qui l'importanza delle dinamiche relazionali, della comunicazione e dell'autorità nella vita comunitaria per caratterizzare la qualità umana ed evangelica della vita religiosa. Questi alcuni dei nodi affrontati dall'autore disegnando un percorso di semplificazione e di essenzializzazione che la vita religiosa è chiamata a intraprendere
La vita consacrata è un modo di vivere il Vangelo sulla scia di un fondatore. Partendo da questi due riferimenti - Vangelo e mandato del fondatore l'autore ricostruisce come e con quali intenti sono emersi, lungo la storia del cristianesimo, i tratti tipici che caratterizzano la vita monastica e religiosa. Individua le ragioni teologiche e storiche che hanno prodotto i grandi modelli, spirituali e giuridici, che così fortemente hanno caratterizzato il cattolicesimo occidentale. Colloca, infine, questi modelli nella crisi presente, per individuare motivi di attenzione, ragioni di speranza, prospettive su cui costruire. Egli giunge quindi a concludere che la vita religiosa, così come lo stesso cristianesimo, non è in crisi a motivo della nequizia dei tempi, ma perché, chiamata a superare se stessa per ritrovare le grandi intuizioni fondatrici, fatica a conformarsi a Cristo in modo nuovo nella forza dello Spirito. Vera e propria teologia fondamentale della vita consacrata, il volume costituisce un punto di riferimento nel ripensamento di quest'ultima per l'oggi e guardando al futuro.
La vita consacrata fatica a pensarsi e proporsi in modo nuovo, soprattutto in Occidente. Ma essa rimarrà viva solo se saprà non farsi paralizzare da un'identità predefinita, se saprà rispondere alle aspettative dell'attuale società, che dai consacrati si attende di vedere il riflesso concreto dell'amore di Cristo per ogni persona e della sua attitudine guarente, attraverso forme che portino anche pienezza di umanità. Il volume non si ferma all'analisi e alla denuncia, ma aiuta ad aprire il cuore alla speranza, indicando nuovi cammini possibili, segnalando in particolare alcune scelte: vera e profonda attenzione ai segni dei tempi, condivisione carismatica con i laici e fraternità che si fanno carico di una nuova uguaglianza e di una nuova libertà, fuoriuscita dalle solite prassi istituzionali di governo e di amministrazione.
Una buona regola di vita non costringe ma guida; apre gli occhi sulla bellezza della fede; negli eventi imprevisti aiuta a tenere fisso lo sguardo sulla meta; indica la via da percorrere con fede nella propria professione, nei luoghi di lavoro, in famiglia.
Il testo della regola della comunità di Reuilly è ricco di una lunga esperienza vissuta, ascoltata, raccolta. Porta l'impronta di colei che l'ha scritta: una donna che parla a una comunità di donne e introduce un linguaggio caratterizzato da preghiera, umanità e poesia. Un testo, i cui capitoli centrali sono certamente redatti per una comunità specifica, ma che si presta a essere un itinerario di fede e d'impegno al seguito di Cristo per ogni credente.
Presentazione. Introduzione. Ecco la regola di un'esistenza santa. Premesse. I. Voi lo amate, senza averlo visto; e ora, senza vederlo, credete in lui. II. Mettersi volentieri al servizio di tutti. III. Voglio entrare in questa sublime condizione dell'ordine e dell'amore. IV. Se vuoi, vieni! V. E tu fosti mia. VI. Alla luce del suo Amen. VII. Liturgia: molteplice incontro. Epilogo. Indice delle referenze relative ai testi in corsivo.
La COMUNITÀ DI REUILLY è una comunità monastica protestante di diaconesse situata nei pressi di Versailles (Francia): dal 1974 al 1995 è stata retta dalla priora suor Myriam (1925-2010), autrice di questa regola di vita. La costituzione della Comunità delle Diaconesse di Reuilly risale al 1841, per impulso del pastore protestante Antoine Vermeil e di Caroline Malvesin. Sulla scorta dell'esempio delle comunità fondate da san Vincenzo De Paoli, le diaconesse si sono poste l'obiettivo di esercitare la carità, nel servizio della comunità e con l'intento di allacciare un dialogo di fraternità tra le Chiese. "Vegliate e pregate": questo il motto consegnato dalla Malvesin alle sue diaconesse.
Descrizione dell'opera
La vita consacrata sperimenta un momento particolare: di cambiamento ovunque e di difficoltà in molti contesti. La chiusura delle «opere» da parte di molti istituti religiosi ne è l'indicatore più eloquente.
L'autore è tuttavia convinto che essa conservi in sé potenzialità e anima, in grado di restituirla sempre alla sua freschezza e alla sua «genialità».
In tale situazione, egli individua i pericoli più frequenti nelle fughe, in avanti o all'indietro: «In avanti per sognare prospettive di un'impossibile palingenesi, che vorrebbe la totale rigenerazione delle persone e delle loro storie e per indicare strade per il domani o dopodomani, senza però dirci come passare dall'oggi al domani, che è il problema concreto e reale da risolvere. All'indietro per rimpiangere sicurezze perdute e credere stoltamente che le condizioni difficili dell'essere "in mezzo al guado" si superino tornando al punto di partenza».
Il volume insegna ad abitare il presente recuperando una spiritualità non più legata alle cose da fare e radicata, invece, nell'interiorità del singolo e della vita comune.
Sommario
Prefazione. 1. Il futuro dentro il presente: i segni del nuovo nella nostra vita. 1. Una spiritualità incarnata. 2. Una fraternità leggibile. 3. Una nuova missionarietà. 2. La missione della Chiesa e le sfide della modernità ci interpellano. 1. Un orizzonte onnicomprensivo: l'ecclesiologia di comunione. 2. L'ecclesiologia di comunione si nutre soprattutto di eucaristia. 3. La necessità di ascoltare, la voglia di essere ascoltati. 4. Un'icona evangelica. 5. Un'altra icona evangelica. Conclusione. 3. Il servizio dell'autorità e (il servizio del)l'obbedienza. Faciem tuam, Domine, requiram. Riflessioni, annotazioni, provocazioni. 1. Alcune premesse e alcuni impertinenti perché. 2. Il titolo e il contenuto. 3. Il «cuore» del documento. 4. Il tema dell'obbedienza punto focale del documento. 5. Il vademecum per chi esercita il servizio dell'autorità. 6. I tre protagonisti dell'autorità-obbedienza. 7. Passaggi importanti: piste da approfondire. 8. Obbedienza e testimonianza. 4. Meditazioni. 1. Giacobbe e la lotta notturna al wadi Iabboq. Riappropriarsi della propria interiorità e riscoprirla abitata. 2. Il buon samaritano. Icona di Gesù e del vero discepolo. 3. La samaritana. Gesù: il dono di acqua viva e di se stesso.
Note sull'autore
Mario Aldegani, nato a Petosino di Sorisole (Bergamo) nel 1953, licenziato in teologia e laureato in storia della Chiesa, ordinato sacerdote nel 1980, è superiore generale della Congregazione di San Giuseppe, comunemente nota come Giuseppini del Murialdo. Ha svolto il servizio di superiore della Provincia Piemontese, prima, quindi della Provincia Unita d'Italia. Dal 2001 al 2005 è stato apprezzato presidente della Conferenza Italiana Superiori Maggiori (CISM).
Parlare di autorità e di obbedienza risulta «difficile, impopolare e rischioso» (Paolo VI). In senso cristiano, non si tratta di due realtà distinte e separate, ma di due dimensioni di uno stesso mistero: «due modi complementari di partecipare all'offerta di Cristo» (Evangelica Testificatio). «L'autorità è sempre, evangelicamente, un servizio» (Vita fraterna in comunità). Non è un potere che domina, ma un amore che serve, una diakonia. Perciò, l'esercizio evangelico dell'autorità è la forma più radicale di obbedienza cristiana.
L'autore, partendo dalla propria esperienza, dalla riflessione teologica e dal magistero ecclesiale, mette in evidenza la dimensione essenzialmente cristologica che deve sempre avere l'autorità-obbedienza nella vita consacrata per essere verità evangelica.
Sommario
Introduzione. Ragione teologica della propria speranza. 1. Fede e obbedienza, «ossequio ragionevole». 2. Gesù Cristo, personificazione dell'autorità e dell'obbedienza. 3. Autorità-obbedienza nella vita consacrata. 4. La priorità della persona. 5. L'impresa di essere persona: diritti e doveri fondamentali. 6. Diritti e doveri del religioso. 7. Missione fondamentale dell'autorità religiosa. 8. Dottrina ecclesiale sull'autorità nella vita consacrata. Antologia di testi. 9. Alcuni «testi» complementari. Epilogo. L'autorità cristiana è sempre cristiana? Documenti e riferimenti dottrinali sull'esercizio dell'autorità nella vita consacrata. Bibliografia complementare.
Note sull'autore
Severino-María Alonso Rodríguez è missionario claretiano. Dottore in teologia, diplomato in spiritualità e mariologia, è docente di teologia della vita consacrata all'Istituto teologico di vita religiosa a Madrid (Università Pontificia di Salamanca), ove è stato anche direttore, e docente alla scuola Regina Apostolorum. Accanto alla docenza universitaria, ha ricoperto incarichi di governo e di formazione. È stato direttore della rivista Vida Religiosa.
La cultura contemporanea è incentrata sull'individuo e i suoi bisogni, mentre il cristianesimo è essenzialmente relazione con Dio e relazione con il prossimo. Anche la vita consacrata si trova dunque ad affrontare la sfida dell'individualismo imperante. Una formazione seria chiede alle religiose e ai religiosi di misurarsi sul proprio bisogno di relazione e sui modi in cui esso si concretizza.
I vari contributi offerti dal volume trattano il tema sotto diversi profili - filosofico, teologico, pedagogico, socio-pastorale, spirituale - riconducendolo a unità vera e offrendo ai lettori nozioni teoriche e piste concrete per una relazione costruttiva e maturante.
In dieci grandi sezioni, suddivise in altrettanti paragrafi, l’autore presenta gli argomenti che occorre «apprendere e insegnare» per capire la vita consacrata. I Cento Temi sono stati pensati con un intento informativo e formativo, così che il volume serve come introduzione alla vita consacrata e come strumento di formazione permanente, per chi intende scoprire le ragioni degli inizi e di sempre dell’essere religiosi, e per chi deve parlare alle persone consacrate.
Il confronto con la contemporaneità è uno degli aspetti presenti in tutta la trattazione, che propone la teologia del Vaticano II come dettato normativo per l’identità della vita religiosa di oggi.
Sommario
Breve presentazione dell’autore. I. Storia della vita consacrata. II. Fondamenti biblico-teologici della vita consacrata. III. La consacrazione. IV. Consacrazione e voti. V. La comunione nella vita consacrata. VI. La missione della vita consacrata. VII. La formazione per la vita consacrata. VIII. La spiritualità della vita consacrata. IX. La vita consacrata e i suoi aspetti giuridici. X. Sfide attuali per la vita consacrata.
Note sull'autore
Camilo Maccise ocd (Toluca - Messico, 1937) nel 1954 entra nell’ordine dei carmelitani scalzi; compie gli studi di filosofia in Messico e quelli di teologia a Roma (Teresianum e Pontificio Istituto Biblico), a Gerusalemme e a Bogotá. Nel 1962 viene ordinato sacerdote a Roma. Docente di teologia in Messico e in Colombia, viene eletto provinciale dei carmelitani del Messico, poi consigliere generale e superiore generale dell’ordine. Per la sua autorevolezza viene scelto per l’Unione dei Superiori Generali dapprima come consigliere (1991-1994) e poi come presidente per due mandati (1994-2001). L’impegno nell’insegnamento e nel governo hanno fatto di lui una delle voci più autorevoli nel proporre, a Roma come in America Latina, forme di vita religiosa rispondenti alla teologia del Vaticano II e alle istanze della società contemporanea.
Descrizione dell'opera
Di fronte alla crisi della vita consacrata si parla talora della necessità di tornare alle radici. Per l’autore è tuttavia indispensabile un passo ulteriore, al fine di individuare un ‘ripartire da Cristo’ che sappia saldarsi alla situazione attuale, ne diventi chiave interpretativa e indichi la vera risposta che occorre. Le pagine che egli propone si pongono su questa linea: partono dai fatti – l’attuale situazione della vita consacrata – e cercano di mostrare come proprio il ritorno al vangelo, e dunque il significato teologico-spirituale delle grandi parole che definiscono il progetto di vita consacrata, ha forza di rinnovamento per la vita consacrata stessa in ogni suo aspetto.
Il discorso intende essere spirituale, ma secondo una spiritualità che parla alla vita e la trasforma non solo a livello personale ma comunitario e apostolico. Il tema che ritorna nel corso di tutta l’esposizione è infatti quello della riqualificazione spirituale, nella convinzione che siano maturi i tempi per una vera ripresa spirituale, profondamente incarnata nel tessuto storico e culturale di oggi, capace di restituire alla vita consacrata autenticità e credibilità.
La seconda edizione è arricchita da tre nuovi capitoli che affrontano in particolare i temi della castità e della povertà.
Sommario
Prefazione. 1. Vita consacrata un ritorno alle radici. 2. La pratica e il frutto. 3. La vita spirituale come vita nello Spirito. 4. Carisma e vita nello Spirito. 5. Carisma del fondatore e carisma dell’istituto. 6. Obbedienza e vita nello Spirito. 7. Con discernimento. 8. Nella vita consacrata un’obbedienza per la missione. 9. Il servizio dell’autorità nella comunità religiosa. 10. Nel celibato per il Regno. 11. Solitudine e comunione nel celibato. 12. Per i poveri da poveri. 13. Obbedienza alla vita nella sottomissione. 14. Perché diventi vita vissuta (E. Citterio).
Note sull'autore
Luigi Guccini, sacerdote dehoniano, ha compiuto gli studi alla Pontificia Università Gregoriana. Ha lavorato per quasi 30 anni al Centro Editoriale Dehoniano di Bologna come direttore del quindicinale Testimoni e curatore di alcune collane editoriali nel campo della spiritualità e della vita religiosa. Questo incarico gli ha consentito di seguire con attenzione e in modo continuativo la ricerca e l'evoluzione della vita consacrata nel postconcilio, sia in Italia che a livello internazionale. Presso le EDB ha pubblicato – da solo o in collaborazione – Obbedienza vita nello Spirito (1981), La vita consacrata a vent'anni dal concilio (1986), Dove va la vita consacrata (1996) e ha curato Una comunità per domani. Prospettive della vita religiosa apostolica (2000). Attualmente vive e opera in un centro di spiritualità del suo istituto a Capiago, alle porte di Como.