Il libro
"E fu sera e fu mattina". L'uomo vive nell'alternarsi di queste esperienze. A volte, nella sua mente e nel suo cuore "cala la sera" e si trova immerso nella tristezza, nel dolore, nello scoraggiamento. E proprio in queste ore buie sente più forte la sete della luce, l'attesa del mattino: "l'anima mia attende il Signore, più che le sentinelle l'aurora"... Ognuno ha la sua notte che porta nomi diversi: la notte del peccato, dell'errore, dell'ingiustizia, della solitudine, della malattia, della violenza, della povertà, del fallimento, del non sentirsi amati...He sente il disagio.
"Dolce è la luce e agli occhi piace vedere il sole" è scritto nel libro di Qoelet (1 1,7), ma non ci basterà mai la luce del sole. Chi ci ha creato lo sa, ed è pronto ad entrare nella nostra notte con quella luce emozionante del suo Amore. Basta che gli apriamo la porta (Ap 3,20). La sete di luce è sete di Dio, non di una vaga luminosità. "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo..." e lo aiuta a passare dalla sera al mattino. "Il sole non sarà più per te luce di giorno...ma il Signore sarà per te luce eterna" (Is 60,19).
Il libro
«La parabola è una proposta. Ognuno può rileggersela nel segreto della sua coscienza, farne motivo di meditazione, di riflessione, e divenire egli stesso giudice del proprio comportamento. Possiamo renderci conto se siamo coinvolti o no in quell'insegnamento, in quella virtù o in quel difetto. Come lo spettatore al teatro può rileggere nella sua vita ciò che avviene sulla scena, riflettere se ha somiglianze, riferimenti, coincidenze, con il comportamento presentato dall'attore, così la parabola è uno sceneggiato che fa pensare, utile ad un esame di coscienza.
I suoi protagonisti sono anonimi per dare ad ognuno di noi la possibilità di mettervi il proprio nome, se e dove va messo, e trame le conseguenze. È come un giudice segreto che mi sollecita ad un confronto e mi fa capire se sto agendo bene o male. Tutto nel rispetto della mia privacy...
Si tratta di cogliere, di scoprire nelle parole del Signore quanto di nascosto il mondo ancora non sa e non comprende e ci viene invece rivelato come strada da percorrere per la nostra salvezza. Sta qui la preziosità delle parabole di Gesù. Richiedono la nostra ammirazione, la nostra gratitudine, il nostro coinvolgimento per essere veramente suoi discepoli» (EZIO MOROSI).
Il libro
Ogni incontro ha un influsso nella nostra vita. Tanto o poco, buono o cattivo, perdurante o passeggero. Ci rende più sereni o più nervosi, più disponibili o più chiusi in noi stessi. Illumina o rabbuia il nostro volto lasciandoci contenti o preoccupati, pieni di speranza o delusi. Ha comunque un influsso, in noi e negli altri...
Tanti incontri hanno fatto la storia, privata o pubblica, civile o religiosa, artistica o scientifica, economica o politica. Gli eventi umani sono spesso determinati da un incontro...
Tutto è grazia, ogni incontro è grazia, anche il più ordinario, il più semplice, purché diventi motivo di crescita, di santificazione, di prova che ci qualifichi davanti a Dio quali testimoni della sua carità, fedeli realizzatori della missione che ci è stata affidata. Ogni incontro è grazia se ci porta a santificare il suo nome, a diffondere il suo Regno, a fare la sua volontà, a riconoscere la paternità di Dio e a vivere da suoi figli» (EZIO MOROSI).
L'autore
PETER KNAUER, è nato a Berlino nel 1935. È gesuita dal 1953. Dal 1969 al 2003, è stato professore di Teologia fondamentale presso la "Philosophisch-Theologische Hochschule Sankt Georgen" di Francoforte sul Meno. Risiede attualmente a Bruxelles.
Il libro
Questo volume rende conto delle affermazioni fondamentali della fede cristiana. Partendo da una prospettiva cattolica, esso vorrebbe anche contribuire alla comprensione reciproca tra le confessioni cristiane. Credere, in senso cristiano, significa partecipare al rapporto di Gesù con Dio. Da questo approccio di base anche le affermazioni apparentemente difficili come quelle sul peccato originale, sul diavolo e sui miracoli diventano facilmente comprensibili.
Il presente lavoro si rivolge a tutti coloro che desiderano riflettere sulla fede e si domandano come essa si giustifichi di fronte alla ragione. Nell'appendice, il lettore troverà anche una raccolta dì domande utili a servire da guida nell'eventualità in cui i singoli capitoli vengano utilizzati come base di colloqui all'interno di gruppi di riflessione sulla nostra fede.
Il testo introduce in maniera approfondita e critica i fondamenti epistemologici e teorici della metodologia di tipo narrativo in psicologia della devianza: la ricerca qualitativa e le analisi dei contenuti, l'utilizzo delle narrazioni e i principali modelli di lettura dei materiali narrativi, i meccanismi di rendicontazione dell'azione deviante e la costruzione narrativa del Sé in situazione, gli aspetti tecnici e operativi dell'utilizzo dei software più idonei e le loro implicazioni. Nella seconda parte i costrutti introdotti vengono esemplificati in termini di ricerca empirica con la descrizione di un ampio studio condotto utilizzando le narrazioni di una serie di reati alla ricerca delle modalità e delle strategie di ricostruzione narrativa delle azioni devianti. I risultati, elaborati con l'ausilio del programma per analisi di informazioni qualitative ATLAS.ti, vengono discussi a diversi livelli di complessità, coerentemente con l'approccio di tipo costruzionista adottato.
Magistrale il "vento delle parole" che si susseguono in un lessico della pagina a proprio volere, libere dagli schemi tradizionali. Siamo Verbo e siamo Carne, più sostantivi che Aggettivi. Più Contenuto che contenente. Il superfluo non esiste nell'artista che si batte per la dignità della persona, per l'inno all'Essenza della Vita, comune a tutti.
Poesia come parole che arrivano inattese e che non sono programmabili. Come via poi faticosamente costruita ed elaborata per tentare un dialogo interiore che colleghi i conflitti attuali alle ragioni personali, tutte, di chi queste parole accoglie e dà sulla carta. In questi testi le tracce dell'esperienza personale, ambientata fra storia e memoria, si legano al triste fascino della pena che opprime il segno biologico e del "frastuono morale" che ferisce ogni percorso umano.