Sulla scia di Tommaso d'Aquino, l'autore riconduce la conoscenza del bene al rapporto dell'uomo con Dio, affrontando al contempo temi quali l'amicizia, la legge naturale, il fine ultimo, il ragionamento morale. Cruciale all'interno di questo discorso diventa la riflessione sul modo in cui tali valori interagiscono con le correnti etico-politiche contemporanee.
In quale luce si pensa? È da questa inedita questione che il libro prende le mosse per inoltrarsi nell'"opera aperta" di María Zambrano, una delle personalità più innovatrici della riflessione contemporanea, messa qui a confronto con autori come Husserl, Heidegger, Arendt, Lévinas, Freud. Al di là di letture puramente estetizzanti, che ne hanno ignorato la "ragion pratica", l'autrice ne evidenzia i molteplici fili di una trama etica e politica, psicologica e antropologica, in una riflessione che assume quali forme di sapere pratico l'ironia e la pietà.
Questo è un libro filosofico, interessato a influenzare niente altro che le riflessioni. Non ambisce a portare a termine l'impossibile cerimonia di seppellire Dio, né vuole assumere un ruolo diretto sul piano politico o giuridico e neanche presentare dogmi nei quali si possano riconoscere gli arei per costituire la chiesa di coloro che sono senza chiesa. Questo libro muove dalla fiducia che la civiltà del nostro paese permetterà di accogliere le idee di coloro che sostengono esplicitamente che la morale e i valori sono qualcosa che non solo può unire credenti e non credenti, ma esige da tutti noi un surplus di indipendenza e di autonomia, da realizzare vivendo come se Dio non esistesse.
Un libro che ricostruisce il pensiero filosofico del Leopardi, un pensiero che ha un'importanza basilare per la definizione di quell'"essenza del nichilismo" attorno alla quale ruota la riflessione di Severino. Leopardi ha affrontato le questioni ultime (la verità, l'essere, il nulla) per giungere a un linguaggio in cui la poesia diviene la forma della filosofia. Per questo Severino studia e interpreta l'intero corpus leopardiano, illuminandone l'intima coerenza umana e intellettuale e la tragica grandezza. Perché "l'autentica filosofia dell'Occidente, nella sua essenza e nel suo più rigoroso e potente sviluppo, è la filosofia di Leopardi".
Commentando alcuni passi significativi delle opere di Nietzsche, qui ritradotti, viene proposto un cammino introduttivo, toccando le principali tappe del suo filosofare. I temi della volontà di potenza, dell'oltre-uomo, dell'eterno ritorno sono illustrati secondo una loro interpretazione innovativa, mostrandone la interdipendenza, anche con quelli delle metamorfosi dello spirito e della misteriosità del sé, dell'estasi mistica e dell'interpretazione, del pensiero simbolico e della redenzione dal dolore, del nichilismo contemporaneo e della globalizzazione, della non-violenza di Gesù e della grande politica ecumenica a venire.
Vincitore nel 2005 del premio per le pubblicazioni nell'ambito della psicologia e delle scienze cognitive indetto dall'Association of American Publishers,"Sweet Dreams" è il testo in cui Dennett mostra come la filosofia finisca spesso per ostacolare lo sviluppo di una scienza della coscienza. Con l'ironia che lo contraddistingue, l'autore passa in rassegna molti dei più noti argomenti filosofici, smontandoli passo dopo passo sulla scorta sia delle conquiste delle scienze cognitive sia della sua capacità di sfruttare gli esempi, che possono riguardare trucchi di carte o dollari fittizi, per convincerci che la coscienza non è un "mistero" da sacralizzare ma un oggetto da indagare scientificamente.
Una delle accuse di decadenza alla filosofia, giustificata o meno che sia, è di occuparsi di astrattezze, di autoreferenzialità: di essersi allontanata dalla sua origine, mentre Platone e Aristotele affrontavano l'esistenza reale, quotidiana. Salvatore Veca, uno dei più autorevoli filosofi italiani, inverte il corso di questa deriva specialistica e rarefatta assunta dalla filosofia e torna a utilizzare il pensiero per affrontare e interpretare i problemi centrali dell'esistenza. Per recuperare questa concretezza che non può lasciare indifferenti, poiché tocca tutti nella sua immediatezza e nella sua specificità, Veca presenta ritratti di filosofi (colti nella loro riflessione, ma anche nei loro tic e abitudini quotidiane) che non hanno mai abbandonato la radice più autentica della filosofia, che è di pensare lo stare nel mondo, e allestisce una galleria in cui, da Enzo Paci a Norberto Bobbio, da John Rawls a Robert Nozick, viene finalmente a riemergere la capacità filosofica di occuparsi del senso dell'abitare, dell'invecchiamento, dell'attesa d'amore, dei volti del dolore, di memoria, solitudine, felicità, giustizia privata e globale.
Pavel Aleksandrovic Florenskij è un pensatore che incarna, interpreta ed esprime sia la complessità e la varietà della cultura del XX secolo, sia l'anima del popolo russo nei suoi aspetti più profondi. Filosofo della scienza, fisico, ingegnere elettronico, teorico dell'arte e di filosofia del linguaggio, studioso di estetica, di simbologia e semiotica, filosofo della religione e teologo, è veramente una figura la cui esistenza può essere legittimamente considerata emblema degli splendori e delle miserie del Novecento.
In un'epoca contraddistinta dall'esigenza di conoscenza effettiva e specialistica, ma purtroppo inquinata da troppe conoscenze presunte e generiche, sembra oggi più che mai necessario rivolgersi allo strumento epistemologico della riflessione filosofica. Dunque, cosa significa "conoscere", e perché dobbiamo conoscere? Ci sono conoscenze effettivamente possibili? Hanno senso i giudizi estetici sul bello e sul brutto, e i giudizi etici sul bene e sul male? Le credenze religiose assurgono allo status di conoscenza? Che tipo di sapere è il sapere scientifico? Quali intrecci riescono davvero a instaurarsi tra estetica, religione, scienza ed etica? Queste le domande a cui rispondono alcuni dei più autorevoli filosofi contemporanei: Maurizio Ferraris, Giulio Giorello, Christopher Hughes, Eugenio Lecaldano e Nicla Vassallo. Un'analisi delle esperienze conoscitive essenziali, che traccia una mappa del percorso dell'essere umano, alla ricerca di un'approfondita concezione di sé, del mondo che lo circonda e della propria esistenza.
La crisi ambientale, pur nella sua estrema gravità, ci ha fatto prendere coscienza del comune destino di tutti gli esseri che vivono sul nostro pianeta, ricordandoci il rispetto che a ciascuno di essi è dovuto. In questo senso, essa può costituire un'occasione straordinaria, sia per reimpostare in modo corretto il rapporto tra uomo e natura, in particolare, attraverso il superamento della mentalità meccanicistica e dell'antropocentrismo sfrenato, che hanno dominato in questi ultimi secoli, sia per riprogettare in termini nuovi il rapporto tra uomo e uomo e tra stato e stato. Il superamento della crisi ambientale implica infatti profonde trasformazioni a ogni livello: economico, politico, sociale, scientifico, tecnologico, culturale. Proprio per questi suoi tratti, l'ecologia rivela una valenza fortemente utopica, di progetto per una società più giusta e prospera. I saggi di questo volume propongono principi e norme etiche che, oltre a provocare un cambiamento nei comportamenti quotidiani di ciascuno di noi, implicano anche un mutamento della prassi sociale nella sua globalità.
Da una fortunata rubrica de "Il Sole 24Ore" alle librerie italiane. Massarenti ripete che la sua è un'operazione che vorrebbe "sgonfiare" i concetti un po' tronfi (e incomprensibili) dei filosofi di professione. Ecco quindi una raccolta di voci che, tratte da temi, eventi, figure dall'esperienza quotidiana più minuta o da singoli fatti politici e declinate in senso morale, sono in grado di comporre un ideale dizionario filosofico a partire dalla realtà quotidiana; una ridefinizione attenta di grandi idee morali e sociali (la felicità, la libertà, la ricchezza), che raccolte in un unico volume, e affidate alla coscienza e intelligenza del lettore, compongono un manuale per ragionare più lucidamente e quindi vivere un po' meglio.
La comparazione è un'attività fondamentale della mente umana: seleziona rendendo possibile l'apprendimento del nuovo e creando schemi di rappresentazione sempre in movimento. La varietà dell'approccio metodologico comparativo è infinita, ma l'individuazione del tipo di comparazione adottata dalle varie discipline è determinante per comprendere la portata, oltre che i limiti, dei molteplici studi comparatistici. L'epistemologia della comparazione è dunque fondamentalmente dialettica: in virtù di essa la negazione del Sé in rapporto all'altro è un percorso privilegiato che consente di pervenire alla conoscenza più perfetta di Sé, dell'Altro e della loro relazione, che viene creata nell'atto stesso della comparazione, promettendo possibili trasformazioni.