Come capire qual è la chiamata di Dio per ciascuno di noi? E i sentimenti che proviamo sono energia da contenere e incanalare o forse un messaggio da ascoltare? Queste e altre domande vengono affrontate nel volume, attraverso un percorso attento alle dinamiche profonde dell'animo umano e alle relazioni che ci troviamo a vivere ogni giorno. Vengono presentate alcune categorie essenziali della teologia di Edward Schillebeeckx e della psicologia del profondo di Alessandro Manenti, e a partire da esse vengono fornite chiavi di lettura per comprendere il vissuto delle persone. Il lettore è accompagnato a familiarizzare con questo approccio psico-spirituale attraverso l'analisi di una storia di vita concreta e numerosi esempi proposti per illustrare i concetti più rilevanti.
Il processo del discernimento è mosso dal desiderio di trovare la «verità di sé»: l'uomo è immagine e somiglianza del Padre. Tale condizione è sì un dono ricevuto ma anche una missione da realizzare. Ciascuno la porta a compimento in modo creativo e originale. Il viaggio può avere inizio solo a partire dal «luogo» in cui ognuno si trova esistenzialmente nel suo «qui e ora». Ogni uomo deve percorrere il proprio personale cammino, con la sua storia, il suo passo, i suoi tempi. Tutti gli uomini hanno impressa dentro di sé l'immagine di Dio, ma ognuno gli somiglierà in modo diverso in base al proprio percorso di vita. Prefazione di Sabino Chialà.
Le emozioni sono un grande dono per la nostra vita. Proviamo per un istante a immaginare la realtà circostante completamente grigia: come sarebbe monotona la nostra esistenza! Un mondo senza emozioni assomiglia a una realtà monocroma, priva di colori e sfumature, di spinte e dinamismo. Ma le emozioni possono essere anche un peso, una fonte di tensione e fatica. Da qui l'importanza di "curare" il nostro vissuto emotivo imparando a conoscere e regolare il mondo degli affetti.
Nell'amore verso Dio e i fratelli trovano compimento la legge e i profeti, la storia della salvezza, il cammino d'Israele alla ricerca della sua liberazione e del suo Dio. In queste due direzioni raggiunge piena realizzazione anche la nostra vita, che è anch'essa storia di salvezza, parabola di chi cerca se stesso e la sua strada, e pure il nome e il volto di Dio.
Questo libro nasce dall'esigenza di avere un testo organico e funzionale rivolto agli studenti degli Istituti Superiori di Scienze Religiose (ISSR), un manuale pratico-operativo, con un ampio respiro pedagogico-didattico, con una specifica sezione dedicata alle istruzioni del tirocinio degli IdR, che ad oggi non possiede ancora un testo di riferimento organico e condiviso.
Note sull'autore
Il gruppo di autori è costituito da docenti degli Istituti Superiori di Scienze Religiose che sono formatori e insegnanti nei corsi di pedagogia e didattica dell'Irc. Gli stessi autori sono anche docenti di religione nella scuola secondaria di primo e di secondo grado e ricercatori del Centro di Ricerca e Formazione CeRFEE Zelindo Trenti.
Rivolto in primo primo luogo a formatori ed educatori e strutturato come percorso teorico-pratico, questo libro può essere utile anche a coloro che desiderano conoscersi meglio, lavorare sul proprio vissuto emotivo e giungere a una maggiore libertà interiore. L'esposizione degli argomenti, pur non ignorando del tutto alcune considerazioni di ordine teologico e filosofico, si concentra soprattutto sui processi e sui dinamismi psicologici che determinano l'interiorizzazione dei valori e su come essi possano interagire con i dinamismi più familiari della vita spirituale, così come essa è intesa nella prospettiva cristiana. Prefazione di Amedeo Cencini.
La dimensione relazionale costituisce una componente fondamentale dell'identità di ogni persona e della sua interiorità, temi sui quali convergono gli studi dell'antropologia, della psicologia a orientamento dinamico, della filosofia e della spiritualità cristiana. A partire dalla riflessione del teologo Edward Schillebeeckx e dello psicologo Alessandro Manenti, questo volume evidenzia come il pensiero moderno sia caduto nell'illusione di considerare la coscienza individuale come qualcosa di assoluto e di slegato dall'ambiente sociale, economico e culturale. Ciò asseconda un'etica «del giocoliere» che orienta la vita su piccole scelte, il più possibile reversibili, per evitare il rischio di sbagliare, ma soprattutto per il timore di legarsi a qualcosa o qualcuno e perdere così la propria libertà. Abbracciare una visione relazionale della persona umana significa considerare il dialogo con l'altro e l'impegno politico per il bene comune come vitale e necessario. In questa prospettiva, diventare adulti non si riduce al cammino di emancipazione, ma implica la capacità di entrare in un dialogo costruttivo con l'altro, al fine di promuovere una ricerca comune sia di soluzioni tecniche ai problemi contingenti sia di significati esistenziali, etici e religiosi condivisibili.
La riflessione sulla formazione permanente in corso nella Chiesa e nelle sue istituzioni educative coinvolge consacrati, presbiteri e laici in una sorta di zona mista - sia teorica che pratica - in cui si cercano gli elementi teologico-spirituali in grado di innescare atteggiamenti psicopedagogici. Questo volume invita pertanto il versante teologico a confrontarsi con quello pedagogico e a superare una certa sufficienza un po' clericale che tende a farsi rapire da intuizioni molto elevate, ma anche a sottovalutarne i riflessi educativi. Le due prospettive si sono distanziate progressivamente, anche sul piano epistemologico: da un lato le scienze «architettoniche», deputate per statuto ad affrontare le questioni fondamentali della vita, gli interrogativi essenziali (il senso della vita, della morte, dell'amore, della sofferenza); dall'altro le scienze «ermeneutiche», competenti a spiegare e indicare i cammini esistenziali degli individui, come la pedagogia, la psicologia e la sociologia. Eppure questi due profili non possono restare disgiunti e tanto meno in posizioni conflittuali o di vassallaggio poiché un aspetto non può essere compreso senza l'altro. Più che nell'ambito di una pedagogia «metodologica», impegnata a tracciare percorsi ormai collaudati, oggettivi, con tappe precise intermedie e finali, l'autore si muove nello spazio di una pedagogia «sapienziale» e «strategica», orientata alla contemplazione della verità, alla passione, al desiderio e al sapore dell'obiettivo finale.
Il celibato dei sacerdoti in cura d'anime appare come una delle realtà più originali e contrastate del cristianesimo. Ha ancora senso oggi? Ed eventualmente quale? L'autore delinea il contesto culturale odierno, presenta alcune tesi fondamentali di antropologia sessuale e spiega la ricchezza del celibato cristiano - comprensibile nella sua identità e originalità solo alla luce della fede - attraverso le sue tre dimensioni: cristologica, ecclesiologica ed escatologica. Esso è più mistico che ascetico, più apostolico che individuale, più vicino che lontano, più disponibile che ritirato, più di abnegazione che di ricompensa, più ricevuto che conquistato passo dopo passo, più umile che «perfetto» e, in ogni caso, non riducibile alla semplice continenza o all'ascesi. Per comprendere e vivere autenticamente il celibato è necessaria una formazione che deve coinvolgere la conoscenza teorica, la conoscenza di sé, la stima del ministero, l'educazione degli affetti e il controllo degli impulsi.
Pur in mezzo alle tensioni e ai conflitti che costantemente si riaccendono nel cuore delle persone e dei gruppi, chi vuole essere riconciliatore è invitato a fare leva più su ciò che unisce che su ciò che divide e sugli aspetti positivi, siano essi manifesti o latenti.Tuttavia, operare come riconciliatori non è né facile né immediato e la condizione primaria è di essere riconciliati nelle varie relazioni costitutive, cioè con se stessi, con Dio, con gli altri, con la vita. Sul tema il testo presenta alcune riflessioni e alcune esercitazioni spirituali che pongono l'accento non sul limite da riconoscere e sulla tristezza, ma sull'amore e sulla certezza della salvezza.
Il libro, finora unico nel suo genere, raccoglie storie di donne consacrate che hanno subito un abuso sessuale in tempi diversi della loro vita da preti e consorelle di comunità. Ed è la testimonianza di come si possa riemergere dalle ferite e ricominciare a vivere. L'intento è anche di portare alla luce ciò che si trova in quest'angolo buio della realtà della Chiesa. «Il tono della presentazione delle storie delle donne consacrate è forte, la presa di posizione è molto chiara e drastica, e questo è comprensibile non solo perché l'autrice ha ascoltato e ha accompagnato le donne abusate che parlano della loro esperienza, ma anche perché questo testo vuole svegliare la coscienza e motivare a rompere il silenzio», scrive nella presentazione il gesuita Hans Zollner, preside dell'Istituto di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana e membro della Pontificia commissione per la protezione dei minori. «I racconti riportati in questo libro e la descrizione del cammino di accompagnamento mettono in evidenza la complessità dei vari fattori che contribuiscono a infliggere ferite e a creare situazioni di enorme dolore e disperata solitudine».Tra le diverse prospettive di lettura se ne propongono due particolarmente importanti: quelle dell'integrazione e quelle delle domande pedagogiche che interpellano.
«Quello che sta davanti a voi è un uomo perdonato. Un uomo che è stato ed è salvato dai suoi molti peccati. Ed è così che mi presento. Questo "peccatore" vestito di bianco non ha molto da darvi o offrirvi, ma vi porto in dono quello che ho e quello che amo: Gesù, la misericordia del Padre»>.
Papa Francesco si è presentato con queste parole ai detenuti del rigido carcere boliviano di Palmasola, nel corso del suo viaggio in Sudamerica del luglio 2015. In modo analogo, nell'ormai famosa intervista concessa a padre Spadaro per Civilta Cattolica, ha affermato: «Io sono un peccatore.
Questa è la definizione più giusta. E non è un modo di dire, un genere letterario».
Un pontefice che rivendica il primato dell'esperienza del proprio peccato chiama in causa due aspetti dell'identità sacerdotale: la figura del prete penitente, che vive nella verità la consapevolezza della propria fragilità, e quella del prete confessore, che desidera riversare sul fratello peccatore, né più né meno come lui. la misericordia che egli ha sperimentato. Su questi terreni si gioca oggi il senso profondo dell'identità dei sacerdoti e la stessa riforma del clero che prefigura quella dell'intera Chiesa.
Prefazione di Hans Zollner.
Accompagnare le persone nella crescita psico-spirituale non significa solo aiutarle a conoscersi, ma anche a dare ordine e unità a ciò che ruota attorno al centro vitale che ognuno si è dato per libera scelta. È un'attività che richiede una teoria, una strategia e una serie di tecniche. Sulla scia di elementi teorici essenziali, il volume illustra nel dettaglio e con esempi concreti i metodi più comuni per questo particolare tipo di intervento: come iniziare i colloqui, come raccogliere i dati, come affrontare le resistenze. L'obiettivo è duplice: intercettare le domande che si nascondono nella cronaca e familiarizzare con la complessità della dimensione interiore degli uomini. "L'accompagnamento - spiega l'autore - tende a un'integrazione psico-spirituale che non va intesa come meta per il domani, ma come processo dell'oggi, non come armonia, ma come dilatazione del cuore che può permettersi la gioia di restare ambivalente senza per questo perdersi. È la piacevole libertà di rimanere semplicemente umani e di notare che, proprio in questa semplicità, talvolta anche Dio scrive".
Maturo è meglio di immaturo. Sembra un'affermazione ovvia e comunque necessaria se applicata all'umanità di un prete. Nel concreto, tuttavia, parlare di maturità comporta almeno un problema: non si sa bene in che cosa esattamente consista. Nel senso comune, il termine viene associato alla corrispondenza fra età anagrafica ed età psicologica: può ritenersi matura una persona che si comporta secondo i modi propri dell'età che ha, definizione che coinvolge anche aspetti culturali e solleva interrogativi sul peso della "normalità" e delle convenzioni sociali. Il Vangelo non chiede ai cristiani la maturità, ma la santità. E non si tratta della stessa cosa se anche tra gli apostoli e i molti santi di ieri e di oggi non sono mancate figure dalla psicologia "bizzarra" e tuttavia capaci di offrire con la loro vita un bagliore della perfezione evangelica. Gesù, oltretutto, ha espressamente e insistentemente rivolto l'invito a diventare come bambini. Slogan ad effetto oppure richiesta reale, ma non scontata, di allargare gli spazi della propria immaturità così da renderli luoghi dello Spirito? Ma in che modo? Un sacerdote-psicologo suggerisce alcune risposte, indagando luoghi di possibile immaturità che fanno parte della vita di un prete: la preghiera, la tentazione, l'inquietudine, la visione, la perversione, la bellezza, la trasgressione, l'appartenenza, la solitudine, la presidenza.
Da anni l'autore sviluppa un interessante modello di ricerca interdisciplinare - psicologica, spirituale e teologica - in vista di uno sviluppo integrale della vita consacrata. Se la scelta della vita celibataria è fatta Per amore (prima parte) e va interpretata e manifestata Con amore (seconda parte), tutta l'esistenza del celibe va vissuta Nell'amore (terza parte). Il testo raccoglie in un unico volume la trilogia già pubblicata, con grande fortuna editoriale, in tre volumi separati.
Sommario
Ringraziamenti. Prefazione. Introduzione. Avvertenza. I. IL CELIBATO OGGI: ANALISI DELLA SITUAZIONE (CANTUS FIRMUS O… INFIRMUS?). 1. La polifonia della vita. 2. Il celibato tra passato e presente. 3. Formazione al celibato oggi. 4. Deformazione del celibato oggi. 5. Il vero problema. II APPROCCIO INTERDISCIPLINARE E MEDIATORE INTRAPSICHICO. 1. Il metodo. 2. Approccio biblico-teologico. 3. Approccio filosofico. 4. Approccio psicologico. 5. Dall'interazione dialogante al mediatore intrapsichico. III. RELAZIONI OGGETTUALI TOTALI E CELIBATO PER IL REGNO. 1. Le unità di base. 2. Amare Dio e come Dio. 3. A immagine del Figlio. 4. Con il cuore del Padre. 5. Nella libertà dello Spirito. IV. LE STAGIONI DELLA VITA CELIBE. 1. Leggi e criteri di sviluppo. 2. Amore giovane: desiderio che nasce. 3. Amore adulto: desiderio combattuto. 4. Amore maturo: desiderio liberato. 5. Amore «fino alla fine»: desiderio realizzato. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
AMEDEO CENCINI è sacerdote e religioso canossiano. Ha conseguito la licenza in scienze dell'educazione all'Università Salesiana, e il dottorato in psicologia all'Università Gregoriana; si è poi specializzato in psicoterapia all'Istituto superiore di psicoterapia analitica. Attualmente è maestro dei chierici del suo istituto e docente di pastorale vocazionale e formazione al discernimento all'Università Salesiana, nonché di psicologia applicata al corso dei formatori presso la stessa università e l'Università Gregoriana. Insegna al corso di teologia e diritto organizzato dalla Congregazione per la vita consacrata. Dal 1995 è consultore della Congregazione per la vita consacrata e le società di vita apostolica. Presso le EDB dirige, con A. Manenti, la collana «Psicologia e formazione» e ha pubblicato: Vocazioni, dalla nostalgia alla profezia. L'animazione vocazionale alla prova del rinnovamento (²1992); Amerai il Signore Dio tuo. Psicologia dell'incontro con Dio (132009); Psicologia e formazione. Strutture e dinamismi, in collaborazione con A. Manenti (142010); Vivere riconciliati. Aspetti psicologici (142009); la trilogia Per amore (42001), Con amore (²2004), Nell'amore (42006); I sentimenti del Figlio. Il cammino formativo nella vocazione presbiterale e consacrata (52005); Fraternità in cammino. Verso l'alterità (²2002); Dalla relazione alla condivisione. Verso il futuro… (2002); Verginità e celibato oggi. Per una sessualità pasquale (²2006); L'ora di Dio. La crisi nella vita credente (2010); Formazione Permanente: ci crediamo davvero? (2011). Ha pubblicato inoltre: Vita consacrata. Itinerario formativo lungo la via di Emmaus, San Paolo, Cinisello Balsamo ²1994; una trilogia sulla vita comune: Com'è bello stare insieme, Paoline, Milano 1996; Come rugiada dell'Ermon, Paoline, Milano 1998; Come olio profumato, Paoline, Milano 1999. Tutti libri già tradotti in più lingue.
«Mi sono reso sempre più conto, nei vari contatti col mondo presbiterale e consacrato, anche fuori d'Italia, di quanto l'idea di formazione permanente fosse e sia ancora piuttosto vaga e nebulosa, povera e ambigua, parziale e superficiale, più legata alla sociologia che alla teologia.... Ecco forse perché la cosa stenta a decollare e divenire prassi abituale e universale, per quanto se ne parli» (dall'Introduzione).
Le pagine del volume espongono il vero senso della formazione permanente, la sua ragion d'essere e la funzione essenziale. Per rendere la vita dei presbiteri e dei consacrati sempre più ricca e matura.
Sommario
Prefazione (F. Lambiasi). Introduzione. I. VERSO UNA CULTURA DELLA FORMAZIONE PERMANENTE. 1. Cultura. 2. Oggi non esiste una cultura della FP. 3. Formazione. II. MENTALITÀ. 1. Tesi (e antitesi). 2. Come una sintesi. III. SENSIBILITÀ. 1. Docibilitas. 2. Ruolo della formazione iniziale. IV. PRASSI. 1. Le due anime della formazione continua: FP ordinaria e straordinaria. 2. Dalla FP straordinaria alla FP ordinaria (e ritorno). 3. Alcune indicazioni operative. 4. Un'esperienza concreta. 5. La commissione per la FP. Conclusione.
Descrizione dell'opera
Come far sì che la debolezza dell'uomo diventi veramente la sua forza? Alla luce dell'antropologia cristiana e della psicologia del profondo, la fragilità personale non è un ostacolo per la crescita della persona e per la sua maturazione psichica e spirituale, bensì può diventare uno spazio privilegiato sul quale lavorare nella direzione di un'integrazione personale, che permetta all'individuo di vivere con maggiore libertà la propria vita e la propria fede.
Il volume coniuga la riflessione psicologica sull'individuo, e in particolare sulla sua dimensione di limite, con una proposta di tipo spirituale, che fa perno sul principio fondamentale della fede cristiana: il mistero dell'incarnazione.
Sviluppa quindi un percorso per approfondire l'esperienza di Dio, che passa necessariamente attraverso le dinamiche psichiche della persona. Le strutture e i processi psichici propri della psicologia del profondo vengono tradotti in termini di cammino verso un incontro più autentico con Dio, in vista di una maggiore libertà personale.
Sommario
Introduzione. I. IL CONTESTO PSICO-SOCIO-CULTURALE. 1. Dall'autorealizzazione alla società narcisista. II. ACCOGLIENZA, RESPONSABILITÀ, CHIAMATA. 1. Riconoscere e accogliere la propria debolezza. 2. Responsabili di fronte alla debolezza dell'altro. 3. La chiamata: l'autotrascendenza teocentrica nell'amore. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
LUCA GARBINETTO, religioso della Pia Società San Gaetano, nato a Thiene (VI), si è licenziato in psicologia alla Pontificia Università Gregoriana e ha conseguito il dottorato in teologia pastorale presso la Pontificia Università Lateranense.
Descrizione dell'opera
I contesti della pratica terapeutica in cui viene evocato il riferimento al perdonare e all'essere perdonati non sono pochi. Da un punto di vista psico-evolutivo la problematica del perdono incide su ognuna delle tappe evolutive, favorendo o condizionando la costruzione del sé. Da un punto di vista antropologico la problematica del perdono tocca tutti i livelli attorno ai quali si articola la costruzione del sé come persona: il livello intrapersonale, nella misura in cui perdonarsi vuol dire aprirsi a una verità più profonda di sé; il livello interpersonale, in quanto perdonare vuol dire accettare e integrare il limite nella storia delle proprie relazioni; il livello transpersonale, poiché la certezza di essere perdonati permette di ricominciare e non rimanere prigionieri delle proprie colpe.
Il testo raccoglie materiale prodotto all'interno del percorso formativo di recente organizzato da Insight a Padova. Il gruppo si è concentrato sulla tematica del perdono, dedicandosi in particolare ad approfondire la dialettica tra memoria, perdono e ricostruzione: «metafora guida di tale ricostruzione potrebbe essere la tecnica del grande ceramista nordamericano Rich Dillingham (1952-1994), i cui lavori sono espressamente rotti in innumerevoli frammenti e successivamente decorati a smalto prima di riunirli di nuovo, ricostruendo in questo modo l'intero non sminuito ma valorizzato dalla ragnatela delle crepe e delle cicatrici» (dall'Introduzione).
Sommario
Premessa (A. Gentilini). I. Analisi teoriche. Sul perdonare: un cammino sempre difficile (A. Arvalli). Aspetti biblico-antropologici del ricordare e del perdonare (G. Bonaccorso). Il perdono oppure la riconciliazione? Riflessioni gruppo analitiche (F. Fasolo). Dalla memoria al perdono: quale terapia possibile per la ricostruzione della coppia (P. Terrin). II. Applicazioni psicoterapeutiche. Forza della memoria nel perdono: l'educazione alla resilienza (L. Salmaso). L'adolescente migrante: l'affido familiare tra ricostruzione e memoria (F. Milano). Fare memoria per ricostruire una nuova consapevolezza di sé (A. Castelliti). Conoscenza di sé, perdono e cambiamento (P. Da Borso).
Note sui curatori
Adriana Gentilini, psicologa clinica, esercita la libera professione e svolge attività di consulenza psicologica ed educativa nell'ambito delle comunità per minori.
Andrea Arvalli, psicologo e psicoterapeuta, è specializzato in teologia spirituale e psicologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma; svolge attività didattica e di formazione vocazionale.
Patrizia Terrin, psicologa e psicoterapeuta, è specializzata in gruppo analisi; lavora presso i consultori familiari dell'ULSS di Padova.
Insight è un'associazione nata a metà degli anni '90 su iniziativa di alcuni psicologi di vario indirizzo con lo scopo di promuovere studi e ricerche che, a partire dalle antropologie sottese alle varie scuole psicologiche, possano giungere attraverso il metodo del dialogo tra psicologia, filosofia e teologia a una visione integrata dell'uomo. Sviluppa la sua ricerca attorno a due obiettivi: il primo, a carattere teorico e metodologico, è centrato sulla riflessione antropologica; il secondo, a carattere professionale e applicativo, è centrato sul confronto tra le strategie di valutazione diagnostica e di accompagnamento clinico.
Il vocabolo crisi viene ormai comunemente accostato a ogni realtà cristiana e ancor più alla vita religiosa e sacerdotale. Eppure la crisi non è un incidente di percorso, ma una componente normale della vita, anzi ne rappresenta una situazione di sviluppo. Essa riguarda tanto l'uomo e la donna qualsiasi quanto i fondatori di comunità: tutti sono chiamati a fare i conti con l'esperienza di un deserto che improvvisamente invade il proprio essere.
«Se la vita dell'uomo è avvolta dal mistero, è anche fatta di crisi; anzi, la crisi è voce del mistero». Il titolo del volume esprime con chiarezza il senso che la riflessione dell'autore ha inteso dare alle crisi che accompagnano la vicenda esistenziale del credente, sacerdote o consacrato che sia. Esse «rappresentano "l'ora di Dio". Il momento in cui l'azione della sua grazia è all'opera, dunque kairòs, momento opportuno per la crescita» (dalla Conclusione). Lo studio si propone di individuare il significato della crisi, in cosa consista e quali siano le aree più sensibili o vulnerabili, per cogliere poi come essa sia oggi percepita dal singolo individuo che la sperimenta. Tenta infine di suggerire come vivere e come aiutare a vivere le crisi, affinché queste possano diventare occasione di crescita sul piano umano e spirituale in cui riconoscere la voce di Dio e decifrare il suo linguaggio.
Descrizione dell'opera
In questi ultimi decenni, almeno nel contesto occidentale, nulla ha lunga vita, tutto rientra nella logica di mercato dell'usa e getta. Il fenomeno ha assunto caratteristiche tali da non apparire più soltanto come processo ordinario dell'esistenza, ma come espressione caratteristica della vita stessa.
Anche per le scelte di vita un tempo ritenute irrevocabili, perché legate alla fede - consacrazione religiosa, sacerdozio, matrimonio come sacramento -, si assiste al loro sbriciolarsi nelle età più diverse e per le circostanze più varie. Ciò sta portando alcuni, anche all'interno del mondo cattolico, a teorizzare l'impossibilità, oggi, di una fedeltà per sempre.
Il volume si colloca in questo dibattito, domandandosi se la fedeltà sia necessariamente connessa con il crescere e svilupparsi dell'identità personale oppure sia una forzatura esterna. E nella ricerca di una risposta mette in dialogo le ragioni della teologia con le acquisizioni della psicologia del profondo.
Sommario
Introduzione. 1. Fedeltà: un tema ancora interessante? 2. Magistero e fedeltà. 3. Identità e fedeltà: la prospettiva della psicologia del profondo. 4. Fedeltà e identità: la proposta cristiana in dialogo con la psicologia. 5. La fedeltà cristiana: il plusvalore cristologico. 6. Voti ad tempus: una soluzione. 7. Per una parziale conclusone. Bibliografia.
Note sull'autrice
Carla Corbella delle Suore ausiliatrici del purgatorio, nata a Como, si è laureata in filosofia alla Cattolica di Milano e in teologia morale all'Accademia Alfonsiana di Roma. Ha inoltre conseguito il magistero in scienze per la formazione presso l'Istituto superiore per formatori dell'Istituto di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana di Roma. Insegna a Torino in alcuni master universitari e al collegio Sociale della Compagnia di Gesù.
Che cosa possono imparare l'etica filosofica e la morale cristiana dai processi psicologici? Come combinare l'atteggiamento precettistico e lo sviluppo del senso morale nella persona?
L'autore propone una risposta approfondita a tali problemi, nella convinzione che la psicologia morale contemporanea sia in grado di offrire un contributo specifico all'etica cristiana, ma solo se conduce la propria ricerca sulla base di una comprensione pre-scientifica e pre-empirica competente della morale.
Pur trattando soprattutto della relazione tra la psicologia morale e l'etica cristiana, il volume discute anche il problema pratico della formazione morale dei ragazzi e dei giovani ed esamina inoltre la natura della maturità morale dell'adulto.
Sommario
Introduzione. 1. Pluridimensionalità della prassi ed etica cristiana. 2. Psicologia morale ed ermeneutica critica. 3. Educazione morale ed etica cristiana. 4. La dialettica tra appartenenza e distanziamento. 5. Attaccamento, amore e sviluppo morale. 6. Altruismo, femminismo e famiglia nell'amore cristiano. 7. Erik Erikson: generatività, etica ed ermeneutica. 8. Flanagan e Damasio: una sfida all'etica teologica. 9. Etica cristiana e bene premorale. 10. Violenza, autorità e comunità di ricostruzione. Nota editoriale.
Note sull'autore
Don S. Browning è professore emerito di etica e di scienze sociali alla Divinity School dell'Università di Chicago. Presso le EDB ha pubblicato, con T.D. Cooper, Il pensiero religioso e le psicologie moderne, Bologna 2007; tra le sue opere ricordiamo anche A Fundamental Practical Theology, Fortress Press 1991.
Descrizione dell'opera
Coloro che operano nel concreto della pratica pastorale, dall’accompagnamento alla direzione spirituale, dalla confessione alla semplice chiacchierata sul piazzale della chiesa, non avendo competenze specifiche di psicologia chiedono con insistenza strumenti per poter svolgere in maniera adeguata il loro impegnativo compito. Il dibattito sul rapporto della teologia con le cosiddette scienze umane sembra viceversa piuttosto concentrato sulla delimitazione dei saperi, al fine di evitare indebite commistioni.
L’autore rileva tuttavia che, di fatto, nella vita psicologia e spiritualità vengono consegnate insieme, nell’esperienza unica, originale, di ogni singolo credente. Egli procede in maniera induttiva, mostrando come sia decisivo ricorrere agli strumenti offerti dalle diverse teorie, segnalando allo stesso tempo le loro insufficienze di fronte alla complessità della realtà. Il suo scritto prende le mosse dall’unità del credente, mettendo a fuoco il rapporto «uno a uno», senza entrare per questo in contraddizione con gli apporti di un approccio allargato.
Sommario
Prefazione (L. Bressan). Introduzione. I. Psicologia e pastorale. 1. Oltre le parole. 2. Spiritualismo e psicologismo. 3. Alcune questioni fondamentali. II. La personalità. 4. Dentro una situazione. 5. I meccanismi della difesa. 6. La psicodinamica. III. La relazione. 7. Limiti e risorse di una prospettiva psicologico-individuale. 8. Le prime fasi dello sviluppo: alcune implicazioni. 9. Indicazioni per la relazione pastorale. IV. L’intervento. 10. Intersoggettività e sviluppo. 11. Intuizione vocazionale e accompagnamento. Riferimenti bibliografici.
Note sull'autore
Stefano Guarinelli, nato a Milano nel 1960, si è laureato in ingegneria presso il Politecnico di Milano. Ordinato sacerdote nel 1993, si è licenziato in psicologia e in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e specializzato in psicoterapia presso la Scuola Adleriana di Torino. Insegna psicologia pastorale presso il seminario di Milano, psicologia dello sviluppo presso l’Istituto Superiore per Formatori, psicopatologia presso la Escuela de Formadores di Salamanca. È responsabile dell’équipe di consulenza psicologica del seminario di Milano. Ha curato, con A. Manenti e H. Zollner, il volume Persona e Formazione. Riflessioni per la pratica educativa e psicoterapeutica (EDB, Bologna 2007); è coordinatore di redazione della rivista Tredimensioni. Psicologia, spiritualità, formazione (Àncora).
Descrizione dell'opera
Il volume raccoglie i concetti fondanti dell’approccio alla persona umana e cristiana elaborato dall’Istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana nei suoi 36 anni di vita e li rilancia verso ulteriori piste da indagare e sviluppare. La riflessione si concentra sulla prassi educativo-terapeutica e passa in rassegna i punti nodali di ogni cammino di crescita e di psicoterapia.
Sommario
Introduzione. I. La persona umana e le linee attuali della psicologia del profondo. 1. Nascita e conquiste di uno studio sulla persona umana (T. Healy - B. Kiely - G. Versaldi). 2. Sviluppo dal concepimento alla morte. Riflessioni di una psicoanalista contemporanea (A.-M. Rizzuto). 3. Il Sé - contenuto, processi, mistero (H. Zollner). 4. Relazione, intersoggettività, alterità. Svolta nei paradigmi della psicoanalisi attuale e suo significato per l'antropologia cristiana (A. Tapken). II. La proposta psicologica: un contributo per la filosofia e la teologia. 5. Rivendicazioni di verità e oggettività in un mondo postmoderno? La proposta dei «valori oggettivi» della vocazione cristiana all’inizio del ventunesimo secolo (K. Baumann). 6. La dialettica di base nella prospettiva dell’antropologia teologica: questioni critiche e spunti per un rilancio (D. Moretto). 7. Il parametro dell’alterità e la sua importanza per la teologia dogmatica (F. Scanziani). 8. Il parametro della temporalità e la sua importanza per la teologia morale (A. Fumagalli). 9. Psicologia e mistero: un rapporto inedito e fecondo (A. Cencini). III. Riflessi per la pratica educativa e psicoterapeutica. 10. Pedagogia genetica e pratica psicoterapeutica (S. Guarinelli). 11. L’esito della terapia: cura, cambiamento, trasformazione (A. Manenti). 12. Controtransfert come cammino verso Dio: processo terapeutico e integrazione della dimensione spirituale (C. Bresciani). 13. L’integrazione dei ruoli formativi (T. Costello). 14. La leadership nella vita religiosa oggi (B. Dolphin - M.P. Garvin - C. O’Dwyer). 15. L'antropologia della vocazione cristiana alla prova delle culture: l’esperienza di una formatrice (T.E. Merandi). Indici.
Note sui curatori
Alessandro Manenti (Reggio Emilia 1948), prete diocesano, insegna psicologia, etica filosofica e pastorale familiare allo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia, di cui è stato preside. Psicologo e psicoterapeuta, ha fondato l’Istituto Superiore per Formatori. È direttore della collana EDB «Psicologia e formazione» e della rivista Tredimensioni. Psicologia, spiritualità, formazione. Presso le EDB ha tra l’altro pubblicato Il pensare psicologico (1997) e Vivere gli ideali, vol. I: Fra paura e desiderio (52002) e vol. II: Fra senso posto e senso dato (22004).
Stefano Guarinelli (Milano 1960), prete diocesano, è licenziato in psicologia e in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e specializzato in psicoterapia presso la Scuola Adleriana di Torino. Insegna psicologia pastorale al seminario di Milano, psicologia dello sviluppo all’Istituto Superiore per Formatori, psicopatologia alla Escuela de Formadores di Salamanca. È coordinatore di redazione della rivista Tredimensioni. Psicologia, spiritualità, formazione.
Hans Zollner sj (Ratisbona 1966) ha studiato filosofia a Ratisbona, teologia a Innsbruck e si è laureato in psicologia a Roma. Ha operato nella pastorale universitaria presso la cappella universitaria di Monaco di Baviera e il collegio dei gesuiti di St. Blasien, con particolare attenzione all’integrazione fra psicologia e spiritualità ignaziana su cui ha pubblicato alcuni saggi. Dal 2003 insegna all’Istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana di Roma, dove lavora anche come psicologo e psicoterapeuta. Collabora alle riviste Gregorianum e La Civiltà Cattolica.
Descrizione dell'opera
Il ministero religioso evoca un senso di mistero, di cura e attenzione, di idealità e persino di coraggio eroico. Nondimeno, i ministri possono diventare dei “guaritori che feriscono” e persino la comunità ecclesiale può inconsapevolmente “ferire” ministri e fedeli, rinforzando i loro comportamenti distruttivi. Perché il ministero ecclesiale sia sempre più efficace, fonte di santità e di pienezza di vita, è necessario identificare le dinamiche che favoriscono il sorgere di tali degenerazioni, per tentare poi di modificarle in modo realistico.
L’autore, psichiatra statunitense, proviene da quel mondo anglosassone ove nel recente passato le Chiese sono venute a trovarsi nell’occhio del ciclone a motivo di numerose denunce relative a comportamenti deprecabili da parte di membri del proprio personale ecclesiastico. Egli prende in esame le dinamiche della personalità dei sacerdoti ‘problematici’ e rileva come taluni comportamenti impulsivi e patologici possano essere involontariamente rinforzati e incoraggiati da dinamiche interne all’istituzione. Tenendo contemporaneamente presenti le dinamiche proprie del singolo e quelle dell’organizzazione, lo studio propone una discussione dei meccanismi psicologici soggiacenti al comportamento narcisistico, alle violenze sessuali, ai comportamenti psicopatici, borderline, depressivi, ossessivo-compulsivi, maniaco-depressivi, passivo-aggressivi. Suggerisce inoltre alcune strategie d’intervento utili a modificarli.
Sommario
Nota per il lettore italiano. Prefazione. Ringraziamenti. 1. Ministero e comunità: una panoramica. 2. Ministero e comportamento narcisistico. 3. Ministero e abusi sessuali. 4. Ministero e comportamento psicopatico. 5. Ministero e comportamento borderline. 6. Ministero e comportamento maniaco-depressivo. 7. Ministero e comportamento ossessivo-compulsivo. 8. Ministero e comportamento depressivo. 9. Ministero e comportamento passivo-aggressivo. 10. Dalla guarigione alla pienezza del ministero. Appendice: Criteri di idoneità al ministero. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Len Sperry è vicedirettore e professore di psichiatria al Medical College of Wisconsin (U.S.A.) ed è consulente di varie organizzazioni religiose. Delle sue numerose pubblicazioni è disponibile in italiano I disturbi della personalità. Dalla diagnosi alla terapia (Milano 2004).
L’autore pone tra loro in dialogo le categorie della carità e dell’amicizia, a partire da due prospettive privilegiate, quella della teologia morale e quella della psicologia psicodinamica, alle quali dedica rispettivamente la prima e la seconda parte dell’opera.
Prendendo le mosse dalla riflessione di san Tommaso d’Aquino, che considera la carità un’amicizia dell’uomo con Dio, egli si sforza di coniugare teologia e antropologia, ossia il piano della riflessione sull’amicizia tra Dio e uomo alla luce della Rivelazione e piano dell’esperienza esistenziale, nelle sue molteplici relazioni interpersonali, alla luce delle scienze umane odierne. Emerge in questo modo la circolarità di carità e amicizia: accogliere la fede da parte dell’uomo suppone e insieme favorisce in lui una pienezza di umanità che rende autenticamente ‘buona notizia’ l’amicizia che Dio gli offre.
La ricerca dell’autore si presenta come una rilettura della tradizione teologica volta a mostrare come molte delle sue nozioni presentino ancora, una volta attualizzate, tratti di indubbia validità.
Sommario
Sigle e abbreviazioni. Introduzione. I. La carità come amicizia in san Tommaso. II. La dinamica umana dell’amicizia. III. La capacità umana di amare fondamento dell’amicizia. IV. Prospettive conclusive di teologia morale. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
Matteo Cavani (Modena 1971) è sacerdote della diocesi di Modena-Nonantola e ha conseguito il dottorato in teologia morale presso l’Accademia Alfonsiana di Roma. Insegna allo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia e all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Modena.
L'autore propone un piccolo trattato di psicologia - soprattutto di psicologia della personalità -, che intende essere strumento di iniziazione alla conoscenza psicologica, quale scienza umana in dialogo e integrabile con le discipline teologiche e religiose. Dopo aver giustificato la presenza della psicologia nell'ambito dello studio della riflessione teologica e delle scienze religiose, il volume introduce la nozione di psicologia come scienza e ne descrive l'evoluzione storica. Acquisito che il nocciolo della psicologia come scienza è dato dalla psicologia della personalità, offre un quadro globale per un primo orientamento di fronte alla Babele delle teorie psicologiche reperibili sul mercato.
Perché una nuova edizione del volume sui conflitti interpersonali nelle comunità? «Perché quello della comunione sembra il paradosso dei tempi moderni, in cui da una parte si accorciano le distanze tra i popoli, in un mondo divenuto sempre più villaggio, e dall’altra ci si accorge con maggiore evidenza di quanto sia difficile costruire relazioni autentiche, a cominciare dalle persone che vivono fianco a fianco» (dall’Introduzione alla II edizione).
Le tensioni e i conflitti interni alle comunità e ai gruppi sono una realtà che riguarda tutte quelle convivenze significative in cui le persone sono animate dallo stesso desiderio di dedicarsi agli altri. Spesso infatti ci si trova di fronte alla contraddizione quotidiana tra l’ideale di altruismo per i lontani, gli esterni, e la realtà sofferta dei conflitti interpersonali vissuti con quanti condividono lo stesso gruppo di lavoro o addirittura lo stesso tetto.
Il volume nasce da un’esperienza di formazione permanente condotta tra comunità di religiosi e religiose e si rivolge a tutti coloro che sentono forte il desiderio di operare per il bene degli altri, ma non sempre riescono a vivere autenticamente tale ideale all’interno del gruppo-comunità in cui si trovano. L’obiettivo è quello di aiutare ad affrontare i conflitti attraverso percorsi pedagogici che li risolvano trasformandoli in processi di crescita.
Dopo aver approfondito le diverse teorie sui conflitti interpersonali nel contesto dei gruppi significativi, l’autore le applica alla situazione specifica delle comunità religiose, evidenziando non soltanto le potenziali situazioni di disagio, ma anche e soprattutto le possibilità di integrare le differenze interpersonali nella vita del gruppo, affinché diventino occasione di crescita comune.
Il saggio è uscito in prima edizione nel 2001 col titolo I conflitti interpersonali nelle comunità e nei gruppi ed è stato ristampato nel 2002. La nuova edizione è ripensata soprattutto nella parte operativa, con indicazioni concrete per diagnosticare i conflitti ma anche per imparare a gestirli in un’ottica di autenticità relazionale.
Sommario
Presentazione (E. Fizzotti). Introduzione. Introduzione alla seconda edizione. 1. La dimensione interpersonale nello sviluppo storico della comunità religiosa. 2. Comunità religiosa e comunità umana. 3. Le relazioni interpersonali nelle comunità religiose. 4. Modelli di conflitti interpersonali. 5. Rilevanza dei conflitti interpersonali nei rapporti di gruppo. 6. Le componenti dei conflitti interpersonali nelle comunità religiose. 7. Una ricerca esplorativa tra le comunità. 8. Verso un modello strategico per la gestione dei conflitti. 9. Formazione interpersonale comunitaria. Bibliografia.
Note sull'autore
Giuseppe Crea, missionario comboniano, psicologo e psicoterapeuta, è docente invitato presso la Pontificia Università Salesiana e presso l’Istituto di teologia della vita consacrata Claretianum. Lavora nel campo della formazione permanente, interessandosi particolarmente del problema delle dinamiche di gruppo nelle comunità religiose. Missionario in Uganda e nella Repubblica Democratica del Congo, ha pubblicato Gli altri e la formazione di sé, EDB, Bologna 2005, e, insieme a Fabrizio Mastrofini, Animare i gruppi e costruire la comunità. Indicazioni e metodi per una leadership responsabile, EDB, Bologna 2004.
«La verginità è anzitutto sessualità, non la sua negazione, ma sessualità che è passata attraverso il mistero della Pasqua, che ha… superato l’esame pasquale e ne è stata “promossa”, non mortificata» (dall’Introduzione).
Strumento prezioso per la formazione, iniziale e permanente, scritto con lo stile della comunicazione immediata, facile, rapida, fresca, piena di esempi, di rimandi suggestivi, con punte di ironia smitizzante, il volume costituisce uno strumento a servizio della formazione permanente del mondo sacerdotale e della vita consacrata.
Esso propone non solo dei contenuti ma soprattutto un metodo, espresso anche attraverso l’originale struttura di ogni capitolo: all’inizio la parola di Dio, per lasciarsi da essa scrutare fin nelle profondità inconsce della persona; quindi una riflessione progressiva sul senso della verginità, in base alla quale viene suggerita una verifica a partire dall’esperienza; seguono delle proposte di lettura particolarmente significative, sotto forma di citazioni qualificate – tratte dai Padri e da autori moderni – per illuminare il tema trattato nel capitolo; infine una poesia, quale espressione orante-adorante.
Sommario
Prefazione (M. Tenace). Introduzione. 1. Senso d’una scelta. 2. Il dono della verginità.
3. Sessualità: mistero e vocazione. 4. Sessualità immatura. 5. «Beati i puri di cuore». 6. La lieta notizia della castità evangelica. 7. Verginità come sessualità pasquale. 8. Innamorato di Dio. 9. Crisi affettiva: grazia o debolezza? 10. Libertà affettiva. 11. La relazione del vergine. 12. La verginità nella vita (e nella morte). Fonti.
Note sull'autore
Amedeo Cencini, sacerdote, è religioso canossiano. Ha conseguito la licenza in scienze dell’educazione all’Università Pontificia Salesiana e il dottorato in psicologia alla Pontificia Università Gregoriana; si è poi specializzato in psicoterapia all’Istituto superiore di psicoterapia analitica. Attualmente è maestro dei chierici del suo istituto e docente di pastorale vocazionale e formazione al discernimento all’Università Pontificia Salesiana, nonché di psicologia applicata al corso dei formatori presso la stessa università e la Pontificia Università Gregoriana. Insegna inoltre al corso di teologia e diritto organizzato dalla Congregazione per la vita consacrata e le società di vita apostolica. Dal 1995 è consultore della medesima congregazione pontificia.
Presso le EDB dirige, con A. Manenti, la collana «Psicologia e formazione». Ha pubblicato: Vocazioni, dalla nostalgia alla profezia. L’animazione vocazionale alla prova del rinnovamento, EDB, Bologna 21992; Amerai il Signore Dio tuo. Psicologia dell’incontro con Dio, EDB, Bologna 122004; Psicologia e formazione. Strutture e dinamismi, in collaborazione con A. Manenti, EDB, Bologna 122003; Vivere riconciliati. Aspetti psicologici, EDB, Bologna 132004; Vita consacrata. Itinerario formativo lungo la via di Emmaus, San Paolo, Cinisello Balsamo 21994; la trilogia Per amore, EDB, Bologna 42001; Con amore, EDB, Bologna 22002; Nell’amore, EDB, Bologna 31998; e inoltre I sentimenti del Figlio. Il cammino formativo nella vita consacrata, EDB, Bologna 42001; Fraternità in cammino. Verso l’alterità, EDB, Bologna 22002; Dalla relazione alla condivisione. Verso il futuro…, EDB, Bologna 2002. Infine una trilogia sulla vita comune: Com’è bello stare insieme, Paoline, Milano 1996; Come rugiada dell’Ermon, Paoline, Milano 1998; Come olio profumato, Paoline, Milano 1999. Tutti libri già tradotti in più lingue.
Il volume non intende proporsi come manuale esauriente di antropologia psicologica, filosofica o teologica, ma piuttosto invitare a pensare criticamente e a cercare di definire il compito educativo in relazione al processo di sviluppo, indicando una via che eviti le diverse forme possibili di riduzionismo psicologico "dal basso" o di riduzionismo filosofico, teologico, spirituale "dall'alto". Il volume è presentato in edizione riveduta e aggiornata.