
Sono stati depositati in Parlamento diversi disegni di legge sul cosiddetto fine-vita. Di fronte alla malattia e alla vecchiaia ciò che conta davvero è decidere da soli quello che dovrà succedere? Il Parlamento, con la legge 219/2017 sulle disposizioni anticipate di trattamento, ha garantito nuovi diritti, in modo che nessuno possa decidere per noi e la nostra dignità sia garantita in ogni situazione? Queste pagine tentano di dimostrare che i disegni di legge appena depositati e la legge 219/2017 stanno introducendo l'opposto di quanto ufficialmente dichiarato, l'opposto dell'autodeterminazione e della dignità. Sarà di nuovo possibile un altro "caso Englaro"? Cosa sarebbe successo ad Alfie Evans con questa legge? Il processo per il suicidio di DJ Fabo renderà i medici degli assassini per legge? E soprattutto, il Parlamento, concedendo una "licenza di uccidere" in certi casi, non avrà mica pensato a ciascuno di noi, diventati vecchi e malati? Come ci difenderemo? Chi ci aiuterà? Forse è meglio iniziare a informarsi.
"Un libro a più voci in cui vengono trattati temi molto attuali come ""La famiglia e i cambiamenti demografici"", ""Identità e cultura nella migrazione"", ""Le politiche sociali per la famiglia in Italia"", ""L’avvento delle biotecnologie e il controllo sulla vita"", ""Rileggere Humanae Vitae a partire da Amoris Laetitia"",.”Il matrimonio e la famiglia nella complessità della vita”."
L'Opera cerca di interpretare le immagini cinematografiche per comprendere come la nostra società e la moderna biomedicina si pongano di fronte al dolore e alla sofferenza. Si assiste spesso al rifiuto di dare la vita, alla facilità con cui la si vuole controllare e distruggere, ma anche ad un accanimento con il quale, oltre ogni limite, si insiste nel volerla mantenere, anche quando l'eccezionalità dei mezzi adoperati risulta chiaramente sproporzionata agli obiettivi della condizione specifica.
Nata dalla costola della bioetica come frutto della necessità di tematizzare anche ad un livello normativo di tipo collettivo e pubblico le problematiche che quella andava via via sollevando, la biogiuridica si è posta sin dall'inizio in tensione dialettica con la bioetica. Questo libro esplora gli itinerari che queste due nuove ed inattese forme di sapere stanno percorrendo, gli intrecci inevitabili (gli incontri del sottotitolo) ma anche le opportune distinzioni o le inevitabili collisioni (gli scontri). Il primo capitolo tenta di aggiornare alle sfide delle biotecnologie il concetto moderno di razionalità, insufficiente ed inadeguato sia nella sua versione empirico-positivista sia nella declinazione strumentale (il nichilismo, dal canto suo, nega la ragione perché ne statuisce l'impotenza aletica). Il secondo cerca di costruire, alla luce di quell'aggiornamento epistemologico, lo statuto etico-giuridico del corpo umano, vero centro focale delle principali discussioni bioetiche e biogiuridiche. Il terzo capitolo rende un doveroso omaggio alla professionalità principalmente coinvolta nelle questioni bioetiche, la medicina: essa non è mera arte né mera scienza, dell'una e dell'altra assume potenza ed ambiguità, e per questo abbisogna di un avvicinamento filosofico. Infine, l'ultimo capitolo riprende le principali tematiche classiche della bioetica e della biogiuridica (aborto, fecondazione artificiale, palliazione della sofferenza, fine della vita) in una prospettiva di senso, ed alla luce delle acquisizioni dei capitoli precedenti, ne propone una risemantizzazione all'altezza dei tempi secolarizzati in cui oggi operano bioeticisti e biogiuristi. Come scrive Francesco D'Agostino nella Premessa al volume, "il mistero e il fascino del bios consistono proprio nell'incredibile, necessaria delicatezza con cui esso chiede di farsi avvicinare da chi voglia studiarlo (fosse costui un bioeticista o un biogiurista) per comprenderlo e per immedesimarsi con lui. Quando questa delicatezza si incrina, il bios si arrende alle indebite pretese di chi, cercando di analizzarlo con uno sguardo freddo e calcolante, s'illude di poterne conquistare o esaurire l'essenza (ma questa resa del bios non abbiamo altro termine per denominarla se non morte). È per questo che prima che oggetto di studio il bios chiede di essere oggetto di meditazione. Ma un'autentica meditazione bioetica e biogiuridica è ancora in grandissima parte da costruire e per questo dobbiamo essere grati a coloro, come Claudio Sartea, che aprono davanti a noi nuove strade e ci aiutano, con intelligenza e sapienza, a percorrerle". Premessa di Francesco D'Agostino.
Il racconto in prima persona di un protagonista che ha vissuto sin dalle origini la riflessione sulla bioetica all’interno della Chiesa cattolica ed è stato interlocutore di tutte le più importanti realtà nazionali e internazionali, confrontandosi con le diverse posizioni culturali ed etiche. Uno sguardo dall’interno ricco di particolari inediti.
Scientismo, interdisciplinarietà, umanizzazione della salute, denaro, antropologia, deontologia
“Chi sa solo la medicina, non conosce la medicina” “Il bravo medico filosofa e rende medico il suo paziente” “I medici sono oggi una minaccia per la salute” Una riflessione sui fondamenti metodologici della medicina e della psicologia, sui limiti della scienza e sulle trappole delle industrie farmaceutiche. Una critica a ogni terapia poco umana, a ogni relazione di cura preoccupata più di affari che di salute e diritti del paziente (senso dell’esistenza compreso). Una lettura interdisciplinare basata sulla concezione dell’uomo nella sua unità psicosomatica e integralità ambientale e spirituale, senza di cui ogni caregiver fallisce il suo compito (medicina olistica). Rivolto a studenti e operatori delle relazioni di aiuto/assistenza, il volume insegna a vedere in chi ha bisogno un nostro prossimo, anche perché siamo tutti un po’ malati e abbiamo bisogno tutti di comprensione e carità.
Giovanni Chimirri (1959), ha studiato filosofia della scienza, etica teologica e psicologia in varie università italiane e straniere conseguendo cinque lauree. Membro di società scientifiche, direttore di collane, redattore di riviste, coautore di miscellanee ed enciclopedie. Fra i suoi libri: Ragione e azione morale (1997), Psicologia del corpo (2004), Trattato filosofico sulla libertà (2007), Psicologia della nudità (2010), Siamo tutti filosofi (2011), Teologia del nichilismo (2012), Psicologia del piacere e mistica dell’eros (2015), Persona al centro (2016), Psicopatologia della personalità (2019), Filosofia del corpo e psicologia del benessere (2019).
Humanae vitae: pietra d’inciampo che ha impedito l’aggiornamento della morale coniugale oppure pietra di confine che ha stabilito dei limiti invalicabili? Superando l’alternativa che ne ha polarizzato la recezione, questo libro interpreta l’enciclica di Paolo VI come una pietra miliare, il cui significato non è quello di congelare la dottrina morale della chiesa, ma di orientare il suo sviluppo.
Humanae vitae dichiara il nesso indissolubile tra la significazione unitiva e la significazione procreativa dell’atto coniugale. A fronte del privilegio solitamente accordato alla significazione procreativa, si recupera qui il valore della significazione unitiva, mettendo poi in luce come l’integralità dell’amore personale sia penalizzata non solo qualora un atto coniugale includa la contraccezione, ma anche qualora l’atto coniugale sia omesso.
Affrontando la spinosa questione del possibile conflitto delle due significazioni nella concretezza della vita coniugale, vengono infine indicati dei criteri per il discernimento di coscienza che i coniugi sono chiamati a operare per incarnare la comunione feconda dell’amore.
In Italia, le questioni legate all'ordinamento familiare, al nascere, al curarsi, al morire, sono state oggetto di un confronto che ha visto contrapporsi cultura cattolica e cultura laica. il libro offre una ricostruzione storica di questo scontro, e delinea lo sfondo concettuale delle posizioni in campo. L'analisi storico-concettuale evidenzia il fatto che, in Italia, in ambito cattolico, il rinnovamento teologico-morale prodotto dal Concilio Vaticano II costituisce una via minor percorsa da alcuni teologi che, nella propria riflessione, hanno costantemente fatto riferimento alla nuova «scena morale» aperta dal rinnovamento conciliare. Su questa linea si colloca l'insegnamento di Papa Francesco. La scelta di dar corso ad un magistero morale che si pone nell'orizzonte aperto dal rinnovamento conciliare consente la pratica di un discorso bioetico che apre la possibilità di instaurare una tregua nella lunga battaglia culturale combattuta da laici e cattolici sul terreno della bioetica. Si apre, così, uno spazio in cui si schiudono spiragli di dialogo e di reciproco riconoscimento.
L'aborto è sempre presente all'attenzione dell'opinione pubblica, con vigore e tonalità sempre differenti. L'argomento viene qui affrontato da diversi punti di vista: medico, giuridico, psicologico. La parte già cospicua del libro è dedicata ai pronunciamenti del Magistero della Chiesa Cattolica.
Negli ultimi tempi papa Francesco è intervenuto su alcuni temi di grande rilevanza bioetica: l'accanimento terapeutico, l'eutanasia, le cure palliative e la sedazione profonda. Quasi in contemporanea il Parlamento italiano ha approvato la legge sulle Disposizioni anticipate di trattamento (DAP). Francesco svolge lo sguardo all'umanità concreta a cui il Vangelo deve essere annunciato, e vi legge una condizione di bisogno, di cura di difesa, di misericordia, dalla quale la Chiesa non può non sentirsi interpellata. Ne emerge anche un'analisi circa l'attuale situazione dell'eutanasia nel mondo e le ragioni pro e contro tale pratica e viene esaminata la recente legge italiana sul biotestamento.
Introduzione ai concetti della medicina palliativa, intesa come complesso di cure e attenzioni multidisciplinari al malato inguaribile.
La questione del potenziamento, insieme di tecniche biomediche utilizzate per modificare e/o potenziare il normale funzionamento del corpo umano, è oggetto di approfonditi studi accademici. Anche il Centro Cattolico di Bioetica dell'Arcidiocesi di Torino, perseguendo i suoi fini statutari, si è interessato dell'argomento e ha costituito un gruppo di studio che ha condotto per mesi la ricerca che ora proponiamo ai lettori. Il testo è suddiviso in due parti. La prima ha l'obiettivo di studiare il fenomeno. La seconda lo analizza dal punto di vista filosofico, giuridico e teologico e ne coglie le ricadute bioetiche.