Nell'altalenante dialogo tra gli Stati Uniti d'America e la Santa Sede, gli anni Trenta del Novecento rappresentano un momento di snodo fondamentale dopo circa un settantennio di gelo diplomatico. Grazie alla documentazione contenuta negli archivi vaticani è stato possibile ricostruire in maniera dinamica quella trama umana che, nel biennio 1937-1939, ha supportato la scelta del presidente Roosevelt di stabilire contatti sempre più stretti prima con il cardinale Eugenio Pacelli, poi con papa Pio XII. L'analisi comparata dei profili dei protagonisti e di potenziali strumenti di comunicazione fa da cornice ai vari passaggi che condussero alla nomina di Myron Taylor a rappresentante personale del presidente.
Alcuni regnanti della XVIII Dinastia furono pedine inconsapevoli di un gioco di potere abilmente gestito dai sacerdoti eliopolitani e tebani mediante la strumentalizzazione delle eclissi solari? Forse le vite di Akhenaton, Nefertiti, Smenkhkara e Tutankhamon avrebbero avuto un epilogo meno tragico se lo scibile degli antichi, perpetuato per migliaia di anni in forma criptata, fosse stato esteso anche ai sovrani e al popolo? Per trovare risposte esaustive a questi e a centinaia di altri interrogativi i lettori potranno seguire il lungo percorso fatto, abbracciante millenni di storia, sulla scia degli innumerevoli indizi disseminati dagli stessi Egizi che non solo parrebbero suggerire realtà storiche diverse ma consentirebbero anche di risalire dal Nuovo Regno al Primo Tempo, in cui l'Egitto era governato dai re divini, e addirittura all'epoca in cui avrebbero vissuto gli Antenati che generarono gli dei primigeni citati nei testi sulle pareti del tempio di Edfu.
Solo un nuovo Concilio, al quale per la prima volta nella storia partecipino uomini e donne, potrà dirimere il contrasto sorto nella Chiesa romana dopo che Francesco, con la sua esortazione Amoris laetitia, ha fatto balenare la possibilità che persone divorziate e risposate civilmente ricevano l’Eucaristia. Infatti, seguendo il papa gaucho, la maggioranza dei cardinali e dei vescovi ritiene che per ragioni pastorali, dopo discernimento e caso per caso, sia possibile quella scelta; ma una minoranza di prelati la considera “eretica”. A occhi profani, una disputa incomprensibile; ma non è così per una Chiesa che nel mondo ha 1,3 miliardi di fedeli. E nella quale tutto, ora, può accadere.
L’epopea di piazza delle Vaschette, nel Rione Borgo di Roma, viene rilanciata grazie alle 10 brevi ricerche condotte dagli studenti educatori professionali e assistenti sociali della Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma, nell’arco di otto anni (1992–2000). Il fascino di Borgo nasce dalle sue caratteristiche di “villaggio rurale” in area urbana, con i classici rapporti “faccia a faccia” degli abitanti. Situazione idilliaca, inquinata purtroppo dalla speculazione edilizia acuita dallo sconvolgimento socio–economico prodotto dall’anno giubilare e da altre manifestazioni di massa nel 2000. La ricerca — operativa — avvia un “lavoro di comunità” perché i pochi abitanti rimasti a Borgo, insieme a coloro che ne sono emigrati, possano contribuire alla rinascita soprattutto “culturale” del Rione.
Questo percorso formativo ai catechisti non è un manuale, ma una raccolta di meditazioni che i catechisti possono intraprendere da soli o in équipe, e prolungarle nel vissuto della loro parrocchia. L’ordine delle idee è essenziale: filosofico, biblico, liturgico, teologale, canonistico, pastorale, didattico. Il punto di partenza è la convergenza nel Cristianesimo, inteso principalmente come Mistero di Cristo, che accoglie il mistero dell’uomo e lo conduce alla sua piena realizzazione e manifestazione nell’Unione con Dio. La crisi della catechesi ai piccoli e ai grandi può essere superata solo ritornando al cuore della nostra fede.
Donne devianti, donne criminali, donne detenute, binomi complessi da affrontare e, soprattutto, da analizzare di fronte alla complessità del genere e alle implicazioni che emergono nel nuovo, diverso, loro coinvolgimento nelle organizzazioni malavitose. Il volume ripercorre l’evoluzione di donne di camorra che, grazie agli interventi ri–educativi del trattamento penitenziario, scoprono il proprio potenziale partendo da una revisione critica del loro vissuto e dei reati commessi, realizzando un percorso ideale che aiuta a comprendere gli elementi di forza e debolezza di un sistema penale che, nonostante le carenze, è ancora la strada per l’inclusione e la valorizzazione del capitale umano.