
Un leader influenza con i suoi comportamenti le persone che dipendono da lui e le emozioni giocano un ruolo fondamentale.
In realtà ognuno di noi influenza gli altri e in questo senso siamo tutti leader.
I genitori sono dei leader, gli insegnanti sono dei leader, gli allenatori, i politici, i sacerdoti, i manager sono dei leader.
Quello che portiamo dentro è quello che diffondiamo, quindi occorre saper creare in noi emozioni positive, perché le nostre emozioni influenzano le nostre scelte e quelle degli altri. In questo senso la grandezza di un leader si fonda sulla capacità di far leva sulle emozioni. Dapprima sulle proprie, conoscendole e governandole; poi sulle emozioni degli altri. Far scorrere le emozioni non significa averle fuori controllo. D'altra parte negarle significa negare la vita.
Il leader emotivo sa che le esperienze possono portare a rinnovarsi, a formarsi, ad apprendere insegnando. Nessuno ha il monopolio della verità, ma un insegnante ha la responsabilità della ricerca. Non fornisce soluzioni, ma l'attrezzatura per il viaggio. Non si pone come meta, ma come compagno di viaggio.
Il leader emotivo sei tu manager a cui l'azienda ha affidato le persone, che sono la risorsa più importante e hanno un valore inestimabile, e tu sei chiamato a servirle e non ad usarle. Sei un leader emotivo quando sai chiedere scusa se sbagli e sai ascoltare. Quando non hai la risposta prima della domanda e non usi il tuo ruolo per sentirti importante. Tutti sono leader di se stessi e tutti hanno la tua stessa dignità, tu hai in più la responsabilità di guidarli senza pretendere di avere tutte le risposte. Questo libro, snello e ricco di esercizi pratici, è il primo passo per il tuo viaggio.
Il testo presenta in modo sistematico i risultati di un lavoro di valutazione degli impatti del Servizio Civile Nazionale (SCN) sugli ex volontari ospitati dalle cooperative sociali aderenti a Confcooperative. La valutazione, nata da una felice intuizione di Federsolidarietà-Confcooperative, mira a verificare dove e come il nesso tra occupabilità e occupazione riesce a risolversi in una sinergia tra vantaggi individuali e collettivi e offre spunti di riflessione anche sulle politiche di promozione dell'occupazione giovanile. Sono stati in passato valutati, in particolare all'estero, gli effetti del SCN sullo sviluppo delle "competenze trasversali" e sui cambiamenti di atteggiamenti e pratiche di cittadinanza. Gli studi non si sono soffermati sugli impatti positivi "imprevisti" di tipo occupazionale; impatti indiretti sinora trascurati sebbene fosse nota la relazione tra competenze trasversali, capitale sociale e ricadute occupazionali. È, dunque, in un periodo caratterizzato da forti incertezze per i giovani, assenza di prospettive, alti tassi di NEET e debole voce come cittadini che occorrono idee e nuove suggestioni per il disegno di misure effettivamente in grado di ridurre il profondo gap di opportunità tra generazioni e tra macro-regioni. Esiste, infatti, una possibile sinergia tra SCN fondato sui valori di solidarietà e cittadinanza e interesse dei giovani all'autorealizzazione come cittadini e singoli soggetti. Nel testo si illustrano quali sono le condizioni e i contesti per cui tale felice connubio può realizzarsi. I lettori a cui ci rivolgiamo sono tutti coloro che con ruoli diversi ? decisori istituzionali impegnati nel ridisegno della misura del SCN, dirigenti e operatori del movimento cooperativo e del terzo settore, ricercatori ? si occupano di SCN, di politiche giovanili e politiche attive del lavoro, di pratiche di cittadinanza attiva, di economia sociale e di promozione dello sviluppo umano ed economico.
Nel secondo dopoguerra l'Italia mise in cantiere un originale modello di relazioni mediterranee ispirato alla diplomazia dell'amicizia - convintamente offerta e praticata - nei confronti dei Paesi arabi. Il modello italiano era dunque imperniato sul dialogo politico scevro da pregiudizi ideologici e religiosi; sulla cooperazione economica paritaria e, soprattutto, sul più assoluto rispetto del principio dell'autodeterminazione dei popoli. Nel complesso - indipendentemente dall'orientamento delle varie maggioranze di governo e dai vari inquilini di Palazzo Chigi e della Farnesina - la diplomazia dell'amicizia, sia pur declinata con modalità e sensibilità diverse, è stata portata avanti, affinata e perseguita senza soluzione di continuità, tranne qualche rara eccezione, da quasi tutti i decisori, ai vari livelli, della "politica araba" italiana. In questo libro sono ricostruiti alcuni aspetti e momenti di questa politica, fra passato e presente, in larga parte riconducibili al comune denominatore della diplomazia dell'amicizia intesa come efficace modello di "una buona politica estera" ispirata alla pace e alla cooperazione euromediterranea.
Intrecciando con seria levità frasi di imperatori e stemmi sui tombini, luoghi monumentali e moderni quartieri periferici, miti fondativi e canzoni popolari, norme legislative e graffiti sui muri, libri eruditi e romanzi di culto, frammenti cinematografici e rituali della vita quotidiana, meraviglie e orrori della città eterna, questo libro si propone di offrire ai romani e agli stranieri, a cittadini e turisti, un modo diverso di percorrere significati e luoghi, conflitti e aspirazioni, bruttezze e bellezze di Roma nell'arco dei suoi quasi tremila anni di vita.
Lo specifico della teologia morale presuppone per il cristiano un modello di comportamento da seguire che non sia dettato soltanto dalla legge morale naturale, comprensibile anche da una ragione non illuminata dalla grazia e dalla fede, ma è Cristo stesso, icona ed epifania di Dio, che completando la rivelazione mostra all’uomo come vivere il suo “essere immagine somiglianza di Dio”. Il proprium dell’etica cristiana è l’imitazione di Cristo, per cui la conoscenza dei suoi insegnamenti è indispensabile per ricavare le proposizioni normative da seguire. Il presente lavoro si rivolge a tutti coloro che intendono avvicinarsi e approfondire le tematiche fondamentali della morale cristiana, con un linguaggio accessibile e pastorale.
Il vasto ambito delle interviste "discorsive", "libere", "non direttive", "ermeneutiche" gode di crescente fortuna. Il volume affronta le fasi di organizzazione e interpretazione delle informazioni raccolte dal ricercatore, ponendosi in una prospettiva prevalentemente applicativa, grazie anche a numerosi esempi tratti da concrete esperienze di ricerca sociale. Dopo alcune chiarificazioni terminologico-concettuali, l'intervista viene analizzata come un processo comunicativo denso di significati, per cogliere i quali il ricercatore deve affinare la propria "arte dell'ascolto" e la capacità di "traduzione" del discorso degli intervistati in un testo scritto.
Il volume è un'introduzione ai principali problemi della critica testuale applicata agli scrittori italiani, una "guida all'uso" concisa ma corredata di esempi e approfondimenti. Rivolta soprattutto ai giovani lettori, l'opera prospetta un avvicinamento al testo letterario in quanto oggetto storicamente determinato, a partire dalle modalità della sua produzione materiale e trasmissione, secondo un'ottica che, affrancandosi dal "filologismo", si propone a pieno titolo come interpretazione storica del testo.
Il volume analizza lo sviluppo sociale nei bambini di età prescolare, partendo da una riflessione teorica sul ruolo che le caratteristiche individuali, familiari e, più in generale, contestuali giocano nell'influenzare tale sviluppo. Dopo aver analizzato gli specifici ambiti relazionali all'interno dei quali il bambino costruisce la propria competenza sociale, ampio spazio è dedicato alle questioni relative alla valutazione e misurazione di tale costrutto. Il lettore viene, infine, guidato nella scelta degli strumenti più idonei a cogliere aspetti specifici del funzionamento sociale del bambino e nell'utilizzo del metodo osservativo nei contesti in cui l'individuo sperimenta gli scambi sociali, primo fra tutti la scuola dell'infanzia.
Nel lavoro sociale il colloquio è uno strumento semplice e ad ampio raggio di azione. Rischia però di essere dato eccessivamente per scontato, ignorandone i vincoli e le potenzialità. Da qui la scelta per questo volume di un taglio essenzialmente operativo che, sebbene fondato sul rigore teorico-metodologico, cerca di non sfuggire alla questione chiave: "come si fa un colloquio?". Il testo si rivolge a chi è interessato ad approfondire il colloquio nelle sue differenti prospettive teoriche, metodologiche e applicative. Il diffuso collegamento con la casistica consente infatti di osservare lo strumento-colloquio al lavoro e di apprendere le coordinate teorico-metodologiche a partire dalle esperienze sul campo.
Per la prima volta la storia degli anni di piombo narrata in prima persona dai veri protagonisti, i terroristi neri e rossi che hanno fatto la scelta della lotta armata. Dalla contestazione del '68 allo stragismo, dalla nascita delle BR al sequestro Moro, tutti gli episodi più tragici di un'epoca che ha straziato la coscienza del nostro paese. Un'inchiesta senza pari per complessità e proporzioni, condotta da uno dei grandi nomi del giornalismo televisivo italiano.