
Nel Medioevo cristiano la morte è onnipresente. Il primo motivo strutturale è di ordine demografico e riguarda l'estrema fragilità dell'esistenza umana nelle società dell'Ancien Régime. Il secondo è rappresentato dal cristianesimo e dalla centralità della morte e della risurrezione di Gesù. I defunti sono continuamente presenti nella preghiera dei vivi e nel paesaggio rurale e urbano, in particolare nei luoghi in cui la giustizia innalza le forche e nei cimiteri, spazi fisici e simbolici che consentono la nascita dei villaggi. La pietà dei laici e, in particolare, delle donne di alto rango si dota di un nuovo testo di preghiera, il Libro delle ore, che permette di rivolgersi alla Vergine, al Cristo della Passione e alla Trinità, ma soprattutto di meditare sulle "ore della morte", sempre evocate. Anche il testamento diviene un obbligo di natura spirituale, oltre che giuridica: regola la successione in favore delle persone più vicine, serve a chiedere perdono a coloro a cui si è fatto torto e permette di fare un'ultima volta e massicciamente la carità ai poveri e ai malati.
Il "Vade mecum in tribulatione" è l'opera più celebre del profeta Giovanni di Rupescissa, il frate minore alvergnate che, arrestato nel 1349 e inizialmente detenuto in un carcere dell'ordine francescano, fu poi trasferito in una prigione papale ad Avignone e liberato solo alla vigilia della morte (1366). Nelle sue prigioni Giovanni viene progressivamente a conoscenza dell'intero patrimonio dei testi profetici medievali, che trascrive e interpreta per costruire un sistema previsionale dei tempi finali unitario e coerente. Nei venti brevi capitoli (chiamati "intenzioni") del Vade mecum, il frate fissa i tratti delle imminenti tribolazioni e i modi per non esserne travolti, in attesa del successivo inizio dei mille anni di pace preconizzati nel libro dell'Apocalisse, e riporta attese apocalittiche e profili messianici entro un lessico profetico originale, destinato a notevole fortuna nei secoli successivi, come dimostra la rapida diffusione dell'opera in tutta Europa, sia nella versione originale latina sia nei volgarizzamenti prodotti in sette lingue. Il volume offre la prima edizione critica del testo latino del Vade mecum, allestita da Elena Tealdi sulla base dei quarantasei manoscritti superstiti, la maggior parte dei quali venuti per la prima volta alla luce in questo lavoro. Il commento della curatrice e le ampie introduzioni di Robert E. Lerner e di Gian Luca Potestà permettono di scorgere in controluce le tensioni spirituali e le attese riformatrici...
La tragica storia del teologo protestante Dietrich Bonhoeffer, oppositore senza compromessi del regime hitleriano e pastore instancabile dei cristiani che rifiutavano il connubio tra religione e nazionalsocialismo. Attraverso una ricostruzione minuziosa degli avvenimenti, l'autore, storico del diritto ed esperto della Germania nazista, descrive i momenti decisivi che portarono alla condanna a morte di Bonhoeffer nel campo di concentramento di Flossenbürg. Il testo non si ferma all'esecuzione del teologo, ma segue anche le sorti del suo accusatore e del suo giudice, che sconteranno solo condanne minime o verranno addirittura assolti. Il libro di Schminck-Gustavus è il racconto della grandezza umana e morale di uno degli avversari più coraggiosi della follia nazista e la denuncia di un'ignobile, mancata giustizia. Un richiamo deciso alla necessità di mantenere viva la memoria storica e proseguire nella ricerca della verità.
Mazzarino: abile burattinaio della politica europea o pallida controfigura di Richelieu? Stefano Tabacchi ricompone l’immagine di Mazzarino, il Cardinale italiano alla corte di Francia, l’abile manovratore e dominus assoluto della politica europea del XVII secolo. La biografia indaga sul vero ruolo che Mazzarino ebbe in quella particolare fase della storia francese ed europea rappresentata dalla transizione verso l’assolutismo monarchico. Da sempre messo a confronto con il suo predecessore Richelieu, il suo modello politico fu più “romano” che “francese”, appreso negli anni della giovinezza al servizio della Santa Sede. Ne emerge la figura di un politico che intese la sua azione come un’arte, una pratica molto raffinata, nel fedele servizio al sovrano.
"Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza voler vedere." Liliana ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come "alunna di razza ebraica", viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa "invisibile" agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent'anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. "Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea". Enrico Mentana raccoglie le memorie di una testimone d'eccezione in un libro crudo e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l'adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all'amore del marito Alfredo e ai tre figli.
Lo storico interessato a individuare i percorsi lineari della scienza si chiede il motivo per cui Galileo merita di essere famoso e risponde con la scoperta della legge di caduta libera dei gravi. Lo storico interessato a collocare le teorie nel loro contesto storico si chiede perché Galileo meritava di essere famoso e risponde con l'utilizzo del telescopio nelle esplorazioni celesti. Lo storico attento alla figura di Galileo si chiede se egli voleva meritarsi la fama, e risponde un po' imbarazzato che lo scienziato riteneva di aver trovato l'argomento definitivo per dimostrare il moto della Terra, ovvero l'argomento delle maree che è sbagliato. Fatto sta che Galileo è spesso più conosciuto come un "caso" per via della vicenda avuta con la Chiesa, mentre è meno conosciuto come lo scienziato al crocevia di un momento delicato e fondamentale della storia della scienza e della filosofia. Questo volume si propone di "osservare" la storia di Galileo sotto angolazioni che diano conto della complessità della vicenda, offrendo una via di accesso a questa complessità a quanti non frequentano abitualmente gli studi galileiani.
Un passo dopo l'altro, con andatura costante, fino a contarne milioni. Prendere la strada decine di volte, recuperarla, a costo di scavalcare staccionate, svegliare i cani di un'intera contrada, guadare un fiume. Attraversare i campi, snodi autostradali, paesini, città. Da Canterbury alle guglie di San Pietro, questo è il ritmo della via Francigena.
Oltre 2000 chilometri, 4 nazioni e 4 frontiere da varcare, 1 millennio di storia.
Popolazione barbarica fortemente influenzata dalla cultura romana, i franchi si stabilirono nella zona fra l'odierno Belgio e la Francia settentrionale durante il tardo impero romano. Sotto la guida dei re merovingi imposero il loro dominio su una vasta area che comprendeva l'odierna Francia e la parte occidentale della Germania. Con l'avvento della dinastia carolingia, soprattutto con Carlo Magno, diedero vita al più vasto organismo politico dell'Europa medievale, che si estendeva dai Pirenei alla Sassonia, dall'Italia centro-settentrionale alle coste del mare del Nord.
Sentimentale ma molto reale: in quattro navigazioni il viaggio si snoda dall'Egeo dei tempi di Ulisse alle coste romane di Ostia, da Costantinopoli all'Andalusia, da Ragusa a Cipro e infine da Alessandria d'Egitto a Ravenna. Di porto in porto, di tappa in tappa, ci ritroviamo in epoche diverse, nella Atene del V secolo a.C, a Cartagine alla vigilia della terza guerra punica, nella Valencia del Cid Campeador, nella Genova medievale, a Istanbul, e a Napoli all'inizio del Novecento. Ogni approdo racconterà un pezzo di storia del Mediterraneo, talvolta evocando il ricordo di grandi eventi, talvolta riscoprendo personaggi ormai dimenticati, ma sempre parlando anche di noi e di quel mare che non smette di suscitare speranze.
Con un taglio di lettura che analizza funzioni, soggetti e tecniche, e non prevede discussioni su personalità artistiche, cronologie e stile, i contributi del volume fanno emergere il forte radicamento storico dell'arte medievale, cioè il suo contesto. Pur senza carattere di rigida sistematicità, il volume - che non è rivolto a una tipologia di lettore in particolare, ma insieme a studenti, studiosi e cultori della materia - costituisce un ampio sguardo scientifico sul millennio medievale in Occidente.
30 aprile 1945, Adolf Hitler si suicida nel suo bunker, mentre Berlino viene bombardata dagli alleati. Poco dopo, anche il ministro per la propaganda, Joseph Goebbels, si toglie la vita, e quel che resta del terzo reich passa nelle mani dell'ammiraglio Karl Dönitz. Il nazismo sembra finalmente sconfitto, eppure la guerra prosegue per altri dieci giorni. Questo libro vuole raccontare cosa successe in quel lasso di tempo brevissimo, ma davvero significativo e cruciale per le sorti dell'intera Europa e dell'Occidente in genere. Un resoconto giorno per giorno che analizza, per la prima volta in maniera così ravvicinata, gli avvenimenti e le dinamiche interne all'alleanza delle tre superpotenze - Stati Uniti, Gran Bretagna, Unione Sovietica - che avevano lottato insieme contro il nemico comune, ma che di lì a poco si sarebbero allontanate bruscamente. Lo storico Michael Jones ci offre una narrazione dei dieci giorni che cambiarono la storia del mondo, andando a individuare le prime tracce di come tutto sarebbe inevitabilmente cambiato nell'immediato dopoguerra.
"All'alba la Pizia si recava a fare il bagno nella sorgente Castalia, vicino al santuario. Una volta purificata, tornava al santuario, probabilmente accompagnata dal suo seguito, ed entrava nel tempio, dove bruciava ad Apollo un'offerta di foglie di alloro e farina d'orzo. Più o meno contemporaneamente, i sacerdoti del tempio dovevano verificare che potessero aver luogo le consultazioni. La procedura consisteva nell'aspergere di acqua fredda una capra, forse nel focolare sacro all'interno del tempio. Se la capra rabbrividiva, voleva dire che Apollo era lieto di essere interpellato." A Delfi arrivavano da ogni parte del Mediterraneo re, autorità cittadine e singoli individui, per consultare la Pizia, per erigere monumenti agli dei, per partecipare alle competizioni atletiche e musicali. La città, per lungo tempo, fu un concentrato di religione, arte, manovre politiche e ricchezze. Michael Scott racconta il più celebre oracolo dell'antichità e come una cittadina alle pendici del Parnaso sia diventata l'ombelico del mondo.