Ogni pellegrinaggio porta con sé mille volti e molte storie, tutte importanti e significative.L'Autore, che da anni accompagna a Lourdes i treni bianchi dell'Unitalsi, propone un viaggio nel viaggio attraverso racconti, pagine di diario, interviste: malati che ritrovano il sorriso, delusi che riscoprono la speranza, tanti uomini e donne che nel servizio ai più piccoli trovano il volto di Dio e restituiscono senso alla vita.
A chi crede in Cristo e vuole rendere ragione della speranza riposta in lui; a chi chiede di essere aiutato a riscoprire la bellezza del messaggio cristiano; a chi si sente lontano dalla fede, ma vuole dare un senso profondo e vero, senza inganni, alla propria vita: a tutti la chiesa annuncia che Gesù crocifisso è risorto; è lui la nostra ferma speranza; è lui l'unico Salvatore di tutti. Questa è la nostra fede; è la fede della Chiesa. Mi ami tu? vuole aiutare a riscoprire il valore, l'urgenza, le condizioni di possibilità e le modalità concrete per comunicare a tutti il Primo Annuncio della lieta notizia della salvezza.
Le Lettere spirituali di mons. Franco Costa, assistente centrale della FUCI dal 1955 al 1963 e assistente generale dell'ACI dal 1963 al 1972, furono inviate dall'autore in forma di circolare tra l'Avvento del 1972 e il Natale del 1976. Ida Bozzini, che ha curato il volume, riceveva da ciclostilare e spedire il materiale, composto da 21 lettere, e lo ha conservato preziosamente. L'AVE pubblica oggi questi documenti originali e unici, che servivano come "dialogo spirituale" a distanza, per tenere vivo il desiderio dell'Autore di conversare con i laici e con i confratelli sul mistero di Dio e sul dono della vita cristiana.
La sensibilità e l'esperienza dell'Autore ci accompagnano attraverso sette tappe che, a partire dal vangelo di Luca, raccolgono esercizi di lectio divina. La doppia lettura del vangelo, da discepoli e da educatori, esalta la bellezza della condivisione della Parola di Gesù, come parola di verità che rivela l'uomo all'uomo e la ricchezza dell'impegno educativo. Come Emmaus è dove la comunità dei discepoli si riunisce, l'impegno educativo non è l'atrio della stazione in cui si passa, ma scelta di dedicazione che nella perseveranza cresce e porta frutto. La sollecitudine a vivere un'esperienza spirituale vera e profonda nell'ordinarietà delle nostre condizioni di vita, sulle strade e nei quartieri delle città, è cuore che arde nel desiderio di lavorare affinché l'altro possa trovare la via verso Dio.
Che cosa plasma la nostra esistenza? C'è un cammino nascosto dentro la vita di ogni persona. E' qui che nasce l'esperienza cristiana: essere stati incontrati da un Altro. Partendo dalla concreta esperienza di vita ed accogliendo le sfide del tempo presente gli Adulti di Azione Cattolica propongono spunti per la formazione di un laicato adulto sulla strada dell'essere. Uomini che camminano, ricercano, incontrano, capaci di lavorare per l'unità in ascolto e dialogo con tutti. Adulti sapienti, amanti della creazione, della terra con le sue tradizioni ed i suoi limiti, capaci di spendersi per la vita, per la terra, per l'uomo.
E' necessario mutuare dalla famiglia lo stile e la qualità delle relazioni che valorizzano la comunicazione da una generazione all'altra, educano al rispetto della diversità, alla tolleranza, al confronto e al dialogo, all'assunzione di responsabilità verso la propria e l'altrui vita. Nulla che riguarda la famiglia umana è estraneo o lontano.
Dopo la fortunata serie di Questo vangelo mi interessa, mons. Domenico Sigalini ci offre un'altra selezione di riflessioni fresche e concise sui brani di vangelo delle settimane di Avvento (anno A, B e C) fino alla solennità del Natale.
Scritte per essere proposte dal microfono di una radio, le 40 provocazioni del vescovo di Palestrina, formulate con il solito linguaggio immediato, raggiungono al cuore l'interlocutore. Ci sono situazioni in cui «la nostra fede - dice don Domenico - è messa a dura prova. Solo la speranza aperta alla Resurrezione ce ne scioglierà l'enigma».
Ma dove trovo questa speranza? È la domanda che echeggia al termine di ogni meditazione e traduce lo sconforto di chi vorrebbe credere ma fatica a fidarsi. Non si rende conto che Gesù ha scommesso davvero su ciascuno.
Forse il segreto della risposta è nel sottotitolo: D'amore si muore, di speranza si vive. Anche se è difficile localizzare la speranza, darle un nome, essa diventa promessa di un Natale che rompe la noia della nostra esistenza e ci chiama a rendere ragione del dono di un Dio bambino.