Una piccola enciclopedia mariana che presenta una approfondita storia della devozione musicale mariana dalle origini, riscoprendone le fonti bibliche e patristiche e l'immensa produzione innografica. La devozione alla Madonna si ritrova in un enorme repertorio mariano maturato in due millenni di cristianesimo con testi di incomparabile bellezza che, dai primi cantori d'Oriente e d'Occidente, arriva ai nostri giorni passando attraverso nomi sommi della letteratura italiana, laudi popolari e canzoncine religiose di rispetto, fino a nuove composizioni soprattutto nei santuari, oasi di spiritualità e devozione mariana. L'autore si è cimentato nella ricerca dei primi componimenti musicali a Maria nella Chiesa d'Oriente e d'Occidente attraverso un taglio storico ed estetico che può illuminare la ricchezza di questo mosaico di cultura poetica, teologica e di forme musicali, molte delle quali ancora oggi in uso. La prefazione è di Gregorios III, Patriarca di Antiochia e tutto l'Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme.
La cupola della basilica di San Pietro è stata, da sempre, oggetto di letture acute ma settoriali che, prevalentemente, hanno indagato la struttura architettonica nel suo insieme. Poco risalto e scarse informazioni sono state date circa la conduzione del cantiere e le tecniche costruttive poste in opera e proprio questi aspetti, così poco indagati, vengono illustrati in quest' opera. La visione delle superfici architettoniche da punti di vista privilegiati, unitamente al confronto con le fonti mediate, alla ricerca d'archivio e alla raccolta iconografica ha permesso all'Autrice, mediante un lungo studio metodologico, di ripercorrere le fasi costruttive della cupola e restituirne la complessità storica, architettonica e decorativa, ma soprattutto le tecnologie e le scelte costruttive per essa adottate. Le indagini articolate hanno permesso di individuare e posizionare armature e cerchiature metalliche inserite in fase di costruzione, presidi lapidei e soluzioni tecniche che dimostrano la grande capacità e il ruolo concreto e innovativo operato da Giacomo Della Porta. Una serie di esami di laboratorio ha consentito, inoltre, l'integrazione dei dati acquisiti con lo studio documentario circa la provenienza delle materie prime e la preparazione dei materiali da costruzione.
La Bibbia ci insegna che a un certo tipo di architettura corrisponde un determinato linguaggio: rileggendo l'episodio della torre di Babele si comprende che Dio "costringe" gli uomini a dialogare. L'uomo cosa vuole esprimere quando si lancia nell'impresa della costruzione? Con la padronanza della tecnica vuole forse innalzarsi al livello del divino, mostrando di essere un creatore, o edificare qualcosa di importante che possa essere immagine del mondo?
Se il Vaticano II è stato un evento che ha cambiato il corso della storia non solo del cattolicesimo e delle altre chiese ma anche della società, la Sacrosanctum concilium ha cambiato il corso della liturgia cristiana. I contributi qui raccolti narrano come il concilio non abbia creato uno stile artistico, bensì abbia costituito un corpus di chiese generate da una nuova comprensione della liturgia e della chiesa.
Giunto al suo XII numero l'Annale dell'ISSR di Rimini, "Parola e Tempo", si propone come di consueto nella sua raffinata veste editoriale, con un'accurata scelta di materiali (operata dal direttore N. Valentini, insieme alla redazione). Pensato originariamente come strumento di formazione e confronto culturale, ma anche di elaborazione e ricerca nelle Scienze Religiose, il volume pubblicato dall'Editore Pazzini, raccoglie materiali di particolare rilevanza teoretica e spirituale, quasi interamente frutto di esperienze concrete di formazione e ricerca promosse nel corso dell'ultimo Anno Accademico.
Il simbolismo dell'eucaristia nell'arte cristiana, dalle prefigurazioni dell'Antico Testamento alle rappresentazioni simboliche. Una ricerca accurata tra opere note e meno note, che passa in rassegna i numerosissimi simboli che, nelle diverse epoche, gli artisti hanno scelto per rappresentare questa verità di fede: dal pesce al delfino, dall'agnello al pellicano, dal corvo all'unicorno. Un percorso al tempo stesso di arte e di fede. Tra arte e fede: i simboli dell'eucarestia.
Anche l'icona, come gli altri stili sacri, richiede un'educazione alla visione e alla contemplazione. La maggioranza dei fedeli, anche quelli ortodossi, ne coglie la spiritualità in modo spontaneo e tradizionale, mentre gli aspetti teologici e mistici rischiano di non essere adeguatamente tematizzati o di restare in secondo piano. Uno sguardo unicamente incentrato sul fascino dell'icona potrebbe provocare lo scivolamento da un'estetica teologica e una teologia estetica - come ha osservato Hans Urs von Balthasar - con l'effetto di limitarsi a contemplare la bellezza senza un corrispondente sforzo per cercarla nella prosaicità della vita quotidiana. Poiché non esiste un unico "Oriente cristiano" uniforme e indifferenziato, ma varie espressioni che brillano di splendore proprio e particolare, il saggio presenta l'icona nel contesto delle singole Chiese - bizantina, slava, siriaca, copta, armena, etiope, indiana - evidenziando la varietà e la ricchezza di un vero e proprio universo di immagini.
Il Concilio Vaticano II (1962-1965) fu l'evento ecclesiale più importante del XX secolo e, con le sue prese di posizione, ebbe tra l'altro il merito di riattivare i contatti tra Chiesa e arte contemporanea, compromessi e quasi interrotti per circa due secoli. Questo libro illustra il modo in cui è stata preparata e attuata in Italia la svolta in materia di relazioni tra Chiesa e arte contemporanea negli ultimi cinque decenni, ben sapendo che nel nostro Paese le cose sono andate in maniera molto diversa rispetto ad altre nazioni europee, come la Francia, la Spagna e la Germania. Giancarlo Santi presenta in forma sintetica la situazione italiana nel periodo della preparazione del Concilio, illustra le disposizioni conciliari che riguardano direttamente il tema dell'arte e racconta come nelle diocesi italiane le disposizioni conciliari sono state accolte e messe in atto, rivolgendo una particolare attenzione alle chiese e alle opere d'arte realizzate a Milano, la città in cui Paolo VI, il papa del Concilio, svolse il suo ministero episcopale dal 1954 al 1963.
Questo volume raccoglie una serie di meditazioni sul ciclo liturgico proponendo come chiave di lettura due aspetti che l'autore ritiene fondamentali in tutte le lingue cristiane e in particolar modo in quelle orientali: da un lato prende in esame le composizioni innografiche delle grandi feste siriache e bizantine evidenziandone la dimensione poetica e il contenuto teologico; dall'altro si sofferma sull'iconografia e sul suo rapporto con i testi eucologici, mettendo in luce come l'icona diventi un commento visivo alla liturgia e viceversa come i testi commentino a loro volta l'immagine. Il lavoro compiuto dall'autore tuttavia non ha l'intento di essere uno studio esaustivo di innografia cristiana orientale, tanto meno un trattato di iconografia, piuttosto vuole mettere in evidenza lo stretto rapporto che lega la preghiera cantata e l'immagine, spingendo il lettore a scoprirne il valore teologico ed estetico. Arricchiscono inoltre il volume alcune raffigurazioni artistiche della tradizione orientale cristiana.
Un libro per esplorare alcuni capolavori della musica occidentale e avvicinarsi al senso profondo ed ultimo dell'esistenza: l'ascolto musicale si fa icona dell'ascolto del Logos, che diviene a sua volta accoglienza dell'Incarnazione. "Ascolta, Israele": il comando dello shema', dello spalancare le porte del proprio cuore tramite il senso dell'udito, prelude al comandamento dell'amore divino e dell'amore del prossimo. Dall'ascolto del Bello musicale può nascere una contemplazione assorta ed orante, che si traduce in charitas se trova un'adeguata disposizione dello spirito. Percorrere i sentieri di cui le musiche di Bach, Händel, Haydn, Beethoven e Mussorgskij sono intessute diventa quindi quasi un pellegrinaggio: la gioia che nasce dall'ammirazione per i paesaggi musicali scaturiti dalla penna dei compositori si assomma alla felicità dell'avvicinarsi alla Civitas Dei, tempio divino sfolgorante di bellezza. E se il Verbo di Dio fosse anche il canto di Dio? Quando la musica è al servizio dell'incontro con Cristo.
Spazi e luoghi sacri, a cura di Maria Chiara Giorda e Sara Hejazi.Sezione monografica: M.C. Giorda - S. Hejazi, Spazi e luoghi sacri. Prospettive e metodologie di studio; C. Genova, Processi di costruzione sociale dei luoghi sacri. Spunti di analisi; C. GIORDA, Monasteri, paesaggio e territorio. Le relazioni geografiche dello spazio sacro; M. Leone, Semiotica dello spazio ascetico; A. Longhi, Spazio sacro e architettura liturgica; D. Campobenedetto - M. Robiglio - I. Toussaint, Costruzione ed esperienza contemporanea del sacro. Personalizzazione, comunità elettive e comunità territoriali; M. Cassani, "Sacred Spaces in Profane Buildings". Il caso Barcellona; M.C. Giorda - S. Hejazi, Luoghi monastici come spazi sacri. Il monastero Dominus Tecum di Prà d'Mill e il tempio zen Shobozan Fudenji di Salsomaggiore.
Leoni, cervi, serpenti, draghi, sirene... Sulle facciate delle nostre cattedrali, come nei chiostri dei monasteri o sulle pagine di antichi codici, è tutto un brulicare di creature animali, reali o fantastiche, mansuete o feroci. Un "bestiario" sorprendente e affascinante, ma che oggi non riusciamo più a "leggere" e a interpretare con immediatezza. Questo libro racconta, in modo chiaro ma affascinante - anche attraverso un ricco e originale apparato di immagini - il significato simbolico delle numerose e diverse rappresentazioni "zoologiche" che affollano gli edifici sacri e le pagine miniate dell'età medievale. Riscoprendo un linguaggio complesso e misterioso, ispirato ai testi biblici e ai Padri della Chiesa, ma anche alla tradizione classica e alle credenze popolari, che si serve dei simboli e dei segni della natura per parlare delle cose celesti. Perché, come scriveva Alano di Lilla nel XII secolo, "ogni creatura del mondo funge per noi da specchio della nostra vita, della nostra morte, della nostra condizione ed è segno fedele della nostra sorte".