
Tutti i saggi presenti in questa raccolta hanno a che fare in un modo o in un altro con tre delle maggiori preoccupazioni di Quine: il significato, l'ontologia e l'epistemologia. Su tutti e tre questi temi Quine ha sviluppato idee così originali e rivoluzionarie che si può sostenere a buon diritto che esse segnino un epoca.
In questo saggio sono racchiuse quattro conferenze tenute da Quine all'Università di Stanford. L'interesse di queste conferenze sta nel loro riaffrontare, alla luce della scienza e dell'epistemologia degli ultimi due secoli, il caratteristico problema kantiano: "Come sono possibili i giudizi sintetici a priori?" Poiché Quine,a differenza di Kant, considera l'uomo come un animale nel mondo fisico, cambia non solo la risposta, ma anche la formulazione del problema, che diventa: "Come è possibile una teoria scientifica sul mondo esterno e sulle altrui menti partendo dalle sporadiche attivazioni dei nostri recettori sensoriali?"
Erasmo e Voltaire hanno attirato il nostro interesse in virtù del ruolo che hanno avuto nei momenti di svolta della cultura occidentale. Finora non era mai stato proposto uno studio esaustivo che delineasse un ampio confronto tra queste due importanti figure, alla luce delle diverse fasi delle loro carriere filosofiche, dei loro testi e della loro rilevanza storica. In questo saggio Ricardo Quinones dimostra che questi autori contribuirono in modo rilevante al cambiamento nelle loro epoche, e chiarisce perché essi possono essere considerati dei maestri del moderno liberalismo.
Il contributo di una quarantina di autori di fama internazionale confluito in questo volume in onore di Giovanni Reale, ciascuno con il suo tema e il suo punto di vista, dimostra quanto fosse efficace l'esempio di libertà di ricerca che Reale offriva alla comunità scientifica. Il fatto che i vari interventi siano per lo più concentrati su argomenti aristotelici e platonici riflette il medesimo percorso che ha seguito il Maestro, che tanto impegno ha profuso su questi temi fondamentali. I contributi sul pensiero cristiano, caratterizzanti le sue ultime opere, vedono proprio in esso e nello spirito della patristica l'esito del pensiero classico per effetto di una costante, ma sempre discreta, ispirazione apologetica. Infine la circostanza che tutti i contributori siano riuniti proprio in queste pagine dipende dalla inconfondibile e coinvolgente passione per la ricerca di Giovanni Reale, irresistibile dispensatore di entusiasmo.
Edizione commentata e ragionata del pensiero stoico nei cinquecento anni del suo sviluppo in Grecia e a Roma. Attraverso una selezione di testi e frammenti, l'autore fa da guida attraverso gli elementi di continuità e di contraddizione dello stoicismo, di cui mette in risalto anche gli aspetti meno indagati. Filosofia come cura dell'anima e sapienza di vita, il cui fine è quello di mostrare agli uomini che il tutto è molto più delle sue parti: che siano schiavi come Epitteto o imperatori come Marco Aurelio, essi devono imparare a vedere le cose dall'alto, con l'occhio dell'universo.
Atti del 9° Congresso internazionale di studi gioachimiti San Giovanni in Fiore - 19-21 settembre 2019. Per Gioacchino da Fiore (morto nel 1202) il problema dell'ordo e della sua intelligibilità costituisce un tema centrale e quasi ossessivo. Lo ritroviamo nella sua opera in molte declinazioni: nel suo metodo di interpretazione delle Scritture secondo la «concordia» fra Antico e Nuovo Testamento; nei suoi diagrammi; nell'organizzazione concreta o ideale delle forme di vita religiosa da lui immaginate; nelle sue osservazioni sul suo tempo e i suoi conflitti, ritenuti segni della prossima fine dei tempi. I contributi raccolti nel volume esplorano questi diversi aspetti, ponendo una particolare attenzione al contesto: il tema dell'ordo percorre tutto il XII secolo; attraverso il punto di vista di Gioacchino - a tratti sconcertante, ma ben radicato nella cultura di quegli anni - possiamo comprendere meglio il suo tempo.
"Il fondamento vero e proprio della distinzione sta qui: si crede in qualcosa di veramente primo e originale nell'uomo stesso, nella libertà, nella migliorabilità infinita, nell'eterno progredire della nostra specie; oppure, se non si crede a nulla di tutto ciò, anzi erroneamente si ritiene d'intendere e di capire che è vero il contrario di tutto questo." (Johann Gottlieb Fichte)