«Lo studio sia delle fonti del messaggio di Fatima che della riflessione teologica su di esso ha portato Bueno de la Fuente a definirlo "una testimonianza mistica e profetica". La parola chiave della lettura teologica di questa testimonianza mistica e profetica individuata dall'Autore è la "misericordia". Le fonti del messaggio di Fatima non ci presentano un discorso speculativo su Dio; piuttosto, danno testimonianza di un incontro, un'esperienza mistica capace di trasformare la vita, come ha trasformato quella dei veggenti». (Dalla Prefazione di p. Carlos Cabecinhas, Rettore del Santuario di Fatima)
Il viaggio alla scoperta della Divina Commedia, per i ragazzi e per chiunque ha conservato lo sguardo di un bambino, arriva al compimento. Dopo i primi due volumi dedicati a inferno e Purgatorio, ecco il Paradiso: la cantica solitamente bollata come "astratta" e "disincarnata" si rivela invece, nella lettura che ne fanno Nembrini e Recalcati, come una progressiva scoperta di quanto può essere libera e lieta la vita vera, sulla Terra, quando è vissuta secondo il disegno che Dio aveva nel crearla. Età di lettura: da 11 anni.
La Madonna - «Gospa» in croato - di Medjugorje è una madre dolcissima, che esorta con forza alla pace e alla conversione dei cuori. Da oltre quarant'anni raccoglie intorno a sé un popolo di credenti. Questo secondo volume si occupa del tempo compreso fra la fine della guerra in Bosnia fino ai nostri giorni: Medjugorje assume definitivamente la sua fisionomia di santuario sviluppando quel «programma» che era già iniziato nel 1981. Nasce un nuovo Stato (la Bosnia-Erzegovina), riprendono i pellegrinaggi e si rafforzano i contenuti essenziali del messaggio. La vita ecclesiale assume qui i contorni dell'universalità cattolica, richiama all'unità del popolo di Dio che segue con fedeltà il Vangelo e affronta, con la preghiera e la fede, alcune delle grandi lotte che la Chiesa e l'umanità devono sostenere, come il «modernismo», le guerre..
Sei donna. Ti sposi. Magari arrivano figli. Magari di lavoro fai il medico, e ad alti livelli, quasi tuo malgrado. Ed ecco, ci provi a combinare famiglia e lavoro. Cerchi modelli, un aiuto, o almeno una ricetta, qualunque cosa pur di farcela. E se alla fine il lavoro prevalesse su tutto? Come resistere alle fatiche? Come scampare ai sensi di colpa? E quando ti guarderai indietro che dirai delle scelte fatte? Cosa ne diranno i figli? La bella notizia è che la mogliemammamedico può riuscire a non essere un puzzle a cui manca sempre qualche pezzo. Non più frammenti diversi da combinare a fatica, ma la felice scoperta di cosa fa fiorire la vita: tutta intera. Prefazione di Costanza Miriano. Postfazione di Laura Baruffaldi.
William Thomas Walsh in questo libro pubblicato per la prima volta nel 1947 raccoglie l'esito delle sue ricerche sugli eventi prodigiosi di Fatima. Da insigne storico quale era, egli racconta in modo appassionante e documentato le apparizioni della Vergine ai tre umili pastorelli, la profezia dello scoppio della II Guerra mondiale e dell'avvento del comunismo, la sua implorazione di penitenza da parte dell'umanità e la promessa della pace e della conversione della Russia qualora il suo messaggio fosse accolto.
La via di Emmaus è un progetto immersivo, di formazione spirituale e relazionale, rivolto ai giovani, avviato nella diocesi di Bologna su impulso del documento conclusivo della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (2018). Questo piccolo libro lo racconta attraverso le testimonianze di coloro che a diverso titolo ne fanno parte. Dalle loro voci emergono sentieri interiori di crescita e consapevolezza, per lo più disertati dai grandi flussi mediatici sull'universo giovanile, ma decisivi per la costruzione di un'umanità nuova e sui quali vale fissare lo sguardo. Prefazione del Card. Matteo Maria Zuppi.
Con il passare degli anni la figura di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI come docente, teologo e Pontefice è sempre più luminosa. Questo volume che segue gli snodi della sua vita è un invito alla scoperta del suo ricchissimo pensiero, che spazia dai grandi temi affrontati dal Concilio Vaticano II, alla minaccia della contemporanea "dittatura del relativismo", al laboratorio intellettuale delle sue Encicliche: è un percorso che sottolinea il nucleo del suo Magistero che ha sempre ricordato l'importanza del dialogo tra la fede e la ragione per avvicinarsi a Dio.
Franco Nembrini racconta la Divina Commedia ai più giovani. Il Purgatorio è la cantica della misericordia, del perdono, della fatica e del tempo. Il tempo di diventar grandi, la fatica di crescere, la scoperta entusiasmante che, qualunque sia il nostro male, il nostro peccato, l'inferno da cui usciamo, si può sempre essere perdonati. Basta un maestro, e la libertà, il coraggio di seguirlo. ll Purgatorio, in definitiva, è la cantica che più facilmente possiamo sentire nostra, a qualunque età della vita. Perché sempre abbiamo bisogno di perdono e di ricominciare.
La Madonna - «Gospa» in croato - dei veggenti di Medjugorje è una madre dolcissima, che esorta con forza alla preghiera per la pace e alla conversione dei cuori. Da oltre quarant'anni raccoglie intorno a sé un popolo di credenti e di pellegrini. Questo libro, sostenuto da una rigorosa ricerca storica, rilegge i fatti di Medjugorje facendo emergere il collegamento che essi hanno, sin dall'inizio, con la storia religiosa antica e contemporanea dell'Erzegovina, una terra travagliata, dove però la fede ha radici profonde. Maria ha scelto i «buoni credenti» che ha trovato qui per dare origine a un movimento che prega per tutta l'umanità. Prefazione di p. Marino Sakota.
La presenza dei cattolici nella vita politica e culturale è stata significativa e rilevante fino al secondo dopoguerra. Diversamente da allora, oggi si nota una grande assenza. Basti pensare a come l'Europa sia stata varata da tre grandi cattolici e come oggi le sue posizioni si siano attestate su dottrine opposte ai valori per cui è stata fondata. L'autore indica qui una serie di cause di tale logoramento (interne ed esterne al mondo cattolico) e propone diverse possibili piste da seguire per rilanciare una presenza indispensabile alla nostra civiltà.
Il 2 febbraio 1995 una statua della Madonna, di proprietà della famiglia Gregori di Civitavecchia, Il fenomeno si ripeté 12 volte fino al 6 febbraio e una tredicesima volta, il 15 marzo, nelle mani del vescovo della città, mons. Girolamo Grillo. A questo fenomeno misterioso, altri ne seguirono: le essudazioni di una seconda immagine, identica alla precedente, donata alla famiglia dal papa Giovanni Paolo II, le apparizioni di Maria, nei titoli di «Madonna delle Rose», «Madre della Chiesa» e «Regina delle Famiglie» nella casa dei Gregori - a papà Fabio e a sua figlia Jessica, di soli 6 anni - con messaggi per la Chiesa e il mondo e un grande segreto per il Papa. Questo libro ripercorre sinteticamente gli avvenimenti dando prova come, a distanza di tanti anni l'evento sia spiegabile unicamente in una luce soprannaturale.
Lucia Cagnacci Vedani, sposata con Enzo Vedanie madre di quattro figli, è il cuore e l'anima di CasAmica, una straordinaria impresa di condivisione e solidarietà.
CasAmica Onlus è un'organizzazione di volontariato che dal 1986 accoglie i malati e i loro famigliari in difficoltà provenienti da tutta Italia e dall'estero per curarsi negli ospedali di Milano, Lecco e Roma. L'Ambrogino d’Oro che l'ha premiata come esempio di "generosità e coraggio" per la città di Milano, è solo uno dei numerosi riconoscimenti che CasAmica ha ricevuto.
Questo libro non è il semplice resoconto delle finalità di un'associazione benefica, bensì il viaggio appassionato nella vita di Lucia, una donna che ha sentito e seguito la chiamata che ha cambiato la sua esistenza.
L'incontro con un pover uomo: una panchina per letto e una valigia per cuscino. Tanto le è bastato per capire che toccava proprio a lei fare qualcosa.
E, da quel momento tutta l'esistenza di Lucia — supportata dal generoso sostegno della sua famiglia — è stata trascinata in questa inaspettata avventura.
Nel desiderio di fare il bene, nella passione per l'altro, seguendo la spinta interiore che porta ad aiutare e consolare chi soffre ed è nel bisogno.
Dal 2 al 6 febbraio del 1995, a Pantano di Civitavecchia, una statuina della Madonna raffigurante la Regina della Pace lacrima sangue per tredici volte. Pianse ancora sangue il 15 marzo nelle mani del vescovo Girolamo Grillo. Da quel giorno altri eventi soprannaturali si sono succeduti: una seconda Madonnina, identica alla precedente, dono del cardinale Deskur, ha incominciato a effondere un olio profumato durante alcune feste religiose o di fronte a persone riunite in preghiera; la Vergine stessa è apparsa a una famiglia e ha dato i suoi messaggi. Prima destinataria e strumento di queste manifestazioni della Madonna è la famiglia Gregori: padre, madre e tre figli, tutti resi partecipi di tante grazie e segni straordinari. In questo libro, agile come una guida del pellegrino, si raccontano tutti i fatti salienti della vicenda; comprese le analisi scientifiche, che hanno escluso truffe e manipolazioni, e l'indagine della Chiesa, che, a livello diocesano, si è conclusa positivamente con l'erezione a Santuario della Parrocchia di Sant'Agostino a Pantano. Solo in questo libro compaiono i testi dei messaggi della Madonna delle Rose dal Cuore Immacolato e Regina delle Famiglie, nei quali la Vergine mette in connessione queste sue visite con le apparizioni di Fatima. Il trionfo del suo Cuore Immacolato - dice - passa attraverso la fedeltà delle famiglie nell'unità della Chiesa. Il volume, infine, riporta documenti inediti che rivelano la devozione nascosta di Giovanni Paolo II. Interviste con Fabio e Jessica Gregori.
All'idea del convento da sempre associamo l'immagine della privazione e della mestizia. Questo libro toglie alla cucina dei monasteri quella proverbiale cappa di tristezza e ci illustra una cucina infinitamente più ricca e sfiziosa di quanto pensavamo. Qui scopriremo ricette antiche, in cui i gusti robusti si combinano con una saggezza risalente a molti secoli fa. Da questo connubio nasce una cucina semplice e sana, in cui i piatti mantengono un forte contatto con la natura e diventano una proposta che sfida noi uomini del postmoderno a riscoprire noi stessi e la tradizione dei nostri antenati.
"Ne abbiamo vissuti di inferni, in questi anni: il Covid, la guerra, la delusione della politica... Più di tutti ne hanno sofferto i ragazzi, i giovani, che all'alba della vita si trovano di fronte un orizzonte nero - anche perché troppo spesso hanno davanti adulti che sanno solo lamentarsi e maledire, che non sanno più testimoniare una letizia, non hanno più ragioni sufficienti per sperare. Così, abbiamo pensato di proporre a loro, ai ragazzi e ai giovani, ma anche agli adulti che con i ragazzi condividono la fatica della vita, questa versione della Divina Commedia. Perché anche ai tempi di Dante c'era l'inferno: c'erano le epidemie, le guerre, le ingiustizie... Ma Dante dall'inferno è uscito. Ha attraversato tutto il male del mondo, lo ha guardato in faccia, ne ha condiviso il dolore; ma poi ne è uscito. Per questo vale la pena di leggere la sua opera oggi, anche e forse soprattutto per un ragazzo: perché ci dice che, per quanto buio sia l'inferno, si può uscirne; per quanto brutto sia il male che ci affligge, si può sempre uscire "a riveder le stelle". Basta un adulto come Virgilio, basta una compagnia umana certa della meta." (Franco Nembrini) Età di lettura: da 11 anni.
La riflessività sull'amore appare ancora molto superficiale, nonostante secoli di filosofia e di sapienza spirituale. Si rimane a considerazioni sul rapporto personale e ai modi di comportarsi verso gli altri. Si annovera l'amore tra le virtù personali. L'amore è anche questo, ma affonda le sue radici in ben altro. Si nasce e si vive in un tessuto di relazioni significative. Un bambino piccolo non saprà dire nulla a proposito dell'amore ma vive immerso in una comunione di persone. Tale comunione è emergente rispetto le singole persone, supera la somma dei singoli. Il libro raccoglie brevi saggi che esplorano la ricchezza e la complessità delle relazioni vitali: queste pagine sono un antidoto alla confusione sulla natura dell'amore che porta a conflitti nelle relazioni, a improvvisazioni senza sbocco, come avviene quando ci si perde in un labirinto.
Il culto dei santi è un'usanza tipicamente cattolica e risale agli albori del cristianesimo, al tempo delle persecuzioni e dei martiri. La fede restituisce certezza che i santi, in Paradiso con Dio, rimangono assolutamente partecipi della vita degli uomini di questo mondo. Seguendo quattro classiche tipologie (malattie e malanni; matrimonio e maternità; professioni, arti, mestieri e vocazioni; complicazioni e guai vari), l'Autore passa in rassegna i santi che la devozione popolare ha scelto, per fatti inerenti alla loro vita, quali protettori o patroni a cui rivolgersi in circostanze particolari. Il Santo non vuole niente. Certo, gli piacerebbe che, graziati, ci mettessimo ad amare Dio. Ma non ci forzerà e sarà disposto ancora a esaudirci perché conosce la fragilità umana. Ricco di esempi concreti, questo libro permette di scoprire a che santo votarsi in qualunque situazione, a partire da colui che sentiamo più vicino perché ha svolto il nostro mestiere o ha dovuto affrontare il nostro stesso problema.
C'è stata l’ultima volta in cui sono scesa dallo scivolo di un parco giochi, senza sapere che fosse l'ultima. Allo stesso modo, c'è un'ultima volta in cui parli a un genitore, ma quando accade non puoi sapere che proprio quella sarà l'ultima. In pochi mesi la routine di Agata, fra Grande Città — alle prese con il marito in crisi di mezz'età e tre adolescenti indomabili —e il Paesello d'origine dei genitori, viene sconvolta: mamma e papa sono deboli, malati, da accudire senza sosta.
Tra referti e Tac, minestrine e lambrusco, camere d'ospedale e tramonti sullo skyline cittadino, Agata attinge a tutte le sue risorse per affrontare gli imprevisti. Lei che pensava di riordinare la vita come una casa di design dopo il trasloco.
Con ostinazione e humor, la protagonista cerca percorsi di crescita in un tunnel di dolore, per scoprire infine la forza della tenerezza. E del gelato
Marcella Manghi Catania (Parma, 1974) dopo una laurea in Matematica e un master in International Management, ha sposato Pietro e ha dato alla luce tre figli e diversi libri: Ventinove colazioni (2020), Mamma mongolfiera (2018) e, per le Edizioni Ares, Qualcosa di diverso (2013) e Via col tempo (2009). Scrive per 11 quotidiano online ilSussidiario.net e Italians, la sezione del Corriere della Sera a cura di Beppe Severgnini.
Don Paolo è dal 2007 l'arcivescovo cattolico di Mosca. Una diocesi vastissima e composita che comprende al suo interno anche un caleidoscopio di nazionalità, fra cui la comunità armena, quella coreana, quella vietnamita, e via dicendo. Dentro il perimetro della Russia, tutto è di più: più chilometri da percorrere, più lingue, più incroci di culture e vissuti. Più bellezza da condividere ma anche, a volte, più timore nel testimoniare ciò che si crede. Perché quando si è minoranza si è più fragili. Quando si è minoranza l'identità viene sollecitata ogni giorno e ogni giorno sei chiamato a verificarne la consistenza, che è Cristo stesso. Mediante questo libro mons. Pezzi, si racconta a Riccardo Maccioni, per la prima volta dal principio. Intrecciando in queste pagine al vissuto personale, umano e missionario, fatti e valutazioni sull'attualità e il futuro della Chiesa, della Russia e con esse, necessariamente, del mondo intero.
Gli eventi e i segreti di Fatima continuano a suscitare interrogativi a oltre un secolo di distanza. Mons. Massimo Camisasca nella Postfazione rievoca il monito di Benedetto XVI: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». L'autrice ci guida passo dopo passo a rileggere quella straordinaria irruzione del cielo nell'umile quotidianità di Lucia, Francesco e Giacinta fino al misterioso intreccio con il pontificato di san Giovanni Paolo II. Le profezie affidate ai tre Pastorelli si realizzarono una per una, ma non riguardavano soltanto il «secolo breve»: nel terzo millennio Fatima resta un faro sulle sorti del mondo e chiama in causa la libera adesione di ciascuno.
Nei contributi raccolti in questo libro - sintesi di interventi pubblici quali conferenze, interviste e omelie - l'arcivescovo Georg Gänswein presenta un'entusiastica difesa della fede cattolica e della tradizione cristiana, esponendo nello stesso tempo profonde osservazioni sullo stato della Chiesa e sul suo ruolo indispensabile, in una società sempre più laica, come forza civilizzatrice nella cultura. A tal fine, sottolinea l'esigenza di una riforma personale di sacerdoti e vescovi, una conversione rinnovata, affinché diano la priorità all'annuncio della Parola di Dio e la incarnino nella loro vita e nella loro missione. Fedele al suo motto episcopale «Testimoniare la verità», l'Autore offre in queste pagine un'ottima guida per rimanere cristiani autentici nella Chiesa e nel mondo di oggi. Prefazione del principe etiope Asfa-Wossen Asserate.
Che cosa s'intende per «primi cristiani»? Come vivevano, quegli uomini, la loro fede? Per quale ragione gli imperatori romani furono così intolleranti nei confronti del cristianesimo? Perché i pagani erano calamitati dall'amore che i cristiani mostravano tra loro? Perché i martiri erano tanto apprezzati nelle prime comunità cristiane? Come celebravano il battesimo e l'Eucaristia? Come vivevano in famiglia, la povertà, il digiuno, la preghiera...? In appendice la Lettera a Diogneto e la Didaché, o Dottrina dei Dodici Apostoli, i due testi degli albori che raccontano come vivevano i primi cristiani.
Diverse opere sono state prodotte sulle apparizioni e manifestazioni della Madre di Dio, ma questa è un «calendario». Con essa, giorno per giorno, si potrà sapere quando e dove la Madonna è apparsa, e a chi, anche grazie ai puntuali Indici cronologici e geografici che impreziosiscono la nuova edizione. In duemila anni, infatti, la Vergine si è manifestata migliaia di volte, e ancora si manifesta. Certe date, come l'8 settembre per esempio, sono più affollate, forse perché la Madonna ha voluto festeggiare così il suo compleanno. Ed è singolare, perché dovremmo essere noi a farle un regalo. Un'altra data molto «frequentata» è il 25 marzo, festa dell'Incarnazione di Gesù e dello «sposalizio» della Vergine con lo Spirito Santo. Un'altra scadenza privilegiata sono i sabati, tradizionalmente a Lei consacrati. Ma non c'è giorno che la Mamma lasci soli i suoi figli. Come dimostra questo libro da tenere aperto sul tavolo di lavoro, come, appunto, un calendario.
Che cosa ci fa una sessantottina a Medjugorje, Altötting e in altri santuari mariani? Perché una donna moderna e progressista si sente spinta a cercare qualcosa (o Qualcuno) in luoghi che per il suo ambiente appaiono arretrati e persino kitsch? Quello di Gabriele Kuby è un coinvolgente viaggio esteriore e interiore che prende le mosse da una profonda crisi e ha aperto una via di speranza per tanti lettori. Lasciandosi accompagnare da persone molto lontane da lei, dialogando e persino discutendo con Dio, l'autrice ha ritrovato sé stessa riconoscendosi alla fine creatura amata. E in questo itinerario esistenziale, a tratti sofferto, ha trovato una guida insostituibile in Maria di Nazaret, la donna che più radicalmente di ogni altro essere umano ha accolto la chiamata del Creatore. La Madre che più amorevolmente di tutte è pronta a soccorrere chi si affida al suo aiuto.
«"Eccomi!" è la storia della mia malattia, il Covid-19. Della discesa fino al bordo e poi della risalita. In molti lo hanno definito un miracolo. Lo credo anch'io. Eccomi!, effettivamente, potrebbe essere la storia di un miracolo. Ma non solo. È anche la storia di un'onda di preghiera che ha coinvolto centinaia, forse migliaia di persone, che hanno dedicato qualche minuto o molte ore della loro vita a invocarlo, questo miracolo. Sì, perché quello che è accaduto è che attorno alla mia malattia si è aggregato un movimento di persone, la maggior parte delle quali sconosciute, che ha chiesto a Dio che io quel bordo non lo superassi. Verrebbe da definirlo un fenomeno "virale". Che ironia. Eppure, forse è proprio il termine più giusto».
Dopo "Una fede in due. La mia vita con Vittorio", Rosanna Brichetti Messori narra la sua avventura di credente che si è svolta tra due poli entrambi importanti. Tra la cristianità plasmata dal Concilio di Trento, nella quale si è formata, ha vissuto i suoi primi vent'anni e che ora si sta sgretolando, e la cristianità che, tra non poche difficoltà, si sta faticosamente delineando a partire dal Concilio Vaticano II. Un trapasso lungo, spesso doloroso che si sta tuttora compiendo sullo sfondo di una modernità che, proponendo valori e stili di vita opposti a quelli cristiani, sta inducendo, anche in molti credenti, una crisi morale e di fede forse senza precedenti. Coinvolta in queste vicissitudini ecclesiali, di cui ha conosciuto insieme con gli aspetti positivi i rischi e i pericoli, l'Autrice condivide non solo gli eventi che negli anni l'hanno riguardata personalmente, ma anche le riflessioni più generali che tali eventi le hanno suggerito. Per concludere nella speranza che la crisi attuale si trasformi in occasione per la rinascita interiore di ogni credente, affinché la fede di ciascuno e dell'intera Chiesa, passata al vaglio del travaglio in corso, sappia ritrovare pace e unità attorno al suo centro - Gesù Cristo - riscoprendo così quella profondità, quello slancio umile ma vigoroso che renda nuovamente il cristianesimo «Luce per illuminare le genti» (Lc 2,32).
Questo è un libro davvero necessario, quello che mancava, una piccola chiave preziosa per cercare di aprire il cuore, di sfondare quella barriera che sembra inesorabilmente dividere quando si parla di aborto, di comunicare nel modo giusto con le donne che sono tentate dal dire no alla vita, ma soprattutto con quelle che hanno già fatto quel passo. È un libro che parla ai cuori spezzati con un cuore spezzato dal loro dolore, capace di una compassione profonda, che credo oggi sia l’unica via da provare a percorrere per trovare ascolto anche tra le orecchie più chiuse dai preconcetti. È incredibile come Jorge María Randle riesca a giudicare con chiarezza le azioni, mantenendo nello stesso momento uno sguardo dolcissimo e misericordioso sulle persone.
Dalla Prefazione di Costanza Miriano
Sono milioni ogni anno i bambini non nati a causa dell’aborto. Le vittime non sono però soltanto coloro a cui viene tolta la vita nel grembo materno, ma anche le loro madri e i loro padri. Queste pagine sono state scritte per loro. E, di conseguenza, mostrano che cosa dire, che cosa fare a chiunque si trovi accanto una persona che soffre a causa di un aborto.
È possibile trasformare il mondo per renderlo più conforme al disegno di Dio? Secondo l'autore è questa la specifica missione dei cristiani di ogni tempo, alle prese con il quotidiano della vita professionale e familiare. È un progetto apostolico appassionante che i credenti possono realizzare, con l'aiuto della grazia, «per rimettere insieme ciò che abbiamo rotto con il peccato, per contribuire a costruire il regno di Dio, un regno di verità e di vita, di santità e di giustizia, di amore e di pace. A tutto questo il Signore ci chiama». Anche e tanto più nel presente, in cui la negazione di Dio e di valori universali coincide con l'affermazione dell'individualismo, dell'edonismo e del relativismo. Come spiega questo libro, non si può cambiare qualcosa che non si ama. Le attuali sfide culturali richiedono in primo luogo uno sguardo d'amore e di speranza: un approccio positivo, capace di comprendere e decodificare la realtà con quello stile che matura nella preghiera e nella vita sacramentale.
Ogni mattina, Giusi e Dio prendono insieme un caffè. Lei, moglie madre e nonna, gli parla con ardita semplicità di ciò che le occupa le giornate e i pensieri, il sorriso per un ricordo d'infanzia o per un gelsomino fiorito, aneddoti sui numerosi nipoti, ma anche il peso della solitudine, il lutto per il marito e per una figlia amatissima morta prematuramente. L'autrice non risparmia al suo interlocutore le domande più scomode davanti a sofferenze indicibili, ma non chiude mai il dialogo, e condivide le sue scoperte interiori con finezza e lieve ironia. Nessuna ricetta magica, solo l'esperienza di un cuore pieno di gioie e ferite, che ha imparato nel tempo a riconoscere le briciole di speranza disseminate sul suo cammino anche nelle circostanze più buie.
Questo libro si prefigge di spiegare con esempi pratici e attingendo da esperienze personali quanto sia importante la lettura per tutti, a tutte le età e in tutti gli stadi della vita. È un testo stimolante su come, perché e cosa leggere. È adatto a chiunque desideri scoprire il bene che può offrire la grande letteratura.
«Per chi, avendo incontrato don Giussani, durante la giovinezza si è aperto all'esperienza che proponeva e lo ha seguito, questo incontro ha costituito il momento decisivo della sua vita. Così per don Negri, come per me e molti altri». Dalla Prefazione di Giuliana Contini Un libro su mons. Luigi Giussani, una delle personalità più significative e determinanti della storia della Chiesa recente, la cui azione educativa e missionaria ha inciso sulla vita di molti, come ricordò il 24 febbraio 2005 l'allora card. Joseph Ratzinger nell'omelia per il suo funerale: «È divenuto realmente padre di molti e, avendo guidato le persone non a sé, ma a Cristo, ha aiutato a migliorare il mondo, ad aprire le porte del mondo per il Cielo». Un libro che è scritto da uno di questi uomini, mons. Luigi Negri, per i quali don Giussani è stato padre, e lo si comprende dalla tonalità di queste pagine. Una memoria vibrante di alcuni dei momenti più significativi del rapporto fra i due attraverso i quali, oltre alla personale esperienza dell'autore, emergono sia l'insegnamento di Giussani sia importanti vicende del Movimento di Comunione e Liberazione. E una memoria viva perché, per chi scrive, la familiarità con il «don Gius» continua nella comunione dei Santi, secondo «una intimità di amicizia che solo Dio conosce»: così l'ha definita don Giussani nel messaggio di auguri inviato a don Negri - e qui pubblicato - in occasione dei suoi sessant'anni.
«Sembra non reggere quando i legionari gli caricano il legno sulle spalle, vacilla, lascia il cortile del palazzo e barcollante esce sulla strada per compiere il suo ultimo tratto lungo le vie della Città Santa». Secondo un'antica tradizione, dopo l'Ascensione del Signore, sua Madre tornò quotidianamente alle stazioni della Passione rivivendo nel proprio cuore ciò che Cristo patì per noi e l'amore immenso con cui ci amò. Sull'esempio di Maria, si è sviluppata nella Chiesa la devozione della Via Crucis. Da secoli i cristiani ripercorrono nel cuore il Calvario del loro Signore e cercano di stargli vicino. Tuttavia, non possiamo, come la Madonna, attingere alla memoria di un vissuto e facciamo fatica a immaginare concretamente le circostanze della crocifissione, a noi tanto estranea. Le brevi, ma dense e toccanti meditazioni di Georg Gänswein sulle singole stazioni della Passione, seguendo i passi del Vangelo che le illustrano, permettono di superare i limiti di spazio e tempo in forza della nostra fede di incontrare Gesù, il Dio fattosi uomo, morto e risorto per amore. Contemplando la sua Croce ciascuno può imparare a portare la propria.
«Prima di venire in Terra Santa, avrei giurato di possedere una fede concreta, secondo l'insegnamento che i miei maestri mi hanno trasmesso. Eppure, senza accorgermene, avevo relegato le vicende di Gesù al di fuori della storia, nella sfera dell'inconoscibile. La visita ai luoghi del Vangelo mi ha riempito di gioia e di stupore. Ho potuto dire: "È andata proprio così, è successo esattamente ciò che dicono i Vangeli!". Oggi, dopo tanti anni, sto ancora scoprendo le conseguenze di quella bellissima sorpresa». Don Vincent Nagle «Al cuore di questo libro sta il dramma della vera scoperta di sé. Vincent Nagle vuole portarci a dire con verità: "Salvami, Signore, non ho speranza se non perché ci sei tu! Tu non sei, o Cristo, l'abbellimento religioso di un'esistenza che trova in se stessa le energie della riuscita, non sei la causa più nobile a cui dedicarsi. La tua presenza è, per me, questione di vita o di morte"». (Dalla Postfazione di don Paolo Sottopietra)
Domande forti sulla Chiesa di oggi e anche sull'Opus Dei. E risposte altrettanto chiare e forti. È ancora pensabile il peccato? Come si può aderire alla Chiesa vedendo il peccato dei suoi ministri? Non si sarà abusato della giovane età nel cercare vocazioni? Che cosa vuol dire tolleranza quando i cristiani sono perseguitati e perfino uccisi? È possibile una critica interna? Come fare quando i giovani non ne vogliono più sapere? Queste e altre attualissime domande nelle pagine illuminanti di questo libro, attraversato dal tema della continuità dinamica nella Chiesa.
Il libro è uno spaccato della vita e della personalità del cardinale Wim Eijk, arcivescovo di Utrecht, una delle figure più belle benché da noi poco conosciuta del collegio cardinalizio. E attraverso di lui è una presentazione della Chiesa in Olanda oggi. L'Olanda è tra i Paesi più scristianizzati d'Europa e dell'Occidente, dove la Chiesa cattolica, un tempo gloriosa, fattasi alfiere dell'adeguamento al mondo, ha vissuto a partire dagli anni Sessanta una caduta impressionante. Pochi sanno però che il cattolicesimo che sta rinascendo da quelle macerie è di tutt'altro segno rispetto al recente passato. Ed è portatore di un messaggio anche per realtà come la nostra, solo un po' più indietro sul piano inclinato della secolarizzazione.
Morto a 23 anni, partigiano, dal 2019 candidato agli altari: puòessere questo lo schizzo dell'identikit di «Bisagno», nome di battaglia di Aldo Gastaldi (Genova 1921 - Desenzano del Garda 1945). Comandante amato e autorevole, seppur giovanissimo, degli oltre duemila uomini della divisione Cichero, contribuisce non poco alla Liberazione d'Italia e alla fine della Seconda guerra mondiale per i successi conseguiti in battaglia nell'entroterra ligure. Questo libro ripropone integralmente la raccolta di testimonianze e documenti che Elena Bono (Sonnino 1921 - Lavagna 2014) gli ha dedicato. Queste pagine si rendono così occasione di incontro e fusione fra l'introspezione e lo stile di una scrittrice e i contenuti della vita di un uomo entrambi straordinari. Elena ne incrociò lo sguardo una volta sola a Bertigaro, mentre «Bisagno» passava in motocicletta. Le bastò quell'attimo in cui si trovarono l'uno negli occhi dell'altra, perché lei gli dedicasse in seguito l'intera sua opera di narratrice.
La vita spirituale si nutre di ogni parola rivelata e di ogni commento che la presenti mettendone in luce qualche risvolto non sufficientemente divulgato. Ma si ravviva e progredisce con scoperte personali che la rendono più ricca, più giovane, più bella. Molto dipende dall'idea che ci facciamo di Dio, ma Dio può sempre sorprenderci rivelandosi ben più luminoso e accessibile. L'Autore propone alcuni brevissimi saggi su aspetti della fede che richiedono maggiori chiarificazioni, come il peccato originale, la grazia, la spiritualità di comunione. Il titolo del libro, Luci divine, prende spunto proprio dalla possibilità di essere illuminati da nuove luci provenienti da Dio e capaci di cambiare il senso della nostra esistenza.
Cosa succede quando un sacerdote viene spostato dal suo paesello alla città, «a riposarsi» in una grande parrocchia, sentendosi disarmato di fronte alle sfide del mondo contemporaneo e all'insensibilità di alcuni suoi parrocchiani Carta e penna e inizia una corrispondenza con il suo «caro e buon Gesù» per esprimere i dubbi, ma anche per chiedere consiglio e comprendere dove si nasconde la Verità.
Nei 10 anni del Club L’inguaribile voglia di vivere questo libro raccoglie 10 storie, con racconti di persone che a seguito di circostanze avverse, come un incidente o la malattia, a un certo punto si sono ritrovate a convivere con un alto grado di disabilità. Persone che non si sono perse d’animo, ma che grazie all’aiuto – leggasi amore e amicizia – dei loro parenti, amici... e di realtà come il Club fondato da Massimo Pandolfi, continuano a ritenere la vita il dono più grande, da assaporare e godersi fino in fondo, spendendosi a loro volta, anche attraverso testimonianze come quelle offerte in queste pagine, per il bene degli altri.
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Nonni 2.0. Ovvero diventare nonni nel Terzo Millennio quando la vita frenetica che travolge i figli, spesso chiamati per lavoro a stare molte ore fuori da casa, o lo sgretolamento del tessuto sociale impongono ai più anziani di farsi carico di una seconda vita, non meno intensa, accanto ai nipoti e agli stessi figli, in veste di amorevole e saggio supporto, o addirittura collante del nucleo famigliare...
Chi sono i nonni oggi, nella società 2.0, globalizzata, immersa in un cambiamento epocale, iperconnessa nel Web, ma così frammentata nella realtà <<vera>>? Chiedetelo ai 2.4O0 studenti di 200 scuole italiane statali e paritarie che hanno partecipato al concorso «io & i miei nonni: esperienze e riflessioni», promosso dall'Associazione Nonni 2.O, in collaborazione con la rivista Tempi. Loro lo sanno e lo sanno spiegare benissimo. Questo volume raccoglie i testi vincitori del concorso e una gustosa rassegna di brani estratti dagli altri lavori in gara. Li introducono un contributo firmato dalla sociologa Giovanna Rossi, dalla psicologa Eugenia Scabini e dal giornalista Robi Ronza, a nome dell'Associazione Nonni 2.0, sul ruolo e il compito dei nonni; e una riflessione dello scrittore Davide Rondoni, presidente della Giuria. La Cerimonia si e svolta in Senato, il 4 giugno 2019, alla presenza del Presidente [\4aria Elisabetta Alberti Casellati, che ha impreziosito il volume con un suo specifico contributo.
"Dio Padre è innamorato del mondo che ha creato, e ha manifestato il suo Amore donandoci suo Figlio, nostro Bene e nostra Salvezza. In Lui gli uomini sono chiamati a diventare "una sola famiglia e un solo Popolo di Dio". Dove un qualsiasi cristiano si offre per essere uno strumento vivente ed essenziale di questo Amore, là accade la missione. L'esperienza dei santi missionari è, in maniera specifica, quella di coloro che vanno a impiantare la Chiesa, là dove essa quasi non esiste, ma naso a ogni caritatevole batti del loro cuore, a ogni giudizio della loro intelligenza di fede e a ogni opera che esce dalle loro mani: una missione certa della vittoria del "grande Amore", sostenuta cioè da una indomabile speranza".
Antonio Gentili, barnabita, da oltre quarant’anni pratica e insegna la preghiera contemplativa a singoli e gruppi che frequentano i suoi corsi nelle case di Eupilio, Campello sul Clitumno, Genova... Preparato conoscitore delle religioni e delle spiritualità orientali ma profondamente radicato nella tradizione cristiana, padre Antonio si è molto adoperato – anche attraverso numerosissime e fortunate pubblicazioni – per ravvivare, senza travisamenti, una fede che in questi ultimi decenni mostra segni di crisi sempre più evidenti. I fattori salienti dell’esperienza da lui proposta sono l’ascolto della Parola, l’apertura mistica del cuore, la contemplazione, una proposta di vita ascetica e sacramentale autentica.
Interrogandolo sulla sua ormai lunga vita di religioso e di sacerdote così eccezionalmente esperto di umanità e di spiritualità, la scrittrice Rosanna Brichetti – con Ares ha pubblicato Una fede in due, in cui racconta la sua vita col marito Vittorio Messori – lo induce a illustrare in profondità il metodo e i contenuti di questo suo peculiare carisma di apostolato. Ma anche, e soprattutto, a dimostrare come solo ritrovando Dio, in una preghiera che si fa silenzio, il cristiano possa incontrare anche se stesso, mediante la riscoperta di una fede via via rinnovata che abbraccia l’intera persona – corpo, anima e spirito – e che come tale si trasforma in un cammino di guarigione.
Un’esperienza che può essere utile guida anche per tutti coloro che hanno delicate responsabilità pastorali.
Durante una tournée teatrale in Canada nel 1936, a sessantadue anni, Gabrielle Bossis cominciò a tenere un diario che diventerà un classico della letteratura spirituale: la «Voce» che sentiva interiormente le chiedeva di trascrivere i loro colloqui, che si concluderanno solo con la morte della scrittrice nel 1950. Saranno poi raccolti e pubblicati in Francia e nel mondo come Lui et Moi. È il resoconto del faccia a faccia sublime di Gabrielle Bossis con Cristo, il diario intimo di una mistica del nostro tempo, immersa nel quotidiano, impegnata in un lavoro come tanti. Che Gesù in persona le abbia veramente parlato non sta al semplice lettore dirlo, ma è sicuro che quest’anima ha vissuto in Lui, e ci riverbera un po’ della Sua luce. Gabrielle, priva di formazione teologica specifica, sarebbe stata incapace di affrontare i temi spirituali e teologici presenti in queste pagine, che il teologo padre de Parvillez e il vescovo di Nantes considerarono realmente ispirate dallo Spirito Santo.
La fragilità dei rapporti coniugali ha raggiunto vette drammatiche: i matrimoni basati solo sull'innamoramento sembrano più fragili persino di quelli combinati. In effetti, il vero matrimonio non si costruisce solo con il sentimento, ma imparando ad amare e cercando la felicità dell'altro (e degli altri...). È importante ricordare che quando ci si sposa si entra in un tessuto relazionale molto più ampio rispetto al binomio «io-tu» dei coniugi. Se la coppia saprà comprendere questo portato relazionale, saprà mettersi alla scuola dell'amore autentico vincendo le sfide del nostro presente così «liquido». Il nuovo libro di don Ugo Borghello, che ha dedicato lunghi anni all'ascolto delle coppie, è una guida preziosa per continuare a credere nel «sogno dell'amore per sempre». E non restarne delusi.
Il reportage, finora inedito, sulla storia avvincente e sui segreti del Dipinto che, nella concezione comune, insieme con la Sacra Sindone di Torino, dà una fisionomia certa a Gesù di Nazaret. Il Volto miracoloso che ha dato vita a un culto praticato da milioni di persone. Parliamo dell'autentica immagine della Divina Misericordia, che Gesù ha chiesto alla santa mistica polacca Faustina Kowalska di far realizzare. Dalla Polonia alla Lituania, passando per la Bielorussia, le vicende del Quadro si snodano in una vera e propria spy-story che - sullo sfondo dell'avanzata nazista e dell'invasione sovietica - racconta il viaggio straordinario di questa sacra Immagine miracolosamente salvata da alcuni sacerdoti e, soprattutto, da un manipolo di donne coraggiose che l'hanno nascosta, rubata, comprata e riscattata a beneficio dell'umanità intera.
Alla tredicesima settimana di gravidanza Vanna rompe le acque a seguito di un esame invasivo. Il destino della piccola Amanda, che porta in grembo, parrebbe segnato. La perdita di liquido amniotico, secondo le conoscenze mediche, induce l’aborto. E se pure la bambina dovesse nascere, presenterebbe gravissime patologie perché tali condizioni impedirebbero il corretto sviluppo degli organi vitali. Questa presa di coscienza è molto dura da digerire per Vanna, che è un’infermiera e nutre grande fiducia nella Medicina.
Ma dopo aver girato quattro ospedali e accusato il precoce fallimento della terapia di amnioinfusione, quando tutto sembra perduto, la giovane mamma e suo marito Alberto non esitano a riporre per la prima volta la propria confidenza in Dio. Ciò avviene grazie a un medico e a un’ infermiera che, di fronte alla resa sul piano umano, suggeriscono a Vanna e ad Alberto di chiedere un aiuto soprannaturale al beato Paolo VI, al secolo Giovanni Montini (1897-1978), oggi ricordato come il Papa che, attraverso l’enciclica Humanae Vitae, più di ogni altro ha sottolineato il valore della vita umana come dono di Dio da rispettare e amare fin dal concepimento. I due sposi accolgono con fiducia l’invito e loro attorno si forma con tempestiva naturalezza una rete di parenti e amici che pregano a sostegno della gravidanza di Vanna, per l’intercessione di papa Montini. E Amanda nasce, prematura di tre mesi, ma perfettamente sana, la notte di Natale 2014. La natura miracolosa di questo evento, riconosciuta dalla Chiesa – queste pagine riportano anche le valutazioni dei periti che hanno studiato il caso –, ha permesso la canonizzazione di Paolo VI.
Il «Santo» dei poveri, fratel Ettore Boschini che viveva a Milano accogliendo i barboni nei magazzini vuoti sotto la Stazione Centrale, e di cui è attualmente in corso il processo di beatificazione - prima di morire confidò ad Andrea Tornielli - vaticanista della Stampa molto stimato da Papa Francesco, con cui ha firmato alcuni libri - una incredibile grazia di guarigione attribuibile alla Madonna Rosa Mistica e alle apparizioni di Montichiari e Fontanelle.
Dopo aver a lungo guidato – dal 1984 al 2006 – la Sala Stampa della Santa Sede come Portavoce di Papa Giovanni Paolo II, con cui instaurò un legame filiale connaturato da reciproca stima e amicizia profonde, Joaquín Navarro-Valls (1936-2017, medico e giornalista) nel 2007 ha accettato l’incarico di Presidente dell’Advisory Board dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e dal 2013 ha affiancato il Presidente Paolo Arullani per la nascita e la messa a fuoco delle finalità della Biomedical University Foundation guidandone il Comitato dei Garanti. Anche in questo contesto ha lasciato un’impronta indelebile, con grande beneficio delle istituzioni sanitarie e dei pazienti.
Questo volume, voluto e curato da Paolo Arullani, amico di una vita di Navarro-Valls, che lo ha coinvolto nell’avventura del Campus Biomedico, è diviso in due parti: nella prima si tratteggia la figura del Protagonista del libro; nella seconda Navarro-Valls prende direttamente la parola attraverso la pubblicazione finora inedita di alcuni suoi importanti contributi sul senso dell’esistenza, sul valore della persona umana, sulla sofferenza e sul senso della malattia, sul rapporto paziente-persona, sulla missione dell’uomo, sulla fede in Dio e la speranza della vita eterna. Pagine intense dentro cui riaffiora prepotente e dolcissima la paterna figura di Papa Wojtyla.
Alcuni contributi autorevoli, fra cui spiccano quelli del Cardinale Stanislao Dziwisz, già segretario di Giovanni Paolo II, di Gianni Letta, Beatrice Lorenzin, Sergio Marchionne e Mario Moretti Polegato, impreziosiscono il ricordo di Navarro-Valls completandone un ritratto poliedrico e umanissimo.
Un uomo, ogni uomo, non fa quasi in tempo a nascere che già si chiede perché sia venuto al mondo. Se la sua vita sia voluta, amata da qualcuno o solamente un brutto scherzo del caso. Ogni persona, specialmente in giovane età, accompagna questa esigenza di significato a un desiderio di pienezza di vita. Domande e aspirazioni insopprimibili, che costituiscono il leitmotiv anche dei giovani protagonisti di questo libro. Albertina Berkenbrock, Alberto Michelotti, Alessandro Galimberti, Anna de Guigné, Antonietta Meo, Carlo Acutis, Chiara Badano, Giovanni Bizzozero, Giulia Gabrieli, Giuseppe Ottone, Jacques Fesch, Laura Vicuña, Marco Santamaria, Maria Goretti, María Montserrat Grases García, Matteo Farina, Sandra Sabattini, Santa Scorese, Silvio Dissegna, Ulrico Sarti sono giovani dei nostri tempi accomunati dall’aver trovato, prima di una morte prematura, una risposta certa e completa sulla vita. Il loro esempio è antidoto alla corruzione, è barriera alla tristezza e alla noia, baluardo contro la paura e l’incertezza. È garanzia di felicità autentica. Sono santi di oggi, che hanno incontrato Dio e non lo hanno più lasciato. Guardando a loro, mons. Fabio Dal Cin, nel suo Invito alla lettura, ricorda che «san Filippo Neri, il “Santo della gioia”, diceva che la santità sta tutta in tre dita. Volevadire le tre dita che bastano a coprire la fronte e chinarla a dire sì a Dio».
Questi giovani lo hanno fatto e hanno costruito un mondo migliore,
dando prova che la vocazione alla santità riguarda tutti. Chi si imbatte sulla loro strada desidera cambiare vita.
Quarant'anni di storia della Chiesa e d'Italia descritti da un osservatorio privilegiato: il lavoro di scrittura del marito di Rosanna - Vittorio Messori, tradotto e letto in tutto il mondo - sullo sfondo delle turbolenze del post Concilio e dei grandi pontificati di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Un racconto che apre uno squarcio inedito anche sulla esperienza privata dei protagonisti: il travaglio di una coppia che ha dovuto per lunghi anni scontrarsi con molti e dolorosi ostacoli, ma anche lo sforzo di vivere quel Vangelo al quale hanno dedicato le loro vite. La testimonianza sincera, singolare e affascinante di un amore per Dio e per gli uomini che, nutrendosi di fede, ha saputo, nonostante tutto, mantenersi vivo e fecondo nel tempo.
Le edizioni Ares regalano al pubblico un inedito eccezionale di mons. Enrico Galbiati, teologo di fama internazionale e docente universitario, già prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano, che, agli inizi degli anni Novanta, a seguito di accurate indagini svolte dopo aver accolto un invito del grande mariologo René Laurentin, ha steso di suo pugno il manoscritto ora dato alle stampe in cui professa e argomenta la sua personale e profondissima devozione a Maria Rosa Mistica e Madre della Chiesa, così come la Vergine si è presentata nelle apparizioni di Montichiari e Fontanelle.
Dal 1946 fino alla morte avvenuta nel 1991, Pierina Gilli di Montichiari ha ricevuto continuativamente rivelazioni celesti, con apparizioni e messaggi della Vergine (apparsa nel titolo di Rosa Mistica), di Gesù (che spiega alla veggente il dogma dell'Assunzione con due anni di anticipo sulla proclamazione del dogma), preparati come nel caso di altri mistici dalle visite di santi (nel suo caso Maria Crocifissa Di Rosa, fondatrice delle bresciane Ancelle della Carità, e dei piccoli Giacinta e Francesco di Fatima) e di angeli. Questo volume dà conto di tutto, attraverso la fonte primaria degli scritti finora inediti della Gilli. Ci si focalizza sui due cicli di apparizioni con messaggio pubblico verificatesi nel 1947 nel Duomo di Montichiari (in cui la Madre di Dio chiede preghiere e sacrifici per i Consacrati, mettendo in guardia da una grande crisi che colpirà la Chiesa) e nel 1966 in campagna, in località Fontanelle, dove la Madonna ha benedetto, definendola "piccola Lourdes italiana", una sorgente che da allora è effettivamente all'origine di numerose grazie di guarigione fisica e spirituale. Nella seconda parte del volume si pubblicano una serie impressionante di documenti inediti firmati dai confessori e direttori spirituali della veggente e da alcuni studiosi - fra cui il biblista mons. Enrico R. Galbiati, p. Stefano De Fiores e il curatore del volume - i quali, accostatisi a queste apparizioni in tempi più recenti, spiegano perché a loro giudizio siano da ritenersi autentiche.
Questo libro dà voce a una serie di testimoni, famosi e no, accomunati dall'aver vissuto a Medjugorje un'esperienza che ha segnato in modo indelebile la loro esistenza. Da tutto il mondo, e da anni, un fiume di persone accorre in Erzegovina perché sente che lì "il Cielo si è fatto più vicino alla terra". E da lì riparte, ogni volta, rinnovato nel profondo. Emozioni passeggere? Suggestione collettiva? No. Lo documentano il vaticanista Saverio Gaeta, che in Postfazione ci aggiorna sulle analisi scientifiche effettuate sui veggenti; e, più specificatamente, Luca Pesenti, sociologo dell'Università Cattolica di Milano, che, a partire da un questionario distribuito ai fedeli in viaggio per l'Erzegovina, delinea un identikit del pellegrino, il primo in assoluto del genere. Conclusioni: a Medjugorje si raduna un popolo variegato, ben diverso dagli stereotipi in circolazione. Non meno sorprendenti sono i testimoni che prendono la parola nel volume, senza cadere in sensazionalismi: tra loro un ingegnere-imprenditore, un prete molto legato al cardinale Martini, un dentista affermato, diventato sacerdote dopo un incontro singolare proprio a Medjugorje, un bancario trasformatosi in "pellegrino di carità", un'insegnante che dedica le ferie a guidare i pellegrini per volontariato... Il fascino di Medjugorje ha conquistato anche volti noti, come il batterista Tullio De Piscopo e il medico Giorgio Calabrese, dietologo della Juventus.
Una ragazza di antica e solida famiglia lombarda, dopo una formazione culturale brillante e internazionale e dopo alcuni anni di insegnamento, si fa giornalista nei periodici patinati e alla moda della scintillante "Milano da bere". In quel turbinio di feste, sesso, intrighi, vanità, non si cura di vincoli etici, respinti come anacronistici "moralismi". Dietro questa facciata si nasconde però una tragedia: una depressione devastante che, due volte all'anno, l'atterra, implacabile, nella ricorrenza delle date che hanno straziato la sua prima giovinezza. Il suicidio, prima, del fratello maggiore, a venticinque anni, e, poi, dell'amatissimo padre, noto medico, malato di tumore. La depressione la trascina in un baratro sempre più oscuro, e per tre volte tenta di fuggire dalla vita. Un incubo, nascosto dietro una maschera mondana, tenuto per molti anni malamente a bada con farmaci tanto moderni quanto dannosi e inutili terapie psicologiche. Ma quando la discesa all'inferno sembra aver raggiunto il fondo, ecco irrompere il Mistero, e questa donna razionale, che ironizza sulle superstizioni soprattutto se religiose, è come presa di mira da una serie di eventi inspiegabili, impressionanti. Una Luce inattesa che porta con sé la liberazione del corpo e dell'anima. Un'avventura che ancor oggi continua, dove fede e ricerca psicologica si intrecciano, e che la protagonista racconta qui, senza nulla nascondere e nulla aggiungere...
Questo volume che l'autrice, medico-chirurgo, ha pensato e scritto come proposta di riflessione da condividere con i medici e gli ospedalieri che vogliano rinfrescare le ragioni profonde della loro vocazione e del loro servizio ai malati, si rivela, in realtà, una lettura molto utile per tutti. In queste pagine, infatti, si offre una delicata meditazione sul senso cristiano della sofferenza e della malattia. Ogni capitolo è introdotto da un passo del Vangelo che ispira l'atteggiamento umano e professionale dell'autrice: elle si accosta ogni giorno al suo lavoro domandandosi cosa farebbe al suo posto Gesù, il medico del corpo e dello spirito, che dai portici di Betzaetà al pozzo di Samaria, passando per la casa di Giairo o da quella di Pietro, è portatore di Vita eterna.
Questo libro racconta il doppio miracolo di Arthur P. Boyle, guarito nel 2000 da un tumore al rene e da recidiva ai polmoni. Contro il parere dei medici, che lo giudicavano malato terminale, si è recato dagli Stati Uniti a Medjugorje per pregare la Madonna: il carcinoma è scomparso. A distanza di 15 anni ha scritto questo libro. Negli Usa tutti i media nazionali hanno parlato di lui; la scienza non sa spiegarsi come sia ancora vivo.
«“Stelle nella notte della fede”. Bagliori, dunque, che illuminano gli uomini nel loro non sempre facile rapporto con il cielo, intessuto di luce ma anche di oscurità. Ecco come definisce René Laurentin, certamente il maggiore esperto al proposito, le apparizioni mariane. Si può parlarne anche come di una sorta di colpi di gong che ogni tanto risuonano nel mondo per risvegliarci dai nostri torpori, per denunciare le nostre illusioni, per ricordarci che esiste un rapporto ben stretto tra quel peccato che vogliamo ignorare e quei tanti mali per i quali continuamente ci lamentiamo. Colpi di gong, per svelare le idolatrie alle quali ci abbeveriamo, nel tentativo di rispondere al nostro bisogno di Dio ma, al contempo, per sfuggirgli in tutto o in parte. Ebbene, se tutto questo è vero, ciò che è avvenuto a Kibeho tra il 1981 e il 1989 è davvero una stella tra le più luminose, un colpo di gong che non possiamo non udire. E questo per molti motivi, come ci spiega bene, con autentico spirito mariano, don Edouard Sinayobye in questo suo volume».
dalla Prefazione di Vittorio Messori
"Nel deserto incontrai la Verità. Essa parlò al mio cuore. Va' Salva Converti. Un cuore che batte pieno d'amore per Gesù. Comprendendo, mi invase la gioia. Il 3 novembre del 1979, per mio tramite, nacque il Movimento Apostolico". Con queste parole la signora Maria Marino racconta in queste pagine l'ispirazione divina che da allora ha coinciso con la sua missione terrena. In tutti questi anni il Movimento Apostolico si è affermato come una realtà ufficialmente riconosciuta della Chiesa cattolica, di ampio respiro internazionale. Presente in tutti i continenti, formato da sacerdoti e laici, con una grande forza attrattiva su famiglie e giovani, il Movimento ha il carisma dell'annuncio della Parola biblica, che trae forza dalla vita sacramentale, dall'adorazione eucaristica e dalla preghiera comunitaria.
Come è possibile coinvolgere come autori, in un unico libro, il calciatore di A Luca Rossettini, il campione di rugby Marco Platania e il nazionale di pallanuoto Alex Giorgetti, con Papa Francesco (sua l'espressione "cameratismo") e il suo predecessore Benedetto XVI? Basta chieder loro di parlare di Sport: di quella molteplice attività umana che più di ogni altra appassiona e unisce gente di ogni età e che più di ogni altra si offre come occasione importante nella formazione di ogni persona nel delicato passaggio da bambino ad adolescente fino all'età adulta. Due allenatori amici, Nicola Lovecchio e Gianfranco Ronchi, entrambi anche genitori, dopo "Bellezza, ascesi utilità, la sfida educativa nello sport", rilanciano con questo secondo volume una ulteriore occasione di incontro con diverse figure di educatori per mettere a fuoco da più angolature possibili le sorprendenti potenzialità valoriali insite in ogni forma di attività sportiva. In queste pagine emerge come lo sport porti chi lo vive da protagonista, vuoi insegnandolo agli altri vuoi praticandolo direttamente, a un confronto serrato con la verità di sé stesso.
Tre anni, da estate 2011 a estate 2014, oltre centocinquanta cartoline, che l'autore, Pippo Corigliano, giornalista e già scrittore di successo per Mondadori, scrive settimanalmente commentando i fatti dell'attualità per invogliarci a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, nonostante la crisi, nonostante il governo, nonostante le alluvioni e i terremoti, nonostante tutto? Senza pretesa di insegnare nulla Pippo pagina dopo pagina sa fare breccia e donarci con un sorriso le ragioni profonde e per nulla scontate della sua speranza. Il volume esce in collaborazione con il settimanale "Tempi", dove le cartoline sono venute per prime alla luce.
Il fascino magnetico del gioco era in realtà semplicemente seguire il cammino instabile delle nuvole, che in pochi istanti cambiavano forma, si scioglievano e si addensavano, e il drago di un attimo prima era già un agnellino ricciuto, mentre il cane enorme si dileguava perduto chissà dove. Le nuvole inconsistenti come tante vicende della vita. Quello che credevi fosse un drago con artigli e sbuffi di fiamme, pronto a farti a pezzi, alla fine è soltanto un cumulo di niente, che si dissolve come se non fosse mai esistito e lì, dove invece non avevi previsto alcun pericolo, un leone ruggente si diverte a farti paura, e ci riesce. Perché la vita può risultare di gran lunga più sorprendente di un racconto di fantasia, e dentro gli eventi sono spesso racchiusi messaggi che tocca a ciascuno di noi scoprire. Come in questi racconti, è la vita la trama delle trame.
È dal 25 giugno 1981 che la Gospa (Madonna in croato) appare ogni giorno per dirci che esiste un Padre nei Cieli, su cui vale la pena scommettere sé stessi. La sua preoccupazione? «Vi voglio tutti salvi. Tendete al Cielo!». Queste pagine danno conto del cammino di conversione dell’Autore e si propongono come uno strumento originale per interpretare Medjugorje e vivere con frutto il pellegrinaggio. In stile giornalistico sono poi ripercorsi tutti i fatti salienti di questo grande avvenimento attraverso la viva voce dei principali protagonisti. Caniato, infatti, ha tradotto qui anni di incontri e di interviste con i sei veggenti, con padre Livio Fanzaga di Radio Maria, con altri personaggi del posto, fra cui Jelena Vasilij e padre Jozo, parroco di San Giacomo all’inizio della nostra storia. Ma prendono la parola anche tantissime persone guarite nel corpo e, soprattutto, nello spirito; come la principessa Milona d’Asburgo, o i responsabili di diverse comunità religiose e di accoglienza presenti oggi nel villaggio della Vergine. Uomini e donne che hanno lasciato casa, lavoro, sicurezze umane, e che ora o vivono in Bosnia o in ogni caso si dedicano con generosità al servizio degli altri; segni vivi di questo luogo speciale, dove veramente si fa esperienza dell’amore di Dio e ci si sente chiamati a cambiare vita.
Più che un ragazzo, Pietro è un anti-principe: abiti sciupati, temperamento logorroico, famiglia bizzarra, ritardo cronico, imprevedibilità, mani bucate... Marcella, che all'opposto è laureata in Matematica e legata a schemi mentali prevedibili, deve far la scelta più importante della sua vita: scommettere o meno se il corteggiatore stravagante sia proprio l'uomo per sempre. Dopo due anni d'incontri fatti di imprevisti, tra Milano e l'Emilia, la protagonista deve ammettere di sentirsi a suo agio solo con lui, come in un paio di scarpe comode. E allora - davanti all'alternativa di continuare a rincorrere il modello d'uomo perfetto - fa la scelta che ogni altra ragazza avrebbe fatto al suo posto: opta con decisione per le scarpe. Un interno familiare realistico e frizzante. Con scrittura umoristica l'autrice tratteggia da punti di vista inusuali le diversità tra maschile e femminile. Protagonisti del racconto sono due giovani che trovano il coraggio di metter su casa, famiglia e figli. E nel quotidiano rapportarsi, si fissano sulla pagina due particolareggiatissimi ritratti di una lei e di un lui che, mettendo in comune prima i sogni e le speranze, poi la vita stessa, si scoprono complementari. Vivono felici perché giorno dopo giorno riconoscono l'uno nell'altra non certamente il Principe e la Principessa delle fiabe, ma quell'unicità della persona amata che la rende speciale rispetto a tutte le altre.
Da bambina, poi da adolescente e da giovane donna, Dawn Stefanowicz vive il trauma di una famiglia composta da un padre omosessuale, con il suo entourage di partners sessuali freneticamente rinnovato, e da una madre depressa e complice: lei reagisce con una presa di distanza da sé stessa e dalla vita che le appare l'unica via di sopravvivenza. Fino alla vera liberazione avvenuta con la riscoperta, nella fede, del proprio valore di persona, e della capacità di amare, anche suo padre. Raccontando non solo i fatti cronologici della propria esperienza, ma anche i conflitti emotivi che ha dovuto vivere e le battaglie che ha vinto per diventare la donna che è oggi, moglie e madre felice, l'autrice offre così un'indagine unica nel "mondo nuovo" della genitorialità di persone omosessuali. "Un vissuto", scrive lo psichiatra Gerard van den Aardweg nella Prefazione, "che io stesso ho, purtroppo, avuto modo di riscontrare in tanti anni di attività professionale e che mi porta a mettere in guardia da una nuova, inaudita forma di abuso sui minori, legalizzata e promossa dagli Stati che hanno abbracciato un'ideologia del tutto falsa, per la quale ogni tipo di vissuto e ogni forma di convivenza vengono considerati leciti ed equivalenti".
«Questo libro parla del nostro “mondo vitale”», scrive Pierpaolo Donati nella Presentazione, «cioè di quel mondo della vita quotidiana da cui traiamo il senso più profondo della nostra esistenza e dei rapporti sociali. Lo fa da una angolatura particolare, che è quella della donna e della famiglia. Alla donna e alla famiglia, infatti, appartiene in modo speciale quella “cultura della cura” senza cui non c’è umanità. L’Autrice ha scelto una strategia originale per parlarci di questo nostro mondo vitale: lo coglie dal punto di vista femminile, ma vuole parlare a tutti, uomini e donne, di ogni età e condizione sociale, e lo fa attraverso una serie di immagini tratte da poeti e scrittori antichi e moderni che suggeriscono pensieri e sentimenti da cui ricevere un alimento prezioso: l’attenzione all’Altro, la cura dell’Altro, nella casa. La casa è infatti il centro di quel mondo, e la donna è “il centro di questo centro”, il perno attorno a cui ruotano le relazioni di cura». E da queste fioriscono, giorno dopo giorno nelle piccole cose della quotidianità, l’intimità e l’accoglienza, la collaborazione e la creatività, la gratuità, la condivisione, la libertà partecipata, il sapore della festa, il senso della vita.
Menfi, ultimi mesi del 1941. Una ragazza di quindici anni e un tenente di trenta si incontrano a una festa: è amore a prima vista. Si sposeranno due anni più tardi e si ameranno per sessant’anni con l’intensità del primo giorno. Giusi Manduca Sorci ha sfogliato il toccante epistolario di Maria Antonietta e Guido, e lo restituisce in romanzo d’amore.
Pupi Avati scrive nella Prefazione: «L’amore, quella misteriosa energia che tutto crea e tutto travolge, lega le due anime che in questa silloge si dicono, in una vicenda intrisa di essenziale rispetto, in una mai esercitata o accennata sopraffazione dell’uno nei confronti dell’altra, preludio a un rapporto fatto di totale, reciproca, fiducia». Non è una storia d’altri tempi: è l’eternità nel tempo.
«Perchè io ricordi quel preciso giorno non so;
a volte si incidono nella memoria dei gesti
che creano legami, simboli e resistono nel tempo;
ora capisco che essi racchiudono come un mistero
d'amore o di dolore e che mettono insospettate radici»
IL LIBRO
Sono quasi trent’anni che la Madonna appare a Medjugorje e i suoi messaggi, in tutto questo tempo, sono un richiamo costante sul fatto che Dio esiste e guarda ogni uomo come un figlio suo, pensato e amato per l’eternità del Paradiso. Non a caso, proprio «Cari figli» ci chiama anche la Regina della Pace, che in questo modo inizia tutti i suoi messaggi.
Per l’Autore queste apparizioni e gli appelli della Vergine offrono un’occasione di grazia irripetibile all’uomo contemporaneo, dimentico di Dio, ma per questo insoddisfatto, infelice e senza meta. In queste pagine, allora, in stretta correlazione con le Sacre Scritture, i contenuti di altre apparizioni, il Magistero della Chiesa e gli insegnamenti dei santi, egli si mette alla scuola di Maria, traendo spunto dai messaggi di Medjugorje per mostrarne la spiritualità profonda e, al tempo stesso, i suggerimenti che contengono, molto concreti e pratici, per una corretta vita sacramentale e cristiana.
L’efficacia dei sette sacramenti, l’incontro reale con Dio nell’Eucaristia e nell’adorazione, il valore della libertà e il necessario conseguente esercizio delle virtù nella lotta col peccato, sono solo alcuni dei temi qui trattati con uno stile semplice e un argomentare ricco di propositi schietti e accessibili a tutti. Attraverso queste brevi meditazioni si impara a pregare e a farsi santi.
L'AUTORE
Ferdinando Di Maio (Castellammare di Stabia, 1963), ordinato sacerdote il 4 ottobre 1989, è parroco della parrocchia Sacro Cuore di Gesù a Pompei. Ha conseguito la licenza in Teologia Spirituale nel 1996 presso la Facoltà Teologica di Posillipo, a Napoli. Segue anche da molti anni i gruppi del Rinnovamento nello Spirito. Ha pubblicato altri testi di spiritualità: Maria modello di perfezione (ed. Segno), Davanti al Re (ed. RNS), Maria Ausiliatrice (ed. Seminatore).
Anna e Giovanni Rimoldi, entrambi insegnanti, consegnano in queste pagine il frutto della loro passione educativa, stimolata dal ricordo sempre vivo della figlia Maria Gabriella (scomparsa dopo soli cento giorni di vita) ed espressa in decenni di confronto con gli studenti: è infatti la stessa realtà, con la sua drammaticità e (perché no?) con il suo stupore, che interroga la ragione, corroborata dalla fede, sul perché qualunque vita, fin dal concepimento, debba essere accolta con amore.
«Stupisce che a insegnare così», osserva Marina Corradi nella Presentazione, «siano un uomo e una donna che sono stati padre e madre per cento giorni di una bambina lungamente attesa, e così brevemente vissuta. Come se la loro sapienza, lo sguardo autenticamente profondo, fosse stato generato da quel dolore e da quell’amore. Come disse Emmanuel Mounier commentando il destino della sua bambina malata, “Siamo stati visitati da una grande grazia”». Piccola, grande storia che s’incrocia con quelle dei cinquecento bambini salvati dal Centro di Aiuto alla Vita di Busto Arsizio, dove gli autori prestano opera di volontariato.
I «quadri» raccolti in questo libro costituiscono anche il contenuto della mostra itinerante «Un grande sì alla vita» organizzata dal Centro di Aiuto alla Vita di Busto Arsizio nel ventennale di fondazione.
Anna Puricelli Rimoldi, laureata in Pedagogia, insegna nelle scuole medie. Giovanni Rimoldi, laureato in Filosofia e in Psicologia, è insegnante di liceo. Insieme hanno pubblicato per Ares Cento giorni nell’eternità. Alla ricerca del senso della vita, dedicato alla loro figlia, Maria Gabriella.
Saggio rosa autobiografico che, traendo spunto dal brano del Qoélet noto ai più come «C’è un tempo per ogni cosa», ne dipana i contenuti in una riflessione sulla vita. In un percorso delicato, ironico e infarcito di sano pragmatismo femminile, l’autrice conduce alla valorizzazione dell’esistenza nella sua declinazione quotidiana, attraverso il racconto fresco e coinvolgente della sua esperienza di giovane moglie, madre e lavoratrice. Lo scorrere del tempo è la presa di coscienza che a ogni momento della vita è associata una diversa realizzazione. I desideri cambiano, le persone maturano, qualcuno nasce e qualcun altro muore: in tutto questo c’è un significato e una bellezza da scoprire. A ogni età corrisponde la sua soddisfazione, a ogni passo verso la maturità, un obiettivo. E se il tempo corre via, restano le riflessioni a 360 gradi sul come e con chi se ne è andato: dal marito che si crede di conoscere, ai figli che si cerca di non «rovinare». Dalla ricerca di senso in una giornata storta, al retrogusto di ciò che ci lasciamo alle spalle spegnendo la luce la sera. E se anche sembra che alla fine qualcosa non quadri, niente fretta: «C’è un tempo per ogni cosa».
Marcella Manghi Catania è laureata in Matematica e si occupa di editing digitale. Nata a Parma nel 1975, ora vive a Milano con il marito e tre figli. Questo è il suo primo libro.
Un’insegnante di religione e i suoi studenti. Il libro si muove tra questi due poli, offrendo uno spaccato della gioventù di oggi, che cerca di dare un senso alla propria esistenza, non rassegnandosi alla deriva del mondo intorno a loro. Il canale della comunicazione sono le lettere, la mail e gli sms, in cui dietro al velo offerto dalla parola scritta, i ragazzi spalancano cuori, desideri, passioni, domande e risposte, ambizioni e paure.
Ci sono qui le lettere del dolore, sono le urla soffocate dell’angoscia, della falsità con sé stessi e della solitudine, dell’incomunicabilità con gli adulti...; ma anche le e-mail della gioia, della gratitudine, della voglia di sapere, del desiderio di aprire con il mondo «dei grandi» un varco che grida e che chiede speranza.
Questo libro propone un confronto necessario sul valore da dare a ogni cosa, scrive mons. Luigi Negri nella Prefazione, e «farà un gran bene a giovani e adulti che entrano nella vita tenendo alta la domanda della verità».
Il Sant'Uffizio disse: sono vere stimmate.
A 40 anni dalla morte di Padre Pio, un verbale inedito conferma la sua santita'.
di Riccardo Caniato, da Oggi del 10-9-2008, pp. 32-34.
Il libro Padre Pio sotto inchiesta contiene interamente la relazione dell’inchiesta di Mons. Rossi su Padre Pio consegnata al Sant’Uffizio nell’ottobre del 1921. La divulgazione è stata resa possibile con l’apertura al pubblico degli archivi vaticani relativi al pontificato di Pio XI. Vittorio Messori, nella Prefazione, sottolinea «l’eccezionalità del documento sia per la peculiarità dei contenuti, sia per la bellezza del linguaggio». Ma il libro, introdotto e curato dallo storico Francesco Castelli, è impreziosito ulteriormente da un secondo contributo originale: la cosiddetta Cronistoria di Padre Pio; alcune cartelle sulla vita e il carisma del santo stilate da Padre Benedetto da San Marco in Lamis, che ne fu direttore spirituale e superiore negli anni giovanili: un testo ritenuto da tutti i biografi riferimento essenziale, ma mai pubblicato prima d’ora in volume.
«Davanti a me Visitatore Apostolico, nel Convento dei Minori Cappuccini, si è presentato, chiamato, il Reverendo Padre Pio da Pietrelcina, il quale, al tocco dei Santi Evangeli prestato il giuramento di dire la verità, depose e rispose come segue: “Mi chiamo Padre Pio da Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione, di Orazio, di anni 34 compiti. Mi trovo in questo Convento dal Settembre 1916…”». È il 15 giugno 1921, sono le ore 17, il santo del Gargano è messo sotto torchio. Davanti a lui siede un sacerdote di 44 anni, austero nel portamento, asciutto nel parlare, rigoroso nel porre le domande: è Mons. Raffaello Carlo Rossi, vescovo di Volterra, inviato dal Sant’Uffizio per inquisire il frate delle stimmate.
«Un film lungo una settimana».
L’ecclesiastico si presenta al portone di Santa Maria delle Grazie il 14 giugno; con ogni probabilità senza croce pettorale e zucchetto, a salvaguardia della segretezza della missione. Vi si intrattiene per otto giorni, mettendo a verbale le dichiarazioni non solo di Padre Pio, ma anche dei suoi confratelli, compresi il Padre Provinciale, Pietro da Ischitella, e il superiore del convento, Padre Lorenzo da San Marco in Lamis. Quindi, nella parrocchia di San Giovanni Rotondo, fa deporre più volte il parroco e il viceparroco. Al tempo stesso compie un’accurata indagine sulle stimmate. A tutti impone, mediante giuramento, di dire la verità e di mantenere anche in futuro il più completo riserbo. E il segreto è durato fino a oggi, allorché l’indagine riemerge dagli archivi segreti vaticani, pubblicata per intero nel volume Padre Pio sotto inchiesta, Edizioni Ares, a cura di Francesco Castelli, con prefazione di Vittorio Messori (pp. 328, euro 14).
Si dipana qui, come in un film, una settimana della vita del frate, in ogni suo aspetto anche domestico, come la passione per la birra prodotta da un amico, l’unica che riusciva a digerire. Ne traiamo un Padre Pio simpatico, di forte temperamento, allegro. Non certo un mistico appartato, piuttosto un religioso particolarmente attento ai doveri comunitari, come i servizi, ma anche lo stare in compagnia.
Per la sua discrezione il Convento di San Giovanni Rotondo finisce per vivere con naturalezza le cose fuori dal comune che riguardano Padre Pio e che pure prendono corpo nelle testimonianze del Provinciale, del Superiore, di Padre Ignazio…, come le febbri a 48°, il profumo, le bilocazioni, i rumori notturni causati dal demonio, le fuoriuscite di sangue dalle stimmate, le grazie. È su questi aspetti, naturalmente, che si concentra l’attenzione dell’inquisitore che incalza prima i confratelli, poi, in sei successive deposizioni lo stesso Padre Pio.
Il santo che, per umiltà, eviterebbe volentieri di parlare di sé, dinanzi all’autorità del Papa, che Rossi incarna, non può sottrarsi: il documento contiene 142 risposte dettagliate, una nuova, imprescindibile fonte autobiografica. Non mancano rivelazioni sorprendenti.
«Ti associo alla mia Passione».
Fino a oggi risultava che Padre Pio, pudicamente, ritenendosi indegno dei suoi straordinari carismi e soprattutto delle stimmate, aveva dichiarato a voce e per iscritto che le piaghe gli furono inferte da «un personaggio misterioso». Ma chiamato a rispondere sul Vangelo, egli rivela per la prima volta l’identità di colui che lo ha stimmatizzato. È il 15 giugno 1921, poco dopo le 17, ecco il racconto raccolto dal Visitatore: «Il 20 Settembre 1918 dopo la celebrazione della Messa trattenendomi a fare il dovuto ringraziamento nel Coro tutt’ad un tratto fui preso da un forte tremore, poi subentrò la calma e vidi Nostro Signore in atteggiamento di chi sta in croce, ma non mi ha colpito se avesse la Croce, lamentandosi della mala corrispondenza degli uomini, specie di coloro consacrati a Lui e più da lui favoriti. Di qui si manifestava che lui soffriva e che desiderava di associare delle anime alla sua Passione. M’invitava a compenetrarmi dei suoi dolori e a meditarli: nello stesso tempo occuparmi per la salute dei fratelli. In seguito a questo mi sentii pieno di compassione per i dolori del Signore e chiedevo a lui che cosa potevo fare. Udii questa voce: “Ti associo alla mia Passione”. E in seguito a questo, scomparsa la visione, sono entrato in me, mi son dato ragione e ho visto questi segni qui, dai quali gocciolava il sangue. Prima nulla avevo».
Dopo queste dichiarazioni Mons. Rossi effettuerà personalmente una ricognizione sulle stimmate di Padre Pio, di cui non si aveva notizia e che risulta apportatrice di grandi novità, specialmente per quanto concerne la forma della ferita sul costato e la presunta sesta piaga della spalla. Il cappuccino nega di portare questo segno che sarebbe causato dal peso della croce; a precisa domanda, se abbia «per la persona, nel petto, nel dorso, altri segni simili [alle stimmate]» risponde: «No, mai avuti».
Il profumo, le stimmate, la febbre a 48°.
Ben sapendo che i detrattori di Padre Pio ipotizzano che generi artificialmente le ferite e il profumo che emana dal suo corpo, Mons. Rossi, la sera del 15 giugno perquisisce a sorpresa la sua cella per cercare medicine, strumenti e lozioni che possano spiegare umanamente questi fatti. Invano. Non pago, interroga a bruciapelo il santo sul profumo. «Non so che rispondere», risponde ingenuamente: «L’ho sentito anch’io da persone che son venute a baciarmi la mano. Per parte mia non so: in cella non ho che il sapone». Il vescovo sa che ha detto la verità.
Molto toccante un passo in cui Padre Pio dà conto sul dolore fisico causato dalle stimmate e dalle ipertemie a cui è soggetto. Il frate dichiara che le piaghe «arrossate», che «gocciolavano un poco di sangue» si manifestarono nel «1911-1912, i primi anni del sacerdozio» e che già da prima «sentivo dei dolori in quelle medesime parti». Questi allora vuol vederci più chiaro sulla sofferenza cui è sottoposto: «Quale effetto risente da queste stimmate?», gli chiede. «Dolore, sempre, specialmente in alcuni giorni quando emettono sangue. Il dolore è più o meno acuto: in alcuni momenti non posso reggere». «E che cosa dice della temperatura arrivata talora a 48º?», lo incalza Mons. Rossi. «È vero, e questo avviene quando mi sento male… Credo sia più male morale che fisico». «Quali effetti sperimenta, che cosa sente?». Padre Pio riflette qualche istante, poi spiega: «Affetti interni, la considerazione, qualche rappresentazione del Signore. Come in una fornace, mantenendo sempre la conoscenza». A volte, esausto per la febbre, il santo implorava: «Le fiamme mi divorano, datemi dell’acqua gelata». Fra emozioni estatiche e ostilità demoniache il suo fisico viveva dimensioni fuori dal normale.
In due luoghi contemporaneamente.
Per non dire di quando era chiamato a «sdoppiarsi» nelle bilocazioni. Interrogato su questo fenomeno Padre Pio risponde: «Io non so come sia, né di che natura la cosa, né molto meno ci do peso, ma mi è occorso di aver presente questa o quell’altra persona, questo luogo o quell’altro luogo; non so se la mente si sia trasportata lì, o qualche rappresentazione del luogo o della persona si sia presentata a me, non so se col corpo o senza il corpo io sia stato presente». Il vescovo vuol sapere se sia consapevole dell’inizio di questo stato e del rientrare nello stato normale. Il santo sottolinea che «ordinariamente» questi fenomeni avvengono durante la preghiera: «La mia attenzione era rivolta all’orazione prima e poi a questa rappresentanza: poi mi ritrovavo senz’altro come prima».
Incuriosito, Mons. Rossi domanda di fatti particolari: Padre Pio, dichiarando che è la prima volta a parlarne apertamente, racconta: «Una volta mi son trovato vicino al letto di un’ammalata: Signora Maria di San Giovanni Rotondo, di notte; ero in Convento; credo che stavo pregando. Sarà più di un anno. Le rivolsi parole di conforto: Lei pregava che avessi pregato per la sua guarigione. Questo la sostanza. Di particolare non conoscevo questa persona; mi era stata raccomandata». La donna guarì. Un altro caso: «Un uomo mi si è presentato o io mi son presentato a lui, a Torre Maggiore – io ero in Convento – e l’ho ripreso e rimproverato i suoi vizi, esortandolo a convertirsi, e poi in seguito quest’uomo è venuto anche qui».
Il giudizio.
Il Visitatore Apostolico rileva a questo punto la discrezione del cappuccino riguardo alle persone coinvolte e annota: «Padre Pio non dice il nome per riguardo». Partito per sua stessa ammissione prevenuto, incontro dopo incontro rimase colpito dal giovane frate del Gargano e, riferendo alla Santa Sede, chiuderà la relazione indicando questo profilo: «Padre Pio è un buon religioso, esemplare, esercitato nella pratica delle virtù, dato alla pietà ed elevato forse nei gradi di orazione più di quello che non sembri all’esterno; risplendente in particolar modo per una sentita umiltà e per una singolare semplicità che non son venute meno neppure nei momenti più gravi, nei quali queste virtù furono messe per lui a prova veramente grave e pericolosa». Nel 1921, il Sant’Uffizio Padre Pio lo aveva già fatto santo.
Riccardo Caniato
Le edizioni Ares regalano al pubblico un inedito eccezionale di mons. Enrico Galbiati, teologo di fama internazionale e docente universitario, già prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano, che, agli inizi degli anni Novanta, a seguito di accurate indagini svolte dopo aver accolto un invito del grande mariologo René Laurentin, ha steso di suo pugno il manoscritto ora dato alle stampe in cui professa e argomenta la sua personale e profondissima devozione a Maria Rosa Mistica e Madre della Chiesa, così come la Vergine si è presentata nelle apparizioni di Montichiari e Fontanelle (pp. 248).
Questo libro dà conto, sinteticamente, a livello mondiale dei principali gruppi di questa sterminata fungaia, al fine di mettere in guardia i giovani sui messaggi di propaganda diffusi con ogni mezzo (dalla Tv ai giornali, alle riviste, ai libri, con fiabe paganeggianti e stregonesche dedicate ai bambini); e per aiutare i genitori di quanti fossero caduti in trappola a conoscere la nuova realtà in cui si muove ora il loro figlio, a imparare il modo migliore di rapportarsi con lui e, dove fosse possibile, a favorirne l'uscita. L'augurio è che, grazie a queste pagine, tanti «aspiranti alla felicità » si risparmino un salto nel buio, dopo aver calcolato bene la possibilità che i sorrisi di benvenuto del gruppo, col passare del tempo, non si trasformino in durezze, costrizioni, richieste sempre crescenti di denaro: ossia che la buona nonna della fiaba non si riveli in realtà il lupo cattivo (pp.320).
Roberta Grillo, insegnante di religione, è presidente del Gris (Gruppi di ricerca e informazione socio-religiosi) della diocesi di Milano. Autrice di molti volumi, ha già pubblicato con Ares Il principe di questo mondo. Il diavolo nella storia, nelle religioni, nei documenti, nelle testimonianze.
Il cardinale Julián Herranz è stato per ventidue anni accanto a san Josemaría Escrivá (dal 1953 fino alla morte del fondatore dell'Opus Dei, nel 1975) e per ventisette anni ha lavorato al servizio di Giovanni Paolo II. E' dunque un testimone particolarmente qualificato di molti avvenimenti della vita della Chiesa, nonché dello sviluppo apostolico dell'Opus Dei nel mondo. In queste pagine, gli anni del Concilio e del postconcilio, gli incontri con protagonisti della storia della Chiesa, i grandi eventi che costellano il cammino del Popolo di Dio nello snodo dei due Millenni, vengono rievocati con brillantezza e semplicità , oltre che con notizie e rettifiche di primissima mano, da parte di un osservatore che ha lavorato sotto la direzione di Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, e attualmente di Benedetto XVI. Sono pagine intrise di fedeltà e di amore alla Chiesa, che indurranno gli stessi sentimenti nel lettore (pp. 480).
Una Madonnina di gesso, che raffigura la Regina della Pace, proveniente da Medjugorje, lacrima sangue per tredici volte tra il 2 e il 6 febbraio 1995, presso la famiglia Gregori, in località Borgo Pantano, frazione di Civitavecchia; e, il 15 marzo, nelle mani di mons. Girolamo Grillo, il vescovo della città . La notizia fa il giro del mondo, ma si limita a questo: dovevano passare anni, prima di comprendere che in quel pianto inizia, ma non finisce la storia della «Madonnina di Civitavecchia».
A partire dal 1996, una seconda Madonnina, identica alla precedente, fatta dono ai Gregori dal card. Andrzej Maria Deskur, amico fraterno di papa Wojtyla, trasuda un olio profumato, non presente in natura, nei giorni delle Feste liturgiche e, sempre più spesso, al cospetto di gente che pregaL'Autore raccoglie moltissimi contenuti inediti e organizza per la prima volta tutti gli elementi emersi, offrendo un quadro e un'interpretazione potente di questa manifestazione della Madonna, tanto più sorprendente perché, finora, sconosciuta. Sogni, visioni, conferme dell'esistenza del demonio, guarigioni sono un povero esempio dei segni dati in questo luogo a un'intera famiglia e a un vescovo, che culminano nelle apparizioni e nei messaggi della Madonna delle Rose e Regina delle Famiglie - cos' si è presentata - alla piccola Jessica, primogenita dei Gregori, a suo padre Fabio, e non solo.
Segue lo spazio della riflessione, sigillato nel contributo del card. Deskur. Ci si interroga sulla veridicità di quanto accaduto, ripercorrendo anche la vicenda giudiziaria conclusasi col proscioglimento pieno dei Gregori. Una pagina importante è riservata al giudizio della Chiesa, che ha prodotto parere positivo a livello diocesano e che resta sospeso in Vaticano. Nonostante il favore personale di Giovanni Paolo II, prima, e, ora, di Benedetto XVI.
Inoltre, il volume suggerisce valide risposte alle domande più significative sull'azione della Madonna: perché la Madre di Dio piange sangue? E qual è il valore delle apparizioni, del suo farsi presente, anche in altre parti del mondo, con una frequenza e un'evidenza particolari da duecento anni a questa parte? Stiamo, forse, vivendo il «tempo di Maria», che, tre secoli fa, aveva predetto Luigi Maria Grignion de Montfort, il santo della Vergine? (pp. 456).
Le ragazze di Aboke è la storia vera di 139 ragazze rapite dal Collegio St. Mary's di Aboke nel nord Uganda, gestito dalle Suore missionarie Comboniane. Con coraggio suor Rachele Fassera, la vice preside italiana, inseguì i rapitori del Lord's Resistance Army (Lra), uno dei più crudeli gruppi di guerriglieri del mondo, guidato dal fanatico religioso Joseph Kony. La suora ottenne il rilascio della maggior parte delle sue studentesse, ma ne dovette lasciare 30 al loro destino.La giornalista belga Els De Temmerman ricostruisce il viaggio di due delle ragazze di Aboke che riuscirono a fuggire dal Lra. Racconta anche la storia di uno dei rapitori, un bambino-soldato di 14 anni, che faceva parte delle truppe scelte di Kony. Descrive inoltre l'opera instancabile di suor Rachele alla ricerca delle sue allieve, che l'ha portata a incontrare le più alte autorità politiche e reli-giose, compresi il Papa e Kofi Hannan.Le ragazze di Aboke è una fiera protesta contro l'uso dei bambini nei conflitti armati. A questo sco-po il libro si avvale nell'edizione italiana dei prestigiosi contributi della Superiora delle Comboniane, madre Adele Brambilla; dell'attore Massimo Ghini; del missionario Elio Croce; dell'arcivescovo di Gulu, mons. G. B. Odama e di padre Piero Gheddo del Pime che ha firmato l'autorevole saggio-postfazione «Africa: educare alla fraternità » (pp. 240).
Giugno 1981: la Madonna «appare» a Medjugorje, nell'ex Jugoslavia (oggi Bosnia-Erzegovina) a sei piccoli veggenti e dialoga con loro. A tutt'oggi le apparizioni continuano. Qual è il dono di Medjugorje? Che cosa vuole Dio attraverso la Vergine? Rispondono i protagonisti: Marija, Ivan, Mirijana, Vicka, Jakov e Ivanka hanno reso possibile questo libro. Ma anche p. Jozo Zovko, parroco all'inizio delle apparizioni, che dà un bilancio a distanza di tempo, e l'abbé René Laurentin, profondo conoscitore dei fatti. In chiusura l'avvincente saggio Perché Medjugorje? di p. Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, ci conduce nel cuore di queste premurose sollecitudini mariane (pp. 512).
Il libro punta l'obiettivo sul Diavolo. Indaga dal punto di vista della storia, della filosofia, delle religioni e della teologia, apportando decine di documenti. Esplora le forme concrete tramite le quali Satana si manifesta, espone le forme culturali e psicologiche più favorevoli ai suoi fini. Propone cautele e rimedi che qualsiasi persona è tenuta ad adottare contro il Nemico dell'uomo. Il card. Tettamanzi nella Prefazione scrive che, «pur trattando la materia con rigore, la stesura del testo ha quel tipico taglio giornalistico e vivace che la rende accattivante e conquista il lettore»; definisce l'opera talmente completa e accurata in ogni sua parte da risultare nella sua manegevolezza una «piccola enciclopedia» sul principe di questo mondo (pp. 432).