Si assiste oggi a una onnipresenza dell'etica nei media, nelle istituzioni, nelle aziende, nelle professioni più disparate: ciò che Cicerone affermava di Socrate, ossia che questi aveva fatto scendere la filosofia dal cielo per introdurla nelle case degli uomini, sembra essere diventato realtà. E tuttavia i cultori di etica, i moralisti, per la natura esclusivamente formale dei loro consigli e pareri non sono in grado di incidere sulle coscienze. Emerge pertanto sempre più il sospetto che la causa di questa scarsa influenza dell'etica sulle coscienze e sui mondi della vita sia dovuta all'oblio del punto di partenza antropologico della riflessione etica. L'etica appare schiacciata tra lo sviluppo della scienza e il progresso tecnologico, rimuovendo le domande etico-antropologiche per eccellenza: «Chi sono io?», «a chi appartengo?», «quale persona voglio essere?», «quale modo di vivere è migliore e degno dell'uomo?». Dalle risposte date a tali interrogativi dipende la comprensione piena dell'uomo in quanto soggetto morale. Lungo un itinerario che dalla grecità giunge ai nostri giorni l'Autore indaga e spiega – con particolare richiamo al mondo dell'università e delle professioni – le condizioni (fondamentale l'acquisizione delle virtù) perché la vita umana, nella densità di tutte le sue espressioni pubbliche e private, possa essere una vita riuscita, una vita felice. Non è infatti il vivere da tenere nel più alto conto, bensଠil vivere bere (pp. 304).
Michelangelo Peláez (Zamora, Spagna, 1930), laureato in Giurisprudenza (Salamanca 1953) e in Diritto canonico (Università Pontificia S. Tommaso 1955), è stato ordinato sacerdote alla fine del 1955 e da allora risiede in Italia dove ha svolto in varie città il suo ministero sacerdotale e contemporaneamente coltivato i suoi studi etico-giuridici. Tra le sue pubblicazioni, oltre a numerosi articoli in riviste italiane e straniere, si segnalano: Introduzione allo studio della criminologia, Etica, professioni e virtù, entrambe tradotte in varie lingue. Dal 1994 è docente di Etica all'Università Campus Biomedico di Roma.
Sono passati già diversi anni dall'11 settembre 2001, dagli attentati di New York e di Washington. Da quel giorno, che bruciò le speranze di una lunga età di pace presagite a inizio millennio, numerose altre città in Europa e nel mondo hanno subito attacchi terroristici e località sconosciute - come Fallujah, Nassiriya, Gardez o Helmand - sono diventate teatro di sanguinose battaglie. Toponimi che, emersi a notorietà per qualche fatto di particolare ferocia, rapidamente svaniscono dalle prime pagine degli organi di informazione sommersi da una continua chiacchiera che oscura la percezione degli avvenimenti. Con richiamo a diffuse correnti della storiografia anglosassone Alberto Leoni legge la lotta al terrorismo internazionale come quarta guerra mondiale (la terza definisce il semisecolare confronto a freddo tra Occidente e Urss, conclusosi con la caduta del muro di Berlino e la fine del Patto di Varsavia), di cui l'autore spiega le origini politico-ideologiche, delinea gli schieramenti in campo, fornisce la mappa delle organizzazioni terroristiche e dei suoi capi, individua le aree nevralgiche nei diversi continenti, descrive le operazioni militari illustrando tattiche e strategie, denuncia alcuni errori di Bush e la presunzione dei suoi consiglieri, come pure le ambiguità e la tiepidezza degli alleati europei. Ma lo sguardo di Leoni è volto soprattutto ai protagonisti veri di questo conflitto dalla incerta durata, alle persone che vivono nella carne la guerra combattendo sui vari fronti o ne soffrono gli effetti devastanti. Molti loro nomi e molte loro gesta sono ricordati in queste pagine - uomini e donne, cristiani e islamici, laici e religiosi - per aiutarci a fronteggiare le sfide mortali alle nostre libertà , reimparando l'etica del sacrificio disinvoltamente rimossa dalle narcisistiche società occidentali (pp. 272).
Alberto Leoni (1957) vive a Desio. Ha tradotto la storia del Risorgimento dell'irlandese Patrick Keyes O'Clery, pubblicata con il titolo La Rivoluzione italiana (Ares, 2000). E' autore di: Novecento in celluloide (Cesed, 1998); La croce e la mezzaluna (Ares, 2002), Premio Capri 2003, sezione «Attualità»; Storia militare del cristianesimo (Piemme, 2005).
Qual è il filo conduttore della storia europea? L'Europa risponde ancora al progetto dei padri fondatori? Perché, nonostante le bocciature della Costituzione, nessuno affronta con decisione i problemi cardine dell'identità del popolo europeo e delle sue aspirazioni? Quali sono gli spazi disponibili al protagonismo della società civile? Il Vecchio Continente, oggi, sembra non avere risposte, rincorrendo idoli e forgiando regole, alla prova dei fatti, incapaci di creare coesione.
L'Europa sarà cristiana o non sarà , diceva Robert Schuman, primo presidente del Parlamento europeo. E Mario Mauro, attuale vicepresidente, spiega la crisi del processo di integrazione e la mancanza di progetto politico, riconducendole al misconoscimento delle radici cristiane; Mauro cita Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e i non pochi intellettuali laici che temono l'apostasia dell'Europa, l'allontanamento, cioè, dalla propria storia e natura, dall'esperienza di dialogo e di convivenza tra gli uomini che ha dato cinquanta anni di pace, di sviluppo e di diritti.
L'Autore fa fronte a questo stallo assumendo una posizione politica che parte dalla realtà e in stretto confronto con la storia dimostra come la vita e l'identità dell'Europa siano plasmate dal cristianesimo e dal rapporto uomo-Dio. E, in coerenza con questo assunto, elabora proposte concrete da cui far ripartire l'Europa, e anche l'Italia, per un'unità duratura, fondata non sulla burocrazia e sul moltiplicarsi delle normative, ma sulle poche cose vere che ci tengono insieme (pp. 152).
Mario Mauro - laurea in Filosofia, docente in Storia delle Istituzioni europee - è vicepresidente del Parlamento europeo.
Che cos'è la massoneria? Una associazione filantropica, o un occulto centro di potere? Persegue il bene dell'umanità o, in nome di splendidi ideali (fratellanza, uguaglianza, scienza e progresso), assomma nelle proprie mani un potere sconfinato? Quando i massoni parlano di morale, si riferiscono a quella comunemente definita tale, oppure a un insieme di regole rivoluzionarie elaborate nel segreto delle logge e destinate a essere fatte proprie dall'intera umanità? Quando i massoni parlano di libertà , hanno in mente il rispetto della libertà di tutti o, negando il diritto naturale e la distinzione fra bene e male, di fatto riducono le persone, private di volontà , a una massa di individui eterodiretti?
Chiesa cattolica e massoneria sono da sempre su fronti contrapposti e, al di là della propaganda, inconciliabili. L'Autrice si ripromette di fare luce sulla massoneria moderna ricorrendo al magistero pontificio illustrato con considerazioni di tipo storico-documentale. La voce dei Papi risuona così in tutta la sua attualità, profondità e profeticità. «La massoneria è un nemico della Chiesa», puntualizza mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino e Montefeltro nella Prefazione, «nasce con questa inimicizia e persegue la realizzazione di questa inimicizia con la distruzione della Chiesa e della civiltà cristiana e con la sostituzione a essa di una cultura e di una società sostanzialmente ateistiche, anche quando si fa riferimento all'architetto dell'universo» (pp. 320).
Angela Pellicciari, storica del Risorgimento, ha pubblicato con Ares anche Risorgimento da riscrivere. Liberali & massoni contro la Chiesa (2007). Gli altri suoi volumi sono: L'altro Risorgimento (Piemme, 2000); I panni sporchi dei Mille (Fondazione Liberal, 2003); Risorgimento anticattolico (Piemme, 2004).
Il 9 maggio 1950 Robert Schuman entra nella storia d'Europa per la sua «dichiarazione. E' il ministro degli Esteri francese, figlio della Lorena contesa da francesi e tedeschi nella tragedia di due guerre mondiali; forte dell'intesa con il cancelliere tedesco Konrad Adenauer, propone e ottiene che Francia e Germania condividano la gestione delle risorse siderurgiche della Ruhr. Se con il carbone e l'acciaio si è fatta la guerra - questa è la tesi nella sua disarmante semplicità - con lo sfruttamento comune del carbone e dell'acciaio si può ora costruire la pace. Ma il piano, che ha una sponda anche nel premier italiano Alcide De Gasperi, guarda all'Europa intera così che, in quel 9 maggio, è riconosciuto l'inizio del processo di unificazione che ha portato alla moneta unica e all'Unione europea di oggi.
A buon titolo, dunque, Schuman - di cui lo storico Maurizio De Bortoli ricostruisce qui il pensiero e la vita come in un romanzo, ripercorrendone anche l'infanzia, gli anni di guerra, di prigionia e la morte avvenuta in fama di santità - è considerato il padre dell'Europa moderna. Un padre tradito, tuttavia, obbietta l'autore - trovando un'eco autorevole nella Prefazione di Marcello Pera che titola significativamente: Europa, il tradimento del padre -, perché nell'intuizione dello statista la comunione fra i popoli europei non si realizza nel collante dell'economia, ma attinge di necessità linfa dalle radici culturali e religiose che ne fondano l'identità attraverso la storia. Osserva caustico il senatore Pera nel suo saggio: «Il 19 marzo 1958, di fronte al Parlamento europeo, Schuman disse: "Tutti i Paesi dell'Europa sono permeati dalla civiltà cristiana. Essa è l'anima dell'Europa che occorre ridarle". Lo stesso avevano detto De Gasperi e Adenauer. Erano tre credenti cristiani cattolici. Ed erano, come si dice con la più ambigua delle espressioni in uso solo in Francia e in Italia, tre "laici". Nessuno di essi si sarebbe sognato di imporre il cristianesimo come religione degli europei. Nessuno di essi ne avrebbe tratto un prontuario comunitario. Ma nessuno di essi avrebbe potuto immaginare che l'Europa potesse farne a meno» (pp. 184).
La televisione è una «presenza» invadente e irrinunciabile, che funziona 365 giorni all'anno catturando mediamente ogni italiano per circa tre ore e mezza al giorno.
Un team di giovani professionisti del settore, formatisi presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, ha raccolto la sfida di «ingabbiare il mostro». Il risultato è stato un monitoraggio di più di 8.000 ore di televisione, da cui è uscita una mappa ragionata per scovare, nell'oceano del palinsesto, i programmi da non perdere e quelli da evitare, il meglio e il peggio di quanto va in onda.
Il volume si propone come orientamento sui modelli di vita e sui valori di cui i programmi si fanno portatori (coscientemente o meno) ed è nato sull'esperienza della serie di libri Scegliere un film (pubblicati dalle Edizioni Ares dal 2004 in poi), ideati come strumenti affidabili per lo spettatore che avverte la responsabilità educativa verso sé stesso o le persone a lui affidate (pp. 424).
Armando Fumagalli è docente di Semiotica e Direttore del Master in Scrittura e produzione per la fiction e il cinema presso l'Università Cattolica di Milano.
Chiara Toffoletto lavora come story analyst per la casa di produzione televisiva Lux vide e collabora alle attività didattiche dello stesso Master.
Marco Palmisano è dirigente Mediaset. E' giovane, ha un fisico prestante, un'intelligenza vivace e un buon gusto innato che gli garantiscono fascino e successo sul lavoro come nei rapporti personaliPoi, un giorno, del tutto inaspettata, la svolta che si traduce nel drammaUn problema agli occhi, un'operazione andata male e una seconda e poi ancora un'altra andate peggio lo inchiodano negli spazi angusti di un piccolo appartamento, al riparo della luce del sole, vittima di dolori lancinanti che presto coinvolgono il sistema nervoso. Tale penosa situazione lo «costringe» a lasciare ogni attività professionale e sociale.
Passano gli anni, anni di sofferenza, e la vita a Marco sembrerebbe aver perso senso, poi, di nuovo, inaspettata, una seconda svoltaLa scoperta di una fede più profonda, la fiducia riposta ancora una volta in Dio porta un frutto meraviglioso nella persona di Giovanna, un medico contattato per caso via Internet attraverso un sito di amicizie. Giovanna scopre come intervenire nel modo giusto sugli occhi dilaniati di Marco e lo porta piano piano con una nuova terapia a stare meglio; Giovanna, poi, ed è ancor più importante, sa anche intervenire sul suo cuore al punto da diventare sua moglie (pp. 152).
Vademecum è la storia semplice e vera di una riconversione alla vita. Vademecum sono, come recita il sottotitolo, «dieci appunti utili per la vita», e cioè l'amore, il lavoro, l'amicizia, la comunicazionei fondamenti per un'esistenza felice che si è imparata a vivere con spirito positivo e fiducia in Dio e nel prossimo.
Il libro di Suárez è un invito a meditare a fondo il significato e i frutti della Messa. Ma - ed è molto di più - incoraggia il lettore a trarre dalla rinnovata consapevolezza del «mistero della fede» le necessarie conclusioni operative sul piano della vita interiore e dell'amore al prossimo.
La disciplina del rito della Messa è limpidamente spiegata attraverso un ininterrotto dialogo, intenso e famigliare, con la Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa, con i Padri, i santi di ogni tempo e gli autori di spiritualità che sul Sacrificio dell'altare hanno espresso le riflessioni più illuminanti (pp. 208).
Federico Suárez (Valencia 1917 - Madrid 2005) è stato professore di Storia moderna e contemporanea a Santiago di Compostela e Decano della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Navarra. E' autore di numerosi volumi, tra cui Maria di Nazaret e Giuseppe sposo di Maria, pubblicati in Italia dalle Edizioni Ares.
Un viaggio nel pianeta ambiente e nelle sue molte contraddizioni, compiuto da un protagonista.
Un libro-intervista, raccolto da Folco Quilici, che costituisce un manifesto contro ogni ideologia e propone una rivoluzione copernicana, che ponga l'uomo, le sue esigenze ed il suo benessere al centro del sistema. Altero Matteoli prende spunto dagli anni trascorsi alla guida del Ministero, non per rivendicare i suoi meriti, ma per proporre pacatamente, com'è nell'indole di chi ha trascorso gran parte della propria avventura politica all'opposizione - a destra, nella sua Toscana, tradizionale roccaforte della sinistra - una formula capace di far superare il bagaglio di pregiudizi ideologici, che hanno fatto della questione ambientale un terreno di scontro e di sterili contrapposizioni, bloccando di fatto lo sviluppo.
La difesa dell'ambiente -sottolinea con forza Matteoli - va perseguita non come un bene in sé; non si tratta di andare alla ricerca di un'età dell'oro perduta vedendo, come Rousseau, nel progresso il veleno della società . Si tratta invece di perseguire le condizioni di vita migliori per l'uomo, attraverso la conservazione di quel contesto ambientale ad esso necessario. In questo senso la tutela dell'ambiente si trasforma in un'opportunità, per cogliere la quale tutte le posizioni politiche dovrebbero convergere (pp. 112).
Altero Matteoli è nato a Cecina, in provincia di Livorno, l'8 settembre 1940, è sposato ed è padre di due figli. Ministro dell'Ambiente nel 1994 e nel 2001, con i tre governi Berlusconi, ha salito tutti i gradini della carriera politica, da consigliere comunale a consigliere provinciale, a parlamentare nazionale, passando nelle elezioni del 2006 dalla Camera dei Deputati al Senato, dove è stato eletto Presidente dei Senatori di AN. Attualmente è anche Presidente dell'Associazione ambientalista «Ambiente e/è Vita».
Il vanitoso, l'aggressivo, il dongiovanni inguaribile, l'egocentrico, l'indifferente sono dei malati o dei peccatori? Detto altrimenti: la nevrosi, tratto saliente dell'uomo contemporaneo, deve trovare la sua soluzione nella religione o nella medicina? Sono alcuni dei temi affrontati in questo classico della divulgazione che costituisce un indispensabile punto di riferimento per quanti desiderino avere una visione chiara, sintetica ed equilibrata dei rapporti tra psicanalisi, confessione e direzione spirituale.
Lo stile scorrevole, comprensibile, e anche provocatorio, ne rende piacevole e immediata la lettura. La decisa e sistematica affermazione della dignità della persona nei confronti di ogni tentativo, ancora oggi imperante, di riduzionismo favorisce la condivisione e invita alla speranza. La lucida rassegna storica delle principali correnti psicologiche consente l'individuazione di luci e ombre, offre numerosi criteri di giudizio per conoscere le anime e conoscere sé stessi (pp. 160).
Nuova edizione curata da Massimo Bettetini che ha anche firmato la Postfazione.
Giambattista Torellò è nato a Barcellona nel 1920. Si è laureato in medicina a Madrid, specializzandosi in psichiatria. Nel 1948, dopo l'oridnazione sacerdotale, si è trasferito in Italia e si è laureato in teologia a Roma, nel 1950. E' vissuto a Palermo, Milano, Zurigo.
Per le Edizioni Ares ha pubblicato: Dalle mura di Gerico (1988), La famiglia: personaggi & interpreti (nuova edizione giugno 2007).