Le parole dei padri e delle madri del deserto, o dei deserti, ci aiutano innanzitutto a liberare il nostro cuore da noi stessi e dalle false parole che occupano quello spazio interiore in cui la parola del Signore desidera dimorare, per portare consolazione e salvezza ... La parola che ci dà la vita è quella del Signore, trasmessaci nelle sante Scritture.
Ma l'esperienza dei padri e il loro insegnamento ci aiutano a creare uno spazio il più possibile accogliente perché la Parola possa dimorare in noi e portarvi il suo frutto.
Il presente volume, che raccoglie gli Atti del XXIX Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, presenta l'insegnamento dei padri e delle madri del deserto, le cui parole, i Detti, sono da sempre tra le letture più amate e praticate a ogni latitudine ecclesiale, negli ambienti monastici e non solo. 1
Riproponiamo, in una edizione aggiornata e aumentata di nuovi testi, la sapienza e le parole di salvezza, gli insegnamenti e i consigli spirituali di alcuni monaci e monache dei monasteri di Romania che si sono distinti per il loro stile di vita e per la loro opera. Gli insegnamenti di vita e i consigli spirituali qui presentati, raccolti dall'autore nelle conversazioni intrattenute con alcuni monaci e monache dei monasteri contemporanei di Romania, sono una suggestiva guida, unica nel suo genere, alla scoperta della ricchezza della tradizione spirituale romena. La vivente testimonianza di questi "portatori dello Spirito" e le loro parole di salvezza illuminano i credenti d'oriente e d'occidente aiutandoli a trovare risposte a quelle stesse domande con cui ancora ai giorni nostri si trovano a confronto, quali: "Come pregare?", "Come lottare contro le tentazioni?", "Come ottenere la pace del cuore?". In questo atto di trasmissione l'inestimabile patrimonio della tradizione esicasta romena, con i suoi tratti originali, diviene fonte viva di sapienza spirituale per il mondo contemporaneo.
La Comunità monastica di Bose, in collaborazione con le chiese ortodosse, ha organizzato il XXVIII Convegno ecumenico di spiritualità ortodossa. Questo volume ne presenta gli Atti in tutta la loro ricchezza di contenuti, mettendo in luce i molteplici aspetti dell'insegnamento spirituale di Isacco di Ninive, padre della chiesa siriaca, che continua a toccare il cuore di tanti credenti e a essere ancor oggi una fonte inesauribile di ispirazione per la vita cristiana.
La vita in Cristo è il senso ultimo della vocazione cristiana, il centro dell'annuncio della buona notizia che Gesù Cristo è il dono di Dio all'umanità, per la vita e la resurrezione del mondo. La vocazione cristiana non è l'immissione in un cerchio chiuso di eletti, ma la dilatazione del cuore ai confini del mondo, alla totalità della storia. La vita in Cristo è la testimonianza possibile per una vita piena di senso, una speranza sempre presente nel cuore dell'umanità e del creato. Il presente volume, che raccoglie gli Atti del XXVII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, esplora il senso della vocazione cristiana nella chiesa, nel mondo e nel tempo presente, secondo la tradizione cristiana d'oriente e d'occidente.
Con vivacità e semplicità l'autore suona una musica che collega terra e cielo, passato e presente, dando voce alla sapienza dei padri del deserto e di altri monaci come a compagni di coro. Eseguendo lo stesso spartito, ovvero il vangelo vissuto nel deserto, essi intrecciano le loro voci per comporre una sinfonia spirituale sul tema dell'umiltà. Accompagnata da questa "sinfonia dell'umiltà", la vita spirituale può così riscoprire la voce di questa virtù, dai padri del deserto ritenuta fonte di ricchezze spirituali inesauribili.
"Questo libro è stato scritto con l'aiuto di Dio all'unico scopo di spiegare in modo esauriente la preghiera di Gesù, la quale, secondo l'insegnamento concorde di tutti i santi padri, è la radice e il fondamento della vita spirituale, e al contempo ne è la vetta e la perfezione": così l'autore, monaco russo della fine del XIX secolo, comincia la sua opera in cui descrive gli incontri con un eremita del Caucaso, che gli ha insegnato la preghiera di Gesù. Classico della letteratura ortodossa, questo racconto ritrae quei monaci che hanno scelto di vivere solo della solitudine in Dio e della preghiera di Gesù. In linea con i "Racconti di un pellegrino russo", questo libro offre un'eccellente introduzione alla Filocalia e all'insegnamento sulla preghiera del cuore: vengono qui descritti una natura esuberante e monaci ritirati dal mondo per amore della solitudine e della preghiera. Il fascino dell'oriente cristiano in una narrazione coinvolgente.
Il discernimento è l'arte della scelta che definisce la condizione umana, posta al biviotra possibilità diverse di atteggiamenti, comportamenti, azioni. Un'arte che si fa urgente oggi, in un'epoca di grandi mutamenti non solo per la fede, ma anche per l'etica, la cultura e la vita della pólis; in un'epoca d'incertezza che paralizza le scelte umane, rendendo gli uomini e le donne spettatori di un'esistenza che non appartiene loro, imparare a discernere significa vivere con consapevolezza e responsabilità. Il presente volume, che raccoglie gli Atti del XXVI Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, esplora le vie del discernimento nella tradizione cristiana d'oriente e d'occidente.
I saggi qui raccolti sono nati dalla ventennale collaborazione dell’autore ai convegni ecumenici internazionali di spiritualità ortodossa di Bose: esplorando da prospettive diverse l’eredità dei padri della chiesa indivisa, questi testi fanno emergere un’autentica teologia spirituale per l’uomo contemporaneo. Viene così tracciato un itinerario intellettuale che è anche un’introduzione alla comprensione ortodossa del cammino spirituale quale esperienza di trasfigurazione, culminante nella visione o partecipazione della luce divina.
Ilarion Alfeev (Mosca 1966), metropolita di Volokolamsk, è presidente del dipartimento per le relazioni esterne del patriarcato di Mosca. Patrologo, teologo e musicista apprezzato, presso le nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, La gloria del Nome (2002) e Cristiani nel mondo contemporaneo (2013).x
“Ospitalità” è una parola inattuale. Lo straniero, portatore di benedizioni in tutta la tradizione antica e biblica, si è trasformato in un’oscura minaccia. L’ospite non è più un dono per chi lo riceve. Eppure il riconoscimento dell’altro, dello straniero ospitato come noi in questa terra, è il primo passo per una cultura dell’accoglienza, umana e cristiana. Su questa capacità di fare spazio al forestiero, al diverso, si fonda per il vangelo il giudizio sulla storia: “Ero straniero e mi avete accolto”.
Il presente volume raccoglie gli Atti del XXV Convegno ecumenico di spiritualità ortodossa, in cui cristiani d’oriente e d’occidente osano parlare il linguaggio dell’accoglienza e della gratuità, per riscoprire insieme l’ospitalità come dono.
“Chi è quel giovane? Sento che ha bisogno di me”: così ha ini- zio un’intensa vicenda di paternità spirituale nella Romania del travagliato dopoguerra. In queste pagine viene esplicitato il senso profondo del ruolo che il padre spirituale svolge nella trasmissione della fede, anche in tempi e in situazioni in cui tutto sembra perduto. La vita spirituale si può solo ricevere da un padre, cioè da qualcuno che già la possiede e che accetta di farsi docile strumento dello Spirito santo. Dall’appassionato intreccio di ricordi personali e di elementi fondanti della tradizione ortodossa si di- schiude un vero e proprio testamento spirituale che padre Ioann il Forestiero, luminosa figura di starec, lasciò ai suoi discepoli prima dell’ultimo esilio in Siberia.
In occasione del decimo anniversario della morte di abuna Matta el Meskin, questo volume raccoglie i contributi di monaci, studiosi dei padri del deserto e del monachesimo, figli spirituali e discepoli di abuna Matta, storici e architetti, che ci presentano uno spaccato ad ampio spettro di questa figura di "padre del deserto", capace di parlare agli uomini e alle donne del nostro tempo, al di là di ogni barriera confessionale. Ad arricchire le testimonianze, i ricordi offerti da alcune pagine del diario di viaggio del pittore di fama internazionale William G. Congdon.
La misericordia è al cuore dell’annuncio cristiano: nell’umanità di Gesù Cristo, Dio si è definitivamente rivelato come colui che è onnipotente nell’amore e nel perdono. Oggi più che mai gli uomini e le donnedi ogni orizzonte, in una situazione mondiale precaria, segnata da molteplici ferite, attendono uno sguardo compassionevole sulle loro storie personali e collettive. Le attese che nutrono interpellano la speranza cristiana e spingono le chiese a ritrovare la loro vocazione di testimoni della misericordia del Signore.
Il presente volume raccoglie gli Atti del XXIII Convegno ecumenico di spiritualità ortodossache ha radunato cristiani d’oriente e d’occidente attorno ai temi della misericordia e del perdono.
Si può fare teologia in modo ecumenico? Qual è il contributo della filosofia alla teologia della riconciliazione? Questo libro rappresenta un tentativo di revisione di alcune questioni teologiche che sono divenute ragioni di contesafra oriente e occidente cristiani. Rivolgendosi sia al lettore cattolico sia a quello ortodosso, l’autore affronta in particolare alcuni dei temi più noti del divario teologico: l’immacolata concezione della vergine Maria, il Filioque e il ministero petrino del papa.
John Panteleimon Manoussakis monaco della chiesa greca e presbitero, è nato ad Atene e ha ricevuto la propria formazione a Boston. È docente onorario alla Facoltà di teologia e filosofia all’Australian Catholic University e professore associato di filosofia al College of the Holy Cross (Worcester Ma).
Il cristiano non è un cultore del passato, poiché è orientato al futuro dal quale attende la pienezza della sua esistenza: tuttavia non rifiuta il presente, perché le realtà ultime non aboliscono la storia ma la trasfigurano. Così è anche per la chiesa, che vive nella storia senza trarre però la propria origine da essa. In questo libro l'autore ci aiuta a discernere i rischi che tale tensione comporta, soffermandosi sui nodi critici più rilevanti per l'ortodossia nel mondo contemporaneo: il complesso rapporto con le culture e le identità nazionali, il coinvolgimento nell'ecumenismo, la difficoltà a lasciarsi interrogare dalla cultura laica dei diritti umani e della parità, e ad articolare una parola profetica eloquente nell'attuale crisi economica e sociale.
Il presente volume raccoglie gli Atti del XXII Convegno ecumenico di spiritualità ortodossa, dedicato alla beatitudine dei pacifici, tema che interpella la coscienza di ciascuno e la vita delle chiese. Contributi di: I. Behr, J. Chryssavgis, A. Dibo, J. Forest, R Georgi, C. Hovorun, N. Ignatovi~, R Kalaitzidis, Ch. Karakolis, A. Makaryan, Sr. Magdalene, A. Manolescu, D. Morozova, V. Mutafov, A. Papanikolaou, S. A. Paschalidis, A. Peckstadt, M. G. Seleznev, K. Sigov, R A. Yfantis, K. Ware, M. Van Parys.
La fede cristiana sa parlare a tutte le età della vita, entra nella storia umana, svela il senso del passare del tempo, trasmette una speranza che attraversa la catena delle generazioni: discernere questa totalità di senso nel passaggio da un tempo all'altro della vita significa imparare a vivere l'oggi, assumere la responsabilità dell'età adulta per progettare un futuro nuovo.
La tensione all'unità è il movimento contrario all'estraniamento: è ricominciare ogni giorno l'apprendistato della comunione, affinché le chiese imparino di nuovo a dimorare nell'unità.L 'itinerario proposto, interrogando insieme il cammino ecumenico e l'esperienza monastica, muove dalla persuasione che tra i doni del monachesimo c'è un carisma ecumenico, un ministero di riconciliazione offerto a tutti.
Un viaggio attraverso le più poetiche letture della Bibbia. Nelle Chiese di tradizione siriaca la Bibbia ha conosciuto un'attenzione persistente e originale. Le pagine di questo volume danno voce a una sinfonia di approcci esegesi di scuola, lettura spirituale e lettura omiletica - che appaiono come tre forme complementari in dialogo, mantenendo ciascuna integro il rigore del proprio metodo.
La Bibbia è riferimento irrinunciabile nella vita delle chiese, ma in quelle di tradizione siriaca essa ha conosciuto un’attenzione persistente e originale: le famose scuole teologiche siriache ci hanno lasciato in eredità una ricca e plurale testimonianza di creatività ermeneutica. Le pagine di questo volume danno voce a questa sinfonia di approcci – esegesi di scuola, lettura spirituale e lettura omiletica –, che appaiono come tre forme complementari in dialogo, mantenendo ciascuna integro il rigore del proprio metodo.
Sabino Chialà(Locorotondo 1968), monaco di Bose e studioso di ebraico e siriaco, si è dedicato in particolare alle ricerche sull’opera di Isacco di Ninive, di cui ha recentemente pubblicato l’edizione critica e la traduzione italiana della Terza collezione dei discorsi ascetici (Peeters 2011). Presso le nostre edizioni ha curato tra l’altro Un’umile speranza (1999), e Abramo di Kashkar e la sua comunità. La rinascita del monachesimo siro-orientale (2005).
In un mondo dove troppi crimini sono commessi nel nome della fede, culture e religioni differenti possono coesistere pacificamente? Quali i fondamenti del dialogo e le finalità dell’incontro tra religioni? Con sapienza e passione risponde a tali interrogativi il patriarca ecumenico, forte dell’esperienza del suo ministero di unità. Mai come oggi si registra un bisogno urgente di guide spirituali capaci di coinvolgersi nelle questioni di questo mondo.
Bartholomeos I (1940), dal 1991 arcivescovo di Costantinopoli e patriarca ecumenico, ha caratterizzato il suo ministero con un appassionato impegno per l’unità dei cristiani, la salvaguardia del creato e la ricerca della pace. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Gloria a Dio per ogni cosa (2001) e il recente Incontro al mistero (2013).
Attraverso le vicende delle diverse fondazioni monastiche cristiane in Cina lungo la storia, questa originale ricerca fa emergere gli elementi che “dicono” il grado di disponibilità e di volontà all’incontro con il contesto culturale e spirituale cinese da parte dei monaci missionari e il grado di accoglienza della forma vitae monastica da parte dei fratelli cinesi. Particolare rilievo viene dato alla riflessione di alcuni “attori” diretti e indiretti della missione monastica in Cina riguardo alla possibilità della nascita di un monachesimo cristiano cinese.
Matteo Nicolini-Zani (Gattinara 1975), monaco di Bose e sinologo, conduce ricerche sulla storia e la letteratura cristiana cinese. Presso le nostre edizioni ha pubblicato La via radiosa per l’oriente (2006) e I nostri fratelli cinesi (2009).
Sperare la salvezza di Dio, sperare nell’uomo,
non è forse questa la testimonianza
che i cristiani sono chiamati a dare?
È qui proposto un itinerario che vorrebbe condurre il lettore a una piena consapevolezza della responsabilità cristiana verso la creazione; e al tempo stesso introdurlo, nel solco della spiritualità dell’oriente cristiano, a ritrovare la profondità e la bellezza del rapporto con le cose e gli esseri viventi, contemplati nella loro destinazione alla salvezza, che è connessa a quella dell’uomo.
Il presente volume raccoglie gli Atti del XX Convegno ecumenico di spiritualità ortodossa, che ha approfondito il tema della salvaguardia della creazione nei suoi fondamenti biblici e teologici, e nei suoi risvolti etici e sociali nel contesto dell’attuale crisi ecologica.
Il patriarca Bartholomeos tratteggia le dimensioni della sua visione in seno all'ortodossia: una vigile educazione in ambito teologico, liturgico e spirituale; il rafforzamento dell'unità e della cooperazione tra ortodossi; la prosecuzione degli impegni ecumenici con altre chiese e confessioni cristiane; l'intensificazione del dialogo interreligioso per una coesistenza pacifica; l'inizio di una discussione e di atti concreti per la salvaguardia dell'ambiente.
Il valore della persona umana è il messaggio dei cristiani per il mondo.
“Fin dal momento della sua intronizzazione, il patriarca Bartholomeos ha tratteggiato le dimensioni della sua visione in seno all’ortodossia: una vigile educazione in ambito teologico, liturgico e spirituale; il rafforzamento dell’unità e della cooperazione tra ortodossi; la prosecuzione degli impegni ecumenici con altre chiese e confessioni cristiane; l’intensificazione del dialogo interreligioso per una coesistenza pacifica; l’inizio di una discussione e di atti concreti per la salvaguardia dell’ambiente” (John Chryssavgis). Gli scritti contenuti in questo volume testimoniano in maniera esemplare la sua sapiente riflessione, in prospettiva esperienziale, su questi temi che stanno al cuore del suo ministero patriarcale.
Bartholomeos I (Dimitrios Archondonis, nato a Imvros nel 1940), dopo essere stato metropolita dapprima di Philadelphia e poi di Calcedonia, il 2 novembre 1991 è stato eletto arcivescovo di Costantinopoli e patriarca ecumenico. Presso le nostre edizioni ha pubblicato anche Gloria a Dio per ogni cosa (2001).
L'autore, metropolita del patriarcato di Mosca, ci aiuta a comprendere come le sfide che la modernità pone al cristianesimo non siano semplici. Le risposte delle chiese non sono univoche, ma sempre più l'umanità contemporanea chiede ai cristiani di rendere conto delle loro divisioni. Lasperanza cristiana impegna tutte le chiese a muovere dei passi concreti verso l'unità. Tutte le chiese sono chiamate a ritrovare l'unità voluta dal Signore e a testimoniare insieme la verità e la misericordia del Dio che viene in mezzo agli uomini.
Un’affascinante esperienza di dialogo
tra culture e religioni diverse
“La luce parte dall’oriente e a occidente si smorza. Queste pagine partono dall’occidente e guardano verso oriente, ma tornano a riflettersi sull’occidente. Perché chi le ha scritte ha piena coscienza di essere nato occidentale e di rimanerlo. Nella sua vita ha incontrato, e vissuto, l’oriente. Ha cercato di lasciarsene impregnare, così come apprendere una lingua straniera significa impregnarsi di chi la parla, in tutte le sue dimensioni. E ha voluto riflettere, per quanto è possibile, su questo impregnarsi. I riflessi d’oriente non hanno fatto altro che favorire il confronto fra due realtà, senza la pretesa di giungere in fretta, e dunque senza riflessione, a una sintesi” (dalla “Premessa” di Claudio Gugerotti)
Claudio Gugerotti (Verona 1955), arcivescovo cattolico, già segretario presso la Congregazione per le chiese orientali, dal 2011 è nunzio apostolico in Bielorussia, dopo esserlo stato per dieci anni in Georgia, Armenia e Azerbaigian. Autore appassionato, si è sempre occupato di spiritualità, liturgia e cultura delle chiese orientali, in particolare di quella armena.
Attraverso la parola di Dio ascoltata ogni giorno, la verità, l'amore e la luce di Cristo, presenti nella sacra Scrittura, nutrono la vita della comunità cristiana e di ogni credente, donandogli gioia e pace, speranza e coraggio. L'ascolto della tradizione spirituale ortodossa invita a riflettere sul modo in cui la lettura della Scrittura, fatta attraverso lo Spirito e nella chiesa, sia il vero fondamento di ogni autentica spiritualità cristiana.
L'odierna crisi ambientale ha le sue radici spirituali nel modo in cui l'essere umano vede se stesso e la propria collocazione nella natura. Che ruolo gioca il mondo nel nostro rapporto con Dio? Ha un significato spirituale? Come le nostre azioni incidono sull'intera creazione? A partire dalla Bibbia e dai padri della chiesa, l'autrice risponde da cristiana ai quesiti urgenti che l'attuale situazione ecologica ci pone, offrendo spunti concreti per un'educazione alla responsabilità degli uomini verso la terra e gli uni verso gli altri.
“I credenti trascorrono la loro vita sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Ogni terra straniera è per loro una patria e ogni patria è terra straniera”.
(A Diogneto)
Un approccio ai grandi temi della vita ecclesiale e dell’esperienza umana: dall’unicità della persona alla grazia del matrimonio, dalla lettura della Bibbia come cammino di unità alla liturgia fonte di ogni bellezza, dall’impegno attivo nella polis fino all’escatologia. Si ritrova qui in profondità il pensiero di una delle figure più prestigiose della chiesa ortodossa in Francia, che ha sempre cercato una convergenza tra le ricchezze dell’oriente e dell’occidente cristiani, consapevole che la chiesa non può essere divisa: “Malgrado le apparenze una misteriosa unità indivisibile sopravvive”.
Pavel Evdokimov (San Pietroburgo 1901 – Meudon 1970), professore all’Istituto di teologia ortodossa Saint-Serge di Parigi, osservatore della chiesa ortodossa al concilio Vaticano II, è stato uno dei maestri spirituali del nostro tempo e un fervente sostenitore dell’ecumenismo.
Atti del XVIII Convegno ecumenico di spiritualità ortodossa(Bose 8 - 11 settembre 2010).Gli uomini di oggi vivono spesso una situazione d?isolamento, di solitudine non feconda e, paradossalmente, soffrono di una massificazione che impedisce una vita interiore intensa. L?ascolto della tradizione spirituale ortodossa invita a riscoprire solitudine e comunione quali dimensioni irrinunciabili dell?essere stesso dell?uomo nel mondo: illuminate dalla vicenda di Cristo, manifestano nel mistero della chiesa, una e molteplice, il fondamento cristologico di questa polarità fondamentale della vita spirituale.
Come comprendere la separazione tra l’occidente e l’oriente cristiani? L’autore, con grande chiarezza e attraverso un serio sforzo di divulgazione, ci fa percorrere gli eventi storici dal punto di vista bizantino, conducendoci a scoprire un mondo affascinante ove si incrociano bellezza e ascetismo, rigore intellettuale e sviluppi dottrinali. Tra il ix e il xiii secolo, infatti, l’oriente interiorizza le acquisizioni teologiche precedenti e approfondisce il mistero dello Spirito santo: ne scaturiscono la valorizzazione della libertà interiore – sia personale sia ecclesiale – e l’edificazione di nuove culture in una fedeltà profonda al vangelo che si fa al contempo apertura all’imprevedibile novità della pentecoste.
Olivier Clément (1923-2009) è stato uno dei testimoni più significativi dell’ortodossia in occidente nella seconda metà del xx secolo e uomo spirituale tra i più credibili dell’intero panorama ecumenico. Ha dedicato gran parte della sua vita alla ricerca per facilitare l’incontro tra oriente e occidente cristiani. Tra le sue opere le nostre edizioni hanno pubblicato Pregare il Padre nostro, Occhio di fuoco, Il potere crocifisso, Le feste cristiane, I volti dello Spirito e Nuova filocalia.
“Insegnare ai figli la virtù
e la conoscenza di Dio
spetta ai padri,
dare ai figli la sapienza
spetta invece al Signore”.
Seconda edizione
interamente rifatta e ampliata.
Lavoro di uno specialista estremamente competente, ma anche opera di un uomo di fede profonda e di assidua preghiera, questo saggio sulla paternità spirituale nel pensiero di Evagrio Pontico ci porta a cogliere il senso autentico di ogni paternità: dare la vita, offrire a un altro lo spazio perché sia se stesso, nella libertà. E senso della vera figliolanza è la libera accoglienza di se stesso come essere-in-relazione. Questo lucido esame delle fonti del monachesimo orientale ci aiuta a scoprire le radici dei nostri attuali malesseri occidentali, ma ci indica anche la direzione per uscirne: non limitarsi al rimpianto o allo studio, ma impegnarsi a vivere con umiltà e serietà.
Gabriel Bunge, eremita di grande discernimento spirituale, profondo conoscitore di Evagrio e dei padri del deserto, ma soprattutto uomo di intensa preghiera, vive in un eremo nel Canton Ticino. Presso le nostre edizioni ha pubblicato anche Akedia, il male oscuro, Vasi di argilla e Vino dei draghi e pane degli angeli.
La prassi della paternità spirituale è il terreno in cui le Chiese misurano l’unità che già sperimentano nella costante preoccupazione della trasmissione della vita di fede come il bene più prezioso, che ha bisogno di padri e madri spirituali che con fedeltà e intelligenza, con pazienza e misericordia sappiano farsi interpreti della paternità di Dio come Gesù Cristo l’ha narrata nella sua vita tra gli uomini.
Il presente volume raccoglie gli Atti del XVI Convegno ecumenico di spiritualità ortodossa, che ha visto cristiani d’oriente e d’occidente considerare l’evoluzione del rapporto di paternità spirituale.
Contributi di: N. Abou Mrad, A. Arjakovsky, E. Bianchi, P. Chondzinskij, G. Chrysostomou, O. Delouis, D. Gavalas, G. Gluchova, S. Joantă, G. D. Martzelos, N. Kauchtschischwili, A. Peckstadt, D. Perović, G. M. Prochorov, N. Ju. Suchova, M. Van Parys, S. Yangazoglou.
"Quando ho cominciato ad amare Dio più di tutto, allora in questo amore per Dio ho trovato anche il mio prossimo, e in questo stesso amore per Dio anche i miei nemici sono diventati per me degli altri esseri, sono diventati creature di Dio." (archimandrita Spiridon). Questo libro, nato dallo studio di documenti degli archivi statali e delle carte inedite dello stesso Spiridon Kisljakov (1875-1930), vuole essere un invito alla lettura dell'esistenza di un uomo spirituale e, attraverso di essa, offrire uno scorcio dall'interno su una delle esperienze cristiane più straordinarie che la chiesa di Kiev, e la chiesa russa nel suo insieme, conobbe tra la fine dell'impero degli zar e il definitivo consolidamento del regime staliniano.
Evdokimov vuole lanciare un messaggio preciso: il matrimonio deve essere visto come la consacrazione dell’amore umano, ovvero mediante la celebrazione liturgica è lo stesso amore creaturale dell’uomo e della donna a essere investito delle energie del Regno e costituito segno/partecipazione dell’amore di Cristo e della chiesa, anzi dello stesso amore trinitario. L’amore coniugale diventa la materia del sacramento del matrimonio ... Evdokimov scrive un libro che utilizza insieme e liberamente fonti orientali e occidentali, pensa a una teologia personalista del matrimonio a due polmoni, capace di esprimere quanto di meglio oriente e occidente avessero allora da dire sul mistero del matrimonio. E scrive con grande forza di pensiero, con ricchezza di intuizioni e con ampiezza di riflessione; molte pagine non lasceranno indifferente il lettore e offriranno punti di vista originali su tanti aspetti della teologia.
(dalla “Prefazione” di Basilio Petrà)
Pavel Evdokimov (San Pietroburgo 1901 - Meudon 1970), conseguì la licenza in filosofia alla Sorbona e quella in teologia all’Istituto di teologia ortodossa San Sergio, dove fu professore di teologia morale. È stato direttore del Centro di studi ortodossi San Sergio di Parigi, membro del comitato direttivo dell’Istituto ecumenico di Bossey e del Consiglio ecumenico delle chiese di Ginevra. Ha partecipato, in qualità di osservatore della chiesa ortodossa, al concilio Vaticano II. È considerato uno dei maestri della teologia e della spiritualità ortodossa del xx secolo.
Atti del XV Convegno ecumenico internazionale
di spiritualità ortodossa
È qui documentato il percorso compiuto da cristiani delle diverse tradizioni volto a cogliere il mistero della Trasfigurazione in tutta la sua profondità, ma anche nel suo significato per gli uomini del nostro tempo … La Trasfigurazione è mistero di trasformazione: del nostro corpo di miseria, destinato a diventare un corpo di gloria, ma anche del corpo ecclesiale, ancora lacerato dalle divisioni e tuttavia chiamato a mostrare nell’unità perfetta dell’amore la Triunità del mistero di Dio “amante dell’uomo”.
Un fratello chiese a un anziano:
“Dimmi una parola!”.
Quello rispose:
“Perché mi costringi a parlare inutilmente?
Ecco, quello che vedi, fallo!”.
Della vita semplice e austera dei primi eremiti del deserto egiziano è rimasto il ricordo nei loro discepoli che hanno raccolto e tramandato parole ed eventi della loro vita: gli apoftegmi. Queste brevi composizioni riportano tesori spirituali scaturiti dall’esistenza quotidiana che si conduceva nel deserto, trasmettono le reazioni di fronte a situazioni umanissime, sono risposte sapienti di un abba al discepolo che lo interroga. I detti dei padri sono parole di vita, parole vissute ancor prima di essere pronunciate, parole che sgorgano dalla parola dell’evangelo e da un’attenzione profonda all’umanità. In quest’opera postuma l’autore ci offre un commento spiritualmente intenso delle parole di questi uomini del deserto, presentandoci le figure più rappresentative tra i monaci del iv secolo. La trasmissione della loro sapienza umana e spirituale può alimentare e arricchire la vita interiore di ogni cristiano.
Lucien Regnault, monaco di Solesmes, ha dedicato la sua intera esistenza monastica allo studio, alla traduzione e alla divulgazione dell’immenso patrimonio spirituale dei padri del deserto.
Nicola Cabasilas (1320/22-1400 ca.) fu un uomo talmente radicato nel suo tempo che è possibile abbozzare un quadro del xiv secolo bizantino a partire dalla sua vita. Personalità colta e poliedrica, fu un grande umanista, partecipò attivamente alla vita politica come consigliere dell’imperatore Giovanni VI, fu amico di Gregorio Palamas e suo difensore, intervenne a difesa dei poveri. Questo laico, così attivo nella società del suo tempo, fu anche un eminente teologo e un grande mistico. Il Convegno ecumenico internazionale di Bose, di cui qui pubblichiamo gli atti, si è soffermato in particolare sul suo Commento della divina liturgia, esposizione descrittiva della liturgia bizantina e saggio teologico sul sacramento eucaristico. All’analisi di quest’opera ha fatto seguito una riflessione sulla prassi liturgica bizantina odierna e sulla ricezione dell’ecclesiologia eucaristica nella chiesa cattolica. Il pensiero di Cabasilas, uomo fedele alla tradizione e fedele al suo tempo, ha stimolato interrogativi, suggerimenti, proposte per vivere oggi la divina liturgia nella fedeltà alla tradizione.
L’essenza della chiesa è il dono della vita di Dio fatto agli uomini in Cristo. La chiesa ortodossa russa ha sempre manifestato questa realtà spirituale ed escatologica nella sua vita liturgica, nella sua storia di santità: “Acquista lo Spirito, e mille intorno a te saranno salvati”, annunciava san Serafim di Sarov. Ma questo dono spirituale ha saputo anche trasformarsi in un’avventura umanissima, nell’annuncio del vangelo nelle mille lingue e culture che popolano gli immensi spazi del nord e della Siberia, fino alla Cina e al Giappone, dal medioevo alle soglie della Rivoluzione d’ottobre e fino ai nostri giorni: nei grandi santi missionari russi l’incontro con la buona novella ha saputo farsi ascolto della ricerca di Dio che abita ogni uomo e ogni cultura. Il XIV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa ha cercato di mettersi in ascolto della vita missionaria della chiesa russa, proprio in un tempo come il nostro in cui la domanda di senso che abita l’uomo contemporaneo non può essere elusa dai cristiani.
La cristianità orientale ha sempre riconosciuto alla liturgia la capacità di custodire tutto l’essenziale della nostra fede. I tropari, brevi inni poetici, introdotti nella liturgia bizantina nel corso dei secoli, sono esempio di questa sintesi di alto contenuto teologico, ricchezza spirituale e ricerca di una bellezza poetica che esprima la contemplazione. In essi troviamo espressa la fede dei padri della chiesa, con il loro approccio alla Scrittura e l’abbeverarsi alla sapienza dei primi concili. Queste preghiere, cantate nella liturgia con musiche di rara bellezza, vengono qui presentate divise secondo vari temi legati alle feste dell’anno liturgico, ai santi, al contenuto, perché anche il lettore occidentale possa accedere alle grandi ricchezze in essi contenute.
“Venite, ascendiamo al monte santo,
con fede contempliamo
la luminosissima trasfigurazione del Signore,
adorandolo con fede e dicendo:
Tu solo sei nostro Dio,
tu che ti sei incarnato
e hai deificato il genere umano”.
I primi passi dell’evangelizzazione cristiana
in dialogo con con la cultura cinese
Con la traduzione italiana
dei più antichi testi cristiani cinesi
“Per la fede cristiana l’incontro con il mondo religioso e culturale dell’Asia orientale ha sempre costituito una grande sfida ... Questo libro è un contributo all’esplorazione di una pagina poco nota dell’incontro fra cristianesimo e oriente. Una storia che fa emergere la grandezza straordinaria di una chiesa cristiana, la chiesa siro-orientale, che ha saputo realizzare più di mille anni fa un dialogo cui noi oggi siamo ancora purtroppo impreparati. Leggendo gli antichi testi cristiani cinesi qui tradotti si può cogliere qualcosa dello spirito che animava quei primi missionari in terra asiatica: senza timore né diffidenza, seppero aprirsi a un’alterità radicale, capendone la portata arricchente per la loro stessa fede”.
(dalla “Prefazione” di Enzo Bianchi)
˛ˇ D u r a n t e i l v i i s e c o l o d e l l a n o s t r a e r a u n a n u o v a e n t i t ‡ p o l i t i c a e r e l i g i o s a , l I s l a m , s i a f f a c c i a s u l l a s c e n a d e l M e d i o o r i e n t e , c u l l a d e l l a f e d e c r i s t i a n a . N e l l a c a p i t a l e o m a y y a d e d i D a m a s c o , q u i n d i o r m a i a l d i f u o r i d e i c o n f i n i d e l l i m p e r o c r i s t i a n o , n a s c e G i o v a n n i D a m a s c e n o , n o t o a n c h e c o m e I b n M a n c ˚ r , u n g r e c o i n u n c o n t e s t o a r a b o , o u n a r a b o d i c u l t u r a g r e c a , p r i m a f u n z i o n a r i o a l l a c o r t e c a l i f f a l e e p o i m o n a c o n e l m o n a s t e r o d i S a n S a b a i n P a l e s t i n a . N e l l a c r i s i d e l s u o t e m p o , e d i f r o n t e a l l a l t r o c h e e m e r g e , G i o v a n n i e l a b o r a u n a s i n t e s i d i t e o l o g i a o r t o d o s s a t r a l e p i ˘ e f f i c a c i , c a n t a l a s u a f e d e c o m p o n e n d o u n r i c c o r e p e r t o r i o i n n o g r a f i c o , d i f e n d e l a l e g i t t i m i t ‡ d e l l e i c o n e . T u t t o q u e s t o p e r Ú s e n z a e s i m e r s i d a l c o n f r o n t o c o n q u e l n u o v o , l I s l a m , c h e e g l i t e n t a d i c o m p r e n d e r e . A l u i e a l l a s u a e p o c a c o s Ï c r u c i a l e e , p e r m o l t i v e r s i , a n c o r a c o s Ï a t t u a l e , Ë s t a t a d e d i c a t a l a s e s s i o n e b i z a n t i n a d e l X I I I C o n v e g n o e c u m e n i c o i n t e r n a z i o n a l e d i B o s e d i c u i p r e s e n t i a m o q u i g l i a t t i .
“Amatevi gli uni gli altri nella concordia,
come Cristo ha amato voi”
Nel vi secolo il monachesimo siro-orientale visse un periodo di “rinascita” grazie all’iniziativa di Abramo di Kashkar – fondatore del Grande monastero del Monte Izla e autore della più antica regola monastica siro-orientale a noi nota – il quale tentò di rivitalizzarlo dandogli un volto più evangelico e inserendolo maggiormente nella realtà ecclesiale. Viene qui tracciato un primo tentativo di ricostruzione di quell’esperienza, che così grande influsso esercitò su generazioni di monaci, soprattutto per la sua tensione verso una maggiore fedeltà all’ideale comunitario. È nel solco di questa tradizione monastica che nasceranno le grandi personalità della chiesa mesopotamica, tra cui Isacco di Ninive e Simeone di Taibuteh. Seguendo l’itinerario della comunità di Abramo, è così tratteggiata la parabola evolutiva del monachesimo di ogni tempo, dagli inizi ricchi di fervore ai tentativi di tornare alle fonti ispiratrici. Completano l’opera le traduzioni delle Regole di Abramo e dei suoi successori, nonché delle fonti storiche sul Grande monastero.
Sabino Chialà, monaco di Bose e studioso di ebraico e siriaco, ha pubblicato il Libro delle parabole di Enoch (Paideia 1997) e Dall’ascesi eremitica alla misericordia infinita. Ricerche su Isacco di Ninive (Olschki 2002). Per le nostre edizioni ha curato tra l’altro Un’umile speranza, antologia di testi di Isacco di Ninive, e i Discorsi ascetici, nuova collezione di scritti dello stesso autore.
L’avventura spirituale della preghiera incessante:
il Nome di Gesù trasfigura l’universo
“Per misericordia di Dio sono uomo e cristiano, per opere gran peccatore, per vocazione pellegrino senza dimora, del ceto più umile, che va forestiero di luogo in luogo. I miei averi sono una bisaccia di pan biscotto sulle spalle, e in seno la sacra Bibbia, ecco tutto”. Con queste parole inizia un libro, pubblicato nel 1881 a Kazan’, che è stato uno dei maggiori successi editoriali del secolo appena trascorso, gli oramai celebri Racconti di un pellegrino russo. Il protagonista incarna una figura familiare sulle strade che traversano le sconfinate distese della Russia medievale e moderna e ricorrente nelle pagine di narratori e di poeti: è come se il lettore fosse accompagnato per mano in un pellegrinaggio interiore nelle profondità dell’orazione.
Proponiamo qui – assieme a una ricostruzione delle complesse vicende che hanno accompagnato la pubblicazione dell’opera e a una pista di identificazione dell’anonimo autore – il testo della prima edizione di questo capolavoro della spiritualità russa: l’inedita traduzione consente di ritrovare la naturalezza dello stile e l’integrità della narrazione delle redazioni più antiche.
Una tradizione cristiana e monastica millenaria, custodita da una penisola del mar Egeo: questo è innanzitutto la santa montagna dell’Athos, ancor oggi sinonimo di vita spirituale e di ricerca di santità. Da quando vi si ritirarono i primi cercatori di Dio, nella solitudine, seguiti dal fondatore del primo cenobio, Atanasio della Grande Lavra, questo lembo di terra ha continuato ad attirare cristiani provenienti dalle regioni più lontane, divenendo luogo di incontro di tradizioni diverse e testimone dell’essenziale che tutti accomuna: la ricerca del volto di Dio. Cristiani provenienti dai paesi tradizionalmente ortodossi, come georgiani, serbi, bulgari, romeni e russi si sono uniti ai monaci greci e hanno trovato sulla santa montagna un luogo comune in cui innalzare a Dio un’unica, polifonica preghiera. E a questo coro hanno voluto unirsi anche i latini che, per almeno tre secoli, hanno contribuito a questa multiforme bellezza. Il XII Convegno ecumenico internazionale di Bose di cui presentiamo gli atti ha voluto, a circa mille anni dalla morte di Atanasio, rimeditare la ricca tradizione athonita, per riascoltarne il messaggio sempre attuale.
ascoltare l’altro,
rendere grazie per il dono che l’altro è,
affidare a Dio l’incontro con l’altro:
ecco l’arte del dialogo
con la creazione, gli uomini, le chiese
Sono qui raccolti gli interventi del patriarca Ignazio IV di Antiochia che ruotano intorno al tema del dialogo: dal rapporto trasfigurante con il creato, al dialogo con ogni uomo e con i credenti di ogni religione, alla faticosa ricerca dell’unità tra i cristiani, imperativo evangelico per i discepoli del Signore e, al contempo, debito contratto con l’umanità intera a nome del Risorto. Da queste pagine emerge la testimonianza di una chiesa che ha molto sofferto e pianto, ma che, seguendo un’autentica dinamica pasquale, resta convinta che queste lacrime non sono vane bensì, rese forti dal paradosso cristiano della morte-resurrezione, servono ad asciugare le lacrime di tutti coloro che piangono.
(dalla “Prefazione” di Enzo Bianchi)
Ignazio IV Hazim (1920) è dal 1979 patriarca greco-ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente, con sede a Damasco. Fin dagli anni dei suoi studi teologici a Parigi è uno dei protagonisti del rinnovamento dell’ortodossia di lingua e cultura araba e del dialogo ecumenico. Fautore di pace, attento all’uomo e al creato, non si stanca di incoraggiare la fedeltà dei cristiani al Vangelo e l’apertura verso i credenti dell’islam.
“Ti supplichiamo di renderci realmente vivi!”
Serapione di Thmuis
Tutti noi conosciamo il desiderio profondo di essere realmente vivi, il bisogno di essere qualcosa di più che “semplici sopravvissuti” o “semplici osservatori” nel nostro mondo. Se siamo in cerca di guide affidabili, spesso le scopriremo in luoghi inattesi e in figure non convenzionali. Un luogo dove uomini e donne ricercarono intensamente il senso profondo e la piena misura dell’esistenza umana fu senz’altro il deserto egiziano del primo monachesimo. Questo libro vuole essere una prima introduzione ai padri del deserto. Sotto la guida di padre Chryssavgis, il lettore è condotto a riscoprire e a gustare la pienezza della propria umanità: quell’umanità che i monaci egiziani cercarono con assiduità e che ancor oggi, in mezzo al deserto della nostra quotidianità, anche noi possiamo cercare e trovare.
John Chryssavgis (Australia 1958) si è laureato in teologia ad Atene e ha conseguito il dottorato in patristica all’Università di Oxford. Dopo essere stato segretario personale del primate greco-ortodosso di Australia e aver fondato il St. Andrew Theological College a Sydney, si è trasferito nel 1995 a Boston, dove insegna teologia presso l’istituto Holy Cross. È autore di diversi studi molto apprezzati sui padri e sulla tradizione ascetica della chiesa antica.
Il concilio della chiesa ortodossa russa, celebrato a Mosca tra il 1917 e il 1918 con la partecipazione di tutte le componenti ecclesiali, fu “uno degli eventi più importanti della chiesa russa nel xx secolo”, come si è espresso il patriarca di Mosca Aleksij II nel messaggio all’XI Convegno ecumenico internazionale di Bose, di cui il presente volume raccoglie gli atti. Vero e proprio “spartiacque epocale” tra il crollo dello zarismo e l’epoca delle persecuzioni, il concilio di Mosca rappresenta un momento di sintesi della tradizione, una fonte d’ispirazione per le chiese nella ricerca di vie nuove di dialogo e di risposte comuni alle sfide del mondo contemporaneo. I migliori specialisti ci offrono qui la presentazione, basata su documenti d’archivio, del ricco e incompiuto dibattito conciliare, la storia della ricezione del concilio e una riflessione teologica a più voci sulla conciliarità quale può essere vissuta oggi nelle chiese.
“Non dite che è impossibile ricevere lo Spirito divino.
Non dite che degli uomini
non possono vedere una luce divina.
Mai questo può essere impossibile”
Vivere il deserto dell’esperienza monastica al cuore della città può sembrare paradossale a chi associa al termine monachesimo le aspre immagini del deserto egiziano, siriano e mesopotamico, o gli anfratti della penisola athonita. Ma una tale esperienza di deserto al cuore della città – della grande città di Costantinopoli – è quanto hanno vissuto generazioni di padri del monachesimo orientale, da Teodoro Studita, a Paolo Everghetinos a Simeone il Nuovo Teologo. È a questa esperienza così singolare e in particolare alla figura di Simeone il Nuovo Teologo che è stato dedicato il Convegno ecumenico internazionale di cui questo volume contiene gli atti. Dai contributi che cercano di illustrare il contesto, il pensiero e l’irradiamento di un autore così originale come il Nuovo Teologo – solo recentissimamente riscoperto – emerge un’esperienza spirituale di un’intensità tale da persuadere chiunque che, nei remoti deserti come là dove si affolla la vita degli uomini, è possibile vivere il Vangelo all’unica condizione di mettere in gioco il proprio cuore.
Oggi non si può vivere pienamente
il dono della santità
se non in modo ecumenico.
È il medesimo Spirito
che fa maturare i distinti carismi
e fa sprigionare l'unità profonda
La santità, nella sua accezione più comune, indica separazione, alterità, distanza. Tale è il significato che la Scrittura attribuisce al termine parlando del Dio “tre volte santo”. Ma si tratta di una differenza – è ancora la Scrittura a rivelarlo – che non esclude, ma che anzi si fa nuova via di comunione. Dio è santo, ma la sua santità diventa luogo di incontro con l’uomo; vi sono uomini santi, ma quella loro differenza – riflesso dell’unica santità di Dio – si manifesta in una smisurata compassione per tutta la creazione. La santità cristiana è infatti manifestazione dello Spirito santo e partecipazione dell’uomo alle sue energie; e lo Spirito santo è Spirito di comunione e non di divisione. I contributi qui riuniti – redatti da teologi d’oriente e d’occidente per il V Simposio intercristiano – rendono conto di questa realtà: la santità non ha confini e non erige steccati; non separa il divino dall’umano, né gli uomini o le chiese tra di loro. Anzi, quando è autentica, la santità appare come potenza di comunione, potenza dell’unico Spirito che è santo.
In questo volume sono pubblicati, a cura di Paolino Zilio e Luisa Borgese, gli atti del V Simposio intercristiano, tenutosi ad Assisi, dal 5 all’8 settembre 1997. Il Simposio intercristiano fra alcuni docenti della Facoltà teologica dell'Università “Aristotele” di Tessalonica e dell’Istituto Francescano di spiritualità dell'ateneo Antonianum di Roma è nato come forum di interscambio sulla vita spirituale delle due tradizioni cristiane: occidentale latino-cattolica, orientale greco-ortodossa.
˛ˇ U n o p e r a i n d i s p e n s a b i l e
p e r u n a r i f l e s s i o n e e c u m e n i c a s u l m i s t e r o d e l l a c h i e s a ,
u n o p e r a i n d i s p e n s a b i l e
p e r c o n o s c e r e l a c h i e s a o r t o d o s s a r u s s a
I n c o n c o m i t a n z a c o n l a R i v o l u z i o n e d o t t o b r e , l a C h i e s a o r t o d o s s a r u s s a v i s s e n e l c o n c i l i o l o c a l e d e l 1 9 1 7 - 1 9 1 8 u n o s t r a o r d i n a r i o m o m e n t o d i c o n f r o n t o e d i r i p e n s a m e n t o d e l l a p r o p r i a m i s s i o n e n e l m o n d o m o d e r n o . A l l i n s e g n a d e l l i d e a g u i d a d e l l a s o b o r n o s t ( c o n c i l i a r i t ‡ ) , c e n t i n a i a d i v e s c o v i , c h i e r i c i e l a i c i d i e d e r o v i t a a u n a p p a s s i o n a t o d i b a t t i t o c h e p r e p a r Ú l a R u s s i a a l l a s t a g i o n e d e l m a r t i r i o . Q u e s t e p a g i n e r i c o s t r u i s c o n o p e r l a p r i m a v o l t a l a s t o r i a d i q u e l l a s s i s e c o n c i l i a r e , d e s t i n a t a a r i m a n e r e , a l p a r i d e l c o n c i l i o V a t i c a n o I I , u n a p i e t r a m i l i a r e n e l c a m m i n o d i r i c e r c a d i u n a s e m p r e m a g g i o r e a d e s i o n e a l l e v a n g e l o d a p a r t e d i t u t t i i c r i s t i a n i .
H y a c i n t h e D e s t i v e l l e , g i o v a n e s t u d i o s o e r i c e r c a t o r e d o m e n i c a n o , Ë l a u r e a t o i n t e o l o g i a e c u m e n i c a a l l I n s t i t u t C a t h o l i q u e d i P a r i g i e i n t e o l o g i a o r t o d o s s a a l l I n s t i t u t S a i n t S e r g e , s e m p r e a P a r i g i .
L’appassionante avventura spirituale
dei monaci di Optina,
tra silenzioso ascolto dello Spirito
e laborioso dialogo con la società contemporanea
La ricerca assidua dell’intimità con Dio nella solitudine conduce a volte alla fioritura di una comunità di fratelli in dialogo con le attese e le domande degli uomini. Un simile incontro tra storia e spiritualità ha caratterizzato nel xix secolo l’esperienza del monastero della Presentazione della Vergine al Tempio di Optina, nella provincia russa di Kaluga. Quasi tutti i grandi protagonisti della cultura russa moderna, da Kireevskij a Gogol’, da Tolstoj a Dostoevskij, da Solov’ev a Florenskij, hanno sostato presso le mura di questo monastero. I saggi del volume, presentati al Convegno ecumenico internazionale dedicato a Optina, ripercorrono la genesi di questa appassionante avventura umana e spirituale, fino al tragico epilogo in epoca sovietica e alla rinascita degli ultimi anni. Gli starcy di Optina seppero raggiungere un equilibrio tra desiderio di Dio e amore della terra, particolarmente eloquente per l’inquieta ricerca di senso dell’uomo contemporaneo. Un equilibrio che richiede un’attenzione e una vigilanza continue, ma soprattutto fede e speranza: in Dio, ma anche negli uomini.
L’itinerario di un monaco
alla scoperta dell’infinita misericordia di Dio
Isacco il Siro (vii secolo), nato in un villaggio dell’attuale Qatar, morì nel monastero di Rabban Shabur (nel Kurdistan settentrionale) dove aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita anacoretica, interrotta solo per alcuni mesi trascorsi come vescovo della diocesi di Ninive (da qui l’altro nome con il quale è conosciuto: Isacco di Ninive, città che sorgeva nei pressi dell’attuale Mossul in Iraq). Queste pagine ripercorrono con sapiente maestria il contesto della sua vita e della sua opera, quel mondo spirituale nel quale si è formato e al quale ha apportato il contributo di una mente e un cuore “secondo Dio”, capaci di cantare la misericordia di Dio e il suo amore che abbraccia tutte le creature fino a trionfare sulla morte e sul peccato. Di Isacco di Ninive le nostre Edizioni hanno già pubblicato i Discorsi spirituali, a cura di Paolo Bettiolo, i Discorsi ascetici, a cura di Sabino Chialà, e l’antologia Un’umile speranza.
Ilarion Alfeev, vescovo di Vienna e Austria per i russi ortodossi, esperto di patristica, è dottore in filosofia all’Università di Oxford e in teologia all’Institut Saint-Serge di Parigi. Membro della Commissione teologica sinodale del Patriarcato ortodosso russo, è vescovo ausiliare di Mosca incaricato dei rapporti con gli organismi europei a Bruxelles.
Il santo è l’evangelo fatto carne in un uomo, in una donna, è memoria vivente ed efficace dell’evangelo nella storia. Ma la via della santità è anche la via verso l’unità: la comunione di chiese sorelle. “I santi”, diceva il metropolita Evlogij, “sono cittadini della chiesa una e universale”. Gli studi qui raccolti, presentati all’VIII Convegno ecumenico di spiritualità ortodossa, restituiscono le forme di quella teologia della bellezza realizzata nelle vite dei santi russi, nello splendore delle icone, nella contemplazione silenziosa del “deserto” del nord: umanità cristianizzata, canto di salvezza e profumo di misericordia per tutte le creature. I santi della chiesa russa, dai principi Boris e Gleb uccisi all’alba della Rus’ cristiana fino ai martiri del xx secolo, sono un’immagine viva della pazienza di Cristo e della carità di Dio!
(Enzo Bianchi, priore di Bose)
˛ˇ E c c o u n o c h e s a p e n t i r s i ! : c o s Ï e s c l a m Ú l o s t a r e c A m v r o s i j s u b i t o d o p o a v e r d i a l o g a t o c o n D o s t o e v s k i j , c h e a l u i s i i s p i r e r ‡ p e r t r a t t e g g i a r e l a f i g u r a d e l l o s t a r e c Z o s i m a n e i F r a t e l l i K a r a m a z o v . E q u e s t a c a p a c i t ‡ d i l e g g e r e n e l l a n i m a c o m e i n u n l i b r o n a s c e v a d a l l a g r a n d e c a r i t ‡ d i A m v r o s i j : q u a n t i a c c o r r e v a n o a l m o n a s t e r o d i O p t i n a d a l g r a n d e S o l o v e v a l l u m i l e c o n t a d i n a r u s s a t r o v a v a n o u n c u o r e c a p a c e d i a m a r l i f i n o a i d e n t i f i c a r s i c o n l o r o , f i n o a d a m a r e t u t t o c i Ú c h e c o s t i t u i v a l a l o r o v i t a . C o n r i g o r e s t o r i c o e i n e d i t a d o c u m e n t a z i o n e d a l l a c o r r i s p o n d e n z a t r a l o s t a r e c e a l c u n i t e s t i m o n i d e l s u o o p e r a r e , v i e n e r i c o s t r u i t a u n a d e l l e f i g u r e p i ˘ a f f a s c i n a n t i d e l m o n d o s p i r i t u a l e r u s s o d i o g n i t e m p o .
J o h n B . D u n l o p , r i n o m a t o s t u d i o s o d e l l H o o v e r I n s t i t u t i o n d i S t a n f o r d i n C a l i f o r n i a , Ë u n o d e i m a s s i m i e s p e r t i d e l l a v i t a p o l i t i c a , c u l t u r a l e e r e l i g i o s a d e l l a R u s s i a d e l x x s e c o l o : c u r a t o r e d i s a g g i s u S o l ~ e n i c y n e p r o f o n d o c o n o s c i t o r e d e l f e n o m e n o d e l n a z i o n a l i s m o n e i p a e s i d e l l e x U r s s , Ë s e m p r e s t a t o p a r t i c o l a r m e n t e a t t e n t o a l l e g r a n d i f i g u r e d e l l a s p i r i t u a l i t ‡ o r t o d o s s a e a l l a l o r o i n f l u e n z a n e l l a s o c i e t ‡ c i v i l e .
Mentre l’area del Vicino oriente attraversava uno dei passaggi epocali che più hanno inciso sulla sua fisionomia politica e religiosa – il sorgere e l’espandersi dell’Islam –, sul monte Sinai, che da secoli ospitava una delle colonie monastiche più antiche, conduceva la sua lotta spirituale Giovanni il Sinaita, noto anche come “Climaco”. Prima solitario e poi igumeno del famoso monastero, Giovanni raccolse il frutto della sua ricerca spirituale in quello che è certamente il classico per eccellenza dell’ascesi cristiana: la Scala del paradiso, vero e proprio manuale della vita spirituale che i monaci, e non solo, d’oriente e d’occidente hanno letto, copiato, tradotto, commentato. I contributi del Convegno ecumenico internazionale di Bose, dopo aver delineato l’ambiente sinaitico attraverso i secoli e ritracciato la biografia del Climaco e i temi cruciali del suo pensiero, rendono conto dello straordinario irradiamento della sua opera in ogni parte del mondo cristiano.
Al cuore dell’ortodossia russa incontriamo l’esperienza della vita monastica. Il monaco russo è segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo, umile intercessore per i fratelli, peccatore con i peccatori, ma anche testimone del perdono e della misericordia di Dio fino agli inferi. Il volume, che raccoglie le relazioni presentate al IX Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, traccia un appassionante itinerario storico e spirituale, attraverso tre dimensioni essenziali del monachesimo russo: la vita interiore e la preghiera, la comunione fraterna, l’attesa del Signore, esperienza radicale di una distanza amorosa dal mondo che è condizione per dire una parola profetica all’uomo contemporaneo. Sono le “Vie del monachesimo russo”, memoria di un cammino millenario, ma soprattutto compagnia nell’oggi alla sofferenza e alla sete di senso del nostro tempo.
All’inizio del secolo scorso la pubblicazione di un libro dell’eremita Ilarion – Sulle montagne del Caucaso – scatenò dibattiti infuocati tra i monaci russi del Monte Athos e un’ampia discussione nella stessa società russa prerivoluzionaria. Condannate dalle autorità della Chiesa russa e all’origine dell’espulsione di centinaia di monaci russi dall’Athos, le tesi attorno al Nome di Dio contenute in quell’opera appartengono invece – come dimostrano con profondità teologica, acume critico e afflato spirituale queste pagine – al patrimonio aureo della letteratura spirituale ortodossa, assieme ai più noti Racconti di un pellegrino russo.
Ilarion Alfeev, vescovo di Vienna e Austria per i russi ortodossi, esperto di patristica, è dottore in filosofia all’Università di Oxford e in teologia all’Institut Saint-Serge di Parigi. Membro della Commissione teologica sinodale del Patriarcato ortodosso russo, è vescovo ausiliare di Mosca incaricato dei rapporti con gli organismi europei a Bruxelles.
L'autentico profilo storico e spirituale di Nicodemo l'Aghiorita (1749-1809) ci aiuta a capire per quale ragione la Filocalia, da lui compilata assieme a Macario di Corinto, sia un testo fondamentale per la vita spirituale di tutti i cristiani.
Alla fine del xvi secolo Iov, monaco ucraino, lascia il Monte Athos per ritirarsi a Manjava, luogo appartato dei Carpazi orientali, dove inizia a vivere la preghiera continua e la solitudine con Dio. Ben presto raggiunto da numerosi discepoli, Iov si ritrova a guidare una straordinaria esperienza di vita comune nel solco della tradizione esicasta. I testi curati da Sophia Senyk rivelano un aspetto originalissimo e finora poco conosciuto del monachesimo ucraino: in una cristianità lacerata dal conflitto tra occidente cattolico e oriente ortodosso, i monaci di Manjava vivono la sottomissione reciproca nell’ obbedienza all’evangelo, promuovendo una riforma della vita monastica e cristiana che parte dal cuore. Custodi dell’eredità di Nil Sorskij, il grande esicasta russo del xv secolo, essi preparano il rinnovamento filocalico di Paisij VelicÛpokovskij attualizzando la grande lezione di Basilio: il fine della vita di preghiera è l’amore per i fratelli, l’agape.
Lucide considerazioni di autorevoli intellettuali russi per un cammino verso l'unità delle chiese
Riscoprire il ruolo dell'uomo nell'economia creazionale e leggere il creato come occasione di eucaristia, di offerta e rendimento di grazie: ricomposta l'armonia con tutti gli esseri animati e inanimati, l'uomo torna ad essere la speranza offerta alla creazione che, assieme a lui, "geme e soffre in attesa della redenzione".
In un mondo segnato dalla violenza tra le persone, nei rapporti tra i popoli e le etnie, nei confronti dello stesso ambiente naturale, non serve a nulla fingere di ignorare il problema o attribuirlo genericamente a un'innata aggressività umana. Bisogna invece avere il coraggio di guardare in faccia l'origine di questo demone che alimenta una vera e propria cultura del male e contrastarlo con l'umiltà e la mitezza di cuore. L'autore del libro non si limita a esporre una dottrina, ma la espone con la conoscenza del cuore dell'uomo così da dare la possibilità a ciascun di trarre consigli per la propria vita spirituale.
Accostandosi a queste meditazioni - tenute in occasione delle diverse festività liturgiche - il lettore non si troverà di fronte a parole, bensì a un'esperienza di fede, a una vita nello Spirito che ripercorre l'itinerario di ogni discepolo, dalla chiamata del Signore alla necessaria risposta di chi ascolta. I temi affrontati da Matta el Meskin abbracciano così l'intera esistenza cristiana e la illuminano con la luce che emana dal Risorto.
L’autore presenta con la consueta sapienza e profondità la dottrina spirituale di Evagrio Pontico sull’acedia, quel male oscuro che rode e svuota di significato ogni gesto del cristiano. Un “demone” che assale non solo il monaco del deserto, ma ogni uomo che si interroga sul “senso del senso” della vita. Mentre stava stendendo queste pagine, alcuni giovani – ignorando completamente il significato del termine acedia – chiesero all’autore su cosa stesse lavorando. Lette loro alcune parole di Evagrio – monaco e padre spirituale vissuto nel deserto egiziano nel iv secolo – i giovani esclamarono stupiti: “Ma questo è il male del nostro tempo! Cosa si può fare per contrastarlo?”. Questo libro tenta una risposta che parli al cuore di ogni credente per ridargli speranza e fiducia in ciò che attende l’umanità tutta.
Gabriel Bunge, eremita di grande discernimento spirituale, profondo conoscitore di Evagrio e dei padri del deserto, ma soprattutto uomo di intensa preghiera, vive in un eremo nel Canton Ticino. Presso le nostre edizioni ha pubblicato anche Vino dei draghi e pane degli angeli, La paternità spirituale e Vasi di argilla.
Dopo Comunione nell’amore, itinerario di vita cristiana al ritmo dell’anno liturgico, e Consigli per la preghiera, “lettera aperta” a chiunque voglia accostarsi all’arte del dialogo con Dio, ecco l’opera che possiamo considerare il frutto maturo dell’intera vita di Matta el Meskin, padre spirituale del monastero di San Macario in Egitto: vita di intimità con il Signore e di conoscenza del cuore dell’uomo, nutrita alla fonte della parola di Dio e della testimonianza dei padri della chiesa. Queste pagine, stese nel corso di cinquant’ anni di solitudine e comunione nel deserto, conducono per mano il lettore fino alla soglia dell’ineffabile incontro faccia a faccia con il Signore, per animarne il cammino alla luce della fede. Frutto di lunghe ore di preghiera, proprio per questo divengono a loro volta seme fecondo per la vita interiore di ogni uomo: a pregare, infatti, si impara pregando.
“La vita di Antonio divenne un vangelo vivente e splendente, perché egli non deviò mai dalla meta prefissata: obbedire alla volontà del Signore”. Così Matta el Meskin presenta quell’asceta “secondo il vangelo” che fu il padre dei monaci, non solo nell’ Egitto del iv secolo, ma in tutta la tradizione d’ oriente e d’occidente. E di questa radicalità evangelica sono permeati gli scritti che di Antonio possediamo. Vengono qui pubblicate per la prima volta in italiano le venti lettere di Antonio trasmesseci dalla tradizione araba: da esse emerge la figura di un uomo animato dallo Spirito, docile alla parola del Figlio, sottomesso al Padre, un uomo capace di attirare a sé discepoli e di generarli a Cristo. In queste lettere si avverte la presenza dello Spirito di fuoco che, quando pone la sua dimora nel credente, gli infonde “notte e giorno una gioia celeste tale che, pur essendo ancora nel corpo, questi sarà come chi è nel Regno”.
La vita spirituale coincide con il vivere come chiesa perché consiste nel vivere nell'unità dello Spirito dell'unico Signore
L' Autobiografia di Paisij Velikovskij (1722-1794) ripercorre le vicende dei primi vent'anni di vita di un santo senza frontiere. Ucraino di nascita, monaco al Monte Athos, riformatore del monachesimo in Moldavia, Paisij lascia trasparire dagli eventi quotidiani tutto quell'humus religioso su cui è potuto germinare e svilupparsi il suo profondo ideale monastico. Come eredità più prestigiosa lascia la versione slavonica della Filocalia, vero capolavoro cui intere generazioni di credenti d'oriente e d'occidente - sulla scia del famoso "pellegrino russo" - saranno tanto affezionate.
A Paisij Velikovskij (1722-1794) risale quel movimento di rinnovamento del monachesimo e della vita cristiana nell'Europa orientale nella seconda metà del XVIII secolo che avrebbe profondamente segnato la cultura e la spiritualità russa del secolo successivo, da Gogol' a Dostoevskij, da Kireevskij a Leont'ev, a Lev Tolstoj e all'anonimo autore dei Racconti di un pellegrino russo. Con Paisij rifiorisce in oriente la preghiera di Gesù e l'antica tradizione della paternità spirituale; al suo nome è legata la versione slava della Filocalia.
Un monaco e due dei massimi teologi ortodossi di questo secolo ci guidano alla comprensione di uno dei carismi più preziosi nella vita cristiana: la paternità spirituale. Attraverso le figure degli starcy del monastero di Optino, capaci di guidare verso Dio semplici contadini come raffinatissimi intellettuali, emerge il ruolo insostituibile dell'autentico amico di Dio e degli uomini: un cristiano docile allo Spirito e perciò capace di aprire la via verso il Signore, di destare domande sul Veniente, di scomparire per lasciare che Cristo regni.
Una guida alla scoperta dell'eucaristia come rappresentazione iconica del regno, come memoria dell'intera economia di salvezza, dalla creazione fino alla seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi. Attraverso una rilettura sapiente della liturgia e delle sue interpretazioni patristiche, siamo condotti a scoprire, con grato stupore, perché nell'oriente cristiano la liturgia eucaristica è percepita come il luogo eminente in cui la fede si alimenta, vive, viene professata, approfondita e tramandata.
I padri della chiesa, profondamente radicati nella Scrittura, ci hanno lasciato in eredità un ricco tesoro non solo di testi ma anche di modi, forme, gesti di preghiera . Oggi, soprattutto il cristianesimo occidentale, ha bisogno di riscoprire l'intima unione che deve esistere - nella preghiera come in ogni aspetto della vita cristiana - tra teoria e prassi, tra contemplazione e esercizio pratico. A pregare si impara pregando, e tutto il nostro essere è chiamato a partecipare a quest'opera: la mente, il cuore, ma anche il corpo, lo sguardo, i sensi. L'autore - eremita di grande discernimento spirituale, profondo conoscitore di Evagrio e dei padri del deserto, ma soprattutto uomo di intensa preghiera - ripercorre con sapiente coerenza questa compenetrazione tra ciò che si crede e ciò che si esprime nella pratica della preghiera: una riscoperta affascinante del tesoro prezioso contenuto nei vasi di argilla dei nostri corpi.
Una nuova prospettiva sull'epoca cruciale della Rus' tra il XV e il XVI secolo, tempo di crisi e d'inquietudine in cui visse Nil, il solitario della Sora. La sua fuga dal monachesimo ricco di beni del suo tempo, inaugura nella storia della spiritualità russa, la vita monastica dello skit, vita di silenzi con un ristretto numero di fratelli. Il lettore potrà così misurare l'impatto storico dell'insegnamento del grande starec, presso i contemporanei e presso uomini apparentemente separati da un'incolmabile distanza geografica, cronologica, confessionale.