Quando un sacerdote, nel corso del suo ministero, si interroga sul senso della sua missione e scruta l'operato dei suoi confratelli non può che ricevere in risposta che l'essenza del ministero sacerdotale è l'esercizio della carità pastorale. Spesso sono gli stessi fedeli che interpellano i pastori in merito e ciò conferma circa la necessità e l'urgenza della carità di Cristo nella vita del presbitero.
Nella prospettiva di questo saggio la formazione permanente" è l'habitat che comprende tutto l'arco della vita delle persone consacrate, con l'offerta di numerosi e qualificati imput per la gestione dell'essere e del divenire della consacrazione. " Formazione permanente, quindi, vista con gli occhi nuovi, come compagna di viaggio e principio informatore dell'offerta e della domanda in qualsivoglia contesto esitenziale. La prima parte, biblico-teologica, offre delle vie per far crescere una visione vivace dell'esistenza consacrata; la seconda illustra gli aspetti psicodinamici della formazione permanente
L'immagine dell'apostolo Giovanni, il discepolo dell'amore, che nel Cenacolo reclina il capo sul petto di Cristo, è forse quella che meglio descrive il compito di ogni discepolo del Signore. Se il sacerdote vuole essere un "uomo per gli altri", non deve dimenticare che lui appartiene prima di tutto a Cristo. Egli è nato nel Cenacolo, quando il Signore, spezzando il pane e benedicendo il vino dell'Ultima Cena con i suoi discepoli, anticipava con quei segni la sua offerta d'amore sull'altare della Croce. Ogni sacerdote non deve dimenticare che il suo "destino" è unito in modo imperscrutabile allo stesso "destino" del suo Maestro. Egli è stato chiamato ad essere anche ministro dell'Eucaristia in mezzo ai suoi fratelli ripresentando prima di tutto Cristo nella sua vita: non è forse questo che rende "bella" la vicenda di ogni sacerdote? Non è forse questo che rende esaltante il desiderio di donare completamente la propria vita nel servizio ai fratelli, come ha fatto Gesù?
È stato calcolato che fra Cinque e Ottocento quasi la metà delle figlie della nobiltà fiorentina, e i tre quarti di quella milanese, finirono in convento. Per una famiglia, sposare le figlie femmine era molto più costoso che mandarle in convento. Se la storia della monaca di Monza ci ha consegnato un'immagine nera della monacazione, è anche vero però che nel convento le donne trovavano l'unica alternativa lecita al matrimonio, e una vita non di rado migliore di quella che avrebbero trovato nel mondo. Valutando con equilibrio pro e contro, questo libro racconta con chiarezza, attraverso la voce stessa delle monache, com'era vivere in convento nei secoli di massima espansione di questa fondamentale istituzione dell'Europa cattolica. Luogo protetto, repubblica femminile, occasione di educazione e di fioritura artistica e letteraria, il convento ha potuto essere contemporaneamente una prigione e un'esperienza di emancipazione e libertà
Quale futuro per la vita consacrata? Come rinnovarla? "La crisi non impedisce il futuro, ma ne è spesso la condizione, spesso è la fucina che lo prepara affinando, bruciando, purificando, eliminando..." (dall'Introduzione). Le pagine proposte dall'autore intendono cogliere l'attuale crisi della vita consacrata come appello e come possibilità. Sull'esempio e sul fondamento della vita e della pratica di umanità di Gesù, di cui testimoniano i Vangeli, la vita religiosa è chiamata a essere anzitutto una vita umana e umanizzata all'interno delle strutture antropologiche del celibato e della vita comune. Emerge qui l'importanza delle dinamiche relazionali, della comunicazione e dell'autorità nella vita comunitaria per caratterizzare la qualità umana ed evangelica della vita religiosa. Questi alcuni dei nodi affrontati dall'autore disegnando un percorso di semplificazione e di essenzializzazione che la vita religiosa è chiamata a intraprendere
In un tempo di larga complessità e di crisi di valori si sta approdando all'interdisciplinarietà tra scienze psicologiche e teologiche. Questo manuale si propone come una guida rivolta ai formatori nell'arduo e delicato compito di accompagnare il "chiamato" non solo nell'immediata libera "risposta" alla vocazione, ma anche all'interno del complesso percorso della vita consacrata. Dio è esperienza e, come tale, è inserita in un ricco sistema di significati: è per questo che il presente lavoro vuole servire da stimolo nel cammino del "divenire", mettendo in evidenza quei meccanismi psicologici che entrano in gioco nel rapporto di amore con l'Amato. Conoscere la natura umana del candidato e come questa possa influire nella relazione con il divino può permettere al formatore di essere maggiormente preparato nell'aiutarlo a porsi nel giusto rapporto con Dio. A tale scopo una parte del manuale è dedicata anche a un'analisi di quelle dinamiche psicologiche che possono intervenire nella pratica dei consigli evangelici. Un valido contributo è stato fornito dal prof. German Sànchez che, nel commentare alcuni punti del documento Orientamenti per l'utilizzo delle competenze psicologiche nell'ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio, fornisce indicazioni importanti ai formatori, ai superiori e agli specialisti della condotta.
Il libro offre una serie di riflessioni teologiche e pastorali per aiutare i consacrati e le consacrate a supportare il loro discorso e la loro azione educativa, proponendo sia un'architettura pedagogica credibile per oggi, sia dei percorsi educativi efficaci e concretamente percorribili. Il lavoro, oltre ad occuparsi dell'ideazione, della struttura e dei contenuti del Documento della Conferenza Episcopale Italiana Educare alla vita buona del Vangelo" (Orientamenti Pastorali per il decennio 2010-2020), intende delineare una teologia e prassi dell'educazione, alla scuola delle Fondatrici e dei Fondatori. Il libro è destinato in modo specifico a tutte le persone consacrate. "
La formazione di spiritualità diocesana oggi è di grande attualità anche perchè nel clero diocesano, spesso, vi sono forme di isolamento personale e pastorale, qualche volta di solitudine, e preoccupanti crisi di identità. "
Giovanni Paolo II, a conclusione dell'esortazione apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis (25 marzo 1992), ha inserito una bellissima preghiera a Maria. L'invocava perché ottenesse per i presbiteri la pienezza dei doni dello Spirito e concludeva: "Accogli fin dall'inizio i chiamati, proteggi la loro crescita, accompagna nella vita e nel ministero i tuoi figli, Madre dei sacerdoti". Assieme a Maria occorre che preghi la Chiesa e in particolare lo facciano i sacerdoti stessi. Pregare per i sacerdoti è un impegno di tutti, ma è anche una risorsa. I loro nomi infatti sono scritti sulle palme di Dio.
La riedizione di questo volumetto "Segreto di Assisi" vuole essere innanzitutto un omaggio devoto e concreto alla memoria dell'autrice Maria Sticco, di cui il 23 novembre di quest'anno ricorre il primo centenario della nascita (Perugia 1891) e il decennale della morte, avvenuta a Milano il 17 marzo 1981. Un omaggio alla memoria, quindi, nella duplice ricorrenza, e nel senso pur duplice: di richiamare la, peraltro, indimenticabile presenza attraverso una delle sue opere più significative ed esemplari, e di farne risentire la voce più squisitamente sua, ossia quella di scrittrice e, in particolare, di scrittrice francescana che, dopo la ormai celebre biografia su San Francesco d'Assisi (edita nel '26 e, da allora, continuamente ristampata fino alla 12a edizione del '90), ha fissato proprio nel Segreto di Assisi le sue emozioni e le sue note più ispirate e più pittoresche e, nel quadro e nello spirito del più autentico francescanesimo, gli accenti narrativi del tutto personali del suo stile, molto spesso intensamente poetico.
La vita consacrata è un modo di vivere il Vangelo sulla scia di un fondatore. Partendo da questi due riferimenti - Vangelo e mandato del fondatore l'autore ricostruisce come e con quali intenti sono emersi, lungo la storia del cristianesimo, i tratti tipici che caratterizzano la vita monastica e religiosa. Individua le ragioni teologiche e storiche che hanno prodotto i grandi modelli, spirituali e giuridici, che così fortemente hanno caratterizzato il cattolicesimo occidentale. Colloca, infine, questi modelli nella crisi presente, per individuare motivi di attenzione, ragioni di speranza, prospettive su cui costruire. Egli giunge quindi a concludere che la vita religiosa, così come lo stesso cristianesimo, non è in crisi a motivo della nequizia dei tempi, ma perché, chiamata a superare se stessa per ritrovare le grandi intuizioni fondatrici, fatica a conformarsi a Cristo in modo nuovo nella forza dello Spirito. Vera e propria teologia fondamentale della vita consacrata, il volume costituisce un punto di riferimento nel ripensamento di quest'ultima per l'oggi e guardando al futuro.
Ridestare aspirazioni e tensione ideale; richiamare a valori e atteggiamenti ritenuti importanti. Ecco lo scopo di questa specie di «regola di vita»: una traccia spirituale per i preti romani. Essa prende il via dalle parole dell’omelia che Benedetto XVI ha pronunciato nel giorno del suo sessantesimo di ordinazione sacerdotale (29 giugno 2011), quando ha ricordato che il frutto maturo che ogni sacerdote è chiamato a portare è l’amore di Dio, che si esprime nella fedeltà a Cristo e alla Chiesa e non è esente dalla sofferenza.
Come bene esprimono poi i vari capitoli: Perché sei sacerdote/Con chi sei sacerdote/ Per chi sei sacerdote/Come sei sacerdote/Dove sei sacerdote/Per continuare a formarti/ La gioia di essere sacerdote/, il testo racchiude un invito a ogni sacerdote a rivisitare le ragioni del proprio essere prete.
Il sacerdozio è dono di Cristo, che rende strumenti del suo amore salvifico per tutti; richiede fedeltà alla Parola, volontà di porsi al servizio della comunità cristiana, di testimoniare il Risorto; come la volontà di alimentare la comunione con il Papa, il proprio vescovo e tutto il presbiterio, coltivando la vita di fede, l’impegno della propria scelta e la formazione permanente.
Punti Forti
Il testo costituisce una specie di «regola di vita» per i sacerdoti, in particolare della diocesi di Roma.
Sottolinea con forza come il sacerdote deve essere uomo a servizio degli altri;
Favorire l’unità e la corresponsabilità dei laici e prestare attenzione ai più deboli.
Il volume, che contiene una dedica autografa di Benedetto XVI, è confezionato in modo ricercato, stampato su carta patinata. Sarà consegnato dal Papa ai sacerdoti della diocesi di Roma in occasione di un incontro in calendario per febbraio 2012.
Destinatari
Sacerdoti, clero romano.