
«Ricercare, costruire la pace e assicurare alla Chiesa le condizioni per svolgere la propria azione nella libertà e nella pace: fu questa la sua azione paziente e faticosa; per questo si spese con piena fiducia, sapendo che la pace anzitutto e soprattutto è dono di Dio, da implorare con fede ed orante perseveranza». E ancora: «L'azione pastorale e diplomatica del card. Casaroli, che coincide in gran parte con la cosiddetta Ostpolitik della Chiesa, si muove in effetti fra questi due poli: il bene della Chiesa, "essere ambasciatore di Cristo", e la ricerca del dialogo possibile, "per tutto riconciliare"». Con queste due espressioni efficacemente sintetiche, il Segretario di stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, ricorda l'opera diplomatica di Agostino Casaroli durante un importante convegno (Città del Vaticano 10.6.2008) coordinato dal card. Achille Silvestrini. Il simposio ha riguardato l'opera del card. Casaroli, nell'arco di una lunga e privilegiata collaborazione con i cinque pontefici del secondo Novecento (da Pio XII a Giovanni Paolo II), centrandone tre aspetti essenziali: il disegno e lo spirito dell'Ostpolitik vaticana; lo sviluppo della costruzione dell'Europa; un primo bilancio storiografico.
Il volume oltre a riprenderne gli atti approfondisce, attraverso uno speciale contributo del card. König, pubblicato postumo, la relazione tra il dialogo ecumenico con le Chiese ortodosse e l'Ostpolitik.
Sommario
Introduzione (G. Brunelli). Le beatitudini di un cardinale (A. Sodano). L'Ostpolitik di Agostino Casaroli (T. Bertone). Agostino Casaroli tessitore delle relazioni tra i popoli. La Polonia (W. Bartoszewski). L'Europa dell'est (J.-B. Raimond). Verso l'Europa a piccoli passi (J.-L. Tauran). La sollecitudine per le Chiese (A. Silvestrini). Ostpolitik: un bilancio storiografico (A. Giovagnoli). Appendice 1. Telegrammi di saluto (Benedetto XVI, S. Dziwisz, G. Napolitano, M. Gorbachev). Appendice 2. Il dialogo ecumenico e l'Ostpolitik (F. König).
Note sul curatore
Il cardinale Achille Silvestrini (Brisighella [RA] 1923) è prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali. È entrato nel servizio diplomatico nella Sezione per gli Affari ecclesiastici straordinari della Segreteria di Stato nel 1953. Dal 1958 al 1969 è stato tra i collaboratori dei segretari di Stato D. Tardini e A.G. Cicognani. Nel 1971 ha accompagnato l'Arcivescovo Casaroli nella visita a Mosca per depositarvi lo strumento di adesione della Santa Sede al Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari. Nel 1972 è stato delegato-aggiunto alle consultazioni di Helsinki in preparazione della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, partecipando poi a tutte le fasi successive della Conferenza. Ha guidato le delegazioni della Santa Sede alla Conferenza dell'ONU sull'uso pacifico dell'energia nucleare (Ginevra 1971) e alla Conferenza sull'attuazione del trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari (Ginevra l975). Nel 1979 è stato nominato segretario del Consiglio per gli affari pubblici della Chiesa e promosso all'episcopato. Nella nuova responsabilità ha guidato la delegazione della Santa Sede per la revisione del Concordato lateranense e condotto le trattative con le autorità italiane fino alla firma dell'Accordo (18.2.1984). Innumerevoli sono state le missioni diplomatiche da lui compiute da nel corso di quegli anni. Dal 24.5.1991 al 25.11.2000 è stato prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.
Concepita dal giovane Giuseppe Prezzolini come risposta alle istanze di rinnovamento della Chiesa cattolica messe in campo dal modernismo, l'opera fu pubblicata per la prima volta nel 1908, pochi mesi dopo la condanna del movimento da parte di papa Pio X. Il testo fu ristampato - privo di note - più di cinquant'anni dopo, nel 1963, in un clima culturale radicalmente mutato, sebbene pervaso da analoghe spinte modernizzatrici all'interno della Chiesa cattolica.
Esce in quest'anno, 2009, anno dell'astronomia, questo libro dedicato alla storia del processo e della condanna di Galileo Galilei (1564-1642), tema di grande attualità.
Piazza San Pietro,dicono i cattolici,è il centro planetario del cristianesimo: ma accoglie, a braccia aperte, fedeli di altre religioni, non credenti, atei. Da quella finestra lassù, Benedetto XVI, e decine di Papi prima di lui, parla ogni domenica a creature di ogni razza e provenienza,e alla fine benedice le folle festanti.Ma piazza San Pietro è soltanto quella che si vede e si fotografa,con i servizi di sicurezza che controllano file di fedeli all’entrata della Basilica? Qual è il mondo segreto che rotea intorno allo storico colonnato del Bernini? Paolo Mosca,per due anni,ha intervistato “l’umanità nascosta” di Borgo Pio: artigiani,artisti,negozianti,monsignori,suore,che con la loro opera contribuiscono a tenere alto il prestigio della Città del Vaticano. Settanta personaggi, ciascuno con la sua storia di sacrificio, di lavoro, ricompensati dalla Provvidenza proprio con dei “piccoli miracoli”. Uno spaccato unico, che rivela, negli abitanti di Borgo Pio, un amore e un rispetto nei confronti della Chiesa e del Pontefice davvero insospettabili.Alle voci dei vicoli,s’aggiungono alcuni testimoni ufficiali,che all’interno delle mura vaticane agiscono con lo stesso entusiasmo e la stessa fede degli umili borghigiani. Un’opera che diventa una guida umana: settanta creature che vivono ogni giorno tra cielo e terra.Incontrerete l’orologiaio dell’attuale Papa,il suo sarto, il ristorante che frequentava da cardinale. Poi i testimoni dei ventisei anni di Pontificato di Giovanni Paolo II: la sua guardia del corpo, il suo fotografo ufficiale,l’autista dell’ambulanza che in sette minuti,il 13 maggio 1981,lo trasportò ferito fino al Gemelli. E chi era quel bambino, figlio di fornai, che portava ogni mattina il pane fresco a Giovanni XXIII?
AUTORE Paolo Mosca,giornalista e scrittore,è nato a Pallanza,sul lago Maggiore,ma vive e lavora a Roma.Ha studiato Scienze Politiche e ha frequentato l’Accademia del Piccolo Teatro di Milano.Nel 2001 e nel 2003,ha ricevuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il Premio della Cultura per la Narrativa.E’ stato inviato di quotidiano e direttore di periodici. Attualmente scrive sulle pagine culturali del Messaggero,per l’Avvenire,e su settimanali a larga diffusione.I suoi libri più recenti trattano di emozioni,e fanno riflettere le creature più sensibili. Il ben d’amore,Lifting al cuore,Stati d’anima,C’è una farfalla dentro di noi,Beata incoscienza,La rosa dei sentimenti,Un gabbiano nel 2000,Il sale della vita,Dammi la mano,Un mondo in amore,Il nuovo senso della vita,Lettera al Papa,Il terzo elemento dell’amore:editi da Sperling & Kupfer.Tra i suoi romanzi:Il biondo, Il mitomane,Memorie d’un neonato,I vergini, Concerto di sensi,La città respira,Tra colori di rabbia e di passione,e nel 2008 Vivi tu x me. Tra i tanti premi ricevuti,quello a cui è più affezionato è Il cuore del Bancarella.
Saulo di Tarso, più noto come San Paolo, ha avuto la fortuna di essere stato iniziato ad una doppia cultura: l'ellenismo e il giudaismo. La sua illuminazione sulla via di Damasco non ha cambiato il suo carattere impetuoso: la grazia non cambia la natura. Saulo rimarrà ebreo, anche se dovrà integrare la sua professione di fede dello Shema Israel con quella nella divinità di Gesù. Rinuncerà tuttavia a recitare la preghiera giudaica quotidiana: "Benedetto se tu Signore che mi hai creato ebreo e non pagano". Anche il pagano è amato da Dio, perché Dio è un padre che ha due figli. La sorte del suo popolo lo coinvolgerà fino alla fine della sua vita e troverà una sintesi della lettera ai Romani. (9-11). Il comandamento biblico di amare Dio con tutto il cuore troverà il suo adempimento nell'inno alla carità (1 Cor 13).La Chiesa che parla di una nuova evangelizzazione deve avere il coraggio di meditare le fonti che parlano della prima evangelizzazione. La vita di Saulo di Tarso può aiutarla molto in questa ricerca.
«La Chiesa ha molto bisogno di essere conosciuta per essere amata e seguita» (Benedetto XVI). È quanto si propongono queste conversazioni sulla storia della Chiesa che, con stile semplice e a tutti accessibile, offrono una efficace sintesi, utile a chiunque voglia avere un quadro d'insieme di una storia affascinante, ricca e complessa. Questo secondo volume percorre i cinque secoli che vanno dall'inizio del secondo millennio fino al concilio di Trento. Sono i secoli delle lotte tra Chiesa e impero, dello scontro con Arabi e Turchi, delle crociate, dell'inquisizione, della riforma protestante e di quella cattolica. Sono i secoli in cui sorgono le cattedrali, le università, e la fede cristiana dà vita a una civiltà, quella medievale, che da essa prende forma in ogni aspetto dell'esistenza, unendo i popoli in un vincolo assai più efficace dell'antica e pur gloriosa lex romana. Sono i secoli in cui, frantumata l'unità dell'Europa a causa delle divisioni religiose, nasce e si consolida l'assolutismo del principe moderno. Diverse le zone d'ombra, che coinvolgono uomini di Chiesa fino ai più alti livelli, ma ben più impressionante è lo spettacolo della santità che sempre si rinnova, facendo fiorire la fede e la carità.
Dopo il 1989, dopo la "caduta del muro", le Chiese dell'est europeo hanno finalmente riavuto la libertà, ma ciò non ha impedito che la storia dolorosa vissuta al tempo delle dittature restasse gravida di conseguenze amare. Molti infatti sono i problemi ancora presenti: all'interno delle singole comunità ecclesiali, per i rapporti che i vari soggetti hanno intrattenuto con il regime comunista e lo stato poliziesco; nelle relazioni Stato-Chiesa, poiché le Chiese esigono che venga sancito anche giuridicamente il passaggio dalla persecuzione al riconoscimento e al risarcimento per le ingiustizie e i danni economici subiti; nei rapporti tra comunità cristiane di diversa confessione, che vivono tra loro più il clima della rivendicazione che quello dell'ecumenismo e della fraternità.
Con l'immediatezza che gli è propria, Strazzari delinea personaggi e situazioni, documenta quanto il passato condizioni il presente, quanto la politica si sia intrecciata e ancora si intrecci con la religione. Nelle sue pagine parlano i testimoni di vicende ancora aperte, che definiscono il modo di essere cristiani nell'Europa dei nostri giorni.
Chi sono i "lefebvriani"? Chi sono questi sacerdoti che, nel terzo millennio, portano la veste talare, parlano di Tradizione con la "T" maiuscola e celebrano la Messa in latino? Sono i pericolosi estremisti dipinti nelle polemiche giornalistiche o sono una nuova e fedele risorsa al servizio della Chiesa? Domande divenute di stretta attualità dopo che la Santa Sede ha revocato il decreto con cui, nel 1988, furono scomunicati monsignor Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, quattro vescovi da lui consacrati e monsignor Antonio De Castro Mayer. Domande a cui rispondono Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro con una lunga intervista a monsignor Bernard Fellay, attuale Superiore Generale della Fraternità San Pio X e successore di monsignor Lefebvre. Da queste sorprendenti pagine, emerge un vescovo della Chiesa cattolica, fedele al Magistero e al Papato, capace di parlare con efficacia agli uomini di oggi mostrando la perenne attualità del messaggio cristiano. Un vero e proprio catechismo per l’uomo del terzo millennio.
La storia della Compagnia di Gesù è puntellata da continui scontri: papi che intervennero nel tentativo di modificarne l’Istituto, ordini religiosi pronti a denunciarne la sua natura ereticale, poteri laici ostili pronti ad accusarla di trame eversive contro lo Stato. Tutti aspetti che andarono ad alimentare uno specifico antigesuitismo di matrice cattolica e contribuirono a costruire una immagine dell’ordine gesuitico come corpo compatto e braccio armato del papato romano: una rappresentazione, non priva di elementi oggettivi, ma che appare in larga misura frutto della propaganda storiografica, e contrasta con le vicende interne dell’ordine gesuitico.
Sul finire del Cinquecento la Compagnia di Gesù fu segnata da un composito movimento di contestazione interna al quale parteciparono gesuiti di diversa formazione e nazionalità, ma tutti legati dall’intento, ritenuto ormai irrinunciabile, di ricondurre l’ordine gesuitico al genuino e originario spirito del fondatore, sant’Ignazio di Loyola. La seconda generazione di gesuiti manifestò incomprensioni e ostilità verso la storia del proprio ordine religioso, e attraverso una intensa attività di denuncia e di polemiche, con memoriali inviati al papa e all’Inquisizione in cui si mescolarono questioni di politica interna e aspetti disciplinari, giunse a mettere in discussione i pilastri più rilevanti dell’organizzazione gesuitica, quelli che la rendevano unica nel panorama degli ordini religiosi, come la figura del generale eletto a vita o il sistema interno di professione religiosa. Tra le diverse anime da sempre presenti nella Compagnia si accese un’aspra lotta che mise a rischio la sopravvivenza stessa dell’ordine, e la battaglia che allora si scatenò intorno al profilo e all’eredità del Loyola lascia emergere i conflitti e le fratture attraverso cui si compì la ridefinizione dell’identità gesuitica, e i mezzi e le forme mediante cui si strutturò il suo rapporto con la Controriforma cattolica.