Che cosa è più importante nella vita di un essere umano, l’obbedienza o la libertà? Questo testo intenso e coraggioso affronta il “tragico paradosso” della coscienza cristiana, oggi inquieta come non mai, perché divisa tra queste due polarità apparentemente opposte.
Il nuovo libro di Vito Mancuso propone un “discorso sul metodo” in presa diretta, fondato non più sul principio di autorità, ma sul più esigente principio di autenticità. Nella luce del delicato rapporto con il potere ecclesiastico, i grandi temi della riflessione umana vengono declinati in modo inedito, coinvolgente, talora entusiasmante e sempre con la consueta chiarezza.
La verità e il potere a partire dalla teologia politica del Grande Inquisitore, la religione contaminata da politica e laicità, l’identità umana tra anima e coscienza, il destino finale o come nulla o come eternità, il dialogo tra le grandi religioni mondiali e una bellissima meditazione sul motto episcopale del cardinal Martini.
La posta in gioco è particolarmente alta: una fede all’altezza dei tempi, una concezione dinamico-evolutiva della verità. Vero e proprio manifesto della teologia di Vito Mancuso, Obbedienza e libertà lancia un messaggio forte e chiaro: da un lato la Chiesa deve liberarsi della superata visione del mondo insita nella sua dottrina, dall’altro il mondo laico deve tornare a interrogarsi sui grandi orizzonti della ricerca spirituale, perché la spiritualità, scrive Mancuso, «è una particolare gestione della libertà».
«In questo mondo che passa, e passando consuma ogni cosa; in questo mondo che ora fa gioire per il semplice fatto di esserci, ora gemere di rabbia e di dolore come schiavi alla catena; in questo mondo teatro dell’essere e del nulla, libera scelta e cieco destino, allegria della mente e disperazione dell’anima; in questo mondo di fantasmi e di poesia, io non conosco nulla di più grande del bene». Vito Mancuso
Vito Mancuso, teologo, docente ed editorialista de “la Repubblica”. Oltre ad articoli su riviste specializzate, alla partecipazione ad opere collettive (tra cui: Che cosa vuol dire morire. Sei grandi filosofi di fronte all’ultima domanda, a cura di Daniela Monti, Einaudi 2010, con R. Bodei, R. De Monticelli, G. Reale, A. Schiavone, E. Severino), tra le sue opere più recenti ricordiamo i bestseller L’anima e il suo destino, con la prefazione di Carlo Maria Martini (Raffaello Cortina, 2007), La vita autentica (Raffaello Cortina, 2009/Emons 2010, con prefazione di Lucio Dalla), Disputa su Dio e dintorni, con Corrado Augias (Mondadori, 2009) e Io e Dio. Una guida dei perplessi (Garzanti, 2011). Con Elido Fazi dirige la collana di libera ricerca spirituale “Campo dei fiori”. Presso una delle più prestigiose case editrici accademiche tedesche è stato pubblicato di recente un saggio sul suo pensiero: Corneliu C. Simut, Essentials of Catholic Radicalism. An Introduction to the Lay Theology of Vito Mancuso (Peter Lang, 2011).
L'opera costituisce un ringraziamento al prof. Michele Lenoci, docente di discipline teologiche e particolarmente di Sacra Scrittura. I contributi confluiti nel volume sono organizzati in tre sezioni: la prima raccoglie alcuni approcci ermeneutici interdisciplinari alla Sacra Scrittura, dalla teologia sistematica, alla filosofia, alla patrologia, alla teologia morale, all'area pratica della ricerca teologica. La seconda offre saggi di esegesi biblico-teologica del Nuovo Testamento. La terza apre l'orizzonte al tema dell'intrinseco legame tra chiesa e parola di dio
Due autorevoli pensatori contemporanei, analizzano il rapporto tra fede e modernità, evidenziando tra esse la possibilità di un'osmosi positiva. Si tratta di riscoprire il cristianesimo come partner di un percorso di umanizzazione, portatore di una mentalità critica contro le illusioni di un'esistenza paga di se stessa.
"Questa volta abbiamo deciso di riflettere su quanto resti oggi degli insegnamenti di Gesù, della sua indignazione, della sua carità, del suo sacrificio e abbiamo immaginato che il dialogo avesse maggiore senso se collocato fisicamente nei luoghi della Passione. A Gerusalemme, appunto. Il nostro percorso, rispettoso e commosso nel calpestare i luoghi dove lui predicò, sarà un vero pellegrinaggio verso un sogno, quello di Gesù". Così ha inizio il nuovo viaggio, in cui i due autori, come già avevano fatto nel loro libro precedente "In cerca dell'"anima, si scambiano stimoli e idee, in una conversazione serrata e appassionante che esplora l'essenza stessa della figura di Gesù e la necessità di una nuova alleanza con l'uomo. Nel percorrere le stazioni della Passione il discorso si volge quasi inevitabilmente ai temi che riguardano da vicino il mondo di oggi: l'importanza dell'altro, la carità, lo sviluppo economico che troppo spesso viene fatto coincidere con la felicità, la perdita della pietas che colpisce soprattutto i più deboli, i labirinti della solitudine. Dalla basilica del Santo Sepolcro luogo finale della Via Dolorosa, al convento della Flagellazione luogo iniziale della Via Dolorosa, si snoda all'incontrano un racconto di vita e di riflessione, un dialogo intenso tra un credente e un uomo di Chiesa, dove si auspica la nuova alleanza tra Gesù e l'uomo nell' antico spirito dell'Arca di Noè.
Con l'espressione 'contingenza umana' ci si riferisce al limite fondamentale imposto dal semplice fatto che non ci siamo autocreati. Siamo esseri che sono nati, che vivono insieme con gli altri e che devono morire. La nostra esistenza è un dono originario e gratuito.
Al compimento di una trentennale presenza e attività nella Città eterna, Elmar Salmann ritorna all'Abbazia di Gerleve. L'occasione offre lo spunto per una rilettura affascinante di questo intenso periodo italiano, speso tra l'attività accademica, l'avviamento di numerosi giovani alla pratica della teologia, la cura d'anime e il ricco viaggiare per conferenze, ritiri, meditazioni, corsi di aggiornamento. Senza dimenticare l'essenziale vocazione monastica. Con uno sguardo originale, che non manca di umorismo e di lucidità, di malinconia e di chiaroveggenza profetica, queste "Memorie italiane" consegnano al lettore non solo un resoconto accurato di cosa anima la ricerca teologica più recente, ma soprattutto una mappa per orientarsi negli ultimi quarant'anni di storia ecclesiale e civile, provando pure a decifrare le linee più evidenti del tempo a venire. Ad arricchire il volume i saggi di alcuni ex-allievi che, riprendendo temi cari alla speculazione teologica dell'Autore, mostrano la fecondità di un cammino che continua.
Dopo un'introduzione di carattere generale vengono richiamati quegli elementi dell'analisi conoscitivo-metafisica lonerganiana che portano Bernard J.F. Lonergan a delineare un realismo critico, elaborato a partire dall'auto-appropriazione da per del soggetto in quanto conoscente, fino a fondare la possibilità dell'etica, possibilità che costituisce la problematica centrale del presente lavoro
Da Platone ad Aristotele ai Padri della Chiesa e Tommaso d'Aquino, San Giovanni della Croce fino a Bergson e Ricoeur, l'Autore propone un percorso di riflessione sull'amore.
Raccogliere, come fa questo libro, alcuni saggi su Dio, l'anima, la morte, vuol dire, per un verso, accogliere l'eredità della tradizione classica, per un altro accettare la sfida che si fa sempre più cogente soprattutto per le nuove generazioni. Se la morte è il caso serio della vita, la si può guardare in faccia solo se si riconosce che gli umani non sono da essa radicalmente sconfitti; ma ciò comporta mettere in conto che in essi vi è la traccia di un'origine altra rispetto al dato biologico, e quindi aprirsi alla trascendenza, principio e fine della nativa protensione umana verso la pienezza della vita.
Le pagine che seguono sono state pubblicate dall'ottobre 2009 all'aprile 2011 sul sito di "Riscossa Cristiana", di cui Vassallo è stato uno dei fondatori, ed è tuttora il coordinatore e garante del settore culturale. Sono pagine in cui viene sviluppato l'arduo compito che l'autore si è dato: denunciare gli errori di un'epoca, la nostra, non a caso caduta nel nichilismo e nel relativismo, capire le cause di questo degrado che da intellettuale diviene fatalmente anche morale e politico, avvelenando la quotidianità, e recuperare i valori della nostra tradizione per ridare slancio e vita all'uomo moderno, al quale il progressismo sa offrire solo una pseudo filosofia mortifera, scivolata ormai sull'ultima spiaggia dell'esaltazione delle perversioni, del delirio di autodistruzione. In questi strani anni in cui stiamo vivendo, dominati dal più grigio conformismo, da un'assoluta mancanza di idee, di prospettive e di cultura, Piero Vassallo è portatore di scandalo: cattolico, difensore della tradizione, arriva a dimostrare come solo il recupero dei valori da sempre difesi dalla Chiesa cattolica possa salvare questa società dallo sfacelo materiale e intellettuale, oltre che morale, in cui è immersa. Prefazione di Paolo Deotto.
Nel dialogo culturale tra fides et ratio il confronto tra il mondo della teologia e quello dei saperi che l'Universitas scientiarum deve considerare risulta spesso arduo, per quella incomunicabilità dei linguaggi che caratterizza l'oggi della cultura. Alla ricerca della verità, ogni ambito di indagine si pone di fronte alla responsabilità di dover essere luce per l'intelligenza, con la preoccupazione di cogliere la veritas frutto di una visione d'insieme che permetta di cogliere il senso primo e ultimo di ciascun ambito in cui l'intelletto è chiamato a dare "forma" alla libertà intellettuale della persona. Ogni ricerca tende a situarsi all'interno di una missione educativa qual è soprattutto quella dell'Università. Diffondere e condividere cultura è costruire una societas in cui la persona è al centro. Tutto questo per promuovere una nuova sintesi umanistica, un sapere che sia scienza capace di orientare l'uomo alla luce dei principi primi e dei suoi fini ultimi.
"Un libro come questo dovrebbe richiedere in realtà l'impegno di una vita. E forse neppur tanto basterebbe." Così, a metà degli anni Settanta, scriveva nella nota introduttiva a "Essere cristiani" un Hans Küng non ancora quarantenne, e non era una semplice dichiarazione d'intenti: avrebbe dedicato l'intera esistenza (fino alla promozione del dialogo interreligioso e al "Progetto per un'etica mondiale") proprio allo scopo che sta al cuore di questo volume, rintracciare le costanti del cristianesimo, "le divergenze rispetto alle religioni universali e agli umanesimi moderni e al tempo stesso, il patrimonio comune alle Chiese cristiane separate". In "Essere cristiani", dunque, egli disegna le coordinate di un cammino che è ed è stato il suo ma che è al contempo quello di tutta la società e di ogni fedele, mettendo in luce gli elementi determinanti ed esclusivi del "programma cristiano" a partire dalla figura di Gesù. "Fu la concretezza di questa figura storica e del suo destino a innalzare il cristianesimo primigenio al di sopra delle contemporanee dottrine filosofiche della salvezza, delle visioni gnostiche, dei culti misterici. E la concretezza storica della sua figura è rimasta nei secoli il nerbo della fede cristiana rispetto a generiche 'Weltanschauungen' religiose, costruzioni filosofiche astratte e ideologie politico-sociali."