
Istituzioni e media, al giorno d’oggi, sono intrecciati come i fili colorati della foto in copertina: le une non possono fare a meno degli altri. Dal loro intreccio proficuo, invece di un groviglio insensato, può venir fuori un'informazione chiara e rilevante per il pubblico.
Questo libro è nato dal desiderio di rispondere ad una mancanza nella letteratura sulla comunicazione. Da tempo si sentiva il bisogno di poter offrire una guida di riferimento per gli uffici stampa di tutte quelle organizzazioni, enti ed istituzioni, che non hanno scopi di lucro.
Impostare un vero dialogo con i media e con i giornalisti non risponde solo ad un interesse istituzionale; il servizio alla società che offrono le istituzioni del no–profit (sia esso di tipo culturale, sociale, religioso o perfino ludico) non può essere scollegato dalla sua dimensione comunicativa. Comunicare ciò che si sta facendo per il bene della collettività è una parte importante del contributo sociale che ciascuna di queste istituzioni cerca di realizzare.
Come afferma nella prefazione Stefano Lucchini, la maggior parte dei criteri, suggerimenti e considerazioni presenti nel testo sono valide “per qualsiasi tipo di organizzazione che ha intenzione di promuovere una comunicazione completa e seria delle proprie attività". Un testo adatto sicuramente agli studenti “ma che dovrebbero leggere con attenzione anche tutti coloro che si dedicano al lavoro delle relazioni con i media".
"Il 'De Resurrectione mortuorum' di Atenagora di Atene (133-190), i 'De Resurrectione Fragmenta' di Giustino (100-162/8) e il 'De Resurrectione' di Origene di Alessandria (185-254) rappresentano il più alto tentativo del pensiero tardoantico di riflessione sul tema del corpo glorioso, ossia del corpo risorto, e di conciliazione della questione della resurrezione della carne con l'idea dell'immortalità dell'anima. Atenagora, Giustino e Origene, per la prima volta nel pensiero cristiano delle origini, affrontano il tema della resurrezione del corpo ricorrendo a strutture, dottrina e concetti della filosofia greca. Così facendo, il platonismo trapassa, in modo radicale, nel paleocristianesimo e il concetto di resurrezione, o di corpo glorioso, diviene uno dei luoghi più luminosi in cui filosofia greca e teologia cristiana condonano." (Prefazione di Giuseppe Girgenti)
Sono trascorsi dieci anni dalla scomparsa di un grande giornalista. Questo volume ne riporta alla luce il modo singolare di fare e “vivere” il giornalismo. Scopo dell’opera è cercare di capire come un giornalista possa rimanere fedele ai propri lettori, pur cambiando le proprie convinzioni politiche. Si ripercorrono tutte le tappe della carriera di Montanelli, dagli esordi al «Corriere della Sera», fino alla fondazione de «La Voce». Completa il tutto un’interessante intervista a Paolo Liguori, direttore di TgCom.
Questo libro si propone di realizzare una panoramica sullo studio e sui contesti dei processi di decision making allo stato delle conoscenze, con particolare attenzione alle dimensioni processuali, contestuali e sociali rilevanti nei processi di presa di decisione, senza tenere conto delle quali non possono esistere teorie efficaci della presa di decisione. Ne risulta una visione olistica dell'essere umano in quanto decisore, nella quale la mente ed il corpo costituiscono un'unità inscindibile. I contributi mostrano la rilevanza dell'interazione sociale nei processi di decisione - che riguardano spesso questioni collettive - e come tali decisioni influenzino il futuro dei nostri figli, nei contesti scolastici ed universitari, o della collettività, nelle aule dei tribunali o nelle istituzioni locali. L'opera è organizzata in due sezioni, che articolano da molteplici prospettive - psicologica, medica, sociologica, statistica, legale - il legame tra modelli teorici della presa di decisione e contesti di vita reale in cui hanno luogo i processi decisionali. Il volume è rivolto a ricercatori, formatori, counselor, psicologi, educatori e studenti universitari.
Questa raccolta di miniracconti è una traduzione parziale del volume "La glorieta de los fugitivos" che include l'intera produzione di racconti brevissimi di José María Merino fino al 2007, con alcuni inediti. Le sue pagine offrono un vasto panorama della mininarrativa di Merino, e permettono di godere della grande varietà tematica e stilistica che li caratterizza, e di apprezzare la singolare mescolanza di letteratura fantastica e di tematiche legate all'attualità. Particolarmente interessanti sono i testi di carattere metaletterario, incentrati sul genere del miniracconto stesso, che costituiscono un blocco compatto costruito intorno alla vasta metafora del "giardino letterario", con la sua "rotonda della mininarrazione".
Cosa sia la gnosi per Clemente: ecco l'interrogativo cui tenta di rispondere il presente studio, nella consapevolezza dell'impossibilità di squarciare in toto il velo posto intorno al suo contenuto dall'Alessandrino stesso. Vi si possono riscontrare molteplici influenze, che vanno dallo stoicismo al platonismo, dal pensiero filoniano alla gnosi ereticale. Vediamo pertanto lo gnostico fatto pienamente partecipe dei misteri di Dio da un lato, e di quelli dell'uomo e del cosmo sensibile dall'altro. Ma certo il proprio di Clemente lo si riconosce nella rivisitazione, compiuta alla luce del messaggio evangelico, delle idee care alle tradizioni filosofiche e spirituali a lui contemporanee o anteriori. Idee che prendono dunque una forma nuova, una forma squisitamente cristiana.
Dinanzi a una condizione umana segnata dalla fragilità e dalla finitezza, si impone una riscoperta della cura come una forma originaria di reciprocità responsabile, che assomiglia alla figura etica dell'alleanza più che a quella mercantile del contratto. Interrogandosi intorno al rapporto tra cura e prossimità, il volume pone a confronto il paradigma della compassione e quello della competenza, che si distinguono per il diverso movimento di approssimazione proprio del curare: due forme complementari di interpretare la distanza tra l'io e l'altro, su quel difficile crinale della relazione in cui la prossimità si fa esigente e la relazione di cura domanda anche una cura della relazione.