Riflessioni e contributi sul significato della celebrazione.
Questo studio mostra, con una documentazione di prima mano, cosa sia costato al popolo cristiano nei secoli l'allontanamento della comprensione immediata delle fonti.
La reciprocità e la complementarietà della catechesi e della liturgia, all'interno del cammino iniziatico
In questo saggio viene affrontato uno dei testi migliori della letteratura riformistica del '400, rimasto finora inedito, il 'Tractatus de reformationibus Romanae Curiae (1458) di Domenico de' Domenichi, vescovo di Torcello e, poi, di Brescia.
Il libro pubblica gli Atti della 60a Settimana Liturgica Nazionale tenutasi a Barletta dal 24 al 28 agosto 2009.
La strutturazione di queste pagine vuole ripercorrere il cammino che il Magistero è venuto maturando circa il tema della spiritualità presbiterale a partire dal Concilio Vaticano II fino ai nostri giorni, tenendo conto anche del suo sviluppo teologico. L’accezione lessicale della parola spiritualità assume diversi significati. In ambito cristiano essa riveste un significato preciso, vuole indicare la volontà di vivere la propria vita secondo lo Spirito di Dio, cioè vi vere la propria vita in obbedienza al dono del Dio Trinitario. Da questa vocazione uni versale alla santità derivante dalla grazia battesimale, si possono far derivare diverse spiritualità a seconda degli stati di vita. Per quanto riguarda la spiritualità presbiterale, il Concilio Vaticano II traccia le sue coordinate, affermando che lo svolgimento del proprio ministero, è la via attraverso la quale il presbitero raggiunge la santità nel suo proprio stato. Più precisamente, la santità si raggiunge attraverso il «retto assolvimento della missione apostolica affidata» (PO 2: EV 1/1245). Il presbitero dunque dalla piena conoscenza e coscienza della sua identità, trova le motivazioni della sua spiritualità presbiterale che fonda le sue radici nel sacramento dell’Ordine.
"A un anno di distanza dall'improvvisa morte di Mons. Antonio Ladisa, Mons. Vito Angiuli e Mons. Antonio Parisi hanno voluto pubblicare le sue poesie e i testi dei canti da lui composti per farne dono a tutti coloro che lo hanno conosciuto e amato.
Il motivo di questa scelta è facilmente intuibile: la poesia, per sua natura è canto e il canto trova nella poesia la forma espressiva più appropriata. Così, leggendo queste composizioni, sarà più facile cogliere uno degli aspetti dell'eredità spirituale che don Tonino ci ha lasciato: comprendere cioè che la risposta generosa e fedele alla propria vocazione trasforma la vita in poesia e canto.
La chiamata, infatti, segna l'inizio del cammino, ma è anche forza che sorregge l'intera esistenza e dà senso alle cose. Come la poesia e il canto, la vocazione nasce da una Parola divina, da un fuoco sacro che sgorga da una misteriosa sorgente: dalla fornace ardente della divina carità. Attratto nel vortice dell'amore, il chiamato si lascia conquistare e avvincere. E ponendosi in ascolto, si lascia completamente possedere dall'amore, per diventare un suo araldo, un suo messaggero, un suo profeta.
Il poeta, come il profeta, accoglie i misteri ineffabili, afferrato da una Voce che chiama con una forza intima e suadente, cui è impossibile opporre resistenza. «Venne la poesia/a cercarmi. - scrive Pablo Neruda - Non so, non so da dove/uscì, dall'inverno o dal fiume./Non so come né quando,/no, non eran voci, non eran/parole, né silenzio,/ma da una strada mi chiamava,/dai rami della notte,/d'improvviso tra gli altri,/tra fuochi violenti/o ritornando solo,/era lì senza volto/e mi toccava» (P. NERUDA, Memoriale di Isla Negra, tr. it. di G. Bellini, Firenze, Passigli, 1998, p. 59).
La poesia non è solo parola, ma anche Presenza che si rivela nel silenzio, avvolta in esso quasi come in un manto regale. Quando essa giunge, il volto si illumina e, "d'improvviso" tutto si rischiara e prende forma e armonia. "D'improvviso", scrive Pablo Neruda. "D'improvviso", ripete anche don Tonino. I poeti si intendono e, insieme, testimoniano che la poesia, come la vocazione, è grazia che giunge "d'improvviso", in un'ora segnata dall'eternità, secondo un imperscrutabile disegno e una modalità imprevedibile.
Giunge in un'ora che, irrevocabilmente, segna tutta la vita. Nel tempo e nell'eternità.
Da quella parola di grazia don Tonino si è lasciato afferrare e la grazia è diventata risposta personale, trasfigurata in poesia e canto e, misteriosamente, tramutata in vita.
Una vita che è più forte della morte".
Francesco Cacucci
Arcivescovo di Bari-Bitonto
Accende lumen sensibus, infunde amorem cordibus": la sapienza dell'antica invocazione allo Spirito Santo non lascia dubbi circa il pieno coinvolgimento dei sensi del corpo nell'esperienza liturgica della fede. "
Questo libro vuole dare una testimonianza della ricerca interiore e della felicità che Dio è capace di provocare in chi lo segue. Presentazione di R. Tonelli.
Il volume affronta il tema della profezia e del suo posto nella Chiesa, contribuendo a colmare così il vuoto che esiste nella riflessione teologica contemporanea.