Pubblicato nel 1985, frutto di una ricerca protrattasi per circa mezzo secolo, Iota unum è l'opera più complessa e profonda del grande studioso cattolico Romano Amerio, una riflessione serrata e sistematica sul Magistero della Chiesa novecentesca (in particolare conciliare) e, insieme, un'aggiornata summa metafisica cattolica (e il senso ultimo di questa summa, il suo apax, si trova tutto in Stat Veritas). Contro molte scuole di pensiero formatesi nel dopoguerra, soprattutto dopo quel Concilio Vaticano II esaltato come «rottura e nuovo inizio», come una «nuova Pentecoste» della Chiesa (non solo l'«officina bolognese» di Dossetti, ma tutto il Nord Europa), Romano Amerio ripropone con forza il primato della Verità sull'Amore - come insegnato a partire dagli Evangeli, da san Giovanni Apostolo e san Paolo, e poi da sant'Agostino - per cui in Dio all'essere seguono prima l'intelligere e poi l'amare, e non viceversa. Per Amerio mutare quest'ordine significa indurre l'uomo ad agire non più mosso dal pensiero, ma dal sentimento, in una condizione di libertà illusoria.
Sezione monografica: Lingua e stile in Origene A. CACCIARI - D. PAZZINI, Introduzione A. ALIAU-MILHAUD, La composition du prologue du Commentaire sur Jean d'Origène D. PAZZINI, L'uso del verbo in Origene: i tempi storici (CIo VI, X e XIII) M. MITCHELL, 'Problems and Solutions' in Early Christian Biblical Interpretation: A Telling Case from Origen's Newly Discovered Greek Homilies on the Psalms (Codex Monacensis Graecus 314) C. FARAGGIANA DI SARZANA, Due loci corrupti produttori di neologismi A. CACCIARI, L. PERRONE, «I cuori e i reni». Note sull'interpretazione origeniana di Sal 7,10. Articoli L.C. PALADINO, Gli Acta Alexandrinorum: studio preliminare per una nuova edizione critica F. BERNO, Intelletto e anima / caldo e freddo: una dialettica valentiniana in Origene? G. PISCINI, Le dialogue avec les chrétiens dans le Discours véritable de Celse J. LEONI, L'esegesi origeniana della quarta petizione del Paternoster. I frammenti greci F. CELIA, Gregory of Neocaesarea: a re-examination of the biographical issue F. VECOLI, Phénoménologie de la vocation monastique: le mystère de la naissance d'un moine P. RIMOLI, La paternità del Christus Patiens tra Gregorio di Nazianzo e Teodoto di Ancira S.A. ROBBE, Non solum pro pietate, verum etiam pro castitate. Martirio e castità nella Storia ecclesiastica di Rufino di Concordia A. BAUSI - A. CAMPLANI, The History of the Episcopate of Alexandria (HEpA): Editio minor of the fragments preserved in the Aksumite Collection and in the Codex Veronensis LX (58) A. BAUSI, The accidents of transmission: On a surprising multilingual manuscript leaf. With the edition of the Ethiopic version of two Constantinian epistles (CPG no. 8517, Epistula Constantini imperatoris ad ecclesiam Alexandrinam, and CPG nos 2041 = 8519, Lex lata Constantini Augusti de Arii damnatione) S. FERNÁNDEZ, A Neglected Sixth-Century Manuscript of Origen's De Principiis A. DI RIENZO, Gli Actus Silvestri nella tradizione in lingua siriaca: il testimone contenuto nel manoscritto BL Add 12174 G. LETTIERI, Eriugena e il transitus di Agostino nei Padri greci. Apokatastasis ed epektasis nel V libro del Periphyseon R. TONDINI, Origene bizantino. I Commenti a Matteo e Giovanni da Mistrà a Venezia M. FALLICA, Origene pro sola fide nel Beneficio di Cristo. L'antologia patristica Unio dissidentium come fonte riformata di un'anomala auctoritas.
"Studi e materiali di storia delle religioni perseguono nel loro campo speciale i fini della scienza e della cultura. Alla scienza storica contribuiscono facendo oggetto di storia la religione nel suo svolgimento. Alla cultura schiudono più larghi orizzonti, promuovendo una maggiore partecipazione del pensiero italiano alla conoscenza di forme e momenti di civiltà meno prossime e meno noti." (Raffaele Pettazzoni)
Non è frequente, almeno nella diocesi di Roma, che un prete si trovi a prestare servizio in una parrocchia urbana durante l'arco intero di quarantatre anni, come è accaduto all'autore di queste note tra il 1969 e il 2011: dapprima da vicario, poi da parroco nella parrocchia di San Fulgenzio. Negli anni del post-concilio forte e sentita era l'istanza alla partecipazione da parte dei laici di fronte all'esigenza di innovare lo stile dei rapporti all'interno della Chiesa e della Chiesa stessa col mondo ad essa esterno. A San Fulgenzio poi, la comunità era in quel momento singolarmente sensibile e reattiva e, a cominciare dal suo primo parroco, aveva saputo definire una linea pastorale coerente con le prospettive che il dibattito conciliare aveva posto in luce e codificato soprattutto nelle costituzioni "Dei Verbum" sulla Sacra Rivelazione, "Sacrosanctum Concilium" sulla liturgia, "Lumen gentium" sulla Chiesa e la sua missione, "Gaudium et spes" sulla Chiesa e il mondo contemporaneo. Nell'attenzione ai tempi e alle circostanze concrete con cui l'azione pastorale doveva fare i conti, era nata non solo una serie di iniziative più o meno efficaci, ma uno stile a cui la comunità intera ha continuato ad attenersi negli anni, facilitata dal fatto che al primo parroco don Ivan Natalini, era subentrato il suo viceparroco don Giorgio Alessandrini, presente e attivo con lui quasi subito, da appena un anno dopo l'inaugurazione della parrocchia avvenuta l'otto febbraio del 1968. Il successore, autore di queste note, fortemente convinto e motivato a restare nel solco tracciato, ha voluto rendere di pubblica ragione un'esperienza dai molteplici risvolti, in cui sono intrecciati, oltre ad aspetti pastorali che interessano le dinamiche della Chiesa italiana di quegli anni, anche fatti e circostanze che hanno sfiorato questioni non secondarie della vita pubblica e civile in genere, in cui alcuni tra i parrocchiani erano personalmente impegnati.
Che cosa è la Massoneria? Come è nata, quali realtà la compongono, quali riti vi si celebrano? Quali progetti persegue? E perché la Chiesa la condanna scomunicando i cattolici che vi aderiscono? È vero che Caino è considerato il primo massone? E che il luciferismo gioca un ruolo importante, decisivo, all’ombra delle logge?
A queste e a molte altre domande risponde il presente Quaderno del Timone, scritto dallo studioso Mario Arturo Iannaccone e che si conclude con una intervista a P. Paolo Siano, religioso appartenente alla famiglia dei Francescano dell’Immacolata, che ha studiato la Massoneria fin nelle sue oscure profondità
Vengono raccolti in questo libro sette contributi della insigne studiosa, di cui l'ultimo inedito; tutti in qualche modo riguardano Bonaventura da Bagnoregio, ma non direttamente. Nei primi sei viene colta in primo piano l'epopea dell'edizione critica degli scritti bonaventuriani, portata a termine tra il 1882 e il 1902 da un gruppo di entusiasti francescani riformati sotto la guida del Ministro generale Bernardino da Portogruaro: attraverso fatiche e peripezie oggi impensabili resero disponibile l'intero corpus dell'opera di san Bonaventura inaugurando una stagione feconda di studi e divulgazione. L'ultimo saggio riguarda l'edizione di un opuscolo mistico di Bonaventura curata da don Giuseppe De Luca nel 1931, a ridosso del Concordato tra Santa Sede e Stato italiano, interrogandosi sul significato e le motivazioni di questo interesse.
Il testo che viene qui presentato è lo scritto autobiografico di Guiberto di Nogent, abate vissuto in Francia tra l'xi e il xii secolo. Riveste un particolare interesse storico poiché costituisce una vera e propria miniera di notizie sui fatti di quell'epoca, di cui si sono avvalsi soprattutto storici come il Guizot, che lo incluse tra le fonti della sua monumentale raccolta in ben trenta volumi «pour servir à l'histoire de la France». "La mia vita" fu scritta in età avanzata, quando Guiberto aveva già compiuto sessantanni; è suddivisa in tre libri, redatti non di seguito ma in tempi successivi, per quanto ravvicinati: il primo nel 1114, gli altri due fra il 1115 e il 1116. Nel complesso potrebbe sembrare un'opera alquanto discontinua, mancante di un piano organico, ma ciò non toglie nulla al suo interesse; anzi, per l'autore questo andamento costituisce uno stimolo a presentare un'infinità di situazioni, eventi, personaggi, esperienze interiori ed esteriori in un quadro composito che, per esplicita e ripetuta dichiarazione, vuol essere «oggettivo». Un reperto che ci restituisce, come in un'istantanea, tutta la ricchezza e la varietà di un Medioevo nient'affatto «oscuro».
Frutto di un progetto unitario, il "Manuale di storia della Chiesa" diretto da Umberto Dell'Orto e Saverio Xeres, in quattro volumi, si propone come strumento di consultazione e di sintesi per conoscere lo sviluppo della Chiesa nel corso della storia. Le pagine iniziali di ogni volume presentano il relativo periodo storico: l'Antichità cristiana, dalle origini della Chiesa alla divaricazione tra Oriente e Occidente (secoli l-V); il Medioevo, dalla presenza dei barbari (secoli IV/V) in Occidente al Papato avignonese (1309-1377); l'epoca moderna, dallo Scisma d'Occidente (1378-1417) alla vigilia della Rivoluzione francese (1780-1790), l'epoca contemporanea, dalla Rivoluzione francese al Vaticano II e alla sua recezione (1789-2005). Nell'opera vengono evidenziati i collegamenti tra le varie epoche e tematiche, mentre alcuni inserti approfondiscono vicende o concetti particolari. Ogni capitolo è arricchito da una bibliografia selezionata che indica tanto i testi utilizzati per elaborare l'esposizione quanto quelli che permettono di meglio conoscere e comprendere gli argomenti trattati.
"Nella prefazione a 'Loaves and Fishes' (Pani e pesci), alla domanda «Che cos'è "The Catholic Worker"?», Dorothy Day rispondeva: «Prima di tutto, si tratta di un mensile di otto pagine in formato tabloid. Si occupa di questioni quali il lavoro e gli uomini, i problemi della povertà e dell'indigenza - e la relazione dell'uomo con i suoi fratelli e con Dio. Nel cercare di far emergere il nostro amore per i fratelli parliamo e scriviamo molto delle opere di misericordia come della forma più diretta di azione. "Azione diretta» è uno slogan da vecchi radicali. [...] Oggi, per il movimento pacifista, azione diretta significa salire sui sottomarini armati con i missili Polaris, andare a Mosca ed entrare con le navi nelle aree dove si conducono test nucleari. Peter Maurin, il cofondatore di "The Catholic Worker", ripeteva senza posa che le opere di misericordia sono la forma più diretta di azione che ci sia. "Ma la verità va ribadita ogni 20 anni", aggiungeva». Queste parole sono state scritte nel 1963, nel pieno della Guerra Fredda, e all'epoca «The Catholic Worker» usciva da trent'anni. Più di cinquant'anni dopo il mondo è cambiato, ma molto è rimasto identico. La divisione fra ricchi e poveri, la sfida della guerra e della violenza proseguono invariate; e invariati sono rimasti anche gli imperativi del Discorso della Montagna, la visione del regno di Dio, e l'ideale di Peter Maurin e dei direttori di «The Catholic Worker» di «creare una società in cui sarà più facile essere buoni». Il messaggio di «The Catholic Worker», a oltre ottant'anni dalla sua fondazione e a più di trenta dalla morte di Dorothy Day, rimane attuale e rilevante come un tempo. Merita di essere ribadito. (Robert Ellsberg)
I seguaci di Gesù, che affrontarono il martirio nei primi secoli del Cristianesimo, furono persone diverse per età, condizione sociale, area geografica, cultura. Non si trattò di gente al di fuori della norma. Non mostrarono insensibilità alla sofferenza, al dolore, al dramma. Malgrado ciò, non rinnegarono il loro Credo. Tra loro, si collocano anche quanti nella Chiesa di Roma testimoniarono la fede cristiana fino allo spargimento del proprio sangue. Attraverso questo libro si vuole ricordarli con affetto e gratitudine. Da loro proviene una lezione sempre attuale: la vera fede non passa per trionfi terreni, e non attraversa necessariamente strade rassicuranti, confortevoli. Essa è un seguire i passi dell'unico Maestro. Anche quando le salite conducono verso i golgota del nostro tempo.
Per settecento anni, dall'XI al XVIII secolo, papi e vescovi hanno rivolto accorati richiami ai credenti perché, nel nome della croce, andassero a combattere contro gli infedeli, che si trattasse degli ultimi pagani d'Europa in Livonia, degli eretici in Francia e Boemia, dei maomettani in Spagna e nel vicino oriente. Quasi sempre questi appelli suscitarono entusiasmo e consensi, con una larga partecipazione di nobili, cavalieri e gente comune. Diversi furono i fattori che indussero migliaia di uomini ad affrontare pericoli e fatiche, e spesso la morte, in terre lontane e inospitali: lo slancio religiosa che faceva della crociata un pellegrinaggio armato; la natura penitenziale di molte crociate e quindi il loro significato salvifico; i vantaggi materiali garantiti dalle indulgenze; lo spirito di avventura e di conquista; la precarietà delle condizioni economiche in patria. Sulla base di una ricchissima documentazione, in questo volume Riley-Smith illustra non soltanto le motivazioni politiche, economiche e generazionali di scelte tanto difficili, ma anche l'acceso dibattito teologico sulla liceità dell'uso della forza per un cristiano.
Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, rilegge i quaranta anni del Rinnovamento nello Spirito Santo in Italia, nel quadro più ampio del Giubileo d'oro del Rinnovamento nel mondo. L'Autore individua quattro passaggi nodali nell'evoluzione del RnS: da corrente di grazia a movimento ecclesiale; dalla preghiera alla missione; dal cenacolo al mondo; dal "roveto ardente" alla "colonna di fuoco". Un testo imperdibile per conoscere in sintesi la genesi e l'evoluzione del Rinnovamento, che trova nella preghiera, nella Parola di Dio, nei sacramenti e nella vita comunitaria le sue fonti costitutive e nell'evangelizzazione la sua naturale destinazione. Prefazione di Salvatore Martinez, Presidente del Rinnovamento nello Spirito.