Gli anonimi dei racconti della passione di Gesù sono stati spesso oggetto di interpretazioni appassionate ma anche inconcludenti o fantasiose, proprio per il ruolo «misterioso» che svolgono, e a causa dei pochi indizi che gli evangelisti forniscono a loro riguardo, o dell'unico versetto che ne parla. Tra essi ci sono donne (l'anonima che unge il capo di Gesù, la giovane serva del sommo sacerdote, e la moglie di Pilato), uomini (l'uomo con l'anfora e il padrone della casa dove si terrà l'ultima cena, il giovane che fugge nudo durante l'arresto di Gesù, o quelli che assistono alla sua crocifissione), ma anche quell'anonimo angelo che - secondo il racconto di Luca - dà forza a Gesù nel Getsemani. Dopo alcuni elementi esegetici che aiutano a comprendere meglio i racconti evangelici, le meditazioni vogliono mostrare che da questi personaggi senza nome possiamo imparare molto, immedesimandoci nelle loro storie, nel bene e nel male, all'interno di quel dramma che è la passione di Gesù.
Un libro sui “fallimenti” di Gesù? Già la semplice enunciazione del tema potrebbe suscitare in qualcuno un po’ di imbarazzo e suonare come una provocazione. Eppure, per chi legge senza prevenzione i Vangeli, la prima sorpresa sarà la costatazione che questi fallimenti sembrano essere numerosi: solo per citare gli episodi più clamorosi, Gesù delude la gente che si aspetta un Messia diverso, come ben documentato nell’episodio della fredda accoglienza dei suoi concittadini quando ritorna a Nazaret; il giovane ricco è il simbolo dell’insuccesso della chiamata al discepolato; il Maestro non è capito dai suoi discepoli, litigiosi per stabilire chi sia il più importante, irriverenti come Pietro che gli intima di non compiere la volontà del Padre e lo rinnega, estremisti come Giuda che lo tradisce; la croce è infine il punto più alto dell’apparente fallimento di Gesù. Rileggendo questi “scomodi” episodi evangelici, don Orsatti concentra l’attenzione sul comportamento di Gesù, vero Maestro capace di insegnarci come affrontare le difficoltà a volte insuperabili, frutto del nostro errore o delle circostanze avverse, che intersecano la vita di ogni giorno.
Biografia dell'autore
Mauro Orsatti, nato a Brescia nel 1949, prete diocesano, è dottore in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma, con soggiorni di studio a Gerusalemme e Monaco di Baviera. È professore emerito di esegesi del Nuovo Testamento alla Facoltà di Teologia di Lugano (Svizzera) e allo Studio Teologico Paolo VI di Brescia. Autore di oltre una trentina di libri, cerca sempre di coniugare rigore scientifico e chiara comunicazione.
In queste pagine viene presentato un itinerario di nuova evangelizzazione e di rinnovamento spirituale basato sulla Lettera di san Paolo ai Romani. Si tratta di un cammino alla luce della parola di Dio, che vuole essere un aiuto al credente per approfondire il mistero cristiano e le implicazioni del proprio battesimo. «Non basta leggere, studiare, imparare anche a memoria la parola di Dio. Bisogna “mangiarne il rotolo, divorarlo, sentirne l’amarezza nelle viscere e la dolcezza sulle labbra" (cf Ez 3, 1 ss; Ap 10, 12), cioè assimilarla, farla diventare carne della propria carne e sangue del proprio sangue, lasciare che essa ferisca e purifi chi interiormente anzitutto colui che è chiamato ad annunciarla ad altri. È quello che ci accingiamo a fare con il testo dell’Apostolo» (dall’introduzione).
Padre Raniero Cantalamessa, francescano cappuccino, è originario della provincia di Ascoli Piceno. Laureato in Teologia e in Lettere classiche, già professore di Storia delle origini cristiane presso l’Università Cattolica di Milano e membro della Commissione Teologica Internazionale, nel 1979 ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi alla predicazione in varie nazioni del mondo. Dal 1980 è Predicatore della Casa Pontificia. È stato creato cardinale da papa Francesco nel concistoro del 28 novembre 2020. Ha condotto per 14 anni, su RAI 1, il programma di cultura religiosa "Le ragioni della speranza". Con Àncora ha pubblicato molti libri di successo, tradotti in tutto il mondo.
C'è dell'arte, nella Bibbia. Da secoli, pittura e letteratura celebrano la bellezza. Cambiano il cuore e ispirano l'anima. Trasmettono un messaggio, talvolta di fede. Come quando attingono alle vicende umane e divine di Cristo rievocate nella Settimana santa: testi sacri e simboli, divinità e umanità si mescolano nelle riletture personali degli artisti, dando vita a esiti nuovi. In questo libro, attraverso dieci tappe – dieci momenti forti del Vangelo, dieci opere della pittura e innumerevoli della letteratura – percorreremo un cammino di riflessione e meditazione che, attraverso il dolore e la bellezza della Pasqua, condurrà dalla resurrezione di Lazzaro a quella di Cristo. E di tutti noi.
Simone M. Varisco, nato in provincia di Milano nel 1983, è storico e saggista. Autore di libri e altre pubblicazioni che uniscono storia, comunicazione e pastorale, è autore del blog Caffestoria.it, aperiodico di storia, arte, Chiesa e attualità storica. Si diverte in radio.
Don Paolo Alliata, nato a Milano nel 1971, dopo la laurea in Lettere classiche è ordinato sacerdote nel 2000 dal cardinale Carlo Maria Martini. Responsabile del Servizio per l’Apostolato Biblico della diocesi di Milano, è autore di testi che intrecciano le Sacre Scritture con le pagine della grande letteratura e del cinema. Nel 2021 ha pubblicato Gesù predicava ai bradipi. Le parabole per destare alla vita.
Con elementi di dottrina e di esperienza, viene presentata l’adorazione cristiana e sono indicati passi fondamentali per praticarla. Questa forma di preghiera coinvolge passato, presente, futuro di chi si rivolge a Dio e, con essa, le forze più personali, aiutando a giungere ad una vita di fede, speranza e carità secondo la vocazione universale alla santità che il Concilio Vaticano II propone ai battezzati. È una preghiera che suscita un senso profondo della grandezza e dell’amore del Signore e, insieme, della nostra dignità di persone umane chiamate a essere amici di Dio, e che si sviluppa assumendo in sé movimenti del cuore cristiano quali ringraziamento, compunzione, offerta di sé, adesione alla volontà di Dio, abbandono.
La pratica dell’adorazione è stata più d’una volta auspicata da Papa Francesco, che ha esortato un gruppo di parroci: «Insegnate al popolo ad adorare in silenzio» perché «così imparano da adesso cosa faremo tutti là, quando per grazia di Dio arriveremo in cielo».
Biografia dell'autore
Tullio Poli nasce a Brescia nel 1951 e si trasferisce nel 1966 con la famiglia a Trento. Diplomato al Liceo classico «Giovanni Prati», si laurea nel 1980 all’Università Gregoriana con una tesi sulla «Punta suprema dell’anima» in Francesco di Sales. Nel 1977 è ordinato presbitero nella Diocesi di Bolzano-Bressanone e nel 1988 viene inviato alla Segreteria di Stato; insieme, insegna Teologia Spirituale per la Diocesi di Civita Castellana. Attualmente, è canonico della Cattedrale di Bressanone.
Gezabele è un personaggio poco conosciuto e spesso considerato uno dei più negativi dell'Antico Testamento. Eppure la storia di questa regina straniera parla ancora a noi oggi, invitandoci a riflettere su argomenti di grande attualità, come, ad esempio, il rapporto tra potere politico e fede, tra sincretismo e adorazione del Dio unico. Forse preferiremmo distogliere lo sguardo da figure come queste, considerando, a torto, la Bibbia come un libro edificante. Invece la regina Gezabele, come altri personaggi, ci costringe a confrontarci con la nostra umanità, che spesso è ambigua o non di specchiata virtù come vorremmo che fosse. Anche in questo modo, però, la Parola di Dio ci educa e ci spinge alla conversione.
«Il domenicano padre Innocenzo Colosio, a proposito di santa Angela, ha scritto una parola ardita che io però condivido in pieno: "Angela da Foligno sta alla mistica come Dante Alighieri alla poesia". L'accostamento non ha solo valore formale, come rapporto tra due grandezze, ma anche reale e di contenuto. L'esperienza di Angela da Foligno è una "divina commedia" vissuta (non solo immaginata!). L'insistenza di Angela sull'impossibilità di esprimere in concetti e parole umane le cose da lei viste, richiama l'analoga conclusione del viaggio di Dante. Anche per lui, all'apparire improvviso del fulgore della Trinità, "all'alta fantasia mancò la possa" e gli restò solo il desiderio e la volontà di possedere quel bene» (Dalla Presentazione di Raniero Cantalamessa).
Cosa genera la sofferenza in un bambino, un ragazzo o un adolescente? Come stare loro accanto nella dura stagione della malattia? È possibile affrontare la morte, con parole di speranza? Finalmente un percorso che osa toccare con mano le dolorose esperienze del limite, ascoltando le emozioni che nascono nei ragazzi, senza pessimismo. Nemmeno a Dio piace la sofferenza. Gesù sapeva piangere e arrabbiarsi, si prendeva cura dei malati e ha resuscitato Lazzaro. Egli stesso è passato attraverso la sofferenza e la morte, vincendola con la Resurrezione. E con questa promessa di Vita per tutti e la certezza che la croce è solo "collocazione provvisoria" che nasce questo libro.
Un giorno mi trovavo in compagnia di amici e, notando il mio sguardo perso, uno di loro mi ha chiesto che cosa stessi facendo. «Sto pensando», ho risposto. «Beato te che c'hai tempo». Una risposta che mi ha colpito come un pugno in faccia, e al malessere che il mio sguardo perso nascondeva si è aggiunto quello per il mio amico, che vedeva quel mio pensare come una perdita di tempo. È nato così un viaggio nel mio mondo interiore che è poi diventato una sorta di diario, attraverso continui riferimenti alla mia vicenda esistenziale e a quella delle persone che, nella mia vita da prete, incontravo ogni giorno. In queste pagine troverete il mio personale tentativo di ritornare dentro di me; evitando trappole e ulteriori nascondimenti e perlustrando con attenzione le tappe di un cammino interiore che è il solo che può donare pace. Proprio per questo il libro andrebbe letto con lentezza e senza fretta. Cercando di fare soste prolungate nelle zone ecologiche che vi si trovano, ricordando che «quello che conta è il percorso del viaggio e non l'arrivo» (Thomas S. Eliot).
«Vangelo» vuol dire «buona notizia». Perciò la Chiesa non può non comunicare: è la sua missione. Qual è lo stile di comunicazione degli ultimi papi? Quali strumenti ha usato il Vaticano per comunicare e quali problemi incontra chi ne è responsabile? P. Federico Lombardi ha passato molti anni in questo servizio e ci racconta la sua esperienza in rapporto ravvicinato con Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, e alla guida di tre istituzioni: la Radio Vaticana, il Centro Televisivo Vaticano e la Sala Stampa della Santa Sede. Tempi di entusiasmo e momenti di crisi. Passaggi storici, come le transizioni da un pontificato all'altro. Trasformazioni di tecnologie e linguaggi... Attraverso gli occhi e il cuore di un «addetto ai lavori» ci troviamo immersi nella dinamica della storia del nostro tempo, vissuta nella prospettiva della Chiesa e più specificamente del servizio del papa. «Ho sempre pensato che il mio servizio era eccezionalmente bello e privilegiato, perché ero al servizio di una comunicazione positiva, in massima parte di messaggi di amore, di speranza, di solidarietà, di dignità delle persone, di crescita umana, di perdono, di pace... E anche quando si trattava di moniti, di messa in guardia da rischi, di condanne dure di crimini e ingiustizie, ciò era sempre invariabilmente per il bene di tutti. Che cosa di più grande e bello potevo desiderare di fare?». Prefazione di Ferruccio De Bortoli.