Sei un Infinito, come Platone e Maria Montessori, il cui talento consiste nell'aprire nuove strade nella conoscenza? Oppure un Pentagono, dotato di una grande forza di volontà e di un'insaziabile curiosità, come Leonardo da Vinci e Albert Einstein? O ancora, sei una Stella, capace di risplendere di luce propria grazie a doti particolarissime, come Mozart e Freddie Mercury? Tony Estruch ha creato il test del geniotipo, diviso a seconda delle propensioni di ognuno in nove categorie che spaziano dalle attitudini organizzative al genio creativo, dalle capacità di adattamento all'abilità nel comprendere le emozioni. Ma non conta solo individuare in cosa si eccelle: come spiega l'autore, è fondamentale anche comprendere i punti di forza e di debolezza del proprio profilo, in modo da avere chiaro in quali direzioni lavorare su di sé per esprimere al meglio le proprie potenzialità. Con uno stile semplice, diretto e stimolante, Tony Estruch rivela che non è necessario fare nulla di speciale per diventare un genio: basta scoprire e coltivare ciò che già siamo.
È stato scritto moltissimo sulla vicenda del sequestro di Aldo Moro e della strage degli uomini della scorta, molto sulla sua attività politica e qualcosa sulla sua spiritualità. Questo libro prova a definire cosa debba intendersi per spiritualità e a delinearne i tratti in Aldo Moro analizzando le lettere che egli scrisse nei giorni della sua prigionia. Ne emerge un uomo animato da una profonda spiritualità, dagli anni della formazione, attraverso la vita politica, fino agli ultimi, drammatici giorni e al tragico epilogo che cambiò la storia d'Italia.
Negli ultimi trent’anni i poteri forti hanno rivolto la propria attenzione al fenomeno UFO, sperando di carpire tecnologie esogene avanzatissime. Lo hanno fatto nel massimo segreto e per spazzar via la concorrenza hanno ridicolizzato gli avvistamenti più credibili, affinché nulla trapelasse. Questo spiega perché, nonostante molti Paesi abbiamo derubricato i propri dossier UFO, la questione sia ancora trattata con sospetto dalla scienza ufficiale.
Grazie a importanti documenti segreti, raccolti in una vita, l’autore ha potuto ricostruire l’abbraccio mortale, finanziario-militare, tra Stati Uniti, NATO e Ue.
Questi Poteri Forti insabbiano conoscenze scientifiche che tengono per sé e che potrebbero invece salvare la razza umana da quel punto di non ritorno ambientale, alimentare e delle risorse paventato da molti. Esagerazioni? Follie cospirazioniste? La mole sterminata di documenti esclusivi, presentati qui per la prima volta, dimostrerà quanto la realtà possa molto spesso superare la fantascienza o l’immaginazione.
Alfredo Lissoni, classe 1966, già insegnante di religione e bibliotecario, da oltre vent’anni lavora come giornalista politico. Autore di numerosi format radiotelevisivi, si occupa di ufologia dal 1986 e ha al suo attivo una quarantina di titoli. Ma la sua specialità sono le ricerche d’archivio: è autore di importanti scoperte come gli X-files di Mussolini e i carteggi sulle “navi celesti” dell’Impero Austro-Ungarico e di quello bizantino. Suo è il testo della richiesta di declassificazione dei dossier UFO presentata al Parlamento Europeo. Caporedattore di numerose riviste, si è occupato anche di miracolistica e paranormale.
E se vi dicessimo che Dante Alighieri non è nato a Firenze? Che nel suo viaggio in Trentino è stato artefice di un’importante mediazione tra il papa e l’imperatore d’Austria? E che proprio in Trentino ha scritto l’intera Divina Commedia? In questo libro è descritta una mappa, nascosta in un ciclo pittorico medievale affrescato in una torre della città di Trento, che segue i passi del poeta, sino a giungere all’ultima comune templare, l’incontro con Beatrice.
Il ciclo pittorico della torre cela anche la cronaca di un grave episodio avvenuto a Trento nel 1475: il rapimento e l’uccisione di Simonino, un bambino di due anni che fu fatto santo dalla chiesa e che a lungo venne assurto a copatrono della città.
Nei pannelli il pittore contemporaneo ai fatti utilizza lo scritto dantesco per denunciare responsabilità e nomi di chi ha partecipato a quello che in realtà voleva essere un colpo di stato, e del quale hanno invece fatto le spese il piccolo Simonino e la comunità ebraica trentina dell’epoca, accusata e condannata ingiustamente per l’omicidio.
"Anche nei tempi più bui abbiamo il diritto di aspettarci un po' di luce." In questi saggi, Hannah Arendt ripercorre le esistenze di dieci intellettuali che hanno conosciuto le tenebre del proprio secolo. Queste personalità illuminate hanno vissuto gli orrori ricorsivi dei "tempi bui", tentando di contrastarli. Per quanto diversi tra loro, Karl Jaspers, Rosa Luxemburg, Bertolt Brecht, Papa Giovanni XXIII, Walter Benjamin e tutti gli altri protagonisti del volume sono accomunati dall'aver combattuto in prima linea, non cedendo mai alla tentazione delle retrovie o di una ritirata nelle scorciatoie del disimpegno. Ogni ritratto è un esercizio di biografia filosofica, un elogio della pluralità e di chi ne è stato portatore.
Chi sono io? O che cosa sono io? Una volta lo si sarebbe chiesto a un filosofo, poi a un neuroscienziato, oggi lo possiamo chiedere a una intelligenza artificiale, un IA, anzi una ia (in minuscolo). Ma la ia saprà che cosa è un io? La ia sarà un io? E l'io, poi, sarà qualcosa che si è o che si ha? Persi in questo labirinto di domande, un neuroscienziato e un filosofo della mente si confrontano con l'intelligenza artificiale in un dialogo a due (o a tre?) e si interrogano sulla natura di noi stessi e dei nostri alter ego artificiali. In un momento in cui le intelligenze generative (ChatGPT, Dall-E, OpenAI) sembrano diventare capaci di creare contenuti paragonabili a quelli degli essere umani, ci sentiamo smarriti. Siamo diventati obsoleti? Il cervello sarà in grado di competere con i computer dotati di nuovi algoritmi? C'è qualcosa che le macchine non hanno? E se ci fossimo trasformati in macchine a nostra volta? In fondo anche il cervello non contiene niente che la fisica non possa spiegare.
Nella diversità crescente dei modelli di vita e nell'irreperibilità di valori assoluti si è spesso indotti a sottoscrivere un relativismo culturale dove tutto e il suo contrario sono possibili. È un errore. Modelli di vita, principi e valori possono portare un'intera società a fiorire e svilupparsi oppure, all'opposto, a degradarsi culturalmente ed esistenzialmente. Al soggetto incombe tanto più la responsabilità di fare delle scelte quanto più le ideologie sono tramontate, i portali delle chiese sembrano chiusi e i padri tacere. La sociologia dei processi culturali, dialogando con i classici della disciplina (Tocqueville, Durkheim, Weber, Troeltsch, Boudon), ricostruisce il lavoro incessante degli individui nel decidere costantemente, non senza illusioni ed errori, il percorso da seguire per una vita dignitosa e felice. Scopo di questo testo è proprio quello di recuperare i passi ragionevoli che scandiscono oggi questo cammino.
Cos'hanno in comune Fleabag e Doc, Wanda Vision e La regina degli scacchi, The Morning Show e This is Us, Black Mirror e Don Matteo? La lettura interpretativa proposta dagli autori del volume, ognuno con un diverso profilo professionale e focalizzato su una serie in particolare, si addentra nell'analisi delle narrazioni di queste e altre serie, e offre la possibilità di vederle come i tasselli di un unico mosaico: quando si uniscono emerge infatti un'interessante immagine di chi siamo e cosa desideriamo. «Nella finzione narrativa di tutto il mondo c'è una grammatica universale, una struttura profonda che vede gli eroi affrontare i problemi e combattere per superarli. (...) Universalmente le storie si focalizzano sulle grandi difficoltà della condizione umana. Trattano il sesso e l'amore, la paura della morte e le sfide della vita. E trattano il tema del potere: il desiderio di esercitare influenza e di eliminare l'asservimento. (...) perché le storie si concentrano intorno ad alcuni grandi temi, e perché rispettano in maniera così costante la struttura basata sul problema? Perché seguono questa impostazione e non tutte le altre che potrebbero avere? Penso che la struttura basata sul problema riveli una delle funzioni principali dello storytelling: suggerisce che la mente umana sia stata modellata per le storie, così che possa essere modellata dalle storie. (...) cerchiamo sì le storie perché ci piacciono, ma la natura ci ha progettati per amarle affinché potessimo fruire del vantaggio derivante dal fare pratica. La finzione narrativa è un'arcaica tecnologia di realtà virtuale specializzata nella simulazione di problemi umani» (Jonathan Gottschald, L'istinto di narrare. Come le storie ci hanno resi umani). Contributi di Giulio Maspero, Eleonora Recalcati, Armando Fumagalli, John Paul Wauck, José María La Porte, Giulia Cavazza, Enrique Fuster, Rafael Jiménez Cataño, Andrea Claudia Valente, Federica Bergamino, Jorge Milán Fitera, Tobia Campana, Gema Bellido.
Alla fine del 2017 un algoritmo di intelligenza artificiale ha collezionato una serie di vittorie schiaccianti a scacchi scegliendo mosse che la mente umana non è nemmeno in grado di assimilare o utilizzare. Qualche anno più tardi, i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno annunciato la scoperta di un nuovo antibiotico ottenuto grazie all'aiuto dell'intelligenza artificiale, che era riuscita a individuare proprietà molecolari sfuggite alla concettualizzazione e alla classificazione degli scienziati. L'intelligenza artificiale sta conquistando sempre più terreno nella ricerca, nella medicina, nell'istruzione e in molti altri campi. Ma con quali conseguenze? Secondo l'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, l'ex amministratore delegato di Google Eric Schmidt e l'informatico e decano del MIT Daniel Huttenlocher, presto l'umanità si ritroverà a imboccare un sentiero molto pericoloso, poiché l'IA sta cambiando il pensiero, la conoscenza, la percezione, la realtà e, di conseguenza, il corso della storia. Nonostante la velocità con cui avanza e progredisce, l'IA non è infatti governata da principi e concetti morali che la contengano e le diano dei limiti, sicché la sua rivoluzione può assumere pieghe inaspettate e condurre a esiti imprevedibili. Interrogandosi sui prossimi scenari possibili, tre fra i pensatori più autorevoli e lucidi di oggi riflettono così sull'intelligenza artificiale e su come stia trasformando il nostro modo di sperimentare la realtà, la politica e le società in cui viviamo. In queste pagine, Kissinger, Schmidt e Huttenlocher non spiegano soltanto cos'è l'intelligenza artificiale, ma cosa rappresenta: un terreno di gioco fondamentale che determinerà gli assetti geopolitici futuri.
Lo sport è una delle più efficaci modalità di comunicazione: è grazie allo sport che in modo efficace si possono trasmettere principi come lealtà, rispetto, determinazione, senso della disciplina. Sui valori etici e formativi dello sport si concentra questo libro, articolato in tre parti. Nella prima l'attenzione è posta sul perché lo sport abbia in sé un valore. E la risposta sta nella sua capacità di coniugare dimensione ludica e agonismo, meritocrazia e uguaglianza, pianificazione e creatività. La seconda parte si interroga sul come i valori dello sport si siano evoluti in base ai cambiamenti socioculturali. La terza parte prende in esame il cosa, ossia gli aspetti che possono offuscare il valore dello sport, come ad esempio l'autocelebrazione.
Le esperienze scolastiche spesso veicolano l'idea dell'errore come motivo di fallimento, di vergogna e senso di colpa. Accade così che, tra un segno rosso e uno blu, l'errore si identifichi con l'insuccesso. La sfida di questo agile saggio è ribaltare questa concezione. Il coraggio di staccarci da schemi didattici precostituiti infatti può portarci a ritenere l'errore come compagno di viaggio, che paradossalmente facilita il percorso di conoscenza e di crescita. Occorre imparare a considerare e a gestire l'errore in modo positivo: quando si cade l'importante è rialzarsi. Da macigno l'errore diventa il motore della conoscenza: un percorso che porta nuove energie al processo di apprendimento. Affinché ciò accada è necessario comprendere il nesso strettissimo tra l'apprendimento e la sfera emotiva, che è la molla che permette di attivare le risorse utili a rialzarsi. Dunque, se sbagliare è un fatto spesso inevitabile, è indispensabile imparare a gestire l'errore con successo, soprattutto in ambito scolastico. Prefazione di Stefania Savino.
In un mondo in continuo cambiamento è importante non solo saper cogliere i semi di progresso e di novità al servizio della crescita, ma anche mantenere vivi i valori fondanti la persona e l'educazione. E la Chiesa ci ricorda che la prima comunità è la famiglia, terreno ove ciascun essere umano cresce e si sviluppa. Il volume si articola in cinque capitoli che trattano dei fondamenti dell'educare, dall'infanzia alla giovinezza, e si propone di accompagnare genitori, educatori ed educatrici, insegnanti, nel loro delicato compito educativo, mediante un'"alfabetizzazione" relativa ai processi di crescita umana e dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti.