La regina Scirin è la moglie cristiana dell'ultimo grande re sasanide di Persia: la sua figura appartiene più alla leggenda e al romanzo che alla storia, poiché è sprovvista di testimonianze concrete relative alla sua biografia. Si tenta, in questo volume, la strada della ricostruzione storica che attraversa la complessa situazione religiosa dell'Iran prima della conquista araba e della diffusione dell'Islam. Si descrive il peso della tradizione cristiana in riferimento alla vicenda dei Magi e della stella, della quale si presentano alcune interpretazioni.
Fenomeno storico su cui gli studiosi del periodo si sono divisi. Questo libro fa il punto sui diversi aspetti di esso. Sintetica guida ai principali indirizzi di ricerca, contiene una bibliografia completa ragionata e aggiornata alla fine del millennio.
Sorta Oltralpe, ben presto la civiltà celtica si affacciò sul Mediterraneo ed ebbe, in questa vasta area, relazioni crescenti di varia natura. Questo volume descrive i passaggi fondamentali della loro storia mediterranea: i Celti e la scrittura, i principi celtici e il Mediterraneo, la formazione della cultura lateniana, l'invasione celtica della penisola italica e le sue conseguenze, l'espansione nei Balcani e i contatti con il mondo ellenistico, i Galati - un isolotto celtico in ambiente ellenistico - e, infine, Roma e i Celti transalpini.
L'ultima opera di uno dei più grandi storici del Novecento. L'analisi impietosa della decadenza della civiltà occidentale scritta nel suo momento più buio, nel 1943. Un grande classico che torna dopo la prima edizione italiana del 1948.
Una storia della Germania in due volumi, dalla caduta dell'Impero romano sino alla recentissima riunificazione dopo la caduta del muro di Berlino. La ricerca si concentra sul rapporto tra democrazia e nazione. La vicenda tedesca, infatti, è segnata dal nazismo e Winkler pone quell'epoca al centro della sua riflessione: non solo scrive pagine di grande rigore ed equilibrio, ma sceglie di misurare tutta la storia tedesca con quell'evento. L'indagine cerca anche di valutare la supposta inevitabilità del fenomeno alla ricerca di tracce nei periodi precedenti che ne motivino l'insorgenza. Un'opera monumentale, ma non un monumento a un paese raccontato senza reticenze, narrandone grandezze e miserie, tragedie e riscatti.
"Tante cose ci arrivano dal Medioevo: il libro, i nostri abiti, il calendario, il genere letterario del romanzo, gli atteggiamenti nei confronti dei poveri, le reazioni di fronte alle epidemie. Ma il Medioevo è anche lontano da noi. Ci è spesso estraneo e questo charme esotico costituisce una parte importante del fascino che esercita. Il miracolo e il diavolo non sono più onnipresenti, la morte improvvisa non è più considerata la peggiore possibile e, a dispetto dell'arte astratta, il nostro occhio si è abituato sin dal Rinascimento a concepire la pittura e osservare la realtà secondo le regole della prospettiva". Jacques Le Goff sintetizza così il senso del volume conclusivo di un'opera che introduce al mondo medievale e ai suoi echi immaginari.
Nel linguaggio del Vasari, il termine "maniera" era sinonimo dell'odierno "stile". Egli chiarì le parti reciproche fra le tre "maniere" succedutesi nell'arco di tempo che va da Cimabue a Leonardo, Michelangelo e Raffaello, culminando in quella che definì "maniera moderna". Vasari predicava l'obbligo di uniformarsi alla maniera moderna, mentre condannava coloro che non le si attenevano, lasciandosi andare a tormenti e furori affidati a grafismi parossistici. In Pontormo o Rosso Fiorentino, in Tintoretto o Parmigianino, sorta di ribelli e contestatori ante litteram, molti hanno visto gli antenati dell'arte contemporanea. Questo saggio si propone di ribadire le consonanze tra quella stagione e gli esiti più intensi della contemporaneità.
George L. Mosse (1918-1999) è stato uno dei maggiori storici del nazismo e del fascismo, di cui ha profondamente rinnovato l'interpretazione. Il libro è un racconto affascinante e scorrevole di una vita fuori del comune che attraversò tre continenti ed è anche la storia di molti dei maggiori eventi del secolo scorso. L'autore lo scrisse negli ultimi mesi della sua vita. Vi descrive la sua infanzia nella Berlino di Weimar, il suo esilio a Parigi e in Inghilterra, la vita di collegio e di studio a Cambridge, il secondo esilio negli Stati Uniti, i lunghi soggiorni a Londra e Gerusalemme e affronta questioni di identità personale, come l'essere ebreo e sionista.
La magia è una sorta di crocevia in cui convergono diverse strade della cultura medievale. È anzitutto un punto di intersezione tra religione e scienza; in secondo luogo è un campo in cui cultura popolare e cultura dotta si incontrano; ma è anche un punto di incrocio tra immaginazione e realtà, dove le convenzioni romanzesche incontrano la vita quotidiana. La magia, quindi, è un punto di partenza per escursioni in molti territori della cultura medievale, nei quali ci guida Kieckhefer con competenza, con passo piano, talvolta anche con umorismo.
Case contadine e residenze signorili, castelli e ville rustiche, torri e palazzi del patriziato cittadino, dimore borghesi e abitazioni povere. Nei modi di abitare dell'uomo medievale, l'evoluzione e le caratteristiche degli aspetti materiali, economici, culturali della civiltà europea, anche nei suoi con il Vicino ed Estremo Oriente. Nei primi secoli del Medioevo, l'irrompere delle popolazioni barbariche nel territorio dell'impero romano portò alla convivenza e al confronto diretto di diverse culture. A partire dal Mille, la cilviltà europea dovette poi a sua volta confrontarsi con altri mondi e civiltà. Soldati, viaggiatori, missionari, mercanti si spinsero verso mondi e culture diverse. Il racconto di quanti percorsero le vie terrestri e marittime che portavano in quei lontani paesi permette di gettare lo sguardo su quelli che erano i modi di abitare e gli stili di vita di altre civiltà.
Il volgere del nuovo secolo, il passaggio delle generazioni, la difficile elaborazione del lutto della Shoah, insieme alle domande che nascono dalla crisi mediorientale, ci portano ad interrogarci sulle radici europee dell'identità ebraica. Questo libro racconta sei secoli di storia degli ebrei in Europa, dal Trecento fino alle soglie del Novecento: una storia che è quella degli ebrei dell'Occidente cristiano, delle condizioni della loro esistenza, dei rapporti con la cultura esterna, di esilio e migrazioni, chiusura nei ghetti e vitalità sociale e culturale.
Il gesto eroico di Oskar Schindler, che salvò centinaia di ebrei dalla Shoa, venne riconosciuto e commemorato con un albero nel Giardino dei giusti solo alcuni anni fa. Ma la storia dell'imprenditore tedesco e della sua famosa lista non è altro che una delle molte vicende di piccoli eroismi quotidiani che durante l'ultima guerra hanno salvato la vita a migliaia di persone. Un uomo, di nome Moshe Bejski, uno dei tanti che fece parte della "lista di Schindler", giunto in Israele alla fine della guerra, ha dedicato la sua vita per ritrovare e commemorare i "giusti" di ogni parte del mondo, perché di essi non fosse persa la memoria e perché per sempre il popolo ebraico potesse essere loro grato. Questo libro ricostruisce la sua vicenda.