«Che c'è d'allegro in questo maledetto paese?», si chiede l'Innominato che, stanco della propria vita malvagia, si avvia verso la conversione. È la stessa domanda che tutti noi ci poniamo sempre più spesso. Cosa rimane di bello in questo mondo di guerre, pandemie e crisi di ogni genere? All'indomani del conferimento del Premio Internazionale Cultura Cattolica a Franco Nembrini, sono stati raccolti in questo volume tre suoi recenti interventi, svoltisi come quaresimali presso la Basilica di S. Giovanni in Laterano. Ne è venuta fuori una piccola e preziosa bussola, che attraverso le pagine immortali di Oscar V. Milosz, Alessandro Manzoni e Giacomo Leopardi (sapientemente spiegate e commentate) aiuta a riscoprire la profondità e drammaticità del dialogo che Dio tesse con l'uomo dentro le pieghe (e le piaghe) della storia di ciascuno. Prefazione del card. Angelo De Donatis. Postfazione di don Fabio Rosini.
"Molti sono ormai i libri che raccontano storie di donne dello sport, rarissimi quelli che trattano la loro lunga e difficile battaglia contro le discriminazioni ed i molti pregiudizi nei loro confronti affermatisi nel tempo. In questo libro l'autore racconta la storia di 41 donne sportive oltre alla prima squadra delle giovanissime ginnaste che conquistarono la prima medaglia olimpica femminile italiana ai Giochi Olimpici di Amsterdam 1928 e ci arriva attraverso un frizzante dialogo fra due cugini che si ritrovano dopo anni di lontananza. Nicholas è uno sportivo di professione ed in questo contesto rappresenta "La distratta noncuranza" del genere maschile verso le problematiche femminili, Elisa è ragazza piena di interessi culturali, vivace, intelligente e dotata di una notevole ironia ed in questo racconto incarna la consapevolezza della donna verso l'emancipazione di genere, ma in un abito mai esplorato nella sua vita. L'interessante incontro-scontro fra i due cugini ci permetterà di indagare meglio l'universo sociale e sportivo coniugato al femminile." (dalla Prefazione di Adriana Balzarini)
«Non conosciamo bene il luogo in cui vogliamo arrivare. Non esiste una città o un paese che si chiami «Leopardi». Magari per alcuni di noi ci sono capitoli di manuale, brani di antologia che hanno quel nome. Mettiamoli da parte, il viaggio deve avvenire con le sole nostre forze. Non mostriamo impazienza, o paura di perderci ogni tanto. Partiamo, seguendo da subito un primo cartello segnaletico in cui è scritto L'infinito...» Come parlare di un autore immenso come Leopardi? Come trasmettere oggi il fascino di un poeta contemporaneo di ogni tempo? Si possono raccontare l'infinito, l'amore per la natura, le donne sognate e negate, il senso del vero e della bellezza, infine quell'unità di pensiero e poesia che lo caratterizza? Dieci lezioni, dieci modi per intrecciare Leopardi con la nostra epoca inquieta, e sempre più alla ricerca di un equilibrio difficile tra l'uomo e l'ecosistema. Da questo libro emerge tutta la potenza di un autore sul quale non si possono dire parole definitive, perché suscita continue domande; un autore che sentiamo intimamente moderno anche nella sua lontananza, nel suo essere stato un grande «assente» dalla vita. Leopardi scrittore dell'immaginazione, della creatività, del desiderio, che ci costringe ancora a spalancare gli occhi di fronte al mondo: Leopardi «sensibile e immaginoso».
In poche pagine, Valerio Onida ci racconta da dove viene la Costituzione italiana. Il suo linguaggio, i diritti che afferma, la Repubblica che costruisce e le relazioni internazionali che intesse, sono il risultato di un cammino storico che continua anche nel presente. Nel 75º anniversario dell'entrata in vigore, Marta Cartabia prosegue la riflessione del suo maestro con uno sguardo rivolto al futuro, italiano ed europeo.
«Formigoni ripercorre in maniera documentata e attenta la vicenda dell'uomo che con coraggio e visione ha segnato la storia d'Italia della seconda metà del Novecento» Andrea Riccardi Aldo Moro fu il principale stratega del centro-sinistra e della «solidarietà nazionale», ma anche a lungo guida del governo e della politica estera italiana. La sua esperienza assunse un carattere drammatico non solo per il violento epilogo ma anche per la crescente difficoltà nel tenere assieme Stato e società, innovazione e tradizione, cambiamento e coesione, in un sistema sociale e politico messo a dura prova dalla transizione degli anni Settanta. Guido Formigoni ne tratteggia un profilo biografico completo: l'intellettuale, il giurista, il dirigente delle associazioni cattoliche, il costituente, il politico, lo statista.
Che cosa è accaduto a Comunione e liberazione? Il movimento, fondato negli anni Cinquanta con un approccio rivoluzionario da don Luigi Giussani, è rimasto fedele a sé stesso? Mentre crollavano i muri e cambiava la Chiesa, Cl ha continuato a dare forza alla sua presenza. Anche politica. Sino a diventare, essa stessa, un pezzo di potere. Rischiando così di intaccare il suo codice di educazione alla fede. Come se contassero di più gli applausi del Meeting ad Andreotti, a Berlusconi o a Formigoni, rispetto all'azione stessa della Fraternità. Di questo rischio si era avveduto quasi profeticamente Giussani. E su questo fronte si è impegnato il suo primo successore: don Julián Carrón. Un biblista pescato direttamente in Spagna dal prete di Desio. Ossia al di fuori della cerchia degli italiani. Ci voleva un teologo dell'Estremadura per portare la rivoluzione: basta collateralismi e assist al centrodestra. No ai Family day e alle piazze divisive. Un cambiamento che ha prodotto tensioni nella pancia di Cl, in particolar modo con la famosa lettera su Roberto Formigoni, in cui Carrón chiede perdono a nome del movimento. Ora il sacerdote che ha guidato la Fraternità dal 2005 al 2021 si tiene in disparte. Le sue dimissioni sono arrivate dopo il commissariamento da parte del Vaticano dei Memores domini e le nuove regole sulla governance dei movimenti. Il timone è passato a Davide Prosperi, professore dell'Università Bicocca di Milano, che si ritrova a gestire un'eredità difficile. Restano però gli interrogativi. Un cristiano impegnato ha bisogno del potere? Bisogna aggrapparsi alla legge per proteggere i valori? Come comportarsi di fronte alle chiese vuote o alla richiesta di maggiori diritti da parte degli omosessuali? Di fronte al gender o all'eutanasia? È appena iniziata una terza vita del movimento, raccontata in questo libro attraverso la voce e gli scritti dei protagonisti.
Durante il percorso curativo in ambito delle relazioni d'aiuto si affrontano disagi e sofferenze di varia natura e in psicoterapia si attraversano spesso ricordi traumatici del passato che condizionano il presente. La correzione degli schemi relazionali disfunzionali e il superamento del rancore vissuto si realizza dopo l'espressione della rabbia. La cicatrizzazione sanatoria e definitiva delle ferite psichiche può avvenire soltanto con la dimensione emotiva del perdono che la ricerca scientifica ha evidenziato come indispensabile strumento terapeutico in questo testo.
Il volume raccoglie i contributi presentati durante il 3° Seminario del Progetto di ricerca "Giovani, affetti e identità" in corso all'Università Pontificia Salesiana. Oggi il contesto educativo e il panorama socioculturale manifestano evidenti sfide ed opportunità su temi antropologicamente rilevanti quali la persona, la sua maturazione affettiva, l'orientamento dei suoi comportamenti, il rapporto tra natura e cultura, tra singolarità e relazionalità. In questa prospettiva il libro approfondisce la nozione di "vita buona" connettendo etica e "capitale affettivo": l'identità di genere e l'orientamento sessuale vengono analizzati tramite gli approcci complementari e distinti dell'antropologia filosofica, della psicologia, della teologia morale e della giurisprudenza.
Quasi duemila e cinquecento anni fa, Aristotele avviò la discussione sui diversi aspetti dell'organizzazione della polis definendo l'essere umano come "animale politico", l'unico vivente capace di dar forma a comunità politiche. Da allora, pensatori antichi, moderni e contemporanei si sono susseguiti nel dare una propria definizione di che cosa è la politica, ognuna delle quali derivata dalle vicende particolari e dalle idee che a questo termine risultano associate nei diversi momenti storici: dalla polis all'Impero, dallo Stato alla sua crisi nella globalizzazione, fino alla nascita delle Relazioni Internazionali. Attraversando più di due millenni di riflessioni si giunge a riconoscere come l'espressione aristotelica conservi ancora il suo valore e ci induca a individuare nella politica non soltanto un "mezzo" o un tipo particolare di potere con leggi perenni, bensì soprattutto la forma specifica delle relazioni sociali con cui gli esseri umani organizzano e sperimentano la vita associata, oscillando fra l'obbedienza all'autorità costituita e la ricerca di spazi di libertà.
Le mitologie politiche offrono agli Stati una visione grandiosa e confortante del proprio destino e la diffondono per assicurarsi una facile presa sul popolo. In Mitologie Italiane, Riccardo Pugnalin e Antonio Pilati analizzano alcuni dei miti dell'Italia unita che a tutt'oggi sono duri a morire, influenzando la percezione pubblica e suggestionando le scelte del popolo sovrano. Il primo e più radicato di questi falsi miti è l'idea secondo cui l'Italia, in virtù di un secolare primato culturale, esprime una missione di civiltà a raggio universale. Roma con il suo carico di eventi e di gloria è il principale catalizzatore di questo mito. Eppure, oltre il mito, l'attuale cultura italiana, i suoi intellettuali e la formazione proposta dalle università sono ben lontane dalla gloria e dai fasti di un tempo. Il secondo mito è quello secondo cui l'unità economico-politica dell'Europa espanderebbe le chance di sviluppo dell'Italia, rafforzando il suo primato internazionale e assicurando la sua tenuta sociale. Entrambe queste leggende, forgiate ad hoc da politici tutt'altro che disinteressati, hanno solamente un contenuto sentimentale che attribuisce alla nazione un'immagine desiderata con poca o nulla attinenza con la verità dei fatti: mancano l'analisi dei rapporti di forza e la percezione della realtà effettuale. La politica vera, la politica che sa operare per il bene della nazione e del popolo, inizia lì dove si sostituisce l'analisi al mito, la capacità tecnica alle credenze, la forza delle analisi alle facili suggestioni e agli incanti della ragione: lì dove la politica si fa comunicazione, certamente, ma della verità.
Siamo proprio sicuri di sapere cosa sia un avocado? Dobbiamo offenderci quando in una discussione tra amici ci danno dei filistei? E cosa c'entra il pittore Vittore Carpaccio con il gustosissimo piatto a base di fettine di vitello crudo? Nel libro che hai tra le mani troverai la risposta a queste e alle altre - tantissime - domande che sorgono spontanee ogni volta che hai avuto l'impressione di perdere la bussola nel bosco incantato della lingua italiana. Perché a tutti noi è capitato almeno una volta di annuire a vuoto in risposta a parole oscure e di rosicare in silenzio per la presunta inadeguatezza del nostro vocabolario. Niente paura: animato dalla curiosità di arrivare al cuore delle parole che usiamo ogni giorno, quelle che leggiamo e scriviamo da sempre, e con questa divertente guida tra le mani, preparati a un viaggio nel mondo delle etimologie più affascinanti della nostra lingua. Un percorso nella storia sorprendente e per nulla lineare dell'italiano, quello quotidiano e quello letterario, attraverso quiz divertenti e approfondimenti tematici curiosi e appassionanti che sfideranno le tue più granitiche convinzioni in materia. Tra parole inesistenti ma che ci ostiniamo a usare e termini che sono arrivati a noi solo grazie a errori di trascrizione, questo agile manualetto ti farà fare un figurone nelle conversazioni con gli amici quando gli spiegherai che i longobardi non ci hanno lasciato in eredità solo la corona di Teodolinda o infilerai tra una battuta e l'altra una serie di elegantissime parolacce ripulite. Perché da sempre la lingua è una questione di cuore più che di parole. Prefazione di Stefano Massini.
Sei un Infinito, come Platone e Maria Montessori, il cui talento consiste nell'aprire nuove strade nella conoscenza? Oppure un Pentagono, dotato di una grande forza di volontà e di un'insaziabile curiosità, come Leonardo da Vinci e Albert Einstein? O ancora, sei una Stella, capace di risplendere di luce propria grazie a doti particolarissime, come Mozart e Freddie Mercury? Tony Estruch ha creato il test del geniotipo, diviso a seconda delle propensioni di ognuno in nove categorie che spaziano dalle attitudini organizzative al genio creativo, dalle capacità di adattamento all'abilità nel comprendere le emozioni. Ma non conta solo individuare in cosa si eccelle: come spiega l'autore, è fondamentale anche comprendere i punti di forza e di debolezza del proprio profilo, in modo da avere chiaro in quali direzioni lavorare su di sé per esprimere al meglio le proprie potenzialità. Con uno stile semplice, diretto e stimolante, Tony Estruch rivela che non è necessario fare nulla di speciale per diventare un genio: basta scoprire e coltivare ciò che già siamo.