Nel tempo delle baby gang, della criminalità giovanile che inonda le pagine di cronaca e di una emergenza educativa che sembra avere raggiunto proporzioni inquietanti, c'è una domanda che attraversa il cuore e la mente di tanti genitori ed educatori: c'è ancora spazio per la fiducia nel rapporto con le nuove generazioni? In questo libro don Claudio, cappellano del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano e fondatore della comunità Kayròs, ribadisce che non serve una legge più dura per contrastare la criminalità e il disagio giovanile ma reali opportunità di crescita. Attraverso il racconto delle storie dei suoi ragazzi, don Claudio accompagna il lettore nel cammino imprevedibile e rischioso della fiducia, il solo capace di alimentare la speranza educativa.
In un discorso del 15 ottobre 2020, Papa Francesco ha invitato tutti gli uomini e le donne di buona volontà a sottoscrivere un Patto Educativo Globale, con il quale si impegnano a intraprendere sette percorsi educativi. Il libro riprende ciascuno di questi percorsi, affidato ciascuno a un esperto del settore. Ogni capitolo aiuta a comprendere come realizzare ciascun percorso e pur mantenendo il dovuto rigore scientifico, è scritto con un linguaggio accessibile a un vasto pubblico. I sette punti affrontati sono: Mettere al centro la persona; Ascoltare le giovani generazioni; Promuovere la donna; Responsabilizzare la famiglia; Aprire all'accoglienza; Rinnovare l'economia e la politica e Custodire la casa comune. I contributi sono a cura di Domenico Simeone, Alessandra Smerilli, Pierpaolo Triani, Monica Amadini, Antonella Sciarrone Aliprandi, Livia Cadei, Milena Santerini e Pierluigi Malavasi. Introduzione del Card. José Tolentino de Mendonça
"La bellezza salverà il mondo". Sono parole, note a molti, pronunciate da Fëdor Dostoevskij. Adriano Sella prende spunto dal grande narratore russo e approfondisce la dimensione della bellezza alla ricerca di quel che realmente può riscattarci e salvarci dalle tendenze attuali che generano bruttezza del vivere e dolore. Non si tratta di mere speculazioni, infatti Sella narra come è stata riscattata e vissuta la dimensione di bellezza, da parte di persone o comunità. L'incontro con questi "testimoni" permette al lettore di apprendere come vivere nella concretezza della vita quotidiana quella dimensione di bellezza capace di trasformare il mondo. A chiusura del volume, una Lettera aperta all'umanità: "Cara sorella umanità, smettila di camminare sulla via della repressione del male... È la bellezza che contiene la forza per poter ridurre il male, in quanto rende visibile tutto quell'impegno di tante persone, gruppi, comunità e istituzioni, e non sono pochi, che danno splendore alla tua esistenza su questo pianeta terra".
Guerra mondiale frammentata, crisi energetica, pandemia, cambiamento climatico. Il nostro presente è complesso come poche volte nella storia recente e avere gli strumenti necessari per leggerlo e interpretarlo è fondamentale per poterlo, a nostra volta, spiegare ai più giovani. Antonia Chiara Scardicchio, specializzata in pedagogia generale e in educazione degli adulti, si mette al servizio di questa missione, offrendo spunti di riflessione per chi si prende cura del futuro per vocazione, dagli insegnanti agli educatori, dai genitori agli operatori pastorali. Poiché non è possibile tenere separati l'ambito terreno da quello spirituale, soprattutto quando si parla di futuro e di speranza, l'autrice fornisce una proposta educativa fatta di suggerimenti sia per svolgere un lavoro di analisi esteriore sia per compiere un percorso interiore, in modo che questo tempo di crisi diventi tempo di rinascita e si riesca a risvegliare nei giovani la speranza nel futuro.
Ogni istituzione di successo ha un'anima. Che non è la mera somma delle identità psichiche che la compongono. Della scuola si parla sempre in relazione al suo hardware, all'edilizia, alla legislazione, ai contratti. Quasi mai in riferimento al suo software, cioè alla sua identità, ai suoi contenuti, alla fisionomia di quelli che ogni giorno la abitano. Una volta la scuola aveva un'anima. Oggi sembra essersi smarrita in un complesso e rigido meccanismo di norme, numeri e burocrazia. Questo libro cerca di ripercorrere i passaggi che hanno condotto il sistema dell'istruzione a perdere il senso e il fine del proprio essere, guardando alle dinamiche relazionali correnti di studenti, insegnanti e genitori. Con un approccio realistico ma speranzoso vengono indicati alcuni suggerimenti per ridare un'anima alla scuola. E con uno sguardo particolare al ruolo dell'insegnamento della religione. Nella consapevolezza che dal ritrovamento di quell'anima nasce il futuro di tutta la società. Prefazione di Andrea Monda.
Tutte le posizioni della Chiesa a proposito delle questioni morali si basano sulla sua antropologia, cioè sulla visione della natura e del destino dell'uomo basata sulla Rivelazione e in dialogo con la scienza. Angelo Biscardi espone in queste pagine ai lettori tutti gli elementi fondamentali della tradizione cristiana e ne mette in luce le conseguenze pastorali. Partendo da temi come la creazione dell'uomo e della donna, la predestinazione, la natura sessuata dell'umanità, la libertà e il peccato, l'autore affronta le questioni attuali e urgenti, compresa la "teoria del gender" e del giudizio che la Chiesa riserva a questa impostazione.
Il padre è una figura sempre in movimento che parallelamente ispira dinamicità nei figli, stimolandoli ad affrontare le avversità ed elevandoli verso Dio. Tuttavia, in particolar modo negli ultimi secoli, l'importanza riservata alla paternità ha subito un progressivo impoverimento. Soprattutto nel secondo dopoguerra, quando le ansie per lo status sociale e le ambizioni economiche hanno trascinato i padri nelle alienanti reti aziendali sottraendo sempre più tempo alla famiglia. Ciò ha impresso un'accelerazione a un processo già in atto di "espulsione" del padre dal nucleo familiare; in un clima di inquietudine che nel 2003 ha spinto Risé a parlare del padre come di un "assente inaccettabile". Oggi però la tendenza sembra invertirsi in favore di un ritorno della figura paterna nelle case, attuato principalmente dai millennial, ovvero da quella generazione che più delle altre ha sofferto il disequilibrio familiare. Siamo davanti alla fine degli anni '70-80 con i loro miti comportamentali e culturali, rafforzati da leggi che hanno indebolito la famiglia e i suoi contenuti affettivi. Il ritorno del padre mira dunque a restituire dignità e speranza a quel ruolo insostituibile per la crescita e lo sviluppo dell'individuo affrontandone i movimenti nella storia, la sua importanza, ma anche la sua assenza e finalmente il suo ritorno.
Il presente volume è la settima tappa di un percorso di studio sui conflitti dimenticati avviato nel 2001. In questo incerto momento storico, Caritas Italiana rinnova il suo impegno per la costruzione della pace e la lotta alla povertà, anche attraverso l'analisi sociale e statistica. Pertanto nell'edizione 2021 del Rapporto su diseguaglianze e conflitti dimenticati, l'attenzione si focalizza sul tema delle diseguaglianze socioeconomiche: un aspetto trasversale da cui scaturiscono tante situazioni di violenza organizzata e conflitto armato che lacerano il nostro pianeta.
Il progetto #ParoleBuone è partito sul web in piena emergenza da Covid-19: un modo di rispondere all'urgenza del momento ma anche di guardare al futuro, alla ricostruzione che comunque ci aspetta. Le #ParoleBuone sono piccoli sostegni per superare la crisi, ideate con un gruppo di esperti - medici ed educatori, giornalisti e volontari - per sostenere, accompagnare e condividere la costruzione di anticorpi, capaci di sottrarsi alla comunicazione pervasiva sul virus e sulle sue conseguenze, brevi interventi che sottraggono alla diffusione virale di notizie in vario modo connesse all'emergenza, cercando di contrastare i pericoli della infodemia così come espresso anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. La pandemia lascerà significativi strascichi emotivi e sociali; drastici cambiamenti nello stile di vita dei singoli individui, la paura di perdere un famigliare, un amico o la stessa vita, l'esperienza drammatica di piangere un congiunto, senza averlo potuto salutare per l'ultima volta, richiederanno una metabolizzazione complessa. È importante pertanto un supporto per favorire la ripresa del singolo e di una comunità in fase di crisi: Meraviglia, impegno, trasformazione, condivisione, saggezza, scienza, sono solo alcuni dei concetti/parole che dobbiamo rivedere e far rinascere dalle fondamenta.
Cosa significa essere cittadini consapevoli, consumare meno e meglio, evitare sprechi alimentari, spostarsi senza inquinare, accogliere e condividere? Significa soprattutto pensare al futuro, alle nostre famiglie, all'ambiente, al pianeta. Non si tratta di tematiche lontane, di azioni impossibili e nessuno dei nostri comportamenti è un fatto privato: dobbiamo lavorare insieme - cittadini e istituzioni - per dare un futuro alla nostra società.
Il Coronavirus è entrato nelle nostre vite in modo silenzioso ma cambiandole, un passo alla volta, in poco tempo, costringendoci a rallentare ogni attività e alla fine a fermarci. Ma questa emergenza è anche una grande occasione per ripensare al nostro vivere per percepire che qualcosa, o forse molto, non funzionava, per scoprire che un virus poteva contenere una grande lezione di vita. Questo libro nasce con lo scopo di mettere a frutto le opportunità che ogni crisi porta con sé: Sella propone 30 azioni che tutti possono compiere, prassi nuove che erano già vissute da una minoranza a livello virtuale, ma che il virus ha fatto percepire come importanti, necessarie e urgenti. Il cambiamento naturalmente non avviene dalla sera alla mattina, ma passo dopo passo è possibile arrivare a una nuova vita e generare il ben vivere per tutti gli esseri viventi.
La solitudine è sofferenza maledetta non quando si è soli ma quando si ha il sentimento di contar niente per nessuno.
Enzo Bianchi
Cosa si intende oggi per "fine vita"? Gli "attori" di questa fase estrema dell'esistenza sono diversi. C'è il paziente, ovviamente, ma anche i medici, i parenti o eventualmente l'amministratore di sostegno o il curatore: tutte persone chiamate a confrontarsi con i medici e prendere decisioni sulle cure che dovranno essere offerte alla persona in condizioni di salute irreversibili. La legge 219/2017 - entrata in pieno vigore proprio nel corso di quest'anno - offre ai cittadini la possibilità di predisporre una Dichiarazione Anticipata di Trattamento (DAT), che dia vincolanti indicazioni a proposito delle "cure" che vogliamo ci siano applicate nel caso ci trovassimo di fronte al nostro fine vita senza poter assumere direttamente le decisioni che ci riguardano. Questo libro fa chiarezza su tutti gli elementi della questione del fine vita e ci aiuta a riflettere e a decidere per tempo a proposito delle cure che vogliamo e di quelle alle quali siamo convinti di voler rinunciare.
Stringe tra le mani una camicetta papa Francesco e ha gli occhi velati di lacrime: «Il Signore vi dia la grazia di piangere. Piangere su tutta questa ingiustizia, su tutto questo mondo selvaggio e crudele». Ha appena ascoltato, nell’intervista concessa a Valentina Alazraki, la storia di Rocío, una giovane donna uccisa dai narcotrafficanti davanti a suo figlio. Quella camicetta era sua.
Leggendo le storie di donne raccolte in questo volume, sono molti i particolari che si incontrano: una collanina, un velo, un libro di preghiere, i guantini di un neonato. È la capacità unica delle donne di adornare la vita di tenerezza, di trovare piccole luci anche nella sofferenza più nera, di reagire con amore alla violenza. Sì, perché le donne che Valentina Alazraki e Luigi Ginami hanno incrociato attraverso l’opera della Fondazione Santina sono, come il Papa ha detto, storie di donne «uccise, usate, vendute, sfruttate». Ma sono, allo stesso tempo, storie di speranza, di coraggio, di redenzione. Donne che hanno trovato in se stesse e in Dio una strada per rispondere al male con il bene, al dolore con la dolcezza, all’odio con il perdono.
«Di Rocío conosciamo il nome, anche di Grecia, ma di tante altre no. Passano senza lasciare il nome, ma lasciano il seme. Il sangue di Rocío e di tante donne, uccise, usate, vendute, sfruttate, credo che debba essere seme di una presa di coscienza di tutto ciò».
Papa Francesco
Cos’è l’economia sospesa? E’ l’evoluzione del famoso caffè sospeso tanto caro alla tradizionale generosità italiana. Grazie a Tucum, un’app per dispositivi mobili che permette di compiere l’elemosina anche attraverso la moneta elettronica, si eliminano tutti gli abusi legati ai falsi poveri e al racket dell’elemosina ed è possibile aiutare chi ha veramente bisogno. In tal senso, l’implementazione di un’app a servizio degli ultimi esprime tutta l’ingegnosità del Vangelo di Gesù. Il libro racconta come dal caffè sospeso e dagli incontri quotidiani con amici, professori, ragazzi del catechismo, persone senza fissa dimora, sia nata l’idea di un’app che consenta di realizzare un “volontariato di transito” dai donatori (chi desidera fare un’elemosina) ai beneficiari (coloro che ricevono l’elemosina).
La semplicità, da sempre considerata sigillum veri, è diventata oggi un'esigenza non solo teoretica, ma anche sociale e politica. L'iperspecializzazione del sapere e delle professioni, la complessità del sistema economico, finanziario, burocratico e dei meccanismi decisionali e amministrativi rischiano di rendere questo mondo, creato dall'uomo, incomprensibile e ingovernabile. Anche papa Francesco nella sua Enciclica Laudato si', di fronte a inquinamento, migrazioni, miseria, mutamenti climatici e ambientali, sanciti dal recente passaggio geologico epocale, dall'Olocene all'Antropocene, dove l'uomo rappresenta il più importante agente del cambiamento nell'ecosistema globale, auspica «un ritorno alla semplicità» nel nostro stile di vita. In queste pagine, Francesco Bellino fa emergere tutta l'esigenza e l'importanza fondamentale di pensare la semplicità e la sua pratica: come ci ha indicato Antoine de Saint- Exupéry, «si vede bene soltanto con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi». La semplicità può essere la strada di un nuovo inizio per ridare senso all'esistenza.
Riconoscere e rivalutare il positivo che Humanae vitae ha portato. Rimettere in luce la ricchezza del dibattito sollevato dall’enciclica di Paolo VI. Tornare alle sorgenti conciliari di quelle intuizioni. Ma anche veri care la possibilità di inserire nel contesto di un processo comunque complesso
e controverso elementi nuovi, attingendo dall’indagine sociologica, dalla ricerca scientifica, dalla riflessione teologica. Ribadire l’impegno, spesso isolato e talvolta marginale ma comunque sempre meritorio, di coloro che in questi cinquant’anni non si sono risparmiati per promuovere la bellezza e la verità dei metodi naturali di regolazione delle nascite. Ma anche accettare lo sforzo di chi non rinuncia a proporre ipotesi rinnovate su un tema così scomodo e così affascinante come quello della sessualità della coppia.
Ecco gli obiettivi del nostro libro nel cinquantesimo anniversario di un’enciclica che ha segnato un’epoca. Una
sorta di inchiesta giornalistica sulle vicende di un documento ecclesiale che ha fatto da spartiacque, ha suscitato attese, scatenato polemiche, prodotto delusioni e sofferenze, ma aperto anche la strada alla comprensione più autentica di un mondo, quello della verità della generazione umana, della sessualità, della regolazione delle nascite, dei rapporti coniugali.
Questo libro vuole essere una sorta di dialogo interreligioso sulla libertà di espressione della donna che, introdotto
dalle ri essioni di tre teologhe, possa estendersi al più vasto pubblico femminile italiano e non solo.
Il prof. Calzolari e mons. Paolo Tarchi propongono cinque spunti di ri essione sul tema della moda intesa come espressione della femminilità, a cui rispondono tre donne: una teologa ebrea, Shulamit Furstenberg-Levi, una cristiana, Rita Torti, e una musulmana, Sumaya Abdel Qader:
1. La donna ai margini della società.
2. La corporeità nell’ebraismo, nel cristianesimo, nell’islam 3. Svelare o coprire: tradizione, modernità e femminismo
4. Dalla minigonna al burqa?
5. Donne, religioni, società: quale domani?
In una società multiculturale come quella odierna e segnata dal fenomeno dei migranti, questo libro vuole far ri ettere
e dialogare sul tema affatto secondario dell’abbigliamento femminile, sospeso tra modernità e tradizione. Il tanto discusso “velo”, che per noi occidentali è spesso soltanto un sinonimo di oppressione e sottomissione della donna, ha davvero questo signi cato?
Cura è la parola del nostro tempo più richiesta e più dimenticata. La solitudine sembra essere la compagna più diff usa nella vita dei nostri contemporanei, che vorrebbero essere accompagnati nella vita da persone che si caricano sulle spalle le loro crisi e le loro incertezze. Purtroppo questo non sempre avviene in una comunità dove la vita assieme sembra sempre più faticosa. Cura è parola chiave anche in medicina, perché deve accompagnare la tecnica, che da sola spesso non raggiunge adeguati obiettivi di salute. La postmodernità ha costruito una società complessa che sembra non tener conto della relazione di cura. Ora l'umanità è arrivata a un bivio: deve comprendere se è in grado di salvarsi dall'autodistruzione provocata da egoismi, violenze, danni all'ambiente, guerre... Se però la cura diviene un atteggiamento diff uso può svolgere una funzione di salvezza, purché ci si impegni su vari piani per defi nire praticamente e teoricamente compiti e scopi di relazioni effi caci.
Il libro nasce da un'inchiesta nel super carcere di Sulmona (AQ), noto come il "carcere dei suicidi-, dove scontano l'ergastolo ostativo i più feroci criminali del nostro Paese. Qui Angela Trentini ha incontrato e dato voce ad alcuni detenuti, condannati per le stragi che hanno cambiato la storia dell'Italia. Fra di loro, il killer di Rosario Livatino, Domenico Pace, il quale, in una lettera indirizzata a papa Francesco e pubblicata per la prima volta, chiede di poter testimoniare nel processo di beatificazione del "giudice ragazzino-. Lo desidera pure l'altro sicario, Gaetano Puzzangaro, detenuto nel carcere di Opera. Sconvolgente anche quanto dice di sé Domenico Ganci, figlio del boss Raffaele, fedelissimo di Totò Riina e corresponsabile degli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino. Prendono la parola da ultimo i familiari delle vittime, Nando dalla Chiesa, Manfredi Borsellino e Maria Falcone, in un confronto che coinvolge e interroga. Significativi, infine, alcuni interventi di papa Francesco sull'universo carcerario, commentati da Maurizio Gronchi, da cui emerge come il sistema giudiziario deve poter garantire una speranza oltre le sbarre per questi criminali condannati a vita e spesso considerati dei "vuoti a perdere-.
Oggi ci troviamo di fronte a un bivio, dove tutti siamo costretti a scegliere per il nostro futuro e per quello dell'umanità. La scelta è tra una società aperta o una chiusa. Una società aperta prevede l'incontro tra i popoli, l'interscambio di culture e di religioni, di condivisione di usi e costumi, di comunione di pensieri e di conoscenza. Adriano Sella parte da questa convinzione per sviluppare il suo decalogo che ha l'obiettivo di mettere in pratica una giustizia preventiva e una solidarietà intelligente. Un cambiamento è possibile, sostiene Sella, solo se ci si impegna nel quotidiano mediante azioni possibili a tutti e a chilometro zero, a tre livelli: personale, comunitario e istituzionale che l'autore spiega dettagliatamente nel suo Vademecum - prezioso per capire nella pratica come ciascuno può contribuire a superare un problema che è di tutti - stilato da chi in prima persona ha potuto e saputo confrontarsi con culture diverse e condizioni di vita estreme. Prefazione di Dentico Nicoletta e postfazione di Albanese Giulio.
Si rischia grosso a dire, magari ad alta voce, che essere madre è un tratto essenziale della donna: noi, donne dei Paesi occidentali (quasi tutte), temiamo di venir rinchiuse di nuovo in quella stanza angusta che fino a poco fa ci impediva di partecipare alla vita fuori casa, di contribuire alla vita politica e economica, di studiare. In quella stanza eravamo sempre all'ombra di un uomo (padre o marito), ritenute spesso capaci della "sola" funzione materna. Le cose però sono cambiate. Il rischio è ben altro. Maternità è un concetto eroso e costantemente ridefinito. Nel diritto e nella realtà non è più un termine univoco: la madre ormai può essere biologica, genetica o ancora giuridica. Può anche non esserci (perché ci sono due padri) oppure può raddoppiarsi (due madri o la "co-madre"). La maternità è ritenuta surrogabile. Noi donne stiamo cedendo, in cambio di nulla, un tratto essenziale della nostra differenza femminile e il mondo ci spinge in questa direzione. La neutralità dei generi, nel miraggio di un'uguaglianza inesistente, dilaga. Rischiamo il buio. Cosa fare? È il momento di andare oltre e riprendere un bene prezioso che ci appartiene: il femminile e la maternità che ne è tratto essenziale. Un'invito a riscoprire e far fiorire il nostro femminile con tre possibili e preziosi alleati: innanzitutto noi stesse, poi l'uomo e la Chiesa.
Il venticinquesimo anno della celebrazione della Giornata Mondiale del Malato è l’occasione giusta per una riflessione su chi sta male, la malattia e sul cammino di sofferenza; una riflessione che deve però esser utile e costruttiva non solo per il malato, ma per tutte le persone che gli gravitano intorno: dai familiari ai medici, agli operatori sanitari e a quanti, laici o cristiani, decidono di dare il loro supporto al “paziente”. Questo volume raccoglie le testimonianze di chi conosce
da vicino l’esperienza della malattia; si tratta di persone che vivono ogni giorno il prezioso ministero della consolazione, pur in forme e modalità diverse. Il libro si propone di illuminare quanti ancora oggi accolgono il mandato di Gesù di predicare il Vangelo e curare gli infermi.
Globalizzazione, innovazione tecnologica, flessibilità, precarietà. Sono termini tanto diffusi quanto temuti, non di rado individuati quali sintomi del degrado sociale, di insicurezza, lesivi della dignità del lavoratore. L'unica prospettiva che appare possibile tracciare, per evitare il disorientamento, è ricondurre la fisiologica evoluzione del contesto in cui viviamo nell'alveo della supremazia della persona. Solo con il riconoscimento della necessaria tutela dell'uomo, assegnando al lavoro come diritto-dovere il giusto compito realizzativo della libertà della persona, sarà possibile contemperare le turbolente istanze materiali con l'astrazione spirituale, che caratterizza la persona umana e ne preserva la dignità e la serenità. Un saggio a più mani che fa eco alle parole di papa Francesco: "La famiglia è un grande banco di prova. Quando l'organizzazione del lavoro la tiene in ostaggio, o addirittura ne ostacola il cammino, allora siamo sicuri che la società umana ha incominciato a lavorare contro se stessa!".
Papa Francesco, il 6 settembre 2015, ha lanciato un appello alle parrocchie d'Europa chiedendo di accogliere una famiglia di profughi. La Chiesa italiana, già attiva da anni nell'ospitalità del forestiero, ha elaborato un apposito Vademecum per offrire indicazioni agili e aggiornate alle realtà ecclesiali che intendessero impegnarsi in questo ambito. Questo sussidio ripropone i punti salienti del Vademecum CEI accompagnandoli con testimonianze di parrocchie e famiglie accoglienti, con informazioni, interviste e brevi approfondimenti. Il tema è sviluppato in chiave divulgativa, con l'intento di rispondere alle più frequenti domande in materia. Dalla lettura emerge quanto l'accoglienza di profughi in famiglia o in parrocchia sia fattibile, non richieda capacità o risorse straordinarie e rappresenti una grande benedizione per chi la pratica.
Questo libro nasce dal grido di allarme lanciato da papa Francesco e racconta di persone dall'esistenza marginale; queste persone sono tratteggiate in piccoli ritratti, disposti a disegnare una sorta di itinerario che si svolge nell'arco di una giornata. In ciascun momento - la notte, l'alba, il mattino, il mezzodì, il meriggio, il tramonto e la sera - si propongono due storie, che richiamano in modi diversi quel particolare momento del giorno. Ciascuna coppia di racconti è seguita da alcune parole, anch'esse legate per associazione o suggestione allo stesso tempo della giornata. Quasi un lessico minimo, per una cultura dell'accoglienza, della comprensione, della cura e della custodia, per un'ecologia dell'umanità. "La persona umana oggi è in pericolo! (...) Le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti. Questa "cultura dello scarto" tende a diventare mentalità comune. La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora - come il nascituro -, o non serve più - come l'anziano." (papa Francesco, Udienza, 5 giugno 2013)
L'economia capitalista ha messo a repentaglio la sopravvivenza del pianeta e condannato miliardi di individui a una vita disumana, persone classificate come poveri assoluti, e nessuno sa quanti siano esattamente. Inutili come consumatori e come lavoratori, non si sente il bisogno di contarli: "Sono solo avanzi, scarti, di cui sbarazzarsi". Francesco Gesualdi non usa mezzi termini, descrive senza giri di parole le conseguenze sociali e ambientali di un sistema che dà importanza solo ai soldi e antepone la ricchezza alla felicità. Ma ora che il pianeta è sull'orlo del collasso si tratta di capire come recuperare la situazione, come garantire a tutti un'esistenza dignitosa riducendo il consumo di risorse e la produzione di rifiuti. La soluzione è cambiare prospettiva, rifondare l'economia sui valori che questo sistema ha sempre rinnegato: equità, inclusione, solidarietà, comunità, sostenibilità. Solo trasformando la pietra scartata in pietra d'angolo potremo salvarci. Va ripensato il ruolo del mercato e dell'economia pubblica, del lavoro salariato e dell'autoproduzione. Ricordandoci che in economia non esistono nuove leggi da scoprire, ma solo nuove miscelazioni da sperimentare.
La carità nel mondo ha fantasia: oltre una ventina sono i progetti selezionati in questo libro, e altrettanti gli Stati in cui la Caritas Italiana in primis è presente e collabora con le Caritas locali per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni e fronteggiare la carenza di cibo, con l'obiettivo di lasciare in eredità competenze, strumenti e metodi a chi è del luogo. Un certo rilievo è dato poi anche ad alcune iniziative di solidarietà presenti sul territorio italiano, in contesti urbani. L'Expo 2015, che ha come slogan "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita", è l'occasione per conoscere, promuovere e anche emulare questi progetti: del bene nel mondo c'è già, lo si legge nelle parole, qui raccolte, degli operatori e dei beneficiari coinvolti in prima persona. Pur proponendosi di dare al testo un approccio descrittivo e concreto, gli autori non mancano di introdurre la riflessione in un'ottica di fede, e quindi di dare uno spunto formativo oltre che informativo, partendo dalla convinzione che nutrire sia il momento simbolico di incontro e comunione.
La bioetica per i non specialisti. Per chi sente il valore della vita umana non è possibile evitare le domande cruciali: «Il figlio è un dono che si accoglie o un prodotto che si fabbrica?»; «Tutto ciò che è tecnicamente possibile
è moralmente ammissibile?»; «Il fine buono di curare una malattia, come l’Alzheimer, giustifica la sperimentazione su embrioni umani e la loro distruzione?»; «Perché non porre fine al dolore con una buona morte?». Questo volume presenta in modo serio, ma accessibile a tutti, i problemi bioetici. Con linguaggio semplice e preciso, con disegni e caricature, con diagrammi e fotografie, l’autore si rivolge a un ampio pubblico e presenta una bioetica proprio per tutti.
L'autore
Ramón Lucas Lucas, LC, è professore ordinario di Antropologia filosofica e bioetica nella Facoltà di filosofia della Pontificia Università Gregoriana. Professore incaricato nella Università Europea di Roma e nell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
A Madrid è professore invitato permanente alla Università statale Rey Juan Carlos e alla Università privata Francisco de Vitoria e membro della Pontificia Accademia per la Vita. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Antropologia e problemi bioetici 2001, L’uomo spirito incarnato 20073.
Non compaiono quasi mai in televisione, non hanno voce sui grandi giornali, non sono incoraggiate dai partiti che governano il Paese, eppure chi ha occhi per vedere li può scoprire ogni giorno: attorno a quella piccola chiesa, a quella scuola, a quella statua, a quell'archivio impolverato e mal custodito. Eccola l'Italia da salvare. Non l'Italia delle opere d'arte, delle chiese, delle piazze, ma l'Italia delle persone che, unendosi, se ne prendono cura. Come in ogni terra di questo mondo, ciò che c'è da salvare è soltanto il fatto che una persona possa unirsi a un'altra persona, e poi ancora a un'altra, e nell'insieme possano dire: noi ci prendiamo cura di questo, noi lo amiamo, noi gli daremo significato, noi gli daremo futuro. La comunità nasce in quel momento: dal mettere in comunione una cosa che sembra di nessuno mentre invece il suo senso, la sua memoria, la sua consistenza sopravvivono nelle mani, nelle premure, nelle attenzioni, nelle vite di molti che noi neanche conosciamo. Un libro, che è anche un viaggio, attraverso alcune delle esperienze di fraternità e di comunione più fervide che si possano conoscere nelle regioni d'Italia.