
Il volume raccoglie le meditazioni legate agli esercizi spirituali dei Vescovi della Colombia (Bogotá, 1°-4 luglio 2015) del cardinale Mauro Piacenza. Il tema delle riflessioni e delle preghiere – Il Vescovo animatore della Comunione – è strettamente legato al sentimento di rinnovo dell’appartenenza a «Cristo, all’Incontro con il Risorto, presente e trasformante, capace di rinnovare le menti e i cuori e, perciò, di realizzare quella Comunione, alla quale ciascuno sente di appartenere».
Un approccio intelligente ad alcuni episodi che la storiografia ufficiale ha sempre ritenuto "vergognosi" per la reputazione della Chiesa cattolica. Strumento ideale per chi vuole avvicinarsi alla storia della Chiesa in maniera agile e allo stesso tempo profonda, senza partire da alcun pregiudizio se non quello che la storia si fa guardando ai fatti all'interno del loro tempo e non secondo una visione preordinata della stessa. Presentazione di Mons. Luigi Giussani.
Fin dall'inizio del suo pontificato papa Francesco ha proposto all'attenzione di tutti il tema delle periferie. Nel cristianesimo, le periferie hanno una storia lunga e complessa, anzi sono un crocevia di storie e di esperienze differenti. Di fatto, però, il Pontefice ha rinnovato l'interesse della Chiesa attorno a questa tematica. "La Chiesa - aveva detto Bergoglio poco prima di essere eletto - è chiamata ad uscire da se stessa e andare nelle periferie, non solo geografiche, ma anche nelle periferie esistenziali: dove alberga il mistero del peccato, il dolore, l'ingiustizia, l'ignoranza, dove c'è il disprezzo dei religiosi, del pensiero e dove vi sono tutte le miserie". Questo libro muove dalle parole del Papa per andare alla ricerca delle periferie concrete e metaforiche che dai testi sacri giungono attraverso i millenni fino alle metropoli in cui viviamo, interrogandoci sul senso profondo della crisi che la Chiesa sta attraversando e sul cammino di speranza che è possibile percorrere per dare al messaggio cristiano una nuova centralità.
Una riflessione sulla misericordia suggerita dall'arcivescovo di Milano a tutti i presbiteri, in occasione della Messa crismale. Con la proposta di un percorso di conversione, a cura del Vicariato per la Formazione permanente del clero.
I gesti, le parole, gli interventi, le decisioni di papa Francesco conservano tutti una linea conciliare di riforma della Chiesa. La sua è una sfida per tutti: o si entra nello spirito della riforma o non si comprende cosa sta realizzando; o la si condivide, con intelligenza e sana criticità, oppure ci si oppone a lui e si vanifica il suo sforzo. Ce la farà Francesco? È una domanda che ricorre spesso. Affiora sulle labbra di credenti e non credenti, tutti interessati a comprenderne l'esito delle sfide che il nuovo pontefice sta affrontando. Una cosa è certa: la riforma di Francesco richiede tempo, pazienza, costanza. Tra scandali e infedeltà papa Francesco non ha il timore di affrontare tutto ciò che non va nella Chiesa cattolica. Tuttavia questa, come ogni istituzione, in alcuni casi, resiste all'innovazione e ora resiste al suo innovatore Francesco. Ma la posta in gioco qui non è la semplice sequela di un leader, ma l'attuazione del Vaticano II. La prospettiva dal basso di Bergoglio invita a prestare più attenzione a temi quali: i poveri, un nuovo slancio missionario, la sobrietà nella vita ecclesiale, l'impegno per la giustizia e la lotta contro la corruzione di tutte le istituzioni (Chiesa cattolica inclusa), il debellare la piaga della pedofilia, la collegialità episcopale, la promozione del laicato, l'attenzione ad alcune prassi familiari, un rinnovato impegno ecumenico, la cura della natura.
"Il volume 'Sud profetico' promosso dalla Fondazione Con il Sud ed edito da Studium, vuole favorire una riflessione sul tema certamente non nuovo, ma sempre molto attuale, del ruolo della Chiesa italiana nei territori del Sud e delle sue proposte di infrastrutturazione sociale, e sviluppo, del Mezzogiorno. Il materiale raccolto si muove infatti in due direzioni. Da una parte la ricostruzione, molto efficace, curata da Francesco Malgeri, sulle posizioni che negli anni la gerarchia ha assunto sulla questione meridionale, in cui certamente spicca il documento della Conferenza episcopale "Sviluppo nella solidarietà" del 18 ottobre 1989, che, oltre ad una forte e lucida denuncia dell'insufficienza della proposta politica per il Mezzogiorno, metteva al centro di una corretta strategia di sviluppo "il superamento di rapporti di dipendenza verticale verso le istituzioni ed un forte ruolo dello Stato, non repressivo o clientelare, ma promozionale". Dall'altra il racconto di alcune delle tante esperienze che hanno visto protagonisti, sacerdoti, religiosi e religiose impegnati nella promozione di reti di solidarietà, di percorsi di rafforzamento delle comunità locali, di sostegno ai soggetti svantaggiati. Di queste esperienze abbiamo richiamato quelle più forti, i cui protagonisti sono uno straordinario punto di riferimento nella storia del riscatto del Sud, come Padre Pino Puglisi, Don Peppe Diana, Mons. Tonino Bello, Don Italo Calabrò..." (Dall'introduzione di Carlo Borgomeo)
Quale rapporto esiste tra l'annuncio del vangelo e la riforma della chiesa? Papa Francesco, primo papa postconciliare, viene riletto nei suoi documenti Evangelii gaudium e Laudato si', presentando la sua interpretazione nuova e originale del Vaticano II: lo stile della fraternità e l'intento evangelico del dialogo sono la cifra per interpretare il nuovo corso della chiesa.
"Trovandomi vicino a molte persone attirate dalla comunità, da nuovi modi di vita, mi rendo conto della grande ignoranza esistente a riguardo della vita comunitaria. Molti sembrano credere che si tratti di mettere sotto lo stesso tetto delle persone che s'intendano "più o meno" o che siano impegnate nei confronti di uno stesso ideale, perché ci sia comunità. Il risultato, a volte, è disastroso! La vita comunitaria non è fatta semplicemente di spontaneità né di leggi. Ci sono delle condizioni precise, necessarie, perché possa farsi profonda e crescere attraverso le crisi, le tensioni e i "momenti buoni". Se non ci sono queste condizioni, sono possibili tutte le deviazioni che porteranno progressivamente alla morte della comunità o alla sua morte spirituale, alla "schiavitù" dei suoi membri. Queste pagine vorrebbero mettere in chiaro le condizioni necessarie a una vita comunitaria. Sono state scritte non come una tesi, o un trattato di vita comunitaria, ma sotto forma di flashes. Sono piste di riflessione, che ho scoperto non nei libri ma nel quotidiano, attraverso i miei errori, i miei insuccessi, anche le mie colpe, attraverso le ispirazioni di Dio e quelle dei miei fratelli e sorelle. Mi auguro che molte persone possano vivere questa avventura, che è poi quella della liberazione interiore: la libertà di amare e di essere amati".
Il volume nasce dalla preziosa e straordinaria esperienza che l'autore ha avuto modo di fare durante le due Assemblee sinodali sulla famiglia, in qualità di esperto e consultore, in ogni fase dall'inizio alla conclusione. A tal proposito, all'interno del volume, vengono esposti i temi e i problemi che le due Assemblee sinodali hanno affrontato durante l'itinerario complesso e coraggioso che la Chiesa ha intrapreso nello spirito della collegialità e della sinodalità, auspicato dal Concilio Vaticano II, a cinquant'anni dalla sua celebrazione. Dai lavori sinodali è emersa con chiarezza la volontà condivisa di sostenere, alla luce della parola di Dio, la realtà delle famiglie di oggi e le sfide che debbono affrontare. Questo cammino comporta gradualità, pazienza, amore, in particolar modo quando si tratta di accompagnare verso l'integrazione coloro che sono segnati dalla fragilità.
Nuovi gruppi, movimenti e comunità religiose nel cattolicesimo italiano hanno seguaci e detrattori, raccolgono consenso e disprezzo, suscitano entusiasmo e diffidenza. L'accusa più frequente che viene mossa loro è di essere delle "sétte". C'è qualcosa di vero in questo giudizio? Per non cadere in valutazioni sommarie spesso poco documentate e motivate, questo saggio cerca di individuare le ragioni in base alle quali accogliere o respingere determinate prassi all'interno delle nuove aggregazioni ecclesiali. Un esercizio di vigilanza e di discernimento più che mai necessario nell'attuale stagione ecclesiale che vede frammentarsi e ricomporsi il cattolicesimo - non solo italiano - in una miriade di gruppi e movimenti.
Nel 2015 la Chiesa cattolica ha celebrato il cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II, che è stato una pietra miliare nella sua storia bimillenaria. Verso la conclusione di quell’evento, ispirati da ciò che si faceva e si diceva nell’aula conciliare, una quarantina di vescovi di varie nazioni si riunì nelle Catacombe di Domitilla per firmare ciò che al giorno d’oggi è noto come il Patto delle Catacombe, testo e progetto che presenta la missione dei poveri nella Chiesa.
Lo spirito del Patto delle Catacombe oggi traspare nei gesti e nelle parole di papa Francesco, dopo aver guidato alcune delle migliori iniziative cristiane degli ultimi cinquant’anni, non solo in America Latina, dove suscitò un’eco speciale, ma nell’intera Chiesa cattolica. Così, la sua testimonianza si è trasformata in uno dei segni più influenti e significativi del cattolicesimo del XX secolo.
Lo attestano qui, tra gli altri, gli interventi di Luigi Bettazzi, Stephen B. Bevans, Piero Coda, Jon Sobrino.
Il dibattito sul significato del Vaticano II dimentica troppo spesso la Sacrosanctum concilium, testo fondamentale e chiave ermeneutica per la comprensione dell'evento conciliare e per la riforma che ne è seguita.
La costituzione sulla Sacra liturgia ha infatti stabilito una visione ecclesiologica che ha delineato l'agenda dei successivi documenti e della Chiesa cattolica negli ultimi cinquant'anni. Proprio per questo, nei molti attacchi alla riforma liturgica si annida una critica all'intera ecclesiologia conciliare.
«Un'analisi completa e documentata della Sacrosanctum concilium e della sua recezione da parte dello stesso Vaticano II. Emerge pienamente il legame del documento con l'ecclesiologia. Il libro fornisce così una profonda comprensione del Concilio nella sua dimensione liturgica e nel suo imprescindibile invito a riformare la Chiesa perché sia più fedele al Vangelo di Gesù Cristo» (E. Bianchi).
Sommario
I. La Sacrosanctum concilium e il significato del Vaticano II. II. La riforma liturgica e il ressourcement. III. La riforma liturgica e l'ecclesiologia. IV. Riforma liturgica e rapprochement. V. Riformare la liturgia - Riformare la Chiesa. VI. La liturgia del Vaticano II e i cinquant'anni della recezione conciliare. Conclusioni. Bibliografia. Indice dei nomi. Indice tematico.
Note sull'autore
Massimo Faggioli, già membro della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna, insegna Storia del cristianesimo nel dipartimento di Teologia della University of St. Thomas (a St. Paul-Minneapolis, in Minnesota). Tra le sue pubblicazioni: Il vescovo e il concilio. Modello episcopale e aggiornamento al Vaticano II (Il Mulino, 2005); Breve storia dei movimenti cattolici (Carocci, 2008; in lingua spagnola, PPC, 2011); True Reform. Liturgy and Ecclesiology in «Sacrosanctum Concilium» (Liturgical Press, 2012); Interpretare il Vaticano II. Storia di un dibattito (EDB, 2013).