Lo scrittore ebreo di lingua francese, nato in Transilvania, fu deportato ad Auschwitz e a Buchenwald. A sessantacinque anni decise di scrivere le sue memorie e di ripercorrere la sua vita, dall'infanzia felice in una piccola cittadina dei Carpazi all'orrore dei campi di sterminio nazista dove lasciò il padre, la madre e la sorellina, fino al trasferimento in Francia, e infine negli Stati Uniti.
Quattro amici polacchi, raccolti intorno al tavolo di un locale, fronteggiano il vuoto delle loro vite. L'idea di attraversare una foresta durante una spaventosa tempesta di neve nasce quasi come una sfida alla vita, come l'atto estremo che permetterà loro di sentirsi ancora fatti di carne e sangue. Ma mentre la neve cade e la tensione aumenta, tra gli alberi della foresta li aspetta un omicidio tanto gratuito quanto violento.
Pubblicato per la prima volta nel 1931, "Blocchi" racconta la vita nello Stato Totalizzante del futuro, un mondo perfettamente squadrato che si sviluppa in una città fatta di grandi cubi, senza passato, senza critica, senza pensiero. L'arte, nella città dei cubi, è confinata nel luogo del "cattivo esempio", l'uomo esiste solo come condizione limite, piegato e schiavizzato dal sistema. E quando un tentativo non di ribellione ma di discussione mette in crisi l'equilibrio dello Stato perfetto, la forza dei blocchi piega senza sforzo qualsiasi forma di pensiero libero.
Nel Monologio, composto nel 1076, Anselmo d'Aosta affronta per la prima volta in modo sistematico il problema del ruolo e dei limiti che la ragione umana credente ha nel contesto culturale cristiano.
Tanizaki (1886-1965) fu esponente di una cultura letteraria orientale aperta agli influssi occidentali, senza però mai dimenticare le tradizioni specificamente giapponesi, come risulta dal suo famoso "Linea d'ombra". Oscillando tra sensualità morbosa (intrisa di masochismo, di idealizzazione della donna-crudele, della donna-vampiro) e minuziosa analisi dei movimenti psichici, questo narratore ci offre storie ambigue e struggenti come "L'amore di uno sciocco", "La chiave", "Diario di un vecchio pazzo".
Il coraggio di vivere implica la consapevolezza della propria diversità e di quella incolmabile distanza che ci separa dall'altro, ma che ci rende anche unici. Il raggiungimento di questa unicità è l'opus creativo che opponiamo alle contraddizioni della vita, alle falsità che governano gran parte dei rapporti dei rapporti interpersonali, a una finta prossimità che lentamente, ma inesorabilmente, ci priva della dignità di una voce e di un nome.
Queste pagine vogliono essere una piccola ma intensa introduzione ai concetti fondamentali dell'Ebraismo. Elena Loewenthal, in tono semplice e lieve, racconta ai suoi bambini tutta la pazienza millenaria di un popolo indomito che come pochi altri, nonostante la disperazione cui è andato soggetto nella storia degli uomini, ha saputo mantenersi fedele alla propria identità.
Il libro raccoglie la summa della prosa non narrativa di Sandro Veronesi. Racconti in forma di reportage, storie di cronaca apparentemente inverosimili, incursioni in territori dove la realtà sfiora l'assurdo. Dalle Madonne piangenti in campagna elettorale alla frenesia del "gratta e vinci", dal Giubileo alla festa dell'orgoglio gay, da un esame di maturità in cui si discute con cognizione di causa sul suino pesante, fino alla tragedia delle Twin Towers: una guida alla scoperta dell'assurdo nel mondo.
Scritta nel 1891, pochi mesi prima della morte del suo autore e pubblicata postuma, "Billy Budd" è una storia di mare ambientata su una nave da guerra inglese alla fine del Settecento. William Budd, mozzo ventenne, ingiustamente accusato dal maestro d'armi Claggart, viene impiccato, ma rimarrà nella memoria degli altri marinai con la vivida forza dei martiri. Come sempre in Melville, la narrazione si spinge molto al di là dei semplici fatti, e la vicenda, potente e assoluta, si configura come simbolica rappresentazione di una condizione esistenziale in cui il bene e il male, il giusto e l'ingiusto hanno la stessa forza di realtà: la verità del racconto, che è anche quella della vita, accarezza la purezza della vittima innocente, l'austero rigore del capitano De Vere (che condanna Billy pur riconoscendolo senza colpa), ma anche la criminosa follia del mefistofelico Claggart. L'ampia introduzione di Claudio Gorlier chiarisce contenuti e simboli di questo racconto straordinariamente "moderno", e la magistrale traduzione di Eugenio Montale restituisce intatta a questo capolavoro la sua perfezione poetica.