Il volume parte da una ricostruzione storica del culto a san Giuseppe come patrono dei morenti, riprendendo tutta la tematica teologica legata all'evento della morte dell'uomo dal punto di vista cristiano (la cosiddetta escatologia o, nel linguaggio teologico-catechistico, i Novissimi). Vengono poi approfonditi i quattro temi classici dei Novissimi ossia: morte, giudizio, inferno e paradiso, letti sotto la lente del rapporto tra escatologia e santità. Nella società occidentale del Novecento si è determinata una dimenticanza della prospettiva della vita «per sempre» o della «vita eterna». Fenomeno che è coinciso con la strategia (consapevole o meno) della censura civile dell'evento della morte. Cosa succede poi nel cosiddetto «tempo intermedio», cioè tra la morte e la risurrezione? Anche questo tema viene approfondito nel volume insieme all'esame biblico dei due possibili esiti della libertà umana: il fallimento o la beatitudine, l'inferno o il paradiso, la dannazione o la salvezza.
La riflessione sull'escatologia cristiana - ossia l'intelligenza credente della destinazione umana - sembra essere giunta oggi a un momento di paralisi, stretta com'è in un gioco di pesi e contrappesi che insiste sulla contrazione schematica nei riguardi della morte e del giudizio. E la paralisi non si scioglie decidendo di dare più peso alla misericordia invece che alla condanna, all'amore invece che alla giustizia. Servono piuttosto l'umiltà e la generosità di un appassionato confronto con la rivelazione definitiva di Cristo, con la sua apertura alla ricchezza della parola di Dio che la istruisce, provocandoci ad accoglierne i salutari paradossi senza avere bisogno di mettere fra parentesi la tradizione dogmatica. Dialogando in questa direzione con la tradizione vivente della Chiesa, i tre autori del volume - un biblista come Franco Manzi e due teologi come Pierangelo Sequeri e Davide Bonazzoli - si concentrano sulla «vita del mondo che verrà» annunciata dall'ultima frase del Credo, partendo dalla domanda su come la creatura che Dio ha messo al mondo rimane 'vivente', secondo la pienezza di ciò che significa essere umani. E ci portano ad affacciarci su scenari interessanti in cui la vita terrena può essere interpretata come iniziazione alla destinazione eterna che rimane vita a tutti gli effetti, e il giudizio, lungi dall'essere visto come un verdetto dispotico, mostra invece una componente relazionale, nello stile proprio di Gesù, nel rapporto agapico tra il Risorto e l''io-anima' dotato di coscienza, volontà e sensibilità.
In un dibattito teologico intenzionato ad affrontare le sfide del nostro tempo, nel contesto ipersecolarizzato della società europea, l'annuncio cristiano del Regno di Dio non dovrebbe costituire oggetto di dissenso legato all'appartenenza ecclesiale. Le questioni aperte e anche le differenze sono, per quanto riguarda l'essenziale, trasversali rispetto alle confessioni. Gli autori di questo libro, dunque, presentano, ciascuno, un approccio complessivo al tema, da prospettive diverse: la risurrezione (Stefan Munteanu, ortodosso), il giudizio (Antonio Nitrola, cattolico), il compimento (Fulvio Ferrario, protestante). Di risurrezione ed escatologia, «ci parlerai un'altra volta», dicono gli Ateniesi a Paolo. E invece è bene parlarne oggi: la buona notizia, infatti, è che l'ultima parola di Dio disvela la verità sulla creazione, sulla storia e sull'essere umano.
“Questi Appelli del Cielo non mi appartengono, ma appartengono a ciascuno di voi, che siete la ragione per cui questa Parola viene rivelata all’umanità, al fine di essere messa in pratica” (Luz de María). “Per coloro che li accolgono con Fede e con umiltà, il contenuto di questi Messaggi è un trattato di Spiritualità, di Sapienza Divina e di morale, pertanto ne raccomandiamo la lettura, la meditazione e la prassi” (Juan Abelardo Mata, Vescovo della Diocesi di Estelí, Nicaragua Guevara).
L'Autore, nella sua esperienza di evangelizzazione itinerante, dal Nord al Sud Italia, ha constatato che «il nostro desiderio, pur nella diversità del vissuto personale, tende in modo esplicito o implicito all'Amore infinito». Il tema del Paradiso, «senso ultimo della vita», sembra riscuotere un profondo interesse: «L'ho trattato» - dice l'Autore - «in ambienti diversi, dalle parrocchie ai circoli culturali. Più volte mi è stato chiesto dai partecipanti, adulti e giovani, di pubblicarne i contenuti in un libro, riportando però anche i testi dei vari autori da me citati. La varietà culturale dei partecipanti, credenti e non credenti, in ricerca del "senso ultimo", spiega la trattazione poliedrica».
Spesso snobbato e considerato un'invenzione della Chiesa per aumentare il proprio potere sugli uomini e soprattutto sui loro soldi grazie alle indulgenze, come ha scritto lo storico Jacques Le Goff, il Purgatorio fa in realtà parte del patrimonio della fede cattolica sin dalle origini del cristianesimo. Si tratta di uno stadio intermedio e temporaneo di sofferenza riservato a coloro che muoiono in grazia di Dio ma senza aver purificato del tutto le conseguenze dei peccati commessi. Questo libro ne espone la natura attraverso il Magistero della Chiesa (Concilio di Lione del 1274, Concilio di Firenze del 1438 e in quello di Trento nel 1563), il parere dei Dottori e dei teologi e le rivelazioni e le apparizioni di vari santi e beati, come santa Caterina da Genova. Senza contare che nella Bibbia sono presenti passi fondamentali da cui emerge questa dimensione di purificazione dei defunti. Più che una condanna per le anime non ancora degne della Gerusalemme Celeste, la dottrina del purgatorio rappresenta invece un consolante motivo di speranza: la salvezza non è riservata soltanto ai perfetti, ma dopo la morte è possibile una purificazione per entrare nella pienezza della vita eterna.
Come conciliare l'amore immenso e la misericordia infinita di Dio con l'esistenza dell'inferno inteso come castigo eterno? Già Origène aveva scritto che un castigo imposto da Dio non è degno dell'amore divino, se non in vista di una conversione. Da ciò la sua speranza di una "apocatastasi" finale, cioè di una "restaurazione" ultima di tutte le creature spirituali. Eretta a dottrina, questa ipotesi è stata scartata dal magistero della Chiesa. Si capisce che ciò avvenne per ragioni pedagogiche: garantire l'happy end non è mobilitante per la conversione dei nostri costumi. Tuttavia, senza dubbio niente impedisce di sperare in questa apocatastasi, anche se essa stessa pone difficili questioni che riguardano la fissazione definitiva del destino degli angeli ribelli e degli uomini dannati, l'esistenza dei quali non si svolge più nella successione e nella mobilità del tempo. Quanto ai sostenitori delle pene eterne, essi possono difendersi fino a un certo punto pretendendo, forse non senza ragione, che, per ipotesi, i dannati non vogliono nient'altro che la loro dannazione, preferendo essere per sempre atrocemente infelici per sé stessi anziché felici per la grazia di un Altro. Yvon Kull, monaco ed eremita, avanza in questo libro un'ipotesi originale: Dio ci ha fatto esistere e in un certo senso ci ha imposto di esistere per l'eternità. A quest'offerta, in compenso, Egli ci accorda la libertà, preziosa ma rischiosa, di rispondere con un "sì" o con un "no". Nel primo caso, noi possiamo ricevere dalla grazia il dono dell'immortalità beata. Nel secondo caso, Dio, secondo l'Autore, risponderebbe al nostro rifiuto non imponendoci l'esistenza eterna ma lasciandoci ritornare al nulla. L'inferno eterno sarebbe dunque la caduta nell'inesistenza eterna.
Francesco d’Assisi, negli Scritti che ci ha lasciato, parla spesso di questo mondo e del mondo che verrà: per questo i suoi primi biografi parlano di lui come di un «uomo nuovo e di un altro mondo». Nei tantissimi studi che in questi decenni sono stati dedicati a Francesco e alla sua esperienza, l’aspetto escatologico, cioè la riflessione sulle realtà ultime e definitive dell’esistenza umana, non è mai stato molto presente. Il libro che presentiamo cerca di iniziare a colmare questa lacuna, impegnandosi in un’analisi sistematica degli Scritti per far emergere contenuti e sfumature escatologiche del pensiero del santo di Assisi. Si tratta di un lavoro accurato e metodico, che aiuta il lettore a cogliere da un punto di vista non comune la visione dell’uomo, del mondo e della storia propria di san Francesco.
LUIS LARRA LOMAS (1964) è un frate minore conventuale spagnolo, noto come giornalista e divulgatore. In parallelo agli studi di specializzazione in teologia, presta il suo servizio presso le comunità cristiane di alcune zone particolarmente difficili della Colombia.
Afa e Omega è un breve manuale sulla protologia e l'escatologia cristiana, alla luce del cristocentrismo trinitario e del principio sintetico cattolico. La luce di Cristo risorto si espande verso gli inizi della storia e anche verso la fine di essa. Le diverse dimensioni del disegno trinitario creatore e salvifico confluiscono nel mistero di Cristo, in modo tale che né la creazione è solo la questione dell'origine né l'escatologia è solo il problema del destino, ma creazione ed eschaton si collegano in Colui che dà ragione della loro identità presente. Essendo Cristo il Logos, la sua luce non contrasta con la ragione umana, ma la porta al suo vero compimento. In questa prospettiva, ci si avvale in queste pagine in modo particolare della compagnia di due grandi maestri, Tommaso d'Aquino e Joseph Ratzinger, nell'intento di mostrare, nello sviluppo dei diversi temi che compongono la protologia e l'escatologia, non solo la compatibilità della congiunzione dell'approccio metafisico con quello storico-salvifico ed esistenziale, ma anche la fecondità di una tale sintesi. Il manuale è destinato agli studenti del primo ciclo degli studi istituzionali ed è frutto di più di quindici anni d'insegnamento.
Il Libro blu di don Stefano Gobbi è un libro in cui la Madonna ci aiuta a leggere, capire e vivere il libro dell’Apocalisse. È un libro che capisce chi ha fede, chi ha Maria per madre e maestra. L’unica chiave per aprire il libro dell’Apocalisse è Maria. È l’esplicitazione del libro dell’Apocalisse fatta dalla Madonna ai sacerdoti: come Gesù parlava alle folle e poi in privato ai discepoli spiegava meglio perché fossero poi maestri, così la Madonna è venuta a preparare quei sacerdoti che a lei si consacrano. A loro spiega bene cosa succede, perché e cosa devono fare. È perciò anche il libro della speranza perché parla di vittoria. Il libro contiene i principali messaggi profetici che la Madonna ha donato a don Stefano Gobbi.
Oggi sarai con me in Paradiso! Cristo è risorto anche noi risorgeremo! Sì ma come risorgeremo? Cos'è il Paradiso? Dov'è? Come vivremo?
A queste legittime domande cerca di rispondere questo libro.
Lo fa con un linguaggio evocativo e al tempo stesso teologicamente preciso, ma non specialistico da tratta escatologico. Espone in maniera piana una compiuta riflessione sul Paradiso, a partire dal libro del Nuovo Testamento che più diffusamente ne parla: l'Apocalisse e dalla sua affermazione centrale, il Paradiso è Cristo!
Particolarità del saggio è il riferimento alle esperienze dei santi: chi meglio di loro, teologi per eccellenza, può parlare del paradiso? Fra tutti i santi spicca poi la singolarità di Maria, nella quale tutto si è già compiuto; Ella è in Paradiso, ma si manifesta a noi tutti.
Simone Giusi è Vescovo di Livorno, catecheta e saggista. Tra i suoi saggi si può ricordare: "Solo l'Amore salva" ed. Paoline e su temi prettamente escatologici il libro: "Corri tempo si avvicina la festa", ed. Pharus.
Molti cristiani credono nell'aldilà e pensano che sia descritto nelle pagine della Bibbia. In realtà, nell'Antico Testamento, come pure negli insegnamenti di Gesù e dei suoi seguaci, non c'è alcuna traccia di ricompense e punizioni eterne, di diavoli inquietanti o di angeli dai riccioli biondi. In questo suo nuovo libro, Bart Ehrman ripercorre la lunga storia dell'aldilà, dall'epopea di Gilgamesh, attraverso la cultura giudaica e classica, fino agli scritti di Agostino, concentrandosi in particolare sui primi secoli cristiani. Scopriamo così che dell'aldilà non c'è mai stata un'unica concezione greca, ebraica o cristiana, bensì svariate, e per giunta in contrasto fra loro, ciascuna legata com'era all'ambiente sociale, culturale, storico che l'aveva prodotta. Soltanto nel corso dei primi secoli dopo Cristo si è invece venuta consolidando una nozione di inferno e di paradiso piuttosto univoca. Ovviamente, in quanto storico, Ehrman non può certo fornire una risposta sui nostri destini dopo la morte, ma invitandoci a riflettere sull'origine delle idee di aldilà ci svela i vari modi in cui l'uomo ha elaborato nel tempo questo tema.