"... a un figlio - beh, veramente a tre: Lidia, Fabio e Adrian, nell'ordine. Ricordi, Adrian, quando eri a scuola e ti chiedevano cosa faceva tuo padre? Tu farfugliavi: economista, giornalista... economista giornalista... giornalista... economista... giornalista economico... Ma, alla fine, capivano quello che faccio? No, rispondevi. Ma almeno tu lo capisci? Veramente neanch'io, confessavi. Questa mi sembra già una ragione sufficiente per scrivervi un libro..." (Fabrizio Galimberti)
Il libro fa il punto sulle prossime urgenze del Paese nel mondo globalizzato, attraverso la voce di alcuni dei protagonisti del business italiano. La "globalizzazione dei mercati", infatti, è ormai un luogo comune in ogni discussione di carattere economico, ma, al di là degli aspetti esteriori e immediatamente percepibili di questo fenomeno, molto resta ancora da discutere sul ruolo che l'Italia dovrebbe avere nel mercato globale e sulle politiche che è necessario avviare per sostenerne l'affermazione economica.
Il volume ripercorre la storia dei movimenti dei lavoratori nel secolo scorso. In particolare ci si sofferma sul periodo che va dal secondo dopoguerra ad oggi e sulla stretta relazione di questa storia con quella del capitalismo italiano. Una storia fatta di divisioni all'interno del movimento, ma anche di momenti di grande unità. Durante i primi anni Settanta, con l'inizio dell'attuale fase dello sviluppo capitalistico a livello mondiale, i movimenti cominciano ad assumere diverse posizioni nei confronti della controparte. Da un lato si insiste sulla concertazione e sulla partecipazione, dall'altro si ritorna ad una visione più politica che non tribunizia del sindacato.
Le affinità linguistiche fra l'Italia e la Romania hanno facilitato l'integrazione culturale attraverso i secoli; negli ultimi anni il trasferimento delle imprese italiane ha fatto della Romania un laboratorio distrettuale con caratteristiche simili al Nord-Est italiano di venti anni fa. La regione del Banato è quella che forse annovera la maggiore presenza italiana: nella sola Timisoara in dieci anni sono state create 18 mila imprese e 95 "joint ventures" locali. La pubblicazione riporta i contributi di vari studiosi che si sono confrontati sui temi dell'integrazione e dello sviluppo; in particolare, è l'agricoltura il settore che potrebbe avere un ruolo decisivo nello sviluppo del paese come fonte di alimenti, di energie rinnovabili e come risorsa paesaggistico-ambientale per lo sviluppo di attività turistiche
Il testo si rivolge agli studenti dei corsi di geografia economica della laurea di base e magistrale e tratta temi quali l'analisi e la pianificazione territoriale, il controllo delle scale geografiche, il governo delle relazioni tra globale e locale, la coesione sussidiaria. La struttura del volume in unità didattiche autonome e tra loro correlate, l'utilizzo di schede di approfondimento e una generale attenzione alla sinteticità dell'esposizione e all'applicazione di modelli e procedure innovativi rendono il libro un agile e moderno strumento didattico.
Il settore non profit è al centro di un crescente interesse non solo da parte degli operatori sociali, dell'opinione pubblica e dei decisori politici, ma anche degli studiosi. Con questo volume gli autori compiono una ricognizione complessiva sul terzo settore e avviano al contempo un nuovo filone di ricerca, sulla cosiddetta via italiana alla storia del non profit, e in particolare della cooperazione sociale con i suoi caratteri spiccatamente imprenditoriali.
Viviamo in un'epoca caratterizzata da straordinarie innovazioni tecnologiche, organizzative e istituzionali. Eppure, la teoria economica dominante si fonda su assunzioni statiche che presuppongono strutture produttive e tecniche date. Al contrario, l'economia classica era intrisecamente dinamica. Per interpretare il processo di sviluppo economico dei paesi avanzati, ma anche di quelli in via di sviluppo, la teoria economica dominante è di scarso aiuto. A partire dai "classici" - da Smith a Ricardo, da Malthus a Marx - l'autore analizza i problemi del capitalismo maturo dell'Occidente e delle aree del mondo che si stanno affrancando dal sottosviluppo.
Il compito che questo libro si assume è triplice. In primo luogo si cerca di isolare lo spirito del denaro e di vedere come la sua logica fornisca le radici al pensiero liberale e liberista. In secondo luogo, attraverso il sussidio dell'antropologia culturale della storia sociale ed economica, si tenta di mettere in luce i riflessi culturali di tale logica. Infine il lavoro si concentra nella disamina dei poteri impliciti e delle tendenze di sviluppo della pratica monetaria. Poteri e tendenze rintracciabili anche in ambiti apparentemente non correlati come la globalizzazione, la crisi ambientale e la crisi dei valori.
Il vincitore del Premio Nobel per l'economia nel 2001, consigliere di Bill Clinton durante il primo mandato, e vicepresidente della Banca Mondiale dal 1997 al 2000, affronta il tema della globalizzazione cercando di rispondere ad alcune domande: cosa s'intende per globalizzazione? Quali sono i presupposti, Quali gli effetti e quali i danni? Chi sostiene la globalizzazione, chi la governa e chi la contesta?
"La famosa affermazione di Marshall, per cui l'economia è come la biologia, era morta in partenza. La teoria economica ha sempre cercato piuttosto di assomigliare alla fisica. Ingrao e Israel ci mostrano come ciò sia avvenuto in un affascinante capitolo di storia intellettuale, ben raccontato e con riflessi sulla produzione teorica di oggi. Dalla lettura di questo libro abbiamo tutti qualcosa da imparare." (Robert Solow)
L'impresa Italia non è avviata a una decadenza irrimediabile. È impegnata a giocare una difficile partita a scacchi dall'esito non scontato, tra nuove tecnologie, concorrenti asiatici e scenari globalizzati. Nell'analisi di un economista 'sul campo', le vittorie e le sconfitte, le opportunità e i rischi delle imprese italiane di fronte a un'economia mondiale in epocale trasformazione. Salvatore Rossi è responsabile del Servizio Studi della Banca d'Italia.