
Anche quest'anno il Centro Ambrosiano ha pubblicato il nuovo volume di "Ricerche storiche sulla Chiesa ambrosiana" con il contributo di diversi studiosi che lo arricchiscono mediante la loro collaborazione. Il volume di quest'anno si apre con una carrellata sul Medioevo di Mariano Comense, antica pieve della diocesi di Milano.
Questo ultimo commento al lezionario festivo secondo il rito ambrosiano chiude un ciclo iniziato tre anni fa. Scritto con linguaggio essenziale ma profondo, con incredibile capacità di andare al cuore delle vicende e delle persone, il volume è una raccolta di meditazioni e preghiere, sotto forma di dense omelie. Farsi accompagnare nel cammino di ogni giorno da parole di speranza, di aiuto, capaci di alleggerire dal pesante fardello quotidiano.
La parola di Dio è meravigliosa! Questo libro è una raccolta di 20 celebri racconti tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento corredati da illustrazioni. Espressamente pensato per i più piccoli, il volume è un'introduzione alla Bibbia che farà nascere nei bambini la curiosità di sapere di più su Dio e Gesù. Età di lettura: da 3 anni.
Questa storia degli ebrei è sostanzialmente la storia del secondo millennio, preceduta da una presentazione della diffusione dell'ebraismo in Europa, degli intinerari in essa seguiti e da una mappatura delle sue comunità, con particolare attenzione a quelle italiane. La trattazione si svolge attorno alle vicende dei due grandi ceppi etnico-culturali e religiosi dei sefarditi e degli ashkenaziti, indagate soprattuto nei loro aspetti religiosi. La Riforma rappresenta l'incontro-confronto di questo ebraismo con i prodotti della cultura laica, illuministica e poi risorgimentale dell'Occidente. Gi ebrei diventano, tra '700 e '800, dei protagonisti nella realtà economica, culturale e, in parte, anche in quella politica dell'Occidente: da una parte essi partecipano a tutte le lotte di liberazione, avvenute in Europa; di segno opposto sono le persecuzioni antiebraiche dei tempi moderni, dirette contro il potere vero o presunto dell'elemento ebraico nella società, di cui la Shoah è il culmine.
Nel contesto delle celebrazioni legate all'Anno Costantiniano, l'incontro tra Bartolomeo, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, e l'Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha assunto un valore altamente simbolico. I discorsi e le omelie pronunciati in occasione della visita di Bartolomeo a Milano, dal 14 al 16 maggio, sono raccolti nell'instant book dal titolo "Chiese in dialogo per la vita buona delle nostre città", pubblicato dal Centro Ambrosiano. Il testo offre uno spunto per riflettere sull'importanza della libertà di culto e, contemporaneamente, sul ruolo delle religioni nella costruzione di società giuste e solidali. Al cuore degli interventi sta la lectio magistralis a due voci tenuta da Bartolomeo I e Scola. In appendice il messaggio di Papa Francesco, inviato il 15 maggio dalla Città del Vaticano in occasione del XVII centenario dell'Editto di Milano.
Gli scritti pubblicati in questo volume rappresentano una sorta di sintesi del cammino di riflessione sulla questione "Europa" per chi, come Don Mario, ha studiato per oltre un ventennio l'insegnamento dei papi sull'Europa e ha seguito successivamente, in qualità di esperto, con attenzione, partecipazione, studio e apporto personale il lungo itinerario della Chiesa, dal primo sinodo sull'Europa, svoltosi nel 1991, al secondo sinodo, svoltosi nel 1999, arrivando poi, come logica "conseguenza", a curare il bel volume di scritti di giovanni Paolo II, "Profezia per l'Europa", e a dedicare il suo impegno alla preparazione dell'Esortazione apostolica Ecclesia in Europa.
Le parabole di Gesù parlano del Regno di Dio, ne fanno intuire la realtà e la logica, indicano come scoprirlo oggi nella nostra vita, muovono il desiderio di entrarvi, sollecitano la decisione. Esse prendono spunto dalla vita quotidiana, densa di tante cose che dicono la presenza del Signore; ogni frammento di bene è luogo del Regno, tesoro da saper vedere, custodire, accrescere. Questo vale anche per tutte le famiglie, piccole parabole del Regno, terreni pensati per far germinare il seme buono. Questo sussidio, il terzo dopo i precedenti proposti a cadenza annuale dall'Arcidiocesi di Milano, traccia un percorso alla scoperta del Regno entro le pieghe della vita di famiglia: sette parabole di Gesù, sette lampade sul quotidiano, sette perle di saggezza che ci fanno sentire sempre più da Lui amati e resi capaci del bene evangelico...
Il volume è la testimonianza di un cammino di crescita cristiana, proposto ai ragazzi preadolescenti insieme con i loro genitori. Se non si può negare un pane a un figlio che ha fame (cfr. Lc11,9-13), a maggior ragione le esigenze più profonde che un figlio vive non possono restare disattese, frustrate, inascoltate soprattutto da quegli adulti che gli hanno donato la vita. Da qui l'idea di mettersi insieme - genitori e figli - alla scuola del Vangelo, per trarne ispirazione in vista di cammini educativi in grado di orientare le scelte per il futuro. Il cardinale Carlo Maria Martini accettò di compiere personalmente, nella sua prima edizione, questo cammino con i ragazzi e i loro genitori, scegliendo di commentare di racconto di Gesù dodicenne al tempio.
Il volume, curato dal Servizio per la Catechesi dell'Arcidiocesi di Milano, parte da un punto fondamentale: prima di educare la fede bisogna suscitarla, altrimenti la pastorale viene condannata a coltivare una fede mai seminata. Un po' come un agricoltore innamorato della propria terra, che zappa, concima e innaffia con gran profusione di energie i propri campi senza che però, in precedenza, ci sia stata una semina. Sta proprio in questo l'importanza del Primo Annuncio, la semina indispensabile per rendere fruttuoso l'intero itinerario dell'Iniziazione Cristiana. Il seme della Buona Notizia entra nel Primo Annuncio per una prima e feconda accoglienza della testimonianza di Gesù. Ma per pensare a un itinerario di fede, di Iniziazione Cristiana, non si può prescindere dai contesti sociali e culturali in cui bambini, fanciulli, ragazzi e, ovviamente, genitori, si trovano a vivere: ecco allora che il volume propone la concretezza di un approfondimento dei presupposti e delle condizioni in cui il Primo Annuncio si deve formare e proporre. Il testo si sviluppa in quattro contributi, ciascuno sviluppato da un autore. Un testo quindi indispensabile a chiunque sia chiamato a vivere il tema del Primo Annuncio e dell'Iniziazione Cristiana.
Parte dall’immagine del Duomo, «emblema della nuova Milano e casa degli antichi e nuovi milanesi» e alla necessità, come per la Cattedrale, di «rimettere mano continuamente» alla costruzione delle «nostre amate città», la lettera pastorale del cardinale Angelo Scola, Il campo è il mondo. Vie da percorrere incontro all’umano, articolata in sette capitoli e in una appendice.
Nel primo capitolo “Preziose conferme”, il Cardinale ripercorre il cammino dell’anno pastorale concluso, la chiusura dei “cantieri” e il passaggio a linee pastorali comuni. Ricorda anche le dimissioni di Benedetto XVI - «un gesto umile di profonda fede» - e l’elezione di Papa Francesco, attraverso i cui gesti e parole «lo Spirito del Risorto ha voluto toccare in modo singolare il cuore non solo dei cristiani, ma di tutti gli uomini». Concentrando lo sguardo sulla Diocesi, l’Arcivescovo ne sottolinea la realtà popolare e i segni di vitalità, ma nota anche come il cattolicesimo ambrosiano sia «chiamato a rinnovarsi». E poi uno sguardo all’Expo 2015, occasione «perché la Milano del futuro trovi la sua anima».
Nel secondo capitolo “Il ‘buon seme’ del Vangelo”, viene presentato il Vangelo del buon seme e della zizzania (Mt 13, 24 - 30, 36-43), evidenziandone alcuni insegnamenti. Il mondo è il luogo in cui Dio si manifesta gratuitamente agli uomini. Gesù «ama la nostra libertà e la pro-voca chiamandola a decidersi per Lui» e «la risposta personale della libertà che permette al buon seme di diventare grano maturo ha bisogno di tempo». «Non tocca a noi giudicare in modo definitivo, condannare senza appello»: serve quello «sguardo nuovo sul mondo» che dona Gesù per essere capace di non inoltrarsi «sui sentieri della condanna, del lamento e del risentimento».
Il terzo capitolo “Il campo è il mondo” pone in evidenza alcuni punti centrali: è Dio che viene al nostro incontro, «la fede è riconoscerLo»; l’entrata di Dio nella storia ha cambiato la vita degli uomini attraverso «una trama di relazioni nata dall’incontro con Lui»; il mondo «che Gesù chiama “il campo”» è costituito da tutti gli ambiti dell’esistenza quotidiana (famiglie, quartieri, scuole, università, lavoro, modalità di riposo e di festa, luoghi di sofferenza, di fragilità, di emarginazione, luoghi di condivisione, ambiti di edificazione culturale, economica e politica...). Si individuano poi i “cardini” dell’esistenza umana - affetti, lavoro, riposo - e importanti implicazioni come fragilità, tradizione e giustizia.
Nel quarto capitolo “Gesù Cristo Evangelo dell’umano”, partendo dal presupposto che nulla e nessuno è estraneo ai seguaci di Cristo, si afferma che «non dobbiamo costruirci recinti separati in cui essere cristiani». Si ribadisce che il mondo è il campo in cui è offerto l’incontro con Gesù e che l’attenzione non va posta sul “fare”, «ma sul seme buono che il seminatore, Gesù, vi ha gettato». Dio, entrando nella storia, vuole fecondare la realtà «con la sua presenza rinnovatrice». Ogni fedele e ogni realtà ecclesiale della Diocesi sono quindi chiamati a rileggere il senso dell’esistenza cristiana alla luce dell’urgenza «a uscire da se stessi per entrare in campo aperto» attraverso la testimonianza, «esponendo se stessi». E il testimone, quando è autentico, «fa sempre spazio all’interlocutore e a tutte le sue domande», in un confronto leale, a 360 gradi, «con tutti e in tutti gli ambienti dell’umana esistenza». Il cattolicesimo popolare ambrosiano deve radicarsi «più profondamente nella vita degli uomini attraverso l’annuncio esplicito della bellezza, della bontà e della verità di Gesù Cristo all’opera nel mondo». Non in modo egemonico, però, perché i cristiani non cercano la vittoria: ciò a cui sono chiamati «è solo l’essere presi a servizio del disegno buono con cui Dio accompagna la libertà degli uomini». Ecco dunque il senso di una verifica «non più rinviabile» sulla propria testimonianza nelle «tre dimensioni della comune e elementare esperienza umana» - affetti, lavoro, riposo -, a cui l’Arcivescovo dedica specifici interrogativi.
Il quinto capitolo “Uno strumento offerto a tutti” rimarca come la Lettera pastorale sia offerta a tutti come strumento di riflessione sul senso, il significato e la direzione della vita. «Mi permetto di chiedere una lettura attenta attraversata da autentica simpatia», scrive il Cardinale. E, rivolto in particolare ai fedeli ambrosiani, «la Lettera pastorale deve mettere in moto un confronto che aiuti ciascun fedele e ciascuna comunità a rivisitare la vita ordinaria, la prassi abituale, le iniziative e i calendari».
Per questo, nel sesto capitolo, sono indicati “Tre criteri”: valorizzare l’esistente, attraverso la “grammatica comune” fornita dalla Lettera pastorale; assumere «con decisione» il criterio della «pluriformità nell’unità», nell’accoglienza e nel coinvolgimento dei diversi carismi presenti nelle parrocchie e comunità pastorali, negli istituti religiosi, nelle associazioni, nei movimenti a livello diocesano; ripensare l’attività della Curia e degli uffici diocesani.
Il settimo e ultimo capitolo “Una metropoli europea, una Chiesa presa a servizio”, parte dalla “ambrosianità” di Milano, nelle sue dimensioni civile e religiosa impossibili da separare. Nella metropoli anche le contraddizioni e le fragilità, i conflitti e le manifestazioni del male fisico e morale chiedono di essere affrontati con «amicizia civica resa possibile da un incessante dialogo, teso al riconoscimento reciproco». Poi lo sguardo si allarga all’Europa, dove «si riconosce in una fede religiosa ancora il 71% della popolazione», anche se l’esperienza religiosa «tende a caratterizzarsi in modo spiccatamente individuale». Un altro dato significativo è la permanenza di «una spinta inequivocabile a fare famiglia». In questo quadro, i nuovi orientamenti della società plurale vanno considerati «più che una minaccia, una opportunità per annunciare il Vangelo dell’umano». Così intende guardarli la Chiesa ambrosiana, perché i cristiani «sono presi a servizio dal Seminatore e cercano, al di là dei loro limiti e peccati, di favorire la crescita del buon grano».
Nell’appendice, infine, sono elencati alcuni appuntamenti e impegni comuni: non un programma vero e proprio, quanto lo stimolo a maturare uno stile missionario rinnovato.