Sperare significa essere ottimisti? Che cosa sperare? Come si spera? Alla vigilia dell’Anno Santo 2025, accompagnato dal motto Pellegrini di speranza, questi interrogativi tornano attuali, anche alla luce dei grandi e drammatici sconvolgimenti mondiali che interessano il nostro pianeta: dalla pandemia da Covid-19, alle guerre, alla questione ecologica. L’ascolto di alcuni testi di san Paolo, che della speranza fa uno dei nuclei del suo instancabile annuncio missionario, tenta di raccogliere alcuni spunti per rispondere alle domande iniziali. Un intrigante itinerario tra gli scritti paolini, per misurarsi con le radici, gli effetti attuali e la pienezza futura della speranza cristiana.
Di segni dei tempi si parla spesso, ma nel concreto cosa significa davvero? Come riconoscere questi segni e perché riconoscerli può rappresentare un contributo al bene comune? Ma soprattutto, che cosa dobbiamo cercare, qui e ora? Il percorso del libro cerca alcune vie di risposta a queste domande. Dopo un veloce sguardo sulla storia della categoria a partire dal Concilio, nella seconda parte ne vengono considerate le coordinate fondamentali, mentre nella terza parte si analizzano alcuni fenomeni storici - la pandemia, la crisi climatica, le migrazioni di popoli, il sinodo - per verificare se e come possano essere individuati, in e attraverso questi eventi, dei segni dei tempi capaci di offrire indicazioni e speranza al nostro agire nella contemporaneità.
L'Eremo del Silenzio di Torino, di cui Juri Nervo è uno dei fondatori, ha sede in un ex carcere ed è luogo di accoglienza gratuita e non giudicante, luogo di silenzio per vivere l'eremitaggio singolarmente e comunitariamente pur nel caos urbano. Con la semplice formula della domanda e risposta, l'autore presenta l'esperienza e la realtà dell'Eremo, ne sviscera la natura e il significato in 14 brevi capitoletti: Il silenzio; L'eremo in città; Spirito, anima, corpo... e cervello; Il tempo e le abitudini; La preghiera; Dal Dio presente alla presenza di Dio; La comunicazione; Il cibo; La natura; Il lavoro; Gli spostamenti; La città; La santità; L'icona dell'Abbraccio.
Il tema del rapporto con lo straniero continua ad essere di scottante attualità. Cosa ci dice la Bibbia al riguardo? Il credente nella Bibbia è sempre uno straniero. Abramo viene da un'altra terra e Dio gli chiede di diventare un pellegrino; anche il popolo che da lui discende continuerà a essere un popolo di stranieri: prima nella vicenda dei patriarchi, poi emigrando in Egitto, nuovamente durante l'esilio in Babilonia. Anche nel momento in cui il popolo conquisterà la terra, dovrà ritenerla sempre e solo un dono, non un possesso. La testimonianza di Marco fa percepire la tensione fra Israele e le genti: Gesù si dedica anzitutto al popolo ebraico e solo a un certo punto va verso gli stranieri - i gentili - offrendo loro il pane della salvezza. Cosa significa tutto questo per noi cristiani di oggi?
È ancora possibile essere cristiani oggi? Una risposta franca a una realtà che nasconde mutazioni profonde e opportunità mai apparse prima.
All’inizio del secolo scorso, il teologo Karl Barth provava a strappare la Bibbia dalla gabbia religiosa al grido di “Bibbia e giornale”. Oggi, all’alba del nuovo millennio, è necessario rimodulare quella sfida al grido di “Bibbia e web”. Un dialogo tra questi due mondi per giungere a una lettura più profonda del nostro tempo. Sarà pure un azzardo, ma il confronto tra Bibbia e internet ha molto da dire a proposito di come abitiamo il mondo, di come navighiamo nel mare della vita. Un dialogo necessario, in cui entrambi i mondi hanno tutto da guadagnare.
Uomini e donne che furono “voce dello Spirito”, pur nella diversità di tradizione religiosa o fede, di epoca o stato di vita. “Mistici” li definiamo, ma nella consapevolezza che lo sono non nella loro stravaganza e irraggiungibilità. Ma nell’aver accolto con gratitudine e impegno il dono di stare “faccia a faccia con Dio” giorno dopo giorno. Isacco il Siro apparteneva alla Chiesa siro-orientale, detta anche “nestoriana”. Rabi‘a è una mistica musulmana del IX secolo. Francesco d’Assisi è il santo che tutti conosciamo. Suor Kinga della Trasfigurazione è stata una carmelitana ungherese, morta nel 2009.
Autore
Sabino CHIALÀ è monaco della Comunità monastica di Bose, laureato in lettere classiche e dottore in filologia e lingue orientali presso l’Università di Louvain-la-Neuve, in Belgio. Caterina GREPPI, dopo la laurea in filosofia e gli studi di islamistica seguiti in Italia, si è perfezionata nella lingua araba soggiornando a Tunisi e a Damasco. Docente invitata di lingua araba al Pontificio Istituto Orientale a Roma, ha coltivato contatti personali con esponenti del sufismo. Iacopo IADAROLA è frate carmelitano scalzo, laureato in lettere classiche presso l’Università La Sapienza di Roma, ha conseguito la licenza in teologia spirituale presso la Facoltà teologica del Triveneto e attualmente è dottorando nella medesima disciplina presso la Facoltà teologica del Teresianum in Roma. Collabora a varie testate quali «Rivista di Vita Spirituale», «Il Santo», «La Stampa – Vatican insider». Con le Edizioni Messaggero ha pubblicato Cantare il creato. Con san Francesco e con san Giovanni della Croce (2019). Fabio SCARSATO è frate francescano conventuale, direttore editoriale del «Messaggero di sant’Antonio» e delle Edizioni Messaggero Padova.
Lettura e commento di "A Diogneto" (II secolo d.C.) uno dei testi più antichi ed enigmatici della tradizione cristiana che ha molto da suggerire ai cristiani del nostro tempo.
Contenuto
Oggi si tende a guardare con maggiore prudenza – se non addirittura con sospetto – all’ideale conciliare del dialogo, sia in ambito civile che ecclesiale. Ripensarlo non in astratto, ma a partire dall’esperienza, come strumento che permette di giungere a un’intesa, comporta ripensare insieme ad esso anche la figura dell’autorità, distinguendola dalla figura del potere. Un esercizio evangelico, non autoritario e non clericale del dialogo e dell’autorità, allargato all’insieme delle relazioni umane, è la proposta di questo percorso, frutto di una lectio magistralis di Theobald presso la Facoltà teologica del Triveneto. Il compito di ogni dialogo consiste nel far approdare le due parti a intendersi e per farlo è necessaria la capacità di ascoltarsi reciprocamente e dunque l’attitudine a volersi incontrare. È solo in questo orizzonte che autorità e dialogo possono essere ripensate come buone pratiche per costruire concretamente quella “mistica della fraternità” auspicata da papa Francesco (EG, 119) come nuovo stile della Chiesa del nostro tempo.
Destinatari
* studenti di teologia * operatori pastorali
Autore
Christoph THEOBALD, nato a Colonia (Germania) nel 1946, è gesuita della Provincia di Francia. Professore di teologia fondamentale e dogmatica alla Facoltà di teologia del «Centre Sèvres» di Parigi, redattore capo della rivista «Recherches de science religieuse», membro del comitato scientifico dell’Istituto per le science religiose (Bologna) e responsabile editoriale dell’edizione critica autorizzata delle Opere di Karl Rahner. Ha pubblicato opere di storia della teologia moderna, di teologia sistematica e pratica, e di estetica.
Come si fa a far fiorire la vita quando arriva la crisi? Di fronte agli insuccessi e ai fallimenti siamo costretti a cambiare il nostro modo di vedere la vita e di interpretare gli eventi che ci accadono. In uno stile colloquiale e vivace il testo ripercorre i momenti determinanti della presa di coscienza e delle scelte che abbiamo a disposizione, mettendo a fuoco gli strumenti per compierle. Come si fa a vivere meglio? Quale è il dono più grande che possiamo fare alle persone che amiamo? Il gusto della vita è ricerca; è conquista; è dono. In fondo la gioia di vivere cos'altro è se non celebrare, ogni giorno, la vita? Scegli di vivere è uno strumento da tenere a portata di mano, sul comodino, che ci ricorda quanto preziosa sia la vita in tutte le sue manifestazioni e ci insegna a godere appieno.
È possibile un vegetarianesimo cristiano? E su quali basi teologiche? Come sarà possibile costruire una teologia del vegetarianesimo, o degli animali se la Bibbia presenta evidenze contrarie sintetizzate dal comportamento alimentare dello stesso Gesù di Nazaret e degli apostoli? Inizia da queste premesse la riflessione filosofico-teologica del presente volume, che si propone di dimostrare, senza velare le contrarietà oggettive menzionate, che il cristianesimo può e deve farsi vegetariano.
Piccolo libro per aiutare i cristiani cattolici a vivere con consapevolezza il quinto centenario del "giorno della Riforma", che, in modi diversi, nel 2017 coinvolgerà tutte le chiese. (Prefazione del pastore Bernd S. Prigge).
La rivelazione cristiana manifesta tutta la sua originalità, investendo il corpo di una dignità e di una gloria inaudite, riconoscendo che esso è opera del Creatore del quale porta in sé l'immagine e la somiglianza, promettendogli la resurrezione, considerandolo "Tempio dello Spirito santo". Elena Bosetti offre una lettura originale e coinvolgente del libro più "carnale" della Bibbia, il Cantico dei Cantici, mentre Franco Giulio Brambilla, partendo dal racconto dei discepoli di Emmaus, traccia una profonda e articolata riflessione sul corpo "dopo" l'evento di Pasqua.
Tre religiosi a confronto sul tema della vita in solitudine. Una rivisitazione della relazione tra Francesco e Antonio rivela come i due santi siano concordi nel proclamare che l'andare tra la gente e lo stare nel silenzio dell'eremo appartengono allo stesso desiderio, alla stessa identità, allo stesso progetto minoritico. Francesco ed Antonio parlano lo stesso linguaggio, sebbene con accenti spirituali un po' diversi, entrambi espressione di un eremitismo profondamente evangelico e sempre aperto al mondo. I due grandi santi francescani ricordano a noi che l'identità del frate minore e di ogni cristiano non può che essere "contemplattiva".
Tutti cerchiamo la gioia, tutti abbiamo una fame vorace e una sete insaziabile di felicità: credenti, agnostici e atei; vecchi e giovani, donne e uomini, ricchi e poveri. Quattro riflessioni sulla letizia: 1. quella di un poeta, Davide Rondoni; 2. quella di una biblista, suor Elena Bosetti; 3. quella di uno studioso di francescanesimo, Dino Dozzi; 4. quella di uno psicoterapeuta, Mauro Ruzzolini. Ed ecco i quattro volti della letizia desiderata da tutti: letizia poetica, letizia evangelica, letizia francescana, letizia terapeutica.
La cronica questione del rapporto tra "denaro" e "culto", non tramonta mai. Il tema è stato richiamato da papa Francesco nell'omelia del 21 novembre 2014 in cui ricorda "l'importanza della gratuità dei servizi liturgici, contro certi "listini dei prezzi" delle messe e dei sacramenti esposti in alcune parrocchie". Due studiosi, un docente di sociologia del consumo e un biblista e liturgista danno il loro contributo sul tema e provano a indicare una terza via tra denaro e sacro: ricuperare la componente relazionale del denaro, quel senso antropologico e simbolico che lo lega a un sano rapporto interpersonale, al dono e alla gratuità.
"Sentinella, quanto manca all'aurora?". E il profeta-sentinella risponde con una rassicurazione e un invito: "Viene il mattino? convertitevi, venite!" (Is 21,11-12). Chi pone la domanda oggi siamo tutti noi, donne e uomini, variamente o per nulla credenti, stanchi del buio e del freddo della notte. Le sentinelle sono i consacrati che nel loro laboratorio di nuovo umanesimo, stanno studiando l'arte della custodia della persona, della convivialità delle differenze (materia difficile, soprattutto oggi), del rispetto della creazione: per parlare di Dio ci mostrano come vivere in armonia con noi stessi, tra di noi e con il creato.
Un francescano, teologo e giornalista, che ha percorso la strada della fede, dello studio e della comunicazione, si interroga sul significato di annunciare, oggi, i vizi e le virtù, la pena e la gloria", all'uomo dell'iphone."
Come custodire ciò che è comune, in un tempo che sempre più si caratterizza per l'individualismo? Come mantenere aperto tale spazio, quando sembra piuttosto imporsi la dimensione della proprietà, negli ambiti più disparati? Come renderlo vitale, perché contribuisca al benessere del paese e a quello della famiglia umana? Come tutelare la varietà di beni fondamentali - acqua, aria e terra, ma anche conoscenza e legalità? - che danno sostanza e corpo al bene comune? A queste domande rispondono Laura Pennacchi e Alberto Bondolfi, in un dialogo ricco e stimolante, che intreccia filosofia e teologia, economia e diritto. La prospettiva che emerge traccia un contributo efficace per un'etica civile in un tempo di crisi, invitando a esplorare percorsi inediti entro e oltre la modernità. Si tratta di prendere sul serio la democrazia, come orizzonte che esige da tutti/e e da ognuno/a una partecipazione attiva e responsabile.
Due interventi brevi e profondi intorno al silenzio, tema cruciale sia per la riflessione religiosa che per l'analisi della società contemporanea. Una dimensione costitutiva dell'uomo sempre più messa a rischio, con la conseguenza di parole svuotate di senso in un inutile, diffuso brusio. Il biblista ed ebraista Piero Stefani parte dalla Bibbia (che in quanto racconto scritto rappresenta un primo, insuperabile ammutolirsi della parola divina) per indagare la sfida dell'apparente silenzio di Dio davanti a situazioni come Auschwitz o la storia di Giobbe. Il filosofo Silvano Zucal propone un approfondimento su questa ricchezza dell'umano a partire dalla dialettica costitutiva tra il silenzio e le parole, considerando i rischi di una parola che smarrisce senso e comunità.
Una riflessione intorno alle sfide, multiformi e appassionanti, poste oggi dall'etica civile. Verso il comune compito, di cristianesimo e "modernità", di formare un nuovo "cittadino etico".
Che cosa significa parlare oggi di "etica civile"? Ed in quali orizzonti essa si colloca? Attorno a queste due domande ruotano gli interventi, raccolti nel volume, di due protagonisti della riflessione contemporanea. L'antropologo Marc Augé ripensa il significato dell'etica per la convivenza in una città sempre più esposta al rischio di diventare "non-luogo". La filosofa Laura Boella, da parte sua, ne illumina il radicamento in quel tessuto relazionale che ci rende le persone che siamo.