Giuseppe Carini racconta in modo vivace, ma sfidante, la sua amicizia con padre Puglisi. Aveva 21 anni e studiava medicina quando lo conobbe a Brancaccio, quartiere di Palermo con consolidate realtà mafiose, dove era nato e cresciuto. Fin da piccolo - anche grazie a un parente che il giovanissimo Giuseppe idealizzava - era attratto da Cosa Nostra. Come molti o tutti nel quartiere era cresciuto con il mito dell'uomo d'onore. Poi accadde l'incontro con 3P - come i ragazzi chiamavano padre Pino Puglisi - e la sua vita cambiò. Divenne un suo stretto collaboratore sino al giorno dell'omicidio, e restò fedele ai suoi insegnamenti al punto da divenire nel 1995 testimone di giustizia. Da quel momento è nello speciale programma di protezione previsto in questi casi.
Il volume tratteggia la vita e l'azione di personaggi - suore, preti e laici - che hanno dato un contributo essenziale alla Resistenza cattolica a Milano e nelle zone limitrofe tra il 1943 e il 1945. Spiccano figure paradigmatiche come il cardinal Schuster e Giuseppe Lazzati, nonché quelle di alcune suore, come Enrichetta Alfieri, attiva nel carcere di San Vittore, e Rosa Chiarini Solari, che mise a disposizione un'ala del convento per le riunioni del Comitato di Liberazione Nazionale. Ampio spazio è dedicato ai «ribelli per amore», preti che hanno rischiato la vita pur di dare una testimonianza di carità, per esempio nascondendo degli ebrei, e ad alcuni imprenditori laici.
A Napoli, tra il 1522 e il 1540, prese forma la Cittadella degli Incurabili, uno dei massimi centri propulsori della riforma religiosa del Cinquecento. A fondarla fu Maria Lorenza Longo, una vedova spagnola che non solo aprì un ospedale per gli indigenti impossibilitati a curarsi dalla «malattia del secolo», la sifilide, ma diede vita anche a una spezieria per sperimentare nuove cure e realizzare farmaci; appoggiò opere di assistenza per i malati mentali, per le famiglie dei condannati a morte, per le prostitute, per le donne incinte. Fondò, infine, l'ordine delle monache Cappuccine. Si ritirò quindi nel monastero da lei voluto, Santa Maria in Gerusalemme, dove ancora oggi le monache ne conservano le spoglie e la memoria. Presentazione di Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli.
Questo libro presenta la figura del giudice siciliano Rosario Livatino (1952-1990), oggi Servo di Dio. Lavora al Tribunale di Agrigento prima come sostituto procuratore per oltre dieci anni, poi come giudice a latere. Con capitoli brevi e forma narrativo-discorsiva, vengono delineate l'infanzia del giudice, la sua formazione umana e di studi, la sua vita professionale, infine la sua morte, appena trentasettenne, per mano di sicari della mafia. A dare maggiore spessore contribuiscono i passi tratti dalle agende che il giudice aggiornava ogni giorno dal 1978 e la ricostruzione dell'agguato, tramite le sentenze dei processuali. L'opera, inoltre, approfondisce la fede cristiana di Livatino. Nella seconda parte sono riportate le uniche due relazioni che il giudice tenne in pubblico. La prima è il suo testamento spirituale sul ruolo del giudice. La seconda è il manifesto del suo impegno di magistrato credente.
Un viaggio attraverso la vita di Albino Luciani, divenuto Giovanni Paolo I: l'infanzia a Canale d'Agordo (BL), con i ricordi di prima mano della nipote Pia Luciani; ma anche con le testimonianze rimaste dei fratelli Edoardo ed Antonia. Infanzia umile e semplice come fu sempre, formazione sacerdotale robusta e profonda. Fu uomo di profonda cultura, attraverso la quale trasmetteva la Verità. Umile e amabile, Papa Luciani era comunque dotato di fermezza e di coraggio, come ricordano i testimoni. Morì in circostanze ancor oggi non accertate, lasciando un grande vuoto, nonostante i soli trentatré giorni del suo indimenticabile pontificato.
Il libro affronta, in modo rigoroso, gli eventi legati all'apparizione della Madonna a La Salette (Grenoble, Francia) il 19 settembre 1846: la Bella Signora appare a due pastorelli (Melania e Massimino) piangente a causa della dissacrazione della domenica, delle bestemmie e del non rispetto della Quaresima. Oltre a questi tre messaggi, che i fanciulli dovevano "far passare a tutti", Maria ha affidato un segreto a Massimino e uno a Melania, circa la difficile situazione della fede nel futuro, in assenza della conversione dei cuori. Il libro fa emergere anche la reazione della Chiesa agli eventi. In Francia l'apparizione fu contestata da una parte del clero, nonostante miracoli e conversioni, perché alcuni passi del messaggio della Vergine riguardavano le infedeltà di sacerdoti e religiosi e la politica del governo. Si presenta infine l'impegno del filosofo J. Maritain nel raccogliere documentazione su La Salette da consegnare in Vaticano.
A volte si dimentica che la santità è un itinerario esistenziale complesso, disseminato di ardenti desideri ma anche di fatica e perfino di fallimenti. Charles de Foucauld (1858-1916) aspirava a essere «fratello universale», desiderio che lo ha portato a condividere la vita con gli ultimi, nel deserto del Sahara. Tuttavia, nel suo processo di maturazione spirituale, si è confrontato con ombre e limiti che non si sono completamente dissolti, e che hanno contribuito a fare di lui un vero fratello: un «fratello incompiuto». Questo libro, basato sugli scritti di Charles, ne offre sia un profilo biografico, costruito su dati storici, sia un profilo spirituale, che mette in stretta relazione il «marabù cristiano» con gli interrogativi del credente di oggi.
Vittorina Gementi (1931-1989) è stata una delle figure più significative della vita sociale, politica, educativa ed ecclesiale mantovana del secolo scorso. È conosciuta soprattutto come fondatrice e animatrice della Casa del Sole, un'opera che dal 1966 si dedica all'educazione dei bambini e dei ragazzi con disabilità cerebrale. Queste pagine raccontano la sua vita e il suo impegno, al cui centro si possono individuare due atteggiamenti fondamentali: contemplazione e azione. Il lavoro socio-educativo svolto da Vittorina nelle varie fasi della sua esistenza - come delegata diocesana dell'Azione Cattolica, come maestra, come assessore all'infanzia e come ortopedagogista - nasce dalla consapevolezza di questo binomio inscindibile. Nel 2011 è stata aperta la causa per sua canonizzazione.
Com'è cambiato il maternage al tempo della fuga dei cervelli e della pandemia? L'Autrice, partendo dalla sua esperienza, fa entrare nel vivo del problema: «Siamo diventate, nostro malgrado, "Madri con la valigia", che spediscono pacchi di cibo e volano, potendo, in ogni angolo del mondo. Chattiamo, festeggiamo compleanni su Skype e ci auguriamo la buona notte su Whatsapp, rinunciando alla fisicità di un abbraccio, di una carezza o di un bacio...». Attraverso le testimonianze di altre madri che vivono queste maternità «schizofreniche», il testo è una sorta di manuale di sopravvivenza per tutte le Madri con la valigia.
Quando fu liberata, con l'arrivo degli Alleati, Liliana Segre aveva 14 anni e pesava 32 kg. Come abbia potuto sopravvivere nell'inferno di Auschwitz in quelle condizioni, non sa spiegarselo ancora oggi. Non è mai più ritornata ad Auschwitz. Dopo tanti anni di voluto silenzio, Liliana ha deciso di testimoniare per una serie di ragioni private e universali insieme: il debito verso i suoi cari scomparsi ad Auschwitz; la fede nel valore della memoria, e nella necessità di tenerla viva per tutti coloro che verranno dopo. L'esperienza inumana del periodo di deportazione, non ha condizionato la sua volontà di essere una donna di pace e di perdono. E racconta soprattutto per i giovani e per gli adulti che si occupano di giovani. Per tutti è importante conoscere ciò che successe allora e ricordare... perché simili aberrazioni della storia non si ripetano più.
In questa autobiografia raccolta dalla voce del protagonista, emerge la figura di un grande medico cattolico, di viva fede e lucide intuizioni, che ha sostenuto il modello di un sistema sanitario fondato sulla qualità degli operatori e sul rispetto della dignità e del benessere dei malati. La storia della Divisione “Campari” dell’Ospedale di Sesto San Giovanni (MI) e la nascita dell’AVO sono la testimonianza della capacità di Longhini di trasformare in fatti le intuizioni su cui, in quegli anni, pochi avrebbero scommesso.
Nel centenario della morte di don Carlo San Martino (1844-1919), prete ambrosiano che ha dedicato la sua vita alla difesa dei bambini e all'educazione dei giovani, pubblichiamo il volume che ripercorre la sua storia e quella dell'opera da lui fondata. Infatti nel 1885, grazie al sostegno di amici e benefattori, anche della borghesia milanese, don Carlo fonda il Pio Istituto pei Figli della Provvidenza per accogliere i minori soli, abbandonati o maltrattati. I giornali dell'epoca parleranno di lui e del suo instancabile lavoro di prevenzione e difesa dei piccoli. Riceve la visita della Regina Margherita di Savoia e incarichi dal governo. Apre tre case a Milano, Rigola e Montano Lucino. Si circonda di collaboratori per educare e istruire i «suoi» ragazzi. Crea l'ordine religioso Ancelle della Provvidenza. Attraversa gli anni difficili della guerra (1915-1918), ma continuerà la sua opera instancabile. Altri continueranno dopo di lui. Il Pio Istituto vive ancora: le case sono diventate scuole dove oggi si educa e si insegna secondo i valori formativi da lui vissuti e indicati.
Quando fu liberata, con l’arrivo degli Alleati, Liliana Segre aveva 14 anni e pesava 32 kg. Come abbia potuto sopravvivere nell’inferno di Auschwitz in quelle condizioni, non sa spiegarselo ancora oggi. Non è mai più ritornata ad Auschwitz.
Dopo tanti anni di voluto silenzio, Liliana ha deciso di testimoniare per una serie di ragioni private e universali insieme: il debito verso i suoi cari scomparsi ad Auschwitz; la fede nel valore della memoria, e nella necessità di tenerla viva per tutti coloro che verranno dopo. L’esperienza inumana del periodo di deportazione, non ha condizionato la sua volontà di essere una donna di pace e di perdono.
E racconta soprattutto per i giovani e per gli adulti che si occupano di giovani. Per tutti è importante conoscere ciò che successe allora e ricordare… perché simili aberrazioni della storia non si ripetano più.
È la biografia di suor Nunziella Scopelliti (Messina 1948), fondatrice dell'Istituto del Bell'Amore. Nel 1971, dopo aver conseguito la laurea in filosofia, Nunziella lascia Messina e giunge a Roma, dove abbraccia la vita religiosa nell'Istituto delle Suore della Santa Famiglia di Bordeaux. All'interno dell'Istituto si dedica soprattutto alla formazione delle giovani e all'insegnamento. Ottenuto il diploma in Teologia spirituale al Teresianum, tra il 1992 e il 1994 si trova in Canada, dove studia scienze delle comunicazioni sociali (Ottawa) e psicologia (Montréal). È in questo periodo che matura l'idea di lasciare l'istituto religioso di origine per seguire quella personale vocazione all'amore, percepita fin dalla giovinezza, che la condurrà a fondare l'Istituto delle Suore del Bell'Amore (1994). Oggi sr Nunziella vive a Palermo, nella Casa Madre, in qualità di superiora generale dell'Istituto da lei fondato. Katia Mammana l'ha intervistata sulle vicende della sua vita e sulla spiritualità del Bell'Amore. In Appendice Lettera del card. Salvatore Pappalardo.
Ritenuto il maggiore poeta francese del XX secolo, Paul Claudel (1868-1955) è stato anche drammaturgo e diplomatico. In questa biografia, l'autrice ne esplora la personalità a partire da una parola-chiave: desiderio. Il desiderio è stato un motore potente nella vita di Claudel: lo riempiva di stupore, da bambino, per i misteri della natura, gli faceva sognare la gloria in un mondo senza confini, gli rivelò il sacro nella poesia di Rimbaud. Lo stesso desiderio lo fece piangere, la sera di Natale del 1886, al canto del Magnificat nella cattedrale di Notre Dame, a Parigi. Un'emozione travolgente, destinata a trasformare la sua vita. In quell'occasione Claudel comprese che il suo desiderio era unicamente bisogno appassionato dell'amore di Dio.
Giorgio La Pira [Pozzallo (RG) 1904 - Firenze 1977] è stato un protagonista della vita del Novecento italiano e non soltanto; docente universitario in mezzo ai giovani, uno dei padri della Costituzione italiana, deputato e sottosegretario, sindaco di Firenze attento alle attese della povera gente, instancabile fautore di un dialogo di pace fra Est e Ovest, fra Nord e Sud del mondo negli anni ancora dominati dai muri e dai blocchi ideologici.
Questo profilo biografico intende documentare come tutte le scelte di Giorgio la Pira, nei diversi passi e ambiti della sua vita, siano state dominate dalla profondità e dalla forza della fede che lo animava e lo motivava. Sorprendente uomo di azione, politico onesto e competente, amico dei poveri, sfuggente a tutti gli schemi precostituiti, è stato contemporaneamente uomo di contemplazione, convinto che la preghiera è in ogni epoca storica la forza capace di trasformare il mondo.
Il testo ripercorre la vita di Antonietta Capelli (Milano 1896 - Macerata 1974). Medico psichiatra, sin da piccola riceve
la chiamata all’annuncio del Vangelo. Comprende, a poco a poco, che la sua missione speci ca deve compiersi a favore delle classi colte e più in uenti sulla vita sociale, lontane dalla fede. Incoraggiata da Pio XI, fonda a tale scopo nel 1927 l’Istituto femminile San Giovanni Battista. Inoltre – per l’epoca una novità – si occupa della formazione permanente del clero e dell’accompagnamento spirituale di preti in crisi e di vocazioni adulte. Forte di questa esperienza, fonda nel 1958 la Congregazione sacerdotale San Giovanni Battista Precursore.
Attingendo alla sua autobiogra a e a una biogra a entrambe inedite, il libro non vuole essere esaustivo, essendo la vita di Antonietta non facile da sintetizzare, sia per la vastità delle frequentazioni, sia per l’intensità della fede e la riservatezza dello stile di apostolato.
Il libro racconta la storia di un frate cappuccino, Gianfranco Priori, che già in tenera età scopre una dimestichezza con le carte. Diventato predicatore, le giornate conclusive delle Missioni Popolari sono un trionfo, sia pastorale sia artistico. Frate Mago arriva in televisione, è chiamato per spettacoli in tutt’Italia e all’estero. Diventato responsabile delle missioni estere cappuccine, alimenta molti progetti in Africa. Dalla sua attività nascono le maggiori realizzazioni caritative in quel continente, dai pozzi alle chiese, dalle scuole alle adozioni internazionali. Il 7 aprile 2014 incontra in Santa Marta papa Francesco che, vedendo le carte, le cordicelle colorate e il fazzolettone, spalanca gli occhi, sorride, lo benedice e gli dice: “Ma tu sei un mago… Va’!”. Poi, il terremoto è la nuova missione: ricostruire il Santuario della Madonna dell’Ambro, dove si trova dal 2010. E la sua storia continua…
Don Stefano Lamera fu uno dei primi sacerdoti nell'Istituto della Società San Paolo. Postulatore Generale della Famiglia Paolina, delegato per gli Istituti aggregati «Gesù Sacerdote» e «Santa Famiglia». E molto altro. Rimase celebre la sua rubrica di posta settimanale su Famiglia Cristiana, «Il padre risponde», che durò più di un decennio. Si firmava «Padre Atanasio», ed era il padre di tutti, credenti e non credenti. Molti altri impegni occuparono la sua vita sacerdotale. Viaggiava di continuo per raggiungere attraverso la Penisola, da Nord a Sud, quelle centinaia e centinaia di persone che popolavano i due istituti aggregati. E non soltanto quelli. Era un uomo di intensa vita interiore e di profondo spirito apostolico, che comunicava a quanti lo avvicinavano. Aveva ricevuto dalla Provvidenza doni particolari. A vent'anni dalla morte la sua memoria è sempre viva tra quanti lo hanno conosciuto.
Il premio Motta della bontà, assegnato a Marcello Candia nel 1970 per la sua azione missionaria, lo aveva definito: Uomo dal cuore d'oro. Il libro ripercorre la vita (1916-1983) del ricco industriale di Milano, che ha dato tutto ciò che aveva per i poveri dell'Amazzonia. Nel 1965, dopo aver liquidato l'attività, si trasferisce a Macapà, in Brasile, dove costruisce un ospedale poi donato ai Camilliani per garantirne la continuità dopo la sua morte. Successivamente si trasferisce a Marituba, dove si dedica alla cura dei lebbrosi. Nel 1982 istituisce la Fondazione Dottor Marcello Candia, tuttora operante. Nel 1983 rientra malato dal Brasile e muore a Milano il 31 agosto. Il libro, con uno stile agile e profondo, mette in rilievo le sue innumerevoli attività e soprattutto la sua «statura» umana e spirituale.
La storia recente di El Salvador, piccolo Stato dell'America centrale, è costellata di episodi drammatici nei quali sono stati eliminati molti testimoni delle ingiustizie e delle violenze perpetrate dal regime militare. Questo libro presenta la vicenda di alcuni di essi. Tra gli altri, oltre a monsignor Oscar Romero: p. Octavio Ortíz, attivo nella formazione spirituale dei giovani, e quattro dei suoi ragazzi; p. Rutilio Grande, particolarmente vicino ai campesinos; Marianella García Villas, presidente della Commissione per i diritti umani; sei padri gesuiti dell'Università Centroamericana (Uca) e due donne laiche che lavoravano presso di loro.
Una biografia dell'arcivescovo di Recife, per ripercorrerne tutto l'arco della vita (1909-1999). Giovanni Paolo II, nel 1980, quando incontrò Câmara nella sua diocesi, lo salutò con l'espressione: «Fratello dei poveri, fratello mio». Fu il maggior riconoscimento che ricevette mentre era in vita, dopo anni di sospetti sulla sua identità di «vescovo rosso». Il processo di beatificazione è stato avviato da papa Francesco. Bergoglio e Camara hanno molto in comune, a partire dalla predilezione per i poveri intesa come strada maestra per il cammino della Chiesa. Sensibilità e temi che il vescovo brasiliano ha anticipato di cinquant'anni. Protagonista - dietro le quinte - del Concilio Vaticano II, è stato la voce di chi non ha voce, convinto sostenitore che lo sviluppo è il nuovo nome della pace.
Suor Pura Pagani, figlia spirituale di Padre Pio da Pietrelcina, è ricordata come la "madre dalle braccia aperte", che ha donato la sua vita per gli altri secondo lo spirito evangelico.
È la storia del Sermig (Servizio Missionario Giovani) e del suo fondatore Ernesto Olivero. Una realtà nata sottovoce, sviluppatasi gradatamente, in modalità impensabili sia a E. Olivero sia ai suoi primi collaboratori, giovani che volevano «cambiare il mondo», combattendo la fame attraverso opere di giustizia, promuovendo lo sviluppo e praticando la solidarietà verso i più poveri.
L’Arsenale militare è divenuto l’Arsenale della Pace, «una casa dove ognuno può ritrovare silenzio e spiritualità, se stesso e il respiro del mondo».
Da Torino ai 5 continenti, attività di servizio dei poveri, formazione dei giovani, con l’obiettivo di vivere il Vangelo e di essere segno di speranza. Metodologia: cambiare il mondo partendo da se stessi. Ampiamente documentato.
Il Diario di Santa Maria Alphonsine occupa una posizione centrale all'interno del libro. È suddiviso in due manoscritti: il primo racconta le apparizioni della Madonna a Marie Alphonsine, che hanno poi portato alla fondazione della Congregazione del Rosario e il secondo tratta delle fondazioni e missioni del primo gruppo di suore. Entrambi sono tradotti dal curatore direttamente dalla lingua araba. Tale Diario è preceduto ed è seguito da alcuni capitoli scritti da Pier Giorgio Gianazza che hanno come scopo quello di far conoscere tutta la bellezza spirituale e carismatica di questa Santa di Gerusalemme.
Il libro ripercorre in quattro tappe la vita e la personalità eroica di Dietrich Bonhoeffer ponendo in evidenza l'assoluta incompatibilità tra il paganesimo del regime hitleriano e il Vangelo, tra il potere di dominio e il dedicarsi totalmente agli altri, tra vuota teologia e responsabilità etica. La prima tappa del libro, quella più ampia e prettamente biografica, racconta la vita di Bonhoeffer dalla nascita al martirio. Nato in Germania nel 1906, Dietrich Bonhoeffer, dopo gli studi teologici a Berlino, iniziò l'attività di pastore in una chiesa tedesca a Barcellona. Successivamente si trasferì a New York presso l'Union Theological Seminary. Ma, dopo due anni, preferì tornare in Germania per condividere le sorti del suo popolo. Professore di teologia a Berlino e pastore luterano tra la sua gente prese parte al movimento di resistenza al nazismo che più tardi lo portò in carcere e alla morte. Fu proprio nella prigione che egli maturò l'idea che "la sofferenza è il luogo della presenza di Dio nel mondo senza Dio". La seconda tappa è più storica e ripercorre l'opposizione militare al nazismo alla quale partecipò Bonhoeffer. La terza tappa si inoltra nella profonda relazione di amore che il giovane Bonhoeffer ha coltivato attraverso il dialogo epistolare con la sua fidanzata. L'ultima tappa riporta il cammino di fede di Bonhoeffer. Una fede responsabile e incarnata nella storia del suo tempo.
Il volume racconta la storia di padre Armando Lavini, più conosciuto come padre Pietro l'eremita, che in mezzo secolo di lavoro, per lo più solitario, ha ricostruito il monastero di San Leonardo al Volubrio, sui monti Sibillini, fondato nell'XI secolo e ormai ridotto a rudere. Padre Pietro ha dichiarato di avere sentito questo compito come una missione divina: ha lavorato per decenni in un posto inaccessibile a mezzi meccanici, con la sola forza delle sue braccia, trasportando pietre e cemento con un asino e una carriola, prima di riuscire a dotarsi di un artigianale motocarro. Senza acqua né corrente elettrica, oltre a ricostruire l'edificio, padre Pietro ha fatto di San Leonardo un centro di spiritualità divenuto negli anni punto di riferimento religioso internazionale. Colpito da ictus sui monti e soccorso in eliambulanza nell'autunno del 2014, il cappuccino di Potenza Picena (Macerata) si è spento il 9 agosto 2015 a ottantotto anni. Una parte consistente del testo raccoglie - in forma di colloquio - le testimonianze di persone che hanno conosciuto padre Pietro e ne hanno sostenuto il progetto.
In occasione del Giubileo straordinario della Misericordia si ripropone la figura di Teresilla, al secolo Chiara Barillà, suora calabrese delle Serve di Maria Riparatrici. La sua è stata una vita interamente donata agli altri, soprattutto agli ammalati nella realtà dell’Ospedale San Giovanni–Addolorata di Roma, dove lavorava, e ai carcerati. Aveva iniziato la sua attività di volontaria nel carcere Regina Coeli
e in quello di Rebibbia, a Roma, per poi continuare in altre carceri d’Italia, anche in realtà difficili da avvicinare, come il carcere di massima sicurezza di Pianosa. Fu fautrice dell’indulto e dell’amnistia, convinta di una soluzione politica per affrontare la questione della detenzione, in particolare dei condannati per terrorismo; per sostenere questo tema si avvalse di molte conoscenze in ambito politico e giudiziario. Si impegnò strenuamente per facilitare la riconciliazione tra i terroristi e i famigliari delle vittime. A poco più di dieci anni dalla morte, avvenuta la notte tra il 22 e il 23 ottobre 2005, investita da un’auto mentre a piedi si sta recando in pellegrinaggio al santuario del Divin Amore, la gente continua a ricordare con affetto e riconoscenza suor Teresilla, grande apostola della riconciliazione e della carità.
NUOVO CAPITOLO “DIECI ANNI DOPO”.
L’AUTRICE
Annachiara Valle, nata a Cosenza, giornalista, ha lavorato, per Segnosette (settimanale dell’Azione cattolica), per la Rivista del volontariato, nella redazione esteri di Avvenire e per la Rai di Milano. Tra le sue pubblicazioni Matti da levare. Se tornano i manicomi (La meridiana), Parole opere e omissioni. La chiesa nell’Italia degli anni di piombo (Rizzoli), con Mino Martinazzoli, la biografia Uno strano democristiano (Rizzoli), Santa malavita organizzata (San Paolo). Lavora per il mensile Jesus e collabora con Famiglia Cristiana; è direttrice del mensile Madre.
È la biografia di don Ernest Simoni, sacerdote albanese sopravvissuto alla persecuzione del regime comunista nei confronti del clero e di chiunque professasse una fede religiosa. Egli stesso ha raccontato la propria vicenda a papa Francesco quando il Pontefice è stato in visita a Tirana il 21 settembre 2014. Per il semplice fatto di essere prete, nel 1963 don Ernest viene arrestato e messo in cella di isolamento. Sottoposto a torture e condannato a morte, si vede commutare la condanna capitale in diciotto anni di lavori forzati, di cui dodici trascorsi in miniera. Durante il periodo della prigionia don Ernest continua a celebrare la messa a memoria, in latino, e a distribuire la comunione di nascosto. Uscito dal carcere, viene nuovamente condannato ai lavori forzati: questa volta è assegnato alla manutenzione delle fogne della città di Scutari. Torna libero nel 1990, quando crolla il regime comunista. Con la libertà di culto, comincia per don Ernest un periodo di intensa attività pastorale volta soprattutto alla riconciliazione. In vista della stesura di questo libro l'autore ha intervistato personalmente don Ernest, le cui parole, spesso citate testualmente, consentono di ricostruire un quadro completo delle vicissitudini che hanno coinvolto lui e la sua famiglia. Sullo sfondo, il clima degli anni bui della dittatura, ma anche le speranze legate alla rinascita.
È la biografia di padre Joseph Wresinski (1917-1988). Francese di origine polacca, nato egli stesso in condizioni di estrema povertà, ha dedicato tutta la vita ai poveri. Non si potrebbe comprendere la sua determinazione nel difendere i più miseri se non si prendesse coscienza - come invita a fare questo libro - della sofferenza e del disprezzo che egli sperimentò in prima persona. Al di là del gesto radicale di questo "figlio dell'esclusione" che, diventato sacerdote, ha scelto di condividere di nuovo la vita degli esclusi e di portare la loro voce fin dentro le più alte istituzioni internazionali, l'Autore ci introduce anche nella spiritualità "senza sconti" di Joseph Wresinski. Radicata in una lettura del Vangelo secondo la quale non si tratta più soltanto di aiutare il prossimo, ma di stare con lui, la sua visione dell'uomo ha sconvolto la società civile in molti Paesi. Oggi il Movimento ATD Quarto Mondo, da lui fondato in seguito all'esperienza vissuta nella baraccopoli di Noisy, nella banlieue parigina, è presente in tutti i continenti, grazie alla presenza di un volontariato internazionale e interconfessionale che condivide la vita dei più emarginati nelle zone di miseria. È stato padre Wresinski - di cui è in corso la causa di beatificazione - a istituire nel 1987 la Giornata mondiale del rifiuto della miseria (17 ottobre), ufficialmente riconosciuta dalle Nazioni Unite nel 1992.
Tra le numerose biografie di santa Giovanna Francesca di Chantal (1572-1641), il testo spicca particolarmente per l'unità e la progressività dell'esperienza spirituale, che caratterizza le quattro fasi della vita della santa: il suo essere moglie, madre, religiosa, fondatrice. Il testo, ripercorrendo l'intera vita di Madre Chantal, racconta anche momenti salienti della vita di Francesco di Sales e dello sviluppo dell'Ordine delle Visitandine, sia rispetto all'intuizione iniziale di un nuovo stile di vita consacrata voluto da Francesco, sia relativamente all'espansione numerico-geografica del nuovo Ordine femminile, da loro fondato nel 1610.
Il testo presenta in modo coinvolgente la figura del medico giapponese Takashi Nagai (1908-1951) convertitosi al cattolicesimo. Discendente da un'antica famiglia shintoista dedita alla medicina, esercita anch'egli la professione di medico durante le due guerre tra Cina e Giappone, curando senza distinzione i giapponesi e i nemici cinesi. Si specializza poi in radiologia e lavora all'ospedale universitario di Nagasaki, dove contrarrà la leucemia a causa dell'esposizione ai raggi X. Nel frattempo la morte della madre e la lettura di Pascal approfondiscono le sue domande sul senso della vita e lo allontanano dal suo ateismo convinto, avvicinandolo alla conoscenza della figura di Gesù. Dopo un intenso cammino interiore si converte al cattolicesimo, anche grazie alla testimonianza della comunità cristiana di Nagasaki. Sposerà poi Midori, figlia della coppia cristiana che a Nagasaki lo ha ospitato a lungo. Durante il lancio della bomba atomica si prodiga, pur ferito, nel soccorrere i moribondi. Quando scopre che l'amatissima moglie è morta nell'esplosione, decide di impegnarsi instancabilmente per la pace, anche scrivendo libri in cui ha modo di esporre con competenza i terribili effetti della bomba. Divenuto famoso già in vita per la sua santità, ma ormai gravemente malato e infermo, riceve la visita nella sua umile casa sia di molte persone comuni sia famose come l'imperatore giapponese. È nominato eroe nazionale e dopo la morte gli viene dedicato un museo. Da alcuni anni è in corso la beatificazione...
Il libro racconta la vicenda di due sacerdoti che hanno scelto di sacrificare la vita per la salvezza dei loro parrocchiani e del loro paese. Siamo a Boves, piccolo centro del cuneese, nel 1943: don Giuseppe Bernardi è da cinque anni parroco del paese, don Mario Ghibaudo, giovanissimo, è il suo vice ed è a Boves da solo due mesi. In una fase particolarmente delicata della Seconda guerra mondiale, a Boves è in atto una difficile trattativa, in cui è coinvolto don Giuseppe, per liberare due soldati tedeschi. Nonostante l'esito positivo dell'iniziativa, il 19 settembre si verifica la rappresaglia da parte dei nazisti, la prima in Italia dopo l'8 settembre. E i due sacerdoti vengono trucidati. Il volume narra questa storia in modo semplice, partendo da quel giorno. In primo piano i due "don" di Boves, attorno la vita del paese, sullo sfondo le vicende storiche. È attualmente in corso il processo di beatificazione dei due sacerdoti, testimoni di libertà.
Questo libro presenta la figura del giudice siciliano Rosario Livatino (1952-1990), oggi Servo di Dio. Lavora al Tribunale di Agrigento prima come sostituto procuratore per oltre dieci anni, poi come giudice a latere. Con capitoli brevi e forma narrativo-discorsiva, vengono delineate l'infanzia del giudice, la sua formazione umana e di studi, la sua vita professionale, infine la sua morte, appena trentasettenne, per mano di sicari della mafia. A dare maggiore spessore contribuiscono i passi tratti dalle agende che il giudice aggiornava ogni giorno dal 1978 e la ricostruzione dell'agguato, tramite le sentenze dei processuali. L'opera, inoltre, approfondisce la fede cristiana di Livatino. Nella seconda parte sono riportate le uniche due relazioni che il giudice tenne in pubblico. La prima è il suo testamento spirituale sul ruolo del giudice. La seconda è il manifesto del suo impegno di magistrato credente.
È la biografia di suor Erminia Brunetti (1914-1996), appartenente alla congregazione delle Figlie di San Paolo. Nella sua vita si sono verificati fatti straordinari, al limite e spesso ben oltre la "normalità": suor Erminia era in grado di conoscere alcuni eventi prima che si verificassero, aveva la capacità di liberare dalle possessioni demoniache, di operare guarigioni insperate. Tutte manifestazioni di doni particolari che lei ha messo a servizio del prossimo. Tuttavia la sua fama di persona capace di ascolto, carità e obbedienza si è andata consolidando e sempre più numerose sono le testimonianze di chi ritiene di aver superato una difficoltà grazie alla sua intercessione.
L'autore è entrato nel mondo segreto di Teresa Merlo - Tecla in religione cofondatrice delle Figlie di San Paolo, una congregazione dedita all'annuncio del Vangelo con tutti gli strumenti, le forme e i linguaggi della comunicazione. Con la precisione dello storico e la scioltezza del giornalista, avvalendosi di un'ampia documentazione, Domenico Agasso fa emergere una figura femminile semplice e lineare che vive lo "straordinario" come la realtà più comune e feriale, senza enfasi e senza affanno. In tale atteggiamento, Tecla Merlo, diventa superiora generale, avvia le Figlie di San Paolo a usare per l'evangelizzazione tutti i complessi mezzi della comunicazione, mossa da un solo intento: "fare del bene", diffondere il Vangelo. Il libro è una pubblicazione nel centenario della fodazione della Congregazione.
È la storia di un giovane di appena 26 anni che non si è piegato alla corruzione e ne ha pagato il prezzo con la vita. Il testo esordisce con una dettagliata panoramica storica e culturale della Repubblica Democratica del Congo, a cominciare dalla sottomissione coloniale di fine Ottocento al Belgio, che sfruttò con metodi schiavistici le risorse del Paese. Infatti, la crudeltà e la sopraffazione del re del Belgio, Leopoldo II, vennero denunciate addirittura da un movimento d'opinione internazionale. Ma le tragedie politiche di questo Stato africano sono continuate fino a oggi. In un clima particolarmente conflittuale nasce Floribert Bwana, un giovane di spiccata intelligenza. Le condizioni piuttosto agiate della famiglia gli consentono gli studi universitari. Di carattere estroverso e ottimista, è colpito dal disagio della sua gente e si adopera con varie iniziative, specialmente per salvare i ragazzi di strada. Conosce la comunità di Sant'Egidio ed è affascinato dal lavoro di promozione umana che la comunità svolge in Congo. Entra in politica e sogna una società multiculturale capace di vivere insieme. Intanto lavora all'OCC, un'Organizzazione che vigila sulle merci in entrata e uscita dal Paese. È caposervizio e deve vigilare che la merce alimentare non sia avariata. In tal caso dovrà vietarne la vendita. E sarà questa sua coscienza del dovere e dell'etica che lo ucciderà.
Un libro dedicato a Marco Beci, un funzionario della cooperazione internazionale morto il 12 novembre 2003 nella strage di Nassiriya. A Nassiriya stava progettando la ricostruzione dell'acquedotto per conto del governo italiano. Aveva appena trovato la sede per il suo ufficio, si appoggiava momentaneamente alla base saltata in aria. Il libro racconta questa bella figura attraverso decine di testimonianze, la maggior parte inedite, dal periodo giovanile fino agli ultimi istanti di vita.
Mar Musa, monastero dedicato a san Mosè l'Abissino, sorge in mezzo al deserto, in cima a una montagna scoscesa, nei pressi della cittadina di Nebek, in Siria. Abbandonato da due secoli, è stato restaurato grazie alla tenacia di un gesuita italiano, Paolo Dall'Oglio, che vi ha fondato una comunità monastica di rito siriaco. Mar Musa è luogo di accoglienza e di apertura, dedicato al dialogo islamo-cristiano. Qui, uomini e donne ritrovano l'esperienza millenaria del deserto: privazione, silenzio, lavoro e preghiera. Guyonne de Montjou ha incontrato Paolo Dall'Oglio a Mar Musa e ne ha raccolto la storia e la testimonianza, che ha poi raccontato in questo libro, in cui la parola di padre Paolo si alterna alle impressioni della giornalista.
Ebrea tedesca, Edith Stein nasce a Breslavia (allora tedesca, oggi polacca con il nome di Wroclaw) il 12 ottobre 1891. Dotata di straordinaria intelligenza, è prima allieva e poi assistente del filosofo fondatore della fenomenologia Edmund Husserl, divenendo a sua volta un'insigne filosofa. Convertitasi al cattolicesimo nel 1921 e battezzata nel 1922, insegna a lungo, in particolare a Spira in un istituto cattolico. Poi, finalmente, nel 1933 realizza il suo grande desiderio: entra nel Carmelo di Colonia, assumendo il nome di suor Teresa Benedetta della Croce. Pur essendo una religiosa, non sfugge alla persecuzione nazista: in quanto ebrea viene deportata nel campo di concentramento di Auschwitz, dove muore il 9 agosto 1942. Beatificata nel 1987 e canonizzata nel 1998, è dichiarata nel 1999 da Giovanni Paolo II compatrona d'Europa insieme a Caterina da Siena e Brigida di Svezia.
L'autore ripercorre la straordinaria vita di Giovanni Paolo I, mettendone in evidenza i grandi insegnamenti, cercando di individuare quale sia l'eredità che egli ci ha lasciato. Ha fatto dell'umiltà la virtù per eccellenza che trascendeva ogni sua azione. Nel suo breve Pontificato ha posto le basi per una riforma radicale della Chiesa, affinché essa potesse essere ancora più vicina a tutti e pienamente fedele al messaggio di Cristo.
Vladimir Ghika (1873-1954), principe rumeno, inizialmente ortodosso, convertitosi poi al cattolicesimo, diventato sacerdote e infine martire, è un'eminente figura del XX secolo. È stato beatificato il 31 agosto 2013. Questo testo ne esplora la spiritualità alla luce delle tappe fondamentali della sua vita. In ogni circostanza seppe essere una luce, una presenza corroborante per i giovani, i malati, i disperati. Imprigionato e torturato sotto il regime comunista, il suo martirio è la testimonianza suprema della sua carità. "La morte può distruggere tutto", diceva "tranne l'amore".
Questo libro nasce da un incontro tra frere Jean-Pierre Schumacher e Nicolas Ballet. La testimonianza del monaco sopravvissuto alla strage di Tibhirine. La presenza di un monastero in terra algerina come segno e speranza di comunione.
Una testimonianza da una periferia del nostro mondo dove regna dolore e disperazione ma insieme amore e gratuità di chi si fa vicino e sostegno discreto.
Il libro autobiografico racconta la sconvolgente vicenda di Dagmar, giovane infermiera cattolica che, in un pomeriggio autunnale, è prelevata dalla sua abitazione da sei uomini, portata a Praga e poi incarcerata. Una storia intrisa di episodi di cruda violenza, da cui emerge la sofferenza della protagonista e di quanti sono stati come lei imprigionati, in quanto ritenuti dal regime comunista dell'Europa dell'Est, dissidenti politici o rivoluzionari.
Quando fu liberata, con l'arrivo degli Alleati, Liliana Segre aveva 14 anni e pesava 32 kg. Come abbia potuto sopravvivere nell'inferno di Auschwitz in quelle condizioni, non sa spiegarselo ancora oggi. Non è mai più ritornata ad Auschwitz. Dopo tanti anni di voluto silenzio, la donna ha deciso di testimoniare per una serie di ragioni private e universali insieme: il debito verso i suoi cari scomparsi ad Auschwitz; la fede nel valore della memoria, e nella necessità di tenerla viva per tutti coloro che verranno dopo. Perr tutti è importante conoscere ciò che successe allora e ricordare? Perché simili aberrazioni della storia non si ripetano più.
È la biografia di Pavel Evdokimov, uno scrittore nato in una famiglia dell’aristocrazia russa al tempo dell’ultimo zar. Costretto a lasciare il suo Paese dopo la Rivoluzione russa del 1917, lavora come cuoco a Istanbul e come operaio in una fabbrica a Parigi per mantenersi gli studi. Profondamente innamorato della ricchezza spirituale della Chiesa ortodossa, si è impegnato presto nel movimento ecumenico: «Più si è consapevolmente ortodossi, protestanti, cattolici più si è ecumenici», diceva. Sposato, e con due figli, ha insegnato teologia per vent’anni, ma l’impegno principale di tutta la sua vita è stata l’attività sociale, la direzione di un centro di accoglienza per rifugiati come lui, che non dimenticava mai di esserlo. Scrittore di molti libri di teologia e di spiritualità, ha cercato di essere «ponte» tra la Chiesa ortodossa d’Oriente e la Chiesa cattolica d’Occidente. È stato uno dei pochi osservatori non cattolici invitati al Concilio Vaticano II, dove ha avuto una certa influenza in alcuni passaggi della Costituzione dogmatica sulla Chiesa e il mondo contemporaneo. Molti anni dopo la sua morte la lettura del suo libro La donna e la salvezza del mondo, ha ispirato a Giovanni Paolo
II non poche riflessioni della Mulieris dignitatem. Sensibile al concetto di bellezza, scrisse La teologia della bellezza, uno dei suoi libri più famosi tradotti anche in italiano e pubblicato dalle Edizioni Paoline.
l’AUTRICE
Flaminia Morandi, laureata in Lettere Moderne, dottorato in Teologia della Missione, docente universitaria, scrittrice, sceneggiatrice, autrice di programmi radiofonici e televisivi;
tra cui una serie di documentari sui movimenti ecclesiali italiani per Sat 2000. Ha pubblicato numerosi libri tra romanzi e saggi; tra gli ultimi, per l’editrice La Scuola, il libro-intervista su Ernesto Olivero, Pace (2007); e per le Edizioni Odoya, La via dell’inferno. Il progetto cattolico nella storia della
televisione italiana. Per le Paoline ha pubblicato: San Benedetto. Una luce per l’Europa (2009), Olivier Clément. Profeta dell’unità (2011).
Il libro ruota intorno alla figura di monsignor Alvaro Ramazzini, attualmente vescovo di Huehuetenango in Guatemala. Le parole e l’azione di monsignor Ramazzini offrono agli autori l’occasione per parlare di temi concreti che affliggono questo paese dell’America Latina: le sofferenze dei migranti; dei contadini senza terra; dei bambini che patiscono la fame, sono costretti a lavorare nei campi e non hanno libero accesso all’istruzione; dell’inquinamento dei fiumi da parte delle grandi compagnie e della violenza nei confronti della «madre Terra».
Monsignor Ramazzini ribadisce che un vescovo, per svolgere al meglio la sua funzione, non deve restare al chiuso nella sua diocesi, ma deve stare in mezzo alla gente per poterne comprendere i problemi ed essere d’aiuto e, anzi, ha il dovere di sfruttare la sua posizione per portare avanti le cause dei più deboli davanti ai potenti. Sempre tenendo presente il Vangelo e animato da una incrollabile speranza.
Solo così può essere la voce dei più poveri e dei senza terra del Guatemala e diventare un modello in tutto il mondo.
GLI AUTORI
Daniela Sangalli, dopo l’esperienza di volontariato internazionale in Ecuador con i Salesiani del VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), ha collaborato per due anni con il Centro Unitario Missionario di Verona nell’equipe organizzatrice (sezione America Latina) dei corsi di formazione per missionari e laici. Dal 2000 scrive per il mensile del CUM per gli approfondimenti sull’America Latina. Nel 2008 ha pubblicato il libro Un popolo di martiri. Testimoni della fede in Guatemala e curato la traduzione in italiano del video La Biblia Enterrada, prodotto dalla Conferenza Episcopale del Guatemala.
aldo Corradi, per molti anni è stato membro del Consiglio Pastorale parrocchiale della Parrocchia di San Zeno in Colognola ai Colli (Verona), impegnandosi soprattutto nella Commissione Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato. Ha effettuato viaggi in Guatemala, incontrando realtà e persone che promuovono progetti di sviluppo sociale, tra i quali monsignor Alvaro Ramazzini. Per conto della sua comunità parrocchiale cura i rapporti
di amicizia e solidarietà con il Guatemala e gli altri gruppi italiani che operano in quel Paese. Nel 2006 assieme a Daniela Sangalli ha curato la versione italiana del video La Biblia Enterrada. Nel 2008 ha collaborato alla realizzazione del libro Un popolo di martiri. Testimoni della fede in Guatemala, edito dalla casa editrice EMI.
Il libro presenta la biografia di Fabio Moreni, volontario cremonese ucciso il 29 maggio 1993, a soli trentanove anni, nella Bosnia dilaniata dalla guerra, mentre portava aiuti umanitari alla popolazione.
Fabio Moreni aveva tutto ciò che un giovane poteva desiderare: era intelligente (si era laureato con lode a soli ventun anni alla Normale di Pisa), capacissimo nelle relazioni umane, di bell’aspetto e ricco imprenditore, responsabile dell’azienda ereditata dal padre, morto prematuramente. Che cosa dunque lo motivò a impegnarsi in continui viaggi nella ex Jugoslavia messa a ferro e fuoco? Non tanto e non solo motivi umanitari, bensì un vero e proprio cammino di fede, che lo ha condotto a incontrare Cristo nella sofferenza dei fratelli provati dal conflitto. La memoria di Fabio Moreni è oggi tenuta viva dalla Fondazione a lui intitolata, sorta nel 1994 per volontà della madre e di un gruppo di amici che desiderano ricordarne la fede esemplare.
L’AUTORE
Mauro Faverzani, giornalista, è direttore dell’emittente cremonese Radio 883. Scrittore e saggista, collabora con diverse testate e agenzie, locali e nazionali.
Si tratta di una “biografia” di Carlo Urbani, che fu Presidente nazionale di Medici Senza Frontiere, costruita attraverso le interviste con persone che lo hanno conosciuto nei diversi periodi della sua vita.
Questo volume raccoglie decine di testimonianze, di familiari, amici, medici, dirigenti, funzionari, diplomatici, molti dei quali parlano per la prima volta, raccontando un Carlo Urbani spesso diverso da quello finora conosciuto. Storie, aneddoti che tentano di superare un’agiografia spesso in questi casi inevitabile, per offrire, le tracce di un’esperienza capace di destare, ancora, entusiasmi e speranze.
Il testo è diviso in 5 parti:
• I familiari
• Amici dal periodo giovanile all’impegno
• Colleghi medici e qualche paziente
• Colleghi e membri di MSF e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nell’impegno all’estero
• La notizia della sua morte
A questo si aggiunge una ultima parte dedicata all’AICU – Associazione Italiana Carlo Urbani – e ai suoi progetti. La freschezza e la partecipazione delle interviste rendono il testo immediato e toccante: ne emerge un Carlo Urbani a tutto tondo: con la sua creatività, spirito di avventura, capacità di amicizia, di stabilire relazioni e di organizzare le cose più impensate: ma sempre su un fondamento di dedizione assoluta ai più deboli, vissuta al massimo delle sue potenzialità.
Autore
Vincenzo Varagona è nato a Lecco nel 1960. Giornalista dal 1982, collabora con Avvenire e Famiglia Cristiana. Dal 1987 lavora nella redazione Tgr
Rai Marche. Ha realizzato reportage nei Balcani in guerra (Croazia 1993, Kossovo 2001), in Medio Oriente (2006) e in Africa (1995, 2004, 2009). Nel 2010 la Fondazione Green Accord gli assegna a Pistoia il Premio giornalistico «Sentinella del creato», per i temi affrontati nel reportage dall’Etiopia. Con le Paoline ha pubblicato Pollicino nel bosco dei media. Come educare i bambini a un uso corretto dei mezzi di comunicazione (2007) e Abba Marcello. Viaggio nel cuore dell’Africa missionaria (2011). Ha curato inoltre la pubblicazione di Rai, una per tutti (Edizioni Sigim, 2005) e 50 anni di Ucsi (Edizioni Ucsi, 2010).
È la storia di Hindi, una ragazza ebrea appartenente alla comunità di Sighet, una cittadina della Transilvania rumena, annessa all’Ungheria durante la seconda guerra mondiale (oggi Sighetu Marmatiei in Romania). Lei e la sorella Relu passano drammaticamente nel maggio 1944 dai momenti spensierati della loro adolescenza alla deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz, insieme ad altre diecimila persone, tutte appartenenti alla comunità di Sighet. Le ragazze sopravviveranno alla deportazione e alle atrocità dell’Olocausto grazie alla reciproca unione e alla solidarietà con le loro amiche.
Nella prima parte del libro Hindi elenca con accuratezza i membri della sua famiglia e del suo parentado (la maggioranza dei quali troverà la morte nella deportazione), le tradizioni della comunità ebraica e la sua vita quotidiana.
Dopo la liberazione Hindi cerca di tornare a casa, ma la trova confiscata dai comunisti. Il matrimonio con Laci Rothbart la porta a maturare la decisione di fuggire dal blocco sovietico, nella speranza di una vita libera in America: l’arrivo in California le consente finalmente la ricostruzione di una nuova vita, senza dimenticare il suo tragico passato.
"Dovrò parlare di quello che ho vissuto. È il mio compito, ora l’ho capito. questo è l’unico motivo per cui sono sopravvissuta.
(L’autrice)
Autrici
Hindi Rothbart nasce nel 1924 a Sighet, in Romania, e a 19 anni viene deportata ad Auschwitz. Dopo la liberazione si sposa con Laci Rothbart e ha il suo primo figlio, Bob, in un campo profughi dell’Austria. Si trasferisce poi con la famiglia in California, dove nasce il secondo figlio, Stanley. Ha iniziato a raccontare la sua storia nelle scuole frequentate dai figli, ma ha deciso di scrivere questo libro solo nel 2007. Muore nell’ottobre 2012.
P’nehah Goldstein, ebrea newyorkese, è una affermata autrice di sceneggiature per la tv e il cinema. Sue sono le sceneggiature dei film Natale a novembre (2008) e Un amore per Leah (2009).
L’autrice presenta 21 figure di donne e di uomini che hanno lasciano un solco nella memoria della collettività, che le ricorda con ammirazione e spesso con gratitudine. Le figure sono nell’ordine: la teologa ed eremita Adriana Zarri, il gangster londinese convertito John Pridmore, Marie Curie, l’attore messicano Edoardo Verástegui, Maria Montessori, Elie Wiesel, Chiara Lubich, Giacomo Alberione, Edith Stein, il medico e santo Giuseppe Moscati (1880-1927), la maestra milanese tra le protagoniste del femminismo cattolico Adelaide Coari (1881-1966), il professore marchigiano di fisica e politico Enrico Medi, che nel 1969 partecipò alla diretta Rai per lo sbarco sulla Luna (1911-1971), Clotilde di Savoia, Giorgio La Pira, Bakhita, Oscar Romero, la missionaria laica uccisa nel 2003 in Somalia Annalena Tonelli, JeanVanier, Rigoberta Menchú, Tonino Bello, Teresa di Calcutta. È tutta una lunga galleria di volti e di storie d’oggi: di chi ha vissuto con dignità
esperienze incredibili e di chi ha dato un contributo di solidarietà, di benevolenza fattiva nei confronti dei suoi simili per migliorarne le sorti.
"Donne e uomini, persone credenti e non, ma tutte accomunate dalla stessa passione per la vita, per l’umanità e per un sogno di futuro certamente migliore".
(L’autrice)
Autrice
Beatrice Immediata appartiene alle Figlie di San Paolo. Laureata in pedagogia, si è dedicata a studi sulla comunicazione di massa, all’attività di docenza in vari Istituti e a collaborazioni con riviste, trasmissioni radiofoniche e televisive. Attualmente è redattrice nel centro editoriale di Milano. Ha pubblicato per la stessa Editrice: Dicci chi sei. Riflessioni sulla figura del Cristo e dintorni (2001), Un apostolo senza frontiere. Don Bernardo Antonini (2005), Le ali dell’oggi e altri shorts (2007), La canzone del deserto (2007), Un biglietto per Pechino (2007), Giuseppe Moscati. Un uomo, un medico, un santo (2008-2011), La memoria delle cose. Pagine di vita (2010), Piccole storie dalla parte della speranza (2010), Marianna e Bartolo Longo. Pompei e le opere pompeiane (2011).
Ildegarda di Bingen è vissuta in Germania nel XII secolo. È chiamata la Sibilla del Reno e la profetessa teutonica già da quando era in vita per le sue doti particolari: profetessa, teologa, letterata, musicista, botanica, erborista... L’elenco delle opere scritte da Ildegarda è lungo e variegato: scrisse diversi trattati di filosofia, teologia, morale, agiografia, scienza, medicina, cosmologia; compose liriche, e musica che oggi si va riscoprendo e intrattenne un fitto scambio epistolare con numerosi alte personalità di tutta Europa. Attingeva le sue straordinarie conoscenze a una ricchissima cultura infusa. Scrisse sempre in latino, e non lo aveva mai studiato.
Il ruolo di Ildegarda, che fondò monasteri e fu missionaria predicatrice, con i suoi consigli e con i suoi severi e rigorosi ammonimenti, indicò la via, anche agli uomini di Chiesa, sciogliendo anche i dubbi di chi vacillava. Interpellava le alte personalità della stessa Chiesa e dell’Impero ricordando i loro compiti, le loro responsabilità davanti a Dio, prima ancora che davanti agli uomini. Veniva interpellata anche per tenere prediche contro le eresie del tempo. Si conservano dei documenti, per es. il Vescovo di Chartres, 1120-1180 parla di Ildegarda in una lettera del 1167 e fa allusione alla grande fiducia che ha nei suoi confronti papa Eugenio III (1153).
Nel 1979, in occasione dell’VIII centenario della morte di questa santa tedesca, i vescovi della Germania indirizzarono a Giovanni Paolo II e alla Curia romana che le venisse conferito il titolo di Dottore della Chiesa. Oggi divenuto realtà grazie all’interesse di Benedetto XVI.
Autrice
Cristina Siccardi, nata a Torino nel 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere con indirizzo storico, è specializzata in biografie. Ha scritto per La Stampa, La Gazzetta del Piemonte, il nostro tempo, Avvenire, L’Osservatore Romano e collabora con diverse riviste culturali e religiose, fra cui il Timone. È membro delle Accademie Paestum, Costantiniana, Ferdinandea, Archeologica italiana. Fra le sue numerose opere, circa quaranta: Giulia dei poveri e dei re. La straordinaria vita della marchesa di Barolo (1998); Madre Teresa. Tutto iniziò nella mia terra (2010); Nello specchio del Cardinale John Henry Newman (2010). Con Paoline ha pubblicato: Elena. La regina mai dimenticata (20022); Giovanna di Savoia. Dagli splendori della reggia alle amarezze dell’esilio (2002); Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald (2007); Paolo VI. Il papa della luce (2008). Dal suo studio dedicato alla principessa Mafalda è stata tratta la fiction per Canale 5 Mafalda di Savoia. Il coraggio di una principessa, prodotta da Angelo Rizzoli e diretta dal regista Maurizio Zaccaro.
Descrizione
Un viaggio attraverso la vita di Albino Luciani, divenuto Giovanni Paolo I (1912-2012): l’infanzia a Canale d’Agordo (BL), con i ricordi di prima mano della nipote Pia Luciani; ma anche con le testimonianze rimaste dei fratelli Edoardo ed Antonia. Infanzia umile e semplice come fu sempre, formazione sacerdotale robusta e profonda che lo condurrà all’ordinazione il 7 luglio 1935. I primi anni di sacerdozio nella terra agordina, i più belli della sua vita. Per dieci anni vicerettore del seminario di Belluno, a stretto contatto con gli amati chierici. Temperamento versatile: intelligente, sereno, memoria prodigiosa; divenne professore di filosofia, di diritto canonico, di arte sacra, di storia, patristica, sacra eloquenza, catechetica. Fu uomo di profonda cultura, attraverso la quale trasmetteva la Verità. Poi il difficile periodo da patriarca di Venezia (1969-1978), durante le contestazioni studentesche e operaie, periodo nel quale si avvide del nefasto influsso massonico sia nella finanza sia anche dentro le maglie della Chiesa. Umile e amabile, Papa Luciani era comunque dotato di fermezza e di coraggio, come ricordano i testimoni. Morì, in circostanze ancor oggi non accertate, lasciando un grande vuoto, nonostante i soli trentatré giorni del suo indimenticabile pontificato.
Punti forti
• Centenario 17 ottobre 2012.
• La spiritualità del sacerdote, del vescovo, del patriarca, del Papa Luciani.
• La vita di un amabile servìtore della Chiesa con umiltà e nella verità, raccontata anche attraverso testimonianze.
Destinatari
• In particolare, giovani e adulti che non hanno avuto modo di conoscerlo, tanta è stata breve la sua comparsa sulla scena mondiale della Chiesa.
Autrice
Cristina Siccardi, nata a Torino nel 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere con indirizzo storico, è specializzata in biografie. Ha scritto per La Stampa, La Gazzetta del Piemonte, il nostro tempo, Avvenire, L’Osservatore romano e collabora con diverse riviste culturali e religiose, fra cui il Timone. È membro delle Accademie Paestum, Costantiniana, Ferdinandea, Archeologica italiana, Bonifaciana. Il 26 novembre 2010 ha ricevuto il Premio Bonifacio VIII della città di Anagni per il volume Paolo VI. Fra le sue numerose opere, più di quaranta, tradotte anche all’estero: Giulia dei poveri e dei re. La straordinaria vita della marchesa di Barolo (19983); Madre Teresa. Tutto iniziò nella mia terra (20102); Nello specchio del Cardinale John Henry Newman (2010). Con Paoline ha pubblicato: Elena. La regina mai dimenticata (20022); Giovanna di Savoia. Dagli splendori della reggia alle amarezze dell’esilio (20022); Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald (20074); Paolo VI. Il papa della luce (2008); Giovanni Paolo II. L’uomo e il Papa (2011); Giuseppe Cafasso. Un santo del Risorgimento (2011). Dal suo studio dedicato alla principessa Mafalda è stata tratta la fiction per Canale 5 Mafalda di Savoia. Il coraggio di una principessa, prodotta da A. Rizzoli e diretta dal regista M. Zaccaro.
È la storia di una principessa di casa reale: Clotilde di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, e di Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena.
A soli quindici anni è costretta, da ragioni di Stato, a sposare un uomo di circa quarant’anni, il principe Girolamo Bonaparte, nipote di Napoleone I.
Il motivo politico era, secondo i piani del ministro Cavour, di creare con queste nozze, una alleanza con la Francia in seguito al Patto di Plombières del 1858 in cui, tra l’altro, il Piemonte si impegnava a combattere accanto alla Francia contro l’Austria nella eventualità di una guerra che sembrava vicina.
Fu un matrimonio infelice che Clotilde visse con dedizione sofferta accanto ai figli e al marito che la trascurava e la tradiva.
Coinvolta in varie vicissitudini dolorose della famiglia reale, soprattutto della famiglia Bonaparte, la principessa finì la sua vita nel castello di Moncalieri, dove si era dedicata alla preghiera e a opere di carità.
Era molto amata dal popolo che la chiamava «la santa di Moncalieri».
Destinatari
Per chi è interessato a figure storiche.
Autori
Cristina Tessaro è nata a Busto Arsizio, in provincia di Varese, dove tuttora vive. È laureata in Lettere moderne ed è giornalista pubblicista. Ha lavorato nella redazione di giornali e televisioni locali e attualmente opera come libera professionista nel campo della comunicazione aziendale e dell’ufficio stampa. Appassionata di storie di santi, ama scrivere biografie di testimoni della fede antichi e contemporanei.
Questo libro racconta la vita di Gino Filippini (1939-2008), cooperante dell'ONG Servizio Volontario Internazionale (SVI) di Brescia. In Africa dal 1967 ha dedicato 40 anni della sua vita al continente nero, gli ultimi 15 trascorsi a Korogocho, il quartiere discarica di Nairobi, dove ha collaborato fianco a fianco con Alex Zanotelli. Gino era una persona non facile, rigorosa, stimolante, critica. Aveva un modo di essere persona giusta prima per gli altri che per sé.
Negli anni Settanta, due giovani rumeni, Lino Dragu e Giorgio Picu, fuggono dalla loro nazione, che vive gli anni difficili del regime comunista di Ceausescu, e cercano rifugio nella cattolicissima Polonia per realizzare il sogno di diventare sacerdoti.
A Cracovia incontrano il vescovo, monsignor Karol Wojtyla, che li accoglie e li aiuta a raggiungere, dopo non poche traversie, l’Italia e a studiare in seminario. Ordinati sacerdoti, don Lino e don Giorgio si incardinano nella diocesi di Civitavecchia, dove ancora oggi esercitano il loro ministero pastorale.
Le memorie di questi due sacerdoti aprono una finestra su uno spaccato di storia dell’Est europeo nei decenni della cosiddetta “guerra fredda”, per far emergere non soltanto le loro vicende personali in un periodo storico complesso ma anche la grande figura dell’“amico” Giovanni Paolo II, che hanno successivamente ritrovato a Roma come pastore della Chiesa cattolica.
Un debito di riconoscenza a Karol Wojtyla, per testimoniare una santità che si è fatta partecipazione e solidarietà allo scopo di favorire la realizzazione del sogno di una vita.
Destinatari
Tutti, soprattutto quanti sono incuriositi da questo particolare tratto di storia e dalle vicende umane dei protagonisti.
Autori
Lino Dragu e Giorgio Picu, originari della Romania, sono sacerdoti della diocesi di Civitavecchia. Laura Badaracchi, giornalista free-lance, collaboratrice di molte testate giornalistiche, tra le quali Avvenire, ha curato la revisione del testo
Il testo è una biografia, avvincente ed accessibile a tutti, di una figura poco conosciuta in Italia: il sacerdote francese Gian Maria de La Mennais (1780-1860). Questi è stato un riferimento importante nella Chiesa di Francia dell’Ottocento, sia per la sua opera che per il suo pensiero. Egli si è inserito nel filone ecclesiale della ricostruzione dei fondamenti cristiani, culturali e civili della società francese, che erano stati spazzati via dalle idee dell’Illuminismo e dalla Rivoluzione del 1789, periodo storico ben illustrato nel testo.
La biografia ripercorre la sua vocazione nei difficilissimi tempi di persecuzione post-rivoluzionaria e presenta la sua ampia e diversificata opera, orientata a una riorganizzazione della Chiesa, attraverso una pastorale rinnovata (missioni popolari, formazione dei sacerdoti, sostegno alle vocazioni), ma soprattutto attraverso un’attenzione privilegiata verso i bambini e le bambine delle classi popolari: per offrire ad essi una solida istruzione ed educazione cristiana fondò due Congregazioni, i Fratelli dell’Istruzione Cristiana e le Figlie della Provvidenza.
La sua opera di evangelizzazione popolare e missionaria si diffuse così tanto che la sua congregazione fu scelta dal ministro francese per l’educazione cristiana anche degli schiavi delle Colonie francesi ad appena venti anni dalla fondazione.
Gian Maria, dopo aver rifiutato per ben diciassette volte la nomina vescovile, morì in concetto di santità.
"La Chiesa può indicare Gian Maria de la Mennais come un grande apostolo dei tempi nuovi, dei nostri giorni, della nostra società, per costruire, attraverso l’umile e quotidiana opera
educativa cristiana, una società fondata sui valori della fede."
(L’Autore)
Destinatari
Educatori, insegnanti, catechisti dei ragazzi e dei giovani. Scuole cattoliche. Appassionati di biografie.
Autore
Fratel Dino de Carolis è un fratello dell’Istruzione Cristiana, congregazione fondata da Gian Maria de La Mennais. Laureato in scienze della formazione e in teologia, opera da anni sia nell’insegnamento sia nell’animazione dei movimenti giovanili. Nella sua attività culturale e pastorale presenta figure che possano offrire testimonianze credibili di santità nell’età giovanile. In questa ottica ha scritto vari profili biografici: Santa Maria Goretti, una santità nel quotidiano (Paoline 20103), Maria Goretti, santa dei nostri giorni (San Paolo 2008), Antonietta Meo, la sapienza dei piccoli del Vangelo (Paoline 20082), Piccola storia di Antonietta Meo (Gribaudi 2010), Così è un giovane cristiano, Gino Pistoni (Ave 2007); Voglio svegliare l’aurora. Riflessioni sulla vita religiosa (EDB 2006)
Il volume presenta la biografia di Shahbaz Bhatti, ministro per le Minoranze del Pakistan, assassinato il 2 marzo 2011, per aver lottato per la libertà religiosa, il dialogo tra cristiani e musulmani, per la giustizia, per l’uguaglianza di tutti i popoli e per la pace.
Come ministro, prese misure a sostegno delle minoranze religiose, tra cui una campagna per promuovere il dialogo interreligioso, la proposta di una legislazione per vietare discorsi di incitamento all’odio e proponendo di assegnare seggi in parlamento per le minoranze religiose.
Il testo è ricco di testimonianze dirette, di persone che l’hanno conosciuto da vicino: Roberto Pietrolucci e, soprattutto il fratello Paul Bhatti che, medico in Italia, accettò di sostituirlo – dopo l’assassinio – nel ruolo di ministro delle Minoranze in Pakistan.
Il suo «testamento spirituale» ci fa immergere nella profonda fede di Bhatti. Mette in risalto la grandezza e, al tempo stesso, la limpidezza della sua figura, con una forza che solo i martiri riescono a trasmettere:
«Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri. Credo che i cristiani del mondo, che hanno teso le mani ai musulmani colpiti dalla tragedia del terremoto del 2005, abbiano costruito dei ponti di solidarietà, d’amore, di comprensione, di cooperazione e di tolleranza tra le due religioni...Voglio servire l’umanità sofferente e delle minoranze e diffondere un messaggio di speranza alle perso- ne che vivono nella delusione e nella disperazione».
Destinatari
Chi è impegnato socialmente e politicamente per la giustizia, la pace, il dialogo tra cristiani e musulmani e il dialogo interreligioso in genere.
Operatori di pastorale e catechisti.
Chi ama leggere testimonianze attuali di persone che danno la vita per un ideale.
Autori
Zuccolini Roberto, giornalista del Corriere della Sera, vive e lavora a Roma. Dopo essersi occupato, dagli anni Ottanta, di tematiche come l’immigrazione, il mondo cattolico, gli esteri, attualmente è capo servizio del settore politico. Le questioni relative alla coabitazione interetnica e interreligiosa, con particolare riferimento alle minoranze cristiane, nonché la storia e le società dei Paesi africani, sono al centro dei suoi interessi personali.
Pietrolucci Roberto, funzionario del ministero dell’Interno, sposato con due figli, vive a Roma. Sin da giovane fa parte della Comunità di Sant’Egidio. Dal 2000, quando la Comunità inizia la sua presenza in Pakistan, si occupa della formazione dei giovani, dei progetti di aiuto umanitario e di dialogo interreligioso. Nell’ambito di questo impegno è nata la collaborazione e l’amicizia con Shahbaz Bhatti.
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Il volume presenta l’esperienza di padre Angelo, missionario in Guatemala a servizio dei più poveri e abbandonati, soprattutto donne e bambini.
Egli opera in collaborazione con i missionari della Congregazione di San Gaetano e promuove l’attività di volontari italiani dei quali riporta, attraverso i loro diari, l’intensità di un’esperienza che si impegna non solo a provvedere cibo e cure, ma anche a risvegliare le coscienze perché le persone divengano artefici di un futuro di giustizia, di uguaglianza e di fraternità.
In ogni capitolo viene proposto un aspetto particolare del Guatemala.
Si tratta della realtà sociale, economica, politica, di estrema povertà e oppressione. Insieme a questi aspetti vengono messi in risalto i valori, le ricchezze e le potenzialità della natura e della cultura guatemalteca. Le situazioni particolari descritte, i personaggi che si susseguono nel racconto, sono il riferimento per testimoniare l’attività dei missionari e dei volontari che si adoperano a rispondere alle tante necessità materiali e spirituali di questo popolo.
Destinatari
Missionari: laici e religiosi, educatori, operatori di pastorale e catechisti.
Membri delle associazioni di volontariato missionario
Chi ama leggere testimonianze attuali e missionarie.
Autore Angelo Esposito, nato nel 1973,è un sacerdote napoletano. Ha svolto il suo ministero, per otto anni, come collaboratore parrocchiale presso la Chiesa Immacolata concezione di Portici (NA). Tra le sue attività pastorali: animatore e promotore di una spiritualità missionaria di gruppi giovanili, famiglie e bambini; responsabile e organizzatore di esperienze missionarie in Romania, Etiopia, Guatemala; coordinatore della Caritas parrocchiale. Attualmente è missionario diocesano di Napoli in Guatemala, presso la diocesi di San Marcos e collabora con il Centro Diocesano Missionario di Napoli. La sua prima pubblicazione: Dio mi ha toccato il cuore, Domenicane, Napoli 2010.
Giovanni Paolo II aveva conosciuto Olivier Clément attraverso i suoi scritti. Si erano incontrati solo nel 1998 a Roma, quando il papa aveva dato a Clément l’incarico di scrivere le meditazioni per la Via Crucis delVenerdì Santo di quell’anno.
La singolarità della scelta del Pontefice non sta solo nel fatto che Clément era un laico, marito, padre, nonno, ma perché Clémen era ortodosso.
Francese, ateo, convertito a trent’anni, cristiano ortodosso, insegnante e storico, filosofo religioso, teologo e mistico, scrittore e poeta... Dimensioni tanto diverse in lui avevano trovato una sintesi felice.
Uomo di grande cultura, Clément ha lavorato per tutta la vita insegnando in contesti molto diversi: al laicissimo liceo Louis-le-Grand e all’Institut Saint-Serge, la scuola teologica ortodossa di Parigi, da dove il pensiero russo si è irradiato in Occidente dopo la Rivoluzione d’Ottobre, all’ISEO di Ginevra, all’Institut Catholique di Parigi, al Pontificio Istituto Orientale di Roma. E ha lavorato tutta la vita per l’unità dei cristiani. «La Chiesa è una sola», diceva. «Unito, il cristianesimo ha una ricchezza incredibile che va cercata sotto le sue ferite. La lotta per l’unità è un dovere. La divisione dei cristiani è uno scandalo in questo mondo minacciato dal nichilismo e da uno spiritualismo senza radici che mette in dubbio l’incarnazione e l’unicità della persona. Bisogna comprendere, amare, la profonda vita cristiana che c’è in tutte le confessioni, amare il volto di Cristo nell’altro, vivere la comunione dei santi».
Aveva amici in Comunione e Liberazione, con il Centro Aletti e il suo Atelier di mosaici a Roma, e con la Comunità di sant’Egidio.
Il Papa e Clément erano coetanei.Avevano entrambi 78 anni. Un giorno avevano parlato insieme a lungo e da soli della loro vecchiaia e della morte... Quando Clément era uscito dalla stanza, il papa disse pensoso: «È come lui che bisogna essere».
Punti forti
L’esperienza spirituale di un uomo di grande cultura: prima ateo poi convertito e mistico ortodosso.
La passione per l’unità della Chiesa è uno dei cardini del testo, in nome de «Il dovere dell’unità»
Destinatari
Quanti vogliono conoscere l’esperienza umana e spirituale di un uomo che ha sempre cercato la verità.
Autrice
Flaminia Morandi, laurea in Lettere Moderne, dottorato in Teologia della Missione, docente universitaria, scrittrice, sceneggiatrice, autrice e responsabile di programmi radiofonici e televisivi Rai, autrice di documentari tra cui una serie sui movimenti ecclesiali italiani per Sat 2000. Ha pubblicato numerosi libri tra romanzi e saggi; tra gli ultimi, il libro-intervista Pace su Ernesto Oliviero per l’Editrice La Scuola, e La via dell’inferno. Il progetto cattolico nella storia della televisione italiana, Edizioni Odoya. Per le Edizioni Paoline ha pubblicato San Benedetto. Una luce per l’Europa (2009).
Si tratta di un libro sotto forma di intervista ad alcuni fra gli ultimi testimoni della Shoah, che sono molto spesso invitati nelle scuole, e quindi vengono a contatto con i ragazzi: Liliana Segre, Nedo Fiano e Piero Terracina.
Il libro si arricchisce delle testimonianze dei maggiori specialisti italiani in materia: Mantelli, Sessi, Sarfatti, Santerini, Chiappano.
Il testo si compone di 6 capitoli: i primi tre con le interviste ai testimoni, il quarto sulla situazione degli ebrei in Italia al tempo delle leggi razziali del 1938, il quinto sul dibattito riguardo le modalità più efficaci per fare Memoria e sull’utilità dei viaggi ad Auschwitz, il sesto sulla didattica della Shoah nella scuola, che presenta anche il lavoro di approfondimento compiuto dagli studenti del liceo classico Tito Livio di Milano.
Punti forti
L’importanza del tema, di attualità storica, connesso alla difficile questione di come fare efficacemente memoria della Shoah sia al presente sia nel futuro, quando verranno a mancare i testimoni. Collegato a questo, il tema del ruolo degli storici e degli specialisti e delle varie iniziative che sono già in atto. Infine il tema dell’insegnamento della Shoah in Italia, che coinvolge la formazione degli insegnanti e implica la trasmissione della Memoria alle nuove generazioni interessando pluralità di voci che si interrogano anche su temi correlati, come l’antisemitismo e il revisionismo.
La prefazione del testo è di David Bidussa, storico e saggista, esperto di ebraismo.
Destinatari
Studenti e insegnanti; pubblico in particolare giovane.
Autrice
Stefania Consenti, quarantasei anni, laureata in filosofia, giornalista professionista dal 1995, vive a Milano dove lavora per il quotidiano Il Giorno. Nella stessa collana ha già pubblicato "Binario 21. Un treno per Auschwitz" (2010).
Suor Maria Plautilla ha condotto una vita semplicissima,in due tempi:il primo,di vent’anni, si svolse a Roata Chiusani in provincia di Cuneo e il secondo, di quattordici anni, nella Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità di san Luigi Orione.Questi due periodi sono accomunati da un unico atteggiamento:la ricerca del volto di Cristo,in mezzo alle angustie della vita. Ciò che è stato veramente grande in lei – se l’eco n’è rimasta fino a oggi – è l’atmosfera interiore che colorì di divino la monotonia insignificante del suo lavoro.
Ha operato tra le corsie del Piccolo Cottolengo, servendo gli ammalati in ginocchio, con quella stessa devozione riservata all’eucaristia e si è donata totalmente ai poveri. La sua vita non ha narrato fatti o fenomeni straordinari sotto il profilo ascetico e mistico; è stata piuttosto una testimonianza quotidiana di totale offerta di sé per il bene degli altri, in circostanze difficili, che andavano ben oltre un livello ordinario di impegno nel proprio lavoro. «È morta contenta», hanno detto di lei, «perché non ha
mai detto di no, né a Dio né agli uomini» In poco più di un decennio riuscì a realizzare il tipo di religiosa sognata da don
Orione, vivendo in modo straordinario gli impegni di suora infermiera, affinando e perfezionando quelle innate doti di umiltà, di carità, di bontà e di pietà che già le erano state riconosciute da ragazza al paese nativo.
Punti forti
Una biografia su una grande figura di suora, devota ed eroica, che aiuta a riflettere sulla vita consacrata. La ricostruzione dell’ambiente in cui suor Maria Plautilla è vissuta, specie quello del Piccolo Cottolengo Genovese.
La precisione della ricostruzione storica, grazie all’archivio Don Orione di Roma.
Destinatari
Per chi è vicino al mondo della Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità.
Per chi ama don Orione.
Per chi ha una certa sensibilità verso i poveri e gli ammalati.
Autore Aurelio Fusi è un sacerdote della congregazione di don Orione. Ha conseguito i gradi accademici in Teologia presso le Pontificie Università Lateranense e Gregoriana. Alla ricerca scientifica ha unito l’insegnamento presso l’Istituto Teologico della medesima famiglia. Mentre era parroco a Voghera ha insegnato al SIT, Scuola Interdiocesana di Teologia diAlessandria.È attualmente impegnato come segretario generale e procuratore della congregazione. Con Paoline ha pubblicato: Vogliamo vedere Gesù. Storie di sequela nei Vangeli (2009).
Il volume presenta la testimonianza di vita di padre Marcello Signoretti, ormai per tutti Abba Marcello, per aprire una finestra sul mondo missionario, sulle tante testimonianze di figure che, nel silenzio, si dedicano pienamente ai più poveri e abbandonati.
Ordinato sacerdote all’età di cinquantotto anni – aveva esercitato la professione di ragioniere – e, dopo una vita di sacrificio, di impegno e di fede, sta tuttora dedicando la vita all’Etiopia, in particolare nella regione del Wolayta e nella città di Soddo.
Possiamo così scoprire non solo quanto egli stesso ha operato e sta operando, ma anche l’impegno delle associazioni di volontariato e la vita dei volontari laici.Tra questi conosciamo Attilio e Marian, del Cvm, per tanti anni con i tre figli in Etiopia, e ancora Gianluca e Laura, della Perigeo; Enzo, che dedica alla moglie, scomparsa, il suo impegno per l’Africa; e il grande mondo dell’artigianato, che realizza una Scuola dei Mestieri, inviando a rotazione in Etiopia meccanici, carrozzieri, falegnami e fabbri che formano i giovani del luogo.
Testimonianze di vita, nella convinzione che togliere un po’ del silenzio che le avvolge può aiutare a rafforzare il circuito di solidarietà che anima il tanto impegno.
Punti forti
Forte testimonianza di un sacerdote missionario italiano, tuttora vivente, in Etiopia. Presentazione di associazioni di volontariato laiche e di quanto operano in Africa.
Anno del volontariato.
Destinatari
Chi ama leggere testimonianze e conoscere realtà di servizio agli ultimi.
Educatori, operatori di pastorale e catechisti, missionari laici e religiosi.
Autore Vincenzo Varagona, nato a Lecco nel 1960, è giornalista dal 1982. Collabora dal 1980 con Avvenire. Dal 1987 opera nel Tgr Rai, Marche. Ha realizzato reportage nei Balcani in guerra (Croazia 1993, Kossovo 2001), in Medioriente (2006) e in Africa (1995, 2004, 2009). Nel 2010 la Fondazione Green Accord gli assegna a Pistoia il Premio giornalistico «Sentinella del creato». Ha pubblicato Pollicino nel bosco dei media. Come educare i bambini a un uso corretto dei mezzi di comunicazione (Paoline, 2007); ha curato la pubblicazione di Rai, una per tutti (Edizioni Sigim, 2005) e 50 anni di Ucsi (Edizioni Ucsi, 2010).
Il testo narra il breve arco di vita di Jean-Joseph Lataste (Cadillac-sur-Garonne [Francia] 1832 1869), che da giovane impiegato delle Imposte, dopo ponderata riflessione, entra nell’Ordine dei Frati Predicatori. Divenuto frate domenicano della provincia di Francia, viene destinato come missionario presso le carceri di Cadillac. Lì, durante la sua esperienza missionaria, fonderà l’ordine delle Domenicane di Betania.
Il libro, infatti, racconta come tutta la vicenda umana e spirituale di Padre Lataste lo prepara all’incontro con le detenute del carcere di Cadillac. Incontro che cambierà la vita di quattrocento donne detenute e cambierà anche la vita del predicatore, che diventa testimone delle meraviglie che Dio compie nella loro vita. Ha predicato dentro il carcere un Dio che non giudica, che non guarda al passato, un Dio che non chiede le credenziali, ma che ama e perdona. Loro, le detenute, escluse dalla vita sociale e dalla vita della Chiesa chiedono a padre Lataste di poter dare interamente la loro vita a questo Amore. Questo libro è il racconto di un’avventura iniziata in un luogo di disperazione trasformato in luogo di speranza perché quattrocento donne hanno osato credere che questo amore era possibile anche per loro.
Punti forti
Queste pagine racchiudono il racconto della breve e intensa vita di P. Lataste. Il genio e l’audacia della sua predicazione in carcere sovvertono i canoni della predicazione di quel tempo.
Una vita giocata su Dio e sulla predicazione dell’amore Dio e della speranza sempre possibile.
Destinatari
Semplice e intensa questa biografia, può interessare un vasto pubblico.
Autore Jean-Marie Gueullette, domenicano, è teologo all’Università cattolica di Lione. I suoi lavori sulla storia della spiritualità e su padre Lataste lo hanno portato ad approfondire la questione dell’influsso di Maître Eckhart in Francia nel secolo XVII. Ha pubblicato molte opere con Cerf, fra cui Lascia Dio essere Dio in te (2002).
Emanuele Basile e Mario D’Aleo erano alla guida della compagnia carabinieri di Monreale quando, nel 1980 e nel 1983, furono assassinati dalla mafia. Avevano rispettivamente 30 e 29 anni. Basile passeggiava con la moglie e la figlia. La piccola, quattro anni, era tra le sue braccia quando i killer entrarono in azione.
D’Aleo si trovava sotto la casa della fidanzata. Con lui perirono anche due carabinieri: Giuseppe Bommarito, marito e padre di due figli piccoli, e Pietro Morici.
È una storia di mafia che si svolge nella Sicilia degli anni Ottanta, nella località di Monreale, ma è soltanto un frammento localizzato di una storia che invade da sempre l’intera Isola siciliana.
Ed è una storia di coraggio nel compiere il proprio dovere anche nel pericolo, di impegno e, purtroppo, di solitudine invece di essere affiancati da parte di chi avrebbe dovuto.
Infatti, questi uomini perirono quando furono lasciati soli, senza difese.
La giornalista Michela Giordano, grazie ai ricordi delle famiglie D’Aleo e Basile che persero i loro congiunti, e attraverso gli atti del processo che condannò gli assassini, ha ricostruito una storia interessante per comprendere un’epoca di violenza e di soprusi che avrebbe meritato maggiore attenzione.
Punti forti
L’onestà e l’amore al proprio dovere. Il coraggio di rischiare la vita per il bene comune. Una tragica pagina di storia italiana.
Destinatari
Tutti quelli che cercano la verità nelle vicende tragiche che minano le istituzioni pubbliche e la tranquillità dei cittadini.
autrice Michela Giordano, 32 anni, giornalista di Pagani (Salerno). Attualmente impegnata con l’emittente televisiva Telenuova e con il quotidiano Il Mattino. Ha collaborato, in passato, con le testate Cronache del Mezzogiorno e Metropolis e con il sito web Agoràvox. Autrice del testo teatrale «A’ Fetenzìa», cronaca di un omicidio impunito. È sposata con un ufficiale della guardia di Finanza, di qui nasce il suo particolare interesse per le forze dell’ordine.
Giuseppe Cafasso (1811-1860) svolse la sua azione formativa in pieno Risorgimento. Fu maestro di una schiera di santi sacerdoti, fra cui don Giovanni Bosco. Nell’arco della sua esistenza ha percorso soltanto 30 chilometri di raggio, ma il suo insegnamento e la sua spiritualità, profusi tra il famoso Convitto ecclesiastico di Torino e le carceri regie, furono un moltiplicarsi di santità sacerdotale.
Oggi Benedetto XVI lo ha riproposto, quasi dopo anni di oblio, a modello dei sacerdoti, insieme al santo Curato d’Ars. Di lui ha detto: «Conosceva la teologia morale, ma conosceva altrettanto le situazioni e il cuore della gente, del cui bene si faceva carico, come il buon pastore». Questo uomo di Dio rese inscindibili, attimo per attimo, la vita e la morte. La morte fu sua benigna compagna quotidiana: sempre pronto a «partire», sempre pronto a offrire la chiave d’accesso al paradiso a tutti coloro che si presentavano al suo affollatissimo confessionale. Fu un sacerdote di eccezionale paternità, che si prefisse l’ambizioso disegno di convertire tutti i sessantotto condannati a morte – «i miei santi impiccati», come li chiamava–, che assistette. E il suo disegno si realizzò.
Punti forti
Gennaio 2011: 200° anno dalla nascita del santo. È un libro che esalta tutta la bellezza di essere veri sacerdoti, veri Alter Christus.
Destinatari
Persone credenti e non, interessate al personaggio specifico.
Autrice
Nata a Torino nel 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere con indirizzo storico, è specializzata in biografie. Ha scritto per La Stampa, La Gazzetta del Piemonte, il nostro tempo, Avvenire, L’Osservatore Romano e collabora con diverse riviste culturali e religiose, fra cui il Timone. È membro delle Accademie Paestum, Costantiniana, Ferdinandea, Archeologica italiana. Fra le sue numerose opere, circa quaranta: Giulia dei poveri e dei re. La straordinaria vita della marchesa di Barolo (19983); Madre Teresa. Tutto iniziò nella mia terra (20102); Nello specchio del Cardinale John Henry Newman (2010). Con Paoline ha pubblicato: Elena. La regina mai dimenticata (20022); Giovanna di Savoia. Dagli splendori della reggia alle amarezze dell’esilio (20022); Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald (20074); Paolo VI. Il papa della luce (2008); Giovanni Paolo II. L’uomo e il Papa (2011). Dal suo studio dedicato alla principessa Mafalda è stata tratta la fiction per Canale 5 Mafalda di Savoia. Il coraggio di una principessa, prodotta da Angelo Rizzoli e diretta dal regista Maurizio Zaccaro.
È la vicenda di un giovane sacerdote che muore colpito da uno dei suoi ragazzi assistiti.
La sua vita pastorale è piena di impegni: educatore in oratorio, insegnante di religione nel liceo classico, membro del consiglio presbiterale diocesano, direttore del settimanale diocesano «Luce» nell’edizione dell’Alto milanese. È molto stimato anche per le sue raffinate qualità intellettuali, ma soprattutto è una guida spirituale instancabile e illuminata, le sue omelie lasciano il segno e il suo rapimento durante la celebrazione eucaristica ne rivelano la grande fede.Visita gli ammalati, le persone sole e si prende a cuore gli sbandati. Tra loro c’è un ragazzo psicolabile, Maurizio, che don Isidoro cerca di riabilitare.
Negli anni Ottanta, il dilagare della droga tra i giovani non lo lascia indifferente. Con l’aiuto di altri volontari, ristruttura una cascina e ne fa un «Centro di recupero».
Rubando il tempo al sonno, studia libri di psicologia ed elabora un metodo di riabilitazione: Dallo sballo all’empatia. Diagnostica della tossicodipendenza, testo ancora oggi alla base del lavoro della Comunità.
La notte del 14 febbraio 1991 Maurizio, geloso delle attenzioni che il sacerdote riserva anche agli altri bisognosi, va a cercarlo e lo colpisce con una coltellata al cuore.
Don Isidoro muore all’istante. Ha soltanto 46 anni.
Punti forti
La forza di una vocazione di solidarietà: il sacerdozio.
Destinatari
Giovani, educatori e quanti vogliono conoscere una testimonianza evangelica del nostro tempo.
Autori
Cristina Tessaro, laureata in lettere moderne, giornalista in alcune reti televisive locali, presso il quotidiano La Prealpina e diversi altri periodici; collabora a varie attività culturali e religiose. Da gennaio 2008 si occupa, come libera professionista, di un ufficio stampa e copywriter per conto di enti pubblici, agenzie di comunicazione, associazioni, aziende. Con le Paoline ha pubblicato il volume Santa Rita da Cascia (2009).
Nella storia d’Italia,Adua evoca la clamorosa sconfitta che l’esercito italiano subì nel 1896 per opera delle truppe abissine del negus Menelik II.
Proprio sotto quelle montagne che videro la disfatta di una politica colonialista, oggi ad Adua sorge la Missione Kidane Mehret, che suor Laura Girotto, salesiana, ha fondato negli anni Novanta con un esiguo gruppo di religiose. La Missione si prende cura di donne, bambini, ha un’officina per l’avviamento al lavoro, ha una scuola, ed esiste già un progetto per la costruzione di un ospedale.
Insomma, le armi della guerra sono state sostituite da quelle della solidarietà, dell’impegno umanitario, dei progetti a favore dei bisognosi. Mai imposti ma sempre concordati con le autorità locali, ascoltando le vere esigenze della gente del posto.
«Questa è la storia», scrive l’Autore, «forse istruttiva e di sicuro sconosciuta ai più, di come nasce una Missione. Del “bene” che riesce a produrre attorno a sé. Delle fatiche quotidiane, delle delusioni da superare, delle ostilità da aggirare. Ma è, soprattutto, la storia di un sogno diventato realtà. E che, come tale, ha ancora e sempre bisogno di essere sognato».
Tra i collaboratori di sr Laura c’è anche il fratello Silvano, la cui autobiografia – Mi chiamavano Frate Mitra – è stata pubblicata da Paoline nel 2002.
Punti forti
La forza della testimonianza di sr Laura Girotto, capace di superare difficoltà e pregiudizi.
ricorrenze particolari
Destinatari
Pubblico ampio, di giovani e adulti, interessati soprattutto all’impegno sociale.
Autore
Niccolò D’Aquino (Atene, 1948), giornalista, è corrispondente dall’Italia di America Oggi, il più importante quotidiano italiano all’estero. Nella sua lunga carriera è stato,tra l’altro,capo servizio al Giornale di Indro Montanelli, corrispondente da New York dell’agenzia Ansa, capo servizio dei notiziari italiani di Radio Montecarlo, inviato del settimanale economico Il Mondo e poi di Io donna, settimanale del Corriere della Sera. Si occupa di globalizzazione con Globus et Locus, il think tank milanese fondato da Piero Bassetti. Con un gruppo di altri professionisti ha inoltre fondato Italic Digital Editions, società che si occupa di e-book e di editoria elettronica.
Con rigore storico viene tracciata la biografia di Madre Elena Aiello (1895-1961), Fondatrice della Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Fin da bambina manifesta il desiderio di farsi religiosa, ma le vicende della Prima Guerra Mondiale fanno ritardare questo evento. Dopo gli eventi bellici entra dapprima nell’Istituto delle Suore del Preziosissimo Sangue, che però presto deve lasciare a motivo delle gravi malattie che l’hanno colpita. Ritornata in famiglia, si aggrava ulteriormente, ma è guarita miracolosamente per intercessione di santa Rita.
Dopo l’incontro con Luigina Mazza fonda a Cosenza una nuova Opera il cui scopo è: «Onorare la Passione del Signore e soccorrere spiritualmente e concretamente, gli umili, i poveri e in modo particolare l’infanzia bisognosa».
Le giovani che si uniscono a tale Opera divengono religiose, chiamate «Minime» per l’affinità spirituale che le avvicina a san Francesco di Paola, modello e patrono principale della nuova famiglia religiosa. L’Istituto si espande in Italia e all’estero.
La vita Madre Elena Aiello è caratterizzata dalla suo unione alla Passione di Gesù, dalle stimmate e da fenomeni mistici. Morta in concetto di santità, sarà beatificata il 14 settembre 2011.
«Esprimo la gioia immensa della Chiesa cosentina che vedrà una sua figlia elevata all’onore degli altari, lei che ha saputo mostrare la fecondità della sofferenza e il senso pieno della Croce abbracciata per amore. il suo carisma, che prosegue grazie alle suore Minime della passione,
è quanto mai attuale...».
(Monsignor Nunnari, vescovo di Cosenza-Bisignano)
Destinatari
Religiose/i, educatori, operatori di pastorale e catechisti.
Chi ama leggere agiografie.
Autori
Giuliana amodio, religiosa delle Suore Minime della Passione di N.S.G.C, già autrice della prima biografia Infaticabile nella carità. Ha studiato presso l’Universiità Cattolica di Milano.
Punti Forti
Il 14 settembre 2011 si celebra la beatificazione di Madre Elena Aiello. Come Fondatrice di un Istituto religioso femminile può interessare particolarmente alle religiose e agli educatori.
Molto conosciuta e venerata soprattutto in Calabria
Il volume presenta al lettore la figura di Dorothy Stang, missionaria statunitense (della congregazione delle suore di Nostra Signora di Namur), naturalizzata brasiliana, conosciuta come l’“ambientalista amazzonica”, assassinata nel 2005 mentre si trovava ad Anapu, nello stato brasiliano del Parà, Stato che detiene i record nelle deforestazioni, negli abusi dei dritti umani e nei crimini ambientali.
Da sempre schierata a favore dei più poveri e per la difesa dei diritti dei lavoratori, suor Dorothy si inserisce a pieno titolo nel fermento culturale e sociale che affonda le sue radici nella Teologia della liberazione e nel fervente impegno sociale che seguì la Conferenza deiVescovi dell’America Latina tenutasi a Medellín nel 1968. Suor Dorothy, che prese con forza posizione contro i latifondisti e il loro atteggiamento aggressivo, sosteneva l’idea di una Chiesa che fosse voce profetica di giustizia sociale; lottò per difendere la foresta amazzonica dalla fame di soldi dei latifondisti dove tutto si trasforma in distruzione, rapina, morte. La sua lotta diventa lotta per salvaguardare il creato:“Non fuggirò e non abbandonerò la lotta di questi contadini che non hanno protezione, nel mezzo della foresta. Loro hanno il diritto sacro a una vita migliore in una terra dove possano vivere e produrre con dignità”.
lottare per la salvaguardia del creato. lottare perché i poveri non muoiano alla speranza. lottare per la conversione di quei latifondisti accecati dall’insaziabile brama di soldi e di terra che ha accecato i potenti del Brasile.
Punti forti
La fama dell’Autore.
Una biografia su una figura ancora poco conosciuta: Dorothy Stang, uccisa dai latifondisti dell’Amazzonia per il suo impegno a difesa dei più poveri espropriati della loro terra.
Ricco inserto fotografico.
Una grande figura della nostra contemporaneità che aiuta a riflettere su scottanti temi sociali.
Destinatari
Per chi si interessa dei problemi sociali dell’America Latina.
Per chi ha una “coscienza ecologica”.
Autore
Valentino Salvoldi (Bergamo, 1950) è un sacerdote e prolifico scrittore. Docente di Antropologia culturale, oltre ad aver insegnato all’Accademia Alfonsiana di Roma, ha esercitato anche in Nigeria, Burundi e Zambia. Ha istituito la Fondazione Shalom, volta a favorire lo sviluppo dei Paesi del Terzo mondo. Con Paoline ha pubblicato: Dalla legge all’amore. Dai comandamenti alle beatitudini (2005); Vivere... se questo basta. Un sentiero d’amore (2006).
La protagonista, WangTing, racconta la sua vita in un piccolo paese al centro dell’immenso sub-continente asiatico, la Cina.Wang Ting è cattolica, molto impegnata nella comunità parrocchiale.A partire dalla sua esperienza, si chiede come si vive da cattolica in un Paese in cui la religione conta poco e meno ancora i valori cristiani. WangTing riferisce con semplicità la sua quotidianità, la fede, le vicende della sua famiglia e anche dei problemi con le autorità statali, sempre molto guardinghe nei confronti di chi in qualche modo esprime la fede in Dio.
Si è introdotti nel racconto dalla Prefazione di Kristin Kupfer, che narra come ha conosciuto Wang Ting e come ha realizzato il volume. Seguono sei capitoli:
1. Dio è anche cinese (Wang Ting, cristiana e assistente sociale)
2. Non confidare nelle proprie forze, ma in Dio (forza di attrazione e significato del cattolicesimo in Cina)
3. Credere interiormente (storia del cattolicesimo in Cina)
4. La messa è un dovere (Cattolicesimo, famiglia e comunità)
5. Non voglio dovere decidere tra sincerità e successo (cattolicesimo e società in Cina)
6. La fede non conosce frontiere(cattolicesimo in Cina, relazioni internazionali e politica).
In conclusione, un breve glossario per consentire di entrare meglio in questo spaccato di vita in Cina.
Un libro autentico, che illustra la situazione di vita di una piccola porzione di cristiani,testimoni della fede cristiana nel regime comunista cinese.
Punti forti
Grandissima attualità del tema..
La Cina, il Paese più popoloso del mondo, ricopre un ruolo di primissimo piano nel panorama sociale, politico ed economico di oggi, rivestendo un notevole interesse culturale ed economico per l’Occidente e anche per l’Italia.
Clima di vessazione e di persecuzione aperta in cui vivono i cattolici della Chiesa fedele al Papa, contrapposta alla Chiesa patriottica, favorita dal regime cinese.
Testimonianza di fede commovente e coinvolgente, che consente di conoscere il contesto di vita familiare, ecclesiale e sociale in un angolo della Cina del nostro tempo.
Destinatari
Giovani e adulti in genere, persone interessate a conoscere la Cina e la particolare esperienza di vita e di fede narrata.
Autori
Kristin Kupfer, tedesca, nata nel 1974, è sinologa e politologa. Dal 2007 vive come giornalista a Beijjng. Nel 2009 si è laureata con una tesi sul tema: Origine e sviluppo di movimenti spirituali-religiosi dal 1978 nella Repubblica popolare cinese. Titolo originale dell’opera tedesca: Gott ist auch Chinese. Eine chinesische Christin erzält ihr Leben, Sankt Ulrich Verlag, Augsburg 2010.
Suor Enrichetta entrò a vent’anni tra le suore della Carità di santa Giovanna Antida Thouret. In seguito si ammalò gravemente: tubercolosi ossea e restò paralizzata per tre anni. Ma nel 1923 guarì improvvisamente dopo aver bevuto dell’acqua di Lourdes. E venne destinata al carcere di San Vittore a Milano per occuparsi dei carcerati. Nominata superiora della comunità, aprì scuole all’interno del carcere, laboratori, asilo nido per i figli delle detenute. Ma durante l’ultima guerra i tedeschi si impossessarono del carcere e vi insediarono il loro quartiere generale.
È il tempo dei rastrellamenti degli ebrei e delle deportazioni nei campi di sterminio tedeschi. San Vittore è il punto di raccolta e di smistamento. Suor Enrichetta si prodiga come può per alleviare tanta tragica sofferenza. E fa da tramite tra i prigionieri e le loro famiglie ancora libere ma in pericolo di rastrellamento. Accusata di spionaggio, viene arrestata e internata nei sotterranei di San Vittore. Processata, è condannata alla fucilazione, ma per l’intervento del cardinale Schuster viene graziata e internata in una struttura che ospita persone con problemi psichici.
Finita la guerra e il pericolo nazista, ritornò di nuovo a San Vittore a continuare la sua missione. Qui morì nel 1951. Aveva vissuto quasi trent’anni in questo carcere a consolare, aiutare come poteva.
E c’era chi la chiamava l’Angelo di San Vittore e chi la Mamma di San Vittore.
Punti forti
Una pagina di eroismo del periodo nazista in Italia.
La persecuzione degli ebrei.
Evento che consiglia l’uscita in tale data: la
beatificazione di Suor Enrichetta Alfieri il 26 luglio 2011 prossimo.
Destinatari
Chiunque è interessato agli eventi storici dell’ultima Grande guerra.
Luoghi: soprattutto carceri, scuole (per integrare lo studio della Seconda guerra mondiale), istituti religiosi.
Autore
Luisa Bove, giornalista professionista, vive e lavora a Milano. Ha conseguito il baccalaureato presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Scrive sui giornali della diocesi di Milano Incrocinews, Il Segno e sull’inserto Milano 7 di Avvenire. Nel 2008 ha ricevuto il premio giornalistico indetto dalla Croce Bianca di Milano per il suo centenario. Per l’editrice Monti ha pubblicato Carlo Maria Martini, una voce nella città (2003), per Il Gabbiano Anna Sironi, una vita per il Brasile (2005), tradotto in portoghese nel 2007.
È una delle figure femminili più straordinarie dell’Ottocento. Discendente del ministro francese Jean Baptiste Colbert, crebbe nella rivoluzione francese; la nonna e altri parenti furono ghigliottinati.
Personalità molto dotata per natura, ebbe molte opportunità di studi e di viaggi, a differenza delle donne dell’epoca. Fu anche scrittrice e pittrice di talento. Damigella d’onore alla corte di Napoleone, qui conobbe il marchese italiano Carlo Tancredi Falletti di Barolo che divenne suo marito.Venuta in Italia, Juliette accolse in pieno la cultura italiana e italianizzò anche il suo nome in Giulia. I coniugi non ebbero figli e, molto religiosi, decisero di dedicarsi ai poveri di Torino dove abitavano. La loro famiglia era “una famiglia aperta”, in anticipo sui tempi. Non solo tenevano salotti letterari ma la loro casa era aperta anche ai bisognosi. Silvio Pellico, uscito dalle carceri dello Spielberg, venne assunto dai Barolo come bibliotecario per dargli un aiuto. Giulia si dedicò in modo particolare al recupero delle donne in carcere a Torino. Si adoperò presso le autorità per una riforma carceraria che aveva discusso con le carcerate stesse. Diede loro una istruzione civile e religiosa, e lavori di cucito, maglieria, in modo che avessero qualche soldo all’uscita dal carcere. Morto il marito, trasformò il piano nobile del palazzo in laboratorio per le ragazze povere e vi costruì un ammezzato per il loro dormitorio. Fondò asili, case di accoglienza, chiese, un istituto religioso per l’assistenza ai poveri. Per queste opere profuse tutte le sue ricchezze e quelle del marito che l’aveva lasciata erede universale.ATorino esiste ancora la Fondazione Barolo che sostiene le opere iniziate dai due coniugi.
Punti forti
Una coraggiosa figura di donna in un periodo ancora oscurantista per il mondo femminile.
Destinatari
Le donne e chi si occupa del mondo femminile; per chi ama conoscere particolari periodi storici e il ruolo femminile determinante per il cambiamento di alcune situazioni sociali.
Autore
Angelo Montonati, giornalista professionista, ha lavorato in diversi quotidiani prima di approdare alla Radio Vaticana dove contribuì al lancio del Radiogiornale. Dal 1969 ha collaborato a Famiglia Cristiana come inviato e vaticanista. Dal 1981 è stato caporedattore del mensile Jesus. Ha curato per Rizzoli un’antologia di pensieri e discorsi di Giovanni Paolo II, e si è dedicato a numerose biografie di Santi e Beati.Attualmente collabora ai Periodici Paolini: Famiglia Cristiana, Jesus, Club3 e Cooperatore Paolino, al mensile Rogate, al settimanale torinese Il Nostro Tempo e alla Radio Vaticana, mentre per Radio Maria cura ogni prima domenica del mese un programma su Santi e Beati dal titolo I Sempregiovani.
Un giovane avvocato, Bartolo Longo, dopo una vita piuttosto allegrotta e deviata, si converte. Cerca di farsi una famiglia sua ma, inspiegabilmente, ogni volta che sta per sposarsi si verificano avvenimenti tali per cui tutto finisce nel nulla.“Mi farò religioso”, pensa il giovane. Ma in convento non lo vogliono. Gli dicono: «Ci sono disegni di Dio su di te che devono compiersi». Quali? Finché un giorno si fa luce nel suo cuore e nella sua mente e comprende finalmente quale sarà il suo futuro.
Una giovane donna della nobiltà partenopea, Marianna De Fusco. Sposa felice con cinque bambini, rimane vedova per la morte prematura del marito, il conte De Fusco. Dopo questo dolore, la giovane decide di dedicarsi esclusivamente ai figli e alle opere di carità. E cura una intensa vita spirituale.
L’incontro casuale con l’avvocato Longo la coinvolge in un progetto per bambini orfani e abbandonati, e alla costruzione di una piccola chiesa che, invece, evolverà nella costruzione dell’ormai celebre Santuario della Madonna di Pompei e delle opere a favore dei bisognosi. Ma per poter lavorare in pace in questa missione, i due dovranno sposarsi.
È una storia complessa ma ricca di interventi della Provvidenza nei percorsi degli uomini, non sempre allineati a quelli di Dio. Soprattutto è una storia sulla presenza di Maria in questa città che diventa uno dei poli di devozione mariana più amati al mondo.
Punti forti
Una pagina di Vangelo vissuta in modo radicale da una coppia di laici.
Una grande testimonianza di solidarietà sociale e di carità evangelica nonostante notevoli difficoltà.
Una figura femminile di grande rilievo umano e apostolico.
Aspetti storici e culturali di un’epoca.
Destinatari
A quanti desiderano conoscere percorsi significativi di vita.
autrice Beatrice immediata, delle Figlie di san Paolo, laurea in Pedagogia, studi sulla comunicazione di massa, lunghi anni di docenza in vari Istituti, collaborazioni a riviste, trasmissioni radiofoniche e televisive. Attualmente è redattrice nel Centro Paoline Editoriale Libri Milano. Ha pubblicato per la stessa Editrice: Dicci chi sei. Riflessioni sulla figura del Cristo e dintorni (2001), Un apostolo senza frontiere. Don Bernardo Antonini (2005), Le ali dell’oggi e altri shorts (2007), La canzone del deserto (2007), Un biglietto per Pechino (2007), Giuseppe Moscati. Un uomo, un medico, un santo (20113). La memoria delle cose. Pagine di vita (2010), Piccole storie dalla parte della speranza (2010).
In Italia e nel mondo tutti conoscono don Oreste Benzi, il presidente dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, l’«infaticabile apostolo della carità», come lo ha descritto papa Benedetto XVI nel messaggio in occasione del suo ritorno alla casa del Padre.Tutti conoscono il padre dei poveri, dei diseredati, degli emarginati, di chi non ha voce. Ma non tutti sanno che don Benzi, per ben trentadue anni, dal 1968 al 2000, è stato anche parroco della Resurrezione, al quartiere grotta Rossa di Rimini, comunità parrocchiale che lui stesso ha fondato, insieme ad altri sacerdoti.
Si può affermare che don Oreste Benzi è diventato quella figura di sacerdote che tutti conoscono anche grazie all’esperienza di parroco. E certamente in tale esperienza ha comunicato e alimentato il suo carisma, così da imprimere un marchio inconfondibile alla sua parrocchia.
Questo volume cercherà di raccontare nei dettagli lo spirito, le tappe, gli avvenimenti di questa originale avventura pastorale. Sarà un racconto costruito con le parole e le riflessioni dello stesso don Oreste, e anche con le testimonianze dei suoi parrocchiani, di chi si è lasciato coinvolgere e trascinare dal suo carisma.
Punti Forti
Don Oreste Benzi dal 1968 al 2000 è stato parroco alla Resurrezione, nel quartiere grotta Rossa di Rimini. Questo aspetto, ignorato dai più, è stato ricostruito attraverso le parole dello stesso don Benzi e le interviste rivolte ai suoi parrocchiani.
Prefazione di mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini.
Un intenso inserto fotografico.
destinatari
Per chi desidera approfondire la conoscenza di un aspetto inedito di don Oreste Benzi.
Autore
Valerio lessi è giornalista e consulente di web marketing.Vive e lavora a Rimini. Su don Benzi per San Paolo ha pubblicato il libro intervista Con questa tonaca lisa (2001) e la biografia Don Oreste Benzi. Un infaticabile apostolo della carità (2008); per Paoline ha pubblicato, tra l’altro, la biografia Enrico Bartoletti. Vescovo del Concilio Testimone di speranza (2009). Francesco Lambiasi è stato rettore del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni dal ’93 al ’99. Dal 2001 al 2007 è stato assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica, a cui ha dato vigoroso impulso. Dal 2007 è vescovo di Rimini.
La biografia contiene una parte dedicata alla vita in Polonia di Karol Wojtyla. Al di là dei dati biografici, comunque richiamati, particolare attenzione verrà posta sul suo modo di essere cattolico, sacerdote e vescovo. Un’altra parte analizzerà il papato di Giovanni Paolo II, in cui farà da spartiacque, certamente, il 1989. L’analisi religiosa del pontificato verrà bipartita tra problemi pastorali e problemi dottrinali.
Grande risalto, comunque, sarà dato alla figura umana del personaggio. L’uomo Karol Wojtyla risulta essere il prologo dell’uomo Giovanni Paolo II. Nel periodo del pontificato, ci si è mostrato un uomo capace di dare il medesimo vigore spirituale sia alla propria potenza fisica (il papa sportivo), sia alla debolezza di un corpo colpito duramente dalla malattia, ma mai da essa domato; il tratto umano fondamentale, che si cercherà di far emergere, anche sottolineando le espressioni di dolcezza, è quello del combattente indomito. Ovviamente, si parlerà anche dell’eredità di questo pontefice.
AUTRICE
Cristina Siccardi è nata a Torino nel 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere con indirizzo storico, è specializzata in biografie. Ha scritto per La Stampa, La Gazzetta del Piemonte, il nostro tempo, Avvenire, L’Osservatore Romano e collabora con diverse riviste culturali e religiose, fra cui il Timone. È membro delle Accademie Paestum, Costantiniana, Ferdinandea, Archeologica italiana. Fra le sue numerose opere, circa quaranta: Giulia dei poveri e dei re. La straordinaria vita della marchesa di Barolo (19983); MadreTeresa.Tutto iniziò nella mia terra (20102); Nello specchio del Cardinale John Henry Newman (2010). Con Paoline ha pubblicato: Elena. La regina mai dimenticata (20022); Giovanna di Savoia. Dagli splendori della reggia alle amarezze dell’esilio (20022); Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald (20074); Paolo VI. Il papa della luce (2008). Dal suo studio dedicato alla principessa Mafalda è stata tratta la fiction per Canale 5 Mafalda di Savoia. Il coraggio di una principessa, prodotta da Angelo Rizzoli e diretta dal regista Maurizio Zaccaro.
Si tratta di una biografia di Guido Maria Conforti (Casalora di Ravadese 1865 Parma 1931), fondatore dei Missionari Saveriani.
La sua vocazione missionaria si concretizzò nel 1895 con la fondazione dell’Istituto emiliano per le missioni estere, ufficialmente riconosciuto nel 1898 come Congregazione di San Francesco Saverio per le missioni estere. Terra di missione per i primi saveriani: la Cina.
Vicario generale a Parma, nel 1902 fu nominato arcivescovo di Ravenna e, nel 1907, vescovo di Parma. Svolse nel contempo una grande attività per sostenere il crescente spirito missionario della Chiesa italiana tra XIX e XX secolo. Egli stesso si recò in visita in Cina nel 1928.
Beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1996, sarà a breve proclamato santo da papa Benedetto XVI.
Questa biografia è stata redatta in occasione della canonizzazione di Guido Maria Conforti, utilizzando come fonti i documenti del processo diocesano e di quello apostolico per la canonizzazione, gli scritti del Conforti stesso e la documentazione raccolta da Franco Teodori nei suoi 28 volumi noti come Fonte Confortiana Teodoriana, oltre a testimonianze extraprocessuali conservate negli Archivi della Postulazione e informazioni raccolte dalla viva voce di persone degne di fede.
Presentazione di Mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma.
Prefazione di P. Rino Benzoni, superiore generale dei saveriani.
DESTINATARI
In particolare missionari (specialmente salesiani), diocesi di Ravenna e di Parma, di cui G.M. Conforti è stato rispettivamente arcivescovo e vescovo E tutti coloro che amano il genere biografico.
AUTORE
Augusto Luca, saveriano, è stato direttore delle riviste dell’Istituto e missionario in Giappone. È autore di diverse biografie di missionari in Oriente.Tra i suoi titoli più recenti ricordiamo: L’ultimo missionario, L’abate Giovan Battista Sidotti e la sua scomparsa in Giappone nel 1708 (Milano 2009); Nel Tibet ignoto (Milano 20092); Pietro Uccelli, uomo di Dio (Brescia 2005); Madre Agnese Shih, testimone di Cristo in Cina (Roma 2005). Con Paoline ha pubblicato Anna Maria Adorni. Madre degli ultimi (Milano 2010).
Nel dicembre del 1943 Sofia Schafranov, medico di origine russa, in servizio presso un sanatorio in provincia di Sondrio, viene arrestata. Dopo alcuni giorni di prigionia nel carcere di San Vittore – insieme alla madre e ad altri 1200 ebrei, stipati in carri-bagaglio ermeticamente chiusi – dalla stazione centrale di Milano iniziano il triste viaggio di «deportati» verso i campi di Auschwitz.
Sofia riuscirà a sopravvivere ai due anni di prigionia nei lager e in queste pagine l’autore (suo cognato) le cede la parola perché sia lei a narrare, quasi con rassegnata indifferenza, l’orrore vissuto: i viaggi massacranti, il freddo, la fame, le selezioni, i maltrattamenti, le percosse, le umiliazioni, il tifo, gli aguzzini, le stragi, il servizio medico presso il Revier o lazzaretto di Birkenau, dove cinquecento «cadaveri viventi» combattevano tra la vita e la morte, senza una reale possibilità di fare qualcosa per loro.
Un orribile calvario durato fino al 15 maggio 1945, quando grazie all’arrivo degli americani, si può riassaporare la libertà.
Forte testimonianza in difesa della memoria contro i crimini nazisti, nei campi di concentramento. La prima pubblicazione (Sorzogno 1945), molto vicina come data ai tragici fatti raccontati, rende il volume un prezioso «documento»-testimonianza.
il volume esce in occasione della Giornata della memoria (27 gennaio).
Destinatari
Largo pubblico
Autore Alberto Cavaliere, giornalista, poeta e scrittore, nato a Cittanova Calabra il 19 ottobre 1897, morto a Milano, il 7 novembre 1967, ha pubblicato tra gli altri La chimica in versi, riedita recentemente da Mursia. Ha collaborato alla radio come sceneggiatore e conduttore, in particolare per il Gazzettino Padano. È stato deputato della Repubblica tra il 1953 e il 1958.All’epoca di questa pubblicazione (1943) era redattore del Marc’Aurelio, il bisettimanale umoristico romano.
Una biografia sulla figura di monsignor Augusto Bertazzoni (1876-1972), pastore delle Chiese di Potenza e Marsico, in Basilicata, negli anni che vanno dal 1930 al 1966. Pagine che raccontano la “storia bellissima” – come dice il lucano don Giuseppe De Luca – dell’avventura apostolica del servo di Dio Augusto Bertazzoni.
Originario del Nord Italia – nasce nella provincia di Mantova nel 1876 – si trova a dover affrontare la dura realtà dell’Italia del Sud,tra i monti lucani,nella prima metà del ’900,in una terra nella quale“il fascismo relegava i confinati”, come osservò il vescovo di Mantova mons. Carlo Ferrari.
Tempi difficili e drammatici, tempi di arretratezza e di povertà, di fascismo e di guerre, di bombardamenti e di ricostruzioni, di eventi epocali quali la fondazione delle Repubblica Italiana e la celebrazione del ConcilioVaticano II.
Nel dopoguerra prevalse in lui un approccio più pragmatico, che efficacemente l’autore definisce “magistero del quotidiano”. Fu in prima linea nella ricostruzione materiale e morale della sua diocesi e di tutta la Basilicata.
Ormai novantenne, mons. Bertazzoni, formatosi negli ultimi decenni dell’Ottocento, ma capace di affrontare tutte le sfide col coraggio e la speranza di un “uomo nuovo”, sedette con ammirevole assiduità fra i padri conciliari.
Punti forti
La conoscenza diretta dell’autore maturata inseguito a un personale rapporto di collaborazione con mons. Bertazzoni, nota penna del panorama culturale potentino.
La presentazione è di mons. Agostino Superbo e l'introduzione storica di Giampaolo D’Andrea.
Lodevole l'intenso inserto fotografico.
Destinatari
Per chi desidera conoscere un’importante figura della Chiesa italiana del Novecento.
Autori
Gerardo Messina, teologo, saggista e giornalista di Potenza.
Agostino Superbo, arcivescovo metropolita di Potenza.
Giampaolo D’Andrea, politico italiano, inizia come deputato presso le fila della DC; ha partecipato poi alla fondazione del Partito Democratico. È docente di storia presso l’Università degli Studi di Potenza.
Don Italo Calabrò è un sacerdote di Reggio Calabria, morto di tumore a 64 anni nel 1990. Personalità eccezionalmente dotata, ricopre vari ruoli di responsabilità ecclesiale a livello regionale e diocesano. Cura con amore la sua piccola parrocchia sui monti reggini, angariata dalla presenza mafiosa. Si batte con questa piaga sociale, causa di numerosi delitti nel territorio e sollecita interventi dalle forze civili e religiose e della stessa popolazione ma con interventi di lotta pacifica, secondo il Vangelo.
punti forti
Un prete che vive “accanto” ai bisogni della gente; Una rete di opere di promozione umana e sociale per i più svantaggiati;
Ottimismo verso il futuro.
destinatari
Chi opera nel Volontariato, sacerdoti e quanti si interrogano sui mali della società e “come” porvi rimedio.
autori
Renzo Agasso, nato a San Bernardo di Carmagnola (Torino), sposato, tre figli, venti libri, giornalista, direttore del mensile Camilliani, collaboratore del Nostro Tempo, ha pubblicato tra l’altro, per le Paoline, le biografie del magistrato Gian Carlo Caselli (1995) e Preti in prima linea su tutti i fronti (1995). Per le Edizioni San Paolo, Il caso Ambrosoli (2005), Storia di calcio e d’amore (2005), Martinazzoli (1996), Muccioli (1997), Elogio del somaro (con don Antonio Mazzi, 2006), Dominique Lapierre (2007), Il piombo e il silenzio (con il figlio Domenico, 2008), Vuoi trasgredire? Non farti! (con Giorgia Benusiglio, 2010); per la Rizzoli La vita ai supplementari (con Giovanni Galli), 2010).
L’Autore propone qui un’accurata biografia mostrando una particolare cura e attenzione nell’accompagnare il lettore a comprendere la figura di questa beata nel contesto di un tempo storico particolare, quello degli ultimi duchi e dell’avvento del Regno d’Italia. Anna Maria Adorni, da sempre amata e apprezzata per il suo servizio ai più poveri ed emarginati da tutta la popolazione di Parma, ora è riconosciuta e proposta a tutti come modello alto di vita cristiana e di carità.
punti forti
La pubblicazione celebra l’avvio alla beatificazione di Madre Adorni decretato lo scorso 27 marzo da papa Benedetto XVI e prevista per l’autunno 2010.
destinatari
Largo pubblico, giovani e meno giovani
autore
Augusto Luca è missionario saveriano.
Il volume riporta la cronaca della «scoperta» che Malcolm Muggeridge ha fatto di Madre Teresa e dell’Ordine religioso da lei fondato alla fine degli anni Sessanta, quando ancora nel mondo non si parlava di questo straordinario personaggio, simbolo della carità cristiana. Il famoso giornalista inglese, infatti, aveva girato a Calcutta un fortunato servizio intitolato Qualcosa di bello per Dio per conto della BBC nel 1969, e da quell’esperienza era scaturito il volume con lo stesso titolo. Non si tratta, quindi, propriamente di una biografia, ma della comunicazione delle osservazioni e delle riflessioni che Malcom Muggeridge ha registrato stando accanto a Madre Teresa per le strade di Calcutta, accompagnandola nel suo farsi vicina ai più poveri fra i poveri. Ricco di molte e belle foto in bianco e nero e a colori, il libro comprende anche la trascrizione delle conversazioni di Madre Teresa con l’Autore, una selezione dei suoi scritti e delle sue meditazioni, il tutto con lo scopo di rendere ragione della rilevanza del suo messaggio.
punti forti
In agosto 2010 ricorre il centenario della nascita di Madre Teresa di Calcutta. Il volume, edito per la prima volta nel 1971, è un best-seller mondiale. In questa versione italiana è una riedizione di una edizione precedente pubblicata dalla San Paolo.
L’Autore ha portato a conoscenza di un vastissimo pubblico la figura, l’opera e la spiritualità di Madre Teresa.
destinatari
Tutti. In modo particolare giovani e tutti coloro che vogliono conoscere Madre Teresa attraverso passi dei suoi scritti, testimonianze, fotografie...
autori
Malcolm Muggeridge, inglese, è nato nel 1903. Ha iniziato la sua carriera come lettore all’Università del Cairo e poi si è occupato di giornalismo. Ha lavorato presso alcune testate internazionali: The Guardian, Calcutta Statesman, Evening Standard e Daily Telegraph. Successivamente si è occupato di programmi per la radio e la televisione per conto della BBC. È morto nel 1990, all’età di 87 anni.
Il volume raccoglie una selezione degli scritti di mons. Francesco Maria Vassallo, fondatore del Movimento Missionario Cenacolisti. Questi testi sono una sorta di autobiografia spirituale, una testimonianza della vita sacerdotale di questo prete che fu illuminato direttore spirituale e parroco della chiesa di Maria Santissima della Fontana in Torremaggiore (Foggia). Chiude il volume un’Appendice in cui si tratteggiano la storia e il carisma del Movimento Missionario Cenacolisti, a partire dalla profonda dimensione battesimale e presbiterale che ha caratterizzato l’esistenza di don Vassallo.
PUNTI FORTI
La prefazione è di mons. Lucio Angelo Maria Renna, vescovo di San Severo (Foggia), mentre gli scritti di don Vassallo presentati in questo volume sono a tutt’oggi inediti.
DESTINATARI
In particolare: il Movimento Missionario Cenacolisti fondato da Don Vassallo e riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa nel 1995 e la diocesi di San Severo (Foggia).
IL CURATORE
Francesco Armenti, sacerdote, è giornalista e scrittore. Collaboratore di testaste nazionali e autore di saggi d’attualità religiosa e teologica, è impegnato nel ministero della predicazione in Italia e all’estero e nella diaconia della cultura e della carità. Articolista, tra l’altro, di "Voce di Padre Pio", "Studi su Padre Pio" e "L’Amico del Terziario", cura per "Teleradio Padre Pio" una rubrica quotidiana, intitolata "Il sorriso della Vita nonostante tutto".
Il testo propone la lettura della figura di Giovanni Paolo II come grande comunicatore. Un Papa che ha saputo introdurre un modo nuovo e rivoluzionario di comunicare, per la Chiesa al suo interno e nei suoi rapporti con l’esterno, irrompendo nella vita della gente con i mezzi di comunicazione. La sua proverbiale esortazione «Non abbiate paura», rivolta a tutti gli uomini di buona volontà, è risuonata ripetutamente, a schiudere orizzonti nuovi alla storia.
L’autrice, situando e ripercorrendo il pontificato di Giovanni Paolo II ne evidenzia i temi portanti: la centralità di Cristo, il recupero della persona come soggetto attivo della propria esistenza, la difesa della dignità umana...
Wojtyla ha percorso il suo cammino di santità con sorprendente spontaneità, diventando piena realtà di comunicazione. I media hanno rimbalzato la sua voce calda, comunicativa e ricca di sfumature, i suoi gesti, il canto, il sorriso, le carezze, il suo stare vicino alle persone, le sue celebrazioni, come la sua morte: tutto è divenuto «evento» indimenticabile, carico di grande forza emotiva. Utilizzando le nuove tecnologie questo Papa ha insegnato a non averne paura.
Punti forti
Anniversario della morte, il 2 aprile Giovanni Paolo II: un papa che è entrato nel cuore della gente. Per la settimana delle com. sociali
Destinatari
Largo pubblico
Autori
Sabina Caligiani è nata a Perugia il 26 settembre 1946. Giornalista cattolica, è laureata in giurisprudenza, abilitata all’insegnamento del Diritto e dell’Economia, diplomata in Scienze Religiose, e specializzata sulle Comunicazioni Sociali, con particolare attinenza alla missione della Chiesa, presso il Centro Interdisciplinare sulla Comunicazione Sociale della Pontificia Università Gregoriana. Ha collaborato con alcuni quotidiani nazionali e locali, laici e religiosi. Studiosa di spiritualità e d’arte. Attualmente sta collaborando alla stesura di testi che hanno come argomento l’interreligiosità e l’interculturalità, con una attenzione particolare all’Africa.
Della vita di Padre Pio l’Autore prende in considerazione il periodo che va dal 1909 al 1916: sette anni che il santo passerà nella sua cittadina natale di Pietrelcina a causa di misteriose indisposizioni fisiche che si verificano ogni volta che il frate ritorna in comunità; viceversa, quando ritorna a Pietrelcina, in famiglia, guarisce in modo inaspettato, al punto che i suoi superiori decidono per una permanenza prolungata nella sua città natale. Padre Pio accoglie le disposizioni dei suoi Superiori e, già ormai sacerdote, collabora nella pastorale col parroco del posto.
In questi lunghi anni Padre Pio si tiene sempre in contatto con la sua comunità. Studia trattati di teologia dogmatica e morale, opere di spiritualità, specialmente di Teresa d’Avila e Giovanni della Croce. Tuttavia, è proprio in questi anni che si verificano nella vita del frate eventi particolari, incluso quello delle stimmate.
Alla fine ritornerà definitivamente nella comunità di San Giovanni Rotondo, a Foggia, dove resterà fino alla morte. Qui cominceranno le varie «persecuzioni» anche da parte della Chiesa che egli tanto amava come madre. Ma l’Autore qui chiude la sua narrazione.
Punti forti
Un periodo particolare della vita di Padre Pio: sette anni che passò “forzatamente” nella sua terra natale e che lo prepareranno alla futura missione tra la gente più disparata che accorrerà a lui.
Singolarità dei fenomeni mistici sperimentati da Padre Pio.
Destinatari
Tutti coloro che amano Padre Pio.
Quanti sono interessati ai fenomeni mistici.
Autori
Donato Calabrese, vive a Benevento dove è nato nel 1945. Diploma di perito aziendale e corrispondente in lingue estere. Studi di Teologia all’Istituto di Scienze Religiose di Benevento. Volontario, ha operato per trent’anni nel «Centro Volontari della Sofferenza». Collaborazioni giornalistiche a varia testate, a radio e televisione per programmi religiosi.Attualmente, con alcuni collaboratori, ha creato una emittente televisiva. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, tra cui Il Rosario delle Beatitudini per Paoline Editoriale Libri.
Il volume, tradotto dal francese, è stato pubblicato nel paese d’origine in occasione della beatificazione di Zelia e Luigi Martin, i genitori di Santa Teresina di Lisieux (ottobre 2008).
Lo scritto si propone come un’intelligente biografia volta a smitizzare il quadro, a tratti eccessivamente idealizzato, a tratti oltremodo cupo, che l’immaginario collettivo ha tramandato dei genitori di Teresina di Lisieux, a favore di una lettura più umana, autentica – e serena – del loro cammino d’amore verso il Padre, scevra da inutili accanimenti come continui riferimenti a un morboso dolorismo che alcuni critici hanno voluto leggere nelle relazioni della famiglia Martin. Frequenti sono i riferimenti alle fonti, e il testo non manca di rigore storico-scientifico, ma la prosa agile e arguta sa restituire il tutto in un contesto moderno e umanissimo.
Finalmente un libro che non ambisce a collocare santi e beati nell’irraggiungibile empireo di una cristianità astratta, irreale, lontana, tutta gigli, candele e litanie.
Punti forti
La biografia di una coppia di beati nelle pagine di una coppia di scrittori: i coniugi Quantin. Una scrittura avvincente, arguta, vivace, a tratti ironica e smitizzante.
Lontana dalle agiografie tradizionali, offre una lettura moderna della vita (e morte) di Zelia e Luigi Martin.
Destinatari
Per chi è affascinato dalla figura di Santa Teresina di Liseux. Per tutti quelli che cercano una biografia spirituale lontana dalle solite agiografie.
Autori
Alice e Henri Quantin, giovane coppia francese, hanno quattro figli. Henri Quantin è docente di lettere a Lione. Nel 2003 per i tipi Cerf ha pubblicato Pauline Jaricot, marmitonne de Dieu.
Il libro racconta, come in un reportage giornalistico, il viaggio degli studenti e dei pensionati lombardi che in treno raggiungono i campi di concentramento in Polonia. Questo viaggio è già alla quinta edizione di una iniziativa voluta dalla Provincia di Milano. Il treno della Provincia di Milano è stato gemellato con quello dei sindacati Cgil e Cisl di altre Province italiane: in tutto 1200 fra studenti, lavoratori e pensionati, oltre ai giornalisti al seguito.
Venti ore di lentissimo viaggio, sulle tracce dei deportati (605 ebrei che partirono dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano il 30 gennaio 1944). È un lungo viaggio attraverso l’Europa che scava in tutti un segno indelebile.
Assieme ai ragazzi viaggiano, oltre ai pensionati e ai giornalisti, anche musicisti, studiosi e insegnanti.
Durante il viaggio, la carrozza ristorante diventa il centro propulsivo e anche creativo del “Treno della Memoria” che avanza tra i ricordi, senza fermarsi. Infatti, si canta, si leggono i libri-testimonianza di Primo Levi, si fanno riflessioni, aiutati dalle testimonianze degli ultimi sopravvissuti, ci si scambia idee e punti di vista su quegli eventi che sembrano oggi incredibili.
Per gli studenti delle scuole superiori lombarde sono momenti intensi e preparatori alla visita del campo di concentramento di Auschwitz.
Punti Forti
L’importanza del tema, sempre di attualità storica e l’intensità dell’esperienza, vissuta dai ragazzi in un viaggio che lascia un segno profondo perché li mette direttamente e personalmente a contatto con uno dei grandi drammi della storia umana. Il libro si arricchisce di testimonianze e di fotografie.
La prefazione è di Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, mentre la presentazione è scritta dall’ex assessore all’istruzione della provincia di Milano, Giansandro Barzaghi.
Il taglio giornalistico rende il testo veloce e coinvolgente.
Destinatari
Largo pubblico, in particolare giovane.
Autrice
Stefania Consenti, pugliese, quarantaquattro anni, laureata in filosofia, è giornalista professionista dal 1995. Vive a Milano dove lavora per il quotidiano Il Giorno.
Don Carlo Gnocchi. Personalità di grande comunicativa e disponibilità, dopo varie esperienze pastorali si occupa dei giovani all’Istituto Gonzaga di Milano.
Scoppiata la guerra, sceglie di andare al fronte come cappellano militare degli alpini, e vi resta fino alla fine della guerra. Era presente nella drammatica ritirata di Russia.
Finita la guerra, fra le tante tragiche conseguenze, vi è quella dei bambini mutilati da ordigni bellici. Don Gnocchi dedicherà a questi bambini tutta la sua vita, istituendo case di accoglienza e provvedendo in tutto ad essi.Alla sua morte, quando ancora non esisteva la legge sul trapianto degli organi, donerà i suoi occhi perché due mutilatini ciechi possano vedere.
Eleganza ed essenzialità caratterizzano lo stile di questa scrittrice che, con ritmo serrato e coinvolgente, aggancia il lettore fin dalle prime pagine.
In Appendice, una scelta interessante di testimonianze d’epoca sulla vita e l’Opera di don Gnocchi.
punti forti
Il libro esce per la beatificazione di don Carlo Gnocchi: 25 ottobre 2009 nel duomo di Milano. La completa dedizione di questo sacerdote ai giovani. Soprattutto ai bambini mutilati da ordigni bellici.
destinatari
È un testo di largo interesse. In modo particolare per giovani e formatori di giovani. E, inoltre, centri Onlus, centri di assistenza e di volontariato.
Autrice Luisa Bove, giornalista professionista, vive e lavora a Milano. Ha conseguito il baccalaureato presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale. È stata redattrice a Il nostro tempo di Milano. Oggi scrive sui giornali della Diocesi di Milano (Incrocinews e Il Segno) e sull’inserto Milano 7 di Avvenire. Nel 2008 ha ricevuto il premio giornalistico indetto dalla Croce Bianca di Milano per il suo centenario. Per l’editrice Monti ha pubblicato Carlo Maria Martini, una voce nella città (2003), e per Il Gabbiano, Anna Sironi, una vita per il Brasile (2005), tradotto in portoghese nel 2007.
San Salvador, 16 novembre 1989: lo squadrone della morte irrompe nella Universidad Centroamericana retta dai gesuiti e trucida otto persone: sei padri gesuiti e due impiegate che lavoravano presso di loro. Da questo eccidio prende le mosse il libro di Maspoli, articolato in due parti. La prima ricostruisce il contesto in cui l’evento si è verificato, le motivazioni, il clima sociale, e presenta un breve profilo biografico dei martiri. La seconda è dedicata più espressamente alla figura di Ellacuría, di cui si illustra il pensiero filosofico e quello teologico, con particolare relazione alla pratica della nonviolenza e all’impegno per la pace attraverso il riscatto dei più poveri ed emarginati. Ignacio Ellacuría (Portugalete, Paesi Baschi, 1940 San Salvador 1989), gesuita, missionario, teologo, è stato docente e rettore della Universidad Centroamericana (uca) José Simeón Cañas di San Salvador. È stato sostenitore e promotore della teologia della liberazione, suscitando forte opposizione da parte dei religiosi conservatori e delle forze politiche in El Salvador.
Punti forti:
La Prefazione di Jon Sobrino, unico gesuita dell’UCA sfuggito all’attentato.
La Postfazione di Beatrice alemanni de Carrillo, procuratrice dei diritti umani in El Salvador.
Ricorrenze particolari: Il libro viene pubblicato in occasione del 20° anniversario della morte di Ellacuría e degli altri martiri (16 novembre 1989).
Nell’ambito dell’anno sacerdotale, la vita e la morte dei martiri di San Salvador costituisce un fulgido esempio di fedeltà a Cristo.
Destinatari: Il libro è adatto a tutti. In modo particolare a chi è interessato al rapporto tra problematiche sociali e teologia in america Latina.
Autore Emanuele Maspoli (Torino, 1967) vive a Venezia. Laureato in scienze politiche con una tesi su Ellacuría, è operatore culturale e animatore di gruppo in ambito nonviolento, formatore all’educazione alla pace, interculturalità e gestione delle dinamiche di gruppo. Nel 1997 a Venezia, isola di S. Erasmo, ha fondato il centro culturale di vacanza Il lato azzurro. Ha pubblicato il volume La loro terra è rossa. Esperienze di migranti marocchini (Torino 2004).
Una biografia sulla figura di mons. Enrico Bartoletti, commissionata dalla diocesi di Lucca in occasione del processo di beatificazione iniziato nel novembre 2007. Il testo presenta al grande pubblico questo personaggio – con una lettura attenta all’uomo, al “cristiano” Bartoletti –, vescovo della città di Lucca dal 1958 al 1973 e segretario generale della CEI negli anni successivi il concilio Vaticano II, figura di spicco della Chiesa italiana negli anni della contestazione, anni non facili che videro susseguirsi eventi come il referendum per il divorzio – duro colpo per l’establishement cattolico italiano – la crisi della Democrazia Cristiana, la dissoluzione dell’associazionismo cattolico tradizionale, la spinosa questione dell’aborto. Un personaggio – e un libro – intriso dei fermenti, della cultura (la sua vita si intreccia strettamente con quella di figure del calibro di don Milani, don Barsotti, padre Turoldo e di intellettuali come Giovanni Papini, Lazzati, La Pira ecc.) e delle tensioni di un epoca che hanno delineato i tratti del nostro oggi. Bartoletti è ritenuto dagli storici l’uomo che ha condotto la CEI a fare proprie le responsabilità pastorali nei confronti della Chiesa italiana, nel solco delle intuizioni del Concilio: dalle implicazioni sociali dell’annuncio evangelico alla valorizzazione del ruolo dei laici e alla sollecitazione alla loro partecipazione attiva alla vita della comunità. Il volume è completato da un intenso inserto fotografico.
Punti forti:
La rilevanza della figura di Bartoletti all’interno della storia della Chiesa italiana.
Una scrittura agile, dal tono narrativo, coinvolgente (frequenti i rimandi ai Diari di Bertoletti). Valerio Lessi è un noto autore di biografie e agiografie.
Presentazione del card. Piovanelli.
Premessa di mons. Castellani, arcivescovo di Lucca.
Destinatari:
Per il grande pubblico che voglia conoscere di più questa figura e la Chiesa italiana degli anni del Concilio.
Per tutti coloro che hanno conosciuto mons. Bartoletti.
Il volume presenta un ritratto di Lazzati,nel centenario della nascita,mentre è in corso il processo di beatificazione,attraverso testimonianze e ricordi di chi l’ha conosciuto: amici, collaboratori, discepoli, personalità del mondo politico, religioso e culturale, ma anche persone comuni che ebbero il privilegio d’incontrarlo. Tra questi mons.Villa,vescovo emerito di Pavia; mons.Tresoldi, vescovo emerito di Crema; padre Sorge; don Grampa, professore universitario ed esecutore testamentariodi Lazzati; Franco Monaco, suo figlio spirituale; Franco Cognoli, manager di fama internazionale; Luigi Pizzolato, preside della facoltà di lettere alla Cattolica di Milano; Sergio Zaninelli, rettore dell’Università Cattolica tra il 1998 e il 2002; padre Camillo De Piaz,amico e consigliere di padre Turoldo.
AUTORE Luca Frigerio, giornalista, redattore delle pagine culturali di Incrocinews e de Il Segno. Scrittore e fotografo, da vent’anni racconta storie di uomini e avventure dell’arte. Con Paoline ha pubblicato Noi nei lager. Testimonianze di militari italiani internati nei campi nazisti (1943-1945),Milano 2008.
Un argomento sempre attuale che non cessa mai di affascinare.Un evento che ha segnato la storia del XX secolo. Le apparizioni di Fatima sono il tema di questa bella biografia che muove i passi dalla semplice quotidianità di tre ragazzini, i veggenti, che sono qui semplicemente “bambini” prima di essere i “Pastorelli” consegnati dalla tradizione. L’Autore, sacerdote portoghese, accompagna il lettore in un testo lontano sia da uno sterile sensazionalismo sia da un freddo e distaccato devozionalismo.Storico di formazione,attinge a piene mani alle fonti per tratteggiare il quadro della franca semplicità che nutre la santità dei protagonisti di questo grande mistero.Qui si radica la bellezza del testo:non si vuole dimostrare niente.Non è un testo “scientifico” né storico nel senso proprio del termine. Ma sono pagine che, grazie anche a uno stile fluido e discorsivo, accompagnano nel contesto familiare di Lucia, Francesco e Giacinta, nella vita “bella, buona e vera”, di semplici famiglie di pastori. Per un viaggio – motivato dall’affetto prima ancora che dalla curiosità – nella straordinaria normalità della santità.Quando Amore divino e umiltà umana si incontrano. Fatima nella sua globalità,è Dio che viene incontro all’uomo,con l’intento di salvarlo. È un altro intervento di Dio nella storia dell’umanità. Non si può parlare della storia del XX secolo senza un riferimento agli avvenimenti di Fatima, disse una volta Giovanni Paolo II. (dalla Prefazione)
AUTORE Manuel Fernando Silva, portoghese, èsacerdote dal 1956. Insegna Diritto canonicopresso l’Università Cattolica di Braga(Portogallo), materia in cui si è specializzatoall’Universidade de Navarra (Spagna).Collaboracon numerose riviste.
L’autrice, Françoise Bouchard, ha lavorato con molta cura, leggendo numerosi documenti, dei quali ci offre una sintesi raffinata e intelligente. Niente di nuovo sul piano storico, certo, però il messaggio affidato da Nostra Signora di Lourdes a Bernadette e da lei trasmesso al mondo ci guadagna a essere rivisitato e attualizzato. Specialmente, in occasione del centocinquantesimo (1858-2008) anniversario delle apparizioni. In che cosa consiste l’attualità di Bernadette? Nella sua condizione di esclusa. I suoi handicap sono molti: economici, culturali, sanitari. La famiglia Soubirous sembra senza futuro. È per questo che i giovani si identificano in lei, magari anche senza rendersi conto di quanto la loro situazione sia comunque diversa dalla sua.Bernadette dimostra,però,che niente è mai perduto. Dio si prende cura dei più piccoli. Ma bisogna anche dire che Bernadette mette in discussione i nostri tempi:questo è il ruolo dei profeti. «Questo libro è una storia semplice e di facile lettura. Françoise Bouchard ha studiato a fondo le fonti...e ha fatto di esse il suo miele. Non ci fa entrare nelle discussioni degli specialisti. Le conosce, ma ne ha tratto questo racconto vivace.Noi possiamo leggerlo e lasciare che esso ci metta in contatto con Bernadette,che ci faccia entrare in comunione con la sua avventura spirituale. Bernadette si è lasciata portare a Gesù da Maria». (FRANCIS DENIAU,vescovo di Nevers)
AUTORE
Françoise Bouchard, membro di numeroseaccademie storiche, letterarie e scientifiche, èuna insegnante in pensione, e si dedica allascrittura di agiografie. Il suo stile semplice evivace, la sua precisione storica creano vividiritratti dei grandi santi. Ha pubblicato per leÉditions Salvator Frère Gabriel Taborin(2004),Sainte Jeanne de Chantal (2004) e Le saint Curéd’Ars(2005).
Durante il suo lungo pontificato Giovanni Paolo II è stato seguito e descritto dai media con intensità senza precedenti. La sua personalità carismatica e lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione hanno dato vita a un connubio del tutto nuovo,una sorta di alleanza tra il papa e gli strumenti del comunicare il cui esito, però, soprattutto nel corso della malattia, si è pervertito a volte nel più impietoso accanimento informativo. Che cosa può dunque dire di nuovo sul papa polacco un giornalista,e per di più un giornalista televisivo,abituato a usare il mezzo che più di ogni altro si è segnalato per invadenza e voglia di trasformare Wojtyla in un personaggio della ribalta mediatica? Il grande amore di Valli per questo papa – che ha seguito in più di 30 viaggi internazionali – lo porta a raccontare Giovanni Paolo II togliendolo da ogni metaforico piedistallo per calarlo nella sua vita di uomo e di professionista dell’informazione, dove diventa compagno di viaggio, in certi casi non facile da accettare. In 44 brevi capitoli il volto più autentico di Giovanni Paolo II si manifesta al lettore. Dal multiforme magistero di Wojtyla l’autore recupera e valorizza soprattutto la testimonianza riguardante il perdono, il dialogo,la sofferenza e il coraggio.Non si tratta di una biografia,né di un saggio.È la storia di come Giovanni Paolo II è diventato «il mio Karol». Il volto di Wojtyla, i suoi appelli, le sue scorribande in giro per il mondo, i suoi documenti hanno accompagnato la mia giovinezza e la mia maturità. E assieme alla mia quella di mia moglie…
AUTORE
Aldo Maria Valli,vaticanista del Tg1,è giornalista professionista dal 1986. Sposato con Serena,ha sei figli:Giulia,Giovanni,Silvia,Anna, Paola e Laura. Nei suoi libri si è spesso occupato,oltre che di religione,di educazione,famiglia e televisione.Per Paoline Editoriale Libri ha pubblicato:Gli occhi dell’altro.Il dovere del dialogo ricordando Giovanni Paolo II (2006) e La porta accanto. Diario di viaggio nella Turchia di Bartolomeo I e del piccolo gregge cristiano(2006).
Era la sera del 25 settembre 1988. Sulla strada statale 640 che conduce da Agrigento a Palermo, un agguato di mafia crivellò con 46 proiettili Antonino Saetta, Presidente della prima sezione della Corte di Appello, e suo figlio,mentre in auto tornavano a Palermo. Una triste storia di mafia. Il giudice, sentendosi in pericolo, aveva chiesto di essere trasferito ad altra Corte d’Appello,ma la sua richiesta non venne accettata.Aveva obbedito, pur vivendo nel timore della morte violenta, e aveva condotto a termine quella fase del gravissimo e difficile processo con coscienza e col suo scrupolo abituale. È stato definito un eroe, un martire della giustizia.Anche Papa Giovanni Paolo II,quando si recò ad Agrigento vari anni dopo,pronunciò quella indimenticabile condanna degli uomini della mafia invitandoli a convertirsi ed evocando il giudizio di Dio, ed esaltò le vittime e il loro sacrificio di innocenti. Questa consapevole accettazione del pericolo da parte del giudice
AUTORE
Carmelo Sciascia Cannizzaro, ex funzionario di banca, vive e opera a Canicattì (AG), dove è nato e promuove svariate iniziative di carattere culturale e sociale. Scrive su giornali e riviste e ha pubblicato diversi volumi,fra cui:Padre Angelo Brucculeri da Canicattì (1997), una biografia del sociologo e studioso gesuita per quarant’anni tra gli scrittori de La Civiltà Cattolica;Antonino Sciascia tra i grandi della scienza (1999), che ripercorre la vicenda umana e intellettuale dello scienziato scopritore della Fototerapia, per la quale ad altri venne assegnato il premio Nobel; Il Risorgimento di Macaluso(2005),la testimonianza di un patriota dell’Unità d’Italia e dei diritti umani ed ecclesiali; Sulle orme della storia (2006), una raccolta di saggi che spazia su vari aspetti delle vicende umane. Attualmente è Presidente dell’Università della Terza Età di Canicattì.
Mar Musa, monastero dedicato a san Mosè l’Abissino, sorge in mezzo al deserto, in cima a una montagna scoscesa, nei pressi della cittadina di Nebek, in Siria.Abbandonato da due secoli, è stato restaurato grazie alla tenacia di un gesuita italiano,Paolo Dall’Oglio,che vi ha fondato una comunità monastica di rito siriaco. Mar Musa è oggi luogo di accoglienza e di apertura, dedicato al dialogo islamo-cristiano. Qui, uomini e donne ritrovano l’esperienza millenaria del deserto:privazione,silenzio,lavoro e preghiera. Guyonne de Montjou ha incontrato Paolo Dall’Oglio a Mar Musa e ne ha raccolto la storia e la testimonianza,che ha poi raccontato in questo libro, in cui la parola di padre Paolo si alterna alle impressioni della giornalista. Paolo Dall’Oglio (Roma, 1954) rivela fin da ragazzo uno spirito rivoluzionario.Militante di sinistra dalle idee brillanti ma studente mediocre,va a lavorare in un cantiere di Fiumicino,dove ripara barche e dove scopre la solidarietà operaia.Dopo la laurea,comincia a maturare la sua vocazione:nel 1975 entra nella Compagnia di Gesù.Nel 1982,da una vecchia guida turistica della Siria,viene a conoscenza dell’esistenza di Mar Musa,monastero abbandonato da molto tempo. Comprende che lì è diretta la sua missione e decide di far risorgere il monastero fondandovi una comunità dove il dialogo tra cristiani e musulmani è quotidianamente e concretamente vissuto.
AUTRICE Guyonne de Montjou, giornalista francese, scrive per la rivista Prier.
Biografia di don Guanella,fondatore dei Servi della Carità e delle Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza.Egli ha affidato loro la cura dei poveri,specialmente dei più abbandonati,di “coloro che sono poveri nell’ingegno o nella salute o nelle sostanze”. Si dedicano in modo speciale all’assistenza dei disabili mentali chiamati da don Luigi “buoni figli”, degli anziani, dei fanciulli e dei giovani. Negli ultimi anni della vita di don Guanella le congregazioni si sono diffuse anche negli Stati Uniti. Un aspetto interessante è il fatto che il tutto è raccontato molto spesso con le parole di don Guanella stesso e ci dà così il sapore dell’epoca,il senso dell’ansia apostolica e della carità quasi “incosciente”,in un abbandono fiducioso e assoluto nella Provvidenza. Paolo VI lo ha dichiarato “beato” nel 1964.
AUTORE Mario Sgarbossa(1930). Giornalista professionista dal 1965.Laureato in Filosofia ha inoltre la licenza in Teologia.Ha iniziato a scrivere traducendo i classici popolari per ragazzi e adulti. In seguito si è dedicato alla biografia. È autore di diverse opere, quasi tutte in ambito agiografico:da Maria Goretti a Madre Teresa,il nostro Alberione e I santi e beati della Chiesa d’Oriente e di Occidente. Egli ama esplorare l’animo di uomini che hanno lasciato il segno nella storia,particolarmente i santi.
Il libro racconta la vicenda di un uomo straordinario che nel 1989 si stabilisce nell’immensa discarica di Antananarivo, in Madagascar. Non ha un soldo,ma promette ai più poveri:«Insieme,ne usciremo».Risultato,quindici anni dopo: 250.000 persone sono state curate, aiutate e accolte; 8.500 bambini sono stati scolarizzati. Padre Pedro è stato nominato per il Nobel per la pace e,in occasione dei tafferugli verificatisi in Madagascar nel 2002, la sua posizione in favore della democrazia è stata largamente ascoltata. Egli mostra concretamente come la vita abbia senso solo nella relazione con l’altro.Non si è limitato ad andare a trovare i poveri e gli emarginati in un mucchio di immondizia,ma è rimasto con loro. La personalità di padre Pedro ha anche un altro aspetto,quello di un ribelle. Dalle sue parole pronunciate in una discarica è nato un movimento di dimensioni internazionali. Questo volume racconta la vita e l’esperienza di un uomo fuori del comune e tuttavia sempre attento al quotidiano.
AUTORE Padre Pedro Pablo Opekaè nato nel 1948 in Argentina, a San Martin, un sobborgo di Buenos Aires, da genitori d’origine slovena. Dopo aver fatto il muratore con suo padre, a quindici anni entra nel seminario nei padri lazzaristi. A vent’anni si reca a Lubiana,in Slovenia, per approfondire la propria formazione. Due anni più tardi parte per il Madagascar,dove scopre la sua vocazione missionaria. Termina gli studi presso l’Istituto Cattolico di Parigi. Entra in contato con la comunità di Taizé e viaggia in tutta l’Europa.Nel 1975,è ordinato sacerdote e nominato responsabile di una parrocchia rurale del Sud-Est del Madagascar, Vangaindrano. Nel 1989 è nominato direttore di un seminario ad Antananarivo, la capitale. Sensibile alle condizioni disumane in cui vivono i più poveri, a poco a poco li aiuta a costruire case,scuole,laboratori di formazione e produzione.
Padre Andrea Maria Cecchin (1914-1995) apparteneva all’Ordine dei Servi di Maria. La vita di padre Andrea è stata segnata da una costante meditazione del mistero di Dio, esperito e scrutato nella molteplicità della vita quotidiana: come studioso e docente, superiore e fratello, ma soprattutto ricercato confessore e apprezzato maestro dello spirito. Un disegno esistenziale che ha toccato altissimi momenti di “conformità” al Cristo della croce, specialmente durante l’incalzare della sofferenza. Questa traccia esistenziale è il luogo teologico del quale scrive,in questo lavoro, padre Danilo Maria Sartor, con la lucidità del ricordo, la passione della ricerca e l’autorevolezza del testimone.Questa,infatti,non è una biografia nel senso tecnico del termine, sebbene il testo sia fedelmente documentato e cronologicamente strutturato, ma ha un valore essenzialmente testimoniale, poiché molti avvenimenti della vita di padre Andrea Cecchin coincidono con alcuni importanti e decisivi momenti esistenziali dell’autore. Il testo offre quindi una testimonianza diretta e immediata degli aspetti fondamentali della vita di padre Cecchin.
Giuseppe Moscati è un giovane medico vissuto a cavallo tra la fine dell'800 e gli inizi del '900. Egli si impone senza volerlo, all'attenzione di colleghi e pazienti per la sua illuminata competenza professionale e per la dedizione incondizionata al mondo della medicina. È chiamato "il secondo Cardarelli" che era ritenuto il luminare della medicina partenopea del Novecento. Una vita, quella di Moscati, dedicata completamente al servizio degli ammalati e alla ricerca scientifica. Sensibile ai bisogni dei poveri, parte dei suoi guadagni erano destinati ai pazienti più indigenti in modo discreto e anonimo. La sua vita di grande fede e la scelta di celibato potenziarono la dedizione incondizionata a questi ideali altamente umanitari ed evangelici. Alla sua morte, che arrivò prematura in un fisico fiaccato dal lavoro intenso, i colleghi paragonarono la sua professione medica a "un sacerdozio e un apostolato".Nel 1987 è stato canonizzato da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro.
Il volume Maestra Vincenti racconta la vita di suor Maria Vincenti, una Figlia di San Paolo. Maria Vincenti è nata a Santa Restituta (frazione del comune di Avigliano Umbro - Terni), un paesino delle montagne umbre il 28 aprile 1913 ed è morta a Langley (Inghilterra) il 15 ottobre 1967. È essenzialmente la storia di un'anima timida e riservata, forte e umile insieme, molto intelligente e dal portamento e dai gesti signorili; una "donna di stile", come qualcuna l'ha definita. Fu una paolina scrittrice, redattrice e pubblicò libri con buon gusto e raffinatezza. Ha insegnato Teologia dogmatica e Storia dell'arte per lunghi anni ed è stata molto amata e rispettata dalle sue consorelle.
"I miei viaggi verso la mia terra natale sono altrettante tappe della nascita della mia identità non solo composita ma protesa verso l'armonia fra l'emigrata e l'immigrata, la cambogiana e la francese, la buddista e la cattolica".
La storia di una "donna nuova" per una "nuova Chiesa" ai primi del Novecento. Predicare ed evangelizzare con gli strumenti della comunicazione sociale.
In ogni passaggio epocale, sembra proprio che il Signore abbia valuto dare ad alcuni la vocazione di vivere il suo Vangelo a partire dal testo, facendo sì che la loro carne e il loro sangue fossero come l'edizione provvidenzialmente destinata agli uomini del loro tempo.
Il volume presenta una figure-testimone di una fede vissuta nell'esercizio della propria riflessione.
Testimonianze su una delle pagine meno note della storia italiana del Novecento. All'indomani dell'8 settembre 1943, oltre seicentomila militari italiani furono catturati dalle forze armate tedesche, e deportati nei campi di concentramento in Germania e Polonia. Una detenzione inumana costata sofferenze indicibili e la perdita di molte vite, eppure vissuta consapevolmente come rifiuto a proseguire la guerra in nome del nazifascismo.
Lo stile giornalistico della biografia rende attuale la figura e il pensiero di questo grande pensatore e profeta, spesso contestato, molto citato e non sempre conosciuto nella sua più vera dimensione, quella appunto dell'uomo di fede che in tutta la sua vita ha coniugato coerentemente le esigenze della conoscenza filosofica con quelle della fede.
Il libro esce nel decimo anniversario della morte di questo prete, diventato famoso, suo malgrado, per le battaglie in favore dei poveri, degli immigrati, dei malati di AIDS che combatte in nome della fedeltà al Vangelo. L'autrice indaga la robusta spiritualità che ha sostenuto don Di Liegro nelle sue battaglie, facendo emergere il prete autentico, vero che aveva fatto dei poveri i compagni della sua vita. Il libro si avvale della prefazione di Goffredo Fofi.
Anna Maria Feder Piazza (1933-1987), marchigiana di origine, è la fondatrice dello scoutismo femminile a Treviso e figura di spicco nella vita culturale e sociale della città veneta, diventata la sua città. Donna colta e raffinata, ha ispirato e indirizzato l'arte di un grande pittore e incisore come Francesco Piazza, suo marito. Lei il vento, sempre in movimento, capace di scompaginare tutto; lui la roccia, la stabilità. Ha dato origine, alla periferia di Treviso, alla Stanzetta, molto più di un semplice salotto letterario: un luogo privilegiato di dialogo, di ascolto e di accoglienza. Poi ha continuato quell'esperienza nella mitica Casa di via dei Biscari. Una personalità straordinaria che in questo libro, a venti anni dalla morte, viene proposta per una lettura a piani diversi: riflessione di grande respiro sui fondamentali temi esistenziali, ma qualcuno già parla di una sorta di breviario per l'uomo moderno.
Il 19 marzo del 1994 veniva ucciso un giovane sacerdote di soli trentasei anni. Era Don Giuseppe Diana (Peppe per gli amici), parroco di Casal di Principe, in provincia di Caserta. Mandanti ed esecutori del delitto appartenevano alla camorra. Don Diana fu ucciso perché si era opposto ai tanti soprusi che funestavano il territorio. La sua fu una lotta aperta, mobilitò autorità religiose e civili di fronte ai tanti delitti che si verificavano nella zona. Coglieva ogni occasione per educare alla legalità, alla giustizia. Ma quando la camorra, nonostante le sue dimostrazioni di forza, si accorse che le cose stavano cambiando e la gente si sollevava contro i loro abusi, decretò la morte del parroco scomodo. Il testo, pur essendo una biografia del giovane sacerdote, parla per lo più della sua azione pastorale che si oppone con forza al potere della camorra, e cerca di liberare la gente dalla paura di questo potere. È una lotta che conduce confrontandosi sempre col Vangelo: "una lotta di liberazione" della sua gente. Il libro riporta eventi, testimonianze (di chi non ha avuto paura di parlare), stralci dei processi, e la voce della stampa dell'epoca.
Borovnica '45 racconta le vicissitudini di guerra di un ufficiale dell'esercito italiano inviato al confine orientale d'Italia durante la seconda guerra mondiale.
In 6 ampi capitoli, l'autrice, Annachiara Valle, traccia il profilo di Teresilla, suora della congregazione delle Serve di Maria Riparatrici. Nata in provincia di Reggio Calabria nel 1943, entra nella congregazione ancora ragazzina. Qui prende il diploma di infermiera e viene assunta nell'ospedale San Giovanni di Roma, dove presterà servizio fino alla morte, avvenuta in un incidente stradale a Roma il 23 ottobre 2005, durante uno dei suoi consueti pellegrinaggi notturni al santuario del Divino Amore. Alla sua attività in ospedale, svolta con attenzione e sensibilità mettendo sempre al centro i malati, affianca quella di volontaria nelle carceri: nell'isola di Pianosa, a Rebibbia, a Regina Coeli e in altre. Qui entra in contatto con detenuti comuni, da quelli che scontano pene brevi agli ergastolani; e poi anche con i detenuti politici, quelli degli Anni di piombo, appartenenti sia all'estrema sinistra: Brigate Rosse (Morucci, Curcio, Franceschini, Faranda), Prima Linea (Sorrentino), Autonomia Operaia (Piperno), Potere Operaio (Toni Negri). Ma anche all'estrema destra: Nuclei Armati Rivoluzionari (Fioravanti e la Mambro). La sua opera di assistenza si dispiega in diverse direzioni: assiste i detenuti nelle necessità più quotidiane e pratiche, ma soprattutto nelle situazioni di disagio, nei rapporti spesso difficili con le famiglie, nelle vicende processuali, nei rapporti con l'ambiente carcerario, nel reinserimento nella società...
I quattro anni di «detenzione» nel campo di lavoro costituiscono l'«inferno», contraddistinto da condizioni disumane: fame, povertà, malattie, privazione di qualsiasi proprietà, sfruttamento del lavoro, indottrinamento dei bambini e loro reclutamento come sorveglianti o soldati, persecuzione dei borghesi e degli intellettuali, esecuzioni sommarie, violenze, vendette, corruzione, delazioni.
È la storia della famiglia Bernardini, raccontata d R. Panciroli. Una famiglia che conta dieci figli: sei suore (di cui cinque Figlie di san Paolo), due sposate e due sacerdoti. Più un undicesimo figlio adottato da seminarista nella lontana Africa e oggi vescovo (anche uno dei due figli sacerdoti è vescovo).Una storia molto singolare che si snoda, per buona parte del libro, attraverso le vicende di Sergio, il capo-famiglia, e della madre coi loro numerosi figli. Vicende che talvolta sconcertano per la radicalità evangelica vissuta in un'epoca e in situazioni tutt'altro che facili. Ciò che emerge dal volume, è la grande fede dei due genitori; la loro capacità di accogliere con serenità le varie situazioni della vita e, inoltre, curando rapporti di solidarietà con chiunque fosse nel bisogno. Essi desideravano molti figli che potessero fare del bene nel mondo? E il loro desiderio si è realizzato oltre ogni aspettativa. Di questi due sposi e genitori profondamente cristiani, il 20 maggio 2006, si è aperto il Processo informativo per la Causa di Beatificazione.
Il volume è il risultato di una serie di conversazioni Tentori, appassionato studioso dei fenomeni di apparizioni, ha tenuto a Radio Maria e della conversazione mantiene il linguaggio immediato, semplice, concreto. L'autore dichiara la sua non neutralità nei confronti del fenomeno analizzato, ma questo schieramento di campo non gli impedisce di analizzare la documentazione raccolta con molto rispetto delle diverse posizioni nei confronti di questi fenomeni.
Don Luigi Savaré è un presbitero della diocesi di Lodi, nato il 15 agosto 1878 e morto il 22 marzo 1949. Considerato santo ancora in vita, fu proclamato tale alla fine dei suoi giorni: è morto poverissimo e amatissimo dal popolo e dal clero. Molti sono gli scritti su questo sacerdote, ma una biografia completa non è mai stata pubblicata. Don Luigi riceve l'ordinazione presbiteriale nel giugno 1903. Si distingue subito per una spiccata sensibilità nei confronti dei problemi sociali: toglie dalla fame numerose famiglie, esprimendo forme squisite di personale e riservata carità, e partecipa alla fondazione dell'Accademia Leone XIII, che riunisce i chierici e i preti maggiormente sensibili alle problematiche sociali. Trasferito a Lodi nel 1909 ha l'incarico di seguire l'oratorio cittadino. A quest'opera si dedica per il resto della sua vita. Nel periodo della guerra, la struttura si apre anche alla cura dei militari di stanza a Lodi. Non manca di intrattenere una fitta corrispondenza con i suoi giovani chiamati alle armi. All'intenso lavoro pastorale corrisponde un'intensa vita contemplativa a cui don Savaré cerca di introdurre i suoi giovani: molti di essi seguono la strada della consacrazione religiosa e del ministero sacerdotale: grande è il suo amore per la Vergine, alla quale ama rivolgersi con l'appellativo di Maria Ausiliatrice, e totale è la sua passione per Gesù Eucaristia, che veglia molte ore, sia di giorno che di notte, inginocchiato davanti al Tabernacolo...