Monsignor Marco Frisina sviluppa una riflessione a partire dal capitolo VI della costituzione "Sacrosanctum Concilium". La musica ha sempre avuto in ogni tempo e cultura un posto privilegiato nell'espressione della preghiera e dei sentimenti religiosi dei popoli. La comunità ecclesiale ha approfondito il significato e l'importanza di questo rapporto privilegiato tra liturgia e musica partendo dall'espressione classica che indica le finalità della musica liturgica: «La gloria di Dio e la santificazione dei fratelli». Il credente è chiamato a esprimere nel canto la sua adesione di fede e di amore verso Dio e a vivere la celebrazione dei santi misteri in una maggiore comunione con i fratelli. In questo modo la partecipazione in canto del popolo di Dio diviene anche elevazione che educa e insieme espressione eloquente della verità stessa della Chiesa: popolo di Dio che canta con amore le sue lodi.
Gli ultimi secoli testimoniano che è avvenuto qualcosa nel linguaggio artistico nelle nostre chiese: un linguaggio capace di rappresentare non sempre di manifestare.
La Sacrosanctum Concilium permette di riscoprire i criteri che hanno anticamente guidato il discernimento della Chiesa relativo al linguaggio artistico proprio all'arte liturgica.
La natura dell'arte che si estende dalla liturgia nello spazio liturgico è legata al mistero dell'incarnazione del Verbo di Dio che si fa uomo. Parola e Immagine non sono più disgiunte, ma manifestazione della stessa persona del Figlio di Dio.
L'arte è la traduzione della Parola vissuta liturgicamente.
A meta del XX Secolo, era necessario e urgente chiedersi: "Chiesa, cosa dici di te Stessa?". La costituzione dogmatica sulla Chiesa vuole rispondere a questa domanda,
riflettendo sulla natura e sulla missione della comunità dei discepoli di Gesù Cristo.
La Lumen Gentium ha operato una vera rivoluzione. "Il mistero della Chiesa" è il titolo del capitolo primo: La Chiesa riscopre di essere mistero, inteso come il piano divino di salvezza, nascosto dall'eternità e ora rivelato. Nella costituzione conciliare emerge potentemente la natura di comunione che spinge alla missione. Rileggere il concilio costituisce un incentivo per una conoscenza e provoca a riflettere su come testimoniare e vivere il mistero della Chiesa.
L'affascinante identikit della Chiesa disegnato dal Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium si declina nell'arte di ogni tempo e manifesta la sorprendente forza della fede.
Dai mosaicisti dell'arte paleocristiana fino agli artisti contemporanei si può compiere un viaggio entusiasmante alla scoperta dei volti della Chiesa di Cristo: ovile e gregge; città turrita e porta di salvezza: radice e vigna; Gerusalemme ficta e corpo mistico del Salvatore. Ne nasce l'impressione profonda di un volto incancellabile dalla storia, dalla coscienza dell'uomo, dalle sue più intime attese di vita e di pienezza.
L'Autore, Guillermo Juan Morado, riflette sul carattere missionario della Chiesa, a partire da "Lumen Gentium", 17. L'origine dell'evangelizzazione nasce dall'amore trinitario di Dio che ne indica lo scopo: far sì che gli uomini vivano in comunione con Cristo e giungano così alla pienezza della partecipazione alla vita di Dio. La Chiesa annuncia il vangelo perché è il sacramento universale della salvezza. La Chiesa unita a Cristo è un segno nel mondo, una realtà visibile e sociale che rimanda a una realtà invisibile e spirituale. È lo strumento attraverso il quale il Signore realizza la salvezza degli uomini. La Chiesa, che riceve dal suo Fondatore la bontà, la verità e la bellezza del vangelo, non può fare altro che comunicarlo agli altri. Lo spirito dell'evangelizzazione è quello tipico dei servitori della verità che, mossi dall'amore, annunciano una Parola che illumina e fornisce una base stabile all'esistenza.
Il Concilio Vaticano II, e in special modo la "Lumen Gentium" nel capitolo IV, ha valorizzato la vocazione e la missione dei laici nella Chiesa e nel mondo. Partendo dall'analisi del testo della costituzione conciliare, Mimmo Muolo, vaticanista, mostra come le indicazioni contenute nel documento abbiano fecondato l'apostolato laicale nei sei decenni che ci separano da quel grande evento. La missione dei laici ha potuto svilupparsi non solo nelle questioni temporali (politica, economia, cultura, famiglia e altri ambiti della vita di tutti i giorni), ma anche all'interno della comunità ecclesiale, esprimendo il valore dei ministeri e il servizio nelle diverse frontiere della carità.
François-Marie Léthel, riprendendo il capitolo V della costituzione "Lumen Gentium", riporta l'attenzione alla vocazione universale alla santità, sottolineando che il Concilio Vaticano II ha aperto una nuova pagina nella vita della Chiesa sotto la guida dei diversi pontefici fino a papa Francesco, che ha sviluppato lo stesso tema nella sua esortazione apostolica "Gaudete et exsultate". Attraverso questi documenti recenti della Chiesa e le numerose beatificazioni e canonizzazioni, si può comprendere meglio cosa sia realmente la santità alla quale tutti i credenti sono chiamati. Una riflessione intensa sulla santità vicina a tutti, accessibile e praticabile nella vita quotidiana: cioè la perfezione della carità, cioè la pienezza dell'Amore di Dio e dell'uomo in Cristo Gesù. L'appendice riporta i numeri della "Lumen Gentium" relativi alla santità nella Chiesa.
Questo volume, dedicato a Maria, parte dall'assunto che Maria è madre di Dio e madre dei credenti. Questo è il filo conduttore del capitolo che la "Lumen Gentium" dedica alla Vergine. Lei è madre degli uomini nell'ordine della grazia, essendo madre del Redentore, Gesù Cristo. «Presentando Maria nel mistero di Cristo, il Concilio Vaticano II trova anche la via per approfondire la conoscenza del mistero della Chiesa». L'intenzione del Concilio è mostrare l'intima relazione fra la Vergine e la Chiesa, perché entrambe hanno «accolto nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio». Maria è quella «che nella Chiesa santa occupa, dopo Cristo, il posto più alto e il più vicino a noi». È madre della Chiesa, madre del Popolo nuovo, ma, allo stesso tempo, è sorella di ognuno di noi. Completa il volume l'appendice che contiene il capitolo della "Lumen Gentium" dedicato a Maria e le parole di san Paolo VI, san Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e papa Francesco sulla Vergine Maria.
La Chiesa è il popolo che crede in Gesù, il Figlio di Dio, diventato fratello e salvatore di ogni persona. Il concilio Vaticano II, soprattutto grazie alla "Gaudium et Spes", insegna che non è possibile amare Dio senza amare il mondo, questo mondo santo e sporco, magnifico e ingiusto, fiero e disperato, abbietto e miracoloso. Afferma che questa è la famiglia umana da amare, questo è il mondo in cui scorgere la gloria di Dio. Del resto, quello che interessa alla Chiesa di sempre, e alla Chiesa di oggi, sono le gioie, le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi. Dove arriva la luce di Cristo nella vita di questi giorni, il mondo può cominciare a diventare il luogo dove le promesse del Risorto saranno mantenute: «Io sono con voi tutti i giorni».
Con questo libro, Manuela Tulli ci invita a riflettere su un aspetto fondamentale dell'esperienza umana. L'uomo è sempre alla ricerca del «senso della vita». Le gioie e i dolori, le speranza e le delusioni, la vita di tutti i giorni e i progetti per il domani possono trovare nuova luce se si crede di essere parte di un disegno più grande. Il senso della vita da sempre interroga l'uomo, perché non c'è scoperta scientifica né progresso sufficiente che possono colmare il senso di infinito presente nell'intimo di ogni persona. La ricerca della libertà si conquista con la verità che Cristo offre. Lui è l'uomo nuovo che permette di scoprire chi siamo e verso dove siamo destinati.
Gianni Cardinale, nel suo "Quaderno" conduce a una riflessione importante: sono passati sessant'anni dalla celebrazione del Concilio Vaticano II, ma i suoi contenuti rimangono attuali. «La comunità degli uomini», come definita dal Concilio, viene esaltata per l'indole comunitaria che possiede. È una vocazione a cui bisogna corrispondere per cogliere il piano di Dio e scoprire l'interdipendenza che esiste tra la persona e la società. Si ribadisce, inoltre, la fondamentale uguaglianza di tutti gli uomini e l'ineludibile compito di perseguire la giustizia sociale superando l'etica individualista. Tutti concetti che sono stati approfonditi e aggiornati dal magistero dei papi ed espressi negli ultimi anni, in particolare da papa Francesco con le encicliche "Laudato si'" e "Fratelli tutti". Completa il volume l'appendice che contiene i numeri della "Gaudium et Spes" relativi alla comunità degli uomini, le parole di san Paolo VI, di papa Francesco e del "Compendio della dottrina sociale della Chiesa" per riflettere e meditare sulla condizione della società odierna nel suo rapporto con la Chiesa.
La geniale e profetica intuizione di San Giovanni XXIII è di aver aperto le porte della Chiesa al mondo contemporaneo, sviluppando il binomio autonomia e servizio, per indicare la vita della Chiesa nel mondo contemporaneo. La "Gaudium et Spes" offre un segno concreto di questa volontà del santo Papa. La sua è stata una visione ecclesiale che purtroppo non ha potuto vedere attuata. Al suo successore, San Paolo VI, toccò il grande compito di attuarla, conducendo la Chiesa a radicare sempre di più questa convinzione, soprattutto in un mondo in forte cambiamento. Le gravi questioni poste dal secolarismo impongono ancora oggi una chiara interpretazione del binomio conciliare.