
Il libro presenta una raccolta di testi, note, pensieri, sulla vacuità della vittoria in guerra e nei rapporti quotidiani violenti o imperiosi. Perché attaccare la vittoria? C'è forse qui un amore del perdere, dell'esser vittime? O si pensa solo ad una vittoria nel mondo spirituale futuro, consegnando ... alla violenza la vittoria in questo mondo? Denunciando l'inganno della vittoria, si vuole proporre una ragione e un diritto senza forza? No. La nonviolenza è forza. La forza costruisce, la violenza distrugge. Nell'opinione dominante, viziata dall'ideologia della violenza, il guadagno del vincitore è il danno del vinto. Nel pensiero e nella strategia della forza nonviolenta, il guadagno è condiviso, magari minore, ma senza danni. E maggiore soprattutto la qualità umana, la soddisfazione, se non la felicità comune. La gestione dei conflitti con la forza umana dei mezzi costruttivi è l'alternativa alla guerra, sia pubblica che privata. Qui si intende smascherare l'inganno e l'illusione della vittoria: tentativo non superfluo, perché nei nostri anni l'idolatria mortale della guerra è tornata con arroganza a guidare i potenti e folli detentori di leve omicide. Chiamano vittoria, quando non precipitano invece nello stesso abisso che hanno aperto, quella che è la massima sconfitta umana: essere nemici, gli uni contro gli altri, perciò senza gli altri, dunque meno umani che mai.
Una nuova puntata del racconto della filosofia iniziato con la Grecia antica e proseguito con il Medioevo. Questa volta De Crescenzo introduce il capitolo forse più complesso della filosofia, quello che va dal Rinascimento a Kant: i due secoli - dalla fine del '500 alla fine del '700 - forse ... più fertili nella storia del pensiero umano. Se in "Storia della filosofia medioevale" si trattava soprattutto dei rapporti tra l'uomo e Dio, qui lo studio si sposta ai problemi della vita umana e della natura. Dai naturalisti del Rinascimento alla nuova scienza di Galileo e Bacone, dal razionalismo di Cartesio e Spinoza all'empirismo di Hobbes e Hume. Per arrivare all'illuminismo e a Kant, punto di arrivo di tutte le correnti filosofiche moderne.
"L'immagine non è una cosa" e "l'emozione è una condotta magica": queste due tesi svolte in 'L'Immaginazione' (1936) e in 'Idee per una teoria delle emozioni' (1939) documentano gli esordi intellettuali di un grande interprete e protagonista delle vicende filosofiche e letterarie del Novecento. ... In nome della "realtà umana" il giovane Sartre sottopone a una critica serrata le teorie psicologiche del suo tempo e propone una loro comprensione esistenziale".
"A causa della debolezza della natura umana si attribuisce, in genere, soverchia importanza a ciò che siamo nell'opinione altrui": profondo osservatore delle contraddizioni dell'animo umano, Arthur Schopenhauer analizza in queste pagine i tanti modi in cui i giudizi della società condizionano ... i nostri comportamenti. Con l'acutezza che lo contraddistingue, Schopenhauer sottolinea l'assurdità di molti dei pareri che spesso ci portano a modificare la nostra condotta e mostra come imparare a vivere guardando prima di tutto al nostro benessere, per condurre un'esistenza appagante e ritrovare così la serenità interiore.