In questa nostra società, segnata dal disincanto, non è facile scoprire il vero volto dell'uomo, e riconoscerne la profondità e la ricchezza spesso celate nell'inconscio. Questo scritto, indicando il silenzio come fondamento di ogni altra esperienza umana, cerca di vederlo come matrice feconda del "simbolo" e della "sublimazione".
Questa storia del pensiero scientifico vuol documentare, su un piano di alta divulgazione, che la scienza è stata, ed è tutt'oggi, un processo rivoluzionario in continuo divenire. L'Autore, per dimostrare questa sua tesi, si avvale di un metodo già in uso presso la scuola platonica: il dialogo tra maestro e allievo. Joseph Agassi e suo figlio Aaron vengono così via via scoprendo i momenti chiave della storia della scienza. Il controllo reciproco è serrato e continuo; la forma espositiva si riallaccia alla vivacità del dialogo platonico e ne conserva il rigore.
Sembra che gli adolescenti abbiano perso la percezione della propria età per la loro tendenza a prolungare tempi e ritmi di crescita, a rimandare decisioni e scelte, a non sapere come vivere il proprio tempo: sono pochi quelli che riescono a pensare in maniera progettuale. Gli autori si chiedono se e come una educazione alla saggezza possa contribuire a formare, nell'adolescente, una chiara coscienza della sua identità personale e sociale in modo da divenire capace di prendere delle decisioni libere e responsabili.