Il volume rappresenta un omaggio a Francesco Malgeri, che per vent'anni ha offerto il suo competente contributo a servizio dell'Istituto per la storia dell'Azione cattolica e del Movimento cattolico in Italia Paolo VI, prima come direttore e poi come presidente del Consiglio scientifico, e che per trent'anni è stato tra i più insigni docenti dell'Università di Roma la Sapienza. Il numero di contributi raccolti in questo volume testimonia la sua capacità di seminare e tessere legami profondi sia dal punto di vista della ricerca scientifica che da quello dei rapporti d'amicizia e collaborazione.
Una riflessione sulla figura e i compiti del sacerdote assistente di Azione cattolica, che arriva proprio mentre si chiude l'anno sacerdotale e si apre il decennio che impegnerà la comunità ecclesiale italiana a ridisegnare il proprio impegno pastorale sul compito educativo.
Numerose generazioni hanno trovato nell'esperienza associativa dell'Ac il luogo in cui essere accompagnati nella formazione cristiana: oggi essa è chiamata a riscoprirsi come rete di radicamento del tessuto ecclesiale, perché la vitalità della comunità cristiana trovi spazio di circolazione e di rafforzamento.
Alla luce del Magistero, della riflessione teologica circa il ruolo del laicato e delle aggregazioni laicali, e del cammino dell'Ac, il testo vuole delineare la fisionomia dell'assistente come ministero di Chiesa nella trama delle relazioni ecclesiali ed associative.
Il volume è curato da don Antonio Mastantuono con la collaborazione del Collegio assistenti dell'Azione cattolica italiana, che riunisce tutti i sacerdoti assistenti nazionali dell'associazione.
Il libro curato da Francesco Miano e Paolo Trionfini è una raccolta di alcuni degli interventi presentati in occasione dei sedici incontri pubblici promossi dall'Azione cattolica in preparazione della 46a Settimana sociale, durante i quali sono state affrontate le problematiche emergenti del Paese: un'occasione di dialogo con le realtà territoriali, un momento di discernimento e di confronto con la società civile e con le istituzioni.
E ci credo! racconta, in dieci storie, undici percorsi di ragazzi diversi per età, formazione scolastica, scelte di vita. Sono storie di chi ha accolto la sfida di «diventare santi insieme». Insieme, in un'armonia tutta strana che solo i giovani sanno creare, rappresentano il volto bello, ma anche problematico, dei giovani e dei giovanissimi che credono.
Trenta voci per raccontare il cammino della Chiesa italiana. Trenta voci per testimoniare una storia che continua, ricca di tradizione e valori e da sempre patrimonio di crescita per il Paese, mai come adesso al centro di una stagione delicata e inquieta. Trenta voci autorevoli, in grado di guardare con profondità ai tesori racchiusi dentro le nostre comunità cristiane, per decifrarne limiti e possibilità. Trenta voci pronte a ridire, con fiducia, il proprio "credo la Chiesa", un'invocazione che è una professione di fede e insieme un dono di grazia.
Interviste a Carlo Maria Martini, Camillo Ruini, Enzo Bianchi, Luciano Caimi, Giorgio Campanini, Mauro Magatti, Arrigo Miglio, Luigi Accattoli, Agostino Superbo, Andrea Olivero, Marco Tarquinio, Gianfranco Brunelli, Alberto Monticone, Franco Cardini, Sergio Zavoli, Franco Miano, Giuseppe Notarstefano, Francesca Zabotti, Claudia Biondi, Giuseppe Savagnone, Fulvio De Giorgi, Domenico Sigalini, Vittorino Andreoli, Paola Dal Toso, Andrea Manto, Paolo Ramonda, Flaminia Giovanelli, Maria Voce, Fouad Twal, Gianbattista Zanchi.
È la vicenda di una mamma che non ha potuto abbracciare il suo bambino. Ed è la storia di un dolore, un'esperienza drammatica e lacerante a cui oggi, nella nostra società, forse non viene dato il giusto peso.
L'autrice racconta i giorni dell'attesa, dalla grande gioia per la scoperta di una nuova vita che cresce nel suo grembo, allo shock della perdita, al percorso di elaborazione del lutto, reso più difficile dalla sensazione di non essere capita da chi le sta intorno, di essere sola nel proprio dolore.
Un piccolo libro dedicato a tutte le "mamme speciali" e ai loro bambini, custoditi al sicuro nella memoria e nel cuore; e dedicato ai papà, ai parenti, agli amici, a quanti circondano la donna e vorrebbero esserle d'aiuto ma, magari, non sanno come fare.
Pagine intense, che danno voce al dolore, ma non si chiudono alla speranza. Perché anche le esperienze più sofferte possono trovare un senso e recare in sé i semi della rinascita.
Il "martirio laico" di Vittorio Bachelet non è certamente stato vano. Il seme buono porta sempre frutto, passando per i tempi della storia. Egli è stato testimone di una fede che è tutt'uno con la vita. Una fedeltà al Vangelo vissuta nell'accoglienza del mistero insondabile del vivere. Una fede che si fa anche esercizio operoso di responsabilità. Dobbiamo non solo fare memoria dell'eredità intellettuale e morale di Bachelet, ma anche provare a leggere la sua straordinaria lezione umana e spirituale per trarne ancora una volta buone indicazioni per il nostro tempo e per questa difficile fase della vita del Paese.