
Non un'altra biografia di Giovanni Paolo I e di Benedetto XVI, ma un testo che narra l'amicizia tra questi due uomini, allora cardinali. Le corde dell'anima dei due futuri Pontefici, così all'apparenza diversi, suonavano all'unisono. Un faro sulla cultura intellettuale di Luciani e sull'umiltà di Ratzinger: un'apparente inversione di ruoli, che dona un'immagine trasparente di due anime sante che hanno fondato la loro sapienza sul virtuoso esercizio delle capacità umane, preceduto e guidato continuamente da un ininterrotto dialogo con la sapienza per eccellenza.
Quella che viviamo è una società che ha visto crescere la distanza tra cattolici, atei e uomini di scienza. Ognuno sempre più arroccato su posizioni intransigenti e poco disposto a condividere i propri valori e conoscenze. Eppure, c'è una scarsa consapevolezza e conoscenza dell'argomento in oggetto, anche da parte di chi si definisce di fede. Se poi si pensa alle religioni diverse dal Cattolicesimo, è subito evidente che, per la maggior parte delle persone, queste sono una realtà misteriosa. La lettura dei Testi Sacri, importante da un punto di vista storico e culturale oltre che religioso, non rientra negli interessi culturali di questo nuovo millennio. Ma la Bibbia e il Vangelo, con la giusta chiave di lettura, possono davvero diventare un'esperienza stimolante e arricchente. Approfondirne le tematiche, tanto per un religioso quanto per un non credente, non potrà che aprire un mondo di emozioni che potrebbe cambiare il modo in cui si guarda la realtà. Superare i pregiudizi (che tengono i non credenti lontani dalla fede, ma anche i credenti ancorati a formule forse troppo desuete) potrebbe essere la chiave di lettura per guardare alla religione. La religione non è un insieme di leggi, credenze e riti. Il cristianesimo è vita. I credenti che hanno avuto la fortuna di vivere uno o più momenti mistici hanno percepito (anche se per pochi attimi) emozioni di intensa spiritualità che giustificano e gratificano la loro fede. Questo libro vuol essere: una apertura al dialogo e confronto fra credenti e non credenti. - un contributo al "racconto" del Cristianesimo con linguaggio e tematiche del 3° millennio, fuori dagli schemi tradizionali della letteratura religiosa. - un tentativo di spiegare al mondo di dentro (clero e fedeli) quello che pensa il mondo di fuori (oltre l'80% degli italiani che non partecipa alle funzioni religiose). La preghiera del "Padre Nostro" fa da "filo conduttore" ad un discorso universale che, partendo dal problema esistenziale, abbraccia le principali tematiche cristiane, confrontandole con le altre religioni e con le argomentazioni dei non credenti.
Il presente volume, edito dall'Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa, contiene i dati più significativi riguardanti la presenza e l'opera della Chiesa nel mondo.
La memoria ha un ruolo fondamentale nella costruzione dell'identità, tanto personale quanto collettiva. Attraverso il ricordo un gruppo umano acquisisce coscienza della sua persistenza nel tempo e condividendo questa percezione di sé rinsalda la coesione interna. Anche i cristiani dei primi secoli si sono trovati in questa situazione: il ricordo e la continua riproposizione degli eventi connessi a Gesù di Nazaret, riconosciuto come Signore e Cristo, fu un elemento fondamentale e imprescindibile per forgiare la loro identità, sia quella personale che quella comunitaria. Alla luce di queste dinamiche i testi raccolti in questo volume, opera di 50 autori diversi, hanno evidenziato i dispositivi messi in atto nell'età patristica per conservare la memoria: dalla tradizione orale alle opere scritte, soggette a riscritture e interpretazioni attualizzanti, dalla liturgia ai monumenti materiali.
Per duemila anni cristiani ed ebrei hanno dimenticato che Gesù non era soltanto di discendenza ebraica, ma a tutti gli effetti un buon ebreo in senso religioso. Un oblio che ha creato da entrambe le parti una polarizzazione tra "noi" e il "Cattivo-Altro", ma soprattutto ha avuto per conseguenza secoli di antiebraismo e la terribile frattura di Auschwitz. In un mondo sempre più globale, per Ágnes Heller è necessario «detotalizzare» il concetto di Verità: la "resurrezione" del Gesù ebreo, infatti, rende possibile l'ecumenismo, che «non solo tollera l'altra religione, ma cerca anche ciò che unisce una religione all'altra». "Gesù l'ebreo" è un testo «denso di speranza» che parla al nostro tempo polverizzato in posizioni inconciliabili, ed è capace di mettere in discussione ogni forma assoluta di pensiero e fondamentalismo. Prefazione di Vittoria Franco.
La saggezza senza tempo della Regola di Benedetto da Norcia, un classico della letteratura religiosa, è messa in risalto dal commento penetrante di una rinomata mistica e studiosa benedettina. Nella sua originale introduzione alla Regola, l'autrice afferma coraggiosamente che il testo di Benedetto del sesto secolo, dopo millecinquecento anni, riesce a toccare direttamente le questioni che oggi stanno di fronte alla comunità umana: l'amministrazione dei beni, la conversione, la comunicazione, la riflessione, la contemplazione, l'umiltà e l'uguaglianza. Seguendo la Regola originale di Benedetto paragrafo per paragrafo, il libro espande i suoi principi nel più ampio contesto della vita spirituale nel mondo contemporaneo e rende le sue istruzioni, che a una lettura superficiale potrebbero suonare arcaiche, fresche e significative per le donne e gli uomini di oggi. Così questo libro si rivela una risorsa preziosa per la contemplazione personale o comunitaria. Prefazione di Laurence Freeman.
Ci sono più italiani nel mondo che stranieri in Italia. Gli italiani all'estero hanno sempre avuto al loro fianco una Chiesa dall'idioma familiare. Attraverso una trentina di interviste radiofoniche raccolte per lo più in Europa, il libro racconta la vita di alcune missioni cattoliche italiane che coinvolgono preti, catechisti, diplomatici, giornalisti...
Pur essendo il suo nome conosciuto da tutti, Paolo di Tarso difficilmente viene immaginato come figura rilevante al di là del recinto confessionale. Eppure, è sua una delle operazioni teologiche più creative e complesse di sempre: la traduzione culturale del messaggio cristiano, con l'avvento di una nuova coscienza di sé e un'appartenenza non più di sangue o etnica, ma spirituale, egualitaria, universale. A partire dalla prima metamorfosi, quella di Paolo stesso di fronte alla luce accecante che lo disarciona da sé sulla strada di Damasco, niente sarà più come prima. Nelle sue azioni e nelle sue parole, il tessuto sociale e politico, i paradigmi etici, le idee teologiche del tempo subiscono una cesura, un'interruzione, e si impone la necessità di mettersi in cammino per reinventare il modo di vivere, di pensare, di agire, accogliendo idee e linguaggi nuovi, sconcertanti e illuminanti. E non vale allora la pena di conoscerlo meglio questo ebreo-romano catturato dal Cristo, questo inventore della letteratura cristiana, questo infaticabile pellegrino costruttore di comunità? José Tolentino Mendonça ci dice di sì, tracciando un ritratto efficace di Paolo e del suo pensiero plastico, capace di adottare e adattare modelli e idee con lo sguardo sempre fisso sulla novità di Gesù Cristo. Un esempio e uno stimolo per ripensarci anche oggi, nella stagione che stiamo vivendo come cristiani e come Chiesa, e non solo. Per aprire la breccia di una metamorfosi necessaria a partire dalla quale riformulare una grammatica del credere senza automatismi, in costruzione continua; dar vita a una comunione di fede concreta, mai astratta, sinodale nella molteplicità dei doni e dei carismi; essere sempre, come dice Tolentino, «in stato di ripartenza», non semplici testimoni, ma documenti del futuro.
Dalla penna agile e profonda di don Alberto Mariani, proponiamo un libretto di meditazioni e preghiere incentrato sull'eccomi di Maria, la donna del "sì". 31 meditazioni ci accompagnano per la preghiera personale o comunitaria.
Il movimento indipendentista irlandese che ha portato alla nascita dell'Éire ha promosso un'identità nazionale fortemente contraddistinta dall'appartenenza religiosa, più che da altri elementi identitari culturali o politici. In questo volume Tiziano Rimoldi ricostruisce un secolo di rapporti tra Stato e Chiesa in Irlanda, a partire dalla Home Rule del 1914. Una storia indagata a partire dagli snodi politici e giuridici in cui questa caratterizzazione identitaria ha fatto sentire in maniera significativa la sua influenza: la Costituzione dell'Irish Free State del 1922 e il governo del moderato Cosgrave, la Costituzione del 1937, voluta dal repubblicano de Valera, la proclamazione della Repubblica nel 1948, le vicende del secondo dopoguerra, con i referendum che negli ultimi lustri hanno cambiato il volto dell'Irlanda. Il tutto alla luce della legislazione, della giurisprudenza e della prassi di governo nelle materie «miste» (matrimonio, divorzio, istruzione ecc.) e in quelle moralmente «sensibili» (contraccezione, aborto ecc.).
I cattolici tendono a far derivare il rinnovamento della Chiesa dalla sua forza vitale, che erompe da un nucleo divino, e a contestare l'influenza che ebbe lo scisma avvenuto nel XVI secolo in questo processo. Considerano la "Riforma cattolica" come la vera "Riforma" e si oppongono al concetto di "Controriforma", perché pensano possa nascondere l'idea che la rigenerazione della Chiesa sia solo un movimento reazionario. I non cattolici considerano la Riforma protestante come il vero rinnovamento della Chiesa tendente al cristianesimo originario e vedono nella Controriforma la vittoria del papato, politicamente in auge, sul luteranesimo apolitico e sul calvinismo politicamente isolato. Partendo da fatti storici universalmente riconosciuti e al di là delle interpretazioni, Jedin cerca di indicare un punto di incontro sul significato di questi concetti e di eliminare i malintesi per quanto concerne l'uso storico della lingua, utilizzando poi i risultati ottenuti per l'inserimento del Concilio di Trento nella storia della Chiesa. «Questo libretto merita d'essere indicato agli studiosi ed esaminato da vicino, perché, nella sua brevità è, come si diceva una volta, succosissimo, o per dirla con modi popolareschi, pieno come un uovo, come un uovo, tutto buono» (Delio Cantimori).
...il servizio della Parola costituisce la missione principale della Chiesa insieme alla celebrazione dei sacramenti e alla diaconia. Ma l'annuncio deve essere ispirato dalle sfide che ogni periodo storico pone al credente e alla comunità cristiana nel suo insieme. Solo in questo modo l'annuncio, e l'omelia in particolare, possono divenire un evento di salvezza veramente efficace perché sacramento della Parola esattamente equiparabile, sovrapponibile, al sacramento dell'altare. Come il pane e il vino trasformati dallo Spirito santo in Corpo e sangue di Cristo, trasformano e conformano a Cristo il credente e la comunità, così anche la Parola ascoltata nello Spirito santo discende nel cuore e lo plasma, lo rende docile, lo ammorbidisce affinché divenga conforme alla Parola, e in comunione con il Figlio: Parola di Dio. Ma come l'unico pane della nostra mensa eucaristica per comunicarsi a tutti deve essere spezzato, così anche la Parola necessita un «lavoro» che la renda fruibile, digeribile, efficace per gli uomini. Significativa appare dunque l'immagine diventata comune dello «spezzare la Parola» che lega indissolubilmente liturgia della Parola e liturgia eucaristica.