Oggi più che mai, grazie alla volontà di papa Francesco di affrontare nella XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi il tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” (3-28 ottobre 2018), la comunità ecclesiale è invitata a mettersi in ascolto del mondo giovanile e a interrogarsi su come accompagnare le nuove generazioni a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza. La Penitenzieria Apostolica, il ““tribunale della misericordia”, al quale ci si rivolge per ottenere quell’indispensabile medicina per la nostra anima che è la Misericordia divina” (Francesco, Discorso ai partecipanti al XXVIII Corso sul foro interno, 17 marzo 2017), ha inteso fornire il proprio contributo riaffermando il ruolo centrale del sacramento della riconciliazione nello sviluppo della fede e nel discernimento spirituale dei giovani cristiani, quale luogo e spazio privilegiato per incontrare Dio e il suo amore. Il lettore vi troverà alcune piste di lettura delle dinamiche socio-culturali entro cui un giovane cristiano vive la fede, insieme a proposte e spunti utili sul piano pastorale.
Scritto a più mani, questo libro dà voce alla sperimentazione dei gruppi di lavoro che in parrocchie, centri di ascolto Caritas, nelle scuole di italiano e nelle associazioni hanno percorso un lungo cammino ci collaborazione incontrandosi in diverse occasioni, in dieci anni di storia della pastorale migranti nella zona Rho (Milano).
Ecco qui gran parte delle esperienze di gente semplice impegnata in parrocchia e in tante realtà sociali che spesso ha fatto rete mossa da un unico desiderio: accogliere e coinvolgere i nuovi arrivati facendo sentire importanti. Così sono state liberate energie nuove, segno di quella forza che ognuno porta dentro di sé diventando l'arte della festa e la cultura del rispetto dell'altro.
Alessandro Vavassori, prete ambrosiano dal 1988, è stato Fidei Donum in Perù dal 1994 al 1997 e nel 2002 ha conseguito un dottorato in Educazione presso l'Università De la Salle a Manila con una tesi sull'integrazione delle famiglie peruviane e filippine a Milano. Da allora si occupa di pastorale migranti nell'ovest di Milano.
In un periodo in cui l'età media dei fedeli è sempre più alta, l'autore, vescovo di Noto, si interroga sul futuro della Chiesa attraverso una domanda provocatoria: sono i giovani ad aver abbandonato la Chiesa, o è la Chiesa ad aver abbandonato i giovani? E dove sono andati, allora, i giovani? Mons. Staglianò ''rincorre'' i giovani nelle strade, nei locali, sugli schermi, attraverso i trend dei social e le canzoni pop. Riesce così a trovare un inatteso segnale di speranza dentro quei linguaggi che, pur non passando all'interno del cattolicesimo convenzionale, riescono ancora a portare un messaggio d'amore: lo stesso di quel giovane incredibile che è stato Gesù di Nazaret.
Con la prefazione di Gualtiero Bassetti
Il libro nasce dal desiderio dei giovani di Azione cattolica di tutto il mondo di offrire un contributo di riflessione e narrazione al Sinodo su I giovani, la fede e il discernimento vocazionale.
Fede, discernimento e vocazione non sono parole astratte, ma riguardano la concretezza della vita di tutti i giorni, in cui ogni passo da compiere chiama a una scelta.
La felicità è il frutto della vera vocazione e – come ci ricorda papa Francesco – non si può essere felici vivendo la vita comodi sul divano.
Sogna, vivi, scegli nasce dall’esperienza vissuta in associazione, dove fede e impegno quotidiano si impastano nelle storie di tanti giovani che vogliono “fare sul serio” nella propria vita, per essere davvero felici.
Questo Liber pastoralis non è solo il racconto della cura animarum dei pastori, ma soprattutto raccoglie la sfida di edificare la testimonianza dei cristiani e la chiesa come testimonianza. È una meditazione sapienziale sui capitoli essenziali per la vita delle persone e per far crescere la comunità credente, affinché siano luogo del vangelo accolto e trasmesso al mondo. La sua scommessa è di vincere l'"accidia pastorale" che serpeggia nelle comunità e mina come un male oscuro l'impegno cristiano nel tempo presente. Venti agili capitoli che percorrono i "temi pastorali maggiori". Un'agenda per il cammino della chiesa perché esca dal chiuso delle sue sicurezze e si slanci nel mare aperto della testimonianza. Per ritornare all'essenziale e alla trasparenza della gioia del vangelo.
Questo saggio sulla parrocchia dal volto missionario nasce con l’intento di voler offrire un contributo alla riflessione di tutti coloro che “vivono di parrocchia”, che hanno trovato in essa una casa e, attraverso di essa, hanno scoperto di appartenere alla grande famiglia ecclesiale che ha, nel Dio di Gesù Cristo, un Padre ricco di amore e di misericordia.
Un “cofanetto” di idee e di esperienze, che raccoglie i vissuti e gli insegnamenti di tanti fratelli e sorelle dai quali l’autore ha appreso l’arte della “sequela Christi”. Donne e uomini di Dio che hanno lasciato tracce indelebili ed esemplari di intelligenza del mistero di Dio e di fedeltà all’unico Signore e Maestro della nostra vita.
La vita nello Spirito di Cristo, morto e risorto, alimenta la vita credente, sollecita una conversione continua e plasma l'umanità di ciascuno a immagine del Figlio di Dio. Il dono dello Spirito ci innesta come tralci uniti alla vite che è Cristo stesso. Da lui riceviamo la linfa vitale per rimanere uniti a lui e tra noi per sempre. La domanda che pongono gli uditori del discorso di Pietro in Atti 2,37: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?» guida lo sviluppo dei temi della Quattro Giorni 2018, nella quale viene messa a fuoco la dimensione etica della vita cristiana, intesa come vita nuova nello Spirito per essere conformati in tutto e per tutto al Signore Gesù. «E noi, fratelli e sorelle della comunità che educa alla fede, siamo animati dalla stessa passione apostolica di Pietro e degli altri? Con loro confidiamo nella forza della parola del Vangelo, capace di scatenare nelle coscienze il desiderio di un agire nuovo, quello dell'amore, conforme all'agire stesso di Dio? Sia sempre l'indicativo del raccontare quanto Gesù ha fatto e ha detto a schiudere i cuori all'esortazione a scelte morali impegnative, ad attivare e alimentare in un piccolo, in un giovane, in un adulto la disposizione sincera a rivedere e riformare nello Spirito il proprio modo di agire.».
Quale futuro per la fede? E per le comunità cristiane? Dopo l'indagine che ha coinvolto 150 giovani di tutta Italia sul loro rapporto con la religione (Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia, a cura di R.Bichi e P. Bignardi, Vita e Pensiero, 2015), l'équipe di ricerca dell'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo si è convinta che il futuro della fede - ma anche dell'umanità e della società - passi anche attraverso l'educazione, perché è generato nella coscienza delle persone in cui, nella libertà, si realizza l'intreccio tra umano e divino, tra ciò che si riceve e la spinta a reinterpretarlo. Da qui l'esigenza di conoscere meglio l'ispirazione, i temi, le motivazioni dei protagonisti - genitori, sacerdoti, insegnanti, suore, catechisti, animatori - che, con un'azione spesso poco riconosciuta, contribuiscono a iniziare i giovani al rapporto con il trascendente. La ricerca sugli 'educatori alla fede' si è avvalsa di 165 interviste, condotte su tutto il territorio nazionale, con domande volte a indagare una molteplicità temi: come e dove si diventa oggi cristiani adulti? Quali sono gli obiettivi e lo stile degli educatori? Quali atteggiamenti hanno nei confronti del mutamento della Chiesa e del modo di intendere la fede? E ancora: che cos'è considerato successo o fallimento in questa azione educativa? Quali le reti e le relazioni all'interno della comunità cristiana? L'uso di tecniche di ricerca poco direttive ha consentito la raccolta di ricchissime testimonianze sui percorsi attraverso i quali gli educatori alla fede divengono tali, sulle fonti, i riferimenti, i motivi ispiratori che guidano la loro azione, sulle parole chiave e le sfide del mondo contemporaneo.
La fede è una tensione che coinvolge l'essere umano in tutte le sue dimensioni: da quella spirituale a quella culturale e sociale. Cosa accade quando la sua trasmissione 'di generazione in generazione' si interseca con l'esperienza della migrazione, che a sua volta comporta profonde e plurime trasformazioni nella vita di chi ne è protagonista e mette in contatto con un contesto in cui anche le strutture dell'appartenenza religiosa devono essere ripensate? La ricerca presentata in questo volume, promossa dagli Uffici Migrantes delle dieci diocesi lombarde, con la collaborazione e il sostegno della Fondazione Migrantes, e realizzata dall'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo, affronta questo complesso tema partendo dalla diretta testimonianza di chi, a diverso titolo, ne è coinvolto. Da un lato, coloro che per ruolo istituzionale e tradizione culturale - come i genitori e i leader religiosi - hanno in carico la comunicazione della fede alle nuove generazioni; dall'altro, i giovani stessi, che di questo annuncio e di questa testimonianza sono anzitutto i destinatari. Realizzata mediante 150 interviste semistrutturate ad appartenenti alla religione cattolica, alle altre confessioni cristiane e alle religioni non cristiane delle dieci diocesi lombarde, l'indagine restituisce anzitutto i percorsi, i vissuti, i significati e le criticità della fede entro ciascuna tradizione e nelle comunità che la mantengono viva 'in terra straniera'. Allo stesso tempo, offre un interessante spaccato della 'società plurale', mettendo in luce come i processi sociali complessi della secolarizzazione, della migrazione e della convivenza interetnica trasformino e siano a loro volta trasformati dal rapporto con il trascendente.
L’Istituto Teologico Marchigiano, nella sua sede di Fermo, e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose «SS. Alessandro e Filippo» stanno da alcuni anni tentando di inserirsi nel dibattito culturale attuale e di diffondere una serie di approfondimenti biblici, teologici e pastorali che siano uno stimolo alla riflessione in genere e che possano rappresentare un significativo impulso alla vita ecclesiale locale e nazionale. Lo strumento che da quasi venti anni raccoglie i risultati di questa articolata operazione culturale è la rivista Firmana, che si propone come un «quaderno di teologia e pastorale»; un luogo, cioè, dove propiziare una riflessione rigorosa, alla luce della tradizione cristiana sulla complessità dell’agire pastorale odierno.
Firmana esce con cadenza semestrale e propone numeri di natura monografica o composita. Accanto alla Rivista vera e propria, esiste una collana di «Supplementi di Firmana», che offre ai lettori saggi monografici su singoli temi di interesse teologico.
Saggi di:
Armando Matteo Il Dio mite. Una teologia per il nostro tempo • Gianfilippo Giustozzi Il «viottolo» di don Vinicio: ricerca di Dio e lotta all’emarginazione • Luciano Manicardi Gesù e gli stranieri • Viviana De Marco Ecumenismo, canto e musica tra Oriente e Occidente. La riforma protestante, la centralità della parola di Dio
e la nascita del corale • Luciano Zappella Raccontare Dio: l’arte del racconto biblico • Daniele Gianotti Verso un’ecclesiologia dell’amicizia
In questo testo della Conferenza Episcopale Italiana viene trattato il tema dell’amore fra uomo e donna nella concretezza del Vangelo.
L’amore fra uomo e donna è evidentemente tra le esperienze umane più generative, è fermento della cultura dell’incontro e porta al mondo attuale un’iniezione di socialità: davvero “il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa”(cfr. AL 31)»1.
Con queste parole, inviate attraverso un video-messaggio, Papa Francesco l’11 novembre 2017 si rivolgeva ai partecipanti al III Simposio Internazionale sull’Amoris laetitia, organizzato dall’Ufficio Famiglia della CEI.
XX SETTIMANA NAZIONALE DI STUDI SULLA SPIRITUALITA’ CONIUGALE E FAMILIARE (Assisi 28 aprile – 1° maggio 2018).
In queste pagine troviamo i primi germogli nati dal percorso biennale della Settimana di Studi e messi a disposizione di chi opera a fianco dei coniugi. Si chiede una nuova impostazione della pastorale familiare, meno di nicchia e più capace di integrarsi con gli altri ambiti pastorali, riconoscendo la famiglia come luogo unificante dell’azione pastorale della Chiesa.
L’Amoris laetitia per essere attuata necessita che la Chiesa assuma le vesti nuziali delineate da Evangelii gaudium: una Chiesa che sa più di Vangelo e quindi sa più di famiglia.