Una raccolta manoscritta di ricette di cucina che si può datare attorno al 1922. Ricette che l.autrice aveva trascritto e conservato decidendo di ordinarle per argomento, patrimonio della tradizione familiare. Alcune guardano oltre lo Stretto, probabilmente perché riportate nelle grandi pagine dei giornali femminili di quegli anni.
Definita "una folle impresa" da qualche contemporaneo, la spedizione dei Mille avrebbe portato nel volgere di pochi mesi alla liberazione del Mezzogiorno e al compimento dell'Unità d'Italia. L'autore ricostruisce la crisi del regime borbonico, l'insurrezione siciliana, la spedizione garibaldina e il conflitto politico-istituzionale tra moderati e democratici a ridosso del plebiscito dell'ottobre 1860. Nella narrazione di questi eventi, il volume riserva un'attenzione particolare alle questioni istituzionali. Accanto all'operazione militare per la liberazione della Sicilia e del Mezzogiorno si svolsero un confronto culturale e un conflitto politico sul futuro ordinamento dell'Italia ai quali parteciparono i maggiori protagonisti della cultura siciliana e italiana. Nei mesi precedenti la formazione del Regno d'Italia, la classe dirigente, ponendo sempre al centro l'alto obiettivo dell'Unità, si confrontò e si scontrò su temi ancora oggi al centro dell'agenda politica: accentramento e decentramento, autonomismo e federalismo.
"Niente più finzioni, su quest'uomo così eccezionalmente uomo, con una sola passione, la musica! Non voglio giudicarlo né fare qualsivoglia rivelazione sulla sua vita ma lui ci ha lasciato qualcosa di sé, una parte molto importante e intima oserei dire, la sua scrittura. Una perla rara e preziosa in un mare di indiscrezioni che lo riguardano. Attraverso l'analisi della sua grafia possiamo scoprire chi era davvero Michael, quali erano le sue paure e le sue insicurezze ma anche le sue virtù, come credeva di essere e come voleva apparire agli altri, attraverso lettere private, disegni e le sue "spettacolari" firme."
L'utilizzo delle parole spesso vincola e limita l'informazione comunicata rendendola parziale. Il disegno in quanto modalità di comunicazione analogica e visuale, può arricchire questa parzialità, ma non il disegno in sé come insieme di tratti colorati (altrimenti si rischierebbe di considerarlo unicamente una tecnica o un compito) ma come mezzo attraverso il quale i soggetti organizzano, strutturano e interpretano se stessi e il proprio mondo sociale e culturale, rivelando al tempo stesso le loro idee, i loro sentimenti e le loro conoscenze. Le immagini, quindi - come d'altronde le foto, i video, il mito (e i miti familiari), i riti sociali - sono fatti di cultura o fatti sociali totali che riflettono il sistema di valori, i codici interpretativi ed i processi cognitivi del loro autore e mettono in scena la realtà sociale e culturale nella sua globalità, permettendo a singoli o gruppi di confrontarsi con molteplici versioni del mondo oltre quella accettata e dominante della propria cultura.
Chi sono i bambini pensati? Sono i bambini o i "bambini negli adulti" che hanno la possibilità di guardare e di essere visti, per poter così guardare a loro volta. Sono coloro che hanno o hanno avuto la possibilità di avere un posto nella mente dell'Altro, di essere stati desiderati dall'Altro. Sono i bambini che sono stati pensati e sognati dall'Altro, l'Altro per loro significativo. Il fatto è che in quanto esseri umani siamo .costituzionalmente. destinati ad inserire noi stessi all'interno di un mondo che ci pre-esiste. Non è possibile quindi negare che la natura di questo "incontro" condizionerà più o meno fortemente il nostro stato di esistente. La cornice teorica di riferimento per questo lavoro è il legame intersoggettivo. Si parla dunque di "contagi", come di "incontri di menti".
Questo volume nasce dalla duplice volontà di ricordare Rosaria Longo nella sua realtà di donna e di studiosa e di proseguire con lei un ideale dialogo teoretico. Per fare ciò, esso affianca ad una prima parte di ricordi personali due sezioni di studi tematici che si concentrano sugli argomenti da lei prediletti e frequentati. La prima, "Ermeneutica, alterità e riconoscimento" (che conta sui contributi di C. Caltagirone, S. Di Bella, G. Furnari, M. Gensabella Furnari, A. Girotti, M. T. Russo, A. Tigano, G. Venuti, C. Vigna) mette in tensione i temi e i metodi dell'ermeneutica con una gamma di questioni che si estende dalla metafisica al pensiero della differenza sessuale, anche attraverso la rilettura di autori come Ricoeur e Pareyson. La seconda sezione, dal titolo "Etica applicata e pratiche filosofiche" (con contributi di A. Cavadi, L. Malusa, D. Miccione, N. Pollastri, F. Pulvirenti, M. Striano), scandaglia l'universo della pratica filosofica sia attraverso il ventaglio della diversità disciplinare (dalla consulenza filosofica alla philosophy for childreen) che attraverso quello della valutazione, con studi che vanno dall'adesione convinta alla netta critica.
Il volume ricostruisce, attraverso l'analisi della vicenda intellettuale del gesuita Giacomo Masò (l626-1674), la genesi di un prezioso codice manoscritto di architettura militare. Lo studio dell'opera di Masò ci permette di collocare l'architettura nell'ordo scientiarum della Compagnia di Gesù e di descrivere il ruolo degli architetti dell'Ordine. Un discorso a parte merita l'architettura militare che molto spesso fu osteggiata dalle gerarchie della Compagnia perché contraria ai precetti del cristianesimo. Non sempre questi divieti fecero desistere i padri dal professare un pubblico interesse per queste tematiche creando non poche frizioni all'interno dell'Ordine, come fu nel caso di Masò. L'unicità dell'opera di Masò risiede, dunque, sia nella sua provenienza gesuitica sia nel suo essere stata elaborata in occasione di un corso di lezioni per i Cavalieri di Malta che il gesuita tenne nell'isola a metà degli anni Cinquanta del XVII secolo. Masò dimostra non solo di conoscere il modo di fortificare alla 'moderna', ma è consapevole di quanto la tradizione italiana ed europea aveva elaborato fino ad allora per far fronte alla novità delle armi da fuoco.
A venti anni esatti dall'introduzione nel nostro ordinamento di una organica legislazione antitrust, con l'istituzione dell'Autorità Garante della concorrenza e del mercato, resta intatta l'esigenza scientifica di comprendere a fondo il ruolo dell'intervento pubblico antitrust al fine del dimensionamento delle regole del mercato concorrenziale. Il diritto antitrust ha manifestato nel tempo la sua particolare vocazione ad evolversi anche in correlazione al progressivo aggiornamento degli scopi attribuiti a questa disciplina. La ricerca si snoda, infatti, in particolare sulla interazione tra struttura concorrenziale del mercato ed attività amministrativa antitrust, anche rispetto ad una più aggiornata visione dei rapporti tra l'autonomia pubblica e le sue conseguenze "normative" sulle attività private.
Muovendosi sulla duplice esperienza scientifica del fisico e del teologo l'autore guida il lettore nel complesso mondo dei rapporti tra teologia e scienza. L'opera chiarisce sin dalle prime pagine che molti scontri storici tra scienza e teologia nacquero da salutari dibattiti tra la vecchia scuola aristotelica e la nuova scienza che si stava ormai imponendo su una scolastica cristallizzata, creando utili contrasti nel dibattito di ricerca scientifica e teologica. Acquisita consapevolezza che il Creatore si serve d'ogni opera del proprio creato, nel XVI secolo cominciò a imporsi l'idea che scienza e teologia fossero due realtà e linguaggi distinti per mezzo dei quali Dio comunicava all'uomo manifestandosi con le sacre scritture come con la fisica e la matematica. Linguaggi che oggi appaiono meno diversi e più vicini, interscambiabili e a tratti quasi interdipendenti.