
Attraverso quali percorsi agisce la persuasione? Quali processi psicologici sono implicati? La pubblicità subliminale è davvero efficace? È possibile convincere le persone a fare ciò che non vogliono senza che ne siano consapevoli? Quali sono i fattori che influenzano l'effetto degli stimoli subliminali? Nel rispondere a queste domande il testo presenta in modo chiaro e sintetico teorie e modelli della persuasione legati al linguaggio pubblicitario, approfondendo in particolare il controverso tema della persuasione e della pubblicità subliminale.
Dedicato a coloro che si occupano di comunicazione, "Rumors" è un testo teorico capace di spiegare con chiarezza i meccanismi di formazione e riproduzione delle "voci che corrono". Dicerie, chiacchiere, indiscrezioni o pettegolezzi non sono altro che varianti del rumor, vale a dire un'informazione non verificata che riguarda un tema d'interesse pubblico e che si diffonde da persona a persona. Il testo di grande potere esplicativo, fornisce gli strumenti per comprendere la genesi dei rumors, il credito che essi riscuotono e il metodo per crearli ad hoc e farli circolare.
Già brillantemente sopravvissuta all'avvento della Tv, la radio non ha mancato l'appuntamento con Internet e i social network, sperimentando nuove forme culturali, diverse funzioni e usi sociali. Questo libro racconta la nuova radio e il suo pubblico, documentando la rivincita della dimensione sonora in un'epoca di immagini. La diffusione del suono digitale sul web e la trasmissione radio in rete, in un ambiente ormai multimediale, rappresentano ulteriori estensioni delle possibilità espressive della radio, dalla musica on demand alla sua ricezione in tutto il mondo.
La cultura delle società occidentali si è via via trasformata, nell'ultimo mezzo secolo, da materiale a immateriale. Oggi viviamo e lavoriamo letteralmente circondati da informazioni: parole scritte e pronunciate, media di ogni tipo, database più o meno sterminati, e infine internet, che sembra racchiudere il concetto di informazione infinita e sempre reperibile. Il filosofo Luciano Floridi sostiene che si è trattato non solo di un cambio di paradigma ma di una quarta rivoluzione, analoga a quelle alimentate dal pensiero di Copernico, Darwin e Freud. La rivoluzione dell'informazione oggi in corso sta già offrendo una nuova, profonda comprensione dell'uomo, concepito come essere sempre connesso e costituito da informazioni, e dell'ambiente stesso in cui ci muoviamo, un ecosistema vitale e sociale che supera la divisione tra reale (offline) e virtuale (online).
Questo volume spiega come la "rivoluzione inavvertita" che si è generata attorno alle realtà dei blog, dei social network, della produzione cooperativa stile wiki e dei mondi online stia ridefinendo la relazione fra produzione, distribuzione e consumo delle forme simboliche della società e i rapporti di potere che erano stati generati nella modernità. Da una parte c'è l'abbondanza di user generated content, il proliferare di forme partecipative dal basso, le logiche grassroot, le pratiche dei produser, che modificano gli ambiti dell'informazione e dell'intrattenimento, così come della creatività e del sapere. Dall'altra la miscela esplosiva di tecno-illuminismo e liberismo economico crea un contesto di sfruttamento delle classi creative digitali e di appropriazione dei prodotti delle intelligenze connesse e apre scenari tesi fra negoziazione e conflitto.
Questo volume è il frutto di un'inchiesta sulla stampa cattolica scritta, condotta dall'autore (di cui si riporta una breve scheda biografica) nell'arco degli ultimi due anni, in cui vengono passati in rassegna fatti e protagonisti del giornalismo cattolico italiano e internazionale. Nonostante le nuove tecnologie abbiano portato dei profondi mutamenti nel mondo della comunicazione, l'autore non crede alla scomparsa del giornalismo 'su carta' e tale convinzione viene testimoniata da questo suo lavoro, che non si limita a snocciolare dati e cifre, ma consiste in una sorta di compendio della realtà della stampa cattolica, in cui sono compresi non solo i mezzi di comunicazione ma anche le strutture di sostegno, prima fra tutte la Sala Stampa Vaticana. Il libro risulta di particolare interesse agli appassionati di informazione, a tutti coloro che operano nell'universo dei mass media, come testimonianza del percorso non facile dell'informazione religiosa, ma anche come stimolo a rinnovare le tappe di questo particolare genere giornalistico.
Questo volume fotografico ripercorre i momenti più significativi del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Messico e a Cuba dal 23 al 28 marzo 2012. Nel libro sono riportati inoltre i discorsi e le omelie che il Santo Padre ha pronunciato durante le tappe del suo viaggio, a partire dall'intervista concessa ai giornalisti sul volo papale. Il volume, disponibile anche in lingua spagnola, è curato da Grzegorz Galazka, che grazie ai suoi scatti ha saputo testimoniare la straordinaria accoglienza del popolo messicano e cubano nei confronti del Santo Padre.
"Gesù Cristo 2.0" si propone come una riflessione su cosa significhi essere cristiani e vivere in maniera conforme agli insegnamenti di Cristo in piena era digitale. Credere è innanzitutto un'adesione personale di natura spirituale, mossa dalla volontà e dal cuore, ma talvolta esige un sforzo razionale, soprattutto nei tempi attuali. Oggi più che mai la spiritualità, esigenza concreta e sentita dell'uomo, disegna nuovi percorsi e strade. In questo territorio convulso, però, mancano mappe e topografie, guide e referenti, mentre avanzano, in cambio, opportunisti e venditori di fumo; proprio una spiritualità centrata su Gesù e il suo insegnamento può rappresentare, per giovani e meno giovani, la giusta scelta per il futuro.
La fine del libro cartaceo si avvicina? Qualche anno fa, i primi e-book non facevano certo temere per un'estinzione del sapere stampato; di recente, tuttavia, la tecnologia ha molto migliorato la funzionalità del libro elettronico, rendendolo più maneggevole ed efficace. Alcuni si entusiasmano per le innumerevoli possibilità editoriali che questo cambiamento epocale comporta; altri, invece, evocano scenari apocalittici. Poco meno di seicento anni fa, la comparsa del libro stampato aveva suscitato altrettanti entusiasmi e timori in una società che sino ad allora aveva conosciuto solo la scrittura a mano. A Venezia, città che aveva intensamente vissuto la nascita e gli sviluppi dell'"ars typographica" il rapido propagarsi della stampa aveva rivoluzionato i meccanismi socio-culturali, provocando situazioni contrastanti. Se disponiamo di ampie testimonianze circa le vicende giuridiche e amministrative relative ai primi esperimenti editoriali, documentare le diffidenze e i timori che li avevano accompagnati è invece impresa meno agevole. Qualche interessante testimonianza ci proviene da pochi e frammentari scritti marginali (in genere poesie), stesi talvolta a corredo di opere più importanti e raccolti ora in questa antologia. Grazie a essi, l'euforia e l'ostilità nei confronti della stampa, conosciute soprattutto attraverso cifre e statistiche industriali, trovano anche un'espressione lettetaria.
Ti svegli una mattina e ti trovi in un mondo in cui tutti la pensano come te. Tutti hanno le tue stesse idee politiche, le tue convinzioni religiose, i tuoi gusti culinari. Nessuna discussione con chi la pensa diversamente. Benvenuto nell'era della personalizzazione. Nel dicembre 2009 Google ha cominciato ad alterare i risultati delle ricerche a seconda delle abitudini dei suoi utenti. La corsa a raccogliere la maggior quantità possibile di dati personali su cui customizzare la nostra esperienza online è diventata una guerra che i giganti di internet - Google, Facebook, Apple e Microsoft - stanno combattendo senza tregua. Dietro le quinte, una schiera sempre più folta di società di raccolta dati sta mappando le nostre informazioni personali, dalle preferenze politiche al paio di scarpe che abbiamo adocchiato online, per venderle agli inserzionisti. Il risultato: ognuno vive la propria vita in un mondo fatto a misura di marketing che finisce per diventare costrittivo, ciò che Eli Pariser chiama la "bolla dei filtri". Un'isola di sole notizie gradevoli, attinenti ai nostri interessi e conformi alle nostre convinzioni, che lascia sempre meno spazio a punti di vista diversi e a incontri inaspettati, limita la scoperta di fonti di creatività e innovazione, e restringe il libero scambio delle idee. Un'invisibile e inquietante rivoluzione che distorce il nostro modo di apprendere, conoscere e informarci, fino a stravolgere la formazione dell'opinione pubblica e il funzionamento della democrazia.
"Dopo la fotografia" esamina gli infiniti modi attraverso i quali la rivoluzione digitale ha totalmente modificato la nostra fruizione delle informazioni visive, a partire dalle foto di cronaca scattate con i telefoni cellulari fino all'uso pervasivo della videosorveglianza. Allo stesso tempo, la maggiore possibilità di manipolare ogni immagine ha reso la fotografia un documento di ambigua identità, mettendo cosi in dubbio il suo ruolo nel raccontare gli eventi, pubblici o privati che siano. Nel solco della tradizione di studi tracciato da John Berger e Susan Sontag, Fred Ritchin analizza fallimenti e potenzialità non ancora sfruttate di un medium in continua evoluzione. Addentrandosi nel futuro dei media visivi, l'autore sottolinea come la rivoluzione digitale stia trasformando le immagini in un sistema ipertestuale che ha cambiato radicalmente il nostro modo di concettualizzare il mondo. Secondo Ritchin è il momento di esplorare con rigore le opportunità offerte dalle innovazioni digitali e di usarle per capire meglio il nostro mondo in rapida trasformazione. I collegamenti ipertestuali di uno scatto messo in rete, per esempio, offrono immense occasioni per il dialogo e l'arricchimento reciproco. Immaginare cosa accadrà alla fotografia è una sfida che dobbiamo affrontare senza indugio se vogliamo ancora avere un controllo su tutte quelle immagini che ormai produciamo in maniera esponenziale, evitando così di diventarne schiavi inconsapevoli.
Ancora alla soglia degli anni quaranta Claude Shannon usava intelligence per parlare di informazione, un termine che avrebbe cominciato davvero a diffondersi solo qualche anno più tardi, con la sua "Teoria matematica delle comunicazioni", insieme a una parolina, bit, destinata a diventare una delle più pervasive dell'ultimo mezzo secolo. Amata e vituperata, quella parolina segna un punto di passaggio fondamentale: quando l'informazione diventa una grandezza quantificabile e misurabile. Difficile valutarne davvero l'importanza, ma James Gleick ci prova, raccogliendo i fili sparsi di una storia che parte da lontano, dai poemi omerici e dall'invenzione della scrittura e dell'alfabeto, passando per la lessicografia e i dizionari, i codici crittografici e le moderne tecnologie della comunicazione. E lungo la strada si incontrano figure chiave, talora insospettate: i compilatori di antichi dizionari o i curatori dell'Oxford English Dictionary; l'inventore del primo calcolatore, Charles Babbage; la sua musa, Ada Byron, figlia dell'illustre poeta; e una serie di altre personalità fondamentali come Samuel Morse con il suo codice telegrafico, il matematico Alan Turing, il creatore della teoria dell'informazione Claude Shannon o il fondatore della cibernetica Norbert Wiener. Conclude con la vera e propria epoca dell'informazione, il mondo contemporaneo dove tutti sono, volenti o nolenti, esperti di bit e byte. Sotto un diluvio di segni e segnali, notizie e immagini, blog e tweet.