Italiano di nascita, era diventato russo di cuore. Amava la Russia con tutto il suo grande cuore aperto a tutti: cattolici, ortodossi, credenti e non credenti. Le sue capacità intellettuali e organizzative, la sua profonda spiritualità e preghiera erano a servizio dell'amore per tutti. Speranza contro ogni speranza, instancabile lavoro giorno e notte hanno meritato a lui una grande riconoscenza del popolo russo. Bastava dire "Don Bernardo" e tutti sapevano di chi si parlava.
La gratitudine della nostra Chiesa verso il benemerito Istituto, nato dal cuore della fondatrice Madre Giuseppina Arcucci (oggi Serva di Dio), che, custode di un sogno che le fece sacrificare ogni umana e legittima aspirazione, fin dagli anni della sua giovinezza, per il bene di una umanità povera e derelitta. Una giovane consacrata - sostenuta nella sua opera, diretta spiritualmente da Mons. Andrea D’Agostino - che, con un gruppo di ragazze, diede coraggiosamente inizio, tra tante incomprensioni, alla nuova fondazione nell’ex antico monastero benedettino del SS.mo Salvatore di Ariano.
Ti sei mai chiesto qual è il senso della vita? Che cos’è la felicità e come raggiungerla? Questo terzo volume della collana “Diario della Felicità” ti racconta la vita di quattro ragazzi, che potrebbe ispirarti nella ricerca della felicità, quella vera.
Marianna, Marco, Giulia e Claudio hanno sognato alla grande e non si sono mai fermati nella ricerca del vero senso della vita. Quattro storie che hanno molto da dire soprattutto ai più giovani che si rivolgono all’esistenza con quella speranza carica di sogni, tipica della loro età.
La felicità sta dentro questi racconti, tra le pagine dei loro diari, nelle loro espressioni più significative qui riportate. Vuoi sapere in che modo l’hanno trovata? Leggi questo diario della felicità e lo scoprirai.
Anna, felice di cantare alla vita. Lorenzo, guerriero disarmato. Antonio, un sorriso che è una conquista. Yicheng, un angioletto con gli occhi a mandorla e con il cuore toscano... Dietro ogni nome c'è una storia e in ogni storia ci sono bambini e bambine affetti da disabilità gravissime, vite appese ad un filo, e famiglie che hanno fatto la scelta straordinaria di aprirsi all'accoglienza. Creature spesso abbandonate in ospedale, tra "tubicini e cerottini", che - a volte solo con uno sguardo - hanno toccato il cuore di papà e mamme e hanno detto loro: «Portami a casa». Sono 15 racconti genuini, scritti da famiglie che hanno messo a servizio il proprio tempo, la propria coppia, i propri figli, per ritrovarsi arricchiti del senso grande del valore di ogni vita, che solo la sofferenza più inspiegabile può scrivere così a chiare lettere.
"Non riesco ad affrontare il dolore. Fa troppo male. Non so come fare. Aborto volontario, nove mesi fa". "Ciao, mi sto separando da mio marito, ho una figlia di cinque anni che soffre moltissimo l'assenza del padre". "Ciao, ho appena scoperto di essere incinta, non so chi sia il padre, ho deciso di portare avanti la gravidanza da sola, ma sto incontrando dei problemi nella mia famiglia". Tre donne, tra le tantissime che hanno scritto sulla chat del sito del Movimento per la Vita di Varese (www.VitaVarese.org), ma anche uomini, ragazzi, per chiedere consiglio o ottenere aiuti materiali. Protagoniste di questo libro sono persone reali, in dialogo con le volontarie Vittoria Criscuolo e Susanna Primavera, pronte ad accogliere in qualunque momento ogni richiesta di sostegno. In appendice i contributi di Stefano Parenti, Maurizio Gagliardini, Giuseppe Noia, Gabriele Mangiarotti, Medua Boioni Dedé, Massimo Gandolfini, Romana Poleggi, mons. Giuseppe Vegezzi: esperti a diverso titolo, anche loro sempre accoglienti verso chi è in difficoltà.
L'arcivescovo Desmond Tutu ha dato un contributo importante ai cambiamenti, basati anche sui principi evangelici, che hanno interessato la società in Sud Africa.
Dalla lettura e dallo studio dei suoi discorsi può venire un grande aiuto per superare mentalità ormai non più in linea con i tempi, anche nella Chiesa, e rendere tutti capaci di scoprire la meravigliosa opera d’arte che Dio ha realizzato nella creazione dell’uomo.
Don Antonio Dora è nato a Napoli nel 1941.
Ordinato sacerdote nel 1971, é missionario in Swaziland dal 1974. Ha lavorato in Canada, Inghilterra e Sudafrica.
Nel cuore della notte, nel tenue chiarore della cappella, Ferdinando Rancan, giovane seminarista, vede l'immagine del Cuore ferito di Gesù. Rimane profondamente turbato, intuisce che senza dolore è difficile capire l'amore, si sente spinto a chiedere con insistenza al Signore di soffrire molto per poter vivere più profondamente l'intimità con Lui. Gli rimarrà la convinzione di essere stato esaudito. Dio gli donerà una lunga vita, in cui gli farà compagnia a volte la malattia e l'incomprensione, ma anche la gioia del servire sacerdotale. Il sorriso non lo abbandonerà mai. Lascerà un ricordo incantevole in centinaia di persone. L'Autore intraprende un viaggio per raggiungere i luoghi in cui don Ferdinando (1926-2017) era passato, incontrare le persone che lo avevano conosciuto, apprendere dalla loro voce le vicende che si erano susseguite negli anni. Scoprirà che una vita che si presentava avventurosa trovava il suo significato e il suo valore in ciò che avventuroso non era: la fedeltà quotidiana al progetto di Dio, nell'amore che vivifica ogni cosa.
Don Giacomo Camisassa (1854-1922), nel 1880, giovanissimo sacerdote, è scelto dal nuovo Rettore del Santuario della Consolata, il canonico Giuseppe Allamano, come economo e suo collaboratore. Da quel momento, per 42 anni, condividerà con passione il destino e le realizzazioni apostoliche dell'amico. Dopo aver rivitalizzato il Santuario, insieme progettano e danno vita all'Istituto dei Missionari della Consolata e alle Suore Missionarie della Consolata.
Pur di salvaguardare il suo desiderio di donarsi al Signore, il giovane Salvatore Lilli (1853-1895) decise di trasferirsi in Terra Santa e continuare il suo iter di consacrazione tra i frati Minori. Divenuto sacerdote fu inviato in Turchia, per servire la minoranza armena. Renderà suprema testimonianza della sua fede, venendo trucidato insieme ad alcuni parrocchiani da soldati turchi. P. Salvatore e i suoi compagni martiri sono beatificati nel 1982.
Giovane sposa e madre di tre bambini, Maria Cristina muore di tumore a soli 26 anni, lasciando un'eredità spirituale di autentico spessore umano e cristiano. Il libro ripercorre le tappe della breve esistenza di Maria Cristina facendo ricorso a molte testimonianze di familiari, amici e conoscenti, raccolte dall'autore, compagno di scuola e amico di Maria Cristina, e agli scritti lasciati da questa giovane donna, che propone una modalità viva e attuale di vivere il Vangelo nella società di oggi. Il 30 agosto 2021, Cristina è stata dichiarata Venerabile.
"Museo diffuso", "progetto culturale", "via pulchritudinis"... queste locuzioni disegnano Crispino Valenziano, il suo percorso, il suo ministero. In esso l'impegno intellettuale non è mai disgiunto dall'attenzione creativa alle proprie radici, al proprio habitat ecclesiale e culturale. Questa lunga intervista con Marida Nicolaci è una sorta di bilancio sulla soglia dei suoi 90 anni. Vi scorrono tutte le sue "passioni": la Chiesa, la liturgia, l'arte, lo sforzo attuativo del Vaticano II... i rapporti molteplici e variegati con diversi protagonisti del secolo passato e di questo ai suoi inizi. Punto di ripartenza e di svolta l'essere stato presente nell'Aula Conciliare durante i primi tre periodi del Vaticano II. Da qui l'acquisizione di uno stile, di un'attenzione dialogica, di una pazienza ermeneutica di cui si sono avvalsi allievi e colleghi nei luoghi in cui per cinquant'anni ha insegnato. Senza dimenticare i progetti realizzati: l'erezione della Facoltà Teologica di Sicilia, l'Evangeliario delle Chiese d'Italia, i vari restauri della Cattedrale di Cefalù. Un volume in cui vengono ripercorsi sessant'anni di storia della Chiesa italiana, ma non solo, con gli occhi di uno dei suoi protagonisti. Con la schiettezza e la libertà che lo hanno sempre caratterizzato, Valenziano traccia un bilancio di questi anni con lo sguardo rivolto al futuro.
Con "La muffa e le castagne. Biografia di Anjezë Gonxhe Bojaxhiu, detta Madre Teresa di Calcutta", Michele Caccamo inaugura una nuova serie di ritratti di personaggi storici scritti nello stile della prosa poetica. Sarà un percorso immaginifico, tra finzione e biografia, tracciato nel tentativo di pensare il vissuto intimo, l'interiorità raramente colta dalle scritture ufficiali. In quest'opera, Madre Teresa viene narrata nel suo essere quotidiano, nelle sue titubanze, nelle sue paure. Un lavoro, quello intrapreso da Caccamo, che supera la struttura narrativa e si allinea a quella poetica, come già ha avuto modo di sperimentare nei volumi dedicati ad Anna Coleman Ladd e Alda Merini.